Entro "10-12 mesi, grazie alla ratifica dell’accordo europeo di
Prum, in Italia arriverà la banca dati del dna, e saremo tra i primi
paesi ad aver attivato questo tipo di sistema". Lo afferma il ministro
dell’Interno Roberto Maroni, intervenendo al Viminale alla
presentazione della seconda relazione semestrale sulle persone
scomparse. In tal senso, dopo aver ricordato che l’accordo di Prum è
uno dei provvedimenti che facevano parte del pacchetto sicurezza e che
ora è in discussione al Senato, Maroni sottolinea che il Governo "si
impegna ad accelerare la ratifica in Parlamento e che l’accordo
potrebbe avere il via libera all’inizio del prossimo anno".
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cineforum al circolo Anarchico fiorentino
Varie dalla e sulla grecia…
Grecia – Sull’assasinio del ragazzo da parte di uno sbirro [da athens.indymedia]
Riceviamo e diffondiamo questa traduzione da athens.indymedia
Nel centro di Atene, c’è una zona pedonale piena di bar e locali
solitamente molto frequentata. Ma è anche una zona molto "di sinistra",
frequentata di solito da molti anarchici. La scorsa notte [ndt. tra il
5 e il 6 dicembre] 2 poliziotti hanno pensato bene di fare un
pattugliamento proprio attraverso questa zona. Come si può capire, era
una provocazione. Ovviamente è arrivato qualche insulto verso la
polizia dalle persone sedute nei bar e nei locali e il risultato è
stato che uno di questi poliziotti ha preso la pistola e ha sparato 3
colpi. Uno di questi ha colpito una ragazzo di 15 anni al petto,
diritto alcuore, ed è morto sul colpo. Appena la polizia ha sentito le
persone urlare che il ragazzo non respirava si sono allontanati. Il
ragazzo è stato portato all’ospedale ma era già morto. I poliziotti
hanno detto di essere stati attaccati con sassi e molotov, ma è una
bugia perchè, come tutti sappiamo, quando andiamo a prendere da bere
fuori di solito non ci portiamo dietro sassi e molotov. Hanno
addirittura sostenuto che non hanno sparato direttamente al ragazzo, ma
che il proiettile è stato deviato da un muro a da qualcos’altro e poi
ha ucciso il ragazzo [ndt. già sentita questa teoria…]. Ovviamente
anche ciò non è vero. Mentre sto scrivendo ci sono scontri in giro per
Atene, diversi incendi nelle strade centrali ed è possibile che si vada
verso l’occupazione di un edificio dell’università. Stiamo cercando di
fare girare questa notizia il più possibile, perchè è successa una
delle più tragiche cose che potesse accadere….essere uccisi a sangue
freddo da un poliziotto mentre bevi una birra.
Germania – Azioni in solidarietà con la situazione in Grecia
Azioni in Germania in solidarietà con la situazione in Grecia
Varie azioni stanno succedendo in solidarietà con i/le compagn@ grec@ in Germania.
Qui un primo, corto articolo riassuntivo, a presto ulteriori aggiornamenti.
Domenica 7.12
Berlino: manifestazione spontanea nel quartiere di kreuzberg a sera, 200 persone.
Amburgo: manifestazione spontanea, 100 persone.
foto: http://de.indymedia.org/2008/12/235071.shtml
Colonia: bombe di vernice contro il consolato greco.
Lunedì 8.12
Berlino: occupazione dalla mattina del consolato greco da parte di
una trentina di compagn@ anarchic@, una settantina di solidali in
presidio di fronte al consolato, la situazione rimane tranquilla e dal
consolato non sporgono denuncia (cosa che evita il previsto brutale
intervento della rinomata polizia berlinese), dato che probabilmente
non hanno intenzione di gettare benzina sul fuoco della solidarietà che
si estende a livello internazionale.
foto dell`occupazione: http://www.spiegel.de/politik/ausland/0,1518,594983,00.html
Amburgo: incontro serale nel Rote Flora per discutere future iniziative.
Dresda: manifestazone spontanea di una cinquantina di compagn@.
Brema: manifestazione spontanea di un centinaio di compagn@.
Martedì:
Francoforte: presidio solidale.
Dortmund: manifestazione solidale.
Hannover: manifestazione solidale.
Giovedì:
presidio solidale a Monaco.
