Pistoia: giovane arrestato muore all’interno della caserma dei carabinieri

Da Indymedia Toscana:

Un giovane di 24 anni è morto questa
notte , dopo la somministrazione di un sedativo, all’interno della
caserma dei CC ove era trattenuto da ieri sera

Un
giovane di 24 anni è morto nella notte poco prima di arrivare
all’ospedale di Pistoia e dopo essere stato arrestato e trattenuto
all’interno della caserma dei carabinieri.
Secondo la ricostruzione fornita dall’Arma (al momento non esistono
altre versioni e difficilmente ne usciranno di nuove), al ragazzo
sarebbe stato somministrato un sedativo da parte del medico del 118 per
le sue intemperanze.

Il giovane, sempre secondo la versione dei carabinieri, sarebbe stato
arrestato intorno alle 21,30 di lunedì in stato di ebbrezza con
l’accusa di aver rapinato l’ex fidanzata.
Il sedativo, somministrato in dosi letali oppure incompatibile con il
tasso alcolemico del giovane (delle due l’una altrimenti esiste una
terza ragione al momento ignota), ha portato alla morte del 24enne.
A mezzanotte, quando i carabinieri hanno chiamato di nuovo il 118
perché il fermato non dava cenni di vita, a nulla sono valsi i
tentativi di rianimazione del personale medico.
La magistratura ha aperto un’inchiesta disponendo l’autopsia in programma mercoledì mattina.

 

Ovviamente i carabinieri assassini scrivono "sedativo", che noi leggiamo come TSO, trattamento sanitario obbligatorio, un’altra arma a disposizione del potere per disciplinare i comportamenti socialmente "pericolosi" come  ad esempio la manifestazione del dissenso (tanti compagni hanno subito TSO per aver semplicemente reagito ai soprusi degli sbirri) o la rivolta contro l’autorità. Nuovamente gli sbirri pistoiesi si dimostrano zelanti esecutori della nuova politica repressiva che sta accompagnando la nuova stagione fascista che sta calando sul belpaese…arresti e detenzioni ingiustificate come quelle per i fatti di Domenica 11, ora l’omicidio "chimico" con il 118 come complice. Pistoia si sta dimostrando, in Toscana, laboratorio di repressione per sperimentare quelle tecniche di disciplinamento sociale che poi verranno applicate anche nel resto della regione. Sabato 24 manifesteremo per la liberazione dei tre compagni sequestrati dallo stato nella notte tra Domenica 11 e Lunedì 12, e per pretendere la cancellazione delle denunce a carico di altri otto compagni…ma certo non ci dimenticheremo di questo ennesimo morto ammazzato tra le mura di un edificio delle forze del disordine.

 

Torino – Sgomberato il Velena Squat

Da informa-azione:

riceviamo e pubblichiamo

Questa mattina, verso le 6.30, le forze di repressione comunale si sono presentate alle porte del Velena Squat, di corso Chieri 19 a Torino, rioccupato
il 16 aprile del 2009. Dopo una resistenza sul tetto da parte di due
occupanti le porte dello stabile hanno ceduto (in particolare quelle
della finestra del terrazzino), permettendo agli infami sbirri di
entrare, sgomberare e sigillare l’edificio.

Naturalmente non è finita qua, si incomincia con un presidio
itinerante dalle 11.30 a palazzo nuovo, presto ne sentirete delle
belle, a presto maggiori informazioni!

Occupa e Resisti!

Solidali con chi squotta!


Solidarietà ai compagni diTorino da Pistoia! Sgomberi e repressione non ci fermeranno. Per l’Anarchia, ora e subito!

 

 

Aggressione a Prato di un Bengalese a opera di Fascisti Pistoiesi e Fiorentini

Prima lo hanno insultato e minacciato, poi si sono accaniti su di lui
con calci e pugni fino a procurargli lesioni che hanno reso necessario
il ricorso alle cure dei medici del pronto soccorso. Quattro fascisti,
tre uomini e una donna, poco dopo mezzanotte di ieri, hanno aggredito
un cittadino bengalese che stava vendendo rose agli avventori e alle
coppiette di passaggio fuori dal locale “Aroma di Vino” in via Santo
Stefano, alle spalle della Cattedrale. I quattro teppisti sono stati
rintracciato subito dopo da una pattuglia del Radiomobile dei
carabinieri: si tratta di un 21enne di Pistoia, il probabile capo, di
un suo coetaneo proveniente da Genova, di un fiorentino di 18 anni e di
una pistoiese di 22 anni
. Per tutti loro è scattata la denuncia per i
reati di concorso in violenza privata, lesioni personali aggravate il
tutto commesso con finalità di discriminazione e odio razziale. Il capo
della banda, che dovrà rispondere anche di porto ingiustificato di
strumenti atti all’offesa, non sarebbe nuovo a episodi del genere.
La vigliacca aggressione è scattata intorno a mezzanotte e mezzo. Il
bengalese, un 30enne con in corso la domanda di regolarizzazione, stava
vendendo le sue rose quando è finito nel mirino dei quattro naziskin:
prima sono volate offese e minacce a sfondo razziale, poi il capo e uno
degli altri maschi hanno iniziato a colpirlo con calci e pugni,
incitati dagli altri due teppisti. Il bengalese è rimasto dolorante a
terra, mentre uno dei dipendenti del locale dava l’allarme al 112. I
carabinieri hanno raccolta la prima descrizione degli aggressori: teste
rasate, molti tatuaggi, stivaletti anfibi ai piedi. E’ iniziata allora
una veloce battuta di ricerca, conclusa in via Magnolfi dove il
quartetto è stato intercettato e bloccato. In auto, oltre ad un
coltello a serramanico, c’erano anche numerosi cd musicali che sulla
copertina riportavano emblemi nazi-fascisti.
Il bengalese, intanto,
veniva accompagnato al pronto soccorso, dove è stato medicato e dimesso
con 7 giorni di prognosi.

‘Answers’ pistoia: Nessun passo avanti! Sciopero a oltranza!!

…sfogo di un operatore ”Phonemedia", (gruppo recentemente acquisito dalla fantomatica società ”Omega” con sede in lussemburgo)società con sedi in tutta Italia e in Argentina per cui lavora anche il ‘famoso’ call-center pistoiese ‘Answers’ che a Pistoia da lavoro a circa 700 persone….(ma da parecchio tempo non più gli stipendi!!)

http://www.youtube.com/watch?v=lFTHbApvuLc

 

TANTA SOLIDARIETà

La massima solidarietà ai compagni arrestati da parte di Promemoria di Trieste.

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E LORO ARRESTANO GLI ANTIFASCISTI!

Nel pomeriggio di domenica 11 ottobre a Pistoia, la sede di “Casa Pound”, organizzazione neo-fascista che attraverso manifestazioni fomenta l’odio sociale e quello razziale, ha subìto un’irruzione da parte di un gruppo che la polizia ha dichiarato essere costituito da giovanissimi sotto i 20 anni.
Qualche ora dopo, 25 antifascisti (di età fra i 35 e i 45 anni, quindi per niente giovanissimi), riuniti nel Circolo ARCI “1° maggio” dove hanno dovuto subire la perquisizione della polizia, sono stati fermati mentre ne uscivano, condotti in questura, dove sono stati trattenuti per molte ore, interrogati senza l’assistenza di un avvocato, infine, quando già era alba, rilasciati (grazie al presidio fatto davanti alla questura per tutta la notte da un centinaio di compagni dei fermati accorsi a solidarizzare con loro), mentre 3 di loro sono stati arrestati con imputazioni che vanno dalla “devastazione” ad “azioni con finalità di terrorismo”!!!

“Casa Pound” è strettamente intrecciata col PdL (Forza Italia+Alleanza Nazionale), come a Pisa, dove alcuni di loro sono all’interno di “Laboratorio ’99”, un circolo che ha anche consiglieri comunali e provinciali del PdL. Cosa che avviene in molte altre città e che prova che la destra estrema gode di sostegno, legittimazione e copertura da parte del PdL. Anche a Pistoia, nella sede di “Casa Pound” al momento dell’irruzione era presente un consigliere comunale del PdL.

Ritornando ai fatti di domenica a Pistoia, c’è da dire che il Circolo ARCI si trova a qualche centinaio di metri dalla sede di “Casa Pound”, cosa che la polizia sta usando per cercare di dimostrare che gli autori dell’irruzione nella sede neo-fascista sono poi andati a rifugiarsi all’ARCI. Cioè, invece di squagliarsela, sarebbero rimasti sul luogo del delitto: che furbi!!!

Quello che è avvenuto solo pochi giorni fa a Napoli (manifestazione antifascista di massa contro l’occupazione di un immobile da parte di “Casa Pound”, finita con l’arresto di 3 antifascisti e un feroce pestaggio di molti di loro a opera di reparti della polizia) oggi si verifica in Toscana coi fatti totalmente illegali commessi dalla polizia a Pistoia.
Gli episodi di violenza fascista sono ormai numerosi anche in Toscana e a Pisa, dove si sono avuti attentati incendiari e lancio di bombe-carta contro sedi di partiti di sinistra e centri sociali, continue aggressioni contro gl’immigrati.

Di fronte a noi sta un Governo travolto dagli scandali e dai processi pendenti sul suo capo supremo, delegittimato dalla bocciatura, da parte della Corte Costituzionale, del cosiddetto “Lodo Alfano” con cui si era sottratto alla Giustizia; un Governo screditato a livello internazionale e interessato non a fronteggiare la crisi ma ad approfittarne per accanirsi contro i lavoratori, i precari e i disoccupati, gli studenti, perché non rialzino più la testa.
In questa situazione, il Governo ha tutto l’interesse a promuovere una sorta di strategia della tensione, di montarla con le sue forze di polizia, di aizzarla coi mezzi d’informazione di cui ha la proprietà e il controllo il suo capo e padrone.
Una strategia che ha l’obiettivo di accrescere il dominio del Governo -e dei poteri e dei settori sociali che lo sorreggono e che se ne avvantaggiano- sulla società e sui movimenti di lotta che possono percorrerla per difendersi dalla crisi economica, sociale e politica che stiamo vivendo.

