Sabato 1 Sett presso il carcere di Prato, Presidio di solidarietà con Alessio Del Sordo, Pfrigioniero NO TAV

SABATO DALLE 15 TUTTI SOTTO IL CARCERE DI PRATO, NO TAV! CONTRO OGNI REPRESSIONE!

Apprendiamo che il prigioniero anarchico Alessio Del Sordo, in carcere per l’operazione repressiva contro il movimento No Tav del 26 gennaio 2012, è stato trasferito dal carcere di Torino presso il carcere di Prato. Per il momento non conosciamo ancora le motivazioni alle quali si sono appigliati i ragionieri delle pene e dei supplizi per giustificare il suo trasferimento e rispetto a questo seguiranno aggiornamenti.

Per scrivere e fare sentire la propria solidarietà al compagno:

Alessio Del Sordo

C.C. via La Montagnola 76 – 59100 Prato

Alessio e Maurizio Liberi! Per un mondo senza gabbie!

Solidarietà a Massimo Passamani!

Hanno paura, hanno paura che l’autunno sia caldo, ben più caldo di questa asfissiante estate…hanno paura, hanno paura che il loro mondo, i loro privilegi, la loro signoria cada sotto i colpi possenti della rivolta…hanno paura e, come una belva ferita, colpiscono ciechi chi da sempre lotta, con la mano e la mente, contro l’oppressione dell’autorità, della gerarchia e dello sfruttamento…tremano, tremano scossi dai brividi della rivolta che ribolle in una valle piemontese e che fa vacillare, non accettandola, la loro autorità fatta di ruspe e manganelli, devastazione e lacrimogeni. In questo stralcio di 2012 tanti compagni sono stati sequestrati dallo stato e a loro va il nostro più fraterno abbraccio. Giusto ieri 27 Agosto Massimo ha subito stessa sorte, assieme alla compagna Daniela…ebbene non credano di poterci fiaccare o intimorire, non credano, lor signori, di poter prevenire l’imponderabile…non sperino birri, politicanti ed affaristi di tutelare i propri interessi (e le proprie tibie) dispensando manganellate ed anni di carcere…la voglia di Libertà è un virus contagioso e resistente al vaccino autoritario, e ci sarà sempre qualche infetto pronto ad attizzare il bracere della rivolta. Solidarietà a Massimo e Daniela, solidarietà ai sequestrati nelle operazioni Aediere e Mangiafuoco! Viva l’Anarchia!

Anrachici Pistoiesi.

Op. Ardire – Contatti compagne e compagni prigionieri

Seguono i contatti per inviare lettere e telegrammi a compagne/i arrestati nel corso dell’Op.Ardire
[aggiornati al 15 giugno 2012]:

Stefano Gabriele Fosco
Elisa Di Bernardo
Via Don Bosco, 47
56127 Pisa

Alessandro Settepani
Paola Francesca Iozzi
CC Capanne
via Pievaiola 252
06132 Perugia

Sergio Maria Stefani
CC Regina Coeli
Via Della Lungara, 29
00165 Roma

Katia Di Stefano
CC Rebibbia Femminile
Via Bartolo Longo
00156 Roma


Giuseppe Lo Turco
CC Marassi
Piazzale Marassi, 2
16139 Genova


Giulia Marziale
CC Teramo
Contrada Castrogno
64100 Teramo

OP. Ardire, lo stato che si sfascia attacca i ribelli…in aggiornamento

Alessandro e Paola hanno già fatto l’interrogatorio di garanzia, hanno visto i rispettivi avvocati e possono ricevere la posta.
Sono nel carcere di Perugia, l’indirizzo è:

Alessandro Settepani
Paola Francesca Iozzi

casa circondariale Capanne
via Pievaiola 252
06132 Perugia

Sergio e Katia, rinchiusi rispettivamente a Regina Coeli e Rebibbia, faranno l’interrogatorio domani, nel momento in cui vedranno l’avvocato e nel frattempo non ricevono posta.
Anche Giulia, a Teramo, non è ancora stata interrogata.

