SE NON SI ARRIVA ALLA FINE DEL MESE LA COLPA E’ DEI PADRONI E NON DEGLI IMMIGRATI

Ronde, militari nelle strade, impronte ai figli degli zingari, schedature dei senza tetto, lager in cui rinchiudere gli immigrati, aggravanti penali per chi non è in regola, cure mediche negate ai clandestini, “classi ghetto” per gli alunni stranieri…

Di fronte al razzismo dilagante e a proposte sconcertanti provenienti dalla destra e dai leghisti, come l’esclusione degli stranieri dalle case popolari e dai posti di lavoro per fronteggiare la crisi, sentiamo l’esigenza di affermare alcuni punti fermi, alcune verità inconfutabili ma purtroppo ignorate: 1) nel mondo il 10% dei privilegiati detiene il 90% delle ricchezze; 2) l’inquinamento, la guerra, la deforestazione, l’espulsione dei contadini dalle campagne usurpate dalle multinazionali stanno producendo una drastica diminuzione dei generi alimentari e aumento dei prezzi affamando e assetando milioni di persone nel mondo (ed oggi cominciamo a sentirli anche noi i rincari!); 3) solo nella “ricca” Italia il 10% dei ricchi detiene il 50 % della ricchezza, mentre fino a 10 anni fa essi ne detenevano il 40% e questo significa che quando la crisi non c’era c’è stato chi si è arricchito moltissimo, mentre ora a banchieri e padroni continuano a dare soldi mentre tagliano pensioni, ospedali, scuole, università e lasciano a casa solo nel pubblico impiego ben 600 mila precari!

Di fronte a tutto ciò, dare la colpa agli stranieri e distrarre la giusta rabbia popolare contro i diversi è un’operazione vergognosa a cui sentiamo il bisogno di rispondere. Invece di dare la caccia agli stranieri le ronde facciamole dentro le banche che ci stanno rapinando da anni con i loro mutui da strozzini, che cominciano con rate basse e poi crescono fino a distruggere la vita ai malcapitati di turno. Ogni volta che le borse precipitano i governi utilizzano centinaia di miliardi per rialzare i listini o per limitare le perdite, soldi regalati a chi ci ha sbattuto fuori da casa, a chi ci ha pignorato la macchina, a chi ci deruba ogni mese con rate altissime.

Il governo, invece che restituire i guadagni miliardari di banchieri e imprenditori degli ultimi anni, se la prende con i più poveri, con gli emarginati e con i diversi. Un essere umano che oltrepassa una linea immaginaria chiamata “confine” senza documenti in regola oggi viene imprigionato in dei lager senza processo, ne avvocati, ne reati a cui deve rispondere, se non quello di essere nato nel posto sbagliato della Terra, e poi rispediti oltre la frontiera.

UNIAMOCI TUTTI CONTRO IL RAZZISMO

LA CRISI LA PAGHINO I PADRONI!

NESSUN EURO PER BANCHIERI, IMPRENDITORI E INDUSTRIALI! NESSUN SACRIFICIO PER COSTRUIRE NUOVE CARCERI, PER INVADERE MILITARMENTE LE CITTA’ E PER OPERE FARAONICHE INUTILI E DANNOSE PER L’AMBIENTE!

PIU’ RISORSE PER SCUOLE, UNIVERSITA’, CASE POPOLARI, OSPEDALI E PRECARI

Comitato antirazzista di Spoleto

Comitato studenti e precari in lotta

La casa è di chi l’abita!

