Firenze – Foglio di via per 3 anni a Favollo

 Esprimiamo massima solidarietà al compagno fermato dai fascisti in divisa per impedirgli di partecipare alla manifestazione antifascista. Il messaggio lanciato dai bastardi in uniforme è chiaro, non saranno tollerate interferenze al compimento del progetto neoautoritario in marcia nell’italico stivale.
Di fronte ad aggressioni premeditate ai danni di compagni o immigrati, difronte alla virata autoritaria che il potere sta dando al paese ogni voce contraria va zittita con la prevaricazione, l’intimidazione…il problema non è solo italiano, in Inghilterra un simpatizzante Shac è stato arrestato per alcuni commenti su indymedia. Da parte nostra auspichiamo che la scintilla greca appicchi il fuoco in tutta Europa, contro stato e capitale, per una vita degna di essere chiamata tale libera dalla schiavitù di stati (i veri terroristi) e mercato. Solidarietà a Favollo. VIVA L’ANARCHIA!
 
 
PRIMA DELLA MANIFESTAZIONE ANTIFASCISTA DI FIRENZE DEL 7 FEBBRAIO VIENE
FERMATO E CONDOTTO IN QUESTURA FAVOLLO.PER AVERE UN TEMPERINO DI LAMA 6
CM E UNO SPRAY AL PEPE DI LIBERA VENDITA SE NE ESCE (DOPO ESSER STATO
RINCHIUSO 6 ORE NEGLI UFFICI DELLA QUESTURA) CON IN MANO UN FOGLIO DI
VIA DA FIRENZE PER 3 ANNI + ANNESSA DENUNCIA!
 

Torino – Comunicato sulla neo-storia scritta dall’askatasuna a cura della Torino Squatter

In seguito agli incidenti della sera di martedì
27 Gennaio 09, il giornale padronale “La Stampa” e l’organetto fascista
“Torino Qui”, escono con vistose locandine che accusano squatter e
migranti di avere attaccato la polizia e di aver – tanto per cambiare –
devastato la città, rovesciando una panchina.

In realtà la manifestazione era organizzata dal centro sociale
Gabrio e dal centro sociale Askatasuna che dal novembre del 2007 si
interessano dei diritti calpestati dei rifugiati politici, prima con
l’occupazione di Fenix2 (sgomberato dagli squatter nell’Agosto di
quell’anno) poi con la recente occupazione della clinica S.Paolo di
c.so Peschiera. Ma come al solito i media si sono impegnati nell’opera
di disinformazione e non hanno rinunciato all’occasione per rinnovare
la criminalizzazione degli squatter, anche se poi negli articoli si
parla di autonomi.

Evidentemente irritati dall’equivoco sull’etichetta i dirigenti
dell’autonomia torinese del centro sociale Askatasuna hanno pensato
bene di rilasciare pesanti dichiarazioni dove si afferma il falso al
fine di sminuire il movimento delle occupazioni torinese degli squatter
e l’anarchismo in generale, rivendicando il loro protagonismo.

Pensiamo che per ristabilire un elementare senso del giusto sia il
caso di dare una risposta a queste vergognose (per chi le fa)
affermazioni, perché ci colpiscono direttamente e perché, vediamo che è
diventato un ritornello dei “portavoce” di Askatasuna, evidentemente a
corto di argomenti e in piena fase di revisione politica.

Si erano già esibiti, Lele Rizzo per primo, in un’intervista sul
Manifesto del 13-09-08 sfoggiando notevoli capacità di invenzione
letteraria. Si trattava di un’esilarante Neo-storia delle occupazioni a
Torino, in chiave involontariamente demenziale, che voleva far
scomparire gli squatter, mirando in definitiva all’eliminazione dalla
storia dell’esperienza degli squat di Torino, per mettere al centro
dello spettacolo mediatico se stesso ed il suo centro sociale. Una
bella operazione di censura e di pulizia-politica. L’articolo di
disinformazione iniziava così: “Askatasuna, El Paso, Gabrio sono gli
spazi occupati autogestiti Torinesi”, e gli altri?… Sole e Baleno erano
“Anarchici frequentatori di squat”, non gli occupanti della casa di
Collegno, e così via, mentendo e censurando. Di fronte alle barzellette
snocciolate su una testata ideologica che nel corso degli anni, in modo
sistematico, aveva ignorato ed in certi casi apertamente censurato o
denigrato le vicende delle occupazioni di Torino, in quanto
prevalentemente anarchiche, pensammo che non valesse la pena muovere un
dito. Un caso pietoso, un misero sfogo.

