Ecoterrorista è lo stato

Era il 4 maggio 2006 quando 11 fra
compagni e compagne di Via del Cuore a Pisa sono state sequestrati
dallo Stato, sottratti ai loro affetti e alle lotte. Ed ancora oggi, a
distanza di quasi due anni, tutti e tutte sono sottoposti a misure
restrittive. All’udienza del 29 ottobre 2007 la Corte ha accolto le
eccezioni presentate dalla difesa dichiarando nullo il processo svolto
fino ad allora, ricusando il PM per incompetenza e decretando il
cambiamento del GUP.
Il 24 aprile si terra’ al Tribunale di Pisa una nuova udienza
preliminare: l’accusa del Potere e’ di aver costituito e partecipato ad
un’associazione sovversiva con finalita’ di eversione dell’ordine
democratico. Oltre a questa imputazione, alcuni vengono accusati anche
di due reati specifici: un’azione ad un’agenzia di lavoro interinale,
in ricordo di Carlo Giuliani, ed un sabotaggio antinucleare contro un
traliccio Enel dell’alta tensione.
Consapevoli di quanto i meccanismi sofisticati di controllo e la
caparbia volonta’ di reprimere qualunque forma di dissenso radicale,
siano forti oggi piu’ che mai … ribadiamo che non saremo mai disposti a
rinnegare la nostra identita’ rivoluzionaria, di ecologisti anarchici,
parte di una resistenza che dura da secoli, che irriducibilmente lotta
contro le forme del dominio tecno-scientifico industriale, in cui si
consuma il triste spettacolo della manipolazione della vita e della
mercificazione dell’intero esistente.
Ribadiamo che non saremo mai disposti ad accettare il terrore che il
Potere semina ovunque attraverso le bombe delle tante "missioni
umanitarie", il nucleare, gli impianti di morte, la robotizzazione
della vita, le violenze e le ingiustizie, lo sfruttamento della Terra e
di ogni essere vivente. Rimanere passivi o indifferenti violenterebbe
quell’istinto selvaggio che nutre la passione per le nostre lotte in
difesa della Terra, per la liberta’ e per un’esistenza degna per ogni
essere vivente.
Noi, annoiati dal carrozzone giuridico, rimiriamo gli stupefacenti
conigli che dal cappello dell’inquisizione sono usciti e continuano ad
uscire piuttosto malconci, ridicoli diremmo, stufi di questo teatrino
che tanto ci schifa, dove chi pretenderebbe di giudicarci vorrebbe le
nostre tensioni tradotte con articoli del codice penale.
Il 24 aprile ci ritroveremo a Pisa per rivedere i nostri compagni e
compagne ancora prigionieri. Saremo presenti solo per il loro sorriso,
per un’intesa che nasce da uno sguardo complice che da troppo tempo ci
manca. anche questa volta come in altre 1000 situazioni, con l’amore e
con la rabbia, con l’amicizia e con la lotta, saremo al fianco dei
nostri compagni: con Daniele, ancora in carcere, e con Silvia e Costa
rinchiusi fra le quattro mura domestiche. Solidarieta’ e vicinanza a
tutti ed a tutte le rivoluzionarie

LIBERTA’ PER DANIELE E FRANCESCO
LIBERTA’ PER SILVIA E COSTA
LIBERTA’ PER TUTTI E TUTTE

Anarchici ed anarchiche di Via del Cuore

Veltrusconi per Veltrusconi, che sarebbe cambiato?

Due paroline sulle elezioni dette così, tanto per aggiungere una voce alla caciara da casbah che come sempre accompagna ogni tornata elettorale.

