Nessuna elemosina, il sistema ti uccide, uccidi il sistema.

Sembra che ultimamente l’elemosina sia l’ultima moda dei faccendieri della politica per rispondere alla crisi che sta attraversando il neoliberismo; dalla social card del governo Berlusconi alle distribuzioni del pane sia rosse (rifondazione comunista all’isolotto qualche mese fa) che nere (casapound in varie parti d’Italia solo qualche settimana addietro), l’unico modo per affrontare la situazione che si è andata creando in anni di deregulation sfrenata pare essere soltanto l’elemosina…Si risponde quindi ad una crisi strutturale del capitalismo neoliberista (non del capitalismo tout court) con uno specchietto per le allodole più o meno riuscito ma che nella sostanza non prende in analisi –e quindi non mette in discussione- quelli che sono i veri nodi che stanno portando ad un impoverimento di portata ancora non ben precisata (a Pistoia si parla di circa 400 esuberi solo tra le esternalizzazioni della Breda e della chiusura di 40 aziende entro la fine dell’anno, a livello nazionale di circa 900.000 posti di lavoro che andranno in fumo).
Tentare di rispondere a questa crisi senza una critica ed un ripensamento RADICALI di quelli che sono gli assunti fondamentali
 
del neoliberismo: la sostanziale capacità di autobilanciamento dei mercati ad esempio, che si sta dimostrando quello che abbiamo sempre denunciato: una tragica bugia;

del capitalismo: l’appropriazione privatistica dei capitali sociali ed economici;

del concetto di delega: la grande maggioranza dei movimenti contro le devastazioni ambientali e sociali, dalla val Susa a Chiaiano, hanno superato o stanno superando l’idea della rappresentanza politica in luogo di una partecipazione diretta e non mediata delle popolazioni ai processi decisionali che divengono così scelta e patrimonio comune;

della gerarchizzazione della società e dei rapporti tra gli individui;

Vuol dire “curare” un tumore con una puntura di morfina, che lenisce il dolore ma che non risolve il problema, Vuol dire sostanzialmente non mettere in discussione il privilegio di pochi su molti, vuol dire continuare ad accettare questa forma-mondo che affama milioni di persone e ne uccide di più, vuol dire non voler veramente mettere al centro del proprio agire il benessere dei più ma il profitto di quei pochi che gestiscono potere e risorse, vuol dire lavorare per chi gestisce il potere (sia economico che sociale) affinché possa sempre avere a disposizione sciavi da piegare ad ogni loro esigenza.

C’è chi non vede e chi fa finta di non vedere, ci sono la CGIL che fino a ieri ha accettato ogni sorta di compromesso con il padronato (contratti nazionali con aumenti ridicoli che spesso non hanno nemmeno tenuto il passo dell’inflazione programmata, figuriamoci poi di quella reale; solo bei proclami sulla sicurezza nei posti di lavoro ma poi un’avvilente immobilismo nei fatti, ecc…); ci sono i partiti della sedicente sinistra “radicale”, che a livello nazionale, da partiti di governo hanno accettato ogni porcheria senza fiatare e a livello provinciale hanno sempre stigmatizzato le mobilitazioni contro le devastazioni ambientali come quelle contro l’inceneritore di Montale e che ora trombati alle elezioni tentano di rifarsi una verginità politica alle spalle di quei movimenti che avevano tradito (leggere anche comunisti italiani), ci sono i “fascisti del terzo millennio” di casapound, liberi belli e ribelli che dietro alla facciata “sociale” ed anticonformista che si sono creati non fanno altro che acquattarsi supini alle spalle di potere e capitale, offrendo come soluzioni alla crisi permanente solo pratiche che non mettono minimamente in discussione quelle che sono le strutture che questa crisi hanno creata…"rivoluzionari" come la messa della domenica mattina…

