L’obbedienza è morta

testo comparso in seguito all’occupazione del teatro dell’Opera, mantenuta per diversi giorni… 

 

 

Prima tutto era “ben” collocato.

 

Gli affamati in
Africa. Gli “specialisti” nella televisione. I “cattivi” in prigione.
Gli “anarchici” a Exarchia. Quelli che prendono le decisioni in
Parlamento. Il nostro denaro ipotecato. La polizia ad ogni incrocio. Le
nostre case alle banche. I nostri nemici in Turchia e in Macedonia. I
nostri parcheggi al posto dei parchi.

 

Il nostro
divertimento nei bar. I nostri figli nei collegi. I nostri amici su
Facebook. L’arte nei musei e nelle gallerie. I nostri desideri nella
pubblicità. I nostri alberi di Natale nella piazza del Parlamento. La
bellezza nei centri estetici. L’amore solo il 14 Febbraio.

Noi, chiusi tra quattro mura.

 

Ora l’obbedienza è morta, inizia la magia.

 

Gli affamati nel
Parlamento, gli specialisti a Exarchia, i cattivi nei centri estetici,
gli anarchici pure nei musei e nelle gallerie, quelli che prendono
decisioni solo il 14 Febbraio, la polizia in Africa, le nostre case nei
parchi, i nostri nemici su Facebook, i parcheggi nelle banche.

 

Il nostro
divertimento nei collegi, i nostri figli nei bar, i nostri desideri ad
ogni incrocio, la nostra arte nelle ipoteche (non pagheremo).

 

I nostri alberi nelle strade.

La bellezza nelle strade.

L’amore nelle strade.

 

E noi?

Tra quattro mura?

 
i figli bastardi di Dicembre

 

Torino – Scarpe e telecamere

28 febbraio. Al corteo contro il pacchetto
sicurezza indetto dalla Rete Migranti hanno preso parte circa un
migliaio di persone. Gli antirazzisti dell’Assemblea Antirazzista di
Torino si sono dati appuntamento in piazza della Repubblica, dietro il
Palafuksas, nell’area che ogni domenica ospita il mercato abusivo degli
immigrati.
Da lì, dietro allo striscione “contro il razzismo, azione diretta”,
hanno fatto il giro della grande piazza, raccogliendo numerosi
immigrati, prima di raggiungere corso Giulio Cesare, dove era fissata
la partenza.
Il corteo si è diretto in centro attraversando piazza della Repubblica.
All’angolo con corso Regina c’era Carossa, esponente di punta del
Carroccio torinese, che si riparava dietro ad un folto nugolo di agenti
in tenuta antisommossa. Dallo spezzone dell’Assemblea Antirazzista sono
partiti slogan e cori finché il leghista non si è allontanato. Carossa
non è nuovo a questi show, fatti per dimostrare ai media l’intolleranza
dei suoi oppositori. Peccato che abbia poco da dimostrare:
l’intolleranza al razzismo ha forti radici sotto la Mole.
Lungo il percorso sono stati affissi manifesti di informazione sul
pacchetto sicurezza e numerose “informazioni proletarie” per difendersi
da retate e controlli di polizia. Svariate telecamere sono state
oscurate per dimostrare che i meccanismi di controllo possono essere
inceppati. In piazza Arbarello la polizia guidata dal vicequestore
Mortola, che ha fatto carriera a Genova nel 2001, ha cercato di isolare
e caricare lo spezzone dell’Assemblea Antirazzista, schierando la
truppa in mezzo al corteo. La provocazione è rientrata subito: il resto
dei manifestanti è accorso in coda ed il corteo è proseguito. Numerosi
manifestanti si sono aggregati agli antirazzisti dell’Assemblea. In
piazza Castello esponenti della Rete Migranti hanno attuato un’azione
simbolica lanciando scarpe di gommapiuma contro i fantocci di Maroni e
Berlusconi. Il corteo è poi tornato alla partenza.
Il pacchetto sicurezza e le altre leggi razziste possono essere
bloccate tramite l’azione diretta quotidiana nei nostri quartieri. La
lotta continua ogni giorno…

Guarda alcuni dei manifesti apparsi lungo il percorso del corteo su
www.autistici.org/macerie/

Corteo Studentesco del 20 Febbraio a Firenze

Venerdì 20 Febbraio si è tenuto a
Firenze un corteo lanciato dalle realtà autorganizzate degli studenti
toscani, alla fine del quale è stato occupato il Liceo Castelnuovo dove
si è tenuta un Assemblea Regionale.

