Prigionieri – Miserie del garantismo: lettera di Michele Fabiani dal carcere di Ferrara

Miserie del Garantismo

In questi sei mesi non ho scritto molto perché non amo fare la parte del prigioniero che tempesta il web e le riviste specialistiche di lettere.

Scrissi un breve comunicato nel quale spiegavo che la galera non avrebbe certo smussato la mia fierezza rivoluzionaria, rifiutavo ogni ipotesi di servizio sociale e chiedevo all’universo plurale e multiforme delle persone che mi sono solidali a non cadere nel vittimismo.

Torno a scrivere perché mi giunge voce di alcuni scritti che sarebbero girati in rete e sul giornale “il garantista” nei quali vengo descritto niente meno che “pacifista”, “spaventato a morte”, etc.

Faccio notare che questo atteggiamento è, in primo luogo, offensivo nei miei confronti e nei confronti dei miei compagni e delle mie compagne che lottano ogni giorno senza mai tremare di fronte alla minaccia della repressione. In secondo luogo è totalmente inutile: lo Stato ci spia di continuo, ascolta i nostri discorsi, ci fotografa e ci filma mentre ci scontriamo in piazza con i suoi servi. Insomma pensare che un camuffamento tardivo possa farmi risparmiare mesi di galera è mera utopia, nonché poco dignitoso.
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