Le perquisizioni, i fermi e gli arresti arbitrari dell’11 ottobre a Pistoia sono fatti gravissimi contro la democrazia, contro la legalità costituzionale e contro l’antifascismo.

Gli antifascisti devono ritornare subito in libertà,
 il questore di Pistoia deve dimettersi,
in galera devono finire gli autori delle aggressioni fasciste
ai danni degli omosessuali, degl’immigrati, dei democratici.

COORDINAMENTO ANTIFASCISTA ANTIRAZZISTA TOSCANO

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Solidarietà per i giovani arrestati a Pistoia

12 ottobre 2009

In relazione a quanto avvenuto domenica 11 ottobre a Pistoia dopo l’assalto di un gruppo di persone non identificato nei confronti del circolo di estrema destra Casa Pound, ARCI Livorno con il presente esprime solidarietà ai 3 ragazzi arrestati durante una riunione presso il circolo Primo Maggio di Pistoia con l’accusa di aver fatto parte del gruppo di aggressori.
Di fatto, l’arresto alla luce dei fatti è avvenuto senza prove e sulla base di supposizioni tali da non giustificare un procedimento di tale portata, maturato inoltre dopo una lunga nottata trascorsa in Questura per le procedure di identificazione.

ARCI Livorno oltre ad esprimere solidarietà ai tre giovani arrestati ne chiede il rilascio sulla base di un’assenza di prove oggettive e in riferimento alle contestuali dichiarazioni di estraneità ai fatti e di innocenza espresse dai ragazzi stessi.

Chiediamo inoltre che venga intrapreso un procedimento di indagine che restituisca verità a quanto accaduto.
Livorno, 12 ottobre 2009

Arci Livorno
RadioCage

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Liberare gli arrestati e Prosciogliere gli indagati
 
Esprimiamo la massima solidarietà a tutti i compagni arrestati, perquisiti, indagati Domenica 11 ottobre a Pistoia.

I fatti:

Domenica 11, nel pomeriggio, si sta svolgendo nei locali del circolo " 1° Maggio" di Pistoia, una riunione tra diverse realtà della Toscana per la costruzione di un “coordinamento regionale contro le ronde” introdotte dal pacchetto sicurezza.
Mentre la riunione si svolge, al circolo arriva la Digos. Pretende prima, come al solito, di identificare tutt* i presenti. Poi, con “l’aiuto di polizia e carabinieri”, perquisiscono il circolo. Non trovano niente e, mai contenti, portano le oltre venti persone in questura caricandoli sulle volanti.
Nessuna spiegazione del “perchè dei fatti” viene data alle persone prima identificate, poi perquisite, poi trascinate in questura.
Solo qualche ora più avanti la polizia sosterrà di aver agito in conseguenza della rottura delle vetrine e di un’irruzione contro la sede di Casa Pound Pistoia che si trova nelle vicinanze del Circolo Primo Maggio ad opera di “ignoti travisati”.
Tutti restano in stato di fermo in questura fino le 5.00 del mattino e interrogati, poi:

·    3 persone vengono trattenute in arresto con le accuse di “devastazione e
·    saccheggio”, “lesioni” e “violenza”

– 8 denunciati e sotto indagine per le stesse accuse
 
Alla gravità di un’ operazione di polizia condotta con arbitrarietà e numerose scorrettezze procedurali. Alla gravità di una retata, di fatto, contro persone estranee ai fatti e riunite in assemblea dentro un circolo Arci. Alla gravità del modo pretestuoso di “colpire nel mucchio” compagn* not* e “colpevoli” solo del proprio impegno sociale e politico.
Si aggiunge la gravità delle accuse e dei reati contestati.

Devastazione e Saccheggio, da 8 a 15 anni di carcere:
le lotte si colpiscono così!

Polizia e Giudici hanno scelto, per punire i “supposti” ( e ribadiamo “supposti”) , colpevoli dell’attacco alla sede di Casa Pound Pistoia, di utilizzare il reato di Devastazione e Saccheggio.
Lo stesso reato contestato ai responsabili della Strage del Vajont di 40
anni fa (3.500 morti e 3 paesi spazzati via) e, con disinvoltura, ai 10 manifestanti condannati per le proteste al G8 di Genova 2001. Un reato che, da tempo ormai, magistratura e forze dell’ordine sostituiscono a quello di “danneggiamento”, considerato “troppo leggero” in termini di pena prevista, laddove i fatti siano riconducibili o collegabili a dinamiche di lotta sociale e politica e/o ci sia il sentore di una “matrice ideologica”.
La giustizia italiana tenta, e sta riuscendo spesso, a “regalare” decine di anni di carcere equiparando, in termini di pena e gravità morale, la rottura di una vetrina ad un omicidio colposo.
Nel caso dei manifestanti di Genova la pena e’ stata addirittura aumentata in appello per farne un caso esemplare.
Non va dimenticato come queste operazioni siano sempre seguite dal can can mediatico teso a stigmatizzare i singoli episodi.
Appare evidente il tentativo di accreditare una prassi giudiziaria da poter utilizzare, abbinata al manganello in questi anni di crisi ed incertezze, contro lotte e resistenze sociali potenzialmente in crescita.
L’uso del reato di devastazione e saccheggio è cucito sull’esigenza di accreditarlo agli occhi dell’opinione pubblica come il meccanismo con il quale si puniscono i conflitti sociali senza “esporsi”, senza dover riconoscere il merito delle questioni, senza leggittimare politicamente l’avversario. Devastazione e Sacchegio per trattare le lotte come meri problemi di ordine pubblico, ma con pene elevate al quadrato.
Tutto questo non deve accadere.

Liberi tutti / Prosciolti tutti

Da Firenze:

-CSA nEXt Emerson
-Movimento di Lotta per la Casa
-Rete Insicuri

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Libertà per gli antifascisti
La politica fascista e repressiva sta avanzando ormai da tempo, si è imposta ancora una volta domenica 11 ottobre a Pistoia con l’arresto ingiustificato di due compagni del MOVIMENTO ANTAGONISTA LIVORNESE e di un altro compagno.Come giovani comuniste/i livornesi chiediamo, vista l’evidente estraneità dai fatti dei compagni, l’immediata scarcerazione di coloro che sono le vittime di queste vicende.A pochi giorni dalle sentenze sui fatti di Genova, dove si puniscono con pene esemplari i ragazzi e le ragazze che manifestavano contro il G8 mentre si assolvono i mandanti di quella che – a detta di alcuni appartenenti alle forze dell’ordine – fu una “macelleria messicana”, l’episodio di Pistoia si fa ancora più grave e significativo.
Non solo non si impedisce la nascita e la proliferazione di gruppi fascisti – come tra l’altro prescrive il nostro ordinamento giuridico – ma addirittura, e purtroppo questo non è un caso isolato, si vanno a colpire persone che ogni giorno lavorano e lottano per la promozione delle libertà, dell’uguaglianza e che agiscono proprio nello spirito della nostra Costituzione.Ancora una volta la pomposa macchina repressiva dello Stato ha inteso colpire degli innocenti, dei compagni, per difendere indegni fascisti che fanno dell’odio e della xenofobia la loro ragione di vita. La presenza di un consigliere comunale del PdL in quella sede conferma che il cordone ombelicale tra neofascisti e destra istituzionale non si è, ma era prevedibile, ancora rotto. I comunisti e le comuniste hanno fondato col sangue di migliaia di compagni e compagne questa Repubblica e hanno firmato la Costituzione repubblicana, ricordiamo in proposito che Umberto Terracini, Presidente dell’Assemblea Costituente, era comunista; deve essere chiaro che lotteremo oggi più di allora per difenderla e farne rispettare le leggi.
I Giovani Comunisti di Livorno esprimono la loro massima solidarietà ai compagni/e Alessandro, Elisabetta e Alessandro ingiustamente arrestati e lotteranno affinché risulti immediato il loro rilascio.
LIBERI TUTTI E LIBERI SUBITO!!!
Giovani Comunisti Livorno 14 ottobre 2009

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SOLIDARIETA’ AGLI ANTIFASCISTI DI PISTOIA
I giovani di Red Block esprimono massima solidarietà antifascista ai due compagni arrestati.
Chiudere tutti i covi delle fecce fasciste!
Contro il moderno fascismo che avanza ribellarsi è giusto!
Creare RAF( reti antifasciste) ovunque!

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Libertà subito per gli antifascisti arrestati a Pistoia.
Chiudere i covi fascisti.
(14 ottobre 2009)
Gli arresti effettuati dalla questura di Pistoia dimostrano ancora una volta, se ce ne fosse bisogno, la disparità di trattamento che il sistema repressivo/giudiziario italiano riserva agli antifascisti piuttosto che alla variegata criminalità fascista, razzista e xenofoba che da anni insanguina e rende insicure le strade e le piazze del paese.
Ogni giorno sentiamo di pestaggi, devastazioni, attentati di vario genere contro migranti, comunisti, militanti di sinistra, gay, lesbiche. Ma con altrettanta frequenza siamo costretti a constatare l’assenza di arresti o fermi di coloro i quali, richiamandosi a pseudo ideologie reazionarie, commettono tali reati. Questa disparità di trattamento non ci sorprende. Dal secondo dopoguerra è una caratteristica delle politiche poliziesche e giudiziarie dei vari governi succedutisi nel paese.
 Non a caso nessuno ha mai pagato per le stragi statal-fasciste di Piazza Fontana, Italicus, Piazza della Loggia, Bologna. Insieme alle centinaia di vittime delle stragi, altre decine sono stati gli antifascisti uccisi impunemente.