La prima cosa che non si può non notare è quanto il mal contento per quella che alcuni hanno chiamato "la casta", non si sia tramutato in un deciso sentimento astensionista, segno che l’abitudine ad essere comandati, l’attitudine dei pecoroni a dover essere pascolati da seriosi pastori…che poi li condurranno al macello, siano più forti di ogni sentimento più o meno latente di cambiamento; in seconda battuta poi, è palese come trasversalmente, la vera vittoria sia stata quella delle forze politiche oscurantiste, reazionarie, giustizialiste e xenofobe: l’exploit della lega, che legittima ancor più quei sentimenti razzisti e d’esclusione già ben presenti nella società e nelle istituzioni italiote; il buon risultato del partito pretofilo di Casini; l’inatteso -ma poi non molto- balzo in avanti del partito del giustizialista Di Pietro…evidentemente i deliri securitari, agitati ad arte, e gli appelli dei mass media in favore di una stretta repressiva verso chiunque si possa ascrivere nel novero del "diverso", si parli di immigrati, antagonisti sociali ecc…, hanno funzionato alla perfezione.

La dbàcle dei sinistri arcobaleno…di contro i "nostri" hanno pagato pesantemente -oltre alla loro ambiguità- il loro aver abdicato il ruolo, per altro autoassegnato, di forza di governo e di movimento, trasformandosi in cagnolini servili del potere, incarnato per questi due annetti nella figura paffuta del prode Prodi…sicuramente nei prossimi mesi ce li ritroveremo in piazza, ansiosi di rifarsi una verginità politica; la speranza è che le uova e le torte dedicate nei mesi passati al vergognoso Caruso Francesco siano pronte anche per il redivivo bertinotto da piazza.

Per noi in pratica non cambia assolutamente niete; che vincesse Veltroni, ho che abbia vinto il Silvio nazionalpopolare poca differenza fa…la repressione che ha colpito il movimento in questi ultimi anni dimostra come, al di là dei differenti simboli, ogni formazione politica non faccia altro che servire le logiche sciagurate di capitale e potere, disinteressandosi totalmente di quelli che sono i reali bisogni delle persone…il nostro ruolo rimane -come sempre- quello di rompere le uova nel paniere di quanti pensano di poter pianificare ogni secondo della nostra esistenza, continuando a lottare e a creare quell’orizzonte autogestionario irrinunciabile per chiunque abbia a cuore la liberazione degli individui…che cambi il colore della divisa del poliziotto poco importa…

Evjenji Vasil’ev Bazarov

 

Quando ci vuole ci vuole, uno sfogo sul niente che impera a Pistoia.

