Torino – Sgomberata la Boccia Squat

riceviamo e pubblichiamo

Aggiornamento ore 9.00

I compagni si stanno muovendo via dalla scena dell’atroce delitto,
tiriamo le conta della triste mattinata: un luogo liberato non esiste
più, tre compagni sono stati denunciati per occupazione, le forniture
sono state staccate (sia luce che acqua), ai compagni è stato permesso
di caricare tutto il caricabile sotto la rigida sorveglianza di ingenti
forze di repressione.

Si lascia il quartiere parella. Il prossimo appuntamento è questa
sera durante la cena bellavita al Barocchio Squat, in strada del
Barocchio 27 a Grugliasco, per due chiacchiere sulla situazione.


Aggiornamento ore 8.00

Il quartiere parella, in particolare nei pressi della Boccia Squat
in via giacomo medici, è militarizzato per procedere con le operazioni
di sgombero dello stabile. Alcuni compagni trovati nei pressi della
casa durante l’operazione repressiva sono stati identificati, non ci
sono però ancora notizie di denunce per occupazione e consimili.

I compagni stanno portando via le cose dalla casa, sorvegliati dai
voyuer dell’ordine, per ora non ci sono ulteriori notizie, rimanete
all’ascolto di radio blackout 105,250 Fm per novità.


Nelle ultime settimane a Torino, fronte occupazioni.

Cronologia

8 gennaio 2010 Viene Rioccupato L’Ostile

22 gennaio 2010 Viene rioccupato il Velena Squat

25 gennaio 2010 Sgomberato il Velena

26 gennaio 2010 Roghi nella mattina in solidarietà alle occupazioni

27 gennaio 2010 Per T’orino cronaca non è successo niente. Solo rivendicazioni campate in aria. Sgomberano "La Boccia Squat"

I Luoghi sotto immediato attacco

La Boccia Squat: il fu "circolo eva e leotta" occupato nel
febbario del 2008 viene sgomberato, rioccupato, gli occupanti vengono
denunciati direttamente dal comune costituitosi parte civile (primo
caso nella storia), lo stabile viene venduto alla INEP Spa ed oggi sgomberato.

Il Velena Squat:
occupato la prima volta nel febbraio del 2009, sgomberato, rioccupato a
marzo, sgomberato nuovamente e rioccupato 5 giorni fa e sgomberato
l’altro ieri. Chissà come continuerà questa storia?

LoStile occupato: occupato il 6 novembre 2009, sgomberato
dopo violente cariche e parapiglia generale a dicembre, rioccupato a
gennaio. LoStile ultimo arrivato continua a pieno regime con le
iniziative.


Questa mattina si sono presentati in assetto antisommossa le forze
di repressione statale al 121 di via giacomo medici, per sgomberare con
forza la "Boccia Squat" occupata da anni.

Presto maggiori informazioni, portate solidarietà!

Sull’ultimo sgombero a campanara

Il 22 gennaio 2010 due case poste sotto sequestro e denunciati i presenti all’interno
sabato 6 febbraio iniziativa di sostegno al csa Capolinea di Faenza
Venerdì 22 gennaio 2010 due case occupate nella valle di Campanara (comune di Palazzuolo Sul Senio, nell’Alto Mugello) sono state poste sotto sequestro preventivo, per un’indagine sugli occupanti denunciati circa un anno fa. I presenti sono stati oggetto di una ulteriore denuncia.

Nella valle di Campanara esistono alcune case occupate da vari anni da persone diverse che hanno vissuto e vivono praticando il più possibile l’autosufficienza.
La vita in valle continua nonostante tutto.

Sabato 6 febbraio al csa Capolinea di Faenza (Ra), giornata benefit per Campanara, dalle 14 fino a notte. Alle 20 è prevista una chiacchierata sulla situazione (attualità e prospettive). Il programma dettagliato sul sito del Capolinea.
Related Link: http://www.inventati.org/capolinea

Palermo: rioccupato oggi il Laboratorio Zeta

Il centro sociale Laboratorio Zeta di
Palermo é stato rioccupato questa mattina dopo che mercoledì scorso era
stato violentemente sgomberato dalle forze dell’ordine.

