Migranti – 13 nuovi Cie in caserme dismesse

fonte: la repubblica

Quello di Manduria (Taranto) sarà il primo Centro di Identificazione ed Espulsione, perché è quello che si trova nelle condizioni più adatte. L’annuncio del sottosegretario all’Interno, il quale ha aggiunto di sperare che i clandestini vengano restituiti alla Tunisia per ripristinare il meccanismo di controllo.

ROMA – “Sull’intero territorio nazionale sono previsti 13 nuovi Centri di identificazione ed espulsione (Cie), con caratteristiche di provvisorietà. Saranno realizzati in siti militari dismessi e messi a disposizione dal ministero della Difesa. Probabilmente, quello di Manduria (Taranto) sarà il primo, perché è quello che si trova nelle condizioni più adatte per un ripristino rapido”. Lo ha annunciato stamattina a Bari il sottosegretario all’Interno, Alfredo Mantovano, parlando con i giornalisti.

Solo per migranti irregolari. “I Centri di identificazione e di espulsione – ha spiegato – cioè quei centri che riguardano i migranti irregolari, sono oltre ogni limite di presenze e ne servono degli altri, che hanno le caratteristiche della provvisorietà perché ci auguriamo che i controlli riprendano dalla Tunisia. Questi centri – ha aggiunto – sono frutto in questo momento di una verifica e abbiamo chiesto la disponibilità al ministero della Difesa, il quale – ha aggiunto il sottosegretario – ci ha indicato13 luoghi, tra questi c’è anche quello collocato a cinque chilometri da Manduria”.

Nel minor tempo possibile. “E’ un sito – ha sottolineato Mantovano – che sarà allestito in condizioni di assoluta sicurezza, con una recinzione, con un contingente di poliziotti e di carabinieri adeguato e aggiuntivo. Quindi – ha aggiunto – il territorio non sarà sguarnito nelle sue esigenze di sicurezza per questo centro.

E diventerà operativo non appena saranno effettuati i sopralluoghi e i lavori necessari. Tutto questo speriamo di contenerlo nel minor tempo possibile, nel tempo che sarà impiegato per restituire i clandestini alla Tunisia e per ripristinare il meccanismo di controllo”.

Ma per i richiedenti asilo… “Totalmente diverso è il discorso per i richiedenti asilo, per i quali c’è quel percorso concordato con le Regioni, con i Comuni e con le Provincie che fa immaginare una ripartizione equa – ha ricordato Mantovano – in tutto il territorio nazionale. Quello dei richiedenti asilo è un discorso di prospettiva, che adesso prepara il terreno per ciò che dovesse arrivare dalla Libia, una volta che in Libia si attenuerà il conflitto e che certamente vedrà la Puglia meno gravata rispetto ad altre Regioni, perché – ha concluso l’esponente del governo – in Puglia, già da tempo esistono 3 Cara, 2 Cie e in più adesso ci sarà questa diponibilità di Manduria, che forse ospiterà qualche centinaio di clandestini”.

Dal CIE di Bologna

fonte: corriere di bologna

Nel giorno in cui gli immigrati scendono in piazza, un centinaio di
attivisti della rete Welcome e de centro sociale Tpo hanno tento
l’irruzione nel Cie bolognese di via Mattei. E sono arrivati fino
all’ultima barriera interna che circonda la struttura. Provocando la
protesta all’interno.

«Stiamo occupando il Cie di via Mattei», ha annunciato un’attivista
del Tpo attorno alle 11. I manifestanti – circa un centinaio – hanno
scavalcato con una scala un muro sulla parte posteriore del Cie, in
corrispondenza di una piccola stazione ferroviaria e sono arrivati a
ridosso della cancellata che delimita i confini del centro. Lì, mezzi
delle forze dell’ordine hanno bloccato la strada ai manifestanti. E
quando i ragazzi hanno tentato di oltrepassare la recinzione sono stati
fermati: c’è stato – dicono gli attivisti – un contatto tra loro e le
forze dell’ordine.