Venerdì 20 febbraio, a Firenze, alcune centinaia di studenti sono scese
in piazza per il corteo regionale lanciato delle realtà studentesche
autorganizzate della Toscana.

Sebbene i numeri siano stati prevedibilmente ben distanti dalle
mobilitazioni di ottobre, il corteo è riuscito nel suo intento di
riportare nelle strade la lotta degli studenti, che da anni non
scendevano in piazza nel non facile periodo successivo alle vacanze di
fine anno, oltre che in quello di auto-organizzare la mobilitazione,
costruendola dal basso in autonomia da partiti e sindacati.

Proprio mentre questi ultimi non fanno che fingere di continuare la
lotta a forza di comunicati e “blablabla”, utili solo a farsi un po’ di
pubblicità ma totalmente inutili alla reale trasformazione della realtà
presente, gli studenti scesi in piazza il 20 hanno deciso di continuare
ad Agire, con la stessa rabbia e la stessa determinazione di ottobre.

E’ così che arrivati in Piazza Santissima Annunziata, gli studenti
hanno continuato il corteo verso il liceo Castelnuovo, eludendo la
celere, prima colta di sorpresa e poi bloccata dai cordoni: qualche
schiaffo e qualche calcio prima di rassegnarsi al fatto che il corteo
ormai è (ri)partito e avanza determinato.

Il corteo arriva prima della celere, che intanto la Digos invitava
istericamente a raggiungere il Castelnuovo. Il corteo entra nella
scuola e si dirige in palestra, luogo più idoneo allo svolgimento della
preannunciata Assemblea Regionale di fine corteo. All’assemblea sono
intervenuti studenti di Firenze, Prato, Empoli, Livorno e Pisa.

La questura, che dopo aver fatto di tutto per limitare nei giorni
scorsi il percorso del corteo negando una dopo l’altra le richieste di
autorizzazioni ora si trova con un scuola occupata dopo un corteo non
autorizzato, decide di mostrare i muscoli: diverse camionette e volanti
di Polizia e Carabinieri si appostano nei pressi dell’istituto in
compagnia di una ventina di uomini (?) della Digos.

Al termine dell’Assemblea, gli studenti rimasti all’interno, rimasti
isolati in Palestra dopo che il preside ha fatto chiudere la porta che
la collegava al resto della scuola (e rimasti quindi anche senza
bagni…), sono costretti a barricarsi dentro, dopo un tentativo della
Digos di entrare nella palestra.

Viene minacciato lo sgombero con l’uso della celere, che intanto era stata spostata in San Marco “in attesa di ordini”.

Verso le ore 5 del pomeriggio, gli occupanti rimasti all’interno
decidono di abbandonare l’occupazione uscendo compatti dalla palestra,
e dirigendosi in un ulteriore corteo verso la facoltà di Lettere.

Che i giornali dicano pure quello che vogliono: tenendo conto del
momento di pesante riflusso del movimento, di una data di per sé
difficile pensando al fatto che da anni ormai gli studenti non
scendevano in piazza dopo l’autunno, il corteo è stato un successo per
il fatto stesso di essere riuscito a riportare la lotta nelle strade e,
nonostante il numero modesto, a compiere un importante azione di
riappropriazione come l’occupazione della palestra del Castelnuovo.

… LA RICRE/AZIONE E’ APPENA INIZIATA!

di seguito il comunicato degli occupanti:

OCCUPARE E’ GIUSTO

LOTTARE E’ NECESSARIO!

