[Lu] Processo Ardesia – Leo in aula

LIBERTA’ PER LEO
INIZIO PROCESSO INCHIESTA ARDESIA

Venerdì 5 marzo si terrà la prima udienza del processo per rapina
con aggravante di terrorismo che vede imputato Leo(ora prigioniero nel
carcere di Alessandria) arrestato il 04 novembre 2009 dopo che nel
maggio 08 era stato emesso un mandato di cattura internazionale a suo
carico,
Si tratta della stessa inchiesta che ha portato alla condanna in primo grado a 4 anni per Daniele e Francesco.
Noi saremo presenti in tribunale per lui, ad incrociare i nostri
sguardi, separati dalle circostanze ma uniti dalla volontà di
stravolgere questa maledetta società assassina e sempre liberi nella
complicità che unisce tutti i ribelli. Saremo lì con la nostra
vicinanza e solidarietà verso chiunque ricerca la libertà attraverso la
concretezza della pratica.

Solidarietà a Leo, Solidarietà ai compagni e alle compagne arrestati/e a Torino!
Libertà per tutti e tutte!

L’appuntamento è presso il Tribunale di Lucca in via Gallitassi venerdì 5 marzo ore 11:00

Anarchici e Anarchiche di via del cuore

Firenze: qualcuno protesta contro i cie


Blitz di una decina di giovani incappucciati che stamattina poco prima
di mezzogiorno hanno bloccato la tramvia all’altezza del Parco delle
Cascine. Il gruppo con delle bombolette spray e della vernice scura ha
imbrattato Sirio. Uno dei giovani ha scritto ‘No Cie, no lager’. I Cie
sono i Centri di identificazione ed espulsione, al centro di forti
polemiche.

E’ stato lanciato un fumogeno e secondo una prima ricostruzione da
parte dei carabinieri intervenuti sul posto, anche alcuni petardi. Sul
convoglio c’erano un centinaio di persone.

L’assalto ha provocato ritardi di 20-25 minuti sulla linea, ha spiegato
il presidente dell’Ataf Filippo Bonaccorsi aggiungendo che il
macchinista ha rispettato la procedura previsti in casi del genere
tenendo chiuse le porte e aprendole soltanto dopo che il commando si
era allontanato e dopo aver informato la centrale di quanto era
successo. I giovani sono sbucati all’improvviso dai vialetti del parco
delle Cascine. Sul posto sono intervenuti anche alcuni agenti della
Digos.

Siena – Sgombero di Campofico

venerdi mattina scorso i carabinieri di siena assieme a quelli di
rosia/sovicille hanno presentato 6 provvedimenti repressivi nei confronti
di altrettante persone che si trovavano lo scorso 13 gennaio a podere
campofico la mattina del tentato sgombero. questi provvedimenti, spiccati
dalla questura senese, colpiscono la libertà di movimento di sei persone,
le quali si trovano per ben tre anni a doversi allontanare dal comune di
sovicille, e nelle successive 48ore a doversi presentare nelle questure del
proprio comune di residenza. l’inadempienza a tale provvedimento comporta
da un mese a sei mesi di arresto nel caso in cui tali persone vengano
intercettate nel territorio del comune di sovicille nei prossimi tre anni.
nei provvedimenti risulta scritto che le sei persone
risultano pericolose
per l’ordine, la sicurezza e la tranquillità pubblica, motivando tale
pericolosità col ritrovamento di simboli politici anarchici sui muri, che
due degli occupanti sono indagati per invasione di terreni o edifici, che
numerosi degli occupanti identificati risultano segnalati alle competenti
autorità giudiziarie, infine viene menzionato un volantino del podere
campofico in cui si dice:".. venite a sgomberarci coi manganelli,noi
rioccuperemo qui e altrove, decisi a fomentare contro di voi…vi
restituiremo colpo su colpo"

