Pistoia, avviso di garanzia ad un compagno.

Ieri un solerte funzionario della procura della repubblica di Pistoia ha recapitato ad un compagno un avviso di garanzia per furto; il tutto nasce dalle vicende per l’occupazione dello spazio liberato Breda est, il motivo del reato sarebbe l’appropriazione di un cavo elettrico(!!)…Indagate insieme al compagno altre nove persone. 

C’è da notare come i "terribili" sospettati siano stati scelti ad arte tra i personaggi politicamente più attivi in città; la vicenda è ridicola di per sé, non si capisce su che base sarebbero state eseguite le identificazioni dei sospetti, visto che il reato è stato riscontrato il 28, giorno dello sgombero, durante il quale nessuno si trovava all’interno dello stabile, e soprattutto alcuni dei nomi finiti nell’indagine già da giorni avevano abbandonato l’esperienza per incopatibilità politica…L’intento dell’avviso è palesemente intimidatorio nei confronti di chi, in città pensa che un’altra socialità ed un’altra società siano possibili…Carissimi questurini e questuranti, missione fallita, il nostro orizzonte non svanisce con la brezza della mattina…una risata vi seppellirà, e con queste barzellette ci date grossa mano. Solidarietà ai Compagni.

VIVA L’ANARCHIA! 

SGOMBERO DI LIBERA?!

Libera 9/5/08
Nulla di Buono.
Oggi alcuni cittadini ci hanno avvertito che ieri i tecnici del Comune e della ditta costruttrice Vintage hanno fatto un sopralluogo sui terreni attorno a Libera. Questo può significare che se il 26 maggio il consiglio comunale approva il progetto Autodromo da martedì 27 Vintage potrebbe prendere possesso di alcuni terreni e premere su Libera. Dal Comune non ci è giunta ancora nessuna comunicazione in merito alla eventuale restituzione dell’immobile e dei terreni da noi occupati. Dopo la riunione del Coordinamento prevista per lunedì 19 proponiamo che si tenga una conferenza stampa dove con nuovi documenti spiegheremo come non sia possibile (e per noi nemmeno auspicabile) costruire l’Autodromo e/o scavare ghiaia nella zona dove esiste lo spazio sociale Libera. Continueremo a tenervi informati. Spazio Sociale Libera.
Libera 7/05/08
Sgombero di Libera.
Giovedì 15 maggio è stata iscritta alla commissione ambiente del comune di Modena la discussione sull’autodromo che andrà in Consiglio comunale per l’approvazione definitiva lunedì 26 maggio. Da martedì 27 maggio Libera è in pericolo di sgombero. Ieri sera l’assemblea di autogestione di Libera, confermando la decisione presa 5 anni fa, ha ribadito che non accetterà nessuna trattativa col comune di Modena. Abbiamo deciso la resistenza come critica radicale a questo modello di sviluppo che devasta l’ambiente e sfrutta le persone. La nostra resistenza è un atto dovuto a tutti i popoli nativi in lotta per la difesa dei loro territori, è un atto di solidarietà a tutti i comitati che lottano contro il TAV e contro tutti gli impianti o "grandi opere" che sono solo delle colate di cemento e asfalto. Il Comune di Modena deve assumersi la responsabilità di sgomberare un luogo di socialità e cultura frequentato da migliaia di persone. Uno spazio ecologico ed autogestito. Deve assumersi la responsabilità in questo momento così negativo per l’ambiente, di distruggere piante, orti, fiori e campi coltivati per costruire un divertimentificio (autodromo/pista prove) per auto e moto e per accattare ghiaia che gli servirà per cementificare altre parti della città. Resisteremo e in caso di sgombero sapremo sempre più determinati continuare in altri luoghi e spazi. Continueremo a regalare utopia, gioia, balli e ribellione. -16/17/18 maggio a Libera 3 giorni di concerti contro l’autodromo. -Lunedì 19 maggio a Libera ore 21 (da confermare) riunione del Coordinamento cittadino contro l’autodromo di Marzaglia. -23/24/25 maggio a Libera 3 giorni di concerti in difesa dei territori dalle varie devastazioni. -Lunedì 26 maggio in Piazza Mazzini ore 15 Presidio in concomitanza con la discussione in consiglio comunale. -30/31/1 maggio/giugno a Libera 3 giorni Ribelli, Contro le Istituzioni Totali, in solidarietà ai popoli nativi in lotta, Contro gli sgomberi degli Spazi Sociali. -per Sabato 14 giugno stiamo costruendo un CORTEO (comunicativo, colorato, creativo e determinato) per le vie di Modena in risposta alla decisione di continuare questo modello di "sviluppo" e in solidarietà alla lotta di Libera.
Iniziative Contro Lo Sgombero
Continueremo a regalare utopia, gioia, balli e ribellione.