Pochi giorni fa alla Breda, notoria azienda costruttrice di treni, proprietà dell’eticissima e realizzatrice di mezzi atti all’esportazione della democrazia occidentale (leggi carri armati, elicotteri, aerei…) Finmeccanica, è avvenuto l’ennesimo incidente sul lavoro, che solo per un fortuito caso non si è trasformato nell’ennesima “morte bianca”; come preventivato (per lo meno da noi, volantino docet) la responsabilità dell’accaduto è stata in buona parte scaricata sul lavoratore, da poco assegnato ad una nuova mansione, e quindi “inesperto”…nulla di nuovo sotto il sole…la cosa che stupisce è l’indifferenza con cui la città, da sinistra a destra ha ignorato la vicenda…naturalmente l’amministrazione comunale non avrebbe in alcun modo affrontato la vicenda nemmeno in caso di tragedia –se non con le solite lacrime di coccodrillo e i proclami di routine- data l’importanza che riveste lo stabilimento nell’economia cittadina (più di 2000 lavoratori), con il peso politico che ne consegue. Quello che stupisce un poco di più è l’assordante silenzio di quelle forze che si dichiarano a sinistra del potere politico cittadino, da rifondazione (che comunque è in giunta) al notorio circolo arci Hochiminh, o meglio Swalter Veltrusconi: nessuno si è premurato non solo di prendere posizione rispetto alla vicenda, ma nemmeno di portare la solidarietà al lavoratore ferito; da un lato la sudditanza ai potentati economici cittadini, si parli di Breda o del costruttore edile/speculatormafioso Giusti; dall’altro l’insulsa vacuità politica di chi concepisce l’attivismo solo come presentazione di un libro sulle aberrazioni del fascismo facendo finta di non vedere ciò che in città sta accadendo –leggi aggressioni da parte di militanti della fiamma o apertura di una sede di forza nuova- e prendendo le distanze, non ufficialmente ma di fatto, da quei pochi che l’antifascismo lo praticano giornalmente e non lo relegano all’esistenza di mera testimonianza del passato.
A destra dei “sinistri” le cose invece sono…identiche, se forzisti/postfascisti/democristianoidi sono ammalati della stessa sudditanza verso il potere della quale sono inebriati i loro omologhi di giunta, i Fascistoidi della fiamma non sono stati capaci di mettere in fila due righe sull’accaduto, dimostrando ancora una volta la loro totale incapacità di elaborazione che vada oltre l’”Italia agli italiani” o la riproposizione di volantini scritti da qualche romano capace di usare i congiuntivi…i nazzistelli di forza nuova poi…fino a ieri sera nessuno sapeva della loro esistenza…figurarsi se son capaci di leggere, scrivere e far di conto…Nella spazio profondo del nulla cittadino ci siamo fatti sentire solo noi…certo, lor signori addurranno a scusa chi la campagna elettorale, chi –come i sinistri buffoni di un certo circolo- l’organizzazione del pranzo carnevalata del 25 Aprile (e intanto i fasci aprono le sedi)…Buffoni ipocriti. Tutti.
Alla luce della desolazione che in città si fa sempre più abbagliante è necessario creare spazi di socialità che sfuggano alle logiche di partito e del profitto, per poter così ricostruire quel tessuto d’antagonismo sociale irrinunciabile se l’orizzonte che ci prefiggiamo è quello della liberazione della società.
VIVA L’ANARCHIA!
Evjenji Vasil’ev Bazarov

Anche Pistoia scopre che di lavoro si può morire

Martedì 8 Aprile alla Breda di pistoia un operaio di 49 anni è stato vittima dell’ennesimo "incidente" sul lavoro; il lavoratore è rimasto schiacciato sotto la fiancata di un treno in movimentazione riportando oltre ad un trauma facciale, la frattura di alcune vertebre ed uno schiacciamento toracico…solo la fortuna ha fatto sì che non ci lasciasse le penne…di seguito il testo del volantino che abbiamo or ora finito di attacchinare fuori dallo stabilimento.
 
