Terni_ BOMBA FASCISTA ALLA SEDE COBAS

Questa mattina, alle ore 1,26, a Terni, in Via del Lanificio, 
è stata fatta scoppiare una bomba carta davanti al Centro
Sociale Germinal Cimarelli, in cui ha  la sede provinciale
anche la Confederazione Cobas. 

E’
un atto gravissimo di chiara matrice fascista, sia per le modalità che
per la tempistica, un atto che non ha precedenti nella nostra regione e
che apre scenari inquietanti.

E’
un gesto inaudito che peggiora il già pesante clima di intimidazione
che da qualche tempo grava sulla nostra città, che si aggiunge agli
“avvisi orali” del Questore di Terni contro 12 persone (tra cui il
coordinatore provinciale della nostra organizzazione sindacale)
diffidate  per  aver organizzato pubbliche
manifestazioni antifasciste e per aver contrastato le iniziative
xenofobe della Lega Nord o alle dichiarazioni di esponenti del centro
destra locale che legittimano di fatto gli squadristi di casapound.

Questo
atto gravissimo è una sfida alla democrazia, alla libertà di pensiero,
di parola, di attività politica e sindacale; ha l’obiettivo di
spaventare i cittadini, di indurli  a stare zitti, proprio
nel momento in cui il Governo attua con i suoi provvedimenti economici
una vera e propria macelleria sociale, che sta, finalmente, suscitando
le proteste delle più diverse categorie sociali, di cui il recente
blocco degli scrutini è stata la dimostrazione più evidente.

In
questa situazione, i neofascisti dimostrano semplicemente di aver
appreso la lezione dei loro antenati: essere i cani da guardia della
borghesia capitalistica, soprattutto quando questa attraversa crisi
economiche devastanti come è quella odierna. Non ci lasciamo intimidire
e ribadiamo che il fascismo è la soppressione di ogni libertà
individuale e civile, il bavaglio ad ogni forma di democrazia e
l’oppressione da parte del più forte,che si nasconde nell’ombra.

La Confederazione
Cobas

non solo denuncia questo atto, non solo ne mette in risalto la viltà,
ma chiama anche le/i cittadine/i alla mobilitazione, alla vigilanza
democratica e, soprattutto, ad intensificare le lotte sociali, poiché
questo è il modo migliore, per sbarrare la strada agli sgherri fascisti
ed ai loro mandanti che vogliono essere anche i padroni delle nostre
vite.

 

CONFEDERAZIONE
COBAS DI TERNI 

COMUNICATO
STAMPA- BOMBA FASCISTA DAVANTI AL CENTRO SOCIALE CIMARELLI

Stanotte
giovedi 17 giugno alle ore 01.26 è esplosa una bomba carta davanti al
cancello del Centro Sociale Autogestito Germinal Cimarelli, sede anche
dell’Organizzazione Sindacale “COBAS”. Due compagni che si trovavano
nel centro di documentazione, posto al primo piano, hanno sentito dei
rumori all’esterno. Quando si sono affacciati hanno visto una macchina
che si allontanava velocemente, poi il bagliore dell’esplosione ed
infine hanno sentito il boato. Tanta la paura nel quartiere, alcuni
cittadini svegliati dall’esplosione hanno dato prontamente l’allarme e
in breve è intervenuta una macchina dei Carabinieri che hanno solo
potuto accertare l’accaduto. Risultava sottratto anche uno striscione
politico in solidarietà con la Palestina affisso lungo via del Lanificio

Ci riteniamo
fortunati –
dichiarano i ragazzi presenti nello stabile – perché
ci trovavamo all’interno della struttura e non nel giardino perché
altrimenti l’ordigno ci sarebbe esploso addosso
”.

L’attentato
è di chiara matrice fascista, sia per la dinamica che per la
tempistica. Nella notte, intorno alle ore 24.00, erano stati visti
appartenenti all’organizzazione neofascista Casapound attaccare uno
striscione a Ponte le Cave. Altre volte era accaduto che i neofascisti
attaccassero manifesti e striscioni a Terni, ma mai ci saremmo
aspettati un attacco contro la nostra sede.

Riteniamo che questo “salto
di qualità

sia figlio della legittimazione che questi individui hanno ricevuto
grazie all’azione intimidatoria che il Questore ha messo in atto con
gli “avvisi orali” contro coloro che avevano contestato i neofascisti
all’aviosuperficie. Ricordiamo che il Questore nelle notifiche degli
avvisi orali agli antifascisti definisce i neofascisti“un gruppo di
sportivi paracadutisti
”.