-16/17/18 maggio a Libera 3 giorni di concerti contro l’autodromo.
-Lunedì 19 maggio a Libera ore 21 (da confermare) riunione del Coordinamento cittadino contro l’autodromo di Marzaglia.
-23/24/25 maggio a Libera 3 giorni di concerti in difesa dei territori dalle varie devastazioni.
-Lunedì 26 maggio in Piazza Mazzini ore 15 Presidio in concomitanza con la discussione in consiglio comunale. -30/31/1 maggio/giugno a Libera 3 giorni Ribelli, Contro le Istituzioni Totali, in solidarietà ai popoli nativi in lotta, Contro gli sgomberi degli Spazi Sociali.
– Sabato 14 giugno, stiamo costruendo un CORTEO (comunicativo, colorato, creativo e determinato) per le vie di Modena in risposta alla decisione di continuare questo modello di "sviluppo"
e in solidarietà alla lotta di Libera.

Ben venga Maggio, sullo sgombero a Pistoia

Questo il testo del volantino, in merito allo sgombero da parte del comune dello spazio liberato Breda est, che stiamo attacchinando/facendo girare da ieri:
 
Il 28 Aprile, su ordine del cofferati Bonsai sindaco di Pistoia, R.B. di
anni 51, è stato sgomberato l’unico spazio pistoiese realmente libero
da logiche di mercato, dinamiche politicomafiose, speculazioni varie e
problemi di parcheggio.
In quel di via Pacinotti numero 9, è tornata a pulsare di vita l’unica
palazzina della ex san Giorgio sopravvissuta alla svendita dei beni
pubblici da parte dell’amministrazione, testimone silente, per anni,
della lenta morte di tanti lavoratori uccisi dal profitto e
dall’indifferenza kafkiana del potere.
In appena una settimana tra quelle mura annerite dalla fuliggine si
sono avvicendate più di 800 persone, si sono intrecciate esistenze,
sono state condivise esperienze, si sono create complicità, in poche
parole lo spazio condiviso ha assunto una dimensione pubblica ed
autogestita in cui tutti –chi per un’ora, chi per una sera, chi per una
settimana- hanno potuto dare il proprio apporto seguendo le proprie
inclinazioni.
In pochi, pochissimi giorni quello spazio, e i corpi che lo hanno
riempito, sono riusciti ad abbattere quel muro di Apatia che decenni di
politica di speculazione edilizia e di svendita di spazi pubblici a
affaristi di ogni fatta -vedi la cementificazione selvaggia di viale
Adua o piazza della sala, prima luogo di socialità, ora luogo di
consumo- avevano costruito.
Adducendo come scusa l’inagibilità della palazzina e come paravento il
rispetto delle norme (ampiamente adattabili a connivenze politiche e
convenienze di portafoglio), in nome del sindaco Re si è deciso di
arrestare preventivamente un’esperienza che, in quanto slegata da
vincoli di profitto e da false convenzioni sociali, risultava
potenzialmente pericolosa per il potere, per sua natura reazionario e
immobilista.
Il bastone e la carota, tecnica e teoria del buon governo…
Chi vuole abboccare!?
L’amministrazione promette ora magnanimamente la concessione di uno
spazio conforme alle direttive vigenti, nei termini delle norme di
sicurezza; per noi stupidi: facilmente monitorabile, controllabile,
ricattabile, strumentalizzabile.
Capiscano lor signori, che il valore di uno spazio non è legato solo
alla capienza dei suoi vani, ma anche –e soprattutto- alle idee che li
abitano, che non è possibile rinchiudere in un deposito giudiziario.
Nonostante i vostri musi lunghi, nonostante i vostri abiti grigi…la primavera è comunque arrivata…ora vi aspetta l’estate…
(non) è solo l’inizio…
Quando vogliamo, dove vogliamo.

