Pistoia – altre 10 denunce

Stamani, a 10 compagni, sono giunte altrettante denunce per l’occupazione di via Pacinotti.

La palazzina in questione fu occupata il 20 Aprile dell’anno scorso, occupazione dalla quale ci dissociammo poco dopo a causa di alcune manovre di una parte degli occupanti che decisero di trattare un comodato con il comune che portò prima ad uno sgombero e successivamente alla concessione in comodato dello stabile, che diventava l’aborto che è a tutt’oggi.

Questi i fatti, stamani le denunce per occupazione, anche se le indagini della procura, in origine, erano per furto di energia elettrica. Seguiranno aggiornamenti.

NON LASCIARE IN PACE CHI FA LA GUERRA

Le basi militari, le spese militari in forte crescita, gli
investimenti delle banche nel commercio di armi, l’esercito italiano
impegnato in missioni di guerra all’estero e di pubblica sicurezza in
Italia sono l’aspetto lampante di una società ed un’economia pervasa da
una cultura autoritaria e militarista.
Costruiamo una rete di individualità e gruppi che possa promuovere momenti di mobilitazione e azione diretta.
Una
rete antimilitarista aperta a tutti quelli che si ritrovano sui
contenuti e sulle pratiche libertarie, per presentare interventi,
riflessioni, iniziative durante le giornate del G8 e da lì ripartire
per una nuova stagione di mobilitazioni antimilitariste.

NO ARMY NO G8

Rete anarchica antimilitarista

VISITA IL NUOVO SITO  e tienici aggiornati sulla situazione ANTI / MILITARISTA della tua zona

www.reteantimilitarista.info
reteantimilitarista@autistici.org

 

 

(PT) Chiudere subito l’inceneritore di Montale

Volantino del Collettivo Liberate gli Orsi, o se preferite del presidio permanente contro l’inceneritore di Montale,  (di cui alcuni di noi fanno parte) sui recenti fatti che hanno coinvolto il termodistruttore montalese.
 
Il testo:
 
CHIUDERE SUBITO L’INCENERITORE DI MONTALE
DANNI CERTI PER LA SALUTE, SPRECO DI ENERGIA E MATERIALI,
SPRECO DEI SOLDI  DI TUTTE/I NOI
I dati delle analisi effettuate sugli animali intorno all’inceneritore di Montale, compiute  dall’ Istituto Zooprofilattico della Toscana e del Lazio, confermano la presenza  nelle matrici biologiche, così come in quelle ambientali stando alle analisi fatte dall’Arpat, di Diossine, Furani, Ploriclorobifenili, metalli pesanti: sostanze pericolose per la salute e cancerogene.

Che l’inceneritore di Montale sia estremamente dannoso per la salute umana e per la biodiversità ambientale, lo ripetiamo da tempo ed è inoltre dimostrato dai  numerosi superamenti del limite alle emissioni dagli inceneritori di diossine e furani (un limite che in ogni caso non garantisce dai rischi per la salute): basti ricordare quello clamoroso dei primi di  maggio 2007, i cui dati furono resi noti dal CIS SOLTANTO il 17 luglio, e che portarono alla chiusura dell’impianto di via Tobagi   per alcuni mesi. 

L’inceneritore di Colleferro viene chiuso e vengono arrestati i responsabili dell’azienda che gestisce l’ impianto.
L’Asl dei Colli Albani boccia il progetto di un nuovo inceneritore perché consuma acqua preziosa (usata per il raffreddamento dell’impianto) e perché le sue emissioni interessano una popolazione troppo numerosa con conseguenti  estesi rischi e costi sanitari.
Gli inceneritori di Brescia e di Vienna – magnificati da politici e lobbies inceneritoriste – rischiano la chiusura per i danni sanitari.
E qui da noi nella piana Pistoia.Prato.Firenze,  come se niente fosse, si vogliono costruire due nuovi inceneritori  (Case Passerini e Calice) e si insiste a tener aperto il cancrovalorizzatore di Montale. Anzi c’è chi parla di raddoppiarlo!!