400 sfratti  in una città come Pistoia fanno scalpore…e ci mancherebbe! 400 famiglie che si ritroveranno senza casa non sono uno scherzo e danno la misura di quello che la “crisi” significherà di qui ai prossimi anni, povertà diffusa (quella povertà che molti avevano dimenticato), emergenza abitativa, aumento del divario di reddito fra ricchi e poveri…

Il governo, nelle veci di B.S. chiede agli italiani di lavorare di più, affermando, in pratica che per l’ennesima volta i lavoratori dovrebbero accollarsi i costi di una crisi nata tutta in seno alle dinamiche del capitalismo neoliberista e che ora si tenta di scaricare sulle spalle di chi di beghe ne ha già molte…insomma i padroni sempre al caldo e gli altri curvi a sgobbare

Intanto qui in città l’arci ed il sunia, annusando l’aria, propongono affitti a canone sostenibile da offrire attraverso la creazione di un’immobiliare sociale…

Dunque a fronte di una crisi generalizzata, che in futuro sicuramente si aggraverà, si continuano a dare soluzioni che rientrano, comunque, nell’impianto economico/sociale vigente, quello che crea disparità, che valuta solo in base al portafoglio –più o meno gonfio- e alle possibilità di monetizzare la propria esistenza…

Ma affitti calmierati, mutui sociali e cose del genere sono insufficienti a rispondere alle esigenze che si stanno venendo a creare non solo in città e non solo in Italia, e allora che fare?

Momenti eccezionali richiedono misure eccezionali diceva qualcuno, ebbene una vecchia canzone Anarchica diceva “la casa è di chi l’abita, il vile è chi lo ignora…”, ribadendo l’evidenza che uno spazio è di chi lo vive finché decide di viverlo, cosa che sembrerebbe ovvia ma che cozza pesantemente con il sacro dogma della proprietà privata…ma ci chiediamo, in un momento in cui si montano castelli di questioni morali su qualsiasi argomento, perché nessuno denuncia la vergogna che qualcuno possegga 4, 5 case mentre altre persone non hanno nemmeno un tetto sotto il quale ripararsi?

In numerose zone del paese in tanti –e stiamo parlando di famiglie normali, non di “pericolosi” squatters- hanno rifiutato, una volta sfrattati, di abbandonare LE PROPRIE case, e questo è più che legittimo, soprattutto se non si ha un posto dove andare; altri hanno deciso di occupare direttamente stabili a scopo abitativo (Firenze, Roma, Milano…); altri ancora hanno deciso di occupare e autorecuperare piccoli borghi montani (è il caso di Campanara, vicino a Firenze); tutte esperienze che affrontano radicalmente il problema abitativo e le speculazioni che lo accompagnano (a Firenze per esempio esistono un’enormità di abitazioni sfitte, e questo semplicemente per tenere alto e controllare più facilmente il valore degli affitti).

Tutte queste esperienze però sono sotto attacco da parte di amministrazioni comunali, provinciali e potere centrale, che evidentemente se a parole si dicono dalla parte dei “meno fortunati”, in realtà tendono a tutelare in prima battuta gli interessi dell’iniziativa privata (anche se questa va a discapito della collettività) ed in seconda la propria autorità, che non tollera che si possa agire al di fuori del proprio beneplacito assenso…ci sono le regole ci dicono…noi rispondiamo: queste regole che permettono l’omicidio sui posti di lavoro, che tolgono un tetto a chi non può permetterselo, che permettono a pochi di ingrassare alle spalle dei più, che reprimono dissenso e sogni…vanno combattute.

Utopisti, dissociati dalla realtà, ingenui, questi alcuni degli aggettivi che ci scagliano contro, ma chi è più ingenuo, chi crede che questa società e questa economia possano essere ristrutturate in maniera dignitosa per tutti o chi pensa che si debba rinnovare completamente un sistema al collasso? Quando delle scarpe sono vecchie e bucate, nonostante tutto vanno cambiate, e queste scarpe sono la nostra società, che vogliamo fare, continuare a subire inermi per l’opulenza di pochi o prendere in mano il nostro destino? Non è obbligo ribellarsi, ma almeno poi non ci lamentiamo…

Riprendiamoci le case, prendiamoci tutto!
Per l’autorganizzazione, per l’autogestione, verso l’Anarchia!

(PT) Trovate tracce di diossina negli animali allevati nei dintorni dell’inceneritore.

Ciclicamente ci troviamo a parlare dell’impianto d’incenerimento di Montale
(PT), e non potrebbe essere altrimenti visto l’impegno che molti di noi
hanno messo (sette mesi di presidio 24 ore su 24 davanti ai suoi
cancelli) per combattere contro questa bomba sanitaria.

