Prigionieri 15 Ottobre – Aggiornamenti e lettera di Francesco dal carcere di Savona

riceviamo e diffondiamo:

Ciao a tutti,
Sono ormai cinque giorni che mi trovo nel carcere Sant’Agostino di Savona.
Sinceramente sono ancora sconcertato e stupito di trovarmi in questa situazione, non sono di certo il tipo che si fida della sbirraglia o che ripone fiducia nello Stato e nella sua giustizia, ma resta il fatto che non mi aspettavo un colpo basso del genere.
La motivazione per cui sono stato trasferito dai domiciliari al carcere è l’aver infranto le restrizioni, in altre parole l’aver ospitato a casa i miei amici. L’assurdo è che da Febbraio di quest’anno mi è stato revocato il divieto di comunicare e di incontrare persone diverse dai miei coinquilini. Quindi cosa avrei infranto?
Il carabiniere che ha comunicato al giudice di avermi trovato a casa con i miei compagni nel momento del controllo, che avveniva sabato 21 Settembre, rifiutò di voler vedere la notifica che specificava la revoca delle restrizioni dicendo che era tutto a posto e che non ce n’era nessun bisogno. Stando in carcere ho potuto appurare che il suddetto sbirro è avvezzo ad infamate di questo tipo, ma anche qui non c’è molto da stupirsi.
Fa molto più pensare che un giudice firmi un’istanza del genere senza nemmeno controllare prima gli obblighi ai quali una persona è sottoposta fino a mandarla dai domiciliari al carcere.
Anche questa esperienza non può far altro che rafforzare i miei ideali e il mio astio verso questa società infame e sfruttatrice composta da sbirri assassini, giudici sadici e porci politicanti.
Non posso far altro che ringraziare i miei compagni di cella e non solo, che fin da subito mi hanno dimostrato la loro umanità e solidarietà.
Tutto il mio affetto va alle persone a me vicine e alla mia famiglia che da sempre mi supportano e mi danno la forza di andare avanti.
Vi saluto con la promessa che, se non si risolverà al più presto questa situazione, sarò pronto a combattere anche chiuso in questo fottuto lager con ogni mezzo a mia disposizione, invitando chiunque a fare lo stesso fuori.
FUORI TUTTI DALLE GALERE
DENTRO NESSUNO SOLO MACERIE
Ciao Francesco cella 8 sez. 2


Giovedì 3 Ottobre è stata rifiutata dal giudice l’istanza di scarcerazione con le stesse identiche assurde motivazioni con le quali Francesco è stato trasferito in carcere.  E’ evidente l’accanimento nei confronti di chi quotidianamente si batte per le proprie idee e per i propri sogni. Non saranno queste mosse repressive ad intimorire Francesco e tutti noi, consapevoli del fatto che le tre giornate dell’ ottobre romano saranno un occasione per esprimere la nostra rabbia e la solidarietà a tutti gli imputati del processo del 15 ottobre.

FRA LIBERO LIBERI TUTTI

solidali15ottobregenova@gmail.com

Trento – Perquisizione a un redattore del giornale anarchico Invece

riceviamo e diffondiamo:

La nota di un conto in sartoria

L’11 settembre scorso, il ROS di Roma, in collaborazione con il ROS di Trento, ha perquisito l’abitazione di un redattore di “Invece” notificandogli un avviso di garanzia per “istigazione alla violenza” per via di un articolo apparso sul giornale. Di perquisizioni a compagni ce ne sono state, negli ultimi anni e mesi, talmente tante che certo non saremmo qui a parlarvene. Ma l’episodio merita qualche riga. Non solo perché l’indagine della magistratura ha per oggetto i contenuti di un articolo, ma per la figura del querelante. Si tratta di Pierpaolo Sinconi, tenente colonnello dei carabinieri nonché dirigente del Coespu di Vicenza, una delle centrali della controinsurrezione, dove si addestrano le truppe di mezzo mondo alla controsommossa e alla tortura. Il Sinconi si era preso, come qualcuno forse ricorderà, della vernice rossa sui suoi costosi abiti durante una conferenza a Sociologia, nell’ottobre del 2011, sulle missioni di guerra dell’Italia all’estero. Un gruppo di antimilitaristi – tra cui il compagno perquisito, che all’epoca venne arrestato – arrivò a un palmo di mano dall’esperto di controinsurrezione e di sicurezza nazionale. Uno smacco, in tutti i sensi. Al quale il militare non ha reagito molto sportivamente. Oltre ai vari processi già svoltisi o in corso contro alcuni antimilitaristi, possiamo segnalare delle anonime telefonate notturne a casa di genitori di compagni su un imprecisato conto salato in tintoria. E ora un’altra perquisitone per un’altra denuncia. Insomma, quel piccolo episodio gli ha proprio dato fastidio.
Se non possiamo che unirci ai compagni trentini che scrivevano “un po’ di vernice è il minimo”, è scontato ribadire la nostra solidarietà con il compagno e con quanto da lui scritto. Il concetto di istigazione, che sembrava caduto in desuetudine, presuppone che il lettore sia privo di autonomia di giudizio; eppure sappiamo che non ci leggono solo quelli del ROS.
Sarà che siamo degli inguaribili ottimisti, ma ci pare in fondo positivo il fatto che le idee siano ancora pericolose.