L’attentato
avviene dopo che da parte di esponenti del PDL e della destra locale
sono state espresse dichiarazioni di legittimazione degli stessi
“paracadutisti”. Vorremmo sapere cosa hanno da dire i signori Raffaele
Nevi e Alfredo De Sio che proprio ieri hanno parlato nei nostri
confronti (che denunciavamo la grave intimidazione della Questura
attraverso gli “avvisi orali” alle pubbliche proteste antifasciste) di “linguaggio
di altri tempi che evoca scenari inesistenti alimentando tensioni
strumentali e pericolose
”.
Ricordiamo a lorsignori che i linguaggi delle destre e dei servizi in
Italia sempre si sono espressi con le bombe, gli esplosivi e le
intimidazioni, da piazza Fontana alla strage alla stazione di Bologna.

 

Ci
troviamo ora nella situazione paradossale in cui, chi ha manifestato
pubblicamente contro l’entrata dei fascisti di casapound in città, si
trova attaccato da più fronti:

·       
da quello istituzionale con  gli
“avvisi orali” del Questore che sono atti intimidatori che violano la
libertà personale

·       
da quello amministrativo attraverso
multe di oltre 5.000 € fatte dai vigili urbani,

·       
da quello politico-militare con la
bomba carta neofascista fatta esplodere ieri notte.

 

Abbiamo impedito
l’entrata dei fascisti di casapound a Terni perchè il
fascismo è un pratica razzista e violenta, è squadrismo e l’episodio di
questa notte ne è l’ulteriore conferma.

Questi soggetti diffondono odio tramite la paura ed il razzismo. Terni
non si spaventerà di fronte a chi è stato vinto dalla storia, davanti
allo squadrismo neofascista.

Il Centro Sociale e
tutte le realtà della RAT (Rete Antifascista Ternana) continueranno 
a
lottare contro questi individui a difesa di una città civile,
democratica, antifascista e multiculturale, che fonda le sue radici nel
lavoro, nella solidarietà, nella Resistenza e nell’integrazione sociale.

E’
per questo che lanciamo un appello per la solidarietà e la vigilanza
democratica a tutte le persone, le associazione e le istituzioni
democratiche della nostra città.

Terni resiste.

CSA Germinal Cimarelli

Modena – Corteo contro i Centri di Identificazione ed Espulsione

Modena  19 giugno 2010
Corteo contro i
Centri di Identificazione ed Espulsione

Leggi l’appello

All’interno
di un percorso di lotta che parte da lontano e che si è andato
intensificando negli ultimi mesi qui a Modena e a Bologna, in Italia e
in generale in Europa, con scioperi della fame, rivolte, fughe dei
reclusi, e presidi, presenze nelle città, azioni di sostegno dei
solidali, promuoviamo un corteo a Modena per il 19 giugno 2010

Contro
i Cie, perché sono i lager odierni in cui vengono rinchiusi gli
immigrati senza le carte in regola per vivere nei paesi dei ricchi
Contro
le deportazioni, chiamate spudoratamente rimpatri
Contro la funzione
di questi centri, che è quella di tenere sotto minaccia della
privazione della libertà individui da annientare e rendere quindi
disponibili per lavori da schiavi
Contro chi li gestisce, perché
lucra sulla miseria, come la Croce Rossa e la Misericordia che si
presentano dissimulati sotto un’aurea caritatevole o le Cooperative
della Lega Coop che si spacciano come promotrici della mutualità e della
solidarietà
Contro tutte le aziende che si arricchiscono con
appalti per fornire servizi all’interno come la Concerta spa e la Sodexo
Contro
tutti gli uomini in divisa che, nell’adempimento del loro “dovere” di
carcerieri, nei Cie massacrano e stuprano
Contro il Cie di Modena,
gestito dalla Misericordia di Daniele Giovanardi che, attraverso i suoi 
metodi da piccolo dittatore fatti di propaganda da un lato e
asservimenti, soprusi, divieti, restrizioni e isolamento praticati sui
reclusi dall’altro, sperimenta un modello esemplare per altri Cie in
Italia
Contro Frontex, l’agenzia che gestisce e organizza le
deportazioni per i paesi europei e controlla le frontiere
Contro la
propaganda razzista
Contro il silenzio complice dei “bravi cittadini”