Se Parigi val bene una Messa, ora sappiamo che un incidente sul lavoro, per quanto grave, vale un’oretta di sciopero…se l’incidente poi fosse mortale…quattro orette e siamo a posto.
Martedì 8 Aprile anche Pistoia si è accorta che di lavoro si può morire, alla Breda un operaio di 49 anni è rimasto schiacciato dalla fiancata di una carrozza ferroviaria durante la sua movimentazione; le organizzazioni sindacali hanno immediatamente organizzato un’ora (!) di sciopero…60 minuti per un compagno di lavoro finito grave all’ospedale…Come sempre dopo fatti di questo genere assistiamo alle lacrime di coccodrillo di chi, fino ad un minuto prima non si era posto nemmeno il problema della sicurezza sul lavoro. Crediamo poi, ma ne siamo certi, che nei prossimi giorni qualcuno tenterà di far ricadere buona parte della responsabilità dell’accaduto sui lavoratori e sulla loro poca attenzione nei confronti della sicurezza; mentirà sapendo di mentire, perché se anche fosse vero che in certi casi la sicurezza, appunto, è passata in secondo piano, ciò accade a causa delle spinte più o meno occulte a produrre sempre di più e più velocemente; se ciò accade è per causa della perdita del potere d’acquisto dei salari, che spinge i lavoratori a turni di straordinario vergognosi solo per poter far quadrare i bilanci familiari a fine mese…
10/12 ore di fabbrica non sono vita!
Ma allora che fare? Come salvarsi da questo stillicidio giornaliero? Le possbilità sono molteplici, ma implicano la partecipazione di tutti.
E’ necessario rilanciare la conflittualità sui posti di lavoro
rifiutando ogni mediazione da parte di chi, nascondendosi dietro parole e promesse, poi non fa altro che giocare con le stesse carte truccate dei grandi poteri economici: ci stiamo riferendo alle istituzioni, sempre pronte a tutelare capitale ed imprenditori e sorde alle necessità dei lavoratori; stiamo parlando della triade sindacale, ammalata di concertazione e malafede, che a pié sospinto concorre ad affamare chi lavora firmando contratti nazionali ridicoli (ricordate quello fresco fresco dei metalmeccanici?) con la scusante dell’economia stagnante e quant’altro…eppure i sacrifici si chiedono sempre e solo a chi lavora…Sindacati, istituzioni e stato sono tutti ingranaggi di quella macchina perversa, che si chiama capitale, che divora carne umana per produrre utile.
Anche noi chiediamo un sacrificio, quel sacrificio che richiede impegno e fermezza da parte di tutti al fine di liberare il lavoro dalle manette di chi lo vuole asservito…Meglio occupare le pagine di cronaca dei giornali per uno sciopero (serio, non uno scherzo di una mezz’ora) che quelle di cronaca nera per una morte sul lavoro; Sabotare la produzione, questo l’unico modo per raggiungere dei risultati tangibili; sviluppare la solidarietà fra i lavoratori, questa l’unica maniera per opporsi alla repressione che il potere metterà in campo; sviluppare l’autogestione, questa l’unica possibilità per liberarsi da un lavoro che assomiglia ogni giorno di più ad un inferno.
Rifiutare ogni compromesso ed agire in prima persona per far valere i propri diritti
LAVORATORI SVEGLIA! nessuno vi regala niente, AUTORGANIZZATEVI!!!

BASTA MORTI SUL LAVORO, BASTA COL LAVORO CHE UCCIDE!

                                  

Firenze – Non c’è delega che tenga

La campagna elettorale è un momento in cui viene pubblicizzata
un’idea di libertà tutta particolare: metti una croce e stai a gurdare,
che poi alla tua vita ci pensiamo noi. Da quel momento rendi legittimo
che qualsiasi aspetto della tua esistenza sia normato e stabilito dal
tuo politico di fiducia: quali siano i cambiamenti necessari al
quartiere in cui vivi, in quale nuovo ipermercato spendere i tuoi
soldi, quale collina del paesaggio che ti circonda debba essere
sventrata e per quale utile opera pubblica, dove poterti sedere in
tutta legalità e fino a che ora, per quali guerre fare il tifo e quali
deprecare, chi sia legittimato a migrare da un continente a un altro,
quanto sia giusto che guadagni lavorando… e tutto il resto.
Invece.
Ci piace pensare e costruire un mondo fatto di relazioni dirette tra le
persone, di scambi di conoscenze ed esperienze, di contatti. Dove gli
individui si incontrano e ascoltano i propri bisogni le decisioni
stabilite e imposte dall’alto perdono di senso e legittimità.
Svapora il mondo del bello pubblicitario e del denaro come strumento di realizzazione personale.
Autogestirsi la vita è sperimentarsi, liberarsi dai vincoli del
nonsofarenonpossodecidere, è mettere forza e idee nel dare forma ai
propri desideri.
Non c’è delega che tenga!

La Riottosa zquat

Domenica 13 aprile – Firenze
dal primo pomeriggio p.za s. spirito: autogestiamo la piazza, mille autoproduzioni, distro, infoz (e pagine nere!) dalle 22 alla riottosa serata antielettorale /non votare: sbronzati!
con live: hussychaser. budspencerdrunkexplosion. iris. &guests + djset breakbeat olldenaitlong bar benefit denunce

Inceneritori, Armi di distruzione di massa in tempo di pace(?)

Di seguito qualche nostra riflessione su inceneritori e lotte popolari apparso sul numero di Gennaio di "Kronstadt", foglio Anarchico-libertario dell’omonimo gruppo toscano.
 