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In
quella occasione le violenti cariche della polizia contro i
manifestanti e gli immigrati che avevano trovato rifugio nello storico
centro sociale avevano provocato cinque feriti e tre arresti.
Questa mattina i promotori del centro, che ospitava 32 sudanesi che
avevano fatto richiesta di asilo politico, hanno picconato il muro di
mattoni costruito mercoledì scorso per evitare che qualcuno potesse
rientrare.
La struttura, occupata nel 2001, è formalmente di proprietà
dell’Istituto delle case popolari di Palermo e recentemente era stata
affidata, dopo lo svolgimento di un bando, ad una associazione, la
Aspasia, che si occupa di recupero di minori.

Ecco il comunicato diffuso dagli occupanti:

"Lo diciamo oggi, all’indomani del lungo corteo che ha manifestato
solidarietà al Laboratorio Zeta per le strade di Palermo dopo lo
sgombero del 19 gennaio, a conferma di tutto il sostegno e la
condivisione che moltissime realtà e cittadini hanno messo in campo sin
dalle prime minacce di sfratto quasi un anno fa.
Lo comunichiamo alla signora Anna Ciulla, paladina dell’associazione
Aspasia, che ha retoricamente invocato il rispetto della legalità
mentre pochi giorni fa sotto il suo vigile occhio venivano murate tutte
le porte e le finestre del Laboratorio Zeta che veniva barbaramente
espropriato alla città. Uno sgombero meschino e violento contro persone
inermi: uomini e donne picchiati, trascinati per i capelli,
manganellati sulla testa, sul viso, sulla bocca.
Persone arrestate per nulla, poi ovviamente assolte, ma dopo una notte
passata in galera. La signora Anna Ciulla, e ne ripetiamo oggi il nome
perchè non sfugga ancora una volta in futuro, sottoposta a inchiesta
per corruzione e concussione insieme all’ex assessore Giuseppe Scoma,
ha tolto pochi giorni fa, non a un collettivo politico, non a una
comunità di rifugiati politici sudanesi, ma a tutta la comunità dei
cittadini di Palermo, un bene comune, prezioso, unico.

Il laboratorio Zeta è nato in uno spazio abbandonato che abbiamo
restituito alla città, quando nove anni fa ce lo siamo preso,
attorniati dai bambini del quartiere. Non è un caso che gli abitanti
dei palazzi intorno a Via Boito 7, diventata negli anni strada
d’incontro di politica e di socialità, abbiano risposto allo sgombero
nella maniera più visibile per ribadire che Zetalab non si tocca!

Ai balconi sono apparsi lenzuoli bianchi con la zeta al centro che ora
fanno da lumicino per chi in questi giorni ha tenuto e ancora mantiene
un presidio lungo, difficile e al freddo, ma con la solidarietà di una
città che ha portato musica, vivande, appoggio e calore.
La stessa città che ieri ha dato vita a un lunghissimo corteo partito
da via Boito e arrivato in Prefettura: più di 5000 persone a dire che
il Laboratorio è una storia comune. Un storia così potente da rendere
evidente che la legalità slegata dalla giustizia è solo vuota retorica,
che la sentenza di un tribunale che affida un luogo come lo Zeta a
un’associazione più che losca, per farci un asilo privato, non può
pretendere rispetto.

Dopo questo straordinario corteo, come da anni non se ne vendevano a
Palermo, il prefetto è stato costretto a convocare finalmente un tavolo
"istituzionale" per lunedì alle 17:00, con lo IACP, la Questura, il
Comune e i Consiglieri comunali e i Senatori che hanno espresso in
questi giorni assoluta contrarietà allo sgombero del Laboratorio Zeta.

Si apre così una nuova trattativa, anche se lo Zeta è stato per quasi
un anno impegnato in un tavolo dal quale non è emersa alcuna proposta,
mentre tutte le istituzioni hanno ammesso la loro incapacità nel
trovare una soluzione, affermando anche che il Laboratorio zeta era già
una risposta concreta a bisogni e difficoltà reali di questa città. La
convocazione di lunedì (che comunque non ci vede tra gli invitati) è
certamente un risultato, ottenuto anche grazie all’intervento della
politica istituzionale. Da questo tavolo ci aspettiamo che venga
revocata l’assegnazione degli spazi del Laboratorio zeta
all’associazione Aspasia, per essere formalmente riconsegnati alla
città che ieri era in piazza.
Intanto noi, oggi torniamo a casa. Ci Siamo ripresi lo Zeta."

