Per non dimenticare Marcello

Da informa-azione:

Appello per una Campagna di solidarietà

Son passati ormai 5 anni e 5 mesi da quel maledetto giorno dell’11
luglio 2003, quando nel carcere livornese chiamato "Le Sughere", perse
la vita un giovane di 29 anni di nome Marcello Lonzi.

In carcere non c’era mai stato prima, doveva scontare poco più di
quattro mesi per un tentato furto. Ma invece, Marcellino, conosciuto in
tutta Livorno, venne ammazzato dalle guardie carcerarie, con la
complicità del medico legale che ha dichiarato la morte "per cause
naturali e dovute ad un infarto".

La madre di Marcello, Maria Ciuffi, non ha mai creduto a questa
versione dei fatti ed immediatamente ha esposto querela verso i
secondini di quel turno.

Successivamente sono circolate le foto strazianti del cadavere di
Marcellino che non possono che confermare l’omicidio volontario
commesso dagli aguzzini carcerieri.

Purtroppo giustizia non è mai uscita dai tanti processi, udienze,
sentenze, archiviazioni, appelli, ricorsi… che questa povera mamma ha
dovuto sostenere. La vera giustizia non è quella scritta sui codici
penali, che non accetta la verità dei fatti e protegge i secondini
assassini di Marcello e i torturatori in divisa, che continuano la loro
opera d’annientamento delle persone in tutte le carceri di questo
mondo. Lo Stato non punirà mai i suoi servi !

Come è successo un anno fa anche ad Aldo Bianzino,
stessa triste fine, ammazzato nel carcere di Perugia o come a Bergamo
che alla prima notte di carcere hanno lasciato morire di crisi
d’astinenza una povera persona!

O come tutti i suicidi che accadono ogni giorno all’interno di quei
campi di sterminio, che vengano chiamati "case circondariali", "centri
di accoglienza" od "ospedali psichiatrici". Suicidi, forse, ma che per
noi hanno lo stesso significato di OMICIDI veri e propri, perché
all’interno di quei luoghi ogni tentativo di "fuga" dettato dalla
disperazione è umano, persino il togliersi la vita.

La mamma di Marcello, che non si è mai arresa fino ad ora, dopo che quest’estate addirittura si era messa in SCIOPERO DELLA FAME ora, dopo l’ennesima archiviazione, è arrivata al punto di non farcela più.

Per un anno aveva sostenuto le spese dell’avvocato da sola, poi
tramite l’appoggio di tanti compagni e compagne era riuscita pure a
pagare le spese per nuove perizie ma…

Quella che segue è uno stralcio della sua ultima lettera pubblicata su informa-azione.info

"Oggi mi trovo ad avere lo sfratto non perché non pago
l’affitto, ma non ho potuto pagare le spese condominiali, così il
comune ha anticipato i soldi che adesso rivuole indietro. Ci tengo a
precisare che non ho mai chiesto alcun tipo di aiuto né al comune di
Pisa, né ad alcun altro ente pubblico, ora però non so proprio come
fare.

So solo che io a Pisa non ho nessuno e che mio figlio è a
Livorno, piazzare una tenda davanti al cimitero per me è la stessa
cosa, almeno sarò più vicino a Marcellino. Sempre che non mi scaccino
pure da li." Maria Ciuffi

Per questo la sensibilità umana e proletaria che ci accomuna ci
spinge per lanciare a tutte le realtà antiautoritarie, i circoli e alle
singole individualità, un appello alla solidarietà tramite raccolta
fondi da devolvere a Maria Ciuffi.

Chi volesse aiutare Maria può versare un contributo sul

C/c postale n° 66865767 intestato a Ciuffi Maria, IBAM 07601

PER NON DIMENTICARE NESSUNO

Comitato Contro il Carcere e la Repressione -BG- 19/11/2008

Solidarietà ai Compagni bresciani…

Esprimiamo massima solidarietà ai compagni bresciani,un possibile incendio di un mezzo sbirresco è niente in confronto alle aggressioni, ai pestaggi, agli arresti indiscriminati perpetrati dagli sbirri, cagnetti servizievoli di un potere altrettanto criminale che rinchiude i migranti nei lager, che tutela in ogni modo il capitale che uccide nelle fabbriche, che reprime le rivendicazioni sociali con divise e manganelli…Solidarietà a tutti i rivoluzionari, per l’Anarchia!