Contemporaneamente l’ASL 3 e l’Arpat – che dovrebbero tutelare salute e territorio e fare opera di prevenzione – tendono a minimizzare la gravità del problema e dei risultati delle analisi (non è colpa dell’inceneritore…)
La nomenclatura politica  è ceca e sorda, incapace e collusa.

Un vasto movimento di cittadini in tutto il mondo, di medici e scienziati, denuncia la nocività assoluta dell’incenerimento dei rifiuti domestici, industriali e ospedalieri, in termini di morti per cancro, aggressione agli organi vitali, al metabolismo, alle attività di regolazione dei geni.

Un movimento che non dice solo NO sacrosanti, ma che ha saputo costruire la strategia RIFIUTI  ZERO e dimostrare come ci siano strade concrete e realistiche, meno costose, senza effetti negativi sulla salute, che risparmiano materiali ed energia e aumentano l’occupazione.

D’altra parte senza gli incentivi Cip 6 e Certificati verdi, truffaldini perché finanziano fonti energetiche non rinnovabili e non pulite, il bilancio delle aziende che gestiscono gli inceneritori sarebbe in rosso. Quello del CIS di Montale è ampiamente in rosso nonostante i CIP 6: perché?

NON VOGLIAMO  INCENERITORI NE’ A MONTALE NE’ DA NESSUNA  ALTRA PARTE
LA NOSTRA SALUTE NON HA PREZZO!
NOI I VOSTRI ERRORI NON LI PAGHIAMO!

PER UN PIANO RIFIUTI ZERO DELL’ATO TOSCANA CENTRO
RILANCIAMO L’ INZIATIVA SUI TERRITORI

CONTINUIAMO L’AZIONE DIRETTA DAL BASSO

COLLETTIVO LIBERATE GLI ORSI, PISTOIA
 
…e l’impaginato (clicca sull’immagine per ingrandire):
 

NESSUNO E’ SCHIAVO!

Ecco il volantino che in questi giorni sta girando per Pistoia.

ecco il testo:

Il nuovo attacco al diritto allo sciopero portato avanti dalla squadraccia Berlusconi rappresenta l’ennesimo passo verso un’idea di società totalitaria e totalizzante che già si è cominciata a prefigurare con la creazione di un modello scolastico a misura di padrone, o con le norme contenute nel pacchetto sicurezza.

Nell’Italia delle ronde, dei medici costretti a denunciare i propri pazienti se irregolari, nell’ Italia dei lager per migranti, nel belpaese della precarietà a vita per tanti/e, nella penisola delle morti sul lavoro, nel paese degli sgomberi e degli arresti di chiunque si opponga veramente a questo stato di cose, l‘attacco al diritto di sciopero non è che l’ennesima bordata ai diritti conquistati in anni di lotte sociali e sui posti di lavoro.

Se è vero che i vari governi che si stanno succedendo al potere (destra o “sinistra” non importa) non fanno altro che ridurre gli spazi d’agibilità del dissenso, è anche vero che partiti di sinistra ed i sindacati istituzionali (leggasi CGIL, CISL e UIL) hanno abiurato al loro ruolo, accettando di buon grado la forma della società imposta dal mercato e diventando organici al progetto di potere e capitale che ci vorrebbero schiavi ossequiosi ed impauriti, tutti asserviti al profitto.

A fronte di tutto ciò è necessario rilanciare quella conflittualità sociale da anni delegata –e tradita- da partiti e sindacati confederali e farlo senza demandare a nessuno le nostre rivendicazioni, autorganizzando le lotte e portandole avanti con radicalità e decisione,

L’EMANCIPAZIONE DEI LAVORATORI DEVE ESSERE OPERA DEI LAVORATORI STESSI!

Contro chi ci vorrebbe pedine intercambiabili del gioco di ruolo di potere e capitale…riprendiamoci le nostre vite, prendiamoci tutto.
Contro le leggi liberticide…generalizziamo la rivolta!
O cesseremo ora di aver paura o rimpiangeremo amaramente le prossime sconfitte.

Contro il potere ed il capitale AZIONE DIRETTA!

