Prigionieri No Tav – Lettera di Alessio dal carcere di Prato

riceviamo e diffondiamo questa lettera del compagno Alessio del Sordo, recentemente trasferito dal carcere di Torino in quello di Prato:

23/8/12

Ciao a tutti.

Vi scrivo dal carcere di Prato dove sono stato trasferito ieri sera. Era un po’ di giorni che fiutavo puzza di trasferimento e quindi mi ero preparato all’eventualità. Nei giorni precedenti c’erano stati un po’ di casini con un brigadiere che aveva dovuto abbandonare la sezione tra insulti e battiture.

Era scontato quindi che mi deportassero e quindi mi ero preparato.

Sono venuti alle 5.30 ero sveglio e ho detto che non avevo problemi a farmi il viaggetto. Ho guadagnato del tempo per andare in bagno, bermi un caffé (mai tarantelle senza caffé) e prepararmi al meglio per resistere. Alle 6.30 è tornata una sola guardia a dirmi che era ora di andare. Ho risposto che non mi sarei mosso. La guardia era sbigottita e gli ho suggerito di chiamare rinforzi. A quel punto ho allertato amici e compari in sezione dicendo che mi preparavo a resistere. Al mio nuovo concellino ho detto di non mettersi in mezzo.

Più o meno un’ora dopo sono venuti in otto credendo che la stazza potesse impressionarmi e che avrei ceduto.

Ero pronto, invece. Ben unto di olio di semi, un foglio con tutti gli indirizzi e tre francobolli attaccato all’uccello con lo scotch.

Per darmi un piccolo vantaggio ho riempito il pavimento dell’entrata della cella di olio. All’ennesimo rifiuto sono entrati, lo slancio ne ha fatti scivolare due sull’olio, un brigadiere ha sbattuto contro lo sgabello ed è rimasto stordito. Non ho potuto infliggere un altro colpo mi sono volati addosso. È cominciato un corpo a corpo. Grazie all’olio e a qualche nozione appresa all’aria ne ho prese ma ho resistito. Sono stato sopraffatto come previsto ma quando non puoi vincere allora devi rendere la sconfitta degna di essere raccontata.

Mi hanno trascinato di peso per tutta la sezione tra urla, insulti mischiati a saluti e in bocca al lupo.  Della mia roba non so nulla.

In matricola ho continuato a sfidare le carogne, invitandole ad entrare nella celletta di isolamento. I vigliacchi non sono entrati.

Dovevo partire alle 7.00. Ho lasciato Le Vallette alle 10.00 o poco prima. Dal blindato ho intravisto dei compagni venuti a volantinare all’uscita del carcere. Il viaggio è stato una sauna. I rottinculo della scorta si sono fermati a mangiare in Autogrill lasciandomi ad arrostire per un’oretta.

Quando siamo entrati a Prato ho visto una scritta rossa su un muro giallo vomito: “VIVA BRESCI”. E che cazzo, compagni, viva Bresci.

Sono entrato in sezione alle 19.00 dopo i trattamenti classici per chi entra.

III sezione, media sicurezza, telecamere ovunque nei corridoi.

Siamo in tre in cella, due ragazzi con me sono appena rientrati dall’isolamento. Ho detto “buonasera prigionieri si può”, mi è stato risposto “hai ragione siamo carcerati non detenuti. Certo che si può”. Mi hanno accolto preparandomi il letto e rifocillandomi. Per i racconti abbiamo atteso stamane. Ammetto che ieri ero un po’ stanco.

Ora so che in questo carcere siamo 700, 3/4 in media sicurezza e la restante parte in alta sicurezza. Mi dicono che Prato è un istituto punitivo. Intanto stamattina dopo che si era sparsa la voce che era arrivato un nuovo pellegrino sono venuti a salutarmi. In molti conoscono “Olga” e hanno una corrispondenza. Qualcuno ha cacciato un opuscolo c’era un mio scritto sopra quindi mi hanno accolto a pacche sulle spalle.

Ora cerco di risistemarmi al meglio, mi ambiento un po’ e vediamo cosa se ne cava.

Dopo mesi in XII a Torino posso trarre un primo bilancio e credo che si possa fare molto organizzandoci tra prigionieri. Posso sfruttare mesi di esperienza e una determinazione accresciuta.

Sono sereno, con il morale alto e consapevole che l’unica difesa possibile contro il potere è l’attacco diretto.