Il reato di ricostituzione del partito fascista, previsto non a caso da una Carta Costituzionale nata dalla Resistenza, ha progressivamente perso ogni valore. Si aprono sedi nelle quali si organizzano l’apologia del fascismo, con simboli e materiale informativo, ma soprattutto dove si formano squadre che colpiscono fisicamente i soggetti deboli e gli esponenti di sinistra. Squadre che, in base al cosiddetto “pacchetto sicurezza”, in alcune zone del paese sono legittimate per legge.
Non sappiamo esattamente come si siano svolti i fatti di Pistoia. Sappiamo però che chiudere la sede di una organizzazione fascista rientra nell’ambito di una legittimità costituzionale che dovrebbe esser fatta rispettare da chi oggi arresta gli antifascisti.
Forze dell’ordine e Magistratura dovrebbero intervenire preventivamente con la chiusura di questi covi fascisti. Così facendo renderebbero onore alla Costituzione e nel contempo risolverebbero alla radice un grave problema di sicurezza .
Se così non agiranno ci dovremo attendere nel prossimo futuro un innalzamento della tensione politica in tutto il paese. La memoria degli orrori della dittatura mussoliniana, nonostante l’incredibile lavorio revisionista di questi anni, è ancora ben viva tra le migliaia e migliaia di antifascisti disposti a scendere in piazza e a battersi per fermare il nuovo squadrismo fascista.
Chiediamo l’immediata liberazione dei tre antifascisti arrestati e la chiusura di tutte le sedi fasciste.
La Rete dei Comunisti – Pisa
fonte: cpianopisa@alice.it

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LIBERTA’ PER GLI ANTIFASCISTI ARRESTATI A PISTOIA

Quello che è accaduto a Pistoia domenica  11 ottobre  è  di enorme gravità.
Lo strano ed  inquietante assalto alla sede neofascista Agogè-Casa Pound da parte di sconosciuti assalitori viene utilizzato come pretesto per una provocatoria operazione repressiva  di polizia contro gli antifascisti toscani.    C’ è da chiedersi dove fossero e cosa facessero le forze dell’ ordine nel centro cittadino nello stesso momento, dato che gli  “sconosciuti assalitori” hanno avuto tutto il tempo per devastare i locali di Casa Pound uscire e dileguarsi del tutto indisturbati. 
Dopo però le stesse forze dell’ ordine con grande solerzia ( a seguito di una fonte confidenziale imprecisata )si sono accanite contro l’ assemblea  pacifica e già indetta da tempo dagli antifascisti toscani al circolo Primo Maggio contro le scelte del governo sulle così dette ronde e sul pacchetto “sicurezza”.  Entrare  in un circolo politico, sapendo in anticipo non di trovare alcunché,  deportare negli uffici della questura una ventina di cittadini, fermarli,  arrestare tre di loro con l’ accusa di essere tra i partecipanti all’ assalto avvenuto nel pomeriggio a Casa Pound senza alcun elemento provante  è simile alle metodologie delle dittature sudamericane.  Bisogna considerare inoltre che tra gli arrestati, Elisabetta Cipolli necessita costantemente di particolari cure mediche.     Crediamo che tutta l’ operazione sia stata manovrata dall’ alto, per  accrescere la tensione in una regione dove la tradizione antifascista nata dalla resistenza è radicata nella popolazione.  Il tentativo della nuova destra estrema  di conquistarsi aree di consenso  è anche avvallata dalle scelte irresponsabili di partiti alla guida della Regione Toscana che solidarizzano con la destra piuttosto che verificare i fatti accaduti e difendere gli antifascisti. Nell’ ultimo anno non si contano più le aggressioni  e gli assalti ai danni dei militanti di sinistra, migranti, ed omosessuali. 
Porteremo il 17 ottobre a Roma durante la manifestazione nazionale contro il razzismo, la stessa volontà politica degli arrestati di battersi contro le ronde e il pacchetto “ sicurezza “.
 Chiediamo a tutti gli antifascisti toscani di mobilitarsi ovunque contro le nuove destre  e contro le ronde.
Tutte le sedi neofasciste devo essere chiuse e  considerate fuorilegge .
Chiediamo la scarcerazione immediata di Elisabetta Cipolli, Alessandro Orfano e Alessandro Della Malva,che hanno l’ unica colpa agli occhi del prefetto e del questore di Pistoia di essere antifascisti.

PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI  
per il Coordinamento della Toscana
Ruggero Rognoni

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Communist Organization of Greece
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Statement on the new arrest of antifascists in Italy

The Communist Organization of Greece condemns the new attacks of the Berlusconi regime against the antifascist movement, and more concretely the police invasion in the “1st May Club” in Pistoia and the arrest of the antifascist militants Alessandro Della Malva, Elisabetta Cipolli and Alessandro Orfano. These provocative attacks come in sharp contrast with the tolerance of the Berlusconi regime (and of the PD “opposition”) towards the countless and continuous crimes of the fascist gangs, and with the extreme violence perpetrated by the extreme right wing, the reactionary state and the repressive mechanisms against the progressive people, the youth and the immigrants.

We express our full solidarity with the 3 arrested comrades and with all the victims of the repression in Italy; we demand their immediate release and the cessation of all legal procedures against them. We salute the antifascists who resist this new wave of increased antidemocratic repression and organize the resistance in working places, universities and neighborhoods all over Italy. We join our voices with those of the Italian progressive people who struggle in order to shut down the offices of the real criminals: the fascist gangs.

Immediate liberation for Alessandro Della Malva, Elisabetta Cipolli and Alessandro Orfano!
The democratic rights are not negotiable! The struggle for the people’s cause is legitimate!

Athens, 14 October 2009
KOE – International Relations Department
________________________________________________________________________
Post Address  Newspaper “Aristera!”, Isaia Salonon 6, GR-11475 Athens
Phone  +30 210 6441745 * Fax  +30 210  6430024 * Email  k.o.e@tellas.gr * Web  www.koel.gr

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Cari compagni,
il Consiglio di Coordinamento del movimento operaio dell’Ucraina (KSRD) e la redazione del giornale “Azione Operaia”, esprimono solidarietà ai compagni arrestati a Pistoia. Come facciamo sempre, abbiamo tradotto la vostra lettera in forma ridotta e metteremo al corrente i nostri compagni e lettori in Ucraina e nei paesi dell’ex-URSS. E’ pubblicata nel sito
 http://proletar.org.ua/news/4027/15102009-italiya-svobodu-tovarishcham-iz-pistoii
 
Dateci informazione a quali indirizzi inviare lettere di protesta,
 Sinceramente vostri
 
Coordination Сouncil of worker`s movement of Ukraine (KSRD) Edition of the newspaper "Workers` Action", http://proletar.org.ua

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Esprimiamo solidarietà per i compagni arrestati a Pistoia, per il compagno denunciato…. Esprimiamo solidarietà per tutti i compagni e le compagne che sono stati prelevati, sequestrati per ore in questura senza nessun tipo di informazione sui reati che potevano aver commesso. Compagni che avevano la sola consapevolezza di aver partecipato ad una riunione antifascista. l’antifascismo militante non è reato! Partecipare a riunioni non è reato!
Vorremmo sapere anche i capi d’imputazione dei compagni! La stampa non deve prestarsi solo a fotografare persone che ignare vengano caricate e portate in questura.
Questo non è uno stato di diritto!
Chiediamo alla stampa borghese di indagare i motivi dei fatti e non solo di questi…chiediamo una informazione giusta e consapevole anche per chi non è un militante!

Noi donne del gruppo bella ciao di pistoia chiediamo giustizia.
Rosanna, Anna, Laura…

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Coordinamento Collettivi Comunisti

13 ottobre 2009

No alla repressione degli antifascisti!

 Domenica 11 ottobre a Pistoia la Digos, con la scusa di un attacco contro Casa Pound, ha fatto irruzione al Circolo Arci Primo Maggio dove era in corso un’assemblea per l’organizzazione delle mobilitazioni contro le ronde.

La polizia ha perquisito il circolo e, non trovando nulla di ciò che cercava, è passata all’identificazione dei 25
compagni presenti, provenienti da molte parti della Toscana, portandoli in un secondo tempo tutti in questura per “accertamenti”. Di questi fermi, tre sono stati trasformati in arresti, non si sa con quali accuse.

Ci troviamo davanti all’ennesimo atto repressivo, intimidatorio e persecutorio da parte della Polizia di Stato, nei
confronti di chi tutti i giorni è in prima linea nella lotta contro il fascismo.
Le autorità giudiziarie sono al servizio della borghesia che si mostra per quello che realmente è: corrotta e ladra, ci rapina e sfrutta ogni giorno, fa stragi sui posti di lavoro e nelle piazze, lasciando ovviamente impuniti fascisti, spacciatori e delinquenti della peggior specie.

Si moltiplicano le aggressioni fasciste, razziste e omofobe, mentre vengono arrestati e spesso condannati gli antifascisti che agiscono anche in difesa della Costituzione nata dalla Resistenza partigiana. Ricordiamo i fatti del 11 marzo 2006 a Milano, i pestaggi della scuola Diaz di Genova durante il G8 del 2001, i cui i responsabili sono stati assolti mentre i manifestanti che scesero in piazza contro i potenti della terra sono stati duramente condannati, anche in appello.

La collusione tra pezzi dello Stato e gruppi neo fascisti si è resa evidente anche per la questione specifica di Pistoia: all’interno della sede di Casa Pound vi era anche un esponente del PDL.

Perquisizioni senza mandato e fermi illegali e pretestuosi, arresti e condanne politicamente esemplari, sorveglianze
speciali e preventive nei confronti di comunisti, antifascisti ed anarchici sono gli strumenti che la borghesia utilizza nel tentativo di tenere in piedi il suo regime in crisi.