Oggi venerdì 20 febbraio, al termine del corteo promosso e partecipato
dalle realtà studentesche autorganizzate di tutta la Toscana, gli
studenti hanno deciso di occupare il liceo Castelnuovo di Firenze.
L’occupazione nasce dall’esigenza primaria di liberare uno spazio in
cui ospitare un Assemblea Regionale del movimento studentesco Toscano,
continuando così il percorso di lotta in cui si sono riconosciuti gli
studenti scesi in piazza stamattina, e rilanciando le mobilitazione
dell’autunno scorso.
Con quest’occupazione vogliamo:

Rivendicare il diritto da parte degli studenti e delle studentesse di
auto-gestire la propria scuola, rippropriandosene direttamente e senza
compromessi;
Manifestare la nostra opposizione a tutte le riforme della scuola e
dell’università che si inseriscono in un percorso che va avanti da anni
portando avanti mercificazione della cultura e privatizzazione
dell’istruzione;
Resistere ad ogni processo reazionario e repressivo nelle nostre
scuole, in cui cinque in condotta, videosorveglianza, controllo
elettronico del "rendimento" ed SMS spia stanno andando ad aggravare
sempre ulteriormente il clima oppressivo che già da prima noi studenti
eravano costretti a subire;
Continuare la nostra lotta per una scuola autogestita e libera da ogni
asservimento alle logiche del mercato, che abbandoni il proprio ruolo
di fabbrica di lavoratori obbedienti del domani, e torni ad essere un
luogo di elaborazione e diffusione gratuita di conoscenze.

Nell’ora successiva all’occupazione la celere si è schierata nelle
vicinanze del liceo, mentre tutt’ora la digos continua ad essere
presente. Si fa appello a tutti i compagni a recarsi sul posto e
sostenere l’occupazione.

Assemblea riunitasi al Castelnuovo Occupato il 20 febbraio 2009

Related Link: http://retecollettivi.noblogs.org/

Bergamo – Comunicato e video sui fatti di Bergamo

Oggi, sabato 28 febbraio,
a Bergamo la Questura ha dimostrato quali sono le direttive per la
gestione dell’ordine pubblico e del dissenso: i fascisti di forza nuova
sono stati fatti sfilare – nonostante non avessero neanche chiesto
l’autorizzazione per un corteo – con tutto il loro armamentario da
apologia del fascismo e caschi e spranghe bene in vista, mentre le
forze dell’ordine hanno attaccato, con scene da mattanza cilena, in
maniera deliberata e gratuita i manifestanti che si erano opposti
all’apertura della sede di FN.
Alla fine della riuscita e determinata manifestazione antifascista il
questore ha condotto una vera e propria “caccia all’uomo” verso i
manifestanti che si stavano disperdendo, guidando la Celere verso atti
brutali nei confronti di chiunque capitasse a tiro, giornalisti
compresi: persone prese e sbattute a terra, tenute a terra ad
anfibiate, picchiate.
Video e fotografie inchiodano le scelte scriteriate e autoritarie del
questore Rotondi che ha dato precise indicazioni a celerini e
carabinieri di rastrellare – a fine manifestazione – più manifestanti
possibili.
Chiediamo le immediate dimissioni di un questore che si è dimostrato
accondiscendente verso i naziskin e ha disposto il fermo di 60
manifestanti, facendo caricare anche chi fuori dalla questura chiedeva
semplicemente informazioni sui fermati.
L’apertura di una sede di forza nuova è una vergogna per Bergamo, così come il comportamento della polizia oggi in piazza.
Contro il fascismo e i suoi “padrini” [in divisa o seduti in
parlamento, tanti sono i legami fra FN Bergamo e Alleanza Nazionale]
non un passo indietro.
Chiediamo l’immediata liberazione di tutt* i compagn* arrestati e pestati brutalmente dalla polizia.

Antifascisti/e bergamaschi/e

Pisa – Operazione Ardesia

In questi giorni la Procura antiterrorismo di Firenze ha chiuso le indagini relative all’operazione Ardesia,
che a più riprese ha portato all’arresto di Daniele e Francesco, di
Paola e al mandato di cattura per Leo, ancora libero perché resosi
irreperibile, oltre alla richiesta, per ora non ancora efficace e la
cui applicabilità dipende dalla decisione della Cassazione del 26 febbraio, degli arresti domiciliari per 8 compagni/e dell’ex circolo anarchico di Via Del Cuore.

Le novità di questa chiusura sono che un compagno di Livorno risulta
non più indagato, nonostante ci sia anche per lui la richiesta della pm
per i domiciliari… mentre nel calderone degli indagati e della
indagate sono finite due compagne prima escluse dall’inchiesta.
Quest’ultima inchiesta si trova ad ipotizzare attraverso la solita
pluri-collaudata formula l’ennesima associazione sovversiva, in questo
caso attribuendo il ruolo di esecutori materiali della rapina a Daniele
e Francesco, a Paola e a Leo il supporto logistico e a tutti gli altri
l’appoggio politico. Da anni a questa parte ormai niente più ci
stupisce, tanto meno ci trova sbigottiti rispetto ai tentativi costanti
ed affannosi di individuare e definire, in una piramide di ruoli,
rapporti di profonda affinità ed amicizia. La strada della lotta senza
compromessi e della ribellione vissuta e manifestata porta
inevitabilmente a vedersi parata davanti la volontà repressiva dello
Stato che cerca di spazzare via e far desistere i suoi nemici.

