riceviamo e diffondiamo:
Aggiornamento 17 marzo. Questa mattina un funzionario dell’Ambasciata nigeriana ha “fatto visita” a Joy
e le ha annunciato che sarà deportata domani mattina, con un volo che
arriverà apposta da Londra. Abbiamo contattato per l’ambasciata
nigeriana di Roma, ma ci è sembrato che la funzionaria con la quale
abbiamo parlato non si sia resa ben conto della gravità di questa
deportazione. Vi lasciamo qui sotto i numeri contatti, prova e riprova
magari si convince…
Ambasciata Nigeria – Roma, via Orazio 14
Email: nigerian.rome@iol.it
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LA POLIZIA STUPRA… LA QUESTURA DEPORTA!!
Luglio 2009: Joy, una ragazza nigeriana rinchiusa nel centro di
identificazione ed espulsione di via Corelli a Milano, subisce un
tentativo di stupro da parte dell’ispettore capo di polizia Vittorio
Addesso.
La sua determinazione e quella della sua compagna di stanza, Hellen, riescono ad allontanare l’uomo.
Agosto: scoppia una rivolta nel CIE, a cui partecipano tutti i
detenuti. Vengono arrestati nove uomini e cinque donne. Tra queste
anche Joy ed Hellen, dopo essere state umiliate e picchiate dal solerte
aguzzino e stupratore Addesso.
Dopo sei mesi di carcere, e la deposizione della denuncia per tentato
stupro da parte di Joy, tutte le ragazze vengono rinchiuse un’altra
volta in un CIE, in attesa del rimpatrio coatto verso i paesi d’origine.
Il 15 marzo Joy ・stata trasferita dal CIE di Modena a quello di
Ponte Galeria a Roma, insieme a molte altre donne nigeriane. Ieri il
console nigeriano ・entrato nel CIE per identificare una decina di
ragazze. Sappiamo bene cosa significa questo: l’espulsione a brevissimo
termine. Domani tornerà per finire il loro lavoro mercenario,
identificazione e espulsione in cambio di soldi.
Entro un paio di giorni le vogliono espellere tutte: una vera e propria deportazione di massa.
Già da giorni giravano voci riguardo alle pressioni da parte della
questura di Milano perché Joy venisse espulsa. Pur di proteggere
Vittorio Addesso, i suoi colleghi sono disposti ad agire nelle maniere
più vili.
Come il 25 novembre scorso quando, manganelli alla mano, hanno più
volte caricato,un presidio di donne che volantinavano alla stazione
Cadorna di Milano per denunciare che i CIE sono luoghi di tortura per
tutti i reclusi, e che se i reclusi sono donne tortura vuole dire anche
abusi sessuali da parte dei guardiani.
O come quando, nella notte fra l’11 e il 12 febbraio, la questura ha
deciso di far “sparire” le cinque ragazze dalle carceri in cui erano
rinchiuse per riportarle nei CIE, solo per non far loro incontrare i
numerosi solidali che già dalla mattina attendevano la loro
scarcerazione.
Oggi la questura spinge per l’espulsione di Joy; e con lei si libera
anche di quella fastidiosa denuncia che porterebbe alla luce tutte le
nefandezze che ogni giorno avvengono, con l’avvallo e la complicità di
polizia e croce rossa, in questi moderni lager per immigrati chiamati
CIE.
La storia di joy ci dimostra come gli apparati repressivi e di
controllo dello stato esigano soprattutto che i ricatti sessuali che
ogni donna e trans subisce dentro i CIE rimangano taciuti.
La forza che hanno dimostrato Hellen e Joy fa paura, perché è la forza
che smaschera la verità di quello che accade dentro le mura di quei
lager per migranti. Gli aguzzini che li controllano stanno facendo di
tutto per impedire che questo precedente apra un varco o una breccia in
quelle mura.
Che nessuno/a ci venga più a dire che in Italia ci sono leggi contro
la violenza sessuale e lo stalking e che è necessario denunciare.
Chiunque ancora lo pensa, da oggi in poi si ricordi bene questo: le
forze dell’ordine hanno licenza di stuprare, anche grazie alle
coperture di cui godono e grazie a un apparato istituzionale connivente.
I cie sono luoghi di tortura fisica e psicologica per tutti i
reclusi. Dove le persone vengono picchiate, costrette a prendere
psicofarmaci, private della loro libertà solo perchè non provviste di
un regolare pezzo di carta chiamato permesso di soggiorno; e dove le
donne subiscono continue molestie sessuali fatte di battute sessiste,
sguardi obliqui delle guardie uomini, fino ai veri e propri tentativi
di stupro.
Nessuna pace per chi stupra e molesta le donne e con chi gestisce
questi CIE,tanto più se lo fa forte della divisa che indossa e delle
connivenze di cui gode!!!