Comunicato sugli arresti di Parma e Verona

 Noi ci rivediamo nelle parole dei compagni bolognesi che sottoscriviamo in toto. Solidarietà agli arrestati. Vival’Anarchia.

Da informa-azione.info:

Quattro arrestati e due indagati per le bombe carta lanciate davanti alla sede dei Vigili di Parma.
La mattina del 20 ottobre due compagni veronesi ricevono la visita
della polizia per una perquisizione. Vengono perquisite anche altre tre
case di loro parenti e amici. Alla fine l’esito è negativo ma vengono
sequestrati: un computer, volantini e materiale “politico” vario, un
tirapugni e un coltello. I due compagni vengono condotti in questura
dove resteranno fino alle 20. Ne escono con l’accusa di favoreggiamento
(Art. 378), per non aver voluto testimoniare. È in questo momento che
si viene a sapere che altri tre compagni, due ragazze e un ragazzo,
sono trattenuti in questura e che poco dopo verranno condotti in
carcere a Verona. L’accusa contro di loro non è al momento precisa
perché l’avvocato non ne ha ancora preso visione, ma pare sia
“fabbricazione, trasporto e deflagrazione di materiale esplosivo a fini
terroristici” e l’affissione di uno striscione che pare porti la
scritta “contro il razzismo infiamma la reazione vendetta non giustizia
Monteverdi via”. Oggi, 21 ottobre, apprendiamo dai giornali che è stato
arrestato un altro compagno a Parma.

Gli arrestati sono:

Giuseppe Sciacca
Nora Gattiglia
Maddalena Calore
Nel carcere di Verona: Casa Circondariale di Verona Montorio via S. Michele 15 cap. 37133

Santo Caselbonese Fonti
Nel Carcere di Parma in via Burla

Qualsiasi sincero antirazzista commetterebbe un errore se dedicasse
la sua indignazione a due petardi spostando l’attenzione da quello che
è il problema reale: leggi razziali, aggressioni fasciste e forsennate
attività poliziesche. Ciò non servirebbe ad altro che ad assecondare
una strategia mediatico-politica di divisione e criminalizzazione degli
individui in lotta e delle lotte stesse.
Questo comportamento sottende la vana e pericolosa speranza che siano
gli stessi apparati che promuovono la violenza contro gli sfruttati a
combattere gli abusi e le ingiustizie di cui siamo giorno dopo giorno
testimoni.
Si può non condividere l’anonimo gesto ma se si è sinceramente decisi a
contrastare il razzismo dilagante allora ci si dovrebbe sforzare di
capire cosa ciascuno può fare, nelle forme e nei modi che reputa più
idonei, per fronteggiarlo. Non lasciamo che la canea mediatica riesca
nel suo intento di deviare l’indignazione di chi ha reputato il pestaggio di Emmanuel un gesto intollerabile.

Solidarietà agli arrestati

Anarchici di Bologna

 

“Vandalizzato” bandone della sede di Casa Pound Pistoia

Sabato pomeriggio (il 18) Cesso Pound ha inaugurato la sua sede a Pistoia; 40 facce di merda (con tutto il rispetto per lo stimato concime) si sono ritrovati per salutare l’evento. Nel frattempo 200, tra antifascisti ed abitanti del quartiere ove i sorcioni hanno aperto, si sono dati appuntamento in una piazzetta vicina per far capire ai merdosi (ci scusi nuovamente il rispettabile concime) quanto non fossero graditi. Questo Sabato.

Sembra che domenica sera (almeno a sentire degli abitanti del quartiere il giorno il bandone era "pulito") ignoti abbiano subito rinnovato il bandone nero (fantasiosi vero, questi "fascisti del terzo millennio") della sede dei nostri eroi tracciandoci sopra una A cerchiata (bel simbolo). A Quanto pare lo "sfregio"è stato prontamente cancellato dai camerati.

Pavia, chiude Forza Nuova

Forza
Nuova chiude la sezione pavese in Borgo Ticino: si tratta di
un’ammissione di colpa e di un tentativo di anticipare la chiusura da
parte della magistratura, per evitare di rendere conto dell’agguato
premeditato. Soprattutto, si tratta della vittoria di tutta la Pavia
antifascista che ha saputo mobilitarsi immediatamente, secondo le
pratiche democratiche e non violente che da sempre la
contraddistinguono, evitando, nonostante la legittima rabbia, di cedere
alle provocazioni.