E nel frattempo ogni giorno di più, ogni volta di più per noi è
chiaro come la solidarietà e la partecipazione alle lotte siano
diventate gli elementi da criminalizzare e da colpire da parte dello
Stato. Come dimostrano il processo dei compagni e delle compagne
accusati di aver partecipato alla manifestazione all’Aquila nel 2007,
il processo ai compagni della Val di Susa, il processo ai compagni di
Padova, i fogli di via dati ai compagni del comitato antirazzista di
Milano, ecc.

Di tutte le vicissitudini giudiziarie "toscane", magari non a tutti
completamente chiare nell’evolversi dei loro vari passaggi, ciò che ci
sembra davvero importante aver presente è la determinazione e la forza
che i nostri compagni incarcerati o lontani in fuga per la libertà
riescono costantemente, anche nelle mille difficoltà, a dimostrare.
La loro tenacia è per noi contagiosa e ci spinge avanti con sempre più
rabbia di fronte alle innumerevoli infamie della società che ci
circonda.

A Daniele, Francesco e Leo sempre capaci di tenere la testa alta e
lo sguardo rivolto ad un orizzonte di libertà, va tutta la nostra
complicità e solidarietà. La loro lontananza si fa sentire ogni giorno
di più, dal canto nostro continueremo la strada intrapresa con loro
diversi anni fa senza incertezza, con il desiderio fortissimo di
ritrovarli presto al nostro fianco.

LIBERTA’ PER DANIELE E FRANCESCO
LIBERTA’ PER TUTTI

Anarchici e Anarchiche di Via del Cuore

Per contatti:
c’è un nuovo indirizzo (la CP postale di Livorno non è più attiva):

Bonamici F. CP 88 56127 Pisa centro
c.c. p. 72208614 intestato a Luca Drovandi
mail: anarchicisolidali@virgilio.it

Comunicato sulle perquisizioni del 18 febbraio

Non è una novità che le divise all’alba disturbino il sonno dei loro nemici, e ancora una volta questo è successo lo scorso 18 febbraio con una serie di perquisizioni nei confronti di vari anarchici a Torino e a Ivrea,
in altre zone della penisola ed in Sardegna. Cinque indagati per
associazione sovversiva e tentata strage (le indagini si riferiscono ad
alcuni attacchi con esplosivo, avvenuti negli anni scorsi a Torino,
rivendicati dalla FAI/RAT – Federazione Anarchica Informale/Rivolta
Anonima e tremenda), materiale cartaceo sequestrato e campioni di DNA
prelevati nelle abitazioni dei perquisiti: questi i risultati di
un’operazione costruita sul copione frusto delle indagini
poliziesco-giudiziarie negli ultimi anni.
In tempi bui, il Potere attacca ogni forma di critica ed opposizione
reale. In un clima di paura e addomesticamento continuano per fortuna
le lotte e gli attacchi.
E tra chi lotta ci sono gli anarchici.
Una cosa deve essere chiara: per noi non ci sono anarchici buoni ed
anarchici cattivi. Ci sono gli anarchici e basta, con il patrimonio di
percorsi e pratiche, diverse ma complementari, che da sempre li
contraddistinguono. Con la penna o il pugnale, con la parola o
l’esplosivo,verso un comune orizzonte: l’abbattimento dell’Autorità e
la possibilità di una piena autodeterminazione individuale e sociale.
Per questo i tentativi di criminalizzazione, le intrusioni di giudici e
divise nelle nostre vite e le manovre per reprimere l’amore per la
libertà e l’odio verso chi e cosa la ostacola si scontreranno sempre
contro la forza della solidarietà e della complicità di donne e uomini
di cuore che ancora sanno da che parte stare in un mondo di veleni,
galere e rassegnazione.
A fianco degli indagati e dei perquisiti, sempre pronti a difendere
pratiche di attacco e di liberazione dal disastro che ci circonda.