Sono tutti in isolamento.

SOLIDARIETA’ CON GLI ARRESTATI, GLI INDAGATI, I PERQUISITI.

Aracnide – Cassa di solidarietà contro la repressione
aracnide@autistici.org

(si invita chi è in possesso di ulteriori informazioni a pubblicare aggiornamenti)

——————

Alle 4 di questa mattina i carabinieri del ROS hanno fatto irruzione in una quarantina di abitazioni attuando l’operazione repressiva contro il movimento anarchico denominata “Ardire”, ordinata dalla pm Manuela Comodi di Perugia: 10 arresti (8 in Italia, 1 in Germania e 1 in Svizzera) e 24 indagati.

Le compagne e i compagni arrestati sono:

Stefano Gabriele Fosco
Elisa Di Bernardo
Alessandro Settepani
Sergio Maria Stefani
Katia Di Stefano
Giuseppe Lo Turco
Paola Francesca Iozzi
Giulia Marziale

Per quanto riguarda le misure cautelari in Germania e Svizzera, si tratta di due anarchici già sequestrati dallo Stato da diversi anni, Gabriel Pombo Da Silva e Marco Camenisch. Tra i nomi degli indagati sono presenti anche molti compagni e compagne prigionieri/e in Grecia per il processo alla CCF.

Appena possibile diffonderemo gli indirizzi delle carceri in cui sono prigionieri e invitiamo chi avesse queste informazioni a comunicarcelo.

Tra le abitazioni perquisite, ufficialmente in cerca di materiale esplodente, documenti informatici e cartacei, anche quella di un curatore di informa-azione, a cui hanno sequestrato, tra le altre cose, i computer necessari per l’aggiornamento del sito, e di due compagni di Culmine, tratti in arresto.

Attendiamo maggiori notizie per comprendere nella sua interezza la portata e la strategia sottendente questa operazione repressiva. Non attendiamo invece ad esprimere solidarietà e vicinanza a tutti i compagni e le compagne colpiti da perquisizioni, indagini e arresti.


riceviamo e diffondiamo:

E’ la stessa storia che si ripete.

Nel contesto di una maxi-operazione (“Operazione Ardire”… ma che nome del cazzo è?) contro anarchici ed incendiari della pace sociale, alle 4.00 della notte tra il 12 ed il 13 giugno, subisco una perquisizione domiciliare da parte dei ROS di Perugia e di Bologna, oltre ad un paio di carabinieri locali (anche se con esito negativo, a differenza dell’ultima). Cercavano le stesse cose dell’altra volta: computer, materiale esplodente, ecc.
Questa volta, però, con una simpatica sorpresa: i signori in divisa, per ordine dell’ormai nota suor M. Comodi, mi informano del fatto che è stata aperta un’indagine nei miei confronti, per il solito articolo 270bis.
Voglio comunque chiarire che, sebbene mi sia stato assegnato al momento un avvocato d’ufficio, revocherò ogni difesa legale, poiché nego il diritto e non riconosco nessuna autorità, giudiziaria o meno.

In ogni caso, una classica retata in grande stile, per la quale, tra l’altro, sono in custodia cautelare una decina di anarchici e sono sotto indagine più di una ventina di persone, tra cui anche alcuni/e compagni/e della CCF, ma è ancora presto per avere un quadro generale della situazione.