Anarchici Pistoiesi.

 

Solidarietà ai compagni arrestati a Brescia

Esprimiamo la massima solidarietà ai due compagni arrestati a Brescia
nella scorsa notte dopo un presunto incendio ad un’auto della polizia
municipale. Due compagni che da sempre hanno lottato in prima linea
contro il fascismo e il razzismo, due compagni che sempre appoggeremo
nelle loro lotte rivoluzionarie!!! Infami istituzioni di sbirri che
uccidono, torturano e reprimono impunemente, sono legalizzate a poter
scorrazzare per le città compiendo le peggiori vessazioni contro
immigrati, compagni, "diversi" e non allineati alla società del
consumo. Come sempre… se "innocenti" hanno la nostra solidarietà, se
"colpevoli" la nostra totale complicità!!!
ALBERTO E GIAMPIETRO LIBERI SUBITO!!!
FUOCO ALLE GALERE

Antifascisti/e veronesi

fonte il Giorno

L’azione compiuta da due anarchici subito arrestati
LE FIAMME SI SONO sprigionate nell’abitacolo dell’auto della polizia
provinciale, che è stato distrutto dal fuoco. Erano le 23.30.

2008-11-20
di ITALIA BRONTESI — MARCHENO —

LE FIAMME SI SONO sprigionate nell’abitacolo dell’auto della polizia
provinciale, che è stato distrutto dal fuoco. Erano le 23.30. Due
agenti avevano appena lasciato l’auto nel parcheggio della sede del
distaccamento a Marcheno ed erano entrati negli uffici per sbrigare le
ultime pratiche prima si staccare, per la fine del servizio a
mezzanotte quando hanno visto le fiamme e sono intervenuti. E con
altrettanta rapidità la Digos della Questura ha arrestato gli autori.

I DUE SCAVALCATA la recinzione del parcheggio della polizia
provinciale stavano risalendo su una Smart. «Siamo anarchici ribelli»
hanno dichiarato, Alberto Turrini, 32 anni, di Gardone Valtrompia,
operaio alla Beretta, la fabbrica d’armi e Gianpietro Moretti, 30 anni,
di Villa Carcina, anche lui operaio. In tasca avevano un paio di guanti
e il «Mephisto», il cappuccio che lascia scoperti solo gli occhi. Sono
in carcere, arrestati per incendio doloso. Sono entrati nel parcheggio
allo stesso modo in cui ne sono usciti per cadere nelle mani della
Digos, scavalcando la recinzione.

HANNO PRESO di mira una delle quattro auto in dotazione alla polizia
provinciale. Hanno spaccato un finestrino e gettato nell’abitacolo un
fumogeno che ha provocato l’incendio.
«L’abbiamo deciso chiacchierando al bar», avrebbero raccontato i due,
dopo la dichiarazione di rivendicazione politica. Le indagini
continuano dopo l’arresto dei due operai accusati di incendio doloso. I
due erano già «monitorati» dalla Digos. Ma non solo loro. Ad accendere
non da oggi l’attenzione degli investigatori della Digos e della
Procura di Brescia sulla Valtrompia sono stati gli attentati alla sede
della Lega nord di Marcheno il 23 luglio del 2007 e alla Cgil di
Gardone Valtrompia il 20 settembre dell’anno scorso, ma anche una serie
di altri episodi: bacheche rotte, volantini firmati da siglie
anarchiche. «Un attacco contro le istituzioni, certamente non contro la
polizia provinciale» ha detto il presidente della Provincia Alberto
Cavalli che ieri nel pomeriggio insieme all’assessore provinciale alla
sicurezza Guido Bonomelli ha portato la solidarietà dell’ente alla
polizia provinciale nella sede del Corpo a Brescia.