So che molti compagni considerano la mia scelta di non avvalermi della difesa giuridica una scelta poco intelligente, poco furba e che mina l’unità del movimento NO TAV. Pensatela come volete compagni posso solo rispondervi che userò l’intelligenza, la furbizia di cui dispongo per unirmi agli uomini ed alle donne che combattono contro questo esistente per sferrare colpi sempre più precisi e per ribadire che continuerò a battermi ovunque e nonostante tutto.

E fanculo qualunque accomodamento da politicanti.

Detto ciò sto bene anche se sono sprovvisto praticamente di tutto.

Riscrivo presto.

Fuoco e rivolta.

Alessio

[Ud] Presidio per Massimo sotto il carcere di Tolmezzo | Aggiornato

08/09/2012 – 16:00
08/09/2012 – 19:30

Nonostante il trasferimento di Massimo da Tolmezzo (UD) alla sezione “Alta Sorveglianza” del carcere di Alessandria, abbiamo deciso di confermare il presidio.

La prima e banale ragione è che Massimo è ancora detenuto e un presidio di solidarietà non necessita di vicinanza fisica per far giungere il proprio messaggio e il proprio calore.

In secondo luogo, nel carcere la situazione è pessima, e lo stesso Massimo in questi pochi giorni ha constatato e denunciato pestaggi ai danni dei detenuti. In tal senso non basterà il suo trasferimento a far calare il silenzio su questa situazione.

Come NoTAV abbiamo intrapreso un percorso di lotta che, dalla difesa di un territorio, ci ha portato a scoprirci incapaci di assistere passivamente agli abusi del potere, e anche in questo caso non abbiamo intenzione di girarci dall’altra parte.

Infine siamo fermamente convinti che la miglior solidarietà sia dare nuova forza alle lotte intraprese da compagn* e da persone che da esse vengono allontanate con misure cautelari. La lotta contro il carcere quale strumento di controllo sociale e repressione del dissenso è una di queste e in tal senso questo presidio vuole essere un modesto contributo.

Ribadiamo ancora una volta la nostra solidarietà a Massimo e ai NoTAV ancora detenuti o colpiti da altre misure repressive.

Comitato NoTAV Udine


Il 27 agosto la procura di Trento ha ordinato l’arresto di Daniela e Massimo, oltre che decine di perquisizioni e l’inquisizione di altre sei persone, con l’accusa di associazione sovversiva.
Se il mondo in cui viviamo e dominato dal profitto ad ogni costo, dalla quotidiana devastazione ambientale causata da Grandi Opere dispendiose quanto inutili, dal lavoro come ricatto, da caste di politici corrotti e corruttori, da leggi fatte ad uso e consumo di chi ha potere e privilegi e non ha intenzione di vederli intaccati, allora sovvertire tutto non è solo giusto: è imprescindibile.
Siamo al fianco di Massimo e di tutti coloro che si battono contro il TAV.
Siamo al fianco di chi ha deciso di riprendersi la libertà di disobbedire e resistere per costruire un domani diverso.
Cominciando dall’oggi.

Sabato 8 settembre dalle 16 alle 19.30
presidio al carcere di Tolmezzo

MASSIMO LIBERO!
TUTTI LIBERI!

Comitato NoTAV Udine

CASELLI A CASA, NO TAV DAPPERTUTTO, Sabato 8 Settembre

Sabato 8 settembre
Marcia della Giustizia Agliana-Quarrata
avremmo contestato Caselli, ma quest’anno ha preferito
(o gli è stato “consigliato”?) disertare questo suo annuale
appuntamento  da primadonna.
ci saremo ugualmente con le bandiere No Tav.
faremo azioni di presenza senza dover partecipare alla marcia.
APPUNTAMENTO: Agliana parcheggio ex Coop ore 17.00
portare bandiere No Tav 
dimostriamo al disertore Caselli che i No Tav non disertano
la Lotta e saranno sempre dappertutto
ORA E SEMPRE NO TAV
volantino che distribuiremo in piazza ad Agliana

Sono 22 anni che il popolo della valle di Susa si oppone alla devastazione del proprio territorio ad opera del Tav. Una valle già attraversata da una linea ferroviaria Internazionale (rinnovata per il trasporto anche dei camion ma sfruttata solo al 30 % delle proprie capacità) una Autostrada e due statali.