Sempre più spesso si sente parlare di rifiuti, sia a livello regionale che a livello nazionale, presentando questi ultimi sia come un problema sanitario che come problema d’ordine pubblico, in riferimento alle mobilitazioni che da varie parti d’Italia si oppongono allo scempio ambientale delle discariche o alla costruzione di nuove armi di distruzione di massa –queste sì reali e di comprovata nocività- come gli inceneritori.
Il problema certo è ampio, e gli aspetti da affrontare sono molteplici ma cerchiamo di focalizzare qualche punto…
Un breve preambolo: da alcuni dati dell’OMS (organizzazione mondiale della sanità), in venti anni le percentuali di patologie legate al peggioramento delle condizioni ambientali sono aumentate del 25% negli individui adulti e del 33% nei bambini.
In Europa l’incidenza di nuovi casi di tumore nel giro di trent’anni (’70-’00) è aumentata di un punto percentuale annuo nella fascia giovanile che va da 0 a 14 anni, e di un 1,23% nella fascia da 0 a 19.

L’incenerimento come pratica criminale.

L’incenerimento di rifiuti indifferenziati viene effettuato ad altissime temperature, intorno ai 1200 gradi; bruciando a queste temperature la combustione libera nell’ambiente numerose sostanze nocive -ormai tristemente note grazie ai “fattacci” Campani- dei quali si sente sempre più spesso parlare in questi ultimi mesi, sto parlando di metalli pesanti come il piombo, che può provocare neoplasie e deficienze infantili (iperattività, deficienze di attenzione, autismo…); il cadmio, che anche in dosi basse (tra le altre cose) danneggia la capacita di riparazione del DNA da parte delle cellule; il mercurio, velenosissimo, che alle alte temperature sublima trasformandosi in metilmercurio che si accumula nei microrganismi dei quali per esempio si cibano i pesci dei quali si cibano i carnivori (almeno questo per me rischio scongiurato, essendo vegetariano),  e concorre all’insorgenza dell’effetto serra poiché il suo incenerimento produce ossido d’azoto che è un precursore dell’azoto, ecc…; ma L’incenerimento dei rifiuti produce anche inquinanti organici come le diossine e gli idrocarburi policiclici.
Le diossine, certamente le vip delle sostanze inquinanti di cui si sente parlare,  sono riconosciute dall’OMS come “cancerogeno certo”; gli impianti d’incenerimento da soli ne producono il 23% del totale immesso in atmosfera.
Le diossine sono particolarmente pericolose perché a differenza ad esempio dei succitati metalli pesanti, possono essere assunte tramite la catena alimentare poiché si sciolgono nei grassi; assunte dall’organismo si accumulano nell’adipe e l’accumulo di queste sostanze risulta essere nocivo poiché non esistono percentuali di diossine tollerabili dall’organismo animale, ciò vuol dire che una percentuale anche minima di questi veleni può portare con molta facilità all’insorgenza di patologie cancerose. Le diossine sono anche dette endocrine distructor poiché interferiscono sul sistema endocrino causando danni al sistema nervoso, a quello immunitario ed a quello riproduttivo;  studi recenti hanno attestato che possono anche concorrere ad un‘alterazione del DNA influendo quindi sul patrimonio genetico.
Il pericolo diossine è anche correlato all’insorgenza dei linfomi (altri fattori d’insorgenza possono essere l’esposizione a pesticidi e concimi chimici).
L’incenerimento dei rifiuti produce anche “polveri sottili”, i famosi particolati, più alte sono le temperature e più fini risultano essere i particolati. La legge regolamenta solo le emissioni di pm 10, ovvero del particolato più “grosso”, non si occupa però delle emissioni delle polveri più sottili tra le quali le più pericolose risultano essere le pm 2,5, le pm 1 e le pm 0,1.
Si noti che i filtri applicabili agli impianti d’incenerimento esistono per le pm 10 ma ovviamente questi filtri sono inutili per quanto riguarda il particolato più sottile; nello specifico non esistono filtri che blocchino il pm 2,5 ed i particolati più fini.
La mortalità legata al particolati ultrafini -per i quali come detto non esistono filtri atti a bloccarne la fuoriuscita dai camini dei “termovalorizzatori”- aumenta, nelle zone attigue agli impianti, in percentuale dal 6 al 14% (secondo il tipo di patologia).
I articolati, se inalati non sono filtrati dalle zone alte del sistema respiratorio e giungono direttamente agli alveoli polmonari provocando una possibile infiammazione cronica delle vie respiratorie e, penetrando direttamente anche nei vasi sanguigni possono alterare in maniera significativa le cellule circolanti nel sangue (globuli rossi, bianchi…) provocando uno stato infiammatorio generale con, per esempio, un aumento del rischio trombotico.
E’ stato dimostrato anche che un accumulo di pm 2,5 può verificarsi anche nei tessuti cerebrali, ai quali giunge sempre per via respiratoria, concorrendo all’insorgenza ed all’aggravamento di varie malattie degenerative tra cui per esempio il morbo di Alzheimer; negli Stati Uniti l’insorgenza del la malattia è aumentata dal 1979 del 1200%.
L’OMS ha calcolato che grazie all’inquinamento da polveri sottili ogni italiano vede ridotta la propria aspettativa di vita di circa nove mesi.
Detto ciò si può tranquillamente affermare che non esistono impianti d’incenerimento sicuri, tanto più che un impianto come quello di Brescia, indicato dagli ultras inceneritoristi come esempio di ecocompatibilità, ha recentemente sforato i limiti d’emissioni consentite per legge…quella legge che comunque permette che si immettano nell’ambiente sostanze altamente nocive per gli organismi a vantaggio solo dei portafogli dei gestori degli impianti e delle lobbies che li appoggiano…senza contare di come poi le emissioni “tollerabili” vengano calcolate senza tener conto degli altri fattori inquinanti cui sono esposte le popolazioni come il traffico, grandi cicli produttivi ecc…che possono concorrere al peggioramento delle condizioni ambientali.