Due giorni di mobilitazione contro lo sgombero

Nel tardo pomeriggio di ieri il sindaco ha firmato l’ordinanza di sgombero
dell’occupazione di via Pacinotti…noi intanto rispondiamo con una due
giorni di mobilitazione sia all’interno dello spazio liberato Breda Est,
che per le vie della città…contro il logorio della vita
moderna…occupa!
Questo il programma:
Martedì 22 Aprile ore 21: assemblea cittadina per un uso pubblico e
collettivo della città, contro la rendita fondiaria e l’uso speculativo
degli spazi, contro la mercificazione e la cementificazione di Pistoia,
contro tutte le nocività;
Mercoledì 23 Aprile: ore 18, sit-IN-FESTAnte in piazza duomo, in difesa
dell’unico spazio pistoiese libero dalle logiche di profitto e dalla
speculazione in risposta all’ordinanza di sgombero emessa dal sindaco.
Ore 22: festa di autofinanziamento, musica dal vivo, dj set raggae dance
hall…
Lo spazio si trova in viale Pacinotti 9…
Per arrivare:
dalla stazione – esci, tutto dritto, all’incrocio svolta a sinistra, 150 mt
e ci sei…
dall’autostrada:
esci a Pistoia, uscito dal casello prendi lo svincolo di sinistra ed
imbocca la superstrada; esci al primo svincolo (Pistoia sud, motorizzazione
civile) e allo stop gira a sinistra…tutto dritto…passata la ferrovia,
allo stop a destra e ti troverai alla stazione…a questo punto segui le
indicazioni di sopra…e ci sei.
 

Stasera allo spazio occupato Breda sud, assemblea straordinaria+performance teatrale

Stasera dalle 21 allo spazio liberato
breda sud di Pistoia si terra un’assemblea straordinaria per discutere
dei provvedimenti che l’amministrazione comunale dovrebbe prendere in
giornata…

a seguire performance teatrale dell’associazione Associazione Culturale K.lab

Ecco la presentazione dello spettacolo…

NDDDI // Niente di diverso da indossare
uno spettacolo di Purple Haze

con Fabio cerri, Lucia Mazzoncini, Massimiliano Meoni, Luca Privitera

testi Marco Carlesi

costumi O’re Do

NDDDI è un progetto teatrale che affronta la tematica dell’abitudine
vista come indumento ricorsivo con cui l’individuo si veste per non
porsi mai il problema di qualcosa di diverso. Il vivere, rivivere e
ripetere nuovamente, affinché tutto sia già stato vissuto; nessuna
novità, niente di nuovo, perché niente di diverso e fuori
dall’ordinario possa accadere. La sicurezza, ricercata
nell’eliminazione e nell’assenza dei fattori variabili; lo scegliere
sempre lo stesso per non porsi mai il problema di decidere davvero.

Attorno ad un tavolo, emblematico luogo dell’abitudine, l’ego si siede
con le abitudini di spazio, tempo ed azione, ed attorno a questi
fattori si sviluppa la soluzione scenica: una soluzione scenica fatta
di traiettorie, elettrodomestici, fasci di luce, suoni, parole. Nascono
così gesti e significati che rendono vivo e tangibile il concetto di
abitudine, in un meccanismo perverso ed irreversibile fatto di
sicurezze ripetute e che appare fisicamente sempre più inarrestabile.

Le nostre abitudini, il nostro fare senza mettere in discussione, sia
esso frutto di strutture e contesti sociali, o sia invece strettamente
legato all’esperienza della propria soggettività, conduce alla mera
negazione della libera iniziativa. Si crea così una gabbia, una
prigione di tempi e spazi, un sequenza di movimenti concentrici che
imprigiona, e non salva.