Venti anni di Manifestazioni, Presidi, Marce, Battaglie vere e proprie.

Dopo le vittorie al Ponte del Seghino (Ottobre 2005) a soprattutto a Venaus (dicembre 2005) il Movimento No Tav si è rafforzato ed ha coinvolto sempre più persone, militanti, resistenti da tutta italia. Diventando il simbolo di tutte le LOTTE per la salvaguardia dei territori, contro le speculazioni delle grandi opere inutili e dispendiose per il popolo, ma ben rifocillanti le casse dei partiti e della mafia.

Il Movimento No Tav è divenuto in questi venti anni di RESISTENZA il simbolo di tutte le Lotte e di tutti i Movimenti lungo tutto lo stivale. E con la Libera Repubblica della Maddalena (maggio-giugno 2011) è stato capace di dimostrare nella pratica come deve essere il Nuovo Mondo che vogliamo, ha dimostrato che: UN MONDO DIVERSO E’ POSSIBILE.

Lo stato non poteva tollerare una simile esperienza e il 27 giugno con una operazione militare e un uso spropositato della forza cancella questa bellissima esperienza ed occupa parte del territorio del comune di Chiomonte. Si costruisce un fortino militare oltre i confini di quello che doveva essere il cantiere. Cantiere che dopo un anno ancora ha difficoltà a nascere. Un’occupazione militare che costa a noi contribuenti circa 90.000 euro al giorno. Fate un po’ di conti. Dal 27 giugno 2011 90.000 euro al giorno per mantenere sotto occupazione militare una porzione di territorio della Val di Susa (occupate le vigne più alte d’Europa ed ai proprietari si impedisce il lavoro; occupata e DISTRUTTA una zona archeologica neolitica).

 Ma anche a questa occupazione militare la Valle ha saputo rispondere. Si sviluppa un assedio che perdura sino ad oggi. Una RESISTENZA che utilizza tutte le armi a propria disposizione.

La risposta dello stato al Movimento che perdura da venti anni e si rafforza sempre più non è il dialogo, il confronto, l’accettazione della opposizione popolare. NO! Niente di tutto ciò.  Unica risposta alle legittime richieste del popolo valsusino da parte di uno stato che continua ad autodefinirsi “democratico” è la REPRESSIONE!

Manganelli, gas lacrimogeni (circa 3.000 -TREMILA- (sic!) nella sola giornata del 3 luglio 2011), gas proibiti (C.S.), tortura, denunce, “fogli di via”, carcere.

La Procura di Torino diretta dal sig. Caselli si mette a disposizione della casta politico-mafiosa per criminalizzare il Movimento, per dirigere la Repressione. Oramai non si contano più le indagini in corso. Solo il 26 gennaio: 26 in carcere ed altri 16 con altri provvedimenti. Reati: Resistenza, lesioni a pubblici ufficiali. E per il giovane (Yuri – 16 anni) che ha rischiato di perdere l’occhio sinistro per un candelotto nel dicembre 2011? Niente!  E per il fotografo (Alessandro) ricoverato il 24 luglio 2011 col setto nasale rotto da un candelotto? Niente! E per tutti i No Tav ricoverati con ferite varie (anche con mesi di degenza)? Niente! Giustizia (ma difficile chiamarla così)  a senso unico.

Caselli e la sua Procura si sono messi a disposizione della Speculazione politico-mafiosa  di questa opera inutile, devastante e di sperpero di denaro pubblico.

Soprusi, accanimento giudiziario, protezione per le torture perpetrate (e dimostrate anche in video; vedasi: “operazione Hunter” sui siti No Tav o su youtube) dalle c.d. forze dell’ordine (o: ordine della Forza!!!)

Con un teorema talmente ridicolo, perverso e abominevole si mette in carcere persone solo per aver ritirato indietro un candelotto lacrimogeno e per questo la Procura diretta da Caselli lo ha portato al processo ed accusato del ferimento di circa 40 agenti. Neppure nelle repubbliche delle banane, neppure nelle dittature sudamericane di vicina memoria. Senza contare che molti agenti feriti dichiarano malori alle vie respiratorie. Per i gas venefici da loro stessi usati. Si arriva al ridicolo di chi (Sovrintendente Sartori Gabriele- DIGOS) che dichiara un mal di denti guaribile in 1 giorno.