Ma ora insistono e rincarano la dose, mandando avanti, stavolta, il
simpatico Lodovico Poletto, giornalista che ha iniziato la sua carriera
infamando Baleno fin dalla prima volta che finì in carcere ad Ivrea,
che ha cercato il riciclaggio scrivendo – quasi – a favore dei No-Tav e
si è trovato ad essere il portavoce della propaganda dell’Askatasuna,
che lo considera ormai un giornalista “organico”.

In un articolo su “La Stampa” di Giovedì 29-01-09 dedicato alla
risposta degli “antagonisti” alle accuse di aver strumentalizzato la
manifestazione dei migranti, Poletto cita puntigliosamente le parole
dei leader dell’Askatasuna. Dopo aver aperto affermando che “Askatasuna
ormai passa per essere l’ultimo centro sociale della città” altrettanto
gratuitamente, ma inesorabilmente, nella logica della propaganda
tardo-stalinista che ha accettato di veicolare, arriva ad affermare:

“Gli anarchici, per dirla con le parole di qualche autonomo,
rappresentano il : pochi e isolati da tutto. Gli squatter, un tempo
attivissimi, sono ormai semi-scomparsi.” I soliti vecchi luoghi comuni
sugli anarchici avulsi, gli stessi utilizzati anche da assessori e
sindaci sgomberatori. Si nota che la sinistra è ancora una grande
famiglia.

Nella frase citata si identifica l’anarchismo torinese unicamente
con gli squatter, mostrando che verso di loro è rivolto l’attacco, cui
abbiamo deciso di rispondere perché in circolazione non rimangano solo
menzogne diffuse in modo industriale.

Riteniamo gravissimo che le affermazioni – a detta di Poletto – ,
inserite nella logica dell’eliminazione della “concorrenza”, indichino
alla repressione un preciso settore degli anarchici da colpire.

E’ arrivata a questo punto, la frustrazione pluridecennale di vivere
nell’unica città italiana dove, nonostante una repressione feroce, le
occupazioni sono in prevalenza anarchiche, da 25 anni a questa parte
(Cine Diana prima occupazione del 1984). Una prevalenza quantitativa,
ma soprattutto qualitativa. Proprio la radicalità degli anarchici,
definiti “puristi della marginalità”, ha consentito ai “compagni”
dell’Aska di mantenere la loro radicalità, mentre nel resto d’Italia
l’autonomia si ammorbidiva, scendendo a compromessi anche sostanziali.

Suona fessa anche la sorprendente nuova rappresentazione di se
stessi come pacifici militanti che usano la “forza per difendere gli
altri e per difenderci”. “Non abbiamo mai aggredito nessuno a freddo”,
frase stonata in bocca ai teorici accaniti dei “rapporti di forza” che
tutto risolvono, scorciatoia autoritaria per imporre la propria
“linea”, che strega anche qualche anarchico, poco anarchico. E’
singolare che provenga dalla dirigenza di un collettivo che non
rinuncia a proporsi, soprattutto a Torino, più velatamente in Val Susa,
come “avanguardia rivoluzionaria” (leninista), e che in quanto tale ha
nel suo metabolismo la tendenza ad egemonizzare le lotte – ovunque – e
con qualunque mezzo necessario, anche quelli eticamente più abbietti,
come le aggressioni fisiche personali a freddo e la calunnia e la
censura usate come arma politica. Sistemi antichi, utilizzati peraltro
senza risparmio da tutti i politicanti autoritari, ma particolarmente
cari agli stalinisti.