Simbolo delle possibilità di cambiamento che ogni giorno si incontrano
e che mai si colgono, il prendere finalmente coscienza delle proprie
abitudini è il primo passo di un possibile percorso di liberazione; ma
ciò che si rivela non è che il modificarsi di un’abitudine per
aggiungerne altre. Quando qualcosa è cambiato ma comunque tutto è
rimasto uguale, quando si arriva al punto morto, allora l’abitudine
dell’abitudine stessa prende il sopravvento, risucchia, ingloba.

Non è possibile o non certo facile mutare ciò che da molto tempo si è
impresso nel carattere. Le forze in gioco sono quelle dell’inerzia e
della conservazione, della stabilità sociale e degli equilibri di
potere, del mercato e dei bisogni, degli usi e dei costumi, e di
quant’altro caratterizza le azioni, i luoghi, i ritmi e i riti
dell’oggi. Ma ancor quando si muti, l’umana tendenza all’abitudine
ostacola il recupero della piena libertà. Poco dopo l’essersi vestiti
lo stimolo creato dall’abito scompare dal nostro sistema nervoso e ne
diventiamo inconsapevoli. Così si cade di nuovo nell’abitudine, ed il
grande meccanismo prosegue.

In quella che non è soltanto un’indagine estetica, ma la ricerca del
luogo più profondo dove si muovono l’anima e la personalità stessa: una
realtà colma di estasi e tensione, cadenzata daritmi ossessivi, da
calcoli meticolosi, da traiettorie obbligate, da un progressivo ordine
stringente, da un susseguirsi frenetico di plasticità e frasi
sussurrate, come un urlo al vento.

Un mero dipinto delle nostre misere vesti, pilastri del grigio
quotidiano moderno e della struttura sociale dell’oggi. Un teatro di
abitudini che animano, governano e dominano; a meno che non si scelga
diversamente.

per arrivare allo spazio:

dalla stazione: tutto a dritto, in fondo alla strada a sinistra, 150 mt…e ci siete.
dall’autostrada: uscire a Pistoia, prendere lo svincolo sulla destra ed
imboccare la superstada, uscite a pistoia sud-motorizzazione (prima
uscita), allo stop a sinistra e costeggiate lo stabilimento Breda;
passate la ferrovia, all’incrocio a destra e siete alla stazione. di li
fate la rotonda, seguite la strada e all’incrocio a sinistra…150 mt e
ci siete!

Pistoia occupa…PRIMA LO SPAZIO, POI LA LUNA!

Ogni tanto capita…dopo 20 anni di poco o nulla ieri mattina verso le 6 a Pistoia, ridente località non lontano da Firenze, un certo numero di individualità ha occupato uno stabile situato in viale Pacinotti.
La struttura è la palazzina “F” delle ex officine San Giorgio, conosciute in città col nome di ex Breda; naturalmente come Anarchici abbiamo partecipato all’evento.
La liberazione di questo spazio risponde alla necessità di varie forze agenti sul territorio e che avevano bisogno di un luogo per svolgere le proprie iniziative che fosse svincolato dalle logiche di mercato e libero da “cappelli” politici, un luogo libero dove svolgere liberamente le proprie attività, un luogo dove sperimentare e rendere tangibile l’autogestione di tempi, spazi, emozioni; ma lo spazio libero Breda est, questo il nome provvisorio(?), vuole anche essere una denuncia palese della vergogna che a Pistoia, come del resto accade in gran parte dell’italico stivale, porta l’amministrazione comunale a svendere allo speculatore di turno –nel caso specifico il costruttore/mafioso Giusti- stabili e spazi pubblici per trasformarli in appartamenti e condomini poi rivenduti o affittati a cifre inarrivabili dai più…questo nonostante l’emergenza abitativa che anche nella città di Giano comincia a farsi sentire.
A fronte di tutto ciò abbiamo liberato un edificio di più di 2000 mq chiuso da 19 anni e da 19 anni lasciato a marcire…nei prossimi giorni maggiori novità…
autorganizzare il presente per autogestire il futuro!!!

