Lo sbirro Antonio Rovito e la stupidità della divisa

Che per portare una divisa non si debba essere troppo svegli non è una novità, del resto quotidianamente sentiamo parlare –grazie ai media di questo paese caserma- sbirri di ogni grado che discettano su qualsiasi argomento, senza necessariamente sapere di cosa stiano parlando.

Anche lo sbirrame pistoiese non vuol essere da meno e dopo le uscite razziste del Marrano Napoletano assistiamo ai vaniloqui legalistico ambientalisti del sindacalista sbirro Antonio Rovito, segretario provinciale del COISP.

Senza tirare in ballo la frenologia, non scienza ormai da quasi cento anni sbugiardata, mi voglio concentrare su una semplice analisi del linguaggio.

Il nostro fine dicitore, parlando del blocco dei lavori alla nuova questura, avvenuto a causa  dello stato che ora nega i fondi, ci dice che Pistoia vuole il nuovo polo della sicurezza e a dimostrazione di ciò ci sarebbero un migliaio di firme raccolte in piazza. Non è su questo che mi voglio concentrare, anche se giova rilevare che in passato, nella stessa città di Tristoia furono raccolte poco meno di mille firme per la chiusura del covo fascista di Casa Pound e da più parti si sentì affermare che mille firme rappresentavano comunque un’esigua minoranza in una città di quasi 100.000  abitanti la cui maggioranza evidentemente non sentiva la necessità di negare agibilità ai nipoti del duce…ebbene, usando la stessa logica il nuovo canile per il quale si sgolano i nostri ispettori Barnaby non può essere evidentemente additato come una priorità o una cosa ritenuta importante dalla maggioranza della collettività…ma non è questa logica da Bar che mi interessa, la lascio volentieri ai micro dotati di intelletto che affollano –tutti vestiti uguali- le strade delle città.

Il punto sul quale soffermarsi è un altro. Rovito afferma che lo stato deve rispettare gli impegni sia per la richiesta di sicurezza della cittadinanza, sia perché non può permettersi di lasciare in eredità a Pistoia un mostro ecologico…Il punto è questo,  Il nostro afferma che il blocco dei lavori creerebbe un obbrobrio ambientale, come se questa qualifica fosse vincolata alla destinazione d’uso della struttura, infatti visto che la lingua italiana non è un’opinione il significato intrinseco di questa affermazione ci spiega che una struttura non finita è da considerarsi mostro ambientale, mentre il canile pronto all’uso perderebbe questo significato acquistandone un altro…eppure voglio far notare al povero divisato che la sua presenza, come quella degli altri “colleghi” all’interno dei nuovi locali non ridurrebbe la cubatura del cemento riversato in un’area già fortemente cementificata e soggetta ad una speculazione edilizia palese affidata al mafioso Giusti per l’edilizia.

Un “mostro ambientale” è tale perché consuma territorio, perché aggiunge metri cubi di cemento in un area già fortemente cementificata, perché diminuisce la vivibilità dell’area non soltanto per il cittadino ma anche per la fauna che comunque vive in quell’area, Perché sottrae spazio al verde, perché contribuisce, attraverso l’impermeabilizzazione del suolo, al dissesto idrogeologico del territorio nel quale si inserisce, ecc…Insomma, la destinazione d’uso c’entra poco, anzi niente.

L’affermazione del povero Rovito insomma dimostra come il nostro utilizzi strumentalmente, per avallare la sua tesi, il tema dell’ambiente senza sapere minimamente di cosa stia parlando e probabilmente fregandosene proprio insomma, puro politichese. Purtroppo per il miseramente dotato Rovito c’è sempre qualcuno che appassionato di decenza mette in mostra le aporie delle tesi dei piccoli personaggi a lui pari, non se la prenda, esisterà sicuramente un corso di formazione sbirresco tenuto da qualche suo collega munito di congiuntivi che potrà aiutarlo a migliorare i suoi strumenti comunicativi, sempre che lo stato gli paghi la retta…

Grecia: Solidarietà al movimento NO TAV da Corfù

Riceviamo e pubblichiamo:

Ieri sera, 10-4/2012, un’iniziativa dei compagni dei centri sociali di Corfù abbiamo fatto un presidio in piazza Georgaki con una proiezione di controinformazione, testi e un striscione. Μa perché ci interessa il movimento NO TAV? In Italia la somiglianza con la realtà greca é chiara.