E’ normale che il sig. Caselli abbia dovuto molto presto interrompere la presentazione pubblica del suo libro perché ovunque contestato (anche in Svizzera!)….ed oggi ha disertato questo suo appuntamento annuale. Troverà sempre persone di buon senso che respingeranno la sua perversione, arroganza e prepotenza, basata solo sull’uso indiscriminato (e legittimo?!?!) della VIOLENZA di Stato.

Ma se Caselli se ne deve stare a casa non  altrettanto fanno i No Tav.

Perché se Caselli rappresenta la Forza noi siamo la Ragione. Sappiamo di combattere una battaglia di Libertà, per la GIUSTIZIA, per il futuro del Pianeta e dei nostri nipoti

 

ORA E SEMPRE RESISTENZA ORA E SEMPRE NO TAV                                 

BASTA REPRESSIONI

Coordinamento NO TAV – Pistoia

Op. Ixodidea – Massimo trasferito nel carcere di Alessandria

Apprendiamo che Massimo è stato trasferito dal carcere di Tolmezzo presso la sezione Alta Sicurezza 2 (AS2) del carcere di Alessandria, dove i prigionieri anarchici vengono tenuti separati dal resto della popolazione detenuta.

Per scrivergli:

Massimo Passamani
Carcere San Michele strada Casale 50/A
15122 Alessandria

Comunicato riguardo al presidio NO TAV di Sabato 1 Settembre sotto il carcere di Prato

PRATO – Sabato 1 settembre

Circa 50 giovani (e non solo) hanno partecipato al Presidio di Solidarietà con Alessio, in carcere dal 26 gennaio scorso come anche Maurizio.
Trasferito nel carcere “punitivo” di Prato, dove si trova anche una sezione di “massima sicurezza” perchè per lo stato il compagno Alessio è incoercibile.
E per questo ha ed avrà sempre tutta la nostra stima.

…L’unica risposta …che lo stato c.d. “democratico”, gestito da una casta politico-mafiosa sa dare a tutti i Movimenti, ed in particolare oggi al Movimento No Tav è la Repressione. Criminalizzazione, manganelli, gas lacrimogeni (gas C:S: proibiti dalle convenzioni internazionali), tortura, carcere: questa la risposta che solo sa usare lo stato contro le legittime richieste delle popolazioni.
Con questo Presidio abbiamo voluto portare anche sotto il carcere della Dogaia di Prato le bandiere No Tav come simbolo di RESISTENZA.

La risposta dei detenuti è stata molto positiva: bandiere, stracci, magliette, federe sventolavano dalle finistre; grida e brevi battiture hanno accompagnato la nostra battitura e i nostri slogan per la Liberazione di Tutti/e, per la distruzione di tutte le carceri.

Basta Repressioni!!!
ORA E SEMPRE RESISTENZA!!!
ORA E SEMPRE NO TAV!!!
ALESSIO e MAURIZIO LIBERI SUBITO!!!
LIBERI/E TUTTI/E

Sabato 1 Sett presso il carcere di Prato, Presidio di solidarietà con Alessio Del Sordo, Pfrigioniero NO TAV

SABATO DALLE 15 TUTTI SOTTO IL CARCERE DI PRATO, NO TAV! CONTRO OGNI REPRESSIONE!

Apprendiamo che il prigioniero anarchico Alessio Del Sordo, in carcere per l’operazione repressiva contro il movimento No Tav del 26 gennaio 2012, è stato trasferito dal carcere di Torino presso il carcere di Prato. Per il momento non conosciamo ancora le motivazioni alle quali si sono appigliati i ragionieri delle pene e dei supplizi per giustificare il suo trasferimento e rispetto a questo seguiranno aggiornamenti.

Per scrivere e fare sentire la propria solidarietà al compagno:

Alessio Del Sordo

C.C. via La Montagnola 76 – 59100 Prato

Alessio e Maurizio Liberi! Per un mondo senza gabbie!

Serravalle Pistoiese :Striscione No tav -Baffone libero!