si tratta di un primo e violento attacco da parte delle autorità nei
nostri confronti e verso coloro che hanno dimostrato solidarietà la mattina
del 13gennaio. pare banale ma doveroso dire che:
1) si tratta di repressione politica che cerca di allontanare e dividere
le persone che da tempo stanno tessendo e condividendo esperienze e
progetti nell’ambito del podere
occupato
2) vogliono impaurire coloro che in futuro potreb bero avvicinarsi e avere
relazioni con gli abitanti del podere
3) i fogli di via notificati si rifanno per modalità e efficacia alla
legislazione fascista (allontanamento, confino, obbligo di firma etc)
4) la digos di siena ha già provveduto nelle settimane scorse ad
intimidire bar e esercizi commerciali di rosia dall’esporre volantini di
iniziative del podere campofico
5) gli argomenti e le ragioni sostenute nei provvedimenti di
allontanamento risultano pretestuose, incomplete e pure false, dicendo che
molti sono pregiudicati (e non è vero), che ci sono gli estremi di
pericolosità ( i pericolosi sono i questurini di siena), e che hanno un
valore di prevenzione della tranquillità sociale (invece si tratta di
repressone di tipo fascista)

pare scontato ribadire che la mattina del 13gennaio non ci è stata alcuna
colluttazione ne’ nessun tipo
di comportamento violento e irrispettoso nei
confronti della autorità. questa è la moneta con cui ci ripagano del nostro
atteggiamento pacifico. tranquilli siamo ma non coglioni.
non abbiamo paura e per questo invitiamo tutti a rafforzare con noi i
legami di solidarietà e reciprocità necessari per portare avanti le nostre
idee, le prossime iniziative,i futuri percorsi di ostilità contro i gestori
delle nostre vite e i loro zelanti servitori

VIVA CAMPOFICO! VIVA LA LIBERTA’! VIVA L’ANARCHIA!

Torino – Scriviamo agli arrestati !!!

Non lasciamoli soli

Ricordiamo
l’importanza di sostenere anche con lettere, telegrammi, cartoline etc
i ragazzi arrestati ieri, tanto più perchè si trovano in isolmento.
Ricevere
anche un minimo attestato di solidarietà da fuori è molto importante,
riempe il cuore di gioia e di coraggio e fa vedere alle guardie che i
nostri amici non sono soli.

Ecco gli indirizzi:

 

Luca Ghezzi

Andrea Ventrella

Fabio Milan

Via Pianezza 300

10151 Torino

Scriviamogli tutti !!!!!

Torino – cronache varie di repressione.

TORINO 23 FEBBRAIO 2010. OPERAZIONE DI POLIZIA CONTRO L’ANTIRAZZISMO E LA SOLIDARIETÀ

Questa
mattina, 23 febbraio 2010, la Digos di Torino, su ordine del PM
Padalino, ha effettuato decine di perquisizioni in città e in altre
località del Nord Italia. Sei compagni sono stati tratti agli arresti
(tre in carcere e tre ai domiciliari) e altre decine hanno visto
irrompere all’alba agenti in divisa che hanno portato via computer,
telefoni, volantini, e scatoloni di materiale cartaceo. L’accusa alla
base di questa mega-operazione di polizia è, come al solito, un reato
associativo, che consente così arresti e obblighi cautelari per
compagni accusati di nient’altro che del loro …  IMPEGNO ANTIRAZZISTA!

Già,
proprio così, perché a leggere gli stessi atti dell’indagine i reati
contestati non sono nient’altro che iniziative pubbliche, presidi,
azioni di strada e di piazza, volantinaggi, che negli ultimi mesi hanno
cercato di rompere il silenzio attorno al dilagante razzismo e delirio
sicuritario che sta trasfigurando il volto alle nostre città.