Insieme
a chi brucia i Centri di detenzione
Insieme ai rivoltosi di Rosarno
Insieme
a chi non si arrende e lotta con i mezzi che ha a disposizione:
rivolte, scioperi e fughe
Insieme a chi non gira la testa dall’altra
parte

Fuori i reclusi dai Cie
Fuori i Cie dal mondo

Coordinamento per il 19 giugno

Mori (TN) – Scritte contro Misericordia e Cie

Apprendiamo dai giornali locali che il 2 giugno, a Mori (cittadina nei
pressi di Rovereto), le autorità politiche, religiose e militari che si
accingevano a festeggiare questa bella Repubblica nella chiesa del paese
hanno trovato ad attenderle sui marmi delle scritte: "La Misericordia
uccide", "Basta lager, basta CIE".
Il parroco è riuscito in un
exploit orwelliano, dichiarando che forse con simili gesti si vuole
attaccare la Chiesa per la sua posizione troppo favorevole agli
stranieri… 

Firenze – Sul terrore di Stato e alcuni sovversivi sotto processo

OLTRE LA LEGGE Sul terrore di Stato e alcuni sovversivi sotto processoLe
sirene di giornali e televisioni ripetono lo stesso ritornello:  la
nostra vita è  minacciata, dobbiamo avere paura. L’ideologia della
Sicurezza ci confina tutti in un mondo di fantasmi. Il "punkabbestia
violento", lo straniero "stupratore",  il ragazzino "bullo" sono
altrettanti figuranti di questa commedia degli orrori. Giornalisti sul
libro-paga dei padroni instillano la paura del diverso e incitano al
linciaggio del povero. Le vittime di questa ideologia assassina si
susseguono come in un bollettino di guerra: galere che scoppiano,
omicidi polizieschi, torture nelle caserme, campi di detenzione per
immigrati, aggressioni fasciste.A ben vedere, se i gazzettieri del
capitale strillano al bisogno di Sicurezza, se vorrebbero una telecamera
in ogni strada e una pattuglia in ogni piazza, non c’è da
meravigliarsene. Sono loro, i Padroni, ad aver bisogno di Sicurezza. 
Questa società in putrefazione, dove milioni di persone non hanno più
neanche la certezza di arrivare a fine mese, genera la rabbia contro i
responsabili delllo sfascio generalizzato: i politici e i capitalisti.
Il controllo sociale generalizzato è  l’ultima carta di questa
democrazia totalitaria nelle mani delle multinazionali. Per il resto,
nient’altro da offrire.E se a Destra ormai si sprecano gli inni al pugno
di ferro e le lodi al manganello, a Sinistra si susseguono gli appelli a
una Legalità astratta. Che, se tollera volentieri i reati finanziari di
affaristi e amministratori, si mostra inflessibile verso tutti i poveri
e gli indesiderabili, "delinquenti" colpevoli di aver varcato una
frontiera senza avere i documenti, di occupare stabili vuoti, di vendere
borse contraffatte. E a volte colpevoli – ancor peggio! – di
organizzarsi per contrastare l’arroganza dei potenti, impegnati in una
guerra senza quartiere a tutto ciò che puzza di vita e di libertà. Così,
a Firenze, la solita cricca PD, guidata dal boy scout Matteo Renzi,
minaccia lo sgombero di tutti gli spazi occupati, chiedendo alla
Questura il massimo rigore contro tutti quegli appassionati che proprio
non si rassegnano agli amari bocconi del potere: la svendita di tutto il
patrimonio pubblico, lo sventramento della città per far passare il
TAV, la costruzione di un CIE dove segregare gli immigrati… Grandi
trasformazioni ed enormi interessi, che passano anche dalla liquidazione
di poveri, sovversivi e arrabbiati.Il 1 luglio 2010, a Firenze, verrà
deciso se rinviare a giudizio alcuni di questi arrabbiati per
associazione sovversiva. Accusati di una serie di azioni dimostrative,
occupazioni di edifici e manifestazioni non autorizzate, 19 compagni
anarchici rischiano un processo basato sulla legge anti-terrorismo: quel
famigerato articolo 270 del codice penale che più volte ha permesso
allo Stato di incarcerare i suoi nemici dichiarati. L’udienza
preliminare, inizialmente fissata per il 16 aprile scorso, è stata
rinviata al 1° luglio per un vizio di forma.Oltre ogni codice, ogni
tribunale, ogni legge creata per dividere, criminalizzare, dominare gli
sfruttati, ribadiremo quello che abbiamo sempre detto: terrorista è chi
terrorizza per garantire il potere e il profitto. TERRORISTA E’ IL
CAPITALE, TERRORISTA E’ LO STATO.
anarchici