L’inceneritore come distruttore di materia
 
Un’altra simpatica leggenda metropolitana vuole gli inceneritori –ma chiamati più bucolicamente “termovalorizzatori”- san(t)i aggeggi distruttori del nostro surplus consumistico e produttori d’energia…quale invenzione! Peccato che per produrre un kilowat ora un inceneritore –io preferisco chiamarli ancora con il nome che più gli attiene-  abbia bisogno di consumarne tre; senza contare che, il termodistruttore –forse nome che gli si addice ancora di più- non faccia altro che bruciare materia e, visto che l’energia presente nei prodotti della combustione (fumi, ceneri…) è pari alla quantità d’energia presente nei rifiuti all’inizio del processo di combustione, secondo il primo principio della termodinamica, la legge sulla conservazione dell’energia, e in forza della seconda legge della termodinamica o legge dell’entropia, quell’energia non è più disponibile per essere utilizzata; quindi il processo d’incenerimento risulta essere comunque un gravoso deficit energetico, nonché generatore d’entropia.

L’inceneritore come gallina dalle uova d’oro 

Ma perché dunque invece di chiudere questi impianti di morte, ne vengono costruiti altri? Semplice, perché intorno al business rifiuti girano molti soldi, i soldi dei CIP 6 o certificati verdi, soldi che tra l’altro giungono direttamente dalla comunità europea…qualche anno fa (primo esecutivo Prodi se non sbaglio…) il governo continentale ha emanato una direttiva che chiedeva tra le altre cose ai governi nazionali di affrontare il problema energetico incentivando la produzione di energie rinnovabili; a questo fine l’Europa avrebbe provveduto a stanziare cospicui finanziamenti per gli impianti e le pratiche ecologicamente compatibili. Questa direttiva, recepita a livello nazionale ha subito una leggera ma definitiva modifica, aggiungendo accanto alla dicitura “energie rinnovabili”, quella più ambigua “e assimilabili”…si è poi precisato in seguito che a patto di “adeguamenti” agli impianti d’incenerimento i rifiuti sarebbero stati considerati energie rinnovabili…d’altra parte di mondezza ne produciamo a spron battuto…o no? Semplice intuire quanto quindi, in una società basata sulla sovrapproduzione ed il consumo, i rifiuti diventino appetibili.