Che dire? Sarebbe ripetitivo sottolineare che, nonostante tutti gli anni di galera sotto i quali possono seppellirci, l’incendio che portiamo dentro è ormai inarrestabile.
Esso si espande, fiero, ed incontra le fiamme degli affini di ogni dove, coloro che, in un mondo come questo, accettano un’unica posizione: quella dell’attacco.
Questi straordinari compagni, il cui odio brucia come mille soli che splendono nel cielo, sono gli amici ed i fratelli con cui condividiamo rabbia e dolore, lacrime e sorrisi, dubbi e passioni che pesano come macigni e fischiano come piombo; sono coloro che minacciano la società, le sue leggi ed i suoi difensori con la loro stessa esistenza; sono quei ribelli indomiti che illuminano le notti e dipingono le città coi colori della distruzione e della rivolta.
Anche da dietro le sbarre delle carceri o all’interno dei tribunali, i loro sguardi, le loro parole ed i loro pensieri sono armi pericolose e si fanno lime affilate per l’evasione, benché giudici e PM tentino di soffocare in loro qualsiasi barlume di potenza individuale.
Ma questi scarti umani non possono fermare la furia iconoclasta che si sta diffondendo come un virus.
Noi siamo l’infezione… e non c’è nessuna cura. Né per i “padroni”, né per i “servi”.

Il caos è alle porte…

Un gigantesco, incandescente, complice abbraccio di fuoco a voi, compagni.

SOLIDARIETA’ TOTALE CON I RIBELLI ARRESTATI ED INDAGATI
PER LA DISTRUZIONE DELLA SOCIETA’
CHE IL RUGGITO DELLE POLVERI SQUARCI IL SILENZIO DELLA PACE SOCIALE

VIVA L’ANARCHIA!

Tomo, 13 giugno, dal mio Nulla.

Serravalle Pistoiese :Striscione No tav -Baffone libero!


Dopo una ventina di giorni di sciopero della fame Antonio Ginetti detto “Baffone” si e’ conquistato la liberta’ di poter uscire , per lavorare e per coltivare l’orto e far delle girate! Nonostante ha l’obbligo di dimora nella provincia di Pistoia , Antonio e’ libero ancora di poter respirare e far delle belle camminate nei
boschi  , di vociare per le strade della moribonda Pistoia!Per festeggiare la conquista del mitico Baffone ,questo venerdi’ notte abbiamo appeso uno striscione No tav , sulla torre difronte all’A11 tra Tristoia e la Valdinievole.!
Un saluto NO TAV TUTT*LIBER*

Foto scattata dall’autostrada A11

 

Finalmente stamattina buone notizie per Antonio, che rimane con l’obbligo di dimora : può finalmente uscire per lavorare e per esigenze personali, non uscendo dal suo paese ( oltre 4 mesi dopo essere stato arrestato ).

Non possiamo che chiederci da che parte va questa giustizia : perchè una persona, in un momento come questo, di piena crisi, è costretta ad assentarsi dal lavoro per quattro lunghi mesi, senza che sia stata nemmeno condannata in uno dei 3 gradi di giudizio previsti dalla legge italiana, così come abbiamo visto Luca perdere il lavoro, per ‘assenza’, impossibilitato dalla presenza in carcere. E’ “giusto” perdere il lavoro per essere semplicemente accusati di reati cosidetti minori ? Essere in balia di indagini, fermi e arresti che poi spesso si concludono con un nulla di fatto ? Perchè si è garantisti a senso unico, soprattutto politici e giornalisti (parte di quella casta tanto odiata in Italia negli ultimi tempi), e non si spendono 2 parole per i /le No Tav, se non per solidarizzare con Caselli, contestato per i suoi teoremi, portatore ‘sano’ di quell’Antimafia che ho tolto la Mafia (e le organizzazioni criminali) dalla strada, per portarle nei palazzi decisionali. Sono passati 20 anni dalla morte di Falcone e Borsellino, e possiamo dire che stanno vincendo loro, altre che come dice il presidente Napolitano la sconfiggeremo : è parte integrante di questo sistema, nei poteri giudiziari e nel potere armato che questo stato ha messo contro la Val di Susa per la TAV.

Per questo per noi varrà sempre NO TAV = NO MAFIA, e che il nostro modo di agire collettivo è l’unico che può tenere le organizzazioni criminali lontane dai patrimoni pubblici e impedendo il riciclaggio del loro denaro.

Adesso vogliamo liberi anche Maurizio, Marcelo, Juan e Alessio. NO TAV ! Liber* Tutt* !