Grecia – Bonanno trasferito in carcere ad Atene

fonte: ANSA, 18.01.10

ATENE, 18 GEN – Alfredo Bonanno, il settantaduenne anarchico italiano
rinviato a giudizio in Grecia per concorso in rapina a mano armata, e’
stato trasferito, su richiesta della difesa, da Amfissa alla prigione
ateniese di Korydallos. Il trasferimento e’ avvenuto durante il fine
settimana dopo che il giudice aveva accolto una richiesta in tal senso del
suo avvocato Joanna Kurtovic soprattutto per ragioni di salute. La difesa
di Bonanno ne ha anche di nuovo chiesto la scarcerazione in attesa di
processo dopo che una prima istanza di questo tipo era stata respinta lo
scorso novembre. ”Il suo trasferimento e’ una buona cosa, le sue
condizioni ad Amfissa stavano peggiorando e non era possibile curarlo in
modo appropriato” spiega all’Ansa Kurtovic. ”Ne avevamo chiesto il
trasferimento anche per rendere piu’ facili le visite della moglie”.
Bonanno soffre in particolare di diabete, ha problemi cardiorespiratori ed
alle articolazioni aggravati dalla situazione in cui era costretto nella
vecchia ed umida prigione di Amfissa, 150 km a nord di Atene, dove era
detenuto in uno stanzone con numerose altre persone. Bonanno, uno dei
principali teorici dell’ anarco-insurrezionalismo, venne arrestato
all’inizio di ottobre insieme all’anarchico greco Christos Stratigopoulos,
anche egli trasferito ora ad Atene, dopo che questi aveva rapinato con una
pistola una banca di Trikala andandosene via con 47.000 euro. Bonanno
venne successivamente arrestato nel suo albergo dove la polizia trovo’ il
denaro della rapina. L’italiano sostiene di avere ricevuto la borsa con il
denaro da Stratigopoulos senza sapere cosa contenesse. E la sua versione,
secondo la difesa, e’ stata confermata da Stratigopoulos che si e’ assunto
l’intera responsabilita’ della rapina. Ma il giudice, apparentemente anche
a causa dei precedenti del Bonanno, in passato gia’ condannato in Italia,
non gli ha creduto e lo ha rinviato a giudizio, e per la stessa ragione, e
per timore di una fuga, gli ha negato sinora il piede libero.

Alfredo e Christos

Alfredo M. Bonanno e Christos Stratigopoulos, anarchici imprigionati in
Grecia con l’accusa di aver rapinato una banca, sono stati trasferiti
dal carcere di Amfissa a quello di massima sicurezza di Korydallos ad
Atene. Alfredo ha fatto il viaggio ammanettato, a causa del suo grado
di "pericolosità sociale", mentre una sua borsa contenente alcuni suoi
libri e appunti è stata "persa" dai guardiani.
Pare che il trasferimento non sia del tutto estraneo alle
preoccupazioni di possibili tensioni in concomitanza col processo,
previsto il 20 gennaio, che proprio ad Amfissa sarà celebrato contro il
poliziotto che il 6 dicembre 2008 ha ucciso Alexis Grigoropoulos.

Spezzare le catene

Spartacus è tornato. Evviva Spartacus!

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Lo
schiavo smette di essere tale nel momento in cui tenta di strappare le
proprie catene. E’ in quell’istante che, incurante delle conseguenze
dell’intento, riemerge liberatrice la dignità, il desiderio, la rabbia
ed il profondo senso di ingiustizia verso il padrone, verso colui che
costringe alla schiavitù.
La rivolta dello schiavo è un atto supremo, è – sopra ogni cosa – gesto
d’amore verso se stessi e verso l’umanità intera. La rivolta dello
schiavo è speranza e giustizia che si fanno arma per divenire
possibilità concreta di emancipazione, è, semplicemente, l’affermarsi
di una volontà di vita diversa, forse felice.

Gli schiavi di Rosarno ci hanno parlato. Ci hanno parlato attraverso i
loro gesti e la loro rabbia. E nell’incendio, nelle vetrine frantumate,
nei cartelli divelti, nelle spranghe sulla polizia, vi è racchiusa la
poesia di un amante.
Forse, l’amore senza calcolo, l’amore disperato, l’amore capace di
volo, è cosa vecchia. Così come è cosa vecchia la schiavitù. Forse, per
questo, sono in pochi oggi a capire, a saper leggere la poesia degli
schiavi di Rosarno.