Per
chi ancora non se ne fosse accorto, infatti, nelle nostre città
incombono campi di concentramento, in cui si rinchiudono uomini e donne
il cui unico reato è esser riusciti a fuggire dalle loro terre senza
affogare nel Mediterraneo come centinaia di loro fratelli. Ogni giorno
rastrellamenti e deportazioni costringono gli abitanti dei quartieri
poveri alla clandestinità e, soprattutto, alla rassegnazione, ad
accettare condizioni di vita e di lavoro sempre più miserabili. Gli
“italiani”, dal canto loro, sembrano non far altro che aggrapparsi ai
miseri privilegi che un capitalismo in agonia non ha ancora strappato
loro, rincoglioniti dalla propaganda razzista che giorno dopo giorno
soffia sul fuoco della guerra tra poveri e della paura.

Questa
operazione di polizia non è che l’ennesimo tentativo, questa volta in
grande stile, di mettere a tacere chi non si è rassegnato alla paura,
chi ha ancora il coraggio di praticare la solidarietà tra sfruttati e
di urlarlo, a testa alta, nel silenzio… I capi d’accusa, infatti, non
parlano d’altro che di solidarietà, quella che gli indagati sono
incolpati di aver dato agli immigrati in lotta, una lotta accanita nei
CIE di tutt’Italia e, nello specifico, nel lager di corso Brunelleschi.

Non
è un caso, quindi, che nell’ambito di questa indagine, stamattina, la
polizia ha fatto irruzione anche nella sede di Radio Black out (105.250
fm), l’unica radio libera dell’etere torinese, dai cui microfoni erano
soliti parlare diversi degli antirazzisti arrestati e che, negli ultimi
mesi in particolare, si è fatta voce per le tante battaglie che
nonostante tutto insidiano la passività torinese, dagli immigrati agli
studenti, dai lavoratori ai notav, ecc. Non stupisce dunque il fastidio
e la paura dei potenti torinesi e dei loro sgherri, che di fronte ai
rumori di battaglia cercano di colpire chi non ha mai fatto segreto di
voler soffiare sul fuoco, per alimentare i pochi, sparuti ma
orgogliosi, segnali di vita in una città morente …


NON SARÀ CERTO UN MISERABILE PUBBLICO MINISTERO E LA SUA CRICCA A
FERMARE LA SOLIDARIETÀ, L’ANTIRAZZISMO E LA VOGLIA DI DARE BATTAGLIA …


Antirazzisti senza patria

sugli arresti a torino

Torino: raid poliziesco contro gli antirazzisti, 23 perquisizioni, 6 arresti, un obbligo di dimora.

Una testimonianza da una redattrice di radio blackout sulla perquisizione e il sequestro di materiale nei locali della radio.

Di seguito una breve analisi a caldo di un compagno del Centro di Documentazione Porfido.

In conclusione alcune nostre brevi note

http://radiocane.info/cronache-dal-fronte/1013-torino-c….html

Related Link: http://www.radiocane.info


 

Aggiornamenti da Torino

 

Questa mattina alle 6.30 una forte azione repressiva nei confronti dell’assemblea antirazzista torinese, ha visto una ondata di perquisioni, arresti, notifiche di denunce e sequestri.

I capi di imputazione sono dei più disparati, degni dei più
pericolosi "criminali" atti a giustificare le manovre sbirresche di
questa mattina: stalking nei confronti dei responsabili dei cie,
lesioni personali e del patrimonio, imbrattamenti e scorregge alla
volta dei politici.

Il risultato di questo forte attacco rimane (per ora):

– tre persone arrestate: Andrea, Fabio e Luca

– tre persone ai domiciliari: Maya, Marco e Paolo

– ventitre persone indagate e perquisite

– un obbligo di dimora

– tre persone perquisite perchè "amici" degli indagati

– una forte perquisizione dei locali di radio blackout, che in
questa mattinata ha comportato lo stop del segnale per un’ora, lo stop
delle trasmissioni che tutt’ora prosegue e il sequestro di moltissime
attrezzature necessarie alle trasmissioni (pc per lo streaming e
l’editing dell’audio).

