L’assessore sceriffo di Firenze indagato per corruzione e violenza privata

E’ rimasto impressionato -povero!-  Graziano Cioni, assessore sceriffo di Firenze (quello delle ordinanze contro i lavavetri e contro i "mendicanti" per intenderci) quando i Carabinieri si sono presentati a casa sua per perquisirla; stesso sentimento avranno provato i suoi compagni di merende coimputati, tra i quali spicca il nome di Salvatore Ligresti, il plenipotenziario imprenditore (mafioso) edile padrone di Firenze.
Non entriamo nel merito delle accuse -probabilmente gonfiate o comunque agitate ad arte dagli avversari politici in vista delle primarie per la poltrona di sindaco di Firenze-, non ci interessano, la domanda è: Come ci si sente Graziano quando gli sbirri frugano nella tua roba? Come ci si sente Grazianino ad essere additato come un mostro? Come ci si sente Grazianuccio quando il potere, per mezzo della sua macchina coercitiva ti precipita addosso? Come!?!?
Ora sai, brutta merda cosa devono passare i compagni tutte le volte che decidete di attaccarli con accuse pretestuose, magari dai piedi di burro, ma che sanciscono mesi di beghe -quando non carcerazioni- e spese ingenti per chi, amante della Libertà lotta ogni giorno contro le ingiustizie…Dici di essere tranquillo, dici di aver fiducia nei tuoi (ex?)amichetti giudici, sostieni che le accuse sono false ed inconsistenti…beh, ti auguriamo di fare la fine di tanti compagni che per molto meno hanno subito e subiscono la repressione. La macchina giudiziaria, ora lo sai, è una bomba a tempo pronta a scoppiare a comando; l’hai usata spesso, ora tocca a te subirla…con una differenze sostanziale: ogni qual volta un compagno viene colpito la solidarietà che gli giunge è REALE e MILITANTE, ogni compagno non è mai solo, per uno colpito altri cento sono pronti a continuare la sua lotta e a dargli tutto il sostegno possibile…tu invece, squalo in un mare di squali sarai destinato ad affogare solitario nella merda che fino a ieri hai contribuito ad accumulare…Con tutto il Rancore possibile.
Anarchici Pistoiesi.

Il compleanno di Gaetano Bresci

Ieri, Domenica 16 Novembre, in una bella giornata di sole ci siamo ritrovati con alcuni compagni a Prato, per festeggiare, anche se con qualche giorno di ritardo (era nato il 10) il compleanno del caro Gaetano Bresci, colui che il 29 Luglio del 1900 appose tre plumbei argomenti alle ragioni di Umberto I di Savoia.

La giornata è cominciata verso le 16 In Piazza del castello da dov’è partito un volantinaggio per le vie del centro a ricordare ai pratesi cotanto concittadino. Poco dopo le 17, in una trentina, ci siamo spostati in via Gaetano Bresci dove, dopo aver deposto una corona d’alloro ed una targa "integrativa" a quella giè esistente con su scritti alcuni passi di una poesia di Pietro Gori, abbiamo brindato e bevuto alla salute del nostro compagno.

Qualcosa anche a Prato si sta muovendo e siamo certi che non si tratti soltanto di un fuoco di paglia. Ringraziamo i compagni di Firenze che sono venuti a Portare la loro solidarietà, e quelli di Prato con cui abbiamo organizzato l’iniziativa.

Anarchici Pistoiesi.

Di seguito i testi di volantino, lapide e qualche foto. Clicca le immagini per ingrandirle.

 Fronte                 Retro

 

 

 

Il Volantino:

 La memoria Sepolta

Viviamo un periodo in cui gli attacchi del potere contro il diritto allo studio e al mondo del lavoro vorrebbero sancire la precarietà a vita per la maggioranza delle persone; un periodo in cui il modello di sviluppo propinatoci porta inevitabilmente alla disgregazione  dei rapporti sociali e alla distruzione dell’ambiente, in cui la limitazione delle libertà personali invade sempre più la sfera privata. Ci siamo ormai abituati all’inasprimento del controllo sociale attraverso i mille occhi elettronici che ci guardano ogni giorno, alla sempre maggiore presenza di polizia ed esercito nelle strade; ci siamo assuefatti al terrorismo psicologico dei fabbricatori di consenso che creano ogni giorno la fobia contro il diverso, sia l’emarginato, l’immigrato, il ribelle, al fine di poter motivare ogni stretta autoritaria sulle nostre vite.