«UN ATTACCO – ha aggiunto Cavalli – espressione forse anche di una
situazione economica e finanziaria non facile. E sotto questo profilo
la Valtrompia per il sistema economico può essere interpretata come una
parte del tessuto sociale più debole». L’attacco dell’altra notte per
l’assessore Bonomelli «non scalfisce la serenità e l’impegno della
polizia provinciale».

 

Brutta sveglia stamani per il TeLOS

 

Questa mattina sbirri della polizia locale con alcuni operai del comune sono entrati al TELOS (Saronno) rompendo il lucchetto esterno e tutti quelli che chiudevano porte all’interno poi nell’uscire hanno saldato il cancello e gli hanno messo davanti un blocco di cemento. Al momento c’è una macchina della locale che presidia il posto e i/le compagn* si stanno raggruppando fuori…
ore 14: I compagni sono riusciti a rientrare e stanno facendo resistenza.
In questo momento gli operai stanno cercando di sfondare e i compagni chiedono a tutti/e di andare a presidiare sotto lo spazio occupato.

Chiediamo la presenza di tutti oggi (Giovedi) dalle 16:00 davanti al TeLOS per un presidio ad oltranza contro il tentativo di sgombero.
TeLOS Occupato – Via Concordia, 2a – Saronno (VARESE)

 

L’assessore sceriffo di Firenze indagato per corruzione e violenza privata

E’ rimasto impressionato -povero!-  Graziano Cioni, assessore sceriffo di Firenze (quello delle ordinanze contro i lavavetri e contro i "mendicanti" per intenderci) quando i Carabinieri si sono presentati a casa sua per perquisirla; stesso sentimento avranno provato i suoi compagni di merende coimputati, tra i quali spicca il nome di Salvatore Ligresti, il plenipotenziario imprenditore (mafioso) edile padrone di Firenze.
Non entriamo nel merito delle accuse -probabilmente gonfiate o comunque agitate ad arte dagli avversari politici in vista delle primarie per la poltrona di sindaco di Firenze-, non ci interessano, la domanda è: Come ci si sente Graziano quando gli sbirri frugano nella tua roba? Come ci si sente Grazianino ad essere additato come un mostro? Come ci si sente Grazianuccio quando il potere, per mezzo della sua macchina coercitiva ti precipita addosso? Come!?!?
Ora sai, brutta merda cosa devono passare i compagni tutte le volte che decidete di attaccarli con accuse pretestuose, magari dai piedi di burro, ma che sanciscono mesi di beghe -quando non carcerazioni- e spese ingenti per chi, amante della Libertà lotta ogni giorno contro le ingiustizie…Dici di essere tranquillo, dici di aver fiducia nei tuoi (ex?)amichetti giudici, sostieni che le accuse sono false ed inconsistenti…beh, ti auguriamo di fare la fine di tanti compagni che per molto meno hanno subito e subiscono la repressione. La macchina giudiziaria, ora lo sai, è una bomba a tempo pronta a scoppiare a comando; l’hai usata spesso, ora tocca a te subirla…con una differenze sostanziale: ogni qual volta un compagno viene colpito la solidarietà che gli giunge è REALE e MILITANTE, ogni compagno non è mai solo, per uno colpito altri cento sono pronti a continuare la sua lotta e a dargli tutto il sostegno possibile…tu invece, squalo in un mare di squali sarai destinato ad affogare solitario nella merda che fino a ieri hai contribuito ad accumulare…Con tutto il Rancore possibile.
Anarchici Pistoiesi.

SGOMBERATO IL PRESIDIO NO TURBOGAS DI APRILIA

Da anarchia in azione.org:

PREPARIAMO UN’ONDA DIFFUSA DI RISPOSTA ALL’ATTACCO STATALE AI MOVIMENTI
E FORTE DEVE ESSERE LA RISPOSTA COME FORTE E’ L’ATTACCO
VEDI ANCHE http://www.noturbogasaprilia.it
Passiamo la voce…

Ebbene………si!!! Stanotte alle 3.30 circa si sono presentati decine di uomini delle forze dell’ordine che hanno bloccato
la Nettunense ed hanno fatto irruzione nel terreno del presidio. Sono entrati con mezzi in tenuta anti sommossa, dei mezzi di scavo e dei
camion.