Anche Pistoia scopre che di lavoro si può morire

Martedì 8 Aprile alla Breda di pistoia un operaio di 49 anni è stato vittima dell’ennesimo "incidente" sul lavoro; il lavoratore è rimasto schiacciato sotto la fiancata di un treno in movimentazione riportando oltre ad un trauma facciale, la frattura di alcune vertebre ed uno schiacciamento toracico…solo la fortuna ha fatto sì che non ci lasciasse le penne…di seguito il testo del volantino che abbiamo or ora finito di attacchinare fuori dallo stabilimento.
 
Se Parigi val bene una Messa, ora sappiamo che un incidente sul lavoro, per quanto grave, vale un’oretta di sciopero…se l’incidente poi fosse mortale…quattro orette e siamo a posto.
Martedì 8 Aprile anche Pistoia si è accorta che di lavoro si può morire, alla Breda un operaio di 49 anni è rimasto schiacciato dalla fiancata di una carrozza ferroviaria durante la sua movimentazione; le organizzazioni sindacali hanno immediatamente organizzato un’ora (!) di sciopero…60 minuti per un compagno di lavoro finito grave all’ospedale…Come sempre dopo fatti di questo genere assistiamo alle lacrime di coccodrillo di chi, fino ad un minuto prima non si era posto nemmeno il problema della sicurezza sul lavoro. Crediamo poi, ma ne siamo certi, che nei prossimi giorni qualcuno tenterà di far ricadere buona parte della responsabilità dell’accaduto sui lavoratori e sulla loro poca attenzione nei confronti della sicurezza; mentirà sapendo di mentire, perché se anche fosse vero che in certi casi la sicurezza, appunto, è passata in secondo piano, ciò accade a causa delle spinte più o meno occulte a produrre sempre di più e più velocemente; se ciò accade è per causa della perdita del potere d’acquisto dei salari, che spinge i lavoratori a turni di straordinario vergognosi solo per poter far quadrare i bilanci familiari a fine mese…
10/12 ore di fabbrica non sono vita!
Ma allora che fare? Come salvarsi da questo stillicidio giornaliero? Le possbilità sono molteplici, ma implicano la partecipazione di tutti.
E’ necessario rilanciare la conflittualità sui posti di lavoro
rifiutando ogni mediazione da parte di chi, nascondendosi dietro parole e promesse, poi non fa altro che giocare con le stesse carte truccate dei grandi poteri economici: ci stiamo riferendo alle istituzioni, sempre pronte a tutelare capitale ed imprenditori e sorde alle necessità dei lavoratori; stiamo parlando della triade sindacale, ammalata di concertazione e malafede, che a pié sospinto concorre ad affamare chi lavora firmando contratti nazionali ridicoli (ricordate quello fresco fresco dei metalmeccanici?) con la scusante dell’economia stagnante e quant’altro…eppure i sacrifici si chiedono sempre e solo a chi lavora…Sindacati, istituzioni e stato sono tutti ingranaggi di quella macchina perversa, che si chiama capitale, che divora carne umana per produrre utile.
Anche noi chiediamo un sacrificio, quel sacrificio che richiede impegno e fermezza da parte di tutti al fine di liberare il lavoro dalle manette di chi lo vuole asservito…Meglio occupare le pagine di cronaca dei giornali per uno sciopero (serio, non uno scherzo di una mezz’ora) che quelle di cronaca nera per una morte sul lavoro; Sabotare la produzione, questo l’unico modo per raggiungere dei risultati tangibili; sviluppare la solidarietà fra i lavoratori, questa l’unica maniera per opporsi alla repressione che il potere metterà in campo; sviluppare l’autogestione, questa l’unica possibilità per liberarsi da un lavoro che assomiglia ogni giorno di più ad un inferno.
Rifiutare ogni compromesso ed agire in prima persona per far valere i propri diritti
LAVORATORI SVEGLIA! nessuno vi regala niente, AUTORGANIZZATEVI!!!

BASTA MORTI SUL LAVORO, BASTA COL LAVORO CHE UCCIDE!

