fonte: culmine
Attenzione:  quel che è esattamente accaduto lo scorso mercoledì nella zona di Pefki  (Atene) lo sappiamo fino ad ora solo dalla stampa e dalla polizia.  Questo è un riassunto di quel che dicono:
Alle 19 di mercoledì 18  maggio una cittadina ha chiamato la polizia allertando sulla presenza di  alcuni personaggi sospetti nella zona di Pefki (municipio borghese e  tranquillo nel nord dell’area metropolitana di Atene). Una pattuglia è  giunta sul posto e (secondo la polizia) i “malfattori” che erano su una  moto sono stati i primi ad aprire il fuoco. Entrambi i poliziotti ed uno  dei perpetratori sono rimasti feriti, mentre il secondo è entrato nella  volante ed è riuscito a fuggire. L’auto è stata trovata abbandonata in  un’altra zona. Il giovane s’è qualificato come tal Stergiou, ma gli  sbirri non l’hanno creduto e ne hanno pubblicato la foto (ritoccata in  maniera piuttosto squallida con il Photoshop, probabilmente per non  mostrare le ferite) chiedendo informazioni. Il giorno seguente si sono  presentati i suoi genitori, rivelando i suoi dati: Theofilos  Mavromihalis 21 anni, studente presso l’Università di Mitilene (isola di  Lesbo) con specializzazione in scienze ambientali. I genitori hanno  detto che da un anno il figlio non dava segnali di vita, che da diversi  mesi aveva abbandonato gli studi e che non sapevano dove si trovasse.  Gli sbirri hanno perquisito la casa dei genitori ed hanno effettuato  altre perquisizioni e continuano ad indagare proprio a Mitilene. Da  subito, la stampa ha parlato di “terrorismo”, anche considerando il  fatto che il mercoledì pomeriggio le banche sono chiuse, escludendo così  la possibilità di una rapina. Lo stesso partito neonazi Hrisi Avgi ha  emesso un comunicato, considerando che il loro capo, lo schifoso  fascista Nikos Mihaloliakos, vive in tale zona e quotidianamente passa  nell’incrocio in cui c’è stata la sparatoria. In un miscuglio tra  megalomania e vittimismo, tipici dei veri patrioti ha affermato di  essere l’obiettivo di un ipotetico attentato. Sul posto sono stati anche  trovati, oltre alla moto, un furgone (entrambi rubati nelle scorse  settimane nel quartiere di Kipseli), una pistola Glock, uno zaino con  caricatori e giravite) ed un bidone di benzina vuoto. Le autorità hanno  anche rivelato che le impronte digitali di Theofilos sono state trovate  in due degli “appartamenti” delle Cellule, perquisiti durante gli ultimi  arresti collegati al caso (14 marzo, quando 5 compagni/e sono stati  arrestati/e a Volos): la casa di Volos e quella di Kallithea (Atene),  secondo l’accusa affittata da Hristos Tsakalos. Quelle impronte erano  fino ad ora “orfane”, perché non si sapeva a chi appartenessero.
Per ora presentiamo due testi comparsi sul compagno, il primo scritto dai suoi compagni:
Testo dei Compagni dell’arrestato a Pefki
L’anarchico  rivoluzionario, il nostro compagno Theofilos Mavropoulos si trova in  ospedale, ferito, dopo uno scontro armato con i fottuti porci della  Polizia, scontro avvenuto nella zona di Pefki. Lì, assieme ad un altro  compagno, hanno scelto di non consegnarsi quando una pattuglia ha  tentato di identificarli. Durante lo scontro sono rimasti feriti i due  sbirri, ma è stato ferito anche il nostro compagno. Allo stesso tempo,  l’altro compagno lì presente è riuscito a fuggire utilizzando la volante  della polizia.