Dopo la nuova chiusura momentanea di qualche mese fa, in circostanze
non del tutto chiare, si parlò di un fermo cautelare, un paio di giorni
a dietro apprendiamo che da alcune analisi svolte dalla ASL sugli
animali allevati nei dintorni dell’impianto…risulta che in essi ci
sia un alto concentramento di diossine (dannosissime per tutti gli
organismi viventi, dichiarata cancerogeno certo dall’organizzazione
mondiale della sanità) e PCB (policlorobifenili, secondo l’Agenzia
Internazionale per la Ricerca sul Cancro IARC i PCB sono composti
probabilmente cancerogeni per gli esseri umani) molto alto.
Nuovamente la ASL di Pistoia si affretta -come ha sempre fatto- a
sminuire il ruolo dell’impianto montalese in ogni tipo di emergenza
sanitaria, negando l’evidenza della nocività dell’inceneritore di
Montale, e questo nonostante ormai, da più parti, gli inceneritori
siano oggetto di aspra critica e di scandali: ricordiamo recentemente i fatti di Colleferro
, oppure la non autorizzazione a costruire un termodistruttore ad
Albano a causa dell’altissimo consumo d’acqua che queste strutture
comportano (Albano è soggetta a crisi idriche) e dei pericoli sanitari
legati all’alta densità di popolazione in quella zona…ebbene…come
ben sappiamo la piana tra Firenze, Prato e Pistoia da anni combatte con
la crisi idrica ed è una delle zone più densamente abitate della
penisola…ma le autorità (come sempre criminali) non si sognano
nemmeno di mettere in discussione l’impianto montalese, evidentemente
gallina dalle uova d’oro per molti…

Dopo innumerevoli segnali, che a persone di buon
senso avrebbero consigliato di chiudere per sempre l’inceneritore
lavorando a quelle alternative che esistono, le istituzioni cittadine e
provinciali hanno invece in cantiere un ulteriore ampliamento
dell’impianto, costruendo un terzo forno…e nel prossimo futuro le cose
non cambieranno, Fratoni (PD, candidata alla presidenza della
provincia) si è già detta inceneritorista convinta, e non avevamo
dubbi, mentre i tre sindaci dei comuni gestori dell’ impianto
(attraverso la C.I.S. SPA) continuano a mantenere le proprie posizioni
criminali a favore dell’incenerimento.


In mesi di attività davanti all’impianto abbiamo conosciuto molti
abitanti di Montale, Agliana, di Stazione e di Quarrata, in mesi di
lotta ci hanno raccontato di parenti morti di tumore e del silenzio
delle istituzioni, una delle frequentanti più assidue del presidio, e
abitante a cinquanta metri dall’impianto, oltre ad aver avuto parenti
morti di cancro, era lei stessa stata colpita ben quattro volte da
tumore…
Come sempre chi governa, legato a doppio filo agli interessi
del capitale, gioca criminalmente con la salute delle persone, negando
l’evidenza e criminalizzando chi lotta contro le nocività
(…abbiamo sul groppone 4000 euro di multa per l’occupazione del terreno dove sorgeva il presidio…).
L’infame sindaco Razzoli di Montale, poltronaro schifoso,
assieme a Magnanensi (sindaco di Agliana) e Gori (sindaca di Quarrata)
sono responsabili della morte di tanti e della possibile malattia di
tantissimi
…e chi dovrebbe “proteggere e servire”? Cosa
fanno i simpatici carabinieri di Montale, Agliana e Quarrata? Invece di
tutelare la salute delle popolazioni non fanno altro che assolvere
pienamente al ruolo che da sempre gli riconosciamo: quello di cagnolini
scodinzolanti a difesa del potere…che sia criminale poco
importa…criminali con criminali vanno ben d’accordo…
E’ necessario rilanciare la mobilitazione
contro l’impianto di termodistruzione di Montale, ben consci che “chi
di dovere” tenterà immediatamente di ostacolarci in tutti i modi…a
presto.
 
Anarchici Pistoiesi.