Venerdì:
Berlino: manifestazione in solidarieta ai compagni sotto processo
per partecipazione al gruppo clandestino MG (gruppo autonomo berlinese
con 25 attacchi incendiari all`attivo)e un attacco incendiario contro
tre furgoni della ditta MAN, invischiata nel business della guerra
globale, sicuramente un altro momneto per la solidarietà con i/le
compagn@ grec@.
Più varie ed eventuali, aggiornamenti nei prossimi giorni.
perchè la nostra solidarietà non conosce confini…
uno tra i molti
A proposito di TAV…
Nessuna elemosina, il sistema ti uccide, uccidi il sistema.
Tentare di rispondere a questa crisi senza una critica ed un ripensamento RADICALI di quelli che sono gli assunti fondamentali
del neoliberismo: la sostanziale capacità di autobilanciamento dei mercati ad esempio, che si sta dimostrando quello che abbiamo sempre denunciato: una tragica bugia;
del capitalismo: l’appropriazione privatistica dei capitali sociali ed economici;
del concetto di delega: la grande maggioranza dei movimenti contro le devastazioni ambientali e sociali, dalla val Susa a Chiaiano, hanno superato o stanno superando l’idea della rappresentanza politica in luogo di una partecipazione diretta e non mediata delle popolazioni ai processi decisionali che divengono così scelta e patrimonio comune;
della gerarchizzazione della società e dei rapporti tra gli individui;
Vuol dire “curare” un tumore con una puntura di morfina, che lenisce il dolore ma che non risolve il problema, Vuol dire sostanzialmente non mettere in discussione il privilegio di pochi su molti, vuol dire continuare ad accettare questa forma-mondo che affama milioni di persone e ne uccide di più, vuol dire non voler veramente mettere al centro del proprio agire il benessere dei più ma il profitto di quei pochi che gestiscono potere e risorse, vuol dire lavorare per chi gestisce il potere (sia economico che sociale) affinché possa sempre avere a disposizione sciavi da piegare ad ogni loro esigenza.
C’è chi non vede e chi fa finta di non vedere, ci sono la CGIL che fino a ieri ha accettato ogni sorta di compromesso con il padronato (contratti nazionali con aumenti ridicoli che spesso non hanno nemmeno tenuto il passo dell’inflazione programmata, figuriamoci poi di quella reale; solo bei proclami sulla sicurezza nei posti di lavoro ma poi un’avvilente immobilismo nei fatti, ecc…); ci sono i partiti della sedicente sinistra “radicale”, che a livello nazionale, da partiti di governo hanno accettato ogni porcheria senza fiatare e a livello provinciale hanno sempre stigmatizzato le mobilitazioni contro le devastazioni ambientali come quelle contro l’inceneritore di Montale e che ora trombati alle elezioni tentano di rifarsi una verginità politica alle spalle di quei movimenti che avevano tradito (leggere anche comunisti italiani), ci sono i “fascisti del terzo millennio” di casapound, liberi belli e ribelli che dietro alla facciata “sociale” ed anticonformista che si sono creati non fanno altro che acquattarsi supini alle spalle di potere e capitale, offrendo come soluzioni alla crisi permanente solo pratiche che non mettono minimamente in discussione quelle che sono le strutture che questa crisi hanno creata…"rivoluzionari" come la messa della domenica mattina…
Di fronte all’immobilismo e alla complicità della triade sindacale CGIL, CISL, UIL affiancate dall’UGL, sempre pronte a non pestare i piedi a chi detiene il potere; di fronte a partiti politici – che vanno dal PD al PDL portandosi dietro tutto il baraccone sinistrocentrodestrorso- che sono ORGANICI alle strutture di dominio; di fronte ai gruppuscoli neofascisti e nostalgici -utilizzati come sempre da manganello contro le rivendicazioni sociali non strumentalizzabili (ultime le aggressioni degli studenti in piazza Navona a Roma)- che hanno come unico scopo…non lo sanno realmente nemmeno loro…è necessario dare un segnale forte e deciso.
Dobbiamo dimostrare (con i fatti non con le parole) a tutti coloro che ci vogliono a testa china pronti ad accettare qualsiasi cosa, che abbiamo la volontà e la capacità per sottrarci in qualsiasi maniera riterremo utile al giogo che ci vogliono imporre e per fare ciò è necessario comprendere che tutte le mobilitazioni in atto oggi in Italia e nel mondo (movimenti per l’autodeterminazione e l’internazionalismo, movimenti per la difesa dell’acqua e contro le devastazioni ambientali e sociali, lotte di resistenza e per la riappropriazione delle terre, ecc…) sono strettamente connesse so non altro per lo sfondo nelle quali si muovono e per i nemici che combattono; le mobilitazioni campane in Italia –per esempio- ci insegnano che anche nelle emergenze si può essere portatori di idee di cambiamento radicali senza doversi per forza attaccare ad un pragmatismo “gradualista” che nella pratica vuol dire sconfitta.