A quel punto, gli attivisti hanno iniziato a sbattere le mani contro
le inferriate e a intonare cori di solidarietà verso gli stranieri nel
Cie. Dall’interno, gli stranieri hanno risposto agli slogan urlati,
finché, hanno riferito i manifestanti, si è cominciato a vedere fumo
nero uscire dalla struttura. Gli immigrati – sentendo quello che stava
succedendo fuori – hanno iniziato una protesta anche incendiando alcuni
materassi e facendo rumore contro le sbarre interne.

Verso le 13, i militanti si sono radunati all’esterno, davanti al
cancello del Cie, e hanno chiesto di poter entrare nel centro in una
delegazione. Poco dopo è arrivata la decieione di questura e prefetto:
potranno entrare i consiglieri regionali Roberto Sconciaforni e
Gabriella Meo per verificare le condizioni in cui si trovano gli
immigrati. Con loro ci saranno anche due legali.

————————————————————————————————————————-Dopo che ieri i reclusi hanno bruciato materassi e qualunque altra cosa a loro disposizione nelle camerate, le condizioni interne sono pessime.
Dalla sezione maschile fanno sapere che sono al freddo, senza coperte e con 3 materassi per 50 persone. Denunciano inoltre i quotidiani maltrattamenti da parte dell’ Ufficio Stranieri e dei mediatori culturali.

Non lasciamoli soli!!!

[Firenze] 25 settembre, NO CIE in piazza Santo Spirito a Firenze

25 Settembre 2010, dalle ore 17 fino a notte in Piazza Santo Spirito a Firenze

Giornata contro i CIE in Toscana e ovunque!

Contro i CIE, in solidarietà con i migranti detenuti e ribelli, un pomeriggio e una serata di musica, testimonianze, incontri.
Con la partecipazione degli Assalti Frontali e di molti altri gruppi musicali.

Il programma completo della giornata è disponibile su

http://toscananocie.noblogs.org/

Piombino: Nessuna pace per la Croce rossa

Dal giornalaccio il Tirreno:

Irruzione nella Croce Rossa
scritte a spray e minacce

Il blittz ieri sera: venti ragazzi a volto scoperto
“Solidarietà con i ribelli di via Corelli”. Si riferisce ai disordini di Milano

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Hanno fatto irruzione nella sede della Croce Rossa di Piombino, imbrattando con la vernice le ambulanze parcheggiate, i muri e scrivendo con bombolette spray, su uno di essi, la frase ’11/9 Solidarieta’ con i ribelli di Corelli, Cri assassinì. La notizia è pubblicata oggi da alcuni giornali locali. Il blitz, ad opera di una quindicina di ragazzi a volto scoperto, è avvenuto ieri intorno alle 20.

A motivare l’azione del gruppo di giovani, come riportato nelle scritte sul muro, sarebbe un episodio accaduto sabato scorso in un centro di identificazione ed espulsione di via Corelli a Milano, gestito dalla Croce Rossa. Cinque extracomunitari, detenuti nel centro, erano stati arrestati dalla polizia dopo una sommossa. Gli scontri erano avvenuti dopo che, alcuni giorni prima, un ragazzo si era rotto una gamba e, secondo altri detenuti del centro, era stato picchiato dalla polizia.

Al momento dell’irruzione nella sede della Cri, su cui stanno indagando carabinieri e polizia, erano presenti un medico e tre volontari. L’azione degli uomini, tutti a volto scoperto e non armati, è durata solo pochi minuti e si è conclusa prima dell’arrivo dei carabinieri e degli uomini della Digos. Il fatto che i protagonisti del blitz fossero a volto scoperto fa pensare che possano non essere del posto. Secondo quanto appreso le forze dell’ordine starebbero indagando sulla presenza di alcuni ragazzi a un raduno di gruppi politicizzati a Riotorto, che è terminato proprio nel pomeriggio di ieri.

“Vogliamo esprimere personalmente e a nome di tutta la Croce Rossa Italiana la nostra solidarietà al comitato di Piombino, ai volontari, agli operatori ed ai dipendenti, colpiti da un vigliacco assalto nel fine settimana ad opera di una squadra di teppisti”. Lo affermano in una nota congiunta il commissario straordinario della Cri, Francesco Rocca, e il direttore generale dell’organizzazione, Patrizia Ravaioli.