(PT) Agliana, blitz degli Antifascisti al consoglio comunale

Ieri sera, al consiglio comunale di Agliana si è discusso di tante cose; uno degli ultimi punti doveva essere la richiesta di solidarietà agli antifascisti aglianesi coinvolti nei fatti del 13 Dicembre 2008.

A metà seduta alcuni presenti Antifascisti hanno srotolato uno striscione, distribuito volantini e chiesto la parola…immediatamente digos e carabinieri hanno provveduto a bloccare i compagni, a "liberare la sala" e ad identificare i "disturbatori"…naturalmente l’infame sindaco Magnanensi si è comportato come suo solito, interrompendo il consiglio comunale e ignorando le richieste dei convenuti.

Dopo l’identificazione dei compagni da parte delle forze del disordine l’intervento degli antifascisti è continuato davanti al palazzo del comune, tra cori e battibecchi con i conigli in divisa.

Un pass(A)nte

Torino – Negli ultimi giorni

fonte: macerie

20 dicembre Nel pomeriggio una decina di persone, alcune
delle quali travestite da Babbo Natale, entrano nel supermercato Pam di
via Porpora, zona Barriera di Milano, e poi escono senza pagare
distribuendo un volantino: «Ma quale carovita? Il cibo c’è, basta
andarselo a prendere». Poi hanno svuotato i carrelli offrendo i
prodotti alla gente che passava.
Buon natale

20 dicembre Di fronte alla chiesa di via Garibaldi all’angolo
con via delle Orfane, una trentina di anarchici delle case occupate
torinesi ha eretto una barricata di pacchi natalizi, e un albero di
Natale decorato con palloncini neri coi nomi di vari assassini di Stato
(Calabresi, Laudi, Placanica, eccetera) è stato dato alle fiamme per la
gioia di grandi e piccini.
Libri gratis

20 dicembre Una cinquantina di studenti ha distribuito
gratuitamente centinaia libri di fronte alla libreria Feltrinelli di
piazza Castello. Prima alcuni libri che si erano portati dietro, poi
quelli “fuori catalogo” che la libreria ha gentilmente regalato loro
dopo che gli studenti sono entrati in massa nel negozio.
Brucia un’auto di Torino Cronaca

20 dicembre Un’auto del quotidiano Torino Cronaca, utilizzata
da un collaboratore del settore promozione è andata a fuoco nella notte
tra venerdì e sabato in via Stradella. È la seconda volta che una
vettura del giornale, riconoscibile dagli adesivi con il nome della
testata, rimane coinvolta in un incendio.
Presido al Bennet

19 dicembre Un presidio serale davanti all’ingresso della
Bennet di via Orvieto in solidarietà con la lotta dei lavoratori del
magazzino di Origgio, in provincia di Varese, si trasforma in una gara
di insulti a staffetta nei confronti del guardione del supermercato,
che nel frattempo aveva fatto arrestare dai Carabinieri due donne che
avevano tentato di rubare un ombretto. Nessun cliente ha cercato di
impedire l’arresto, ma molti ridevano vedendo il guardione così
bistrattato.
Ancora scritte

17 dicembre Sul tappeto rosso davanti all’ingesso della sede
de La Destra di corso Francia 35/b viene tracciata la scritta “Solidali
con la Grecia”, accompagnata da una A cerchiata.
Scritte e colla

17 dicembre Nella notte tra martedì e mercoledì sulle vetrate
di alcune banche sono state tracciate diverse scritte, molte delle
quali con insulti, contro gli istituti di credito e in solidarietà con
i rivoltosi greci. Alcune scritte erano accompagnate da una A
cerchiata. In un caso è anche stata danneggiata con della colla la
serratura della porta di accesso ad un bancomat. La scritta “preti
pedofili” è stata invece rinvenuta sul portone di una chiesa fra corso
Svizzera e corso Tassoni, la stessa zona delle banche colpite.
Manichini

16 dicembre Nella notte tra il 15 e il 16 dicembre, a 39 anni
esatti dall’assassinio di Pinelli, un manichino insanguinato con sopra
il cartello “Pinelli ucciso” è stato gettato davanti al portone del
commissariato di polizia del quartiere Barriera di Milano a Torino.
Nella stessa notte al cavalcavia tra corso Potenza e Corso Grosseto, di
fronte al commissariato di polizia del quartiere Madonna di Campagna, è
stato fissato uno striscione con la scritta “Calabresi assassino”. Al
parapetto è stato anche legato un manichino insanguinato.