A fronte di tutto ciò è importante partecipare alla mobilitazione di Sabato 12 Dicembre indetta dai sindacati di base in contemporanea ed in contrapposizione con quella della CGIL, ed è importante farlo per dare un ideale avvio ad una stagione di lotte che si preannuncia lunga e dura me che è ineluttabile ed imprescindibile se vogliamo veramente diventare i veri artefici del nostro futuro, senza deleghe, contro ogni sfruttamento.
La scrivente Organizzazione Sindacale Unione
Sindacale Italiana – AIT, unitamente ai propri sindacati di settore
USI-IUR, USI-Sanità,
USI-Postel, USI-Enti
Locali, USI-Cooperative Sociali, USI-Arti e Mestieri, anche in ricordo
delle vittime della strage di piazza Fontana e di tutti gli eccidi che
hanno frenato le lotte sociali a partire dal 1969, proclama lo
SCIOPERO GENERALE di tutte le categorie pubbliche e private per
l’intera giornata del 12 dicembre 2008:
– contro la
Finanziaria, i tagli e la privatizzazione di scuola e Università, per
la cancellazione della legge 133 e della 169 (ex-decreto Gelmini); per
dare più sicurezza, più istruzione e prospettive reali a tutti i
giovani;
– per forti aumenti salariali e pensionistici;
– contro la precarietà e per l’abolizione delle leggi Treu e 30;
– contro la strage permanente nei luoghi di lavoro e per forti investimenti nell’ambito della sicurezza sul lavoro;
– contro le norme per limitare/impedire il diritto di sciopero;
–
contro ogni norma tesa a favorire condotte discriminanti nei confronti
dei migranti a partire dal legame tra contratto di lavoro e permesso di
soggiorno”;
– per la restituzione delle sedi dell’Unione Sindacale Italiana espropriate dal regime fascista;
– contro la privatizzazione dei profitti e la socializzazione delle perdite (Alitalia, Fiat ecc.);
– contro tutte le spese militari e di qualunque forma di intervento militare mascherato da aiuto umanitario.
Durante lo sciopero generale saranno garantiti i servizi minimi essenziali.
Milano 26 Novembre 2008
Il Segretario Nazionale USI
(Angelo Mulè)
Per gli ingenui, a Genova, come previsto, il potere non processa sé stesso
Il governo rallenta sull’università, vittoria o tattica?
Tattica. Nient’altro. Quella che da alcuni è stata salutata come una vittoria (da altri più realisticamente semplicemente come una fase), ovvero la frenata vera o presunta del governo riguardo la riforma dell’università a mio avviso non dovrebbe trarre in inganno il movimento degli studenti, ed in realtà non lo sta facendo.
Se è vero che da un lato questa frenata può essere intesa come una piccola marcia indietro del potere dettata dalle mobilitazioni studentesche -del tutto inattese per portata- è vero anche che comunque i tagli di Tremonti restano, e che la riforma ha già colpito parte del sistema scolastico; quindi, verosimilmente, quella che può sembrare una parziale vittoria in realtà può essere soltanto una "ritirata tattica", che dovrebbe servire sia ad agevolare uno "sgonfiamento" della protesa attraverso l’allentamento della tensione, sia un modo per "scremare" la piazza dai meno politicizzati degli studenti, per poi ri-attaccare in maniera più decisa l’università accusando -cosa che in parte, timidamente hanno già provato a fare- la mobilitazione di essere pregna solo di demagogia ed estremisti "rossi", così da motivare meglio, agli occhi dell’opinione pubblica, l’ondata repressiva…qualcosa di simile, ma più subdola, della tattica invocata dal boia kossiga…il solito tentativo di spaccare il fronte.
Fortunatamente il movimento continua a proporre e proporsi, quindi il rischio di rilassamento sembra scongiurato, ma è comunque necessario tenere alta la guardia e ben desti i sensi…Questo dev’essere solo l’inizio!
Evjenij Vassil’ev Bazarov.
Manifestazione no Gelmini ieri a Pistoia.