Di fronte all’immobilismo e alla complicità della triade sindacale CGIL, CISL, UIL affiancate dall’UGL, sempre pronte a non pestare i piedi  a chi detiene il potere; di fronte a partiti politici – che vanno dal PD al PDL portandosi dietro tutto il baraccone sinistrocentrodestrorso- che sono ORGANICI alle strutture di dominio; di fronte ai gruppuscoli neofascisti e nostalgici -utilizzati come sempre da manganello contro le rivendicazioni sociali non strumentalizzabili (ultime le aggressioni degli studenti in piazza Navona a Roma)- che hanno come unico scopo…non lo sanno realmente nemmeno loro…è necessario dare un segnale forte e deciso.
Dobbiamo dimostrare (con i fatti non con le parole) a tutti coloro che ci vogliono a testa china pronti ad accettare qualsiasi cosa, che abbiamo la volontà e la capacità per sottrarci in qualsiasi maniera riterremo utile al giogo che ci vogliono imporre e per fare ciò è necessario comprendere che tutte le mobilitazioni in atto oggi in Italia e nel mondo (movimenti per l’autodeterminazione e l’internazionalismo, movimenti per la difesa dell’acqua e contro le devastazioni ambientali e sociali, lotte di resistenza e per la riappropriazione delle terre, ecc…) sono strettamente connesse so non altro per lo sfondo nelle quali si muovono e per i nemici che combattono; le mobilitazioni campane in Italia –per esempio- ci insegnano che anche nelle emergenze si può essere portatori di idee di cambiamento radicali senza doversi per forza attaccare ad un pragmatismo “gradualista” che nella pratica vuol dire sconfitta.
A fronte di tutto ciò è importante partecipare alla mobilitazione di Sabato 12 Dicembre indetta dai sindacati di base in contemporanea ed in contrapposizione con quella della CGIL, ed è importante farlo per dare un ideale avvio ad una stagione di lotte che si preannuncia lunga e dura me che è  ineluttabile ed imprescindibile se vogliamo veramente diventare i veri artefici del nostro futuro, senza deleghe, contro ogni sfruttamento.

Evjenij Vassil’ev Bazarov.

 

Di seguito il comunicato di indizione dello sciopero dell’USI-AIT/IWA:
 
La scrivente Organizzazione Sindacale Unione
Sindacale Italiana – AIT, unitamente ai propri sindacati di settore
USI-IUR, USI-Sanità,
USI-Postel, USI-Enti
Locali, USI-Cooperative Sociali, USI-Arti e Mestieri, anche in ricordo
delle vittime della strage di piazza Fontana e di tutti gli eccidi che
hanno frenato le lotte sociali a partire dal 1969,  proclama lo
SCIOPERO GENERALE di tutte le categorie pubbliche e private per
l’intera giornata del 12 dicembre 2008:

– contro  la
Finanziaria, i tagli e la privatizzazione di scuola e Università, per
la cancellazione della legge 133 e della 169 (ex-decreto Gelmini); per
dare più sicurezza, più  istruzione e  prospettive  reali a tutti i
giovani;
– per  forti aumenti salariali e pensionistici;
– contro la precarietà e per l’abolizione delle leggi Treu e 30;
– contro la strage permanente nei luoghi di lavoro e per forti investimenti nell’ambito della sicurezza sul lavoro;
– contro le norme per limitare/impedire il diritto di sciopero;

contro ogni norma tesa a favorire condotte discriminanti nei confronti
dei migranti a partire dal legame tra contratto di lavoro e permesso di
soggiorno”;
– per la restituzione delle sedi dell’Unione Sindacale Italiana espropriate dal regime fascista;
– contro la privatizzazione dei profitti e la socializzazione delle perdite (Alitalia, Fiat ecc.);
– contro tutte le spese militari e di qualunque forma di intervento militare mascherato da aiuto umanitario.
 
Durante lo sciopero generale saranno garantiti i servizi minimi essenziali.

Milano 26 Novembre 2008

                                                      Il Segretario Nazionale USI          
                                                                  (Angelo Mulè)

Carcere – Ionta e il sovraffollamento fisiologico

Da informa azione:

Dialoghi tratti da: Redattore Sociale – Dire, 28 novembre 2008

Approfondimento da "Bello come una prigione che brucia" – ogni lunedì dalle 10.30 a 12.30 su Radio Blackout

L’AFFOLLAMENTO DELLE CARCERI E’ FISIOLOGICO – Con queste parole il
capo del Dap, Franco Ionta, ha risposto alla relazione con cui la
dottoressa Elisabetta Laganà, presidente del Coordinamento enti e
associazioni di volontariato penitenziario, enunciava le varie
violazioni dei diritti umani nelle carceri italiane.