Spazio di Documentazione (Cuneo), individualità ribelli del
Canavese, Pinerolo, Torino e Cuneo, Nunatak (rivista di storie,
cultura, lotte dellamontagna).

Piacenza: la prima ronda padana e i compagni in questura

 Da Indy Emilia Romagna:

La prima ronda padana della nuova stagione fascio-leghista era stata
indetta per giovedi 26 alla stazione di Piacenza per passare nel
quartiere con piu alta densita di migranti, quello di via Roma.

La "Passeggiata per la sicurezza" dei giovani padani ha invece
passeggiato nel parcheggio della stazione, forse alla ricerca di auto
parcheggiate fuori dalle striscie o di qualcuno che avesse lasciato per
sbaglio le luci accese, con rischio di scaricamento della batteria.

Avete mai visto una ronda padana? E’ uno spettacolo: attorno a loro,
i 10-15 leghisti avevano altrettanti giornalisti e forse il doppio di
poliziotti, compresa tutta la Digos cittadina e senza contare le
volanti che giravano per il quartiere.

Alcune decine di persone hanno contestato la ronda con uno
striscione, un megafono e molte trombette di carnevale al grido di
"pagliacci andate a lavorare".

Il risultato, completamente sproporzionato per la reazione della
digos, è stato un fermo di polizia e un’identificazione in questura per
10 persone, compresa una denuncia per manifestazione non autorizzata a
un compagno.

Si è confermato però che le ronde sono esse stesse un problema di
ordine pubblico, dato che si aggirano per la città in modo
provocatorio, necessitano di una scorta poliziesca eccezionale e
provocano l’incazzatura di molte persone.

Se resteranno così, continueremo a prenderle per il culo e impedirne
lo svolgimento, ben sapendo però che il consenso che raccolgono è un
segnale pericoloso che non va sottovalutato.

Giovedi prossimo, altra ronda altro presidio, stavolta organizzato
da Rifondazione, Cgil e associazioni dei migranti. Ci vediamo in
stazione.

 

Impediamo la costruzione della base di Mattarello Appello agli anarchici, ai libertari, agli antimilitaristi

Introduzione

 

Sull’importanza e
la necessità di rilanciare la lotta antimilitarista in Italia non
crediamo ci siano dubbi. L’esercito italiano ha le proprie truppe
dislocate in ventuno paesi del mondo, il territorio in cui viviamo è
letteralmente cosparso di servitù militari (basi NATO, USA, europee,
italiane, postazioni radar, sottomarini nucleari, centri di ricerca,
fabbriche di armamenti, ecc.), l’industria bellica italiana
(Finmeccanica in testa) fornisce le proprie micidiali armi agli
eserciti e alle polizie di mezzo mondo, e ci stanno abituando ad una
crescente presenza di militari nelle città. Alla guerra esterna
corrisponde (economicamente e socialmente) la guerra interna:
condizioni di vita e di lavoro imposte sempre più con il terrore,
militarizzazione preventiva dei territori, repressione del dissenso.
Gli stessi dispositivi razzisti (deportazione di migranti, lager,
aumento delle pene per i clandestini, legalizzazione delle ronde, ecc.)
non sono separabili dal fatto che siamo in guerra. Operazioni
neocoloniali, propaganda nazionalista, aggressioni fasciste, razzismo
democratico, esercito nelle strade e rilancio del programma nucleare
sono le meraviglie prodotte da un mondo che ci vuole portare – in righe ben allineate – verso l’abisso.

Sappiamo tutti
quali sono stati i limiti delle mobilitazioni contro le varie guerre
(pensiamo anche alle recenti manifestazioni contro i massacri di Gaza):
la macchina bellica non è stata inceppata. Avvicinare geograficamente e
socialmente il problema della guerra, dando al militarismo nome,
cognome e indirizzo (e agendo di conseguenza), è il solo modo per
spezzare la complicità con i signori dello sfruttamento e della morte.

Il progetto di costruire una base militare a sud di Trento è, da questo punto di vista, una iattura ma anche un’occasione: quella di una lotta senza compromessi contro gli ingranaggi della guerra.

Riuscire ad
impedire la costruzione di una base di morte (o, più modestamente,
provarci con tutte le proprie possibilità) avrebbe una ricaduta
positiva per tutti i compagni, non solo per noi.