Con gli uomini in tenuta anti-sommossa è stato creato un cordone
per impedire l’accesso al presidio e con i mezzi di scavo hanno avviato
la recinzione del terreno della centrale.

Ecco la verità sulla strana storia della centrale turbogas di
Sorgenia ad Aprilia: per poter recintare un terreno i lavori si sono
dovuti svolgere di notte…….all’oscuro da tutti……….alla faccia
della legalità.

A quell’ora all’interno del presidio c’era 3/4 persone…….le forze dell’ordine presenti hanno comunicato che verso di loro non
verranno presi provvedimenti di restrizione della libertà ma una identificazione in questura e subito rimessi in libertà.

Dopo tante garanzie arrivate dalla regione ("stiamo fecendo pressioni verso la prefettura per sospendere tutto in attesa del consiglio regionale"), dopo le garanzie ricevute fino ad oggi pomeriggio dalle stesse forze dell’ordine ("non penso si tratti di stasera, però probabile entro Natale").
Tutte bugie!!!
Stanotte i cittadini hanno visto come viene fatta applicare la legalità……un blitz di stampo militare mentre tutti dormivano contro quei pericolosi cittadini……….alla faccia della legalità.
 Ed ecco la verità sul ruolo della Giunta Marrazzo per impedire la costruzione della centrale Sorgenia………non ha fatto nulla per impedire questo sgombero.
nella riunione conclusiva del tavolo regionale aveva detto che non avrebbe interferito contro la volontà del Prefetto……….e così ha fatto.
 Ma ora tutto sarà diverso!!! Non voglio più sentire parlare di concertazione, diplomazia, incontri preparatori…….qui la politica ha abbandonato i cittadini……!!
 La Giunta Marrazzo ha abbandonato i cittadini, consentendo che si sgombrassero pacifici cittadini. Quella stessa Giunta che tramite l’ARPA disse che ad Aprilia non ci sono particolari criticità contro la realizzazione della centrale Sorgenia.
 Bene……..grazie Presidente Marrazzo………grazie della sua indifferenza…………ma ad Aprilia le comunichiamo che l’ora delle parole è finità…..è finita stanotte alle 3.30.

Marco Camenisch sulla manifestazione antinucleare del 29 novembre a Zurigo

Per la demo antiatomo del 29.11.08 a Zurigo

Anzitutto voglio presentarmi e chiarire:

Non assassino, non terrorista, assassino e terrorista è lo stato atomico ed il capitale!!!

Un caro saluto a voi tutte/i. Voi state marciando e vi esprimete con
molti colori contro il rinascimento atomico. Apparteniamo tutte/i alla
resistenza contro l’unità inscindibile tra bomba atomica e centrali
atomiche e tante/i tra voi appartenete al rinascimento di questa
resistenza. Dunque ci siamo, è vero e reale, non abbiamo alcuna ragione
di scoraggiamento e di rassegnazione. Dopo le prime nuove demo ed altre
azioni dirette in Svizzera, anche insieme con amiche e amici resistenti
della Germania e dell’Austria, dopo Gorleben, dove i media erano
costretti a dare la notizia dell’aumento della gente che protesta, non
abbiamo alcuna ragione alla rassegnazione. Al contrario:

Resistere è un dovere, passività e rassegnazione è complicità.