Pensiamo inoltre che, le miserie così bene espresse da “qualche
autonomo” siano dovute ad un processo di revisione delle idee
“rivoluzionarie” dei dirigenti che stanno trascinando rapidamente
l’Aska dalle barricate all’urna (elettorale) all’insegna
dell’opportunismo e della real-politik. Come spiegava il giornalista
Maurizio Tropeano sulla “Busiarda” del 02-01-09, dopo aver parlato con
Lele Rizzo, “i comitati stanno lavorando per presentare liste civiche e
candidati sindaci che ”. Peccato che i comitati abbiano deciso
nell’assemblea di Condove del 19 Dicembre di non presentare liste
civiche No-Tav.

Comunque si rassicurino i “compagni” dell’Askatasuna e con loro,
tutti quelli che ci vorrebbero veder scomparire e lavorano per questo.

Nonostante la ferocia della repressione, a 10 anni dalla morte di
Sole e Baleno, e nonostante le decine di sgomberi che ne seguirono
colpendo, salvo eccezioni, l’area anarchica, il movimento squatter gode
di ottima salute anche se, effettivamente siamo “isolati” dai
protettori della sinistra istituzionale, troppo impegnati ad aprirvi le
porte. Preferiamo così, continuare senza santi in cielo. Questa è la
strada di chi ha iniziato ad occupare 25 anni fa a Torino.

Inoltre, ci pare che nella nostra città e nella provincia anche le
altre componenti dell’anarchismo godano di ottima salute e siano in
espansione. Ci rallegriamo nel comunicarvelo.

FENIX, OSSERVATORIO ASTRONOMICO CONTRO LA REPRESSIONE + OSSERVATORIO ECOLOGICO VOLANTE

ASILO SQUAT PRINCIPE DI NAPOLI, Torino


BAROCCHIO SQUAT GARDEN, Grugliasco – Torino


MEZCAL SQUAT, Collegno – Torino


BOCCIA SQUAT, Torino

 

Pistoia, volantinaggio contro il revisionismo galoppante

Sabato mattina, al mercato di Pistoia, alcuni militanti della rete antifascista hanno svolto un volantinaggio per ricordare agli smemorati quello che fu l’operato degli italiani brava gente durante l’occupazione della Jugoslavia: una vessazione ed un accanimento inumano da parte delle truppe e dei simpatizzanti fascisti ai danni della popolazione slava di quelle terre, dall’italianizzazione forzata dell’area alle deportazioni di massa la presenza delle truppe del pelato di predappio si configurò come qualsiasi altra occupazione, una vera e propria barbarie.

A dimostrazione di ciò basti leggere cosa scrivevano gli squadristi a Dignano, cittadina vicino Pola:

 

 

 

Lo schifoso revisionismo che destrorsi di ogni latitudine e sinistrorsi frettolosamente impegnati a ripudiare il passato stanno portando avanti, i tentativi di riconoscere le "ragioni" delle merde della repubblica sociale e quelli di equiparare la loro memoria a quella dei partigiani fanno tutti parte di un più generale piano di giro di vite autoritario della società italiana, progetto di cui fanno parte anche gli allarmismi nei confronti dell’immigrazione, utilizzata come capro espiatorio per avallare leggi liberticide come quelle contenute nel pacchetto sicurezza. Noi diciamo no al revisionismo strumentale di questi figuri, lo combattiamo e lo combatteremo, come combatteremo i nuovi progetti autoritari portati avanti da potere e capitale, anche a mezzo (come sempre) dei piccoli nostalgici in camicia bruna. NO PASARAN!

di seguito il volantino distribuito al mercato:

 

 

Firenze – Mobilitazione Antifascista

La crisi economica è sempre più forte e la precarietà ormai generalizzata.
Migliaia di lavoratori muoiono o rimangono invalidi ogni anno in Italia.
Il potere d’acquisto delle famiglie è sempre più basso e non si vedono miglioramenti.
Il governo, invece di proporre soluzioni concrete ai problemi
crescenti, limita sempre di più i diritti dei lavoratori, opera tagli
indiscriminati al settore pubblico come nel caso di scuola e Università
con la “riforma” Gelmini, attacca gli immigrati e risponde a chi
contesta con la repressione: ciò non fa che aumentare il disagio
economico e sociale, aumentando la percezione di insicurezza che i ceti
popolari vivono sulla propria pelle.