La repressione serve alla borghesia per ostacolare il legame che va rafforzandosi tra le masse popolari colpite
dagli effetti dalla crisi e il movimento comunista, antifascista,  antimperialista e anarchico. La repressione serve ad impedire che le masse popolari e la classe operaia trovino nei comunisti un sostegno e una guida per buttare all’aria l’ordinamento sociale borghese e per costruire il socialismo.

Non possiamo rimanere immobili davanti a questa situazione. È necessario sviluppare iniziative di solidarietà per i compagni arrestati anche proseguendo con determinazione la lotta contro la riabilitazione del fascismo e contro lemanovre intimidatorie e repressive dello Stato borghese sudicio e assassino.

La solidarietà nei confronti degli antifascisti è solidarietà di classe e passa anche attraverso la quotidiana determinazione dell’antifascismo militante. Nei nostri quartieri nelle nostre città!

Da Napoli a Pistoia gli antifascisti l’hanno detto chiaramente che i fascisti non hanno alcun diritto: le loro sedi e
la loro attività deve essere ostacolata in ogni modo!

La lotta antifascista è parte della lotta per ridare alla classe operaia un partito comunista in grado di dirigerla alla conquista del potere.
Il potere nelle mani della borghesia vuol dire miseria, repressione, fascismo e guerra. Il potere in mano alla classe
operaia vuol dire riscatto, emancipazione e benessere per tutte le masse popolari!

 

L’ANTIFASCISMO NON SI PROCESSA!

SOLIDARIETA’ CON I COMPAGNI COLPITI DALLA REPRESSIONE!

ORA E SEMPRE RESISTENZA!

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Esprimiamo la massima solidarietà  a tutti/e gli/le antifascisti/e colpite dall’infame repressione dello stato, a Pistoia. Oggi come ieri viene legittimato il fascismo in Italia e oggi come ieri,
l’antifascismo militante è l’unica soluzione politica che può sconfiggerlo!!! Contro le ronde, il razzismo, l’omofobia e la xenofobia solo RESISTENZA ANTIFASCISTA!!!!

NO PASARAN!!

ANTIFASCISTI/E VERONESI

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Libertà per Alessandro e per la compagna di Livorno!
Chiudere i covi fascisti!

Silvio Antonini
Segretario e Portabandiera
Anpi Cp Viterbo

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PRC PDCI: Comunicato stampa

Rabbia, sconcerto, preoccupazione, sono questi i sentimenti che ci sentiamo addosso, dopo la notizia dell’arresto delle compagne e dei compagni dell’Officina “Il Refugio” a Pistoia, anche per le modalità con cui è stato eseguito.
Per noi che li conosciamo bene, per avere spesso condiviso con loro molte battaglie, è come avessero arrestato due appartenenti al nostro Partito: la stessa rabbia, lo stesso sconcerto, la stessa preoccupazione.
E proprio perché li conosciamo, perché risulta evidente l’assoluta mancanza di elementi a loro carico e perché certi della loro estraneità ai fatti accaduti alla sede di Casapound, non possiamo che sentire puzza di un’operazione politica, volta ad allargare la strategia repressiva nei confronti delle forze antifasciste, antagoniste e comuniste che già troppo ha colpito nel nostro paese in questi anni.

Per questo chiediamo il rilascio immediato degli arrestati e manifestiamo la nostra piena solidarietà ai compagni e alle compagne del Movimento Antagonista Livornese e la nostra totale disponibilità a sostenere la loro lotta perché venga fatta luce sui fatti e si ottenga giustizia.

 
Livorno, 12 ottobre 2009
Alessandro Trotta (Segretario PRC – Fed. di Livorno)

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Piattaforma Comunista esprime piena solidarietà  ai compagni antifascisti perquisiti e arrestati a Pistoia e ne chiede l’immediata scarcerazione.  
Contro la ripresa della violenza squadrista al soldo del capitale finanziario, contro le ronde e la politica ipocrita della «pacificazione», la risposta della classe operaia e di tutti i lavoratori e democratici italiani deve essere fermissima.

Antifascismo militante! Chiusura di tutti covi neofascisti
Tutti in piazza sabato 17 contro fascismo e razzismo!
Ampliamo il fronte di lotta per cacciare dal potere Berlusconi e suoi complici.
Lottiamo per un governo operaio e di tutti gli sfruttati!

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Comunicato stampa sui fatti di Pistoia. Fuori tutti subito!
 
Nella giornata di domenica a Pistoia sono stati arrestati due nostri compagni(tre in tutto) con l’accusa di lesioni e devastazione di un circolo fascista di casa Pound.
Innanzitutto ribadiamo la totale estraneità degli arrestati a quei fatti visto che sono stati condotti in questura dopo oltre tre ore dagli stessi,prelevati da un circolo Arci a poche centinaia di metri da Casa Pound mentre stavano facendo un’assemblea regionale sul tema ronde.
E’ quantomeno strano che persone che avrebbero compiuto un’irruzione all’interno di una sede fascista si ritrovino poi tranquillamente a poche centinaia di metri in assemblea senza preoccuparsi minimamente di eventuali rappresaglie interventi delle forze dell’ordine.
Inoltre dalle testimonianze riportate dai giornali si parla di un gruppo di giovanissimi mentre fra i venti riuniti in assemblea c’erano molte donne e uomini tutt’altro che giovani.
 
A parte questa evidenza che smonta a priori la tesi degli inquirenti, non si capisce poi su quali basi siano stati comminati i tre arresti che rimangono in ogni caso una misura ingiustificabile per quel tipo di capi d’accusa.
Probabilmente la presenza di un esponente del PdL all’interno della struttura al momento dell’irruzione ha fatto si che ci fossero pressioni politiche sulla questura stessa che per fare venti identificazioni ha impiegato 12 ore in cui non era nemmeno possibile parlare con chi stava dentro e nemmeno fornire assistenza medica ad una ragazza che necessita di una terapia particolare per problemi di salute.
Un atteggiamento di rappresaglia da parte della questura di Pistoia che non ha mai avuto nei confronti di ben due sedi fasciste che sono aperte nel giro di un paio d’anni in città: quella di Casa Pound e di Forza Nuova. Due gruppi di estrema destra che ormai scorrazzano anche in molte altre città della Toscana, tollerati e spesso coperti da amministrazioni e forze dell’ordine. La presenza di un cosigliere del PdL all’interno della struttura ne è un esempio lampante.
 
Al fianco dei tre compagni e di tutti gli antifascisti.
 
Movimento Antagonista Livornese

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Solidarietà ai COMPAGNI arrestati a Pistoia, La lotta paga sempre

Il compagno Antonio

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Livorno 12/10/2009

Federazione Anarchica Livornese – FAI
Commissione di Corrispondenza
Via degli Asili, 33
57126 Livorno

La Commissione di Corrispondenza della Federazione Anarchica Livornese (FAI) esprime la propria solidarietà nei confronti degli antifascisti arrestati a Pistoia dopo i fatti di domenica 11 ottobre.

Domenica pomeriggio un consigliere del Popolo della Libertà e un aderente ad un’organizzazione neofascista chiamano la polizia per un’aggressione che si sarebbe verificata all’interno della sede neofascista e che avrebbe portato alla devastazione dei locali.
La polizia arriva e non trova nessuno. Per non andarsene a mani vuote, si è diretta a poche centinaia di metri al Circolo Arci Primo Maggio dove era in corso un’assemblea.
La polizia ha perquisito il circolo non trovando niente di ciò che cercava (spranghe o bastoni secondo il verbale di perquisizione) allora ha deciso di portare tutti partecipanti dell’assemblea (una ventina in tutto, provenienti da varie città della Toscana) in questura. Secondo la teoria della polizia queste persone, fra cui molte donne e molti over40, avrebbero fatto irruzione nella sede di neofascist e devastato i locali, dopodichè si sarebbero diretti a poche centinaia di metri al circolo e avrebbero fatto tranquillamente la loro assemblea. Una teoria assurda che infatti non ha trovato alcuna prova concreta ma che non ha impedito alla polizia di fare tre arresti (due ragazzi e una ragazza, questa con gravi problemi di salute agli occhi, uno di Massa e due di Livorno). Al momento non si conoscono ancora le motivazioni. Nel mentre un centinaio di persone si sono riunite fuori della questura di Pistoia per protestare contro i tempi lunghissimi di riconoscimento (12 ore) in cui sono stati trattenuti in questura senza motivo. All’uscita molti dei fermati si dichiaravano completamente allibiti dal comportamento della questura che ha prelevato venti persone a caso da un circolo lasciandole 12 ore in una stanza per un’identificazione che invece avevano già fatto sul luogo quando tutti avevano consegnato le loro carte d’identità.

Chiede l’immediato rilascio degli arrestati;
aderisce al presidio indetto dal Movimento Antagonista Livornese di fronte alla prefettura di Livorno per oggi 12 ottobre alle ore 18.00;
invita i cittadini, gli antifascisti, i lavoratori, le organizzazioni antifasciste e del movimento operaio ad aderire e a partecipare alla manifestazione di oggi e alle successive che saranno concordate.

Libertà per gli antifascisti.
Per la Commissione di Corrispondenza
della Federazione Anarchica Livornese – FAI
Tiziano Antonelli

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lo slaicobas per il sindacato di classe esprime la sua solidarietà di classe e antifascista ai compagni attualmente arrestati a PIstoia e ne richiede la immediata scarcerazione
 
 
libertà per alessandro e la compagna di livorno
l’antifascismo militante non è reato
chiudere tutte le sedi di casapaund e le sedi fasciste e razziste in genere da napoli a pistoia ovunque
costruiamo per il 31 ottobre una manifestazione nazionale a napoli
 
proletari comunisti

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Da Marina Del Monte – Rifondazione Comunista – Fed. di Roma

Buonasera, compagni.