                                  

Cioni il fascista

Ci risiamo: dopo l’ordinanza vergognosa e razzista contro i lavavetri (che prevede per chi colto nella flagranza del lavaggio abusivo ai semafori, il sequestro dell’attrezzatura e dell’incasso, nonché la reclusione) ora è il turno dei mendicanti che chiedono l’elemosina stesi a terra, pericolosi –a sentire lo sceriffo Cioni- per l’incolumità dei passanti.
Firenze dunque si dimostra, se ancora ce ne fosse bisogno, come uno dei laboratori privilegiati della costruzione di quella rete di (a)socialità che vorrebbe tutti contro tutti e tutti contro il diverso; con il potere solo, che in ogni istanza sarà chiamato a decidere su ogni più piccola questione.
Per l’ennesima volta anche in questa vicenda si trasforma un problema sociale come la povertà, in problema di ordine pubblico, baipassando quindi quelle che sono le reali cause del “degrado” –così lo chiamano- e risolvendo il tutto eliminando il “problema” contingente lasciando immutate le condizioni che lo hanno generato e che ne genereranno altri sotto altra forma.
In questi mesi abbiamo assistito a due sgomberi di occupazioni (Asilo e Panico), e alla criminalizzazione di quelle situazioni in cui gli spazi abitativi, ed i rispettivi abitanti, decidevano di slegarsi dalle logiche rabbiose del profitto (leggi CasaLuzi o ex caserma Donati), oltre agli eventi già citati.
Il progetto che sottende a questi fatti è chiaro e si chiarifica ogni giorno in maniera più cristallina, ovvero la volontà di trasformare in maniera definitiva Firenze nell’avamposto di quella società totale in cui il controllo ossessivo di ogni istanza che si produca all’interno dello spazio cittadino (spazio fisico ed ideologico) sia per l’appunto totale e imprescindibile; eliminare il “fuori”, spostando i confini del lecito ben oltre quelli meramente giuridici rendendo di fatto impossibile sostenere ogni tipo di istanza che non si ascriva a pieno nel progetto preconfezionato dal potere.
Giorno dopo giorno la città di Dante (non dei fiorentini, troppa carne ed ossa da gestire) assomiglia sempre più a sé stessa, congelando ogni tipo di concezione che non si diriga nella direzione della massimizzazione del profitto a mezzo “vetrinizzazione” degli spazi cittadini ed incentivando, di contro, tutti quei progetti che possono in qualche modo agevolare questo stato di cose.
Città invivibile per chi la fruisce ogni dì, a misura d’uomo se per tale si intende il turista, con tutte le sue necessità d’un giorno…
Dunque prima l’attacco ai lavavetri, fomentando e, in seguito, cavalcando quei sentimenti razzisti presenti in parte della popolazione, poi l’attacco ad alcuni degli spazi liberati più decisamente avversi allo status quo e proponenti una forma di società altra, non solo totalmente slegata dal capitale ma anche decisamente avversi alla riproposizione della dinamiche di delega e gerarchia; quindi con la criminalizzazione del dissenso e delle differenze si cerca di legittimare ogni giro di vite della totalizzazione, che si avvia verso forme di controllo e riproduzione sociale “vincolata”, che non ha avuto precedenti nella storia.
L’unica possibile medicina a questa deriva è l’opposizione sociale in ogni ambito della nostra esistenza, nelle scuole, sui posti di lavoro, in strada, costruendo quella reale partecipazione diretta e non mediata, alla costruzione di un esistente liberante e liberato, che smembri il potere in tante parti quanti sono i membri della società, di fatto distruggendolo, affrontando ogni criticità in maniera condivisa; i problemi sono di tutti e tutti devono avere la possibilità di partecipare alla loro discussione/risoluzione.
Solo attraverso l’autorganizzazione e l’autogestione potremo finalmente liberarci dall’oppressione di stato e mercato e cominciare a ricostruire quei vincoli di solidarietà e sciabilità irrinunciabili all’alba di un nuovo tipo di convivenza.
                    AUTORGANIZZARE IL PRESENTE PER AUTOGESTIRE IL FUTURO!!