In questa Italia squallida, assopita nella paura del “diverso” e
impregnata di ipocrisia, governata da cialtroni sostenuti da folle
ancor più imbecilli, corrotta dall’odio e cresciuta nel miraggio
dell’accumulo e della ricchezza, si grida oggi allo scandalo. Lo
scandalo per la violenza, per l’immigrazione clandestina, per le
condizioni di lavoro, per l’insicurezza e l’esasperazione.
Ebbene, Signori scandalizzati, Cittadini onesti, che siate di destra o
di sinistra, che siate cosparsi di melassa cristiana o forgiati fra le
rigide maglie del Diritto, Voi siete cadaveri.
Perché solo un “morto nell’animo” può dibattere in seno al diritto e
fra le pagine dei giornali intorno alla dichiarazione d’un amante. Ad
esso o ci si concede o lo si rifiuta.

Coloro che accettano ogni giorno il giogo di uno Stato sempre più
insopportabile così come coloro che baciano la mano all’imperversare
delle mafie, coloro che leccano i piedi al padrone – per poi ringhiare
contro quelli che sono più poveri o più sfortunati – così come coloro
che dalla miseria altrui traggono vantaggio, tutti questi, di certo,
rifiuteranno le avances degli immigrati di Rosarno. Ma costoro non
meritano discorso, non è a loro che si vuole parlare.
Chi di certo ascolterà sono i “libertini”, quegli spiriti che ancora
sanno desiderare, che ancora sanno quale è la differenza fra vivere e
sopravvivere, fra la libertà e la schiavitù. Che sanno che mille auto
incendiate non valgono la libertà e la dignità di un uomo.

La schiavitù è fatta di uomini e di merci, di imprese e di rapporti.
Essa è possibile attraverso una politica ogni giorno più xenofoba e
classista ed è sostenuta da eserciti in uniforme e mafiosi in
doppiopetto.
L’amore per la libertà è fatto di complicità e fantasia. La rivolta
degli immigrati africani di Rosarno è un dono fatto a noi tutti, ora
spetta a noi ricambiarlo.

Perché nessun uomo sarà mai libero finché l’ultima catena non verrà spezzata.

 
Anarchici e Libertari di Genova.

 

Libera la donna che uccise il marito neonazi

da www.ecn.org/antifa

NEW
YORK – Aveva ucciso il marito neonazi mentre dormiva, dopo anni di
abusi fisici e psicologici, aiutando le autorità a scoprire un vero e
proprio arsenale terroristico nascosto nel garage in grado di provocare
uno sterminio di massa. Ma questa settimana un giudice del Maine ha
stabilito che Amber Cummings non dovrà passare neppure un giorno dietro
le sbarre.
La notizia, unica e rara nell’America del patibolo, arriva proprio
mentre il Paese inaugura il nuovo anno con ben tre esecuzioni: di due
afro-americani in Texas e Ohio e di un bianco in Louisiana.
Per la 32enne Amber il Pubblico Ministero aveva chiesto ben otto anni
di carcere, ma, data la natura del caso, il giudice Jeffrey Hjelm ha
deciso di risparmiarla. Avvallando la tesi della difesa secondo cui la
donna, affetta da sindrome da moglie maltrattata, avrebbe agito per
autodifesa.
La mattina del 9 dicembre 2009 Amber aveva freddato il marito James
sparandogli due colpi in testa con la sua calibro 45 mentre l’uomo
dormiva nella camera da letto della loro villa a Belfast, in Maine. "Il
mio istinto iniziale era stato quello di suicidarmi", ha spiegato Amber
al giudice, "Ma l’idea di lasciare nostra figlia da sola in balia di
quel mostro pedofilo mi ha trattenuta".
Dopo la sua morte l’FBI ha rinvenuto libri, manuali e componenti (tra
cui uranio impoverito) accumulati dal neonazista per costruire una
‘bomba sporca’, un rudimentale ordigno potenzialmente letale che aveva
l’intenzione di usare per protestare contro l’elezione di Barack Obama.
Oltre a bandiere con la croce uncinata e altri ammennicoli in omaggio
ad Adolf Hitler, nel garage della sua casa le autorità hanno trovato
anche materiale pedopornografico – un’altra sua ossessione – insieme
alle prove che l’uomo aveva assoggettato la moglie e la figlia di 9
anni ad anni di inenarrabili torture.
“Era la personificazione stessa del male”, ha sostenuto durante il
processo l’avvocato della difesa. Quando il giudice Hjelm ha lasciato
il tribunale, una folla di sostenitori che sventolavano cartelli
all’insegna dello slogan “Liberate Amber” è esplosa in un fragoroso
applauso.