Ieri sera (29 Ottobre) a Pistoia si è svolto un corteo in risposta all’approvazione della legge 133; in una giornata caratterizzata dal nubifragio che si è abbattuto sulla città l’unica pausa che il tempo ha concesso è stata -fortunatamente- durante la mobilitazione.
Il corteo, composto da genitori, insegnanti (di ogni grado), bambini, studenti, rappresentanti dei sindacati di base e solidali, si è snodato per le vie del centro ed è stato caratterizzato da una folta (800 persone?) quanto silenziosa partecipazione; solo un gruppo di compagni, armati di slogans, fischietti, tamburi e fumogeni, qualche studente e tanti bambini(!) hanno animato il corteo, che giunto in Piazza duomo, davanti ai gonfaloni di comune e provincia è stato prontamente catechizzato dagli alleati di giornata, quella classe politica che, all’opposizione è sempre attenta alle richieste della "base", e che una volta al governo…tira dritto senza sentire ragioni. C’è da notare la totale assenza in piazza e durante il corteo dei fascisti del terzo millennio di Casapound…d’altra parte se non c’è da aggredire qualcuno…i contenuti non è che abbondino…
Silvio va alla guerra, un contributo al dibattito
proposte di un eventuale intervento nostro.
Riporto parti del tuo scritto:
"…quello che realmente possiamo fare è partecipare attivamente alle
mobilitazioni mettendo in campo tutto il nostro portato ideologico in maniera
chiara ed inequivocabile, restando certo sui temi contingenti, ma tentando di
fare un passo in più tentando –per quanto possibile- di analizzare la
mobilitazione all’interno del contesto nella quale è nata e si sviluppa,
“aprendo” la tematica a tutte le correlazioni ch’essa ha con altre
tematiche sensibili anche apparentemente lontane (economicizzazione esasperata
dell’esistente, militarizzazione del territorio, inasprimento della piramide
sociale, restringimento degli spazi di libertà e di azione, ecc…)…"
Ciò che trovo nella sostanza inadeguato e insufficiente è il limitarsi a
denunciare l’opera del sistema di potere che produce le nefandezze contro le
quali si insorge e si lotta. Lo trovo insufficiente perchè un salto di qualità
si realizza quando, oltre alla protesta (che va portata avanti e denunciata in
tutta la sua portata), si riesce a mettere in campo anche una proposta
alternativa, radicale e soprattutto operativa, di modo diverso e alternativo al
potere di agire, pensare e condurre le cose. Es. solo per rendere l’idea. Quale
tipo di scuola e di società proponiamo, quale metodo di sperimentazione, di
lotta e quali realizzazioni pensiamo siano corposamente funzionali a superare e
abbattere il sistema di potere? Se continuiamo a limitarci, perchè ritengo che
sostanzialmente sia un limite teorico strategico, a denunciare e combattere il
modo di essere del potere, senza tendere e tentare cosa si vuole proporre di
mettere al suo posto, che lo vogliamo o no, comporta accettare di muoversi
esclusivamente sul terreno del nemico. Essendo il suo terreno, dato il potere e
le risorse che ha, non può che vincere e schiacciare o dileguare alla fine
tutto il dissenso. Come nei fatti è avvenuto soprattutto negli ultimi decenni.
Non sarebbe male se decidessimo tutti insieme di discuterne, riflettendo a
fondo e tentando di elaborare cosa poter fare, sempre insieme, con più
chiarezza e condivisone e consensualità. Anche accettando più ipotesi che si
confrontano nel fare e riescano a coordinarsi, ma all’interno, ovviamente, di
intenti comuni dichiarati. La giustezza dell’agire e del pensare non è mai in
un’unica linea ritenuta giusta, che quindi tende ad imporsi sulle altre.
Del resto questo sarebbe perfettamente coerente con ciò che a suo tempo si
disse quando si cominciò a pensare la coordinazione.
Silvio alla guerra, una possibile lettura.
Ora in un momento in cui il capitalismo mondiale –e quindi anche quello italiota- sta rantolando, Silvio, sempre lui, ha deciso, con vecchia consuetudine tricolore di alzare la tensione, metodo spesso utilizzato un po per motivare l’involuzione autoritaria del paese, un po per sviare –estremizzando una tematica- l’attenzione dei potenziali portatori di criticità (movimenti di base, soggetti rivoluzionari, sindacati di base) su tematiche non strettamente afferenti al progetto d’intervento del potere.; si è trattato per il magnate di Arcore, se accettiamo questa lettura, di trovare il grimaldello giusto per scardinare la serratura della tensione sociale, punto di rottura individuato tra quelli classici, da libro di storia verrebbe da dire, ovvero la scuola.