Bologna – 40 denunce per gli ultimi disordini

fonte: il resto del carlino

Bologna, 22 dicembre 2008 – Raffica di denunce per i protagonisti
delle manifestazioni antagoniste delle ultime settimane a Bologna, in
cui si sono verificati momenti di tensione con le forze dell’ordine.
Dalla contestazione al banchetto di Azione universitaria in piazza
Verdi all’iniziativa di solidarieta’ con la rivolta studentesca in
Grecia davanti al consolato di via Indipendenza (dove alcuni anarchici
si sono presentati armati di mazze e le hanno usate contro la Polizia
durante gli scontri), fino all’occupazione delle Due Torri da parte
degli anarchici che, scacciato il custode, si sono barricati dentro per
oltre tre ore.

La Digos, dopo il lavoro delle ultime settimane, ha presentato una
relazione dettagliata in Procura, anche se ulteriori sviluppi
arriveranno una volta ultimato il lavoro di analisi di filmati e
immagini. Per i protagonisti di queste iniziative,
anarco-insurrezionalisti, attivisti di centri sociali cittadini e
studenti dei collettivi universitari, sono scattate denunce per reati
che vanno dalla piu’ “leggera” manifestazione non preavvisata alla
resistenza a pubblico ufficiale, passando per le lesioni finalizzate
alla resistenza, il danneggiamento, il porto abusivo di armi improprie
e il getto di cose pericolose.

Le persone denunciate, sommando le tre manifestazioni, sono 40, ma
il numero in realta’ e’ sfalsato, dato che diverse persone (in
particolare tra gli anarchici), gia’ note alle forze dell’ordine e con
precedenti, compaiono in tutti gli episodi.

Nel dettaglio, per l’azione di contestazione al banchetto di Azione
giovani del 27 novembre, le denunce sono 14. La protesta ando’ in scena
dopo l’irruzione dei collettivi universitari del movimento no Gelmini a
un convegno in via Azzo Gardino. Sulla strada di ritorno, in corteo,
passarono per piazza Verdi dove partirono le contestazioni al
banchetto, seguite poi da momenti di tensione con le forze dell’ordine.
Per quell’episodio, sono state denunciate 14 persone tra
anarco-insurrezionalisti, attivisti del movimento studentesco (da Cua a
Spazio sociale) e antagonisti di Crash. I reati sono manifestazione non
preavvisata, accensioni ed esplosioni pericolose, getto pericoloso di
cose oltre che resistenza, lesioni e minacce a pubblico ufficiale. Tra
queste 14 persone c’e’ anche chi ha colpito con un pugno in un occhio
il vicedirigente della Digos, per il momento non ancora identificato.

Per la manifestazione davanti al consolato greco del 10 dicembre,
scattano invece 17 denunce: otto sono a carico di
anarco-insurrezionalisti e nove appartengono al collettivo Crash.
Quel pomeriggio i due gruppi misero in scena due iniziative distinte ma
contestuali. I nove ragazzi di Crash sono stati denunciati per
manifestazione non preavvisata; per gli otto anarchici, che quel giorno
avevano al seguito mazze e bastoni, la lista e’ lunga: oltre a
manifestazione non preavvisata, interruzione di pubblico servizio,
travisamento, resistenza aggravata a pubblico ufficiale, lesioni e
minacce a pubblico ufficiale, porto abusivo di arma impropria,
danneggiamento e imbrattamento. Gli anarchici denunciati hanno tra i 20
e 34 anni e sono vecchie conoscenze per gli inquirenti.