…ed ecco l’impaginato (clicca l’immagine per ingrandire):

Prato, Ronda su ronda…

Ieri sera la città di Prato ha visto le sue strade attraversate dalla prima ronda organizzata dalla lega nord. Alcuni di noi, assieme ai compagni del collettivo autonomo studentesco pratese e alla brigata Adelmo Santini di Agliana, hanno pensato bene di fargli capire che per loro la vita sarà dura…
In una ventina abbiamo intercettato gli otto leghisti, “accompagnati” da un certo numero di agenti della digos: da subito sono partiti sfottò e petardoni (come saltano i leghisti!!) all’indirizzo delle merde in camicia verde….Purtroppo la presenza dei digossini ha impedito che potessimo arrivare a contatto con gli eroi padani per “spiegargli” di quanto le ronde dei razzisti non siano gradite.
Con estremo divertimento abbiamo quindi seguito il verde carrozzone (in pettorina…gialla, colore che dicono di non amare particolarmente, per lo meno a Prato…) nella sua stupida passeggiata coprendolo di sfottò (conditi ogni tanto da qualche petardone fra i piedi, tanto per tenerli svegli), eliminando immediatamente i volantini che i nostri lasciavano nelle cassette della posta e sulle auto ed attirando l’attenzione di passanti –che per la cronaca hanno pressoché tutti rifiutato il volantino dei piccoli Bossi- e delle persone che si affacciavano dalle finestre, incuriosite dalle nostre grida sul ridicolo carrozzone di otto poveracci in pettorina gialla e fazzoletto verde scortati da un tot di sbirraglia a piedi e da tre volanti della polizia…e pensare che nel volantino i nostri scrivevano: “[…] Queste manifestazioni da noi organizzate non comportano nessun tipo di sottrazione di impiego alle forze dell’ordine […]” infatti, casomai, le hanno fatte lavorare di più; “[…] Abbiamo chiesto alla questura due agenti in borghese (…) non sarà certamente né la gazzella dei carabinieri, né tanto meno la pantera della polizia […]” infatti i digossini erano almeno sei, ed effettivamente, ad onor del vero, la “pantera” a seguirli a passo d’uomo non era una ma…tre!…Abbiamo attraversato il centro, abbiamo attravrsato chinatown e mentre ci riavviavamo verso piazza duomo la polizia ci ha accerchiato e ha provveduto alla nostra identificazione. Questi i fatti, adesso due semplici considerazioni, la prima: Quanto costano queste ronde? Mobilitare un piccolo esercito per scortare otto “bischeri” non dev’essere proprio economico, ed a fronte della crisi nera che sta attraversando generalmente tutto l’italico stivale, e Prato in particolare, sarebbe più logico impegnare queste risorse altrove; in seconda battuta è ovvio che ogni ronda si trasformerà in un problema d’ordine pubblico, e non ci saranno sempre gli angeli custodi di questura a guardare le spalle ai legoidi. Ieri abbiamo giocato…e ci siamo anche divertiti…alla prossima legatoli!
Fuori le squadracce razziste dalle nostre strade!!!!!

Anarchici Pistoiesi

SARANNO BOCCONI AMARI, Comunicato dell’USI

Riceviamo e pubblichiamo:

UNIONE SINDACALE ITALIANA

           
Segreteria Nazionale

Viale
Bligny, 22     20136
Milano

Tel e
Fax 0258304940

 

             
SARANNO BOCCONI AMARI

Martedì
17/02 alle ore 12 presso il Giudice di Pace di via F.sco Sforza (giardini della
Guastalla) si svolgerà la IV udienza del processo per l’occupazione dello
stabile di via Bligny, 22 che vede l’Università Bocconi ed il Comune di Milano
schierati contro l’Unione Sindacale Italiana (USI).

Più di 80 anni prima, fu il fascismo (tramite decreto Prefettizio del
7/1/25) a sciogliere l’USI devastando e confiscando le sue sedi e Camere del
Lavoro (per prima quella di Milano), arrestando e mandando al confino i suoi
militanti.

All’indomani della Liberazione dal nazifascismo, l’U.S.I. si è
ricostituita e, dopo avere avuto sede a Milano presso il leggendario Ponte della
Ghisolfa, poi nel centro sociale di Via Conchetta e dopo in quello di via
Torricelli, dal 1989 è da quasi venti anni in Viale Bligny n. 22, che è
diventato oggi uno storico punto di riferimento organizzativo per tutto il
sindacalismo di base e la cultura libertaria e autogestionaria.