Questo, a maggior ragione in questi tempi della crisi generale
sempre più acuta della vita e della sopravvivenza sul nostro pianeta,
addirittura del pianeta stesso. Una delle espressioni importanti è la
crisi del capitale sempre più acuta ed irrimediabile. Non crediamo al
pathos e agli sbracciamenti delle teste d’uovo delle economie
imperialiste che sostengono "non è la fine del capitalismo." Non
crediamo a questa ridicola cortina di nebbia dei capitalisti Svizzeri e
del loro teatrino democratico mediale e politico, che i Bonus e gli
stipendi "esagerati" di certi manager, queste minuscole bricioline
delle casse per le spesucce delle imprese, sono colpevoli di quello che
con ostinazione e mentendo definiscono solo come "crisi finanziaria".
Esattamente, come non dobbiamo credere alle menzogne imbecilli e
ciniche della mafia dell’atomo che la tecnologia atomica sarebbe
"pulita" e parte della soluzione alla crisi e alla distruzione
ecologica. Grazie ai capitalisti dominanti ed al sistema esistente, per
la prima volta in terra negli ultimi sessanta anni esiste una forma di
vita capace di distruggere totalmente se stessa ed il resto. E lo sta
facendo in modo risoluto. Ed è già molto progredita su questa via.
Grazie alla tecnologia atomica! Ma non solo!
Perciò dobbiamo affrontare anche tutto il resto, con urgenza e serietà.
Domandarci, se poi essere contro l’atomico serve a qualcosa, senza
essere, per esempio, anche contro la biotech e la nanotech, oppure la
follia della mobilità. Se poi l’essere contro l’atomico serve
effettivamente a qualcosa, senza essere anche contro questo sistema di
crisi stesso. Siamo coscienti che la nanotech, la biotech, ma anche
l’illusione delle "energie alternative", servirebbero, in effetti, solo
al mantenimento, al prolungamento della vita di questo sistema che per
sé esclude la possibilità della durevolezza? Può diventare alternativo
quanto vuole, questo sistema deve in ogni modo nutrirsi di tutto ciò
che è alla sua portata, è costretto a sacrificare sull’altare del
progresso economico tutte le forme di vita ed il pianeta stesso, anche
senza tecnologia atomica. Allora, se per esempio parliamo di energie
alternative, dovremmo promuoverle solo ed esclusivamente come mezzo e
via per smorzare le coazioni e le dipendenze sistemiche economiche,
tecnologiche, sociali e politiche per, per quanto possibile, evitare o
almeno lenire i tagli catastrofici prodotti da una repentina assenza di
tutte le cose e strutture mortifere che ci hanno costretti alla loro
dipendenza. Allora, se parliamo di superamento della tecnologia
atomica, dovremmo parlare anche del superamento di questo sistema.
Poiché, anche se suona semplicistica, la semplice verità è:

Questo sistema non ha errori, è l’errore! Il capitalismo non ha errori, è l’errore!

Sì, il clima cambia – la guerra resta. Resta e diventa sempre più
acuta. La sua espressione repressiva diventa sempre più acuta. Si
acutizza con la crisi e ne precede l’acutizzazione, come
controinsurrezione preventiva interna, anche sotto forma dello Stato
atomico. Voi qui siete tutte/i potenziali terroriste/i. Tante/i di voi,
nel caso di un’emergenza, se tutto va bene sparirete in qualche campo
di detenzione secondo le liste in parte già stilate. Che sarà per un
incidente atomico tipo Chernobyl nella vostra vicinanza, che sarà per
qualche altro scenario di catastrofe sempre più probabile, lo Stato
dell’atomo Svizzero rastrellerà tante/i di voi che ora siete qui e
tanta altra gente con le truppe internazionali e, nel migliore dei
casi, v’internerà. Con truppe internazionali e piani, con i quali già
da ora si schierano contro il "terrorismo" in occasione del WEF e di
altri megaeventi come quello sportivo dell’Euro 08… In Italia il
governo Berlusconi ha reso esecutivo il "Segreto di Stato" sulle
costruzioni di nuove centrali atomiche e depositi di scorie, un decreto
firmato da Prodi… Conoscete la militarizzazione degli inceneritori e
dei depositi dei rifiuti urbani. Vi sono anche noti i progetti delle
dighe in Turchia, in Cina e tanti altri. Dicono "interesse nazionale
strategico", "bene comune", pace, democrazia, protezione delle
popolazioni, progresso, ed intendono i loro interessi, espropri,
controllo e militarizzazione della società, deportazioni e genocidio.
Dicono "lotta al terrorismo", teppismo, facinorosi e black-bloc
violenti e predisposti alla violenza, ma intendono tutte/i voi, noi
tutte/i, il popolo, noi oppresse/i, impoverite/i, avvelenate/i,
private/i d’ogni diritto, intendono le nostre contestazioni. Siatene
coscienti. Preparatevi. Non lasciate che vi dividano, vi paralizzino,
vi rendano impotenti nella ridicola discussione violenza-violenza, che
vi è imposta da un sistema e lacchè permeati d’una violenza infinita
totalmente ingiustificabile.