Dopo una ventina di giorni di sciopero della fame Antonio Ginetti detto “Baffone” si e’ conquistato la liberta’ di poter uscire , per lavorare e per coltivare l’orto e far delle girate! Nonostante ha l’obbligo di dimora nella provincia di Pistoia , Antonio e’ libero ancora di poter respirare e far delle belle camminate nei
boschi  , di vociare per le strade della moribonda Pistoia!Per festeggiare la conquista del mitico Baffone ,questo venerdi’ notte abbiamo appeso uno striscione No tav , sulla torre difronte all’A11 tra Tristoia e la Valdinievole.!
Un saluto NO TAV TUTT*LIBER*

Foto scattata dall’autostrada A11

 

Finalmente stamattina buone notizie per Antonio, che rimane con l’obbligo di dimora : può finalmente uscire per lavorare e per esigenze personali, non uscendo dal suo paese ( oltre 4 mesi dopo essere stato arrestato ).

Non possiamo che chiederci da che parte va questa giustizia : perchè una persona, in un momento come questo, di piena crisi, è costretta ad assentarsi dal lavoro per quattro lunghi mesi, senza che sia stata nemmeno condannata in uno dei 3 gradi di giudizio previsti dalla legge italiana, così come abbiamo visto Luca perdere il lavoro, per ‘assenza’, impossibilitato dalla presenza in carcere. E’ “giusto” perdere il lavoro per essere semplicemente accusati di reati cosidetti minori ? Essere in balia di indagini, fermi e arresti che poi spesso si concludono con un nulla di fatto ? Perchè si è garantisti a senso unico, soprattutto politici e giornalisti (parte di quella casta tanto odiata in Italia negli ultimi tempi), e non si spendono 2 parole per i /le No Tav, se non per solidarizzare con Caselli, contestato per i suoi teoremi, portatore ‘sano’ di quell’Antimafia che ho tolto la Mafia (e le organizzazioni criminali) dalla strada, per portarle nei palazzi decisionali. Sono passati 20 anni dalla morte di Falcone e Borsellino, e possiamo dire che stanno vincendo loro, altre che come dice il presidente Napolitano la sconfiggeremo : è parte integrante di questo sistema, nei poteri giudiziari e nel potere armato che questo stato ha messo contro la Val di Susa per la TAV.

Per questo per noi varrà sempre NO TAV = NO MAFIA, e che il nostro modo di agire collettivo è l’unico che può tenere le organizzazioni criminali lontane dai patrimoni pubblici e impedendo il riciclaggio del loro denaro.

Adesso vogliamo liberi anche Maurizio, Marcelo, Juan e Alessio. NO TAV ! Liber* Tutt* !

 

(Tratto dal sito LA VALLE CHE RESISTE) http://www.lavallecheresiste.info/?p=4393

Pistoia – Antonio al sesto giorno di sciopero della fame

Antonio Ginetti
Martedì 15 maggio

6° GIORNO DI SCIOPERO DELLA FAME

Ieri visita del medico: parametri tutti nella norma.
… Pulsazioni: 70 Pressione: 95/140 (leggermente alta)
Notte perfetta, con un sonno da bambini, penso di non aver neppure sognato,
forse perchè sto sognando di giorno e la notte la mia mente si riposa.
Stamani mi sono alzato con vigore. Tuttora non sento nessun calo di forze, nessun abbassamento di energie.
Neppure stamani sento alcun morso allo stomaco, e un caffè (con un pò di latte) mi è sufficiente.
Oggi alle ore 14.30 Conferenza Stampa. Mi han promesso la presenza tutti i giornali locali e una tv, sempre locale.
Per oggi non tengo altri impegni se non sentire dall’avvocato gli umori della GIP.
Stamani, alle ore 8,24 mi ha telefonato un signore di Prato che tutti gli anni organizza uno spettacolo amatoriale di cui io curo la scenografia. Era a conoscenza del mio arresto a gennaio, però, come mi ha detto, pensava che tutto si fosse risolto.
Nessuno può credere che, con le imputazioni (senza parlare poi delle “prove”) che ci hanno mosso, da gennaio ancora si continui a mantenere in stato di detenzione (seppure domiciliari) tutte queste persone.
Caselli dovrebbe smetterla di parlare al vento ed entrare nel merito dell’accanimento (perchè solo di questo trattasi) giudiziario che sta, contro ogni, non solo logica, ma anche procedura legle, attuando contro persone che tuttora dovrebbero essere tutelate dalla giurisdizione. Ma forse, nel caso dei No Tav questa è stata sospesa. Del resto, come ci dice il Ministro degli Interni il Movimento No Tav è oggi la vera preoccupazione nazionale.