Mercoledì notte solo la nostra responsabile gestione della piazza ha
evitato il peggio: oltre 200 giovani si sono subito autorganizzati in
cordone: per permettere ad altrettanti di continuare la festa
universitaria all’interno del CSA; per evitare ulteriori violenze
fasciste; per impedire la fuga ai fascisti rinchiusisi nella loro sede
di scappare, come già fatto da alcuni degli aggressori appena dopo
l’agguato, approfittando di un furgone pronto all’uso.

E’ la città intera che li ha rifiutati: centinaia di giovani, magari
intervenuti per la prima volta al Barattolo, sono rimasti, arrabbiati,
indignati ma lucidi e determinati, in presidio fino alle 4.30 di
mattina, hanno partecipato all’assemblea per la stesura dei comunicati
fino alle 7 e si sono riprsentati il giorno dopo alle 18 per esigere la
chiusura della sede.

Ringraziamo anche i numerosi che con la loro testimonianza hanno
permesso che la verità emergesse senz’ombra di dubbio fin dagli istanti
successivi all’aggressione.

Anche per rendere omaggio a questa forma di partecipazione e coraggio
civile perseguiremo con ogni mezzo chiunque in questi giorni abbia
diffuso menzogne tentando di coprire l’agguato fascista.

Attendiamo di vedere i risultati dell’indagine della magistratura e le
prese di posizione delle istituzioni ma già sappiamo che, nella
migliore delle ipotesi, non faranno altro che giungere alle conclusioni
che andiamo ribadendo da sempre: forza nuova è un partito fascista e in
quanto tale non può essergli concesso il minimo spazio di visibilità e
agibilità politica.

Che i forzanuovisti si risparmino la fatica di cercare un’altra sede:
la città continuerà a rifiutarli, ovunque troveranno lo stesso
trattamento che centinaia di studenti e lavoratori pavesi gli hanno
riservato i giorni scorsi.

Pavia ha finalmente conquistato una fondamentale vittoria: per la prima
volta una città ha costetto alla chiusura una sede fascista. Da qui
dobbiamo partire per ottenere lo scioglimento di Forza Nuova. Il giorno
dopo l’aggrssione il segretario del partito, Roberto Fiore, dichiarava:
"La Lega aveva fatto promesse e su queste si è giocata la vittoria
elettorale. Promesse buttate al vento, semirinnegate, svuotate di ogni
valore: i fucili li useremo noi" – Roma, 16 ott. (Apcom): parole che
svelano oltre ogni ragionevole dubbio il progetto politico di Forza
nuova: ricostituire il partito fascista e ritrascinare il paese nelle
pagine più nere della sua storia.

Ribadiamo che l’obiettivo dell’agguato premeditato dell’altra sera era
quello di intimidire i frequentatori del Barattolo che, con la propria
partecipazione, promuovono quotidianamente un’idea di socialità basata
sull’inclusione sociale e sul confronto tra le culture. Attività
culturali e ludiche (dibattititi, cineforum, concerti), sportello
d’assistenza ai migranti e doposcuola per i ragazzi migranti, corsi di
italiano e di alfabetizzazione informatica. Queste sono le attività
promosse da persone che rifiutano la semplicistica e sensazionalistica
definizione di "antagonisti" non limitandosi a predicare ma praticando
ogni giorno l’inclusione sociale, la difesa del territorio costruendo
nuove forme del vivere comune.

In questi giorni abbiamo ricevuto attestati di solidarietà da molte
parti: ben venga, ma adesso ci aspettiamo che la solidarietà si
trasformi in atti concreti, a partire dal consiglio comunale di luendì
sera durante al quale chiediamo di condananre quanto succeso e di
riconoscere la reale natura di questi eventi: non si tratta di azioni
criminali perpetrate da singoli individui, bensì l’applicazione
materiale di una prassi politica storicamente ben definita, lo
squadrismo, fondamento di un movimento politico ben definito, il
fascismo.

La nostra solidarietà va anche ai borghigiani che hanno dovuto subire
in questi giorni una decisa militarizzazione del quartiere.

Restano in tutto questo da chiarire alcuni punti oscuri, soprattutto
sull’operato della questura: l’intervento è stato tardivo e la gestione
della piazza mercoledì notte improntata alla provocazione ed alla
minaccia: solo la fermezza e la lucidità dei manifestanti, prima e dopo
l’arrivo di Polizia e Carabinieri, ha impedito che la situazione
degenerasse.

