Lo sbirro Antonio Rovito e la stupidità della divisa

Che per portare una divisa non si debba essere troppo svegli non è una novità, del resto quotidianamente sentiamo parlare –grazie ai media di questo paese caserma- sbirri di ogni grado che discettano su qualsiasi argomento, senza necessariamente sapere di cosa stiano parlando.

Anche lo sbirrame pistoiese non vuol essere da meno e dopo le uscite razziste del Marrano Napoletano assistiamo ai vaniloqui legalistico ambientalisti del sindacalista sbirro Antonio Rovito, segretario provinciale del COISP.

Senza tirare in ballo la frenologia, non scienza ormai da quasi cento anni sbugiardata, mi voglio concentrare su una semplice analisi del linguaggio.

Il nostro fine dicitore, parlando del blocco dei lavori alla nuova questura, avvenuto a causa  dello stato che ora nega i fondi, ci dice che Pistoia vuole il nuovo polo della sicurezza e a dimostrazione di ciò ci sarebbero un migliaio di firme raccolte in piazza. Non è su questo che mi voglio concentrare, anche se giova rilevare che in passato, nella stessa città di Tristoia furono raccolte poco meno di mille firme per la chiusura del covo fascista di Casa Pound e da più parti si sentì affermare che mille firme rappresentavano comunque un’esigua minoranza in una città di quasi 100.000  abitanti la cui maggioranza evidentemente non sentiva la necessità di negare agibilità ai nipoti del duce…ebbene, usando la stessa logica il nuovo canile per il quale si sgolano i nostri ispettori Barnaby non può essere evidentemente additato come una priorità o una cosa ritenuta importante dalla maggioranza della collettività…ma non è questa logica da Bar che mi interessa, la lascio volentieri ai micro dotati di intelletto che affollano –tutti vestiti uguali- le strade delle città.

Il punto sul quale soffermarsi è un altro. Rovito afferma che lo stato deve rispettare gli impegni sia per la richiesta di sicurezza della cittadinanza, sia perché non può permettersi di lasciare in eredità a Pistoia un mostro ecologico…Il punto è questo,  Il nostro afferma che il blocco dei lavori creerebbe un obbrobrio ambientale, come se questa qualifica fosse vincolata alla destinazione d’uso della struttura, infatti visto che la lingua italiana non è un’opinione il significato intrinseco di questa affermazione ci spiega che una struttura non finita è da considerarsi mostro ambientale, mentre il canile pronto all’uso perderebbe questo significato acquistandone un altro…eppure voglio far notare al povero divisato che la sua presenza, come quella degli altri “colleghi” all’interno dei nuovi locali non ridurrebbe la cubatura del cemento riversato in un’area già fortemente cementificata e soggetta ad una speculazione edilizia palese affidata al mafioso Giusti per l’edilizia.

Un “mostro ambientale” è tale perché consuma territorio, perché aggiunge metri cubi di cemento in un area già fortemente cementificata, perché diminuisce la vivibilità dell’area non soltanto per il cittadino ma anche per la fauna che comunque vive in quell’area, Perché sottrae spazio al verde, perché contribuisce, attraverso l’impermeabilizzazione del suolo, al dissesto idrogeologico del territorio nel quale si inserisce, ecc…Insomma, la destinazione d’uso c’entra poco, anzi niente.

L’affermazione del povero Rovito insomma dimostra come il nostro utilizzi strumentalmente, per avallare la sua tesi, il tema dell’ambiente senza sapere minimamente di cosa stia parlando e probabilmente fregandosene proprio insomma, puro politichese. Purtroppo per il miseramente dotato Rovito c’è sempre qualcuno che appassionato di decenza mette in mostra le aporie delle tesi dei piccoli personaggi a lui pari, non se la prenda, esisterà sicuramente un corso di formazione sbirresco tenuto da qualche suo collega munito di congiuntivi che potrà aiutarlo a migliorare i suoi strumenti comunicativi, sempre che lo stato gli paghi la retta…