Livorno: presidio informativo contro la repressione

Per sabato 9 gennaio, il Collettivo
Anarchico Libertario organizza un presidio informativo contro la
repressione. Saremo in P.zza Grande con un banchetto dalle 16:30.

Nelle
prossime settimane inizieranno i processi a carico degli arrestati per
i fatti di Pistoia dell’11 ottobre. In questi tre mesi si sono svolte
in tutta la toscana iniziative di solidarietà che hanno coinvolto
centinaia di persone. Continuiamo a denunciare questa grave operazione
repressiva.
TUTTI LIBERI SUBITO

Collettivo Anarchico Libertario
collettivoanarchico@hotmail.it
http://collettivoanarchico.noblogs.org

 

Ancora AZIONI DIRETTE da Grecia e Sud America

da informa-azione.info

Grecia – Bomba esplode nel centro di Atene

fonte secolo XIX

Un ordigno artigianale è esploso stanotte fuori dalla sede delle
Assicurazioni nazionali, in centro ad Atene, causando danni
all’edificio e ad alcune auto parcheggiate ma nessun ferito. Lo ha reso
noto la polizia.

«C’è stata una telefonata d’avvertimento ad un giornale circa 15
minuti prima della deflagrazione – ha detto la polizia – ma non è stata
fatta nessuna rivendicazione». La polizia ha precisato che la bomba era
stata collocata vicino all’ingresso della sede della società
assicuratrice, situata vicino all’hotel Leda Marriott.

L’attentato è l’ultimo di una serie, tutti attribuiti a gruppi
anarchici e di sinistra, che hanno colpito la Grecia da quando, nel
dicembre 2008, un ragazzo venne ucciso dalla polizia durante una
manifestazione.
 
 
Cile – Attentato esplosivo contro il Banco Santader

fonte: Culmine, 25.12.09

Radio Bio-Bio informa che la notte di giovedì c’è stata un’esplosione che a colpito una filiale del Banco Santander, all’incrocio tra la avenida 10 de julio e la calle Rauli, in pieno centro di Santiago del Cile.
Sono intervenuti i carabineros del GOPE per le perizie del caso.
Non ci sono state vittime, solo danni materiali alle vetrate della banca.

 

Cile – Attaccate le icone del Natale

fonte: Fondazione Roscigna

La notte del 22 dicembre abbiamo installato un ordigno incendiario in un presepe (a grandezza reale) e un albero di natale alto circa 3 metri, all’interno di una recinzione disposta dal governo.
L’ordigno incendiario era composto da:
-Una bottiglia di benzina da 1,5 litri
-Una borsa ripiena di cotone
-Acido solforico
-Capocchie di fiammiferi pestate senza la parte in legno (più o meno una cucchiaiata)
-Un preservativo

La bottiglia era all’interno della borsa, avvolta nel cotone. Nel momento dell’installazione si è introdotto il preservativo ripieno di acido solforico e quest’ultimo a sua volta all’interno di una borsa che conteneva le capocchie dei fiammiferi. In questa maniera alla rottura del preservativo ci sarebbe stato il contatto con la polvere e quindi la fiammata che avrebbe incendiato la borsa con la benzina.

Abbiamo attentato contro il presepe e l’albero di natale per essere simboli del potere che ha la religione nel suo lavoro alienante e oppressivo. Ripudiamo la loro schifosa festa, che in questi giorni pervade tutto, mentre degli zombie addomesticati accorrono in massa a comprare l’ultimo cellulare, gli abiti di marca, una nuova tv, l’auto dell’anno, l’ultimo videogioco, ecc… Qualsiasi cosa che soddisfi l’ansia d’opulenza, il sentirsi bene per possedere quel che altri non hanno.
Quest’atto è in solidarietà con tutti i compagni prigionieri che si trovano in sciopero della fame, dimostrando che il carcere non li ha piegati e che la lotta continua e si diffonde. Questo è anche un saluto di coraggio per tutti i compagni che sono stati colpiti dal potere, come nelle ultime perquisizioni ai danni di centri sociali ed occupazioni di santiago, dimostrando la disperazione dello stato di fronte alla sua incapacità di frenare gli attacchi. Un saluto anche ai compagni in messico, che sono accusati per le azioni del fronte per la liberazione della terra, e la compagna Tamara, in Spagna, accusata dell’invio di un pacco-bomba.
Per tutti voi compagni, un saluto di forza e di convinzione, perché nella guerra contro il potere nessuno è solo e ogni colpo sarà restituito. Con l’installazione di questo ordigno incendiario nella notte del 22 abbiamo ricordato il punky mauri, a 7 mesi dalla sua morte… Compagno sei presente in ogni azione per la distruzione del potere e dell’ordine. E a te Diego, questa è la nostra forma di incoraggiarti e di abbracciarti, così come tu fai con noi con i tuoi comunicati. Un messaggio anche a quelli che lavorano alla tua ricerca. Sappiate che le esplosioni, il fuoco ed altro possono puntare ai vostri corpi.
Banda desquiciada incendiaria Punky Mauri
(banda sgangherata incendiaria Punky Mauri)