Devono ancora spiegarci perché ai feriti è stato impedito di sporre
denuncia in Pronto Soccorso, come normalmente avviene; perché, se c’era
bisogno di salvaguardarli da eventuali altri aggressori a piede libero,
sono stati invitati ad andare in questura autonomamente; perché vi sono
stati trattenuti fino alle 9.30 della mattina seguente ascoltati
semplicemente come persone informate dei fatti senza che gli fosse
permesso sporgere finalmente denuncia; perché negli uffici della
questura è permesso affiggere calendari e locandine fasciste.

Da oggi Pavia è tornata ad essere territorio liberato dalla presenza
fascista: è una vittoria di tutto il movimento, della sua
determinazione e fermezza; una vittoria che solo con la continua
vigilanza antifascista potrà essere manenuta.

Parma – 2 compagne e 2 compagni arrestati per l’attacco alla caserma dei vigili

Arrestati 2 compagni e 2 compagne per l’attacco alla caserma dei vigili urbani di Parma.
Dalle notizie apparse sui media pare siano attualmente rinchiusi nelle carceri di Verona e Parma.

Contatti per telegrammi e lettere:

Maddalena Calore
Giuseppe Sciacca
Nora Gattiglia

Via S. Michele, 15
37033 Verona

Santo Caselbonese Fonti

Via Burla, 59
43100 Parma )

Un articolo sull’operazione repressiva attuata nei loro confronti e reperibile sul sito di repubblica.it –

http://parma.repubblica.it/dettaglio/Ordigni-al-comando-dei-vigili-Tre-anarchici-fermati-a-Verona/1529625

Seguiranno aggiornamenti

Le Molotov di Horus ?!

da roma.indymedia.org

Aguzzate bene le vista… ma manco troppo! Vedendo le immagini del tg regionale il giochetto delle molotov viene subito sgamato.

1 in basso a sinistra c’e’ una bottiglia di spumante con il tappo di plastica.
vabbe’ che la plastica e’ infiammabile pero’ me pare un po’ lento prima che faccia incendiare tutto no?
oppure sto spumante fa talmente cagare che e’ giusto sequestrarlo. in
effetti quelli economici fanno proprio schifo e allora provate a fare
sta cosa la prossima volta:
http://www.taccuinistorici.it/ita/news/contemporanea/b…

2 le bottiglia hanno tutte lo stoppaccino dello stesso colore.
cavolo questi de horus o fanno i tappezzieri oppure hanno preso una
bandiera del napoli o della lazio per fare la "miccia"

3 vabbe’ che c’e’ crisi e la benzina costa troppo, i mutui salgono
etc etc ma addirittura fare delle bottiglie molotov con 3 dita di
benzina (in tv sembrava vino dal colore) me pare troppo da purciari. a
sto punto erano mejo du rauti no?

l’intero video e’ stato preso dal tg regionale laziale delle 14 di oggi che potete guardare qui:
http://www.tgr.rai.it

ma poi soprattutto, dopo che v’e’ annata male alla diaz e avete fatto na gran bella figura di merda, ce riprovate subito?
e fatele bene almeno no?!
ancora nun avete imparato?!
vabbe’ che nun siete ne’ cime ne’ geni ma basta andare su google che un manuale si rimedia.

siete ridicoli.

Solidarietà all’Horus!!!

Esprimiamo tutta la nostra solidarietà all’Horus, sgomberato stamane dagli sgherri del boia Alemanno con grande dispiegamento di forze del disordine.

Nuovamente si colpiscono quegli spazi liberati dal profitto e dalle false convenzioni sociali pubblicizzate ad arte da tv, giornali e politicanti multicolore. Ancora una volta il potere decide di colpire tutto ciò che si muove al di fuori dei suoi progetti totalitaristi (culturalmente, oltre che fisicamente)…non ci sono destra e sinistra che tengano…Sappiano però lor signori che i semi della rivolta germinano anche sul cemento…

Parma, arrestati 3 anarchici per le bombe contro la polizia

da corriere.it

PARMA – Tre persone sono state identificate dalla Digos di Verona
nell’ambito delle indagini sulle bombe carta lanciate nella notte
contro la sede della Polizia municipale di Parma. Si tratta di tre
persone considerate vicine ai movimenti anarchici. (Agr)

Pare che i tre compagni siano stati arrestati a causa della segnalazione di un metronotte, uno dei tanti sbirri mercenari che invadono le nostre città… a presto nuove notizie!