Si tratta di un attivo membro del movimento  anarchico-rivoluzionario e ci appelliamo a qualsiasi  anarchico-rivoluzionario, come a chiunque si percepisce come parte di un  vasto ambito sovversivo a prendere l’iniziativa dell’azione, con  qualsiasi mezzo che ritenga adeguato ed essenziale, per stare al suo  lato. In questo momento il nostro fratello si trova ferito e rinchiuso  in una camera, sorvegliato da sbirri d’ogni genere. Consideriamo come  qualcosa di notevole importanza la realizzazione di un presidio davanti  all’ospedale in cui si trova il nostro compagno ferito, per spezzare  l’isolamento imposto e rompere la morsa dei vermi dell’antiterrorismo e  degli altri servizi che lo stanno “proteggendo” nell’unica maniera che  sanno fare. Per le difficoltà dovute alla situazione in cui ci troviamo e  la condizione in base alla quale agiamo e ci muoviamo, purtroppo noi  non possiamo stare al suo fianco (cioè nell’ospedale), in modo da dar  forza e coraggio al nostro orgoglioso compagno.
Dobbiamo mostrare al  nemico che NESSUN COMPAGNO E’ SOLO, che qualsiasi arresto di un compagno  non resterà senza risposte, che nessun nostro compagno se lo possono  mangiare vivo. Perché il rapporto tra compagni e la solidarietà non si  definiscono secondo stipendi e ranghi, ma sulla base di relazioni che  portiamo avanti e proponiamo contro le schifose relazioni sociali  dominanti. Non vediamo l’arresto di Theofilos alla luce di una “molto  pubblicizzata” e a sua volta schifosa logica di vittimizzazione, che  permetta di protestare contro gli sbirri che hanno sparato e ferito il  nostro compagno. Inoltre, secondo tale logica la solidarietà perderebbe  il suo senso essenziale. La posizione orgogliosa del compagno ed i suoi  valori si sono scontrati con la rinuncia e la consegna. Egli ha mostrato  che il conflitto e la guerra non hanno martiri né persone che ne  nutrano un culto, bensì che ci sono combattenti preparati a tutto. Il  tesoro che ha lasciato si converte in arma nelle mani di noi tutti.
A FIANCO DEL RIVOLUZIONARIO ANARCHICO THEOFILOS MAVROPOULOS LOTTA PER LA LIBERTA’ CON OGNI MEZZO
ps:  Vogliamo inviare al nostro compagno i più sinceri ringraziamenti per le  lotte che abbiamo condotto assieme, per tutte le contrarietà ed i  contrattempi che abbiamo fronteggiato, per tutto il bene e il male.  Infine, gli ricordiamo che manteniamo la promessa per quel che riguarda  gli impegni informali che abbiamo preso, i sogni incompiuti e le  esagerazioni. Tutto e nulla. Adesso, fratello, può essere che cambierà  la condizione in cui vivrai, ma non cambierà lo stato non pentito della  tua mente.
Dichiarazione della O.R. Cospirazione delle Cellule di Fuoco
“Pensavo  che se avessi corso rapidamente e con l’impeto fossi caduto sul  recinto, anche se questo non si fosse piegato, io non mi sarei arreso,  né pentito di nulla. Anche se le pallottole degli sbirri avessero  fermato la mia marcia, se il tessuto dei miei vestiti si fosse  impigliato nel filo spinato ed essi mi avessero arrestato, anche  togliendomi i vestiti non riuscirebbero a togliere tutti i fili del  recinto. E il recinto cadrebbe e si ossiderebbe, ma i fili resterebbero  lì, sarebbero il mio tracciato, un segnale che c’è ancora gente che ad  oggi lotta ancora per la rivoluzione. Questo è il fermo immagine di una  persona che con impeto ha corso verso la libertà invece di consegnarsi  al silenzio ed alla rinuncia, propri della nostra epoca. E’ una pura  traccia del futuro, di un mondo migliore… ”
Dedicato al compagno rimasto ferito durante lo scontro a fuoco con gli sbirri a Pefki.
Dalle carceri gli inviamo, con tutta l’anima, la nostra completa solidarietà ed il nostro appoggio.
Organizzazione Rivoluzionaria Cospirazione delle Cellule di Fuoco
19/5/2011