Il nuovo capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria ha contestato alla Laganà un’impostazione troppo "depressiva" della
questione, troppo statica. La dottoressa Laganà gli ha risposto la sua
relazione da lei presentata non era affatto depressiva, "Caso mai mi sento disillusa". Ionta a sua volta ha replicato: "Attenzione, la disillusione può essere più rischiosa della depressione, male che comunque si può curare".

Una polemica garbata e cortese, ancor più fastidiosa se si pensa
alle quasi 60.000 vite pressate come sardine nei magazzini di carne
umana nostrani.
Proprio a questo riguardo, Ionta, ha detto che ormai bisognerà farsene una ragione.

"Il livello fisiologico della presenze in carcere in un paese
come l’Italia si attesterà sulle 60-70 mila unità. Dobbiamo farcene una
ragione e dobbiamo misurare tutta l’organizzazione su questo dato
ineludibile"
. Continua quindi con una complessa dimostrazione
algebrica per sottolineare che più si aumentano le pene e i reati e più
inevitabilmente aumenteranno i detenuti.

"Quindi più che auspicare una speranza un po’ vaga di
cambiamento, è meglio fare riferimento alla categoria dell’impegno. E
con impegno, io intendo sia quello delle istituzioni che lavorano per
il detenuto, sia però anche quello del detenuto stesso che deve
scegliere di uscire dalla sua condizione. E scegliere di uscire dal
crimine, in una società come la nostra, oggi non è certo una impresa
facile".

In poche parole, concludendo che la scelta "criminale" è spesso
ineluttabile in un modello sociale come il nostro, questo magistrato a
capo del Dap, spiega ai detenuti e alle loro famiglie che le sofferenze
a cui sono sottoposti, le morti e i suicidi sono "fisiologici".

In questa affermazione, Ionta, è decisamente rivoluzionario, poiché
senza rendersene conto sottintende un’impossibilità di riformare e
umanizzare l’istituzione carceraria.
Grazie a Ionta comprendiamo che il fatto che ci siano 4 o più persone
in nicchie di 6 mq, che manchino acqua, carta igienica, assistenza
sanitaria, che abbondino psicofarmaci e violenze, è una condizione a
cui bisogna abituarsi, poiché fa parte della "digestione sociale".
Usando il termine "fisiologico", ci spiega con perizia che il carcere,
e l’orrore che lo accompagna, fanno parte del metabolismo di questa
società che inghiotte individui e caga quelli che ritiene scarti nelle
prigioni/latrine.

Alle famiglie di Lonzi, Bianzino, Paglioni e delle decine che ogni
anno muoiono di carcere, pensiamo che tale definizione non basti. Alle
60.000 vite segregate per semplificare i meccanismi di assestamento
della società, ai 60.000 individui per cui le autorità hanno prodotto
questa diagnosi e rapida cura, Ionta ha dedicato una spiegazione
semplice… è fisiologico, il sistema non vi ha digerito.

 

Magdi Cristiano Allam lascia il giornalismo e fonda un partito oltranzista

Da indymedia Lombardia:

Dopo 35 anni di onorata carriera giornalistica
Magdi Allam abbandona tutto e fonda un partito. Protagonisti per
l’Europa Cristiana, così si chiama la nuova creatura del giornalista
mussulmano convertito al cristianesimo la scorsa Pasqua direttamente
dalle mani del Papa.

In un’intervista al suo Corriere della Sera l’ormai ex vicedirettore
racconta la sua nuova avventura: nel logo sono indicati tre binomi che
rappresentano i passaggi fondamentali del mio percorso spirituale,
culminato nell’adesione piena e convinta al cristianesimo: "Verità e
Libertà", il cuore della civiltà europea; "Fede e Ragione", l’essenza
della civiltà cristiana; e infine "Valori e Regole", il fondamento
dell’azione di riscatto dalla deriva etica nella quale è precipitata la
nostra Europa cristiana.

Anche se Sostenibile pensa che sia soltanto un nuovo inutile partito di cui non si sentiva assolutamente il bisogno.