Una riforma che ucciderebbe la già sciagurata istruzione pubblica italica, con licenziamenti sconsiderati nella scuola primaria, i tagli alla ricerca, la trasformazione delle università in fondazioni (che diverranno così schiave dei capitali privati, come negli usa), ecc…Certo, questo scempio non è e non può essere soltanto uno specchietto per le allodole, ma certamente così Silvietto è riuscito a prendere due piccioni con una fava.
Nonostante tutto ciò possiamo trovare una chiave di lettura rispetto ciò che potrebbe accadere dietro l’angolo analizzando alcuni accadimenti del recentissimo passato: se guardiamo al comportamento del governo nei confronti del problema rifiuti a Napoli beh, è impossibile non notare delle similitudini con quello che sta accadendo nella scuola…Le provocazioni continue al fine di inasprire il conflitto tra popolazione e ordine costituito, le minacce di pugno di ferro ed infine l’invio della sbirraglia contro le popolazioni…precisamente quello che sta accadendo con la scuola, come se Napoli non fosse stata altro che la palestra del potere per studiare modi, tempi e metodologie della repressione. In questi giorni si sente parlare molto, moltissimo (ed è bene) della riforma Gelmini e di ciò che vorrebbe dire per l’istruzione pubblica in Italia, dall’altro sembra passata in secondo piano la drammatica crisi che sta avvolgendo il capitalismo mondiale che si direbbe quasi al capolinea (ma sappiamo bene che senza una spallata decisa e decisiva non imploderà mai) e che sta sbugiardando se stesso attraverso nazionalizzazioni camuffate –leggasi USA e Regno unito- o aiuti di stato alle aziende –leggasi Italia-.
Di fronte a tutto ciò l’interesse dei governi, che se giova ricordarlo non sono altro che il mastino dei poteri forti siano economici o politici, è quello di smantellare o quanto meno depotenziare il più possibile quelle istanze sociali in grado di creare e “gestire” le conflittualità. Per portare a termine questo progetto però ogni governo ha bisogno di tempo, tempo guadagnato attraverso la creazione di sacche di dissenso volte a sviare l’attenzione delle suddette istanze dalla riorganizzazione autoritario/repressiva in atto.
Attaccare frontalmente la scuola poi ha almeno tre vantaggi fondamentali.
1- Valutare la reale combattività e consistenza dei movimenti antagonisti, che verosimilmente appoggeranno le mobilitazioni studentesche.
2 in caso di “vittoria” della reazione governativa, oltre ad aver smantellato ogni possibilità di innesco di potenziali criticità, si potrà dare il via all’organizzazione di una scuola fatta da pochi per pochi in modo da poter creare da un lato i nuovi padroni del mondo che uscirà da questa crisi mondiale in corso, e dall’altro la nuova manovalanza asservita ad i loro scopi.
3 In caso di “vittoria” del movimento degli studenti si avrà la scusa per non toccare per molto tempo il problema dell’istruzione (quella pubblica) in Italia. Giova ricordare che se la riforma Gelmini è realmente irricevibile, anche la situazione attuale della scuola italiana è piuttosto vergognosa…
Quale dunque il ruolo dei Rivoluzionari (utilizzando il termine Rivoluzione nell’accezione più ampia del termine) all’interno di questa fase storica, potenzialmente rispondente quantomeno ad una parte delle nostre aspettative?
Premessa l’impossibilità di preconfezionare ricette adatte a tutte le stagioni e a tutte le situazioni –lasciamo volentieri ad altri il ruolo di pontefici- quello che realmente possiamo fare è partecipare attivamente alle mobilitazioni mettendo in campo tutto il nostro portato ideologico in maniera chiara ed inequivocabile, restando certo sui temi contingenti ma tentando di fare un passo in più tentando –per quanto possibile- di analizzare la mobilitazione all’interno del contesto nella quale è nata e si sviluppa, “aprendo” la tematica a tutte le correlazioni ch’essa ha con altre tematiche sensibili anche apparentemente lontane (economicizzazione esasperata dell’esistente, militarizzazione del territorio, inasprimento della piramide sociale, restringimento degli spazi di libertà e di azione, ecc…), al fine di poter contribuire alla nascita di un movimento cosciente sia di se che del ruolo che può avere in un reale cambiamento di rotta di questa società odiosa e priva di Libertà. Questo è quanto, ma ora fuori di qui, le strade ci aspettano.