Ho appena finito di parlare col questore. Dopo alcuni minuti di attesa, infatti, mi hanno passato proprio lui…Che onore!!
Mi ha chiesto chi fossi, Consigliere comunale di Rifondazione della Provincia di Roma.
Alla mia richiesta sul fermo, ha risposto che se dovesse dare informazioni a tutti quelli che telefonavano, stava fresco!
Gli ho risposto che era un mio diritto accertarmi dei fatti, visto che la faccenda era ormai di dominio pubblico.
Poi mi ha chiesto, ironicamente, cosa gli consigliassi, visto che stavo in qualche modo invadendo il suo "campo d’azione"…
Di rilasciare i compagni, se non sussisteva motivo per trattenerli.
Ha risposto dicendo che stanno facendo tutto quanto si rende necessario per escludere ogni rischio, e che io, in quanto cittadino che paga le tasse, anche per la sicurezza, dovevo ritenermi tranquilla!!!
Tranquilla un cazzo!

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Il sindacato lavoratori in lotta esprime piena solidarità ai compagni dei Carc arrestati a Pistoia. Dopo l’irruzione della polizia nella sede dei carc di Pistoia,sono stati portati in caserma quasi 20 compagni, di questi 20 due sono stati tramutati in arresto,esattamente Alessandro della Malva segretario della sez di Toscana dei carc e una compagna di Livorno. A tutt’oggi non si capiscono i capi di imputazioni.
I lavoratori del sindacato lavoratori in lotta sono vicino ai compagni arrestati, e invitano a non mollare,nella lotta contro il fascismo del terzo millennio.

Libertà x i compagni arrestati
Chiudere i covi fascisti
Ora è sempre Resistenza

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Rispetto alle notizie uscite sui giornali riguardo alla giornata di domenica 11, esprimiamo massima solidarietà ai compagni indagati e a quelli arrestati. In merito a ciò ci teniamo a precisare che: l’identificazione dei partecipanti all’assemblea del nascente coordinamento toscano anti-ronde da parte delle forze dell’ordine non è avvenuto intorno alle ore 18 e 30 ma bensì tra le 16 e 30 e le 17:00 e dal momento dell’identificazione fino al momento della traduzione dei compagni n questura almeno un’ auto della digos ha stazionato stabilmente difronte alla porta dell’ex circolo 1 maggio, risulta quindi impossibile che qualcuno abbia avuto la possibilità di entrare o uscire armato. A dimostrare la totale estraneità dei compagni presenti all’assemblea riguardo l’aggressione a casapound ci sono sia i verbali della perquisizione avvenuta all’interno dell’ex circolo 1 maggio che ha dato esito negativo, non trovando nessun oggetto atto a offendere.
Denunciamo poi il comportamento della questura di Pistoia che ha trattenuto fino a notte fonda i compagni -tra cui due minorenni ed una compagna con gravi patologie alla vista, bisognosa di cure alla quale è stato negato immediato soccorso- senza motivare, per ore, la loro posizione. Ci teniamo inoltre a dichiarare la nostra estraneità ai fatti ma vogliamo anche ricordare che il clima di tensione creatosi in città successivamente all’apertura delle sedi neofasciste è da imputarsi alle numerose aggressioni di stampo neofascista verificatesi nell’ultimo anno a Pistoia, basti ricordare l’aggressione subita da alcuni compagni lo scorso 13 Dicembre durante una serata anti-fascista.
Ringraziamo i 150 compagni che da tutta la toscana si sono radunati sotto la questura di Pistoia per dimostrare solidarietà ai fermati.
I compagni della Rete Antifascista Pistoiese.

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Solidarietà agli arrestati zero tolleranza verso i fascisti
Gli arresti di ieri a Pistoia e i numerosi fermi avvenuti a Pistoia sono un grave atto di repressione che va a fare il paio con la provocazione fascista. Ai compagni arrestati e a quelli fermati va la nostra incondizionata solidarietà. Non si può passare sopra fatti di tale gravità. Gli antifascisti quelli veri, non il PD che sembrerebbe avere espresso solidarietà ai fascisti di CasaPound, devono mobilitarsi contro i rigurgiti fascisti, contro le menzogne demagogiche dell’informazione e contro la repressione. Pubblichiamo qui sotto il comunicato del Movimento Antagonista Livornese che ha visto arrestarsi 2 compagni.
Dada Viruz Project

Pistoia – Lettera di Alessandro dal carcere e Ricostruzione di Katiuscia

Lettera di Alessandro Della Malva dal carcere di Pistoia

14.10.09
Cari compagni,
per prima cosa vi dico che nonostante tutto sto bene.
Inizio a pensare, e lo denuncio pubblicamente, che il mio arresto l’11 ottobre sia una manovra per orientare anche il processo per la ronda proletaria antifascista di Massa del 25 luglio, che è iniziato a Massa il 9 ottobre (una coincidenza?)
Voglio ringraziare tutti voi che fin da subito siete scesi in piazza sotto la questura e anche tutti i compagni che in questi giorni si sono mobilitati e si mobiliteranno nei prossimi.
Voglio esprimere solidarietà ai compagni fermati e a quelli arrestati e in particolare voglio salutare i giovani compagni minorenni: compagni, non è con le montature giudiziarie e le intimidazioni che la borghesia può fermare la legittima organizzazione dei giovani e delle masse popolari contro la deriva reazionaria: con la mobilitazione, il protagonismo e il controllo popolare toglieremo ai fascisti l’agibilità politica che le istituzioni garantiscono loro, calpestando e oltraggiando la Costituzione.
Non escludo che le forze della repressione tenteranno di dividere il fronte antifascista: a vedere da come hanno gestito le operazioni dei fermi e degli arresti, probabilmente continueranno con manovre e provocazioni per dividere fra “buoni” e “cattivi”, tenteranno di gettare discredito e denigrare i compagni antifascisti. Dobbiamo rimanere uniti e rispondere compatti.
Infine voglio anche salutare tutti i miei compagni del P.CARC e rassicurarli: anche se costretto in carcere, sono idealmente lì con tutti voi a preparare il Secondo Congresso Nazionale.

Avanti compagni!
Trasformiamo questo attacco repressivo in mobilitazione antifascista e antirazzista!
10,100,1000 ronde popolari antifasciste e antirazziste.

2 – Ricostruzione di Katiuscia dei fatti del 10 e 14 ottobre
Ho pensato di scrivere ciò che è successo da domenica scorsa a Pistoia. So che sono cose già raccontate, ma penso sia utile scriverle così magari esce qualche elemento che avevo dimenticato.