Non è un partito religioso né si rivolge solo ai cristiani. È un
partito laico che proclama uno stato di emergenza etica in Europa e
individua nella civiltà cristiana la verità storica delle radici del
nostro Continente, il nostro punto di riferimento irrinunciabile, da
riscoprire e difendere. Siamo aperti a tutte le persone di buona
volontà, compresi i musulmani…

Nonostante le parole di Allam, un nuovo partito fondamentalmente
cristiano (per non dire fondamentalista cristiano) vedremo quale sarà
il risultato, anche in termini elettorali, della nuova creatura.

 

[Firenze] 7/12 Presidio a Sollicciano in solidarietà agli ergastolani in lotta

Il 1 dicembre in numerose
carceri di tutta Italia, avrà inizio uno sciopero della fame promosso
da centinaia di ergastolani per ottenere l’abolizione dell’ ergastolo.
Vogliamo esprimere solidarietà ed appoggio a questa lotta in quanto
nata dalla volontà dei detenuti stessi di lottare in prima persona e di
ribellarsi ad una realtà che li vuole sottomessi, automi, morti viventi
senza più neanche la consapevolezza di essere vivi.
Molti prigionieri oggi si sono riconosciuti nella loro condizione
comune, come non più isolati, come invece li vorrebbe la struttura
carceraria, e hanno deciso di lottare uniti, come sta succedendo in
Spagna ed in Grecia e come già successo in Germania.
Crediamo che questa lotta sia importante per tutti e tutte perchè
aldilà di anni di privazioni, soprusi, lontananza dai propri affetti e
aldilà dei continui tentativi da parte del carcere, con le sue regole
premiali, di soffocare ogni istinto di libertà e di ribellione, questi
prigionieri ci dimostrano come sia possibile lottare contro ciò che
sembra già scritto e definitivo, senza perdere la volontà di
combattere, con tenacia e determinazione.
Speriamo che questo possa essere un passo per sviluppare ulteriori
lotte che se pur parziali, potrebbero determinare un rafforzamento di
istanze di opposizione più radicali e capaci di coinvolgere più
prigionieri.
Del resto già alcuni propongono, insieme all’ abolizione dell’
ergastolo di lottare contro il disegno di legge Berselli, contro la
detenzione dei bambini, per la libertà immediata per i detenuti da
oltre 26 anni imprigionati, per abolire ogni forma di tortura, per l’
abolizione del 41 bis (e le sue restrizioni) contro l ‘E.I.V., l ‘A.S.,
il14 bis e il 4bis.
Con questa lotta i prigionieri escono fuori dai muri spessi del carcere
nel tentativo di trovare un contatto e un coordinamento con l’esterno,
rompendo di fatto l’isolamento prerogativa del carcere e quindi già
scardinando e abbattendo uno dei tanti meccanismi di questa istituzione.

Il 7 dicembre saremo davanti al carcere di Sollicciano per salutare e sostenere i prigionieri in lotta.
Ma questo non può bastare perchè la solidarietà deve essere
accompagnata dalla lotta e la nostra opposizione a questo mondo fatto
di cemento e sbarre deve essere quotidiana.
domenica 07 dicembre ore 15
presidio solidale davanti a Sollicciano

Anarchici/che di via del cuore, CPA-Fi sud, Villa Panico
 
 

Bella Vita a Venaus in occasione del Programma della 3 Giorni NoTav in Val Susa

Da Anarchia in azione:

Bella Vita a Venaus in occasione del Programma della 3 Giorni NoTav in Val Susa: http://tuttosquat.net/news/sab-6-dic-corteo-notav-a-susato
COSA PORTARE DA MANGIARE E DA BERE Appello ai bellavitosi e al resto del mondo.
Ma, prima di tutto, al movimento NO TAV PELATI – PASSATA SALSICCIA –
SALAMI – ZAMPONI – COTECHINI CARNE GORGO – TOMA – FONTINA FARINA GIALLA
NORMALE OLIO EXTRA VERGINE di OLIVA BURRO VINO ROSSO NO TAVernello
GRAPPA, GENEPY, ecc. CIPOLLE – AGLIO – PATATE – CAROTE – SEDANO –
CAVOLI – ZUCCHE – FAGIOLI SECCHI e VERDURE di STAGIONE ARANCE – MELE e
FRUTTA di STAGIONE DOLCI (meglio se autoprodotti) CAFFÈ – ZUCCHERO
OCCORRE INOLTRE GASOLIO PER I GENERATORI CENTRI DI RACCOLTA CIBI E
BEVANDE: Barocchio Squat Garden Strada del Barocchio, 27 Grugliasco-To
ad ovest di Torino, nei pressi di C.so Allamano.
se si arriva dal centro Città: bus da Piazza Castello 55 & 56 Da
Porta Nuova Linea Tram 4 arrivati allo stadio Olimpico prendere il 17 o
17/
Da Porta Susa: Linea Tram 10 direzione Stadio Olimpico scendere alla
fermata Sebastopoli-Stadio Olimpico e a destra su corso Sebastopoli c’è
la Fernmata 17 & 17/ direzione Rivoli, scendere alla Fermata dei
vigili del Fuoco.
altri bus 44 da collegno bus da Piazza Carducci: 17, 17 barr & 66 Da collegno e Grugliasco Centro Bus 44
***
La Boccia Squat Via Giacomo Medici, 121 quartiere Parella Torino MAPPA http://www.informa-azione.info/files/boccia.jpg
Mezzi pubblici Da Porta Nuova e Porta Susa Metrò direzione Fermi,
fermata Monte Grappa Mezzi che passano in zona Linea Tram 13, Bus 65,
65/, 71

Se Qualche altro spazio sociale vuole mettere a disposizione Il
proprio posto come base logistica per far arrivare le cose sopra
elencate, copi quest’appello e lo inoltri ai propri siti e indirizzi
email.

Bologna – 22 denunciati per assalto al banchetto di AN durante corteo studenti

Da informa-azione:

fonte: romagnaoggi

BOLOGNA – Sono 22 le persone denunciate dalla Digos di Bologna per
l’assalto avvenuto il 20 novembre scorso al banchetto degli
universitari di An in Piazza Verdi, nel cuore della zona universitaria
bolognese. Undici persone erano state accompagnate nell’immediatezza
dei fatti in Questura per il riconoscimento e altre 11 sono
identificate successivamente. Si tratta di appartenenti al collettivo
Crash, all’ex Mercato 24, Disobbedienti, Collettivi universitaria
autonomi (Cua) e Anarchici insurrezionalisti che frequentano
solitamente il circolo
Fuoriluogo.

I reati di cui dovranno rispondere a vario titolo sono: resistenza a
pubblico ufficiale (11 persone); violenza privata (7 persone); ingiurie
(7 persone); deturpamento e imbrattamento di cose altrui;
manifestazione non preavvisata (7 persone); accensione ed esplosioni
pericolose (1 persona); istigazione a delinquere (1 persona); e rifiuto
di indicare i propri dati personali (2 persone).

Si tratta di persone tra i 20 e i 28 anni e tra loro c’è chi ha
commesso più reati. Quella mattina, dopo l’assalto al banchetto degli
universitari di An, un gruppo si radunò davanti alla Questura per
chiedere il rilascio degli 11 che gli erano stati accompagnati per il
riconoscimento e già in Piazza Verde precedentemente il gruppo aveva
tentato di bloccare gli agenti mentre portavano via gli 11.

Torino, l’Onda contro i “produttori di crisi”: cariche della polizia, irruzione al convegno di Torino Incontra

da infoaut:

L’Onda torinese torna ad
attraversare la città di Torino, al grido del "noi non paghiamo la
vostra crisi!" e del "di scuola e di lavoro non si può morire!".
Bloccato il centro cittadino, iniziativa teatrale di fronte alla banca
San Paolo. Irruzione degli studenti a "Torino Incontra": la polizia
carica, l’Onda si conquista la visibilità e la parola.

A Torino questa mattina 200 persone hanno attraversato il centro
cittadino con un corteo selvaggio sotto una neve fittissima che ha
cominciato a cadere ed imbiacare la città fin dalle ore notturne. La
mobilitazione ha prima fatto tappa di fronte alla Banca San Paolo di
piazza San Carlo, con una messinscena teatrale sui responsabili della
crisi e gli avversari diretti che tutt* dovremmo affrontare in futuro:
banchieri, imprenditori e tutti quanti vogliono ora dividere le perdite
dopo anni di superprofitti.