In Grecia (Papademos), come in Italia (Monti), i premier sono banchieri nominati. In tutti e due i paesi, ci danno “da mangiare” le stesse bugie riguardo lo sviluppo, come  beneficio per la società.

Perché il loro sviluppo, sia che si tratti del TAV, sia delle turbine eoliche sulla montagna Pantocratoras di Corfù, calpesta la vita dei residenti e della natura. L’unico ad avere beneficio é sempre il capitale.

Perché questo tipo di opere si fa a favore dei grandi appaltatori, che in Italia succede  essere la mafia, e in Grecia le grande ditte che prendono sempre i lavori pubblici e controllano i media.

Perché i media hanno lo stesso ruolo dappertutto, quel ruolo che é sempre a favore di ogni padrone. Calunniano e distorcono ogni lotta sociale. Dividono i manifestanti in “buoni” e “cattivi”. Cercano di volgere l’opinione pubblica contro  ogni movimento, e presentano come “unica verità”, quella di ogni appaltatore.

I media costruiscono “un muro di silenzio” intorno ad ogni focolaio di resistenza, cercando di conviverci che la crisi economica e il suo affrontarla é una questione nazionale. Noi rompiamo questo “muro di silenzio”, per dimostrare che sul saccheggio delle nostre vite non c’é nessuna dimensione nazionale, ma solo quella di classe.

Da Keratea fino a Kulon Progo, e da Lefkimi (Corfu) fino alla Val di Susa, lo stato e il capitale cambiano molti nomi ma hanno sempre lo stesso volto quello del denaro e della morte.

LO SVILUPPO NON É PER IL POPOLO, MA PER I MAFIOSI E I PADRONI.
Forza compagni/e! Impariamo dalla vostra lotta!

Iniziativa di Solidarietà a NO TAV–Corfù
Elea squat & Draka squat

Premiata norcineria Napolitano – Ovvero dei maiali in divisa e della manipolazione della realtà.

Il Maiale (con tutto il rispetto dovuto a questo nobile animale) Napoletano, del quale pubblichiamo il grugno nel caso qualcuno incontrandolo per strada volesse condirlo di sputi, ha deciso di riprendere le retate contro i migranti che già aveva tentato di attuare qualche anno fa.

L’essere immondo parla dei migranti, i parcheggiatori abusivi, i venditori di fazzoletti, come di elementi che creano “percezione d’insicurezza” mentre il povero demente dovrebbe sapere che –come “insegnano” tutti gli esperti di comunicazione- tale percezione è creata, spesso ad arte, da una riproposizione ossessiva, veicolata attraverso i media, di un assunto che può o meno avere attinenza con la realtà ma che informa sé stesso –autoavverandosi- nel momento in cui la liturgia diventa familiare all’orecchio di chi ascolta. Il migrante diventa elemento di percezione d’insicurezza (che commetta “reati” o meno poco importa, in questo caso l’abito fa il monaco) nel momento in cui le tv e i giornali ripetono ossessivamente la filastrocca immigrazione/delinquenza e utilizzano –nel trattare i fatti di cronaca legati ai migranti- un linguaggio allarmistico e veterorazzista (l’articolo del Tirreno che mi ha spinto a scrivere queste righe è paradigmatico). Nella società drogata di notizie la verità e quella ripetuta a mò di matra dai media e non importa che le cose stiano effettivamente come vengono presentate. Ma tant’è. Il Paria Napoletano in realtà sembra sapere bene tutto ciò ed utilizza ad arte un linguaggio misto di delirio securitario, allarmismo e razzismo velato…che abbia letto Chomsky o McLuhan? Personalmente dubito molto, probabilmente si sarà limitato a riproporre a pappagallo le indicazioni di qualche direttiva vigilesca…Lo schifoso essere in divisa in una città avvelenata dai vivai e da discariche ed inceneritori, strozzata dalla speculazione edilizia, individua come emergenza sociale gli ultimi, i derelitti, coloro che per vivere vendono accendini o ti chiedono un euro…il porco ci dice che “qualcuno”  “potrebbe” aver paura…ebbene qualcuno “potrebbe aver paura” anche del poliziotto cocainomane che ti ferma in strada e che magari ti porta in questura e ti ammazza (capita, basti vedere i due omicidi avvenuti solo qualche settimana fa nella cella di sicurezza della questura di Firenze, eventi del quale pochi parlano)…aspettiamo che l’idiota annunci sui giornali che i vigili eseguiranno retate contro Carabinieri, questurini, militi e loro stessi.

Scherzi a parte per l’ennesima volta si vuol trovare uno specchietto per le allodole, un dito da mostrare dietro al quale nascondere la realtà dei fatti, una crisi che morde e che affama, figlia di un capitalismo (nella sua forma storicizzata) che nei suoi ultimi spasmi sta tentando ti trascinare nella fossa quante più persone possibili. Trovare sempre il capro espiatorio, questo l’imperativo. Per contro è innegabile di come chi abbocchi all’amo dell’immondo Napoletano non sia proprio migliore del suddetto…mi sono stancato di giustificare chi “non ancor cosciente” avalla certe scelte, chi, non preparato culturalmente cade nella trappola del potere, chi “ha troppi problemi per fermarsi a riflettere”, come mi sono stancato di sentir ripetere dai sinistroidi di ogni risma che nella società c’è una generale disinformazione e che si deve lavorare su questo, che “l’uomo della strada”, quello che difende gelosamente le catene che da solo si forgia, dev’essere accompagnato in un percorso che lo porti ad acquisire coscienza di sé e del mondo che lo circonda…amenità da prete e da parrocchia! Io non sono prete di nessuna religione, chi difende le proprie disgrazie come una benedizione può tranquillamente impiccarsi con la corda che egli stesso avrà tessuto in anni di lavoro abbrutente e rapporti personali distrutti dalla contingenza.

IO lotto per urgenza e necessità individuale, Con gli altri e non PER gli altri. Io non prometto niente se non la possibilità dell’inconoscibile, non ho orizzonti preconfezionati da offrire ai dopati di certezze…eppure una certezza anche questi reietti la dovrebbero avere, che questo ordine di cose li porterà all’annientamento; se poi lor signori ritengono questa prospettiva l’unica percorribile che facciano pure, ma che piangano e si lamentino in silenzio, LA MIA MUSICA È TROPPO SUBLIME PER ESSERE IMPASTATA CON LE STRIDULE NOTE DELLA LORO RASSEGNAZIONE. Se lo volete tenetevi Napoletano il vigile, esempio principe dello schifo che accettate.

A MORTE L’AUTORITÀ, A MORTE LA MASSA, VIVA L’INDIVIDUO!

Comunicato di Tomo sulle perquisizioni del 29 Marzo

riceviamo e diffondiamo:

Giovedì 29 Marzo, durante la notte, per ordine della procura di Perugia e della p.m. Manuela Comodi, sono state effettuate diverse perquisizioni nei confronti di 4 anarchici in varie città (Pisa, Ravenna, Genova, ecc.); sono stati mobilitati diversi reparti dei carabinieri, tra i quali la Sezione Anticrimine di Bologna e i reparti ROS Antieversione ed Indagini Tecniche di Roma.
Alle 4.05, mi sono visto piombare in casa 6 carabinieri (2 locali, 2 ROS e 2 della suddetta Sezione Anticrimine) in cerca di materiale documentale, materiale utile all’assemblaggio di plichi esplosivi e via dicendo. Tutto questo è avvenuto a causa dei miei rapporti di affinità con i compagni di Culmine e col mio compagno coinvolto con me nel progetto ParoleArmate.
Durante la perquisizione, gli sbirri commentavano in modo sarcastico ciò che trovavano, cosa che non faceva che aumentare il mio senso di nausea, di odio e di disgusto nei loro confronti.
Dopo 3 ore passate a cercare e frugare, sono tornati in caserma con due scatoloni pieni di materiale (uno di questi mi sarà poi restituito immediatamente, mentre l’altro tenuto in quanto considerato utile al fine delle indagini).
Hanno preso di tutto: un computer, 3 telefoni cellulari, una quarantina di libri, opuscoli, volantini, lettere (con particolare attenzione al materiale sui compagni della Cospirazione delle Cellule di Fuoco, che comprendeva due lettere ed alcuni opuscoli), un paio di guanti, vecchi fogli scritti a mano e così via.
Sono stato costretto, quella stessa mattina, a recarmi nella caserma provinciale dei carabinieri, dove mi hanno consegnato il verbale di perquisizione e di sequestro; in quel momento ho scoperto però di essere l’unico dei 4 perquisiti a non essere indagato.
Gli articoli di cui sono accusati i miei compagni sono 110, 112, 270bis e 280.
Quest’operazione non è altro che l’ennesimo tentativo atto a reprimere ed intimidire refrattari e ribelli, cercando di spegnere il fuoco anarchico e rivoltoso che brucia dentro di noi. Inutile dire che non sono neanche lontanamente riusciti nel loro intento.
Noi continuiamo sulla non-via, quella delle fiamme e dell’odio, senza arretrare di un millimetro.
Si armino le parole, i pensieri e le mani; concretizziamo la nostra rabbia, il nostro desiderio e bisogno di distruzione. Attacchiamo.
Un complice abbraccio di fuoco a tutti i compagni perseguiti e a tutti gli affini che hanno dimostrato la loro vicinanza e solidarietà, tra cui i compagni delle Edizioni Cerbero e i compagni della Cospirazione delle Cellule di Fuoco. Che l’incendio dell’insurrezione anarchica divampi e si propaghi dal cuore e dagli occhi degli indomiti di tutto il mondo alle strade delle città e delle metropoli, nonostante tutti i tentativi di arginarlo ed estinguerlo.
Per questo mi unisco al grido dei miei compagni:

VIVA L’ANARCHIA!
RUGGISCA LA POLVERE E DISTRUGGANO LE FIAMME!

Tomo, 2 aprile 2012, al Culmine del Nulla.

Firenze: Nuova occupazione, nasce La Gatta Gnuda!

MADD’ICCHE’ T’HA’ PAURA? DELLA GATTA GNUDA????

Quante volte da piccino t’hanno preso in giro perché t’impaurivi per niente?

Ma poi ti sei rimbischerito con SCAI e l’AIFON e così adesso ti fanno paura gli immigrati, i disoccupati, lo spredde…

e gli anarchici ce li vogliamo scordare????

Finti problemi, paure create ad arte, soluzioni autoritarie evpurghe storiche distribuite ai soliti di sempre ti distraggono dai veri problemi: il governo della finanza, la dittatura delle banche, la fascistizzazione della società.

L’autorità comunale, in linea con quella nazionale, punta tutto sulla criminalizzazione del “diverso”, sulla privatizzazione dei beni pubblici e militarizzazione degli spazi comuni.

SVEGLIA!!!!

Renditi conto di chi sono i veri nemici!!

Soffia ai mastini dello stato, graffia la vita di merda che t’impongono.

Le gatte gnude okkupano, i bambini paurosi sono avvertiti!

Anarchici della Gatta Gnuda

Lungarno del tempio 1

No Tav – Lettera di Luca Abbà per la resistenza agli espropri dell’11 aprile

Lettera di Luca Abbà tratta da notav.info

Ancora un piccolo contributo da parte mia per sentirmi più partecipe in vista delle mobilitazioni dei prossimi giorni.

Vi chiedo di esserci,  forti e determinati come sempre anche in nome mio. Che non potrò partecipare poiché ancora ricoverato al Cto di Torino.

La Val Clarea, come la Val Susa tutta, è dei valsusini! Non nel senso della proprietà privata ma poiché noi apparteniamo a questa terra. Per secoli la Val Clarea è stato un posto vissuto da generazioni dei nostri antenati. I prati e i boschi erano puliti, vigne e campi curati e le baite vissute da centinaia di persone. La strada che conosciamo è stata percorsa da migliaia di uomini e donne nella storia ed era una delle principali vie di comunicazione tra la Alta e la Bassa Valle di Susa e fino al dopo guerra era principale via di collegamento tra Cels-Ramats e Susa.

Poi con lo sviluppo e l’industrializzazione è arrivato l’abbandono, ma questo è uno stadio transitorio e reversibile. I piloni e le gallerie dell’autostrada invece no, e anche il tunnel del tav rappresenterebbe una distruzione irreversibile di questo eco sistema e territorio.

Dobbiamo impedire questo scempio e difendere con tutti i mezzi possibili questa terra dalle maledette brame di chi vorrebbe speculare sulle nostre vite. Questi signori non si meritano di godere i loro privilegi e dobbiamo fare in modo che chi vuole realizzare soldi alla fine dei conti ne perda più di quelli che vorrebbe guadagnare. Allora diamoci da fare e diamo loro fastidio, non devono poter lavorare tranquilli e la Val Susa deve diventare il loro incubo.

Abbraccio tutte e tutti sperando di poter tornare presto a lottare al vostro fianco.

Buona lotta da Luca.

Sopra l’anarchismo di Stato

L’anarchismo di Stato è un ossimoro; è un’espressione contradditoria in sé, come il “fuoco freddo” o la “CGT è anarco-sindacalista”. Ma l’anarchismo è come la carta, sopporta qualunque cosa. Inoltre non costa nulla definirsi anarchico/a/i/he senza compromettere questo proliferare di sedicenti anarchici presenti nei mass media, ma assenti nelle strade. Abad de Santillan, consigliere della Generalitat de Catalunya, usava l’espressione di governo anarchico al posto di anarchismo di Stato.

2. L’epoca d’oro dell’anarchismo di Stato
Non c’è dubbio che il periodo della guerra civile in Spagna è il periodo di massimo sviluppo di questa tendenza. Chissà quali sgradevoli sorprese ci attende il futuro! Meglio che evito. Ad ogni modo, prima delle elezioni del febbraio 1936, all’interno della CNT, vi erano molti che preferivano sostenere le elezioni, dimenticando la precedente posizione dell’astensione, come Santillan ci ricorda a pagina 349 del libro “Anarchismo e Rivoluzione in Spagna”: tuttavia non era possibile perchè si sarebbe interpretato come l’abbandono di alcuni principi. Ma con l’approssimarsi della UGT per l’Alleanza dei Lavoratori e l’ingresso di molti membri, nel 1936, l’anarchismo di Stato guadagnò terreno. La partecipazione degli anarchici nei vari enti statali, fu nelle posizioni di ministeri, direttori di governi regionali, sindaci, consiglieri, nelle forze di polizia, nell’esercito, nelle prigioni, ecc. La logica era quella di vincere la guerra. Quindi le circostanze di guerra -in tempo di guerra- vedono che il principi antigerarchici e antistatalisti degli anarchici, vengano messi da parte. Juan Pablo Calero, ne “Il governo dell’anarchia”, porta in primo piano una citazione di Tarrida dal Marmol: “Se siamo in grado di adattare il nostro comportamento alle nostre idee, allora ci avviciniamo il più possibile all’Ideale. Facciamo come quel viaggiatore chhe vorrebbe andare in un paese temperato e lo deve raggiungere attraverso i tropici e dei ghiacciai: egