Cile: Riflessioni del compagno José Miguel Sanchez dopo la lettura di “Mapping the fire – Words of solidarity with the CCF”

 

 

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NOTA: José Miguel Sanchez (52 anni) è un combattente di lunga data che proviene dall’esperienza della lotta armata contro la dittatura di Pinochet, e che ha continuato a lottare anche durante la “transizione democratica”. Ex membro del FPMR (Manuel Rodriguez Patriotic Front), sta scontando una sentenza di 20 anni per possesso di armi da fuoco ed espropri avvenuti negli anni ’90. Nel corso della sua lunga carcerazione ha portato avanti varie mobilitazione insieme al resto dei prigionieri “comuni”. Continua a rivendicarsi rivoluzionario e contro il sistema, e negli ultimi anni dalle iniziali posizioni marxiste-leniniste si è avvicinato a concezioni anti-autoritarie e all’anarchismo.

Miguel era detenuto nel Carcere di Massima Sicurezza insieme al compagno Juan Aliste, ma il 4 gennaio 2013 l’amministrazione del carcere ha deciso per lui un trasferimento punitivo (per “ragioni di sicurezza”) e lo ha spostato al carcere Colina II, modulo 4. Al suo arrivo è stato picchiato dalle guardie dopo essersi rifiutato di sottostare all’umiliante pratica delle “flessioni”.
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Carissimx compagnx di lotta:

Oggi dopo aver letto il libro “Mapping the fire” della CCF, mi sento più intero che mai, sono orgoglioso di essere parte di questo universo di guerrierx indomitx, di odiare e rifiutare ogni tipo di autorità, di essere un nemico dichiarato dello Stato capitalista e della classe dominante, di dire ai 4 venti che odio con tutto il mio essere i/le borghesi e la loro pace sociale.

Che nonostante i 19 anni che ho passato in prigione, mai mi sono pentito dei passi che ho fatto allo scopo di essere coerente con quello che penso. Che la criminalizzazione delle idee rivoluzionarie non mi spaventa. Che il Potere statale non otterrà la sottomissione della mia persona e che la ribellione in ogni momento si rafforza dentro di me, è parte di me e la accolgo con amore perchè sia parte della mia lotta contro il sistema.

Leggendo gli scritti del nostro fratello Luciano “Tortuga” mi riempio di forza e accresco il mio desiderio di continuare nella lotta, sono alla fine e morirò in piedi e lottando, non temo le conseguenze né la risposta dei potenti. Non ho niente da perdere né da nascondere, loro sanno chi sono e ci metto la faccia per quello che dico e che faccio. Non nascondo la mia identità, perchè sono bruciato da molto tempo, faccia a faccia lotto con il nemico e colpisco frontalmente, alla lotta e ai/le miei compagnx devo tanto quanto alle mie figlie e alla mia compagna, che sono le cose più preziose che ho in questa vita di dispiaceri, conto su di loro e sulla solidarietà palpabile dei/le miei compagnx, a cui faccio giungere la mia gratitudine.

Con il combattimento nel sangue.

Fraternalmente,
José Miguel Sánchez J.
Carcere Capital Colina II – Módulo 4

fonte

Carcere – Proposta per la creazione di un bollettino

Sul numero di “Invece” di febbraio 2013 – numero 21, è stata diffusa la seguente una proposta di intervento anticarcerario.
Per contattare i compagni: invece@autistici.org

Contro il carcere, una proposta

Giorno dopo giorno aumenta il numero delle persone che in questo mondo risultano di troppo. Inutili. Aggravando le pene per alcuni reati già esistenti e creandone di nuovi, lo Stato indica dove queste eccedenze debbano essere stipate, in carcere. Così continua costantemente a crescere il numero dei prigionieri, privati  oltre che della libertà anche del benché minimo spazio vitale, ammassati gli uni sugli altri al di là di ogni limite d’immaginazione.
Purtroppo al peggioramento delle condizioni di detenzione non sta corrispondendo una reazione adeguata da parte dei prigionieri. Trent’anni di pace sociale, fuori come dentro, hanno scavato un solco profondo nella volontà di lottare, nel sentire che è possibile farlo come nella capacità di organizzarsi. Ogni tanto da quotidiani locali o siti specializzati si viene a conoscenza di piccole proteste e mobilitazioni o di atti di ribellione all’interno delle carceri che non riescono però quasi mai a raggiungere un’ampiezza e una radicalità maggiori. Ciò che sta invece scadenzando il tempo con una regolarità agghiacciante sono i suicidi di uomini e donne che non trovano altro modo per dire: “basta!”. Continua a leggere

Firenze, Villa Panico – Poesia, memoria e dibattito con Sante Notarnicola

 

“…dopo tentai di gettare l’anima

al di là del muro. Zelante

il guardiano me la sbattè sul muso “

poesia, memoria e critica del carcere

con SANTE NOTARNICOLA

Arrestato nel 1967 per le rapine del gruppo passato alla storia come “Banda Cavallero”,

Sante Notarnicola è stato un pioniere di quel movimento di rivolta che ha scosso dal profondo le carceri italiane negli anni Settanta, strappando conquiste per tutti i carcerati e mettendo alle corde per oltre un decennio l’autorità degli infami secondini. Ma Sante Notarnicola è anche un poeta, che ha disseminato di parole fortissime e delicate i suoi 25 anni di prigionia. Un diario di storie e di sofferenza, di lotte e dignità. Un canto d’amore alla libertà che, nonostante tutto, non si arrende.

VENERDI’ 11 MAGGIO 2012 a partire dalle 17.30

Letture Memorie Dibattito

A seguire cena e proiezioni

A VILLA PANICO

(in quel di san salvi)