In una fase in cui il potere mostra tutto il suo volto autoritario ed il suo vero ruolo di difensore del privilegio, è necessario riannodare i fili della memoria, un’“altra” memoria rispetto a quella ufficiale buona solo come strumento per rinsaldare e continuamente rifondare le basi dell’autorità.

Spesso il potere si appropria delle figure “ribelli” per rileggere la loro storia in maniera tale da depotenziare il loro portato rinnovatore (quando non rivoluzionario) ed utilizzarlo a proprio piacimento; di esempi potremmo farne molti, ma basti citare l’esempio di Arsenio Lupin, trasfigurazione letterario-cinematografica di un personaggio realmente esistito, Alexandre Jacob, proletario, Anarchico, finanziatore del movimento operaio, coevo di Bresci, un Robin Hood del 19° secolo, altro che il ladro gentiluomo, sguazzante nel lusso tra  donne e fiumi di champagne, snob fino al midollo, passato alla memoria delle masse; o l’esempio di Pietro Gori, rivoluzionario senza se e senza ma, recentemente vittima di un’apologia di regime che lo vuole figura quasi francescana, l’anarchico buono, lasciando intendere implicitamente che sia stato -e sia tutt’ora- qualcosa di diverso dai crudeli e sanguinari anarchici dei tempi che furono, che sono e che saranno…
Poi ci sono “gli altri”, quelli che, pur impastoiati nelle trame della storiografia ufficiale, non possono essere “recuperati” come figure strumentalizzabili e che quindi vengono consegnati all’oblio della memoria; è il caso, questo, di Gaetano Bresci, Anarchico pratese, nato a Coiano il 10 Novembre 1869 famoso per essere ricordato come  “quello del regicidio”, colui che uccise Umberto I , chissà perchè chiamato il “re buono”, tanto buono  da aver fatto cannoneggiare nel 1898 per mano del generale Bava Beccaris, la folla affamata che protestava per l’aumento del costo del pane (che era arrivato a cifre vergognose, circa la metà di uno stipendio giornaliero per chilo…)

Dichiarerà Bresci al processo: “Ho attentato al capo perché a parer mio egli è responsabile di tutte le vittime pallide e sanguinanti del sistema che lui rappresenta e fa difendere”, insomma Bresci, colpendo tre volte “Umberto unico”, ha voluto colpire un simbolo, un simbolo che rappresentava la gerarchia, l’oppressione del potere che si esercita sul corpo e nelle menti degli oppressi, il privilegio di pochi su molti. Il gesto di Bresci è stato ed è importante perché ha ricordato a chi subisce che non si è mai troppo abbrutiti per accettare passivamente ogni cosa, e di contro ha dimostrato al potere che per quanto la repressione si faccia forte non riuscirà mai ad arrestare l’idea di libertà che molti portano in seno. La libertà balena nel buio.

Il gesto di Gaetano rivive nelle lotte degli studenti, i suoi occhi fissano con decisione gli scudi della polizia dalle barricate di Chiaiano, Bresci rivive in ogni lotta contro le nocività ambientali e sociali e in ogni azione di chi si oppone all’arroganza e alla violenza del potere, dello stato, del capitale.

BRESCI VIVE!

…e la targa:

…A voi, gente pagata col vil sangue plebeo
par cosa strana la disinteressata opra del cuore,
o non par cosa umana…E innanzi a voi, tremanti,
sorgerà un urlo d’odio e letizia;
“Pé lunghi, amari pianti, vigliacchi,
questo è il dì della giustizia!”
P.Gori.
 
A Gaetano Bresci, il cui coraggio sempre ci rammenta che non c’è oppressione tanto grande da non poter essere spazzata via dal vento dell’Ideale. I compagni ti ricordano. Viva l’Anarchia!

 

14 NOVEMBRE PRIMA UDIENZA DEL PROCESSO PER I FATTI DI VICOLO DEL PANICO

 

L’11 ottobre 2005 opponemmo una decisa resistenza alle forze dell’ordine venute in massa a sgomberarci dallo storico circolo anarchico di Vicolo del Panico, occupato dal 1° maggio 1979.