Da oggi Antonio è in sciopero della fame contro le misure restrittive nei suoi confronti che gli impediscono anche di lavorare…questo lo fa lo stato, lo fanno le procure lo fa l’autorità, reprimere chi non doma, ma la repressione non ci ferma, ci rafforza. Antonio, siamo con te!

Di seguito il comunicato:

Il 16 aprile il G.I.P. di Torino respingeva l’ istanza dei miei avvocati tesa ad ottenere un alleggerimento degli Arresti Domiciliari.
La motivazione stava nella mia: “mancata presa di coscienza e di critica di quanto commesso”
In tal modo il GIP torinese non solo mi riconfermava gli Arresti domiciliari, ma mi toglieva il diritto a rivendicare la mia estraneità ai fatti contestatimi, mi toglieva la “PRESUNZIONE D’INNOCENZA.

Il 26 aprile presentavo una richiesta di permesso ad uscire per recarmi al lavoro.

a) questo non influiva nella realtà dei Domiciliari, in quanto chiedevo solamente
di uscire per il tempo del lavoro. Dunque non il sabato e la domenica. E comunque i Domiciliari rimanevano.
b) Nella richiesta scrivevo: “mi rendo disponibile, previo accordo…a presentarmi
quotidianamente alla polizia Giudiziaria per controlli”
c) il sottoscritto vive solamente del proprio onesto lavoro. Dal 1986 sono iscritto alla Camera di Commercio quale Ditta individuale.

La risposta del G.I.P. anche su questo è stato il rigetto.

Con la motivazione che: “la dichiarazione di non aver nè orari nè sede rende l’attività incompatibile con la misura domiciliare;

Dopo avermi tolta la “PRESUNZIONE D’INNOCENZA”, ha voluto pure togliermi il diritto al proprio mantenimento.

Non potendo contare ancora sui miei risparmi, considerato l’allontanamento dal lavoro che si protrae dal 26 gennaio, mi trovo in grosse difficoltà economiche.
Pertanto non mi rimane che utilizzare l’unico strumento in mio possesso per oppormi a questo che considero unicamente un accanimento repressivo.

Da giovedì 10 maggio sarò in sciopero della fame.

Pistoia 9 maggio 2012 Antonio Ginetti

NO TAV – Marisa ringrazia

In questi giorni sto ricevendo molti abbracci e ringraziamenti dal popolo NO TAV, dalla mia gente della valle e di tutta Italia. Ma io ritengo doveroso ringraziare tutti per essere stati vicino a noi proprietari NO TAV (una decina) e i tecnici e gli avvocati che hanno svolto egregiamente il loro lavoro.Un ringraziamento a tutti quelli che, a ogni chiamata, vanno alle reti; alle tre donne che, dopo il taglio delle reti, sono entrate nel fortino e sono state denunciate; alle altre donne che, al di là delle reti, mi sono state vicino e mi hanno tenuto la mano e, durante la carica della polizia, non si sono mosse, a costo di essere manganellate e a coloro che hanno resistito alla carica e non sono indietreggiati.Un grazie a tutti gli arrestati che, per essere venuti in Valle Susa, pagano per noi un caro prezzo, in particolare a Giorgio, Luca e Guido, che hanno vissuto con noi per molti mesi l’esperienza della Repubblica della Maddalena, e a Luca per la paura che mi ha fatto prendere e per il culo che ha avuto, nonostante tutto quello che sta passando in questo periodo.
Voglio poi mettere in rilievo un episodio odioso di alcuni giornalisti che sono entrati nel fortino anche se, ai cancelli della Centrale, fosse vietato l’accesso ai giornalisti; si tratta di un giornalista di Repubblica, uno de La Stampa (Numa) e altri. Il giornalista di Repubblica si è avvicinato a dove ero ammanettata per parlarmi. Alle mie rimostranze per il fatto di essere all’interno con la Digos, ha cercato delle giustificazioni che io non ho voluto neanche sentire. Durante lo scontro verbale mi ha detto: “E’ grazie a me che lei è qui ammanettata e può manifestare!”. A lui dico: “Vergogna perché nonostante i suoi capelli bianchi, come i miei, non ha capito niente, o forse troppo perché fa parte della casta, mentre ci sono giornalisti giovani e precari che in questi giorni ci hanno seguito al di là della reti e hanno fatto dei servizi che forse non verranno mai pubblicati.
Marisa