Note:
*Bisogna avere precauzione con l’acido solforico perché è altamente corrosivo. Trasporta solo quel che ti serve ed in contenitori di vetro.
**Dipende dalla caratteristiche del preservativo il tempo che questo impiega a rompersi e ad avviare l’accensione.
p.s.: L’ordigno incendiario non ha funzionato come sperato, perché pare che qualcuno abbia visto le fiamme e sia riuscito a spegnerle. Per questo l’incendio non è stato completo, ma anche così la minaccia è stata e continuerà ad essere presente.

 

Cile – Attentato in Plaza de Armas

Santiago del Cile, 23 dicembre – Allarme scatenato dall’esplosione di un ordigno esplosivo in Plaza de Armas.
Alle 18.50 agenti dei Carabineros hanno isolato la zona interessata dall’esplosione, in pieno centro della capitale, dopo essersi accertati che l’elemento esplosivo era costituito da una bottiglia contenente acido muriatico attivato da monete di alluminio. La bottiglia era stata lasciata all’interno di una cassa di pomodori.
Su posto sono accorsi gli artificieri del GOPE e le forze antisommossa.

 

Messico – Attaccata una proprietà distruttrice della terra

fonte: Liberación Total

Durante la fredda notte del 22 dicembre, la nostra cellula del Frente de Liberación de la Tierra ha attaccato di nuovo la proprietà di una delle imprese distruttrici degli ecosistemi in Messico.
Per la terza volta consecutiva in quest’anno, un altro attacco incendiario ha scosso l’impresa costruttrice CARSO. La nostra strategia è stata facile. Abbiamo fatto il giro della costruzione e, nell’oscurità, abbiamo trovato una livellatrice. Uno dei vetri del mezzo era rotto e di lì abbiamo introdotto un dispositivo incendiario, approfittando del fatto che le guardie si trovavano dall’altra parte della costruzione e che gli operai stavano lavorando duramente. Abbiamo attivato il dispositivo e ci siamo allontanati.
Dopo alcuni minuti la scintilla eco vendicatrice scaturiva dall’oscurità ed ha iniziato a bruciare il mezzo. All’interno della cabina splendeva una gran fiammata del fuoco del Fronte per la Liberazione della Terra. In seguito una gran nuvola di fumo ha coperto tutta la costruzione, allarmando le guardie, gli operai e i padroni, mentre la luna sorrideva al lato delle stelle, riempiendo quella tranquilla notte delle loro vite stanche di caos e confusione.
Mentre i servi dei distruttori della terra si davano da fare per spegnere il fuoco, noi ci siamo ritirati dallo scenario.
Questo è un nuovo messaggio per le imprese come CARSO. Noi non ci fermeremo, nemmeno quando arrestano i nostri compagni. Le azioni continueranno con pietre, molotov, bombe di gas butano, auto bruciate, animali liberati, scritte. La nostra idea è quella di spezzare l’ordine, la pace, la tranquillità e le leggi, per difendere quel che aneliamo.
Non possiamo lasciare il pianeta nelle mani di costruttori e politici. Siamo noi che dobbiamo cercare di cambiare le cose. Il COP 15 in Danimarca: si è trattato di una farsa. Sappiamo che il COP 16 in Messico sarà lo stesso, pertanto bisogna preparare la controffensiva in difesa della terra!
Un saluto solidale alle persone ultimamente arrestate dallo stato messicano. Tutto ciò non finisce, nemmeno disarticolando una cellula!
FLT – Estado de Mexico