È in questo quadro che proliferano gruppi di estrema destra, che, con
una propaganda populista e razzista, cercano di fare proseliti fra i
giovani e i disoccupati.
Pensano di appartenere ad una razza superiore, si sentono i difensori
della Tradizione e della cristianità. Rivendicano il fascismo e il
nazismo. Il solo linguaggio che conoscono è quello delle cinghie, dei
bastoni e delle lame. Per questo massacrano di botte e uccidono ragazzi
perché “comunisti” (Dax, Renato, Nicola), o perché gay o immigrati.
Stuprano ragazze perché lesbiche. Bruciano centri sociali e sedi di
partiti e sindacati di sinistra. Per questo aggrediscono gli studenti e
i lavoratori che protestano contro le riforme di destra(come a piazza
Navona).

I picchiatori nazifascisti sono protetti e sostenuti, in questo loro
“lavoro sporco”, dalle forze dell’ordine e da tutte quelle forze
politiche, economiche e religiose che per 60 anni sono state al centro
di una trama oscura che lega Nato, Stato italiano, fascisti,
massoneria, mafia, banchieri e Vaticano che, con la Gladio, le stragi e
la strategia della tensione, ha insanguinato e continua ad insanguinare
il nostro Paese .

Alleanza Nazionale ha provato a sdoganarsi e “ripulirsi” con la
fantomatica “svolta” di Fiuggi, nel 1995. Ma sappiamo bene che è tutto
falso, che loro sono falsi: da una parte cercano di passare per
“persone per bene” in doppiopetto, ormai lontani dalle idee del MSI,
mentre dall’altra continuano a propagandare tesi fasciste,
revisioniste, e razziste.
I giovani di AN di Firenze da anni rivendicano Mussolini, Pavolini e
Codreanu, sfilano a braccio teso nelle nostre facoltà, riempiono i muri
della città di croci celtiche e ora, grazie a quest’appuntamento
organizzato a livello nazionale dalla segreteria del loro Partito,
provano a crearsi spazi nuovi, organizzando una squallida sfilata e un
concerto “identitario” cioè….fascista, e ripropongono le loro falsità
preconfezionate sulle Foibe.

Le foibe non possono essere usate strumentalmente dalla destra per
riabilitare il fascismo e per presentarsi come le “vittime” del
comunismo.
Le foibe sono un evento storico che ha come causa profonda la
comprensibile reazione della popolazione della Venezia Giulia, della
Dalmazia e dell’Istria di origine slava a un ventennio di occupazione
militare italiana, e al processo di assimilazione e italianizzazione
imposto con la violenza (chiusura delle scuole slovene e croate,
divieto dell’uso delle lingue straniere in pubblico, abolizione
dell’autonomia culturale, estromissione dalle cariche amministrative),
che è costata la vita a migliaia di persone. Il cosiddetto “fascismo di
frontiera", come quello proposto oggi da AN, aveva due facce: una di
matrice terrorista, e una legalitaria e culturale, e Mussolini era
chiaro al riguardo: “Di fronte ad una razza inferiore e barbara come la
slava non si deve seguire la politica che dà lo zuccherino, ma quella
del bastone. […] I confini dell’Italia devono essere il Brennero, il
Nevoso e le Dinariche: io credo che si possano sacrificare 500.000
slavi barbari a 50.000 italiani”

LA STORIA NON SI RISCRIVE.
IERI COME OGGI, NON CONCEDIAMO SPAZIO AI FASCISTI!!!