Per l’occupazione delle Due Torri del 12 dicembre, le denunce
riguardano nove anarchici. Oltre ai due ragazzi che si sono chiusi
nelle Torri, ci sono le persone (tra loro due donne) che hanno animato
un presidio di solidarieta’ sotto l’Asinelli, con momenti di tensione
con le forze dell’ordine.
In questo caso, i reati contestati a vario titolo sono manifestazione
non preavvisata, violenza privata (per gli spintoni al custode),
resistenza aggravata e lesioni a pubblico ufficiale, accensioni ed
esplosioni pericolose, invasione di terreni ed edifici, getto di cose
pericolose, danneggiamento.

 

Massima solidarietà ai Compagni Bolognesi!!!

Pistoia-Manifestazione Antifà di Sabato 20 Dicembre. Resoconto.

Sabato 20 Dicembre 700/800 solidali hanno sfilato lungo le vie di Pistoia per dire no ai rigurgiti neofascisti ed in solidarietà agli antifascisti indagati per aver reagito ad un’aggressione squadrista durante un’iniziativa sui fatti di Milano dell’11 Marzo 2006.
La giornata si è aperta con la notizia che nella nottata qualcuno aveva scagliato una transenna contro la porta a vetri della sede di forza nuova (leggendo stamane -21.12.2008- il giornale abbiamo appreso che si sarebbe trattato –e la foto del Tirreno lo conferma- di una transenna che delimitava lo spazio antistante la chiesa di S. Bartolomeo), evidentemente i nazisti non stanno “antipatici” solo a noi…
Il corteo è partito intorno alle 16 dal parcheggio davanti allo spazio liberato ex Breda Est; oltre ai numerosissimi pistoiesi si sono ritrovati nella città di Cino delegazioni di compagni provenienti da varie parti della Toscana: Firenze, Prato, Viareggio, Massa, Carrara ecc…, solidarietà è giunta dai compagni Empolesi (che non sono potuti venire a causa della festa per i 20 anni del C.S. Intifada), Pisani (rimasti nella città della torre a causa della concomitanza di un’iniziativa in solidarietà ai compagni di Grecia in lotta)  Livornesi, napoletani, bolognesi, ecc…. La partecipazione così numerosa dei compagni toscani sta a significare che l’antifascismo non è MAI questione “privata”, localistica, ma problema comune da affrontare uniti e con decisione: Antifascisti sempre e dovunque.
Il corteo era aperto dallo striscione della Rete Antifascista recante la scritta “aggrediti ed indagati per antifascismo” e portato dai compagni rimasti direttamente coinvolti nei fatti di Sabato sera; a seguire i vari striscioni di movimento (“giù le mani dallo spazio liberato” portato dai militanti della palazzina; “Pistoia ripudia il fascismo” portato da vari antifascisti pistoiesi; lo striscione del circolo hochiminh, del comitato antifascista S. Lorenzo, quello dei Carc –il ferito è un loro militante-, quello dei fiorentini e degli studenti autorganizzati e quello del collettivo degli studenti pratesi), a chiusura del corteo i partiti…che  fino a qualche tempo fa guardavano ai “non inquadrati pistoiesi” con sufficienza e ora, trascinati dagli eventi sono costretti a solidarizzare con coloro che avrebbero rinchiuso volentieri nella fortezza di Pietro e Paolo a Pietroburgo…ma si sa, questa è la (loro) politica fatta di convenienze, siamo sicuri che da domani torneremo ad essere i “lebbrosi” di prima…
Tra striscioni e bandiere anche tante rossonere a dimostrazione che gli Anarchici esistono ancora (che ché ne dicano i cgiellini pistoiesi).
La manifestazione si è svolta senza problemi e tra i vari cori lanciati durante il percorso, oltre quelli in solidarietà agli otto indagati per antifascismo, vogliamo ricordare quelli in memoria di Alexis che sono partiti dalla testa del corteo a dimostrare che i fatti di Grecia non passano in secondo piano.
Il tutto si è chiuso in piazza S. Lorenzo, ormai centro dell’antifascismo a Pistoia, con l’intervento al microfono di Aldo Michelotti, arzillo ex comandante partigiano che ha ricordato a tutti come vecchi e nuovi fascismi vadano combattuti con fermezza (il suo “spazzare via tutti insieme” il neofascismo declamato nell’assemblea di Mercoledì in preparazione al corteo deve aver causato più di un mal di pancia ai “democratici antifascisti” sempre attenti a forma e contenuti di loro discorsi) e di come i nuovi fascismi siano tutti nipotini del fascista Licio Gelli, che oggi parla in televisione “e che doveva essere fucilato nel ‘44”.
Dopo questo toccante intervento La manifestazione si è sciolta.
I cortei valgono quel che valgono, l’antifascismo, che poi per non essere solo riproposizione nostalgica dev’essere legato indissolubilmente all’anticapitalismo, all’antitotalitarismo ed all’antiautoritarismo, dev’essere vissuto ogni giorni in ogni singola azione. Noi lo facciamo, lo avranno capito anche i vari drogati di partitismo?