11.10.09, giorno in cui la Digos di Pistoia ci ha “sequestrati”
Il giorno 11.10.09 io e Alessandro siamo arrivati a Pistoia per partecipare ad una riunione organizzativa mirata a cercare di far nascere, con l’appoggio di altre associazioni provenienti da diverse città toscane, un comitato contro le ronde. Siamo arrivati a Pistoia intorno alle 15.30 e ci siamo recati presso la gelateria Pare per mangiare un gelato…ci siamo stati una ventina di minuti. Siamo poi andati in macchina presso il parcheggio dell’ex Breda dove avevamo appuntamento alle 16.00 con le altre associazioni per recarci poi presso il circolo Primo maggio dove avrebbe avuto luogo la riunione. L’incontro era fissato presso l’ex Breda proprio perché nessuna delle persone che partecipava a questa riunione sapeva dove si trovava questo circolo prenotato precedentemente dai partecipanti pistoiesi. Intorno alle 16.30 ci siamo avviati verso il circolo con le macchine (salvo io e Alessandro che abbiamo lasciato lì la nostra e siamo stati portati al circolo da due compagni di Pistoia). Abbiamo formato un serpentone di sei macchine e nel giro di massimo 10 minuti siamo scesi davanti al circolo Primo maggio. Siamo subito entrati. All’interno c’erano tre signori sulla cinquantina gestori del centro. Vorrei sottolineare che la Digos non ha minimamente preso in considerazione di interrogare queste tre persone che potevano tranquillamente testimoniare la nostra presenza sul luogo. Verso le 16.50 abbiamo iniziato la riunione, passati circa 10 minuti si affacciano alla saletta dove stava prendendo luogo la riunione due persone che ci mostrano i distintivi e si qualificano come Digos. Ci chiedono i documenti senza dare spiegazioni se non dirci che era un “semplice riconoscimento”. Noi senza sospettare nulla abbiamo consegnato i documenti (in quel momento c’erano circa 20 persone che partecipavano alla riunione) e abbiamo continuato la riunione senza sospettare che da lì a due ore saremmo stati sequestrati in nome di un “semplice riconoscimento”. Dopo poco ci restituiscono i documenti come fosse tutto apposto. Verso le 19.00 concludiamo l’incontro e ci rechiamo verso la porta d’uscita per andare a casa. Appena usciamo dalla stanza ci viene incontro una ragazza che non aveva preso parte alla riunione e ci dice che non le avevano restituito i documenti in quanto sembrava ci fossero problemi nel riconoscimento a causa di un suo recente cambio di residenza.  A questo punto abbiamo deciso tutti e venti di attendere che a questa ragazza venissero restituiti i documenti per non lasciarla sola in attesa…abbiamo capito in seguito che questo era stato un espediente per permettere alla Digos di far arrivare rinforzi. Infatti nel giro di 10 minuti davanti al circolo c’erano almeno 7-8 tra macchine di servizio e macchine della Digos e antidroga. Passati appunto questi dieci minuti vengono restituiti i documenti alla ragazza e la Digos fa irruzione nel circolo impedendoci di uscire e dicendoci che avrebbero fatto una perquisizione dei locali (senza mandato) e dicendoci che se avessero trovato qualcosa nel circolo ne saremmo stati ritenuti direttamente responsabili. Hanno guardato ovunque più volte senza esito positivo per loro…non è stato trovato assolutamente niente di ciò che cercavano. Vorrei sottolineare che nonostante le nostre richieste nessuno ci ha voluto spiegare il perché di quanto stava succedendo né perché ci impedivano di tornarcene a casa. Fatta la perquisizione ci viene comunicato che saremmo stati portati tutti i questura per stilare i verbali di identificazione e che comunque non c’era nulla di preoccupante, era una semplice questione burocratica e nel giro di poco saremmo potuti tornare a casa. Ci caricano nelle macchine a tre a tre. Io, Alessandro e altri due ragazzi di Pistoia eravamo rimasti gli ultimi a dover essere portati via,  in questo momento mi è stato chiaro che dopo essersi resi conto dalle identificazioni fatte due ore prima che nel gruppo c’era Alessandro Della Malva, esponente di rilievo del P.CARC, qualcuno deve aver deciso che poteva essere l’ennesima occasione per perseguitare il compagno senza un valido motivo. Dico questo perché, come dicevo, eravamo in quattro a dover salire sulle due macchine rimaste e volevano far salire Alessandro su una vettura da solo e noi tre su un’altra. A questo punto ho chiesto se io ero in arresto e mi è stato risposto di no, per cui ho detto ai rappresentanti della Digos che se non ero in arresto sarei salita sulla macchina che volevo io altrimenti se volevano farmi salire sulla macchina che dicevano loro (e lasciare Alessandro su una macchina da solo) avrebbero dovuto arrestarmi. Il rappresentante della Digos a questo punto mi dice che non mi può arrestare in quel momento, per cui io monto in macchina con Alessandro e veniamo portati verso la questura. La conferma della sensazione che avevo avuto della volontà di isolare il compagno Alessandro è arrivata subito dopo aver messo piede in questura. Io e Alessandro, infatti, siamo stati portati al piano inferiore da soli e tutti gli altri compagni sono stati messi in una stanza insieme. A questo punto sono circa le h. 19.45 e ancora nessuno ci ha spiegato cos’era successo né perché ci trovassimo lì se non dirci che stavano stilando il verbale di identificazione. Veniamo a sapere dall’esterno (ci avevano lasciato i cellulari) che 6 compagni erano stati rilasciati. Passate circa 3 ore (siamo intorno alle h. 23.00) chiediamo che sta succedendo e se eravamo a questo punto in arresto o in stato di fermo e nuovamente ci dicono di no, ma che purtroppo avevano dei problemi con i pc. Alessandro a questo punto si alza e dice che se non è in arresto o in stato di fermo lui se ne sarebbe andato, ma viene fermato e gli viene impedito di uscire. A questo punto chiede di poter nominare un avvocato, ma anche questo all’inizio gli viene impedito in quanto gli viene detto che non ce n’era bisogno e non era previsto. Solo dopo ripetute insistenze si riesce a nominarlo. A questo punto siamo intorno alle h. 24.00 un personaggio dell’antidroga ci dice che saremmo stati portati al piano superiore dove “il grande capo”, cosi l’ha definito lui, ci avrebbe spiegato cosa stava succedendo. Appena arrivati davanti a questo “signore” è stato subito chiaro che non voleva spiegarci nulla, ma farci (in particolare ad Alessandro) un interrogatorio informale. Alessandro ha subito chiarito che se voleva spiegarci perché eravamo lì si poteva continuare la conversazione, altrimenti noi non avremmo risposto a nulla. Detto questo ovviamente la conversazione si è conclusa, abbiamo passato circa un’oretta seduti in quest’ufficio per poi essere ricondotti al piano inferiore. Siamo a questo punti intorno alle h. 2.00 di notte e da fuori via cellulare veniamo a conoscenza di cosa è realmente successo ossia l’assalto a una sede di Casapound che si trovava a circa 300 metri dal circolo in cui stavamo svolgendo la riunione. Apro una piccola parentesi per sottolineare che questa riunione faceva seguito ad altre due riunione avvenute in precedenza, una a Livorno e una a Firenze, ed era stata pubblicizzata ampliante nei giorni precedenti.
A questo punto veniamo messi insieme a tutti gli altri ragazzi, io e Alessandro realizziamo che eravamo stati gli unici isolati da tutto il gruppo e cominciamo a capire quale sarà l’epilogo di tutta questa montatura orchestrata ad arte per fermare Alessandro.
Rimaniamo insieme fino a circa le h. 4 del mattino, poi ci viene comunicato che saremmo stati interrogati e poi mandati a casa. Incominciano gli interrogatori, io posso riferire del mio. Appena entrata domando in che qualità vengo interrogata e mi viene riferito che sono interrogata come persona informata sui fatti. (fatti che se fosse stato per la Digos io non avrei ancora saputo quali fossero). Nonostante questo chiedo la possibilità di avere un avvocato (che sostava fuori dalla questura), ma mi viene negato in quanto in qualità di persona informata sui fatti non era prevista la presenza di un legale e cominciano le domande. Mi vengono chieste le generalità, gli orari in cui sono arrivata a Pistoia, con chi e con che mezzo e poi mi viene chiesto se avessi visto entrare o uscire gente dal circolo mentre ero sul posto. Nel momento in cui io nego di aver visto qualcuno vengo fermata perchè mi viene comunicato che non ero più informata sui fatti, ma fortemente sospettata di favoreggiamento, devastazione, saccheggio, ecc. dato che, mi è stato spiegato, abbiamo dato tutti e venti la stessa versione e questo non era  perché dicevamo la verità, ma perché ci eravamo accordati in precedenza su cosa dire. Faccio una piccola parentesi: ho saputo ieri dall’avvocato di Alessandro che, per tutto il tempo in cui siamo stati in questura, siamo stati sottoposti ad intercettazioni ambientali da cui non sarebbe emerso assolutamente niente, per cui le accuse che ci fanno sanno perfettamente che non hanno alcun fondamento se non una persecuzione politica contro gli antifascisti. Altro chiarimento per chi non fosse mai stato al circolo Primo maggio: questo circolo ha un’entrata che dà su un corridoio lungo circa 10 metri e una stanza sulla sinistra; è evidente e palese che se noi ci trovavamo (come hanno potuto verificare le forze dell’ ordine) nella stanza non avremmo mai potuto vedere entrare o uscire qualcuno.
Finito l’interrogatorio vengo ricondotta insieme agli altri ragazzi e ci viene ribadito che da lì a breve saremmo stati lasciati andare. A questo punto sale Alessandro e dopo circa mezz’ora arrivano 4 carabinieri, ci impongo di uscire alzando la voce e in malo modo. Io mi oppongo con forza e dico che senza Alessandro non sarei uscita dalla questura …e ancora nessuno ci dice che Alessandro è in stato di arresto, ma è comunque evidente dal loro comportamento che si vogliono liberare di noi prima che fossimo venuti a sapere dell’arresto. A questo punto mi squilla il cellulare: un compagno del P.CARC mi dice che Alessandro è stato arrestato e mi chiede di uscire. Io seguendo le sue indicazioni esco. Dopo circa dieci minuti vengo richiamata in questura e mi viene comunicato che Alessandro verrà portato al carcere S. Caterina di Pistoia. Questi sono i fatti avvenuti: ovviamente non ci sono tutti i particolari, ma credo basti per capire che si tratta di un teatrino montato ad arte.
Per quanto riguarda gli altri due compagni arrestati e in particolare di Elisabetta posso dire che lei stava molto male, è stata chiamata la guardia medica per visitarla: è stata chiamata moltissime volte, ma per molte ore non ha avuto il permesso di entrare in questura. Solo dopo svariate minacce di denuncia verso la guardia medica per rifiutato soccorso si sono degnati di farla visitare, senza però nessun esito: non le hanno nemmeno portato il farmaco di cui aveva bisogno per stare un po’ meglio.

14.10.09, giorno dell’interrogatorio del Gip
Oggi ha avuto luogo il primo interrogatorio con il Gip ad Alessandro, Elisabetta e Alessandro di Livorno. Noi abbiamo fatto un presidio e ovviamente siamo stati nuovamente identificati tutti. Dall’interrogatorio è emersa la volontà di incastrarlo cercando di mettergli in bocca cose da lui non dichiarate (vedi cambi di orari in cui sarebbe arrivato a Pistoia). Visto l’andazzo, Alessandro si è rifiutato di proseguire con l’interrogatorio. Io ho ottenuto un permesso permanente di visita e ieri l’ho potuto vedere. Il compagno sta bene sia fisicamente che psicologicamente, è tranquillo ed è cosciente che si tratta di una persecuzione politica contro gli antifascisti e in particolare contro il P.CARC. Mi ha detto che a questo punto più lo trattengono peggio è per loro quando verrà fuori la verità. Ha la percezione di cosa succede fuori perché ha la televisione e legge i giornali. Io per quanto ho potuto l’ho aggiornato su cosa i compagni stanno facendo per lui  all’esterno e di tutta la solidarietà che arriva da tutta Italia e dall’estero. Mi ha detto che in carcere è già diventato molto popolare e che è appoggiato, anzi ha già raccolto delle richieste di intervento (una volta uscito) per denunciare le condizioni dei detenuti in carcere. Non può ricevere al momento libri né vestiti, cose queste che agli altri non sono negate.
Vorrei sottolineare uno dei tanti fatti che dimostra che ci troviamo davanti a un processo politico: ieri mi hanno lasciato far visita ad Alessandro. Mi era stato spiegato dall’avvocato che fino alla convalida nessuno lo poteva vedere se non il suo avvocato, ma stranamente io ieri ho ottenuto il permesso. Non so, forse pensavano avessimo chissà cosa di compromettente da dirci, ma ne hanno ricavato qualche risata, qualche bacio e poco più…poveri loro. Anche da quello che sta uscendo dalle notizie Ansa si capisce che la carcerazione riguarderà solo Alessandro, mentre gli altri due compagni andranno ai domiciliari. Anche questo fa saltare agli occhi che si tratta di una persecuzione  mirata che poco ha a che fare con i fatti accaduti a Pistoia domenica.
Credo che per il momento sia tutto. Colgo l’occasione di dire a tutti che Alessandro vi saluta tutti e mi ha chiesto di riferirvi un messaggio che allego, vi manda a dire che è tranquillo e non vi dovete preoccupare per lui e che bisogna continuare con la mobilitazione Da parte mia ringrazio davvero tutti per l’appoggio continuo e l’aiuto che mi state dando con le vostre indicazioni per affrontare questa persecuzioni al meglio. Io da parte mia ce la sto mettendo tutta per muovermi nel modo giusto e più proficuo possibile. Sicuramente avrò fatto o detto qualche cavolata o avrò sbagliato qualcosa, ma col vostro appoggio sono sicura si riuscirà a volgere questa situazione a nostro favore. Grazie a tutti davvero.
Katiuscia

Fatti di Pistoia, confermati gli arresti

Ieri mattina sono stati confermati gli arresti per i tre compagni sequestrati dalla questura di Pistoia.