SABATO 7 FEBBRAIO
ORE 15.00
PIAZZA DELLA COSTITUZIONE

Antifascisti Sempre

RIFIUTI ZERO

Stasera, 30 Gennaio 2009, si terrà allo spazio liberato ex Breda est un incontro/conferenza/spettacolo dal titolo "Rifiuti zero" organizzato da "l’altro camion" in collaborazione con il collettivo Liberate gli Orsi ed il presidio permanente contro l’inceneritore di Montale.

La seratà vedrà l’intervento di Fabrizio Bertini, della "rete nazionale rifiuti zero", inframezzato da video sul ciclo dei rifiuti e sulle possibilità alternative all’incenerimento e da letture tratte da Calvino, Bauman, Benjamin ecc…

Interverranno anche i militanti dell’ex presidio permanente "G.Maccacaro" contro l’inceneritore di Montale, che appunto per sette mesi hanno portato avanti l’esperienza di un presidio davanti ai cancelli dell’inceneritore montalese  per chiederne la non riapertura, la bonifica dei territori e la riconversione in impianto per la gestione del differenziato. La serata avrà inizio verso le 21.

L’iniziativa si propone di sfatare alcuni dei falsi miti legati al business dei rifiuti, alla loro gestione ed al loro smaltimento; dalle menzogne sulla necessità dell’incenerimento alle falsità delle storielle sulla inutilità della raccolta differenziata passando per l’analisi del ciclo di produzione delle merci che porta alla crescita esponenziale dei rifiuti.

La seconda parte invece rifletterà sull’esperienza del presidio di Montale che nacque a seguito della chiusura momentanea dell’impianto montalese a seguito dell’ sforamento dei livelli delle emissioni inquinanti.

In sette mesi di vita il presidio ha rappresentato un esempio (il primo in Toscana) di lotta diretta e non mediata delle popolazioni a difesa del territorio, e al contempo ha rappresentato una novità trasformando una rivendicazione "particolare", come la richiesta di chiusura di un impianto dannoso per la salute, in una grande assise permanente di discussione sulle dinamiche di sfruttamento dei territori da parte dei vari potentati economici, sul modo di produzione industriale basato sull’incremento di capitale a discapito del benessere comune ecc…Il presidio ha rappresentato un importante momento di autogestione, autorganizzazione e socializzazione delle competenze, nonché di apertura della mobilitazione verso le cause strutturali che portano sindaci ed amministratori vari ad avallare scelte dannose per tutti e lucrose per pochi. In sette mesi il presidio ha organizzato azioni di protesta, incontri e dibattiti, non solo sui rifiuti (signoraggio, democrazia diretta, autoproduzione di detersivi ecologici, ecc…); i suoi militanti hanno partecipato alle mobilitazioni  di Pisa/Livorno contro la costruzione del rigassificatore off shore, alle mobilitazioni di Napoli, Serre, Acerra, Chiaiano contro discariche ed inceneritori, ecc…ma il presidio non è stato tutto rose e fiori…il presidio ha "perso"…ne discutiamo stasera.

Ora che molti, in maniera strumentale parlano di rifiuti e smaltimento, ora che anche a Pistoia sembra scoppiato il bubbone "monnezza", questa serata serve per fare chiarezza attraverso le parole e le esperienze di chi, da anni, si occupa del problema.

Lo spazio liberato si trova in via Pacinotti 9.

Per saperne qualcosa di più sul presidio e sull’incenerimento vi rimandiamo qui

“D’amore, di lavoro e di guerra, canti della tradizione popolare”

Riceviamo e pubblichiamo:

Sabato 31 gennaio 2009, al Circolo 1° Maggio di via di Porta San Marco 38,il comitato antifascista S. Lorenzo organizza:

"D’amore,
di lavoro e di guerra, canti della tradizione popolare"

Ore 20,30 Cena conviviale,

Ore 21,30 Concerto del gruppo "D’ Altro Canto",
Michela Bacci, voce; Patrizia Chiantera, flauti, ocarine, fisarmonica, percussioni, voce;
Daniela Danelli, chitarra, voce.