Casa Pound Pistoia: Dopo il pane arriva la pasta…

Sabato 13 dicembre Casa Pound Pistoia organizza la distribuzione gratuita della pasta. L’iniziativa si svolgerà in via Cavour, la mattina durante il mercato e probabilmente anche il pomeriggio, e fa seguito alla distribuzione del pane organizzata circa un mese fa. Sarà anche possibile prenotare la pasta direttamente alle e-mail personale di Lorenzo Berti, responsabile per Pistoia. E’ di carattere regionale, organizzata da CasaPound Toscana, ed i rappresentanti nei consigli comunali di Casa Pound (fuoriusciti dalla Fiamma Tricolore) presenteranno prossimamente degli ordini del giorno in merito ad una sorta di regolamento regionale contro il caro vita. 
Siamo in attesa di ricevere sia il volantino che l’e-mail/comunicato stampa dell’iniziativa, che gireremo subito a tutti.
Inoltre su richiesta volentieri inoltriamo:
– Questa sera (mercoledi 10) alle ore 21:00 presso il circolo 1° Maggio in Via San Marco riunione del Comitato Antifascista di San Marco.
Venerdi 12, intorno alle 21:00, proiezione organizzata dal Comitato Antifascista di San Marco del film-documentario "Nazirock" di Claudio Lazzaro,
  sempre al circolo 1° Maggio.
Ci permettiamo di consigliare che non sarebbe una brutta idea aggiungere un netto connotato antifascista a tutte le manifestazioni previste per lo sciopero generale di venerdi 12 come risposta preventiva all’iniziativa a carattere sociale di Casa Pound. 

Chi ha paura della Grecia?

La Grecia bla, bla, bla, L’Italia bla, bla, bla…è scoppiata la Grecia mania, tutti solidali, tutti ammirati, ma molti -riflessivi ed accorti intellettuali post insurrezionalisti- attenti a notare le profonde differenze tra società e movimento della terra di Socrate, e società e movimento della terra di Dante…Tornate a discutere di strategie per rimettere (o mettere per la prima volta) piede in parlamento! Noi preferiamo parlare, e farlo mentre ci affacendiamo, di ciò che sta accadendo nella terra di Alexis e di ciò che dobbiamo fare e facciamo nella terra di Sole e Baleno. Ci siamo stufati dell’esterofilia che porta a magnificare ciò che accade in giro per il mondo "disperandosi" della situazione italiana, che poi non è altro che un buon modo per scongiurare che anche nel bel paese qualcosa accada rimandando alle calende…greche del momento propizio -le masse che ci seguiranno, la crisi che si acquirà…- il salto di qualità del "movimento" italiota…e un modo ancora migliore per evitare di mettersi in gioco. Non solo a parole.
Le cose accadono se ci sforziamo di farle accadere, se aspettiamo che la storia si diriga verso una qualsiasi ineluttabilità -basta con i preti, tutti!- verosimilmente -ce lo insegna la vostra storia- la direzione sarà quella delle gabbie dei padroni.
Quanti hanno taciuto sulle rivolte di Chiaiano e parlano ora della Grecia -abbastanza lontani da non sentire il tepore del fuoco-? Quanti tacciono la solidarietà verso i compagni sequestrati dallo stato e piangono e glorificano Alexsis o i caduti di Oaxaca -abbastanza lontani per non passare da complici-?
Il miglior contributo di lor signori al movimento italico sarebbe quello di farsi da parte smettendola di prendere distanze da questo e quello…continuino poi, se voglono, a pontificare di rivoluzione…
La Grecia è lontana o vicina, dipende da noi, la forma italiota forse non sarà quella Greca, in questo senso sì, ogni territorio ha le sue specificità, ma aver paura non aiuta e aspettare che il sol dell’avvenire sorga da sé vorrebbe dire condannarsi all’inazione.
Lavoriamo nelle nostre città, nei nostri paesi, nelle nostre case, nelle nostre teste e facciamolo con coraggio; allora forse in Grecia parleranno dell’Italia.
Evjenij Vassil’ev Bazarov.