“Non è la prima volta – proseguono – che questi gruppi di teppisti colpiscono e insultano il mondo del volontariato: attaccare i volontari e le loro sedi è un atto infame, contro la dignità della cultura del dono che i nostri volontari quotidianamente compiono in tutto il mondo e in Italia, anche nel Cie di via Corelli dove la nostra presenza garantisce un vero e proprio cuscinetto umanitario agli ospiti. Anche dopo l’assalto di Piombino non ci faremo intimidire: la nostra risposta, come sempre, sarà in nome dei Sette Principi della Croce Rossa, lavorando per alleviare le sofferenze dei più vulnerabili”.———————————————————————————————–

Non stupisce che per l’ennesima volta i giornalisti(?) del Tirreno non capiscano o facciano finta di non capire il nodo della questione, gli attacchi rivolti in questi mesi a CRI, come alla Misericordia o alle cooperative impegnate nell’opera di secondinaggio all’interno dei CIE non vogliono colpire i singoli volontari, sicuramente in buona fede e convinti di poter dare una mano prestando servizio in queste realtà (non sono loro che prestano servizio all’interno dei Lager), ma quelle stesse realtà che lucrano sulla pelle di quei disgraziati che finiscono in uno dei tanti gironi infernali disseminati per l’Italia, che in questi lager vengono torturati, stuprati, vessati sistematicamente e che sempre più spesso trovano come unica scappatoia da quegli inferni “democratici” il suicidio.

Spiacenti che le vernici macchino la vostra indifferenza quotidiana vestita di lindo quanto ipocrita umanitarismo (purché porti utile) e che riportino a galla il marcio che avete dentro. C’è chi non si rassegna e chi lotta contro un presente che sempre più si fa gabbia, che alza muri, che sempre più esclude. Sempre solidali e complici con chi si ribella, con chi agisce, insomma, con chi non si rassegna a sopravvivere.

Anarchici Pistoiesi.

 

Modena – Tentativo di evasione dal Cie

fonte: il resto del carlino (clandestini, clandestini, clandestini…)

Modena, 1 settembre 2010. Notte di tensione, quella tra lunedì e martedì, al centro identificazioni ed espulsioni di via Lamarmora. Alcuni clandestini hanno tentato di scappare dalla struttura che trattiene gli stranieri in attesa del rimpatrio.

Erano circa le 2.20 quando in tre hanno scavalcato il cancello del primo blocco arrivando fino nel piazzale interno, quello tra i blocchi in cui sono chiusi gli immigrati e gli uffici. Qui si sarebbero nascosti per una ventina di minuti senza che nessuno si accorgesse di nulla. Avrebbero tentato di arrampicarsi su una grondaia, trovata rotta, senza riuscirci. Sono quindi rientrati nel blocco. Ma prima che trovassero un altro modo per tentare di scappare, i militari di guardia si sono accorti che qualcosa non andava. Hanno quindi bloccato il tentativo di ‘evasione’, ma a questo punto gli animi si sarebbero riscaldati coinvolgendo anche gli altri clandestini.

Alcuni materassi sono stati gettati nel piazzale interno : i clandestini hanno minacciato di incendiarli tanto che sono stati chiamati anche i vigili del fuoco. Alla fine le forze dell’ordine sono riuscite a riportare la calma. Il tentativo di evasione è stato ricostruito visionando i filmati delle telecamere. Subito è stata messa a segno una perquisizione in tutti i blocchi, che avrebbe permesso di trovare una corda, pare fatta con le lenzuola, e un ‘rampino’ ottenuto sradicando una panca: pare che anche gli ospiti dei blocchi numero quattro e cinque avessero pensato alla fuga. Al Cie sono arrivati poliziotti e carabinieri, mentre per questa mattina è atteso l’arrivo del comandante del reggimento dei militari che presidiano il centro, per fare il punto della situazione.