Detto ciò si può ben vedere quanto sia necessario è stringente risolvere il problema dei rifiuti, sicuramente incentivando, per esempio, la raccolta differenziata “spinta” porta a porta ed innescando quelle pratiche di riciclo/riutilizzo dei rifiuti atte a perseguire come pratica l’allungamento del ciclo vitale delle merci, restituendogli un valore d’uso che al giorno d’oggi risulta essere totalmente subordinato al valore di mercato.
E’ logico come l’affrontare il problema dei rifiuti e proporre soluzioni che vadano nella direzione di un drastico abbattimento della loro produzione, vuol dire soprattutto mettere in discussione la forma stessa della società in cui ci troviamo a vivere, una società votata al consumo e tutta presa a produrre utile per l’utile; affrontare il problema rifiuti vuol dire affrontare il nodo del rovesciamento della produzione e della sua riorganizzazione in una forma che abbia come obbiettivo principe quello di soddisfare i bisogni reali degli individui.

I
l presidio permanente “Giulio Maccacaro” contro l’inceneritore di Montale (PT)

Secondo noi è necessario partecipare attivamente a tutte le mobilitazioni che vedano impegnate le popolazioni, ancora più importante quando queste mobilitazioni dimostrino un’insofferenza, quando non proprio diffidenza, nei confronti del potere, tentando da parte nostra di incentivare quelle pratiche di autorganizzazione che come anarchici proponiamo da sempre. In quest’ottica da ormai sei mesi alcuni di noi partecipano attivamente alla vita del presidio permanente che dalla fine di Luglio sorge innanzi al termodistruttore di Montale, comune in provincia di Pistoia.
Quest’esperienza è interessante in quanto ci ha dato e ci dà la possibilità di un confronto diretto su teorie e pratiche che altrimenti riusciremmo difficilmente a condividere con non anarchici.
La strutturazione politica del presidio e totalmente orizzontale, non esistono né gerarchie né leaders, le decisioni vengono prese collegialmente in assemblea, e l’assemblea è l’organo sovrano riguardo organizzazione interna e iniziative dello stesso; ognuno al suo interno ha diritto a esprimere opinioni e proporre iniziative con il massimo della libertà possibile, ed ognuno da al presidio nella misura che ritiene più opportuna senza che per questo si venga a creare nessun tipo di discriminazione…In questi mesi sotto il nostro tendone sono passate centinaia di persone, si sono visti politici affamati di “bacini d’utenza” che se ne sono andati poi con la coda tra le gambe; sotto il nostro tendone sono state organizzate innumerevoli iniziative, da incontri con produttori di detersivi ecosostenibili a incontri sul precariato fino ad una serata con Andrea Papi con il quale abbiamo discusso di democrazia diretta, autorganizzazione ed autogestione.
Lo strumento presidio è anche importante anche per generalizzare quei saperi che altrimenti rimarrebbero rilegati a quelle sacche di competenza che il potere determina per ognuno di noi.
Certo, non tutto è rose e fiori, i problemi sono molti, non ultime le attenzioni dei cagnetti da guardia in divisa, ma comunque nessuno di noi è disposto a tirarsi indietro, se non quando l’inceneritore non sarà chiuso per sempre. Sempre e comunque contro ogni nocività.


Se qualcuno fosse interessato alle nostre iniziative può informarsi tramite il nostro sito:
http//:presidiopermanentemontale.indivia.net