La china
istituzionale del movimento di Vicenza – che ha portato quella che
poteva essere forse la lotta più importante che c’era in Italia ad
arrancare, dopo le manifestazioni internazionali, in una protesta
democratica locale che, così com’è, non può avere sbocchi – è lì a
dimostrare almeno due cose. Primo, che collaborando con le istituzioni
non si ferma nessuna base. Secondo, che una critica pratica
ai metodi istituzionali (intendendo per critica pratica la volontà
caparbia di provare ad inceppare concretamente il militarismo, con
altre prospettive e altri mezzi) dovrebbe essere un desiderio e un
impegno per chiunque si batta contro lo Stato e il capitale.

Siamo convinti che
il movimento anarchico, libertario e antimilitarista reale abbia
potenzialità inespresse. Che non stiamo facendo, per dirla più
semplicemente, tutto quello che potremmo.

Nelle note che
seguono illustreremo il progetto della base militare di Mattarello,
racconteremo quello che abbiamo fatto finora e quello che vorremmo fare
in futuro.

Diciamo fin da
subito che le condizioni in Trentino per una lotta di massa contro la
base di Mattarello non sono granché favorevoli, per ragioni che
spiegheremo. Non ci facciamo illusioni al riguardo. Pensiamo però che,
quale che sia il coinvolgimento raggiunto, sia necessario farsi carico
in prima persona di ciò che si sostiene. Chissà poi che, vedendo degli
individui che si battono con un minimo di capacità, anche chi è stato
alla finestra finora non decida di partecipare alla lotta.

Provare ad impedire
la costruzione di una base militare è probabilmente il progetto più
ambizioso e difficile con cui ci siamo confrontati. Per questo è molto
prezioso il contributo (di critica, stimolo, suggerimento) di altri
compagni. Questa avventura non la possiamo tentare da soli. Come
chiariremo meglio più avanti, siamo disponibili a presentare questa
lotta nelle varie città e situazioni in cui siano presenti compagni
interessati: per riflettere assieme, per costruire una solidarietà
attiva, per capire come intrecciare le varie lotte locali con la
questione della base di Mattarello e della guerra.

 

Non vogliamo essere complici di strutture di repressione e di morte: ecco tutto. Non abbiamo garanzie, pronti a ripetere a fine partita
ciò che un ribelle francese disse ai propri giudici: “Le nostre
disfatte non provano niente se non il fatto che eravamo troppo pochi
per resistere all’infamia”. Continua a leggere

sabato 28: le donne ed i migranti aprono il corteo contro le logiche securitarie, per l’autogestione e gli spazi sociali

Da indy Lombardia:

28 febbraio manifestazione nazionale contro le logiche securitarie, per l’autogestione e gli spazi sociali

Milano ore 15 – piazza XXIV maggio

Le mani moleste della Proprietà e del Controllo sono in grande attività:

Trasformano la salute in un affare per imprenditori
Ci raccontano che la migliore cura è l’espulsione
Cancellano l’edilizia popolare e trasformano in merce i bisogni
Negano i diritti, la solidarietà

Per salvaguardare i loro loschi affari ingabbiano la cultura, cacciano le persone, cancellano la storia

In città ridotte a macchine per fare soldi, vogliamo liberare spazi, luoghi in cui stare e tempi da attraversare

Con la forza dei nostri desideri e con le armi della solidarietà
vogliamo sconfiggere l’ossessione di controllo di chi nega il diritto
all’esistenza e l’avidità di chi trasforma la conoscenza in un lusso

Per la salvaguardia e l’ampliamento dei diritti, contro la
meschinità del razzismo di governo e contro la cementificazione delle
città e delle menti

28 febbraio manifestazione nazionale contro le logiche securitarie, per l’autogestione e gli spazi sociali

Milano ore 15 – piazza XXIV maggio

le compagne e i compagni di Milano

Ferrara – Perquisizioni

Da informa-azione:

Riceviamo e diffondiamo:

Nella mattinata del 24 febbraio è stata perquisita la casa di 2 compagni con l’accusa di:

– minacce aggravate nei confronti di istituzioni politiche e pubbliche
– danneggiamento aggravato
– incendio
– minacce aggravate nei confronti di corpo amministrativo e giudiziario