Forza
Nuova chiude la sezione pavese in Borgo Ticino: si tratta di
un’ammissione di colpa e di un tentativo di anticipare la chiusura da
parte della magistratura, per evitare di rendere conto dell’agguato
premeditato. Soprattutto, si tratta della vittoria di tutta la Pavia
antifascista che ha saputo mobilitarsi immediatamente, secondo le
pratiche democratiche e non violente che da sempre la
contraddistinguono, evitando, nonostante la legittima rabbia, di cedere
alle provocazioni.
Mercoledì notte solo la nostra responsabile gestione della piazza ha
evitato il peggio: oltre 200 giovani si sono subito autorganizzati in
cordone: per permettere ad altrettanti di continuare la festa
universitaria all’interno del CSA; per evitare ulteriori violenze
fasciste; per impedire la fuga ai fascisti rinchiusisi nella loro sede
di scappare, come già fatto da alcuni degli aggressori appena dopo
l’agguato, approfittando di un furgone pronto all’uso.
E’ la città intera che li ha rifiutati: centinaia di giovani, magari
intervenuti per la prima volta al Barattolo, sono rimasti, arrabbiati,
indignati ma lucidi e determinati, in presidio fino alle 4.30 di
mattina, hanno partecipato all’assemblea per la stesura dei comunicati
fino alle 7 e si sono riprsentati il giorno dopo alle 18 per esigere la
chiusura della sede.
Ringraziamo anche i numerosi che con la loro testimonianza hanno
permesso che la verità emergesse senz’ombra di dubbio fin dagli istanti
successivi all’aggressione.
Anche per rendere omaggio a questa forma di partecipazione e coraggio
civile perseguiremo con ogni mezzo chiunque in questi giorni abbia
diffuso menzogne tentando di coprire l’agguato fascista.
Attendiamo di vedere i risultati dell’indagine della magistratura e le
prese di posizione delle istituzioni ma già sappiamo che, nella
migliore delle ipotesi, non faranno altro che giungere alle conclusioni
che andiamo ribadendo da sempre: forza nuova è un partito fascista e in
quanto tale non può essergli concesso il minimo spazio di visibilità e
agibilità politica.
Che i forzanuovisti si risparmino la fatica di cercare un’altra sede:
la città continuerà a rifiutarli, ovunque troveranno lo stesso
trattamento che centinaia di studenti e lavoratori pavesi gli hanno
riservato i giorni scorsi.
Pavia ha finalmente conquistato una fondamentale vittoria: per la prima
volta una città ha costetto alla chiusura una sede fascista. Da qui
dobbiamo partire per ottenere lo scioglimento di Forza Nuova. Il giorno
dopo l’aggrssione il segretario del partito, Roberto Fiore, dichiarava:
"La Lega aveva fatto promesse e su queste si è giocata la vittoria
elettorale. Promesse buttate al vento, semirinnegate, svuotate di ogni
valore: i fucili li useremo noi" – Roma, 16 ott. (Apcom): parole che
svelano oltre ogni ragionevole dubbio il progetto politico di Forza
nuova: ricostituire il partito fascista e ritrascinare il paese nelle
pagine più nere della sua storia.
Ribadiamo che l’obiettivo dell’agguato premeditato dell’altra sera era
quello di intimidire i frequentatori del Barattolo che, con la propria
partecipazione, promuovono quotidianamente un’idea di socialità basata
sull’inclusione sociale e sul confronto tra le culture. Attività
culturali e ludiche (dibattititi, cineforum, concerti), sportello
d’assistenza ai migranti e doposcuola per i ragazzi migranti, corsi di
italiano e di alfabetizzazione informatica. Queste sono le attività
promosse da persone che rifiutano la semplicistica e sensazionalistica
definizione di "antagonisti" non limitandosi a predicare ma praticando
ogni giorno l’inclusione sociale, la difesa del territorio costruendo
nuove forme del vivere comune.
In questi giorni abbiamo ricevuto attestati di solidarietà da molte
parti: ben venga, ma adesso ci aspettiamo che la solidarietà si
trasformi in atti concreti, a partire dal consiglio comunale di luendì
sera durante al quale chiediamo di condananre quanto succeso e di
riconoscere la reale natura di questi eventi: non si tratta di azioni
criminali perpetrate da singoli individui, bensì l’applicazione
materiale di una prassi politica storicamente ben definita, lo
squadrismo, fondamento di un movimento politico ben definito, il
fascismo.
La nostra solidarietà va anche ai borghigiani che hanno dovuto subire
in questi giorni una decisa militarizzazione del quartiere.
Restano in tutto questo da chiarire alcuni punti oscuri, soprattutto
sull’operato della questura: l’intervento è stato tardivo e la gestione
della piazza mercoledì notte improntata alla provocazione ed alla
minaccia: solo la fermezza e la lucidità dei manifestanti, prima e dopo
l’arrivo di Polizia e Carabinieri, ha impedito che la situazione
degenerasse.
Devono ancora spiegarci perché ai feriti è stato impedito di sporre
denuncia in Pronto Soccorso, come normalmente avviene; perché, se c’era
bisogno di salvaguardarli da eventuali altri aggressori a piede libero,
sono stati invitati ad andare in questura autonomamente; perché vi sono
stati trattenuti fino alle 9.30 della mattina seguente ascoltati
semplicemente come persone informate dei fatti senza che gli fosse
permesso sporgere finalmente denuncia; perché negli uffici della
questura è permesso affiggere calendari e locandine fasciste.
Da oggi Pavia è tornata ad essere territorio liberato dalla presenza
fascista: è una vittoria di tutto il movimento, della sua
determinazione e fermezza; una vittoria che solo con la continua
vigilanza antifascista potrà essere manenuta.