Tutto a cura del prefetto xenofobo e razzista Andrea Padalino e della sottoposta Emanuela Pedrotti, che conosciamo e poco stimiamo…

Il senso per ora, sembra una semplice manovra di censura nei
confronti di radio blackout e dei suoi redattori, e per questo l’invito
è di rimanere informati, un’occasione potrebbe essere la campagna: "Spegni la censura, accendi blackout."

Solidarietà ai perquisiti, agli arrestati e a tutti quelli che si battono per una libera informazione.

Libertino Scicolone

Per mandare telegrammi i riferimenti sono (186 da telefono fisso)

Andrea Ventrella, Fabio Milan e Luca Ghezzi

Via Pianezza 300, 10151 Torino (To)

Radio blackout fa sapere che vi sarà una redazione aperte dalle 19.00 nei locali di radio blackout, in via cecchi 21


 

Aggiornamenti dalla radio, Dimesso Simone dall’ospedale :

Aggiornamenti
da Blackout, il numero di cellulare è nuovamente operativo, per chi
vuole conttatare la radio può nuovamente utilizzare il numero di
cellulare 3466673263.

Altra notizia importante di oggi, è stato dimesso Simone
dall’ospedale dopo i pestaggi polizieschi avvenuti a Coldimosso, dopo
la manifestazione di opposizione alla TAV.

www.radioblackout.org


24.02 Firenze: presidio NOTAV NOSTATO

 
Mercoledì 24 febbraio alle 16,30 alla stazione di Santa Maria Novella
 
DOVE CORRI?

«Non siamo noi a correre sulla strada ferrata: è lei che corre su di noi»

Qui in Italia, in Piemonte, c’è un’intera valle che da anni si batte contro la menzogna del Progresso, quel connubio di ambizioni di potere e di interessi economici che viene fatto  passare per modernità e benessere. È la Val Susa, già colpita nel suo territorio, che ha deciso di opporsi all’ultima abiezione che lo Stato vuole imporle: il TAV.
I suoi abitanti non vogliono che alla loro valle accada quel che è successo al Mugello, irrimediabilmente devastato e prosciugato dai cantieri dell’Alta Velocità.
Per difendere la propria terra, i valsusini hanno bloccato strade ed  eretto barricate. Per difendere il proprio tornaconto, l’intera classe dirigente ha scagliato loro contro i suoi mazzieri. Sui valsusini, e su chi è accorso in solidarietà, sono piovute le manganellate delle forze dell’ordine e la pavida propaganda dei giornalisti. L’ultima volta è accaduto lo scorso 17 febbraio, quando i manifestanti giunti per protestare contro i lavori sono stati caricati dagli agenti — fra cui si è distinto l’8° Reparto Mobile di Firenze — guidati dal massacratore della scuola Diaz di Genova.
Diversi manifestanti sono rimasti feriti, due in modo grave.

Ma quanto accade in Val Susa non è un affare privato piemontese. Il TAV è ovunque, e ovunque lo Stato — governato dalla destra o dalla sinistra poco importa — cerca di imporre i propri
mortiferi progetti (sotto forma di inceneritori, discariche, centrali nucleari…) ed incassa cospicui introiti. Se la Val Susa non intende imitare il Mugello nella sua rassegnazione, il resto d’Italia potrebbe prendere spunto dalla Val Susa e dalla sua rivolta.

Al completamento dell’Alta Velocità in Toscana manca solo un tassello, un’altra stazione ferroviaria a Firenze. Una follia nella follia, da anni rimandata perché impossibile da realizzare senza causare nuovi disastri, ma sempre sollecitata perché foriera di lucrosi guadagni da spartire.
Sostenere la Val Susa, fermare lo Stato, è anche il miglior modo per vendicare l’assassinio del Mugello. Ed è il solo modo per salvare Firenze da un nuovo sventramento che ne decreterebbe la definitiva morte.

Per rifiutare un presente e un futuro di alienazione senza ricadere nella difesa di un passato di servilismo, affermiamo un No senza mediazioni, per smettere di scandire Signorsì a destra e a manca.