La redazione di “Invece”

Trentino – Perquisizioni per azione contro il tribunale in solidarietà con i detenuti in lotta

riceviamo e diffondiamo:

Perquisizioni in Trentino per azione contro il tribunale in solidarietà con i detenuti in lotta

La mattina del 2 ottobre, tre compagni sono stati perquisiti in Trentino dalla Digos. Dalle carte degli sbirri e dalle notizie mediatiche si capisce che le perquisizioni sono legate ad un’azione avvenuta a Trento nella notte del 25 settembre. Alcuni ignoti avevano riempito di vernice rossa il portone del tribunale di Trento (sigillandone le serrature con del mastice) e lanciato dei sassi contro le vetrate. Stando ai giornali, l’azione era in solidarietà con i detenuti in lotta. Anche un’altra sede giudiziara, nella notte tra il 30 settembre e il 1° ottobre, era stata imbrattata con la vernice, questa volta verde.

Se mettiamo in relazione il carattere piuttosto modesto delle azioni con la rapidità di magistrati e Digos nell’avviare indagini e perquisizioni, possiamo concludere che le lotte dei detenuti dànno molto fastidio e che ogni segnale di solidarietà va immediatamente colpito.

E allora: solidarietà ai detenuti in lotta!

compagne e compagni

Spoleto – E’ morto Damiano Corrias

da anarchaos

Spoleto – E’ morto Damiano Corrias

Con queste brevi righe diamo l’orribile notizia della morte, a 31 anni, di Damiano Corrias. Uno dei 5 spoletini arrestati il 23 ottobre 2007 nella cosiddetta Operazione Bruswood.

Non è il momento di cadere in complottismi o peggio ancora in esoterismi (è il secondo morto, dopo Fabrizio, su 5 giovanissimi arrestati). Domani sera, dopo l’autopsia, ne sapremo di più. Damiano soffriva di epilessia. Lunedì si terrano i funerali al Duomo di Spoleto.

Ma anche il giorno della sua morte, anzi ancora di più in queste ore ferali, vogliamo alzare al cielo la nostra maledizione nei confronti dei suoi persecutori. Nei confronti dei ROS guidati dal generalissimo Ganzer, quello che smerciava mitra e droga. Nei confronti dell’allora Presidente regionale Lorenzetti, oggi ai domiciliari per corruzione.

Nei confronti dello zerbino di Perugia, il pm che firma tutto quello che i ROS le ordinano di firmare, errori di battitura compresi: la dottoressa Comodi. La belva di Perugia, quella che contro Damiano chiese ben 6 anni di carcere per una scritta su un muro!

E comunque non si è piegato.

Era il dj di tutte le feste in montagna organizzate dagli anarchici spoletini. E di molti altri rave, più o meno politici.

L’ultima volta che è stato in piazza è stato il 23 giugno del 2012 al corteo in solidarietà con gli anarchici arrestati per l’Operazione Ardire. Facendo, nella notte, anche delle bellissime scritte sui muri. Alla faccia della Comodi. Siamo sicuri che lui dalla tomba le sta alzando il dito medio.

CIAO DASCHIA

Prigionieri – Comunicato sull’arresto di Adriano e Gianluca

da rete-evasioni

Nel pomeriggio di mercoledì 18 Settembre alcune squadre dei carabinieri del Ros si sono introdotte nelle abitazioni di quattro ragazzi/e dei Castelli Romani. Sono state portate a compimento perquisizioni e sequestri di oggetti personali e, con l’accusa di associazione a scopo terroristico, sono stati arrestati due giovani: Adriano e Gianluca, ai quali vorrebbero ricondurre azioni firmate da diverse sigle, sono ora in cella di isolamento nelle carceri romane. L’articolo usato questa volta è il 270bis del codice penale in materia di antiterrorismo che recita “associazione con finalità di terrorismo anche internazionale o di eversione dell’ordinamento democratico”. A solo un mese dalle mobilitazioni previste a Roma e in tutto il paese la macchina repressiva si è messa in moto scatenando la solita bufera mediatica della disinformazione e dell’allarmismo preventivo. I due ragazzi, che come migliaia di altri abitanti dei Castelli Romani sono scesi in piazza per mobilitarsi contro la messa a profitto dei territori, potranno esser visti dalle famiglie solo tra qualche giorno. In attesa di ulteriori informazioni invitiamo tutte e tutti ad attivarsi per portare solidarietà agli arrestati per non farli sentire soli. Terrorista è chi ogni giorno mette in pericolo la salute di migliaia di persone per costruire piccole e grandi opere di profitto, chi sfrutta ogni giorno migliaia di persone sul lavoro quando restano ormai solo poche famiglie ad arrivare alla fine del mese, è chi reprime e uccede nelle strade e nei quartieri restando impunito, chi sta colonizzando e devastando ogni giorno di più i nostri territori in nome del dio denaro.

La nostra arma è la solidarietà

Tutte e tutti fuori dalle galere

ADRIANO E GIANLUCA LIBERI SUBITO

Compagni/e e amici/e dei Castelli Romani


Per scrivere a Adriano: Antonacci Adriano, Regina Coeli, Via della Lungara, 29

Per scrivere a Gianluca: Iacovacci Gianluca, Regina Coeli, Via della Lungara, 29

Prigionieri G8 2011 – Urgente sostegno spese legali per Gimmi

riceviamo e diffondiamo:

Ciao, sono Paola la ragazza di Gimmi, condannato a 14 anni di carcere per i fatti del G8 di Genova e si trova a Roma Rebibbia a scontare. Il compagno Gimmi ha bisogno di urgente aiuto economico per le spese d’avvocato di Catania che deve aprire fascicoli vecchi per sconti di pena…l’avvocato vuole essere pagato e Gimmi ha una condizione economica pari a zero. Ha bisogno di urgente aiuto.

Potete sostenere Gimmi inviando un vaglia postale telegrafico, senza codice, normale, al suo indirizzo:

Francesco Puglisi
Casa Circondariale di Roma Rebibbia
nuovo complesso in via Raffaele Majetti 70
00156 Roma

oppure alla mamma di Gimmi:

Pace Giuditta, via Zurria 37, 95121, Catania

Atene – Comunicato degli arrestati dopo gli scontri in risposta all’omicidio di Pavlos Fyssas

Riceviamo e diffondiamo la traduzione di un comunicato degli arrestati dopo gli scontri del 18 settembre ad Atene avvenuti in seguito all’omicidio per mano fascista di Pavlos Fyssas, :

Comunicato degli arrestati

Mercoledì 18/9 ci hanno presi durante il corteo che c’è stato a Keratsini dopo l’omicidio di Pavlos Fyssas da parte di un manipolo di fascisti, avvenuto la seta precedente. Gli arresti sono stati numerosi, dopo l’intervento dei MAT.

Oggi, siamo trattenuti  a G.A.D.A., caricati di una serie di false accuse per “fatti” che non sono mai avvenuti. Diversi di noi sono stati feriti gravemente durante l’arresto.

Eravamo lì, e se potessimo tornare indietro nel tempo, sempre lì saremmo stati. Perchè una persona è stata uccisa, questa volta per la sua azione politica.
Ci siamo trovati lì contro il fascismo e gli attacchi omicidi, che arrivano sia dai manipoli di neonati, che dallo stesso stato e dalla repressione.

Respingiamo tutte le accuse.

Per i nostri accusatori:

non riuscirete ad applicare a noi la teoria degli “opposti estremismi”.
La teoria di uno stato che mantiene “l’equità” davanti ai fascisti e agli antifascisti, per consolidare l’immagine di “gestione lineare” che ipocritamente tenete, gettando nel fango tutto e ancora altri dei nostri.

Alcuni potrebbero pensare di applicare per l’ennesima volta la stessa favoletta degli arrestati e dei feriti, gettando il panico tra noi. Sappiamo molto bene che questo giochetto è una pugnalata alle spalle di tutti noi.

Qua, conoscendoci l’un l’altro siamo più forti.

Ringraziamo tutti i solidali e tutte le solidali, e i compagni e le compagne che si trovano dappertutto. Esprimiamo alla famiglia e agli amici di Pavlos la nostra vicinanza.

Prigionier* del “dipartimento  di sicurezza dello stato sociale”
(sesto piano, G.A.D.A.)

Lazio – Due arresti e tre perquisizioni

19 settembre 2013 – Apprendiamo dalle veline del ROS (Reparto Operazioni Sporche) riportate dai media di regime che Adriano e Gianluca, due compagni di Albano Laziale e Frascati, sono stati arrestati questa mattina nel corso di un’operazione repressiva contro realtà anarchiche attive nell’area dei Castelli Romani; perquisite anche le abitazioni di tre compagni. Le azioni dirette di cui sono accusati riguarderebbero complessivamente 13 attacchi contro filiali bancarie, punti Enel ed Eni, contro il cantiere della discarica di Albano Laziale e altri sabotaggi in solidarietà con prigionieri/e, contro aziende e progetti responsabili di devastazione ambientale e sfruttamento animale. Azioni rivendicate da sigle differenti tra cui “Fronte di Liberazione Animale”, “Azione Diretta in Difesa della Terra” o più semplicemente vergando “A cerchiata” e “Federazione Anarchica Informale – Fronte Rivoluzionario Internazionale”. Quest’ultima sigla particolarmente enfatizzata dagli studios del ROS e considerata come bottino succulento per i loro teoremi mediatico-repressivi.

In attesa di maggiori informazioni e comunicati, esprimiamo la nostra solidarietà ai due compagni e a tutti coloro che hanno avuto un brutto risveglio.

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Esprimiamo tutta la rabbia e la solidarietà che ci sono possibili nei confronti di tutti i compagni colpiti dalla repressione, Adriano e Gianluca Liberi, sergio Libero, Nicola e Alfredo liberi1 Liberi/e Tutti/e!

Torino, Cariche, sgomberi e fermi…

La cronaca di due giorni a Torino, Prima l’arresto di Marianna, poi le cariche e gli sgomberi…

Dopo un’assemblea volante per discutere dell’arresto di Marianna e per organizzare la solidarietà, un piccolo corteo comincia a percorrere le strade della Barriera di Milano. Una settantina di persone, tra compagni, gente delle case occupate del quartiere e sfrattati. Le stesse piazze di sempre, i discorsi abituali sulla resistenza agli sfratti, tanti slogan e manifesti sui muri; Barriera ha visto cortei più partecipati di questo e cortei più piccolini, altri più o meno vivaci e rumorosi. Una situazione tranquilla, insomma, con gente all’angolo che si aggiunge e altra che ti accompagna un pezzo e poi se ne va. Poi si va verso Porta Palazzo, si attraversa veloci la piazza e si gira verso il Commissariato delle Porte Palatine. Una quaratina di persone rasenta il Commissariato, dove qualcuno prova ad attaccare un manifesto, altri a fare una scritta; ci sono dei piccoli parapiglia con i funzionari in borghese che sono nervosissimi e provano a brancare le persone al volo, minacciando di morte i volti noti e… chiamando la Celere che arriva in un minuto. La prima carica è immediata e respinge la gente fino alla piazza; la seconda oltre corso Regina. I fermati sono otto.

Nel corso del pomeriggio vengono rilasciate prima tre compagni, poi altri tre. Qualcuno si è preso un po’ di manganellate, ma nessuno ha una denuncia in tasca. Ora, che sono le otto e un quarto di sera, nelle mani dei questurini ci sono ancora due persone. A presto aggiornamenti.

macerie @ Maggio 6, 2013

poi stamani:

sgomberari finiti in tutte e 3le case ,gli occupanti di via aosta non son stati fermati,x la miccia e l’occupazione di via foggia invece gli occupanti son stati portati tutti in questura.la polizia non fa recuperare ancora gli affetti personali che vengono caricati nel mentre nei furgoni dell’amiat