20 pacifisti uccisi dai Maiali dei militari dello stato d’israele

Questa notte i militari israeliani hanno attaccato le navi con gli aiuti
umanitari della Freedom Flottilla, dirette verso la Striscia di Gaza
con lo scopo di rompere l’assedio militare di Israele, che da oltre
quattro anni non consente il libero transito di merci, persone e generi
di prima necessità dal e per il territorio palestinese.

L’aggressione
è avvenuta in acque internazionali ed è costata la vita a circa 20
pacifisti (ad ora non si hanno ancora notizie esaustiva) e altrettanti
sono stati feriti gravemente da armi da fuoco.

La Flottiglia era
composta da 750 attivisti, di 40 nazionalità diverse, con aiuti atti ad
alleviare le difficili condizioni di vita di un milione e mezzo di
abitanti di Gaza: 10.000 tonnellate di calcestruzzo, giocattoli, libri ,
cioccolata, pasta e presidi medici.
Tutti materiali proibiti dalla
morsa dell’assedio ma fondamentali per ricostruire le 10.000 abitazioni
distrutte durante l’invasione militare del Gennaio 2009, denominata
“Piombo Fuso”, che costò la vita di oltre 1400 persone, la maggioranza
civili, 400 dei quali bambini.

Il massacro dei pacifisti che
occupavano la nave lascia sgomenti e pieni di orrore. È un atto di
barbarie che dovrebbe determinare indignazione e condanna unanime da
parte di tutto il mondo e dimostra come lo Stato di Israele sia ormai
avvelenato nelle sue fondamenta dalla sua stessa ideologia sionista, che
esprime odio razziale, aspirazioni teocratiche, espansionismo militare e
coloniale, il non rispetto per tutte le convenzioni di convivenza
internazionale, comprese le decine di risoluzioni dell’ONU che lo
condannano.

Lo Stato di Israele conosce solo la politica delle
armi e dell’aggressione e non si pone limiti nell’imporre con la forza i
propri interessi, occupando e distruggendo i territori circostanti di
palestinesi, libanesi e siriani; in possesso di oltre 200 testate
nucleari, rappresenta una seria minaccia per l’area euroasiatica che lo
circonda.

TUTTI I PACIFISTI SEQUESTRATI IN ACQUE INTERNAZIONALI
DEVONO ESSERE LIBERATI SUBITO
STOP ALLE COLONIE NEI TERRITORI
PALESTINESI OCCUPATI
STOP ALL’ASSEDIO DELLA STRISCIA DI GAZA

PALESTINA
LIBERA!

[Livorno] Presidio NO C.I.E.

NO C.I.E. – NO LAGER

chiudere tutti i centri di espulsione!

PRESIDIO CONTRO L’APERTURA DI UN C.I.E. IN TOSCANA

GIOVEDI’ 3 GIUGNO ORE 16:30 IN PIAZZA GRANDE

I Centri di Identificazione ed Espulsione (C.I.E.) sono strutture nelle
quali si può essere rinchiusi fino a sei mesi, per la sola colpa di non
avere i documenti in regola. Nati come Centri di Permanenza Temporanea
(C.P.T.) con la legge Turco-Napolitano, durante il governo di centro
sinistra del 1998, i C.I.E. hanno sempre mantenuto inalterato il loro
ruolo di veri e propri lager per migranti. Sono centri sorvegliati anche
da militari, nei quali si vive in condizioni disumane, nei quali si
subiscono continuamente violenze e abusi. Spesso, attraverso l’utilizzo
di cooperative o organizzazioni come la Misericordia e la Croce Rossa,
si cerca di presentarli come centri gestiti in modo umanitario, che
addirittura aiutano l’integrazione.

In realtà non può esserci niente di umanitario in una struttura che è
mezzo di ricatto e di oppressione per le donne e gli uomini migranti che
vivono in situazioni di estremo sfruttamento e povertà, in un vero e
proprio centro di detenzione che ha lo scopo dell’espulsione. Queste
strutture sono uno dei tanti mezzi attraverso i quali si cerca di
mantenere divisi i lavoratori e le lavoratrici di origine straniera da
quelli italiani. E’ una volontà politica che con il cosiddetto Pacchetto
Sicurezza varato dall’attuale governo, è ancora più chiara ed evidente.