Le soluzioni, cari compagni e amici, care compagne e amiche nella
lotta, cara gente che resistete, non le troviamo all’interno del
contesto assassinio dello Stato e del capitale, all’interno delle sue
istituzioni, dei suoi coinvolgimenti e sviluppi, ma altrove: nel
superamento dello Stato e del capitale, nell’opposizione contro l’atomo
e le altre tecnologie, un’opposizione interna ad una tendenza verso un
cambio sociale, interna ad una tendenza verso la sovversione del
sistema di dominio esistente, con ogni esperienza, mezzo e metodo
necessario.

Non assassino, non terrorista, assassino e terrorista è lo stato atomico ed il capitale!!!

Per la lotta di classe e la rivoluzione integrale, libertà e giustizia – solidarietà internazionale!!!

Distruzione a tutte le galere!!!

marco camenisch
prigioniero anarchico della mafia dell’oligarchia e dell’atomo
Pöschwies, Regensdorf, Zurigo, 9.11.08

Viterbo – Detenuto trovato morto

onte ansa

Dai primi accertamenti non si tratterebbe di suicidio

(ANSA) – VITERBO, 17 NOV – Un detenuto del carcere di Mammagialla a
Viterbo e’ stato trovato morto nella sua cella. Il cadavere e’ stato
scoperto dagli agenti di polizia penitenziaria durante l’ispezione
mattutina. Sul corpo non sarebbero stati trovati lesioni o segni di
violenza. La procura della Repubblica ha aperto un’inchiesta ed ha
disposto l’autopsia. Dai primi accertamenti non si tratterebbe di un
suicidio.

Il compleanno di Gaetano Bresci

Ieri, Domenica 16 Novembre, in una bella giornata di sole ci siamo ritrovati con alcuni compagni a Prato, per festeggiare, anche se con qualche giorno di ritardo (era nato il 10) il compleanno del caro Gaetano Bresci, colui che il 29 Luglio del 1900 appose tre plumbei argomenti alle ragioni di Umberto I di Savoia.

La giornata è cominciata verso le 16 In Piazza del castello da dov’è partito un volantinaggio per le vie del centro a ricordare ai pratesi cotanto concittadino. Poco dopo le 17, in una trentina, ci siamo spostati in via Gaetano Bresci dove, dopo aver deposto una corona d’alloro ed una targa "integrativa" a quella giè esistente con su scritti alcuni passi di una poesia di Pietro Gori, abbiamo brindato e bevuto alla salute del nostro compagno.

Qualcosa anche a Prato si sta muovendo e siamo certi che non si tratti soltanto di un fuoco di paglia. Ringraziamo i compagni di Firenze che sono venuti a Portare la loro solidarietà, e quelli di Prato con cui abbiamo organizzato l’iniziativa.

Anarchici Pistoiesi.

Di seguito i testi di volantino, lapide e qualche foto. Clicca le immagini per ingrandirle.

 Fronte                 Retro

 

 

 

Il Volantino:

 La memoria Sepolta

Viviamo un periodo in cui gli attacchi del potere contro il diritto allo studio e al mondo del lavoro vorrebbero sancire la precarietà a vita per la maggioranza delle persone; un periodo in cui il modello di sviluppo propinatoci porta inevitabilmente alla disgregazione  dei rapporti sociali e alla distruzione dell’ambiente, in cui la limitazione delle libertà personali invade sempre più la sfera privata. Ci siamo ormai abituati all’inasprimento del controllo sociale attraverso i mille occhi elettronici che ci guardano ogni giorno, alla sempre maggiore presenza di polizia ed esercito nelle strade; ci siamo assuefatti al terrorismo psicologico dei fabbricatori di consenso che creano ogni giorno la fobia contro il diverso, sia l’emarginato, l’immigrato, il ribelle, al fine di poter motivare ogni stretta autoritaria sulle nostre vite.