Un consiglio ai frequentanti questo blog

Carissimi, viste le ultime vicende accadute, i commenti e soprattutto le ripetute visite di nazifascistelli su queste pagine, chiederei a tutti i compagni e simpatizzanti di non rispondere più alle provocazioni di questi figuri. Questo blog è nato per dare voce (e notizie) all’Anarchismo cittadino che si è riorganizzato e a tutti quelli che in qualche maniera si sentono vicini all’Ideale Anarchico; fino ad ora è funzionato benissimo grazie all’aiuto di tanto. Le visite dei ratti sono solo un fastidio, ignoratele. Detto questo nessun post -passato o futuro- sarà ovviamente censurato, ci mancherebbe…A presto, VIVA L’ANARCHIA!

E.V.B.

Firenze – A processo per associazione sovversiva

Riceviamo e diffondiamo:

In questi giorni, la procura della repubblica di Firenze ha notificato al nostro avvocato l’avviso di conclusione delle indagini per 270 bis (associazione sovversiva con finalità di terrorismo). Si andrà quindi a processo. Questa indagine ha portato, nel novembre dello scorso anno, alla perquisizione e allo sgombero dell’Asilo Occupato di Via Bolognese e dello spazio anarchico Villa Panico di S.Salvi (rioccupato dopo circa tre settimane e tutt’ora in buona salute), oltre ad alcune perquisizioni domiciliari.
Principali novità:
1)l’avviso di garanzia consegnatoci al momento delle perquisizioni di novembre 2007 riguardava 7 compagni del Panico ed una compagna del circolo anarchico pisano di via del Cuore. Questa compagna non figura nella conclusione delle indagini, che in compenso viene estesa ad altri 12 compagni dell’area anarchica e libertaria fiorentina. In tutto i compagni rinviati a giudizio sono 19.
2) Nell’inchiesta viene inclusa anche l’occupazione del Panico di piazza Ghiberti, aggravata, come tutte le altre accuse, dalla finalità di terrorismo ed eversione (!) A quel che ci risulta, è il terzo caso in Italia negli ultimi anni, dopo quelli di Bologna e Rovereto.
3) Gli altri reati specifici, contestati solo ad alcune persone, sono: interruzione di pubblico servizio, danneggiamento, imbrattamento, istigazione a delinquere e violazione delle leggi elettorali, il tutto aggravato dal concorso e dalla finalità di eversione e terrorismo. All’anima!
4) Ultimo particolare, il più fastidioso: l’indagine distingue tra semplici partecipanti e dirigenti: quattro compagni sono accusati di essere nè più nè meno che…i capi! Per i fatti di novembre/dicembre 2007 (perquisizioni, sgomberi e impianto di questa fragile montatura) rimandiamo alla lettura dell’opuscolo "Per farla finita con i fantasmi- Strategie repressive a Firenze e in Toscana" che trovate su www.informa-azione.info

Seguiranno aggiornamenti e commenti.

compagni del Panico

SOLIDALI E COMPLICI CON I COMPAGNI  DI FIRENZE!

TERRORISTA E’ LO STATO!!!

NapOli – MolOtoV sui fascisti e altro

fonte: il mattino

Napoli, molotov sul corteo di Storace
e scontri con i centri sociali: due feriti

NAPOLI (24 gennaio) – Mentre era in corso la manifestazione indetta da La Destra, in via Verdi, nei pressi di Palazzo San Giacomo, sede della giunta comunale, alcune persone hanno lanciato una molotov contro due giovani del partito di Francesco Storace. La molotov non ha colpito i due manifestanti ma, frantumandosi a terra, ha provocato un’esplosione. Contemporaneamente alla manifestazione indetta da La Destra c’era stata una contromanifestazione indetta dall’estrema sinistra. Due militanti de La Destra sono stati aggrediti dagli avversari politici al termine della manifestazione, in piazza Municipio. Uno dei due, 25 anni, ha avuto dieci punti di sutura al cuoio capelluto ed una ferita al volto in seguito alle bottigliate ricevute: il giovane è ricoverato all’ospedale Loreto Mare ma dovrebbe essere presto dimesso. Meno grave l’altro giovane, di 30 anni, che ha riportato una contusione ad un occhio.