Il ministro dell’interno Maroni ha annunciato che entro il 2010 sarà
costruito un C.I.E. anche in Toscana, in un luogo ancora da definire. Il
nuovo presidente della regione, Enrico Rossi, si è detto favorevole
alla costruzione di queste strutture, sostenuto da diverse
amministrazioni locali: tra gli altri anche il sindaco di Livorno,
Cosimi, in qualità di presidente dell’ANCI Toscana.

Al momento esistono 13 C.I.E. nel nostro paese, quotidianamente al loro
interno ci sono proteste, scioperi della fame, vere e proprie rivolte.
Intanto le mobilitazioni in molte zone d’Italia, per la chiusura di
questi centri, sono sempre più frequenti. Anche in Toscana,
l’opposizione alla costruzione del C.I.E. sta prendendo sempre più forma
per opera di strutture extraistituzionali e di base.

Pure a Livorno, per iniziativa di diverse realtà politiche e sindacali,
si sta costruendo un percorso di opposizione ai nuovi lager. Il presidio
di giovedì 3 in Piazza Grande sarà un primo momento di mobilitazione,
al quale seguiranno altre iniziative nelle settimane successive.

Riteniamo sia importante muoversi fin da subito. Anche facendo pressione
sulla regione prima ancora che sia deciso il luogo di costruzione del
C.I.E. toscano, per impedirne l’apertura.

Comitato di lotta per il lavoro; Unicobas; Unione sindacale di Base;
Confederazione Cobas; Collettivo Anarchico Libertario; Federazione
Anarchica Livornese – F.A.I.; C.S.A. Godzilla; Centro Politico 1921;
Sinistra Critica; Partito Comunista dei Lavoratori – Livorno

[Lu] Presidio e mostra contro i CIE

In Italia ci sono 13 galere chiamate C.I.E. (Centri di Identificazione
ed Espulsione).
13 campi di concentramento in cui sono rinchiuse le
persone che scappano dalla guerra, dalla fame e dall’oppressione che le
colpisce nel loro paese. Chi riesce a raggiungere le coste del belpaese e
non muore affogato nel mar Mediterraneo ricacciato indietro dalla
cosiddetta politica dei respingimenti (negli ultimi anni migliaia sono i
migranti assassinati dalla violenza degli stati), spesso finisce
prigioniero in una di queste strutture, dove soprusi, maltrattamenti e
pestaggi sono all’ordine del giorno.
 
Il ministro degli interni
Maroni ha dichiarato che entro il 2010 anche la Toscana dovrà avere un
C.I.E. ed il presidente della regione Rossi da poco eletto ha subito
acconsentito.
 
NO ALLA COSTRUZIONE DI UN C.I.E. IN TOSCANA!
PER
LA CHIUSURA DI TUTTI I C.I.E.!
CONTRO TUTTE LE GALERE!
CONTRO
TUTTE LE FRONTIERE!
LIBERTA DI CIRCOLAZIONE PER I MIGRANTI!

PRESIDIO E MOSTRA CONTRO I C.I.E.
SABATO 29 MAGGIO – DALLE ORE 10
IN
PIAZZA MATTEOTTI – QUERCETA (Seravezza
– Lu)
 
Circolo anarchico FUORI
RIGA Via Delatre 35 Seravezza (LU)

Brindisi – Fuga dal CIE

fonte: corriere del mezzogiorno

Nel
Centro di identificazione ed espulsione sono presenti circa 80
immigrati. Da mesi accadono episodi simili 

BRINDISI – Nuovi
disordini si sono verificati nel Centro di identificazione ed espulsione
(Cie) di Restinco a Brindisi dove sono ospitati una ottantina di
extracomunitari per i quali è stata decisa l’espulsione dall’Italia. Un
gruppo di migranti è riuscito a forzare un cancello attraverso il quale
una quindicina di loro sono riusciti a fuggire. Anche in questo caso ci
sono stati degli scontri tra gli appartenenti alle forze dell’ordine e
del battaglione San Marco che svolgono la sorveglianza del centro.