SOLIDARIETA’ AGLI ARRESTATI!

LA LOTTA NON SI FERMA!

 

Parma – Bombe carta contro la sede della Polizia Municipale

Fonte QN: Parma, 20 ottobre 2008

Due bombe carta sono state fatte esplodere nella notte contro la
caserma della polizia municipale di Parma di via del Taglio. Al momento
gli autori del gesto non sono ancora stati identificati, ma gli
investigatori contano sulla presenza delle videocamere, dalle cui
registrazioni si potrebbe risalire alla loro identità. La caserma è la
medesima dove era stato portato Emmanuel Bonsu
(nella foto), il giovane studente ghanese che aveva denunciato alcuni
agenti, sostenendo di essere stato da loro buttato a terra e malmenato.
Nessun danno a cose o persone derivato dalle bombe carta scoppiate
questa notte. E proprio la vicenda che ha visto protagonista il ghanese
sembra collegata a quanto successo questa notte. Lo hanno chiarito gli
stessi ignoti attentatori, che dopo l’esplosione, hanno esposto uno
striscione che chiedeva le dimissioni dell’assessore alla sicurezza del
comune di Parma, Costantino Monteverdi. I due ordigni, di particolare
potenza, hanno sciolto l’asfalto al momento dell’esplosione e gettato
coriandoli per un raggio di circa una decina di metri. E’ subito
intervenuta una pattuglia della polizia che ha raccolto le prime
testimonianze.


fonte repubblica parma

Due bombe carte sono state fatte esplodere la scorsa notte di fronte
alla sede della Polizia Municipale di Parma in via del Taglio, la
stessa dove alcune settimane fa era stato rinchiuso lo studente ghanese
Emmanuel Bonsu, che poi denunciò presunte violenze fisiche e insulti a
sfondo razziale da parte di alcuni agenti. E’ chiaro il collegamento
con il caso Bonsu: sempre davanti alla sede è stato esposto uno
striscione con scritto "Monteverdi dimettiti" indirizzato all’assessore
alla sicurezza urbana. Un deprecabile e vile gesto intimidatorio. La
Polizia municipale, però, non si lascia intimorire: "Sono sempre i
soliti, con i loro striscioni… Non dobbiamo aver paura – dice uno dei
testimoni – se no è finita".

Gli ordigni, scoppiati a pochi secondi dall’altro l’uno dall’altro
attorno alla mezzanotte, sono stati lanciati nel cortile del comando
davanti all’entrata principale, probabilmente da un’auto in transito.
Non hanno provocato danni alle strutture e alle persone. In quel
momento nel piazzale antistante la caserma della Municipale non era
infatti presente nessuno anche se solo pochi minuti prima erano stati
allontanati alcuni mezzi rientrati dall’ultimo turno della giornata.

Dalle prime testimonianze raccolte, nella sede della Polizia
Municipale la scorsa notte erano presenti tre agenti e una guardia
giurata. Secondo i primi riscontri, gli autori del gesto potrebbero
essere tre persone che, dopo l’attentato, si sono allontanate a bordo
di una Polo verde scuro.
"Ci siamo precipitati fuori non appena uditi gli scoppi – dichiara uno
dei testimoni – ma non siamo riusciti a vedere se qualcuno si stava
allontanando anche a causa del gran fumo sprigionato dalle bombe".

Sul posto sono intervenute una volante, la polizia scientifica e la
Digos, cui sono affidate le indagini. Ignoti per ora gli autori del
gesto anche se gli inquirenti contano di ottenere indizi importanti per
l’identificazione dalle telecamere di video sorveglianza poste all’
esterno dell’edificio.

La Digos dovrà accertare anche chi siano gli autori dello striscione
con scritto "Monteverdi dimettiti" esposto davanti al Comando prima
delle esplosioni.