In una fase in cui il potere mostra tutto il suo volto autoritario ed il suo vero ruolo di difensore del privilegio, è necessario riannodare i fili della memoria, un’“altra” memoria rispetto a quella ufficiale buona solo come strumento per rinsaldare e continuamente rifondare le basi dell’autorità.

Spesso il potere si appropria delle figure “ribelli” per rileggere la loro storia in maniera tale da depotenziare il loro portato rinnovatore (quando non rivoluzionario) ed utilizzarlo a proprio piacimento; di esempi potremmo farne molti, ma basti citare l’esempio di Arsenio Lupin, trasfigurazione letterario-cinematografica di un personaggio realmente esistito, Alexandre Jacob, proletario, Anarchico, finanziatore del movimento operaio, coevo di Bresci, un Robin Hood del 19° secolo, altro che il ladro gentiluomo, sguazzante nel lusso tra  donne e fiumi di champagne, snob fino al midollo, passato alla memoria delle masse; o l’esempio di Pietro Gori, rivoluzionario senza se e senza ma, recentemente vittima di un’apologia di regime che lo vuole figura quasi francescana, l’anarchico buono, lasciando intendere implicitamente che sia stato -e sia tutt’ora- qualcosa di diverso dai crudeli e sanguinari anarchici dei tempi che furono, che sono e che saranno…
Poi ci sono “gli altri”, quelli che, pur impastoiati nelle trame della storiografia ufficiale, non possono essere “recuperati” come figure strumentalizzabili e che quindi vengono consegnati all’oblio della memoria; è il caso, questo, di Gaetano Bresci, Anarchico pratese, nato a Coiano il 10 Novembre 1869 famoso per essere ricordato come  “quello del regicidio”, colui che uccise Umberto I , chissà perchè chiamato il “re buono”, tanto buono  da aver fatto cannoneggiare nel 1898 per mano del generale Bava Beccaris, la folla affamata che protestava per l’aumento del costo del pane (che era arrivato a cifre vergognose, circa la metà di uno stipendio giornaliero per chilo…)

Dichiarerà Bresci al processo: “Ho attentato al capo perché a parer mio egli è responsabile di tutte le vittime pallide e sanguinanti del sistema che lui rappresenta e fa difendere”, insomma Bresci, colpendo tre volte “Umberto unico”, ha voluto colpire un simbolo, un simbolo che rappresentava la gerarchia, l’oppressione del potere che si esercita sul corpo e nelle menti degli oppressi, il privilegio di pochi su molti. Il gesto di Bresci è stato ed è importante perché ha ricordato a chi subisce che non si è mai troppo abbrutiti per accettare passivamente ogni cosa, e di contro ha dimostrato al potere che per quanto la repressione si faccia forte non riuscirà mai ad arrestare l’idea di libertà che molti portano in seno. La libertà balena nel buio.

Il gesto di Gaetano rivive nelle lotte degli studenti, i suoi occhi fissano con decisione gli scudi della polizia dalle barricate di Chiaiano, Bresci rivive in ogni lotta contro le nocività ambientali e sociali e in ogni azione di chi si oppone all’arroganza e alla violenza del potere, dello stato, del capitale.

BRESCI VIVE!

…e la targa:

…A voi, gente pagata col vil sangue plebeo
par cosa strana la disinteressata opra del cuore,
o non par cosa umana…E innanzi a voi, tremanti,
sorgerà un urlo d’odio e letizia;
“Pé lunghi, amari pianti, vigliacchi,
questo è il dì della giustizia!”
P.Gori.
 
A Gaetano Bresci, il cui coraggio sempre ci rammenta che non c’è oppressione tanto grande da non poter essere spazzata via dal vento dell’Ideale. I compagni ti ricordano. Viva l’Anarchia!