Dopo il blocco del centro cittadino e l’iniziativa simbolica di fronte
alla banca San Paolo, gli studenti e le studentesse dell’Assemblea No
Gelmini e dell’Assemblea No Tremonti sono ripartiti in corteo per le
vie della città, dirigendosi verso la struttura di "Torino Incontra",
dove si stava svolgendo un covegno sul futuro della città promosso dal
comune di Torino e dall’Associazione Torino Internazionale. Quale
migliore occasione e palcoscenico per una mobilitazione che, per prima
e da subito, ha posto la questione della crisi e dei suoi costi sociali
al centro del dibattito e dell’iniziativa?

L’irruzione dell’Onda ha colto di sorpresa le forze dell’ordine, che di
fronte allo sbucare in ogni angolo degli studenti ha risposto caricando
in più occasioni, cercando di contenere e bloccare l’accesso. Le prime
cariche, visto anche il fattore sorpresa, sono state particolarmente
violenze, ed hanno causato un paio di contusi fra gli studenti. Che non
si sono però fatti intimorire ed hanno forzato il blocco poliziesco,
spingendolo fino in fondo al corridoio, per poi aprirsi i varchi
necessari per raggiungere l’aula. Gli applausi del pubblico fuori dalla
sala sono stati tutti per chi ha animato un appuntamento altrimenti
rituale e inconcludente.

"Noi non paghiamo la vosta crisi! Noi la crisi ve la creiamo!" è stato
lo slogan con cui l’Onda torinese ha fatto il suo ingresso in sala, la
quale annoverava in tribuna come in platea i personaggi della "Torino
che conta", in primis un basito sindaco Sergio Chiamparino, ma anche
Gianfranco Carbonato, presidente dell’Unione Industriale di Torino e
Enrico Salza, presidente del consiglio di gestione di Intesa San Paolo.
E’ stato letto il documento prodotto dall’Assemblea No Gelmini, che è
andato a sottolineare il concetto del "noi non paghiamo la vostra
crisi!" e della volontà degli studenti di essere protagonisti nella
costruzione del loro futuro. Dopodichè studenti e studentesse dell’Onda
hanno banchettato a champagne e pasticcini, prendendosi il buffet che
sindaco e amministrazione avevano preparato per gli invitati al
congresso…

Il corteo è quindi tornato a Palazzo Nuovo Occupato in corteo, dopo una
mattinata importante nel percorso di opposizione alla "controriforma
Gelmini", all’interno della quale l’Onda torinese si è conquistata un
momento rilevante di visibilità e parola. L’Onda non si ferma quindi,
già in direzione delle scadenze del 6 dicembre, corteo cittadino
indetto dai lavoratori e dalle lavoratrici ad un anno dalla strage
della ThyssenKrupp e manifestazione No Tav in Val Susa in difesa dei
beni comuni, e del 12 dicembre, sciopero generale e generalizzato
indetto dalla Cgil sulla spinta determinante dell’Onda Anomala!

 

pestaggio di parma-sul pc degli agenti foto trofeo con “la scimmia”

Come sempre…ACAB!!!!!!

 Bonsu, altro orrore dei vigili Foto trofeo con "la scimmia"

La procura ha trovato sul computer di un agente la foto, cancellata,
di un vigile che abbraccia Emmanuel mostrandolo come un ricordo di
caccia.

Come Abu Ghraib. Un vigile della polizia municipale di Parma si fa
fotografare mentre abbraccia la "scimmia" Emanuel Bonsu, indicando il
suo occhio tumefatto come trofeo. Come nella prigione irachena dove i
carcerieri mostravano i detenuti nudi, feriti, maltrattati e senza più
dignità.