 

(Tratto dal sito LA VALLE CHE RESISTE) http://www.lavallecheresiste.info/?p=4393

CANAPISA 2012 street parade antiproibizionista. banchino rotante benefit NO TAV/Antonio Ginetti

Questo sabato(sempre se tempo ce lo permette ) saremo al Canapisa, con un “Carrellomobile /Benefitte(pizzette, stiacciate+ birre )x NOTAV/Antonio Ginetti”.
Conosciutissmo x le lotte piu’ colorate: al ritmo di un vociare forsennato e decorato a moccoli , tutto dipinto con rosse foschie Bozzoniane(vedisi Voce *Carlo Monni) ,pe’ le sue chiappe vive di disprezzo verso il potere(in Forma Schermo>>vedisi You TUBE) e tutte le sue veline giornalistiche , buone solo x pulircisi i’ culo.

Il nostro sanguigno Compagno sempre e appassionatamente dietro a seguire ogni tipo di lotta contro l’ingiustizia del potere e dei suoi vari lustrascarpe, ma ( porcoiddio) e’ ancora imprigionato ai domiciliari ,negato perfino il permesso di sopravvivere con il proprio lavoro autonomo, ha raggiunto il 15 giorno di sciopero della fame con le nostre braccia aperte in un saluto caldo

lo salutiamo!

Aggiornamenti su Antonio:

Giovedì 24 maggio

15° giorno di sciopero della fame

Ieri ho saltato il resoconto giornaliero. Giornata anonima.
Oggi sarebbe lo stesso se non fosse che mi sento un po’ su di giri per essere arrivato al 15° giorno di sciopero in condizioni, oserei dire, ottime.
Ieri e un po’ più oggi mi sento stanco, con più difficoltà vado su e giù per le scale, rimango sempre di èiù disteso sul divano. Però non ci faccio molto caso, dopo quindici giorni che non mangio, mi pare il minimo.
E sto appunto riflettendo su come sia possibile resistere senza alcun problema per tutto questo tempo. Quando ho iniziato pensavo che avrei resistito una decina di giorni. Ed invece eccomi qua al quindicesimo giorno, stanco ma con tutti i parametri buoni. Mi sto chiedendo se non ci hanno abituati a consumare oltre i bisogni del nostro corpo. Se tutto questo nostro consumo, anche di alimenti, non sia addotto dalla società dei consumi. Quando termino, mi pongo in una ottica di un solo pasto al giorno e la sera, come la mattina, un caffelatte con qualche fetta biscottata. Comincio a pensare che sia sufficiente per poter vivere. Per me sarebbe una bella conquista!! Dopo aver eliminato tutto il superfluo, per cui non necessito di lavorare molto, riuscissi anche in questo, potrei ridurre ancora il mio tempo del lavoro.
Stamani mi hanno portato i risultati delle analisi del sangue (costo: € 55,00, se questa è democrazia!), e domani ritorna il medico.
Ma già ho potuto notare che tutti i parametri sono nella norma, compresa la EMOGLOBINA GLICATA, che non so cosa sia, ma mi è parso di capire sia la più importante per il medico.
Anche lo scorso anno feci delle analisi del sangue (penso di averne fatte tre in tutta la vita), le ho confrontate e alcuni parametri sono addirittura migliorati, tipo la glicemia. La mia compagna direbbe: hai anche smesso di mangiare tutti i dolci che mangi…
Comunque la sensazione che mi trasmette il raggiungimento di mezzo mese senza alimenti e il constatare che il corpo reagisce bene, senza alcuna alterazione, che questo digiuno prolungato non mi sta creando grossi problemi, se si esclude la stanchezza, è qualcosa di veramente strano e mi lascia molti dubbi.
Con questo non intendo certo dire che potrò andare avanti all’infinito, un termine ci dovrà pur essere; e spero che intervengano prima con un alleggerimento dei domiciliari, piuttosto che verificare dove può arrivare la resistenza di un fisico, seppure resistente.