e intanto… fonte: il Tempo

È stato il prefetto Frattasi in persona a telefonare all’ex governatore del Lazio, Francesco Storace, per rassicurarlo sull’avvio delle indagini sull’episodio avvenuto nella notte fra mercoledì e giovedì nei pressi dell’abitazione dell’esponente politico locale. A dare la notizia del colloquio telefonico, è stato proprio Storace, nel corso di una conferenza stampa organizzata nel capoluogo pontino. «Devo dare atto al prefetto di seguire con attenzione la vicenda – ha affermato il leader nazionale de "La Destra" – per quanto mi riguarda, aspetto di vedere i fatti». Storace si è soffermato sulla rivendicazione dell’attentato, effettuata direttamente nel suo blog. «Hanno utilizzato un linguaggio degno delle brigate rosse – ha sottolineato l’ex governatore – ad inviare la nota sono stati i Carc, i Comitati d’appoggio alla resistenza per il comunismo. Peraltro, devo riscontrare come ci sia stato un preavviso pochi giorni prima. Il 10 gennaio infatti, sempre sul blog era stato spedito un comunicato in cui si dichiarava un "no secco all’apertura di covi fascisti a Priverno"». Il leader de «La Destra» ha attaccato duramente le altre forze politiche. «Sono rimasto allibito per la mancanza di reazioni su quanto è avvenuto – ha detto a chiare lettere Storace – non c’è stato uno straccio di dichiarazione di un esponente di An. Mi sarei aspettato una dichiarazione sia del presidente della Provincia Cusani sia di Zaccheo e anche del "camerata" Ciarrapico. E invece nulla di tutto ciò». Secondo l’ex ministro della Salute, «c’è la volontà di oscurare il nostro partito, proprio a pochi giorni dalla grande manifestazione di Napoli, contro le mafie e le caste». Tornando sul lancio della molotov, Storace ha affermato come «La Destra si costituirà parte civile». Non è infine mancato un breve accenno agli scenari politici locali. «Siamo pronti a confrontarci con Cirilli e lo aspettiamo – ha rilevato Storace – un’alleanza con il centro-destra? non la escludo, se questo schieramento dovesse sposare le nostre proposte favorevoli all’acqua in mano pubblica e al mutuo sociale. Vedremo poi se Cusani sarà ricandidato alla presidenza della Provincia. Stando alle "cronache fondane" non lo darei per scontato».

PreSidiO aNtiCarceRariO

SABATO 31 GENNAIO 2009
A PARTIRE DALLE 10 DEL MATTINO

PRESIDIO ANTICARCERARIO

PIAZZA DELLA LIBERTA’ – MONTELUPO FIORENTINO

PER INFORMAZIONI, SCAMBI DI IDEE SCRIVETE A:
CASELLA POSTALE 4304 – UFFICIO CAMPO DI MARTE – FIRENZE
(E-MAIL) labcontrorep@inventati.org

BASTA CON LA TORTURA!
CHIUDIAMO IL MANICOMIO DI MONTELUPO

Lo scorso novembre, alcuni detenuti dell’Ospedale Psichiatrico Giudiziario (OPG) di Montelupo Fiorentino hanno preso coraggio. Attraverso due telegrammi e due lettere indirizzate al garante per i diritti dei detenuti Franco Corleone, hanno denunciato l’orrore delle condizioni di vita in queste galere mascherate da ospedali e case di cura: gente legata ai letti, docce fredde come forma di punizione, termosifoni staccati per due settimane di fila e pure qualche autentico pestaggio (un prigioniero, colpito da un secondino, è precipitato da una rampa di scale).