NOTAV NOSTATO

individualità anarchiche

 
Clicca l’immagine sotto per scaricare il volantino:
 

 

ORA: PERQUISA A RADIO BLACKOUT!! AGGIORNATO

IN QUESTI ISTANTI LO SBIRRAME STA PERQUISENDO RADIO BLACKOUT DI TORINO!! CHI PUò VADA SUBITO LA!!

Dal giornalaccio corriere della sera edizione on line:
 
TORINO – Sei uomini e una donna
ritenuti appartenenti all’area anarco-insurrezionalista sono stati
raggiunti da provvedimenti giudiziari a Torino. Tre le misure cautelari
in carcere, tre gli arresti domiciliari, per una settima persona è
stato disposto il divieto di dimora. Sono accusati di associazione per
delinquere finalizzata a vari reati. La procura ha disposto anche 23
perquisizioni a Torino, Mantova, Trento e Cuneo, coinvolta anche Radio
Blackout, storica radio di riferimento dell’autonomia. Sono contestati
episodi commessi negli ultimi due anni, tra cui l’incursione con lancio di letame al ristorante Il Cambio,
i danneggiamenti in piazza Castello ai banchetti della Lega Nord,
numerose incursioni nelle sedi di partito e le proteste davanti al
Centro identificazione espulsione di Torino e alla Croce Rossa.

Seravezza: Sabato 20 febbraio, “Spagna 1936: l’utopia si fa storia”

Sabato 20 Febbraio, dalle 17, presso il CRO di Riomagno (Seravezza) presentazione del video "Spagna 1936: l’utopia si fa storia", nuova edizione con il commento di Pino Cacucci.

“Spagna 1936: l’utopia si fa storia” è un film girato da aderenti alla CNT, sindacato anarchico spagnolo che nel 1936 contava un milione e mezzo di iscritti. Quando il 18 luglio di quell’anno le truppe fasciste insorsero, per instaurare una dittatura, fu proprio grazie alle donne ed agli uomini iscritti a questo sindacato che esse vennero battute. Poi, grazie agli aiuti di Mussolini e di Hitler al generale Franco, al boicottaggio delle “democrazie” occidentali e al tradimento della rivoluzione che Stalin e gli stalinisti di tutta Europa attuarono, la rivoluzione fu sconfitta con una guerra che fece un milione di morti. Fu così instaurata in Spagna una dittatura sanguinaria che durò quasi quarant’anni.

Oggi in pochi ricordano la rivoluzione sociale spagnola e le sue realizzazioni pratiche. Comunità agricole e industriali in cui almeno tre milioni di persone dimostrarono con la pratica che si poteva autogestire la propria vita, che si poteva vivere senza stato e senza padroni.

In questi tempi bui di pericolosa involuzione autoritaria è estremamente necessario togliere dal dimenticatoio questa vicenda storica rivoluzionaria e senza precedenti, sbattendola in faccia a chi è interessato solo alla conquista del potere politico ed ai privilegi che dal governo si ricavano.


circolo anarchico FUORI RIGA

via Delatre 35 Seravezza (LU)

[Susa] Info feriti

Da indy Lombardia:

La signora 45enne oltre alla frattura del naso e della testa sembra
avere un emorragia interna zona ovarica (non so se il termine è
corretto) per i calci presi dalle forze del DISordine mentre era a
terra già sanguinante.
Il marito ha detto che probabilmente verrà operata.

Per Simone situazione stazionaria, non sarà operato, è lucido.

Il vice questore Sanna si è presentato all’ospedale per chiedere a
Simone avesse bisogno di qualcosa……il compagno ha risposto che gli
bastava quello che gli avevano già dato 😉

Grande Sinome

Ieri sera per due volte la digos a provato ad entrare nella stanza di Simone.
La prima volta sono stati allontanati a male parole; la seconda a calci nel culo!

Da radio black out