Alessandro ed Elisabetta sono ai domiciliari, mentre l’altro Alessandro è ancora recluso nel carcere Santa Caterina di Pistoia.

Per scrivere ad Ale:

Alessandro della Malva – c/o Carcere di Pistoia Via dei Macelli 13
Tel. 0573 975111 fax 0573 22718 – e-mail: cc.pistoia@giustizia.it

Firenze – L’autunno caldo è iniziato!

fonte canisciolti@canaglie.net

7 ottobre: la Facoltà di Lettere in piazza Brunelleschi viene occupata.
Gli studenti si barricano nel chiostro e la polizia non può che
accettare il dato di fatto. Nella serata centinaia di studenti
partecipano alla “festa trash verso il corteo del 9 ottobre…” nello spazio liberato ed autogestito, mentre la facoltà si riempie di striscioni, manifesti e scritte murali.

9 ottobre: un corteo
di 10000 studenti attraversa le strade di firenze fino a bloccare i
viali di circonvallazione, mandando il traffico totalmente in tilt.
Prima che raggiungesse il corteo il camioncino con l’impianto del
corteo viene fermato e perquisito. Al passaggio dal liceo Castelnuovo
vengono oscurate le telecamere del liceo. Banche, Agenzie Assicurative, bancomat e la sede di Confindustria, vengono bersagliate con vernice, fumogeni e petardi. Lo striscione d’apertura recita “L’AUTUNNO CALDO E’ INIZIATO… ORGANIZZIAMOCI PER RENDERLO INFINITO!”

10 ottobre: almeno 12 scuole vengono occupate
in città dagli studenti riuniti in assemblee straordinarie. Digos e
polizia si dilettano in diverse visite alle occupazioni, minacciando
sgomberi e denunce in compagnia della loro care telecamere.
12 ottobre: altre scuole di uniscono alla lista delle occupazioni, mentre in alcune scuole si alzano le prime barricate per bloccare la didattica.

13 ottobre: "Firenze sveglia, sveglia Firenze!"500 studenti si radunano in piazza Santissima Annunziata e danno via ad un corteo notturno non autorizzato per le vie del centro.


RIPRENDIAMOCI LE FACOLTA’

sull’occupazione del 7 ottobre a lettere

 

Intorno alle 19 di mercoledì, il
chiostro della facoltà di Lettere viene stato occupato da alcune decine
di studenti. La Digos, colta di sorpresa, arriva a facoltà già ben
chiusa e non potendo fare altro che restare a guardare gli studenti
barricati dentro decide di andarsene con la coda tra le gambe.

Passa qualche ora e la voce inizia a
girare. Si aprono i cancelli e centinaia di studenti partecipano
all’occupazione, mentre la facoltà si riempie di striscioni, manifesti
e scritte murali. All’ingresso uno striscione recita “Verso il Corteo
del 9… Festa a Lettere Occupata”.

“Vandali!”, gridano i giornali e quei
politicanti (di destra e di sinistra) che la mattina dopo hanno trovato
sulle loro bacheche diversi segni di disprezzo nei loro confronti.

Ma se vandalo è chi fa parlare i muri con le proprie idee… allora si: siamo dei vandali.

Se delinquente è chi per
una notte decide di riappropriarsi della propria facoltà ed
autogestirla, sperimentando situazioni di spontaneità e libertà in
delle facoltà sempre più videosorvegliate, controllate e fabbriche di
alienazione… allora si: siamo dei delinquenti.

 

 

Che nessuno si stupisca per “insulti alla preside Franca Pecchioli, alla Digos, simboli dell’anarchia, slogan anticapistalisti e inviti alla rivolta”…

L’ABBIAMO GIA’ DETTO E LO RIBADIAMO: L’AUTUNNO CALDO E’ INIZIATO…

 

Detto ciò, quella di mercoledì è stata una serata di

riappropriazione diretta, gioia e determinazione…

nulla di meglio per iniziare una nuova stagione di lotta!

Cani Sciolti Autorganizzati


“Se non cambierà lotta dura sarà”…

E’ un anno che lo urliamo nelle piazze ma non abbiamo ancora mantenuto la promessa.
Già l’anno scorso abbiamo assistito ad una mobilitazione di massa, la
famosa “Onda”, che pur riuscendo a portare migliaia di persone in
piazza e ad occupare scuole ed università, si è rivelata incapace di
modificare realmente le cose.

Forse è arrivato il momento di chiederci: PERCHE’?
A nostro
parere ciò che è mancato è stato il coraggio di esprimersi tramite
delle pratiche di lotta radicali e concrete. Abbiamo sprecato le nostre
energie in una frenetica e controproducente ricerca dell’attenzione di
giornali e tv…
Ma pensiamo davvero che quegli stessi giornali e
tv, che sia di destra che di sinistra restano uniti nel voler mantenere
lo stato attuale delle cose (essendo asserviti direttamente ai
padroni), possano aiutare la nostra causa?
E, soprattutto, siamo
davvero convinti di continuare nel nostro coro di lamenti inconcludenti
sperando, fin troppo ingenuamente, che qualche politico di buona fede
li raccolga e ci aiuti?
In realtà è sotto gli occhi di tutti che la
“protesta civile” si è rivelata fallimentare, e che se veramente
vogliamo cambiare le cose è giunta l’ora di lottare con determinazione
e senza compromessi: è finito il momento di “farsi sentire”, è arrivato
il momento di FARE.

FARE per noi vuol dire non limitarsi a dormire nelle scuole e nelle
facoltà, ma occuparle sul serio bloccando la didattica e trasformarle
da luoghi di asservimento e obbedienza in laboratori di AUTOGESTIONE E
LOTTA, riaffermando così una pratica efficace che fino a qualche anno
fa è sempre stata propria del movimento studentesco.
FARE per noi
vuol dire non scendere in piazza per posare davanti a delle telecamere
ma bloccare la città con tutti i suoi flussi di merci, umane o
materiali, che permettono giorno per giorno di arricchire quei padroni
che ci impongono questo stato di cose.

Lottare con le regole stabilite dalle stesse istituzioni che stiamo
combattendo è da stupidi: se vogliamo vincere non possiamo escludere a
priori nessuna pratica di lotta, abbattendo il dogma della legalità
tanto caro a politicanti, partiti e sindacati.

Solo facendo così inizieremo ad essere realmente FASTIDIOSI, ed è a
quel punto che la polizia del nostro caro stato democratico provarà a
metterci i bastoni tra le ruote come già sta facendo: ma non abbiamo
paura, le denunce non ci hanno fermati, le cariche non ci hanno
distrutto.

Osservando il periodo storico che stiamo vivendo, in un cui trame
razziste ed autoritarie si fanno avanti ad enorme velocità, ci rendiamo
conto che non possiamo permetterci di aspettare o di affidarsi al
salvatore di turno (che non esiste)…

Siamo pronti a riprendere tra le mani le nostre vite?

La strada sarà lunga… noi abbiamo iniziato.

Alcuni pirati all’arrembaggio della vita
Firenze,
13.10.2009

Pistoia turbodinamista…al contrario?

Leggendo qua e là in rete, ci siamo ricordati di un manifesto che i bravi ragazzi di Casa Pound attacchinarono in tutta Italia, Pistoia compresa (qualche esemplare si può ancora trovare attaccato in città), e che si chiama "Manifesto del turbodinamismo", un simpatico inno alla violenza gratuita…

Ne riportiamo il testo ad uso della fauna varia che in questi giorni sta leggendo avidamente il blog:

  1. Turbodinamismo è esaltare il gesto gratuito, violento e sconsiderato, con deferenza e riguardo al vestirsi bene.
  2. L’arte
    è morta da tempo immemore, rivive solo nell’immediatezza dell’azione
    brava e rischiosa e relega la sua fruizione unicamente al vantarsi poi
    con gli amici al pub.
  3. A
    chi ci chiede che lavoro fa il menatore rispondiamo seccamente che
    dispensa virtù nell’apnea decennale del teppismo di facciata.
  4. Confinare
    l’arte in luoghi ed eventi ne santifica la prigionia, noi organizzeremo
    evasioni spettacolari con quel fare tipico del furfante anni ’20.
  5. I buoni dell’arte, gli imbroglioni, gli istituzionali, questi lestofanti hanno saccheggiato ogni spirito feroce e ogni Ύβρις, e siamo tornati per riprenderci tutto.
  6. Contro
    l’ansia da air-bag delle vostre mura imbottite, noi esaltiamo le suture
    e l’ortopedia, il pronto soccorso e maxillo-facciale, poichè urgono
    fratture per flirtare con le infermiere.
  7. Siamo
    stufi di sentir cantare le vittime e i reietti, di veder glorificate
    profezie desertiche: rivendichiamo quel certo stile necessario ad
    appiccare un incendio.
  8. Agli
    anestetizzati del buonismo annunciamo che faremo sistematicamente a
    pezzi tutto quanto solo per il gusto di farlo. Siamo ben consci che
    rispondere puntualmente "perchè fa ride" a chi ci domanda il motivo di
    tanta intolleranza non fa che ingrassare il nostro alone di
    turpitudine, però fa ride.
  9. La
    nostra tendenza all’assoluto è puntualmente stemperata dal gusto
    dell’irruzione, nella stasi imperante dettiamo la legge del mercurio.
    Ma il fatto di odiare praticamente tutti non ci rende certo incapaci di
    corteggiare una donna omaggiandola di rose rosse.
  10. Il
    Turbodinamismo celebra la vita, col paradosso della distruzione,
    celebra la carne e l’accettazione titanica, mascherando nel sorriso la
    pulsione tragica e la metafisica della guerra. Sorseggeremo del buon
    whiskey mentre tutto brucia, abbiamo stabilito che il futuro ci
    appartiene.
Insomma, un interessante coacervo di virtù intellettive che però ci fa sorgere una domanda: ma allora quella di Pistoia è stata un’azione turbodinamista!?!?!? Che i baldi camerati, dalle pagine del loro sito ideodromocasapound.org, siano riusciti a convertire qualche compagno che gli ha voluto dimostrare quanto bene abbia imparato la lezione? Ma allora i fascisti del terzo millennio dovrebbero essere contenti!
 
Ovviamente scherziamo…ci mancherebbe…
 
 
 

 
Casapound esalta i picchiatori con un manifesto: «Faremo tutto a pezzi»
Affisso per le strade dell’Esquilino ROMA – «Faremo sistematicamente
tutto a pezzi solo per il gusto di farlo», per «esaltare il gesto
gratuito, violento e sconsiderato». «Urgono fratture», perciò serve il
picchiatore che «dispensa virtù» Sono alcuni dei passaggi di un
agghiacciante manifesto comparso sui muri del quartiere Esquilino,
intitolato «Il manifesto del turbodinamismo». Lo stile del documento,
un testo in 10 punti con una grafica scarna e la scritta «avviso» in
testa, richiama quella delle comunicazioni al popolo del regime
fascista degli anni Trenta e Quaranta. Il turbodinamismo che, recita il
primo punto del documento, intende «esaltare il gesto gratuito,
violento e sconsiderato, con deferenza e riguardo al vestirsi bene",
viene presentato come un movimento artistico-letterario che si rifà al
futurismo, nato da una costola dell’organizzazione di estrema destra
Casapound. ESALTATI – Il testo si ritrova anche sul sito del cosiddetto
ideodromo, il pensatoio del movimento, dove compaiono documenti
intitolati «Come appiccare un incendio», in una sezione dedicata,
tradotto in cinque lingue. Tra i documenti collegati compare il
«manuale del fanatico emulatore», che spiega come diventare
«turbodinamisti». Due i capitoli: «colpisci più forte che puoi» e
«questa città ti appartiene». Pochi dubbi lascia il testo, esaltando il
ruolo dei picchiatori: «il menatore», spiega, «dispensa virtù», al
contrario del «teppismo di facciata». «Contro l’ansia da air-bag delle
vostre mura imbottite – recita un altro punto, in tono goliardico – noi
esaltiamo le suture e l’ortopedia, il pronto soccorso e
maxillo-facciale, poich&eac ute; urgono fratture per flirtare con
le infermiere. Siamo stufi di sentir cantare le vittime e i reietti, di
veder glorificate profezie desertiche: rivendichiamo quel certo stile
necessario ad appiccare un incendio». Il movimento è stato inaugurato
da Casapound il 29 marzo scorso, con l’affissione di decine di
manifesti che celebravano Robert Brasillach, uno scrittore e critico
cinematografico francese, che durante la seconda guerra mondiale
espresse la sua forte simpatia per il nazismo. Il 15 giugno poi i
militanti del turbodinamismo hanno allestito una esposizione,
affiggendo alcune gigantografie su un muro di Trastevere nei pressi di
Piazza Trilussa, «in spregio – spiegava il comunicato degli
organizzatori – ai musei, alle astrazioni intellettuali, all’esibizione
artistica che affoga nel pigro compiacimento».
 

 
Cose che sui giornali non escono…Domenica sera,
mentre davanti alla questura i compagni presidiavano, i questurini -dentro-
questuravano, ed altri compagni -sempre dentro- attendevano, alcuni naziskin hanno
picchiato un ragazzo di colore davanti ad un pub pistoiese, dove
qualche giorno prima una scena simile per poco non ha provocato feriti:
alcuni nazi si sono dati al lancio agonistico di bottiglie contro la
porta del locale, mentre gestori e clienti, asserragliati dentro, hanno
aspettato quasi un ora(!) l’arrivo di una volante (che per l’occasione dev’essere giunta non in volo ma calcando il civico suolo)..Quale Pub? in che
giorni? Questo piccolo lavoro d’investigazione lo lasciamo ai "capaci"
giornalisti(?) pistoiesi…Sarà vero? o sarà una favola inventata di sanapianta’…almeno una volta, se ne avete voglia e
facoltà, invece di riportare le veline di questura…provate a fare il
vostro lavoro… 

SOLIDARIETà ATTIVA DA LIVORNO!!


 

 

 

Presidio e conferenza stampa davanti alla prefettura di Livorno alle ore 18

Prosegue la mobilitazione contro gli arresti a seguito dei fatti di
Pistoia. Oggi alle ore 18 nuovo presidio davanti alla Prefettura di
Livorno. Attorno ai fatti proseguono ipotesi e dichiarazioni. Ma nel
tentativo di ricostruire la vicenda emergono da più parti gravi
imprecisioni che trovano spazio nella stampa locale e nazionale di
oggi. Giampaolo Pansa sul Corriere della Sera parla addirittura di
spedizione punitiva contro Casa Pound con tanto di scontri con la polizia,
mentre il questore di Pistoia interviene sui quotidiani locali parlando
del ritrovamento di mazze ferrate e catene nella macchina di uno degli
arrestati. Il fatto riportato dal Questore è completamente distorto, in
quanto la macchina perquisita non era quella degli arrestati, così come
gli oggetti ritrovati non corrispondono a quelli riferiti dal Questore.
Il Movimento Antagonista Livornese, in seguito a queste dichiarazioni
ha preso subito posizione, onde evitare che in clima di per sè
surreale, che vede detenute persone estranee ai fatti, si inseriscano
informazioni false e strumentali che possano ulteriormente allontanare
dalla giustizia dovuta agli arrestati. Di seguito il comunicato (red.)

 

Ma quali mazze ferrate e catene….Ecco le falsità sulla vicenda

Il questore Manzo di Pistoia ha
dichiarato agli organi di stampa che nell’auto di uno degli arrestati
sono state ritrovate mazze ferrate e catene, elemento che
giustificherebbe la detenzione.

Le parole del Questore, al contrario, ribadiscono ancora una volta che
si sta agendo verso le persone detenute facendo leva su ipotesi
costruite arbitrariamente e in questo caso assolutamente false.

Vi spieghiamo chiaramente i motivi.

Le perquisizioni avvenute in seguito all’azione contro Casapound non
hanno avuto esito: niente è stato ritrovato nel circolo Arci
(perquisizione avvenuta tra l’altro senza mandato) dove si stava
svolgendo l’assemblea e neppure uno spillo è stato ritrovato nella zona
adiacente a dove sono avvenuti i fatti.

L’unica perquisizione che ha incontrato l’interesse degli inquirenti
parla della presenza in una macchina di una catena e di un tubo
idraulico di plastica.

Contrariamente a quello che afferma il Questore (“in auto di uno di loro mazze e catene”),  la macchina perquisita non appartiene a nessuno degli arrestati.

La catena di 2.20 m utilizzabile esclusivamente al fine di traino è oggetto assolutamente inadatto a offendere, vista la lunghezza. Contrariamente a quello che afferma il Questore di Pistoia,  un tubo non è una mazza ferrata.

Smontate con assoluta facilità queste "prove" vorremmo capire dal
Questore di Pistoia il senso della sua azione. La città di Livorno è
allarmata e non permetterà la continuazione dell’abuso che le persone
detenute stanno subendo.

Un’ultima nota vorremmo riservarla alla nostra presenza al Consiglio
Comunale di ieri, lunedì 12 ottobre. Alla fine del corteo ci siamo
disposti sotto il Comune in attesa che il sindaco Cosimi ricevesse una
nostra delegazione, come stabilito precedentemente.  Nell’attesa, il
consigliere Romiti è apparso sulla balaustra del Comune con chiaro
scopo provocatorio,  affermando di “essere orgoglioso degli arresti
avvenuti a Pistoia”. Il comportamento del consigliere, criticato da
tutto il consiglio comunale e dalla sua stessa parte politica, ha
determinato una nostra richiesta di chiarimenti e il conseguente
ingresso momentaneo nella seduta.  Le dichiarazioni roboanti di Romiti
alla stampa, dopo che ieri per diverse volte ha tentato di scusarsi per
il suo comportamento, danno l’immagine del personaggio, un esaltato e
allo stesso tempo un codardo che fa la voce grossa solo sui giornali.

Chiarito anche questo episodio, invitiamo la città alla massima
mobilitazione. Ogni giorno alle ore 18 e fino alla liberazione degli
arrestati, ci sarà un presidio determinato sotto la sede della
Prefettura di Livorno.

Ale, Eli e Ale liberi subito!

Movimento Antagonista Livornese

13 ottobre 2009