Niente di nuovo per chi sa cosa realmente sono gli OPG. L’unica cosa che appare sorprendente (non accadeva da decenni) è che degli internati, due volte privi di qualsiasi diritto (in quanto prigionieri e in quanto considerati "malati di mente") abbiano trovato la forza e la dignità di protestare.

Una dignità, una forza da incoraggiare e sostenere. Perchè se oramai si moltiplicano le galere per tutti i dannati della terra, se politici e giornalisti di ogni colore vorrebbero ogni immigrato "clandestino" dentro i lager-CPT e ogni imbrattatore di muri dentro le galere, se questa ricco Occidente vede ogni giorno moltiplicarsi i dannati da rinchiudere…
Ebbene, possiamo dire che GLI INTERNATI DEI MANICOMI GIUDIZIARI SONO I DANNATI TRA I DANNATI.

DANNATI in quanto prigionieri: non sopportando la galera e rivoltandosi, sono stati avviati al manicomio per essere sedati con gli psicofarmaci ed i letti di contenzione.

DANNATI in quanto psichiatrizzati: definiti "malati di mente" dai dottori complici dell’abominio carcerario, sono stati privati persino dell’ultima facoltà rimasta al prigioniero: quella di protestare anche solo con le parole o con uno sciopero della fame.

Privati di tutto, di ogni scelta, della possibilità di esprimersi, persino del poco che non viene divorato dal carcere o dagli psicofarmaci.

Una società divisa in classi, che fonda il potere dei pochi sulla sottomissione dei molti, ha inventato le galere per chiudervi dentro le proprie eterne contraddizioni: i poveri, i diversi, i ribelli. Nelle galere italiane, ad esempio, un terzo della popolazione carceraria è composto da immigrati che hanno violato le leggi sull’immigrazione; quattro detenuti su cinque, prima di entrare in carcere, erano disoccupati e la maggior parte degli altri facevano lavori manuali. Con il dilagare della precarietà e l’inasprimento della crisi economica, l’ombra del carcere si allunga su una fetta sempre più larga di società. Eccola, la certezza della pena! La sola Sicurezza è quella del carcere per chi non si adegua.

Alla repressione poliziesca si affianca il controllo mentale esercitato dagli psichiatri, che vedono ovunque nuove malattie mentali ed incoraggiano persino la psichiatrizzazione dei bambini troppo agitati. Il sindaco milanese Letizia Moratti, intanto, propone il ricovero obbligatorio dei senza fissa dimora. Di questi tempi, all’emergenza freddo si risponde così…

Il carcere è un luogo altamente nocivo: al suo interno violenze, suicidi, atti di autolesionismo sono all’ordine del giorno. A sedare il malessere e la rabbia, accanto al manganello del secondino, provvede la "scienza" dello psichiatra: i detenuti vengono quindi riempiti di psicofarmaci e ricoverati nei Centri Diagnostici Terapeutici (C.D.T.) reparti psichiatrici all’interno delle prigioni. Qui, uno psichiatra può decidere di avviare il detenuto al Manicomio Giudiziario, dove si provvederà a metterlo a tacere.

Poichè l’OPG non viene considerato dalla legge come la galera che è, la pena cui è sottoposto l’internato viene considerata "sospesa": così molti detenuti condannati a pene lievi si trovano murati a vita, scontando nei fatti un ergastolo "bianco" e non dichiarato, sotto il potere assoluto degli psichiatri e senza possibilità di opposizione legale.

E allora?

E allora chiamiamo le cose con il loro nome. Nei manicomi giudiziari non si cura proprio nessuno, ma si violentano esseri umani.

I MANICOMI GIUDIZIARI SONO GALERE

FACCIAMOLA FINITA CON LE GALERE
E CON LA SOCIETA’ CHE NE HA BISOGNO

Laboratorio contro la repressione