Intimidazione e schedate illegali ai danni di un’attivista di Chiaiano

Comunicato Stampa

E’ evidente in queste ultime settimane l’escalation
repressiva nei confronti delle mobilitazioni contro la
devastazione ambientale. Anche a Chiaiano.
Nella serata di ieri un attivista, Francesco Barone, giovane
operaio edile di Chiaiano e partecipante del presidio, viene
convocato in questura con un avviso per "motivi di
giustizia". Francesco si reca in questura ritenendo debbano
notificargli eventualmente qualcosa. Ma una volta arrivato
lo portano al quinto piano e cominciano prima a
interrogarlo, poi a minacciarlo. Gli fanno vedere fotografie
del 23 maggio, dove francesco, come tanti altri, è seduto
in terra con le mani alzate e subisce la carica della
polizia. Fotografie comparse su molti giornali dove
evidentemente i dimostranti sono vittime.
Contremporaneamente cominciano a minacciarlo apertamente
affermando di essere "pronti ad usare altri metodi per farti
cantare". A questo punto viene condotto nella sala per le
fotosegnalazioni e gli vengono fatte le fotografie
segnaletiche e prese le impronte digitali, in maniera
assolutamente immotivata e illegale! Tanto che a Framncesco
non viene consegnato nessun verbale. Non solo la schedatura
è illegale, ma tutto il comportamento è da "stato di
polizia": se Francesco è stato interrogato come indagato
aveva diritto a un avvocato, se è stato interrogato come
testimone allora evidentemente non doveva subire quello che
gli hanno fatto fino alla schedatura!
Una evidentissima e grave intimidazione che fa seguito alle
denunce contro i cittadini che avevano bloccato per qualche
ora i camion dell’esercito, ma anche ad altri episodi del
tutto analoghi a quello di Francesco, che stanno venendo
fuori in queste ore.
Un escalation probabilmente preparata dall’uso
criminalizzante dell’inchiesta di Pianura.
Raccogliendo le testimonianze di chi ha subito questi
episodi, stiamo preparando su questo un dossier sulla
violazione dei diritti democratici da presentare alla corte
europea di giustizia.
Invitiamo tutti i sinceri democratici a prendere la parola
per impedire che questa operazione di repressione del
dissenso, motivata dall’enorme business che sorregge
"questo" piano rifiuti, vada ancora avanti!

Noi, per conto nostro, non ci faremo certo intimidire,
perchè è in gioco la nostra terra, la nostra salute e il
nostro futuro!

Comitati contro la discarica di Chiaiano e Marano

__._,_.___

Caso Marcello Lonzi

PISA 16/10/2008

Dalla morte di mio figlio Marcello, avvenuta nel carcere di Livorno,sono trascorsi 5 anni e 3 mesi. Da quella maledetta sera ne ho sentite tante di versioni, ma quella più sconcertante è che sia stato il compagno di cella ad uccidere mio figlio!

Dopo la prima archiviazione del caso da parte del dott. Pennisi è difficile credere ancora nella giustizia. Perchè ho capito che non è uguale per tutti, e la dimostrazione è chiara, come mai
dopo cinque anni salta fuori il compagno di cella e non subito? Chi copre per rischiare una condanna a 20 anni? Oppure cosa gli è stato promesso? Di fatto le guardie carcerarie stanno ancora al loro posto, il medico legale dott.Bassi Luciani (autore della prima perizia che portò all’ archiviazione) pure e mio figlio è morto e nessuno me lo riporterà.
Se questa è la legge italiana, mi vergogno di essere nata in Italia. E non parlo solo per me, ma anche per tutte le persone che muoiono nelle carceri, come Aldo Bianzino morto nel carcere
di Capanne (Pg), stesso sistema, come Marcello, alla fine l’ archiviazione.
Ogni volta che apro un giornale che parla di Marcello leggo: "la madre non si è mai arresa". Ma ora sono arrivata ad un punto che non ce la faccio più, per un anno ho sostenuto le spese del mio avvocato da sola, poi nel 2004 ho conosciuto dei giovani dei centri sociali che devo ringraziare per avermi aiutata a pagare le spese per la nuova perizie e per le ulteriori spese legali, senza quei giovani non so se ce l’ avrei fatta.
Oggi mi trovo ad avere lo sfratto non perchè non pago l’ affitto, ma non ho potuto pagare le spese condominiali, così il comune ha anticipato i soldi che adesso rivuole indietro.
Ci tengo a precisare che non ho mai chiesto alcun tipo di aiuto nè al comune di Pisa, nè ad alcun altro ente pubblico, ora però non so proprio come fare. So solo che io a Pisa non ho nessuno e che mio figlio è a Livorno, piazzare una tenda davanti al cimitero per me è la stessa cosa, almeno sarò più vicino a Marcellino. Sempre che non mi scaccino pure da lì.
Ciuffi Maria

 
Chi volesse aiutare Maria può versare un contributo sul
c/c postale n° 66865767 ABI 07601 CAB 14000