Martedì 22 maggio

13° giorno di sciopero della fame

Questa mattina mi alzo, ma non posso prendere neppure il solito caffè, devo rimanere “digiuno”, più tardi viene una infermiera a prelevarmi il sangue per le analisi. Per mia fortuna non tarda molto. Almeno il caffè della prima mattina mi sia consesso.
Intanto la Nicoletta che era rimasta dormire a casa mia era scesa a montare il gazebo in piazza.
Bella discussione con l’infermiera sui soprusi della giustizia, sulla presunta legalità di questo stato che si basa sul furto.
La mattina scorre tranquilla e ricevo anche la visita inusuale della polizia, reparto anticrimine, ossia i responsabili della mia detenzione domiciliare. Le domande che mi rivolgono denotano preoccupazione per lo stato fisico derivante dallo sciopero della fame.
Alle 14.00 arriva anche il medico. Qualche parola, mi chiede del prelievo del sangue e mi rileva la pressione: 75/120.
E mentre mi dice che una pressione così la vorrebbero avere molti che pure mangiano due volte al giorno, si alza e mi da appuntamento a venerdì, quando avrò i risultati delle analisi del sangue.
Stamani, oltre alle mie tisane devo fare un paio di thermos di the per Nicoletta.
Al Presidio passano diversi compagni che si alternano a fare compagnia alla Nicoletta. Ma soprattutto a colloquiare con le tante persone che si fermano a parlare, a chiedere del Tav, di Antonio, del Parcheggio. Molte sono le firme raccolte sulla Lettera al GIP.
In un resoconto al termine della giornata, i compagni si esprimono in modo positivo sulla presenza in piazza del gazebo NO TAV.

NOTA: sul blog del Comitato “NO PARCHEGGIO SOTTERRANEO-PT potete leggere una seconda pagina del mio DIARIO, dove si descrive il giorno dell’arresto  –  http://sanbartolomeonoparcheggio.blogspot.com

http://www.facebook.com/events/118874904912379/

Dissociazioni e critiche – Uno spunto di riflessione

Da Informa-Azione:

Uno spunto di riflessione

[…]
Nel movimento anarchico internazionale l’uso della violenza ha sempre creato divisione, e sollevato vespai di polemiche spesso accompagnate da scomuniche, che in certi casi sono sfociate addirittura nella delazione.
Tuttavia le divergenze nascono sui tempi e sui modi, né da una parte né dall’altra infatti si è mai arrivati a escludere in termini categorici il ricorso alla violenza.
Ma questa impostazione del problema non fa che accrescere la confusione. Chi decide, e con quali criteri, della bontà dei tempi e dei modi nell’uso della violenza? C’è chi sostiene che soltanto in una situazione preinsurrezionale, con le masse sul piede di guerra, ha senso utilizzare la violenza. Sarà anche vero. Ma non mi sembra che ci sia qualcuno in grado di stabilire con assoluta certezza, quando una situazione è preinsurrezionale e quando invece non lo è.
E poi trovo assurda, autoritaria, ridicola, questa pretesa di voler annullare l’individuo per sottometterlo alla “volontà popolare”, a questa astrazione che richiama alla mente la “volontà di dio”.
Se voglio compiere un’azione individuale, non vado certo a chiedere il permesso alle masse. Anche perché non mi risulta che le masse abbiano preso accordi con gli anarchici sulla data della rivoluzione. Né mi risulta che lo Stato abbia momentaneamente rinunciato alla sua violenza scientificamente organizzata affinché gli anarchici abbiano il tempo necessario per riuscire a convincere le masse a sollevarsi.
E allora sta a noi – soltanto a noi – decidere quando e come colpire il nemico, quando e come rispondere agli attacchi dello Stato. Perché l’oppressione e lo sfruttamento sono un dato costante, non occasionale. E non basta una maschera democratica e permissiva a celare questa realtà, e a far dimenticare che una minoranza criminale che detiene il monopolio della violenza, ha potere di vita e di morte su tutti noi.
Confesso che faccio sempre più fatica a comprendere le ragioni della divisione esistente nel Movimento sulla questione della violenza, non foss’altro perché non conosco nessun anarchico critico su questo punto, che nell’esercizio della violenza verbale non sia bravo e feroce almeno quanto coloro che non la pensano come lui.
Ma chi spara a zero contro padroni, politicanti, giudici, sbirri, preti, scienziati e quant’altro, deve essere cosciente anche del fatto che c’è sempre qualcuno che lo prende alla lettera e agisce di conseguenza.
Chi soffia sul fuoco poi non può cavarsela dicendo “è stato tutto uno scherzo”. Perché nella violenza verbale, è bene che si sappia, è implicito il suggerimento a colpire le persone e le cose di cui si fanno i nomi. In caso contrario, la scrittura e le parole diventano un surrogato dell’azione; uno sfogo alle proprie frustrazioni; un inno cantato a squarciagola alla propria impotenza. Ma io non voglio pensare che la violenza verbale che tracima da tutti i giornali anarchici esistenti sia soltanto un fiume di bile sulle cui acque galleggiano anime morte.
Una cosa però deve essere chiara: i discorsi queruli contro chi fa uso della violenza, fatti da coloro che amano cimentarsi solo nella violenza verbale, sono fastidiosi e meschini, e fanno sorgere negli altri il legittimo sospetto che siano dettati soltanto dall’istinto di conservazione, lo stesso che spinge a decretare l’isolamento nei confronti di coloro che hanno posizioni ritenute devianti e pericolose rispetto alla “linea” del movimento ufficiale.
Ma costoro evidentemente non sanno che esiste anche un modo intelligente, ed eticamente ineccepibile, di dissentire con chi si serve anche della violenza. Basta tacere. Ecco tutto. Così non si corre nemmeno il rischio di cadere nella delazione, che tale rimane anche quando la si vuole far passare per “posizione diversa”.
Intendiamoci bene. Non sto dicendo che chi non approva l’uso della violenza nei tempi e nei modi che secondo lui sono sbagliati, deve astenersi dal manifestare pubblicamente questa sua opinione. Ma una cosa è esprimere i motivi del proprio dissenso in maniera ragionata e perfino polemica, altra cosa è dissociarsi pubblicamente, attraverso comunicati da cui traspare la presunzione di sapere quando è giusto ricorrere alla violenza, e scritti con l’aria di chi sembra aver preso appuntamento con la Rivoluzione.
Ma cosa c’è che non va nell’avere un’opinione diversa da chi si serve di metodi che non si condividono e manifestarla pubblicamente?, osservò una volta un compagno, per niente stupido.
Benedetta ingenuità! La dissociazione non è mai “un’opinione diversa”. Perché se è vero che gli sbirri non possono sapere tutto di tutti, perché per fortuna ancora non sono arrivati a leggere nel pensiero, è anche vero che, grazie al loro normale lavoro di investigazione e di controllo, e grazie alla lettura dei nostri giornali, hanno acquisito una conoscenza abbastanza chiara e precisa, sia sulla natura dei rapporti e dei contatti tra i gruppi e le individualità operanti nelle diverse realtà di movimento, sia sul modo di porsi degli stessi rispetto all’uso della violenza.
Cosa c’entra questo col discorso che stiamo facendo? C’entra, c’entra… Se in una qualsiasi città viene compiuta un’azione rivendicata da anarchici e qualcuno fa un comunicato di dissociazione, per le ragioni di cui sopra, ciò equivale a dire alla polizia: “Non siamo stati noi, andate a cercare dall’altra parte…”, vale a dire tra quei gruppi e individualità che non si dicono contrari alla violenza.
Come si vede, si può essere delatori anche in buona fede. Ma chi lo fa si assume comunque una grave responsabilità: quella di dare i compagni in pasto alla repressione.

Antonio Gizzo

[testo tratto da: “The Angry Brigade, 1967 – 1984. Documenti e cronologia”, Edizioni “Il Culmine”/GAS – Infinita, aprile 1995, s.l.]