Il 14 novembre prossimo venturo si terrà a Firenze la prima udienza dibattimentale per più di venti persone in relazione a quei fatti. Le accuse vanno dall’occupazione al danneggiamento di immobile, dalla resistenza alle lesioni a pubblico ufficiale fino al tentato incendio.

Come al solito nell’impianto processuale non mancano teoremi e deliri polizieschi, ma non è questo l’essenziale. L’essenziale è che, quell’11 ottobre di più di tre anni fa, diversi compagni hanno deciso di contrastare con fermezza la rapina di un pezzo di storia del movimento anarchico da parte dell’amministrazione comunale: quattro mura che sudavano vita, emozione, rabbia; quattro mura strappate, la bellezza di ventisei anni prima, ad un centro storico in via di mercificazione irreversibile; quattro mura espropriate con l’azione diretta, con il vecchio ferro sovversivo dell’occupazione. Quattro mura che il mondo dell’autorità e della merce intendeva riprendersi con una concertazione asettica e indolore, anestetizzando politicamente ogni tensione ribelle. Gli è andata male: l’azione diretta si è ripresentata, mandando all’aria ogni calcolo da bottega.

Ne è passata, da allora, di acqua sotto i ponti. Riempiti di fogli di via, siamo rimasti a Firenze collezionando una denuncia dietro l’altra, da nemici di ogni espulsione quali siamo. Abbiamo rioccupato più volte, siamo stati sgomberati più volte: Piazza Ghiberti, San Salvi, Santo Spirito in allegra compagnia e di nuovo San Salvi. Dentro diverse mura continuiamo a vivere e ad agire insieme. Come ci siamo ripresi gli edifici ci siamo presi le strade e le piazze con presidi, feste, libere derive senza mai chiedere permesso ai padroni della città e ai loro servi in divisa. Non siamo feticisti delle quattro mura. Amiamo i luoghi dove abitiamo, ma amiamo soprattutto vivere una vita senza capi, gregari e permessi. Una vita da portare, da diffondere ovunque.

E allora, perché difendere gli spazi?
Perché siamo convinti che i posti occupati possano essere qualcosa di più che semplici sedi dove dispensare "controcultura" e "socialità". Siamo convinti che uno spazio conquistato e difeso in autonomia possa costruire l’autonomia delle lotte, essere presidio di resistenza contro una società sempre più onnivora e assassina.

Siamo convinti, nella fattispecie, che la resistenza in Vicolo del Panico e tutto ciò che ne è seguito abbiano aperto nuove strade, nuove prospettive, nuovi "spazi" non solo materiali.
Come sempre ponti, e non mete.
Per la libertà e per l’anarchia.

il Panico anarchico

ieri in Vicolo e oggi a S Salvi                                           Intoxicated exist.

 

Sabato 25, volantinaggio contro la lega nord

Sabato 25 La rete Antifascista Pistoia-Agliana-Prato ha svolto un volantinaggio di denuncia contro la lega nord, che da qualche settimana sta raccogliendo firme contro il campo rom della città; dopo circa un’oretta di volantinaggio un leghista, coadiuvato da alcuni vigili, ha bloccato tre antirazzisti e, esibendo furioso un volantino ha chiesto ai divisati l’identificazione degli antifascisti/antirazzisti…il coglione (con tutto il rispetto per i coglioni) ha così pensato di intimidire i solidali con i rom, paventando una probabile querela per diffamazione…non contenti di tutto ciò i vigili hanno comunicato ai compagni che nel comune di Pistoia il volantinaggio è permesso solo ai partiti politici, pena una denuncia per volantinaggio abusivo. Terminate le "formalità" gli antirazzisti/antifascisti per tutta risposta hanno ripreso tranquillamente il volantinaggio. In tutto i compagni identificati sono stati quattro. Sappiano lor signori, siano merde leghiste, coglionazzi in divisa o chi per loro, che la solidarietà non si arresta certo grazie a qualche denuncia. Stronzi, chi fomenta l’odio raziale, l’oppressione, la sopraffazione non avrà tregua!
di seguito il volantino distribuito Sabato.
Clicca l’immagine per ingrandire.