E’ scioccante quello che ha scoperto la procura della Repubblica di
Parma: una immagine riemersa dalla memoria resettata di un computer del
Comando dei vigili urbani. Lo hanno scambiato per un pusher, inseguito,
picchiato, insultato – "confessa scimmia" -, lasciato andare con una
busta con la scritta "Emanuel negro", tenendosi come ricordo della
caccia una fotografia, un vero pezzo da collezione. Un vigile se l’era
salvata sul pc e solamente dopo ha provato a cancellarla, senza sapere
che i file eliminati possono anche essere recuperati. Gli inquirenti ci
sono riusciti: proprio oggi, il procuratore capo Gerardo Laguardia,
senza mai citare l’esistenza della foto, ha infatti parlato di
"ulteriori risvolti anche dai computer che i carabinieri hanno
sequestrato al comando di via del Taglio" riferendosi a file che
potrebbero essere stati cancellati o modificati.

Emmanuel, il giovane studente che ha denunciato gli agenti della
polizia municipale di Parma per averlo aggredito, pestato e insultato
senza un perché, quel momento non poteva scordarlo. Davanti alla pm
Roberta Licci, che cura le indagini sul caso, nel primo interrogatorio
raccontò di essere stato costretto da un agente a fare quella foto con
lui. Gli inquirenti, pochi giorni dopo, sono andati nel Comando della
polizia municipale: con la "scusa" di cercare atti e documenti hanno
sequestrato alcuni computer dalle scrivanie. Uno di questi era quello
giusto: nel pc erano stati cancellati diversi file, pochi giorni dopo
l’arresto di Emmanuel, cestinate delle immagini e resi inutilizzabili
dei documenti. I periti informatici della Procura però sono riusciti a
recuperare alcuni dati: fra questi, c’era anche quella foto, trofeo
dell’ operazione antidroga effettuata al parco Ex Eridania il 29
settembre. Quella che era valsa ai vigili i complimenti per la loro
professionalità dell’assessore alla sicurezza urbana Costantino
Monteverdi.

Adesso la procura avrebbe ormai acquisito i dati necessari per
chiudere le indagini preliminari. Il rinvio a giudizio dei dieci vigili
indagati e accusati in concorso di percosse aggravate, calunnia,
ingiuria, falso ideologico e materiale, violazione dei doveri
d’ufficio, abuso di potere e sequestro di persona, è ormai imminente.
Finora Mirko Cremonini, Andrea Sinisi, Ferdinando Villani, Marcello
Frattini, Graziano Cicinato, Giorgio Albertini, Pasquale Fratantuono,
Marco De Blasi, Stefania Spotti e Simona Fabbri non hanno aperto bocca
davanti ai magistrati. Oltre ai fatti di quella sera adesso c’è anche
da spiegare quella foto che mostra un vigile ben riconoscibile mentre
viene immortalato con il simbolo della sua "virilità". Ma che trofeo
non è: oggi Emmanuel Bonsu Foster, 22 anni, studente dell’Itis, è
traumatizzato, bloccato. Parla poco, non esce di casa, sta ancora male
fisicamente ed è in terapia da uno psicologo.

Sono passati due mesi da quello scatto e da quella notte. Non si è
ancora ripreso: ci ha provato, oggi pomeriggio, ad andare a Betania, il
centro di recupero per tossicodipendenti dove doveva iniziare a
lavorare come volontario. Ci ha provato "ma adesso non è ancora il
momento – dice il padre Alex – sta troppo male e non ci sono le
condizioni per iniziare. Forse lo farà da gennaio". Lo stesso periodo
in cui potrebbe arrivare il rinvio a giudizio per i dieci vigili
indagati.
(27 novembre 2008)

fonte: Repubblica

Milano – Sentenza per gli scontri del 11/03/06

Massima solidarietà ai compagni condannati per i fatti di Milano del Marzo 2006, di nuovo uno stato che sedicentemente si professa antifascista…denuncia e condanna gli antifascisti…rei di voler impedire un corteo dei…fascisti…si mostra per quel che è: paladino dell’autoritarismo più becero, che esso stesso rappresenta e che in maniera più colorita rappresentano i "fascisti del terzo millennio" di fiamma tricolore ora casa pound. Le condanne non fermeranno né gli antifascisti, né chi ha fatto dell’amore per la Libertà il proprio vessillo. Morte al fascismo, morte allo stato!

Stiamo organizzando -assieme ad altri- per sabato 13 Dicembre una serata benefit per raccogliere fondi da destinare ai condannati. Seguiranno maggiori informazioni.
Anarchici Pistoiesi.