Firenze – Assolti i 19 compagni sotto processo per associazione sovversiva

Ieri il tribunale fiorentino ha assolto i 19 compagni processati per associazione sovversiva, smontando di fatto i ridicoli teoremi dell’isterica PM Pietroiusti.

Alcuni compagni sono però stati condannati per reati specifici.

Non ci interessa tessere le lodi di qualsiasi tribunale, ci mancherebbe, probabilmente questa volta il teorema era troppo palesemente ridicolo anche per chi generalmente non si perita ad emettere sentenze al limite del grottesco.

Rileviamo invece l’oscenità veicolata nuovamente dai media che nel riportare le assoluzioni ha dato più spazio ai capi di imputazione, nel caso per esempio de “Il sito di Firenze” gli infami ostensori dell’ “articolo” si sono profusi nella spiegazione di cos’è e cosa recita l’articolo 270bis, che alla sentenza e, sempre nel caso del simpatico sito, sono stati pubblicati tutti i nomi ed i cognomi degli imputati, evidentemente con l’intento di marchiarli…ma sappiano i libellisti che nessuno si vergogna di niente, che anzi che l’onore di essere invisi all’autorità è direttamente proporzionale allo spessore dei muri entro i quali vorrebbero rinchiuderci.

Un abbraccio agli imputati. Viva l’anarchia!

 

Pistoia – Antonio al sesto giorno di sciopero della fame

Antonio Ginetti
Martedì 15 maggio

6° GIORNO DI SCIOPERO DELLA FAME

Ieri visita del medico: parametri tutti nella norma.
… Pulsazioni: 70 Pressione: 95/140 (leggermente alta)
Notte perfetta, con un sonno da bambini, penso di non aver neppure sognato,
forse perchè sto sognando di giorno e la notte la mia mente si riposa.
Stamani mi sono alzato con vigore. Tuttora non sento nessun calo di forze, nessun abbassamento di energie.
Neppure stamani sento alcun morso allo stomaco, e un caffè (con un pò di latte) mi è sufficiente.
Oggi alle ore 14.30 Conferenza Stampa. Mi han promesso la presenza tutti i giornali locali e una tv, sempre locale.
Per oggi non tengo altri impegni se non sentire dall’avvocato gli umori della GIP.
Stamani, alle ore 8,24 mi ha telefonato un signore di Prato che tutti gli anni organizza uno spettacolo amatoriale di cui io curo la scenografia. Era a conoscenza del mio arresto a gennaio, però, come mi ha detto, pensava che tutto si fosse risolto.
Nessuno può credere che, con le imputazioni (senza parlare poi delle “prove”) che ci hanno mosso, da gennaio ancora si continui a mantenere in stato di detenzione (seppure domiciliari) tutte queste persone.
Caselli dovrebbe smetterla di parlare al vento ed entrare nel merito dell’accanimento (perchè solo di questo trattasi) giudiziario che sta, contro ogni, non solo logica, ma anche procedura legle, attuando contro persone che tuttora dovrebbero essere tutelate dalla giurisdizione. Ma forse, nel caso dei No Tav questa è stata sospesa. Del resto, come ci dice il Ministro degli Interni il Movimento No Tav è oggi la vera preoccupazione nazionale.

Solidarietà complice!

Hanno sgomberato il MACAo, hanno dato fuoco ad un centro sociale a Peggio Calabria, e si sentono solo urla stridule da operetta per un portatore di morte a mezzo atomo che andrà zoppo per qualche tempo. Le anime belle aborriscono la violenza, ovviamente unilateralmente, perché quella che lo stato perpetra ogni giorno viene accettata come ineluttabile, come stato di natura. Chi si ribella all’oppressione è isolato, trattato da delinquente, additato, biasimato, in parte perché l’introiezione dell’asservimento è arrivata ad un livello tale da far paura, in parte perché il ribelle mette lo schiavo impietosamente davanti alla propria condizione. Solidarietà complice a chi tiene ben fisso lo sguardo sull’orizzonte.