Solidarietà al Newroz di Pisa

Sabato sera è stata lanciata una bomba carta all’esterno del centro sociale Newroz di Pisa. Esprimiamo tutta la nostra solidarietà ai militanti del centro che da anni lavorano attivamente sui temi delle migrazioni e della precarietà. Le bombe, che siano fasciste, che siano di stato (la stessa identica cosa), non fermeranno chi ha in mente e nel cuore un orizzonte nuovo.

Anarchici Pistoiesi.

Solidarietà all’Horus!!!

Esprimiamo tutta la nostra solidarietà all’Horus, sgomberato stamane dagli sgherri del boia Alemanno con grande dispiegamento di forze del disordine.

Nuovamente si colpiscono quegli spazi liberati dal profitto e dalle false convenzioni sociali pubblicizzate ad arte da tv, giornali e politicanti multicolore. Ancora una volta il potere decide di colpire tutto ciò che si muove al di fuori dei suoi progetti totalitaristi (culturalmente, oltre che fisicamente)…non ci sono destra e sinistra che tengano…Sappiano però lor signori che i semi della rivolta germinano anche sul cemento…

Intimidazione e schedate illegali ai danni di un’attivista di Chiaiano

Comunicato Stampa

E’ evidente in queste ultime settimane l’escalation
repressiva nei confronti delle mobilitazioni contro la
devastazione ambientale. Anche a Chiaiano.
Nella serata di ieri un attivista, Francesco Barone, giovane
operaio edile di Chiaiano e partecipante del presidio, viene
convocato in questura con un avviso per "motivi di
giustizia". Francesco si reca in questura ritenendo debbano
notificargli eventualmente qualcosa. Ma una volta arrivato
lo portano al quinto piano e cominciano prima a
interrogarlo, poi a minacciarlo. Gli fanno vedere fotografie
del 23 maggio, dove francesco, come tanti altri, è seduto
in terra con le mani alzate e subisce la carica della
polizia. Fotografie comparse su molti giornali dove
evidentemente i dimostranti sono vittime.
Contremporaneamente cominciano a minacciarlo apertamente
affermando di essere "pronti ad usare altri metodi per farti
cantare". A questo punto viene condotto nella sala per le
fotosegnalazioni e gli vengono fatte le fotografie
segnaletiche e prese le impronte digitali, in maniera
assolutamente immotivata e illegale! Tanto che a Framncesco
non viene consegnato nessun verbale. Non solo la schedatura
è illegale, ma tutto il comportamento è da "stato di
polizia": se Francesco è stato interrogato come indagato
aveva diritto a un avvocato, se è stato interrogato come
testimone allora evidentemente non doveva subire quello che
gli hanno fatto fino alla schedatura!
Una evidentissima e grave intimidazione che fa seguito alle
denunce contro i cittadini che avevano bloccato per qualche
ora i camion dell’esercito, ma anche ad altri episodi del
tutto analoghi a quello di Francesco, che stanno venendo
fuori in queste ore.
Un escalation probabilmente preparata dall’uso
criminalizzante dell’inchiesta di Pianura.
Raccogliendo le testimonianze di chi ha subito questi
episodi, stiamo preparando su questo un dossier sulla
violazione dei diritti democratici da presentare alla corte
europea di giustizia.
Invitiamo tutti i sinceri democratici a prendere la parola
per impedire che questa operazione di repressione del
dissenso, motivata dall’enorme business che sorregge
"questo" piano rifiuti, vada ancora avanti!

Noi, per conto nostro, non ci faremo certo intimidire,
perchè è in gioco la nostra terra, la nostra salute e il
nostro futuro!

Comitati contro la discarica di Chiaiano e Marano

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Grave risposta dell’amministrazione pistoiese alla festa antifascista

L’amministrazione pistoiese, appellandosi ai "regolamenti" ha negato la piazza  alla rete antifascista ed al comitato San Lorenzo che stanno organizzando per Sabato 18 una mobilitazione Antifascista, in concomitanza dell’apertura di una sededi casa pound. L’iniziativa  SI TERRA’ UGUALMENTE, permessi o no; che sia una festa, un presidio, o un concentramento spontaneo i fascisti avranno la risposta che il quartiere vuole dargli. Sappiano questi piccoli uomini, fini politici, che la responsabilità di tutto ciò che potrebbe accadere se la piazza non fosse concessa sarà da ascrivere solamente alla stupidità e poca lungimiranza politica di lor signori. Seguiranno aggiornamenti.