È
stato proprio durante questi momenti concitati che una parte dei
clandestini è riuscita ad aprirsi un varco attraverso un grosso cancello
del centro di Restinco. Tutto questo è accaduto ad appena 48 ore dal
precedente episodio nel corso del quale ci sono stati sette feriti,
cinque dei quali tra le forze dell’ordine. Da mesi ormai nel Cie di
Restinco si ripetono episodi simili. In passato, tra l’altro, anche il
sindacato di polizia aveva preso posizione proprio per sottolineare le
difficoltà degli agenti che operano in condizioni difficili.

27 maggio 2010

Pieve di Cento – Nuovo caso di brutalità poliziesca e querela madre di Aldrovandi

Pieve di Cento (Bo) – Nuovo caso di
brutalità poliziesca

Avevamo appena finito di scrivere
dell’episodio dei ragazzi
picchiati nella caserma di Via del Campo
dei Carabinieri di
Ferrara, quando un nuovo caso si va ad aggiungere alle decine e decine
di consimili che vedono i solerti paladini in uniforme accanirsi sui
corpi di coloro che, di volta in volta, capitano sotto le loro mani
pruriginose.

Questa volta è toccato ad un trentenne della
provincia di Bologna, che il pomeriggio del 24 marzo scorso (2010)  si è
trovato a dover subire le malevoli attenzioni dei “valorosi” di turno,
stavolta rappresentati degnamente dagli agenti della polizia municipale
operante a Pieve di Cento, piccola località in provincia di Bologna ma
la cui competenza territoriale appartiene alla procura di Ferrara.

Il
ragazzo, percorrendo una strada da Cento (Fe) in direzione Pieve di
Cento, veniva inseguito da una macchina dei Vigili della polizia
municipale della stazione Reno-Galliera di San Giorgio di Piano (BO),
competente per zona; una volta fermato, secondo il racconto dello
stesso, veniva minacciato da uno dei vigili con una pistola puntata alla
testa per poi essere trasportato al comando, giustificando l’atto con
il rifiuto di sottoporsi all’etilometro e con il solito abusato reato di
resistenza e lesioni (i “poveri” agenti si sono fatti refertare
prognosi di 3 giorni per irreparabili danni ai polsi).

Una volta
in caserma, denudato e perquisito, sarebbero iniziati gli insulti, le
minacce e le botte, documentate poi dallo stesso ragazzo per mezzo di
foto che mostrano in maniera eloquente un grosso livido al costato ed
altri su braccia ed altre parti del corpo.

La vicenda è arrivata
alla procura ferrarese, che ha indagato per minacce e lesioni due agenti
e che visionerà le immagini video delle telecamere posizionate nel
comando dei vigili.

Questo il racconto dell’avvocato del ragazzo:

“(…)
è stato sottoposto a perquisizione personale e dell’auto senza poter
chiamare un avvocato e senza che gli venisse rilasciato un verbale, è
stato picchiato a mani nude e il medico legale ha confermato la
compatibilità delle lesioni (lividi al collo, braccia e ad un fianco)
con il suo racconto”.

Il legale che assiste gli agenti della
polizia municipale è invece Alberto Bova, in passato già difensore di
altri servi in divisa accusati di abusi.
 



FERRARA: QUERELATA LA MAMMA DI ALDRO.

Intanto
è di questi giorni la notizia
di un’ennesima querela, per dichiarazioni rilasciate ad alcuni giornali
ritenute diffamatorie, contro la mamma di Federico Aldrovandi,
presentata da tre dei quattro poliziotti condannati in primo grado per
la responsabilità diretta nella morte del diciottenne ferrarese (i tre
querelanti sono Enzo Pontani, Monica Segatto e Luca Pollastri).

Altre
intimidazioni sotto forma di querele erano giunte, in passato, alla
famiglia e agli amici di Aldro, sempre da parte di poliziotti e
dirigenti della Questura estense.

 

anarchici
ferraresi

Anche la Toscana avra’ un cie entro l’ anno

Maroni lo ha annunciato in un question
time alla Camera

(ANSA) – ROMA, 26 MAG – Entro la fine dell’anno
si avvieranno i lavori per quattro nuovi Centri di identificazione ed
espulsione in Veneto, Toscana, Marche e Campania.

Lo ha annunciato il ministro dell’Interno Roberto Maroni nel corso del
question time alla Camera, sottolineando che l’obiettivo del governo e’
quello di realizzare un Cie in ogni regione italiana entro la fine della
legislatura. Per un contrasto adeguato all’immigrazione clandestina
”occorre potenziare i Cie”, ha detto Maroni.

(ANSA).