In questi anni l’U.S.I. ha sempre rivendicato la restituzione del
patrimonio immobiliare devastato dal fascismo e ha chiesto al Comune di
Milano  l’assegnazione di una sede.
Per tutta risposta il Comune ha svenduto a poco più di 4 milioni di euro
l’intero stabile di Viale Bligny n. 22 all’Università Bocconi e l’ha agevolata a
tal punto sulle concessioni edilizie,  da equipararla a scuola pubblica

Nella sede di viale Bligny, hanno spazio i diversi sindacati di settore
(sanità, poste, commercio, imprese di pulizie, precari), progetti di solidarietà
internazionali (Progetto Libertario Flores Magon, che si occupa di assistenza
sanitaria alle comunità indigene in Chiapas), un laboratorio teatrale, attivo
tutti i giorni, che ha permesso la realizzazione di numerosi e diversi
spettacoli in teatri nazionali ed internazionali.

 L’Unione Sindacale Italiana, nello spazio di viale Bligny ha dato vita a
numerose attività di interesse per la cittadinanza ed ha organizzato, tra le
altre, iniziative di solidarietà nazionale ed internazionale, culturali,
ricreative e teatrali il tutto senza fine di lucro, oltre alla normale attività
di consulenza sindacale gratuita ed assemblee pubbliche su tematiche sociali
quali salute, sicurezza sul lavoro, diritti civili, immigrazione ed
integrazione, precariato, diritti delle donne.

           
Il comune di Milano, dopo una iniziale disponibilità ad assegnare una
sede ad U.S.I. e a seguito di numerosi incontri, ormai propone delle soluzioni
in immobili fatiscenti e situati in estrema periferia e, addirittura, si nega ai
contatti telefonici.

 A fronte di tutto ciò un sindacalista di U.S.I. dell’Ospedale San Paolo e
persona conosciuta nell’ambito dei Centri Sociali, Martedì 17 febbraio avanti il
Giudice di Pace di Milano subirà un processo penale per occupazione abusiva ed
un altro avviso di garanzia è stato notificato ad un altro compagno.

Non vorremmo che la sindaca Moratti,
dopo aver sfilato in corteo il 25 aprile di alcuni anni
fa mostrando tutto il suo essere antifascista,
adesso si comportasse
esattamente come il prefetto fascista che ha decretato di sciogliere USI e
appropriarsi di tutti i suoi beni, che sono beni dei
lavoratori.

 Oggi continuare a negare la restituzione di una sede, espropriata dal
regime fascista e chiedere che i suoi militanti vengano processati per aver
rivendicato la dovuta restituzione è continuare ad attuare una politica "fascista" in linea con il revisionismo storico ed il revanchismo del
ventennio.

 

Ieri
come oggi, non faranno di noi un sol "bocconi"!

 

 

Milano
17/02/09                                                                                                      
segreteria
USI Milano

Presidio contro l’incenerimento dei rifiuti

Sabato 14 Febbraio alcuni interessati si sono ritrovati davanti al palazzo della provincia di Pistoia per sensibilizzare la popolazione sull’assordante silenzio delle istituzioni nei confronti della presa di posizione dell’ordine dei medici della città contro l’impianto d’incenerimento montalese.

Una quindicina di militanti, che da anni lottano contro l’impianto di morte di Montale hanno srotolato uno striscione contro provincia e ASL, letto documenti vari con l’ausilio di un megafono, chiedendo la chiusura e la riconversione del termodistruttore, e distribuito un certo numero di volantini. L’iniziativa, tra la curiosità e l’interesse dei passanti, è durata circa un’oretta, fino all’arrivo della digos che, dopo aver identificato alcuni dei presenti, ha pensato bene di sciogliere il piccolo capannello, poiché la manifestazione non era autorizzata. Poco danno visto che i volantini erano finiti e l’obbiettivo era stato raggiunto.

Uno che c’era, sette mesi a presidiare i cancelli, Sabato sotto la provincia.