Torino. Assassini! Scritte al consolato greco

Da indyPiemonte:

Questa sera sulla sede del consolato greco di Torino, in corso Galileo Ferraris 65, sono state tracciate le scritte:
Assassini!
Andreas vive nelle lotte.


Assassini!
Assassini!

Alexandros
Andreas Grigoropoulos era un anarchico di 15 anni. Il 6 dicembre, era
un sabato sera, stava di fronte ad un bar con altri compagni. La
questura locale ha sostenuto che all’arrivo di una pattuglia di polizia
lui e gli altri compagni l’avrebbero assalita con bastoni e pietre.
Questa versione è stata subito smentita dai numerosi testimoni
presenti. Al passaggio dell’auto della polizia i compagni si sono
limitati a insultare gli agenti, che, poco dopo, sono tornati a piedi
davanti al bar. Uno di loro, Epaminodas Korkoneas, estratta la pistola,
ha fatto fuoco colpendo al cuore il giovane Alexandros Andreas.
L’assassino in divisa, spalleggiato dal collega Vasilis Saraliotis si è
poi allontanato lasciando a terra nel suo sangue un ragazzo di 15 anni.

 

Quella
stessa notte e poi nei due giorni successivi in Grecia è scoppiata la
rivolta: nelle città principali come nei piccoli centri sono stati
assaliti e dati alle fiamme questure e commissariati, auto della
polizia, banche e centri commerciali. L’8 dicembre la polizia ha
respinto a fatica un assalto al parlamento. Cortei imponenti hanno
attraversato il centro di Atene e Salonicco: in più occasioni i
manifestanti hanno attaccato la polizia che ha reagito caricando e
sparando lacrimogeni. Negli scontri numerosi sono i feriti e gli
arrestati. Tutte le università sono occupate mentre il paese si prepara
allo sciopero generale di mercoledì 10 dicembre.

 

Negli
ultimi anni in Grecia la riforma delle pensioni e quella del mercato
del lavoro hanno determinato un impoverimento crescente e l’aumento
della precarietà. Le condizioni di sicurezza sul lavoro sono peggiorate
in modo drastico: il moltiplicarsi di incidenti sul lavoro ne è il
segno più evidente. Recentemente ai cantieri navali di Perama al porto
del Pireo sono morti 8 operai.

La
crisi economica, le conseguenze devastanti delle selvagge politiche
liberiste del governo Karamanlis, il peggioramento delle condizioni di
vita dei lavoratori, l’erosione di ogni garanzia e tutela definiscono
un quadro in cui la lotta contro la repressione e la brutalità
poliziesca si salda con le lotte sociali in un cocktail che potrebbe
diventare ancora più esplosivo.

 

La
nostra solidarietà ai compagni e alle compagne che stanno lottando
nelle strade greche per affermare la propria opposizione ad un ordine
fondato sullo sfruttamento e sulla repressione.

Lo Stato e il Capitale uccidono ogni giorno, in ogni dove. La rivolta degli sfruttati e degli oppressi è la nostra rivolta.

 

Federazione Anarchica Torinese – FAI

Corso Palermo 46

La sede è aperta ogni giovedì dalle 21

fai_to@inrete.it

338 6594361


Andreas vive...
Andreas vive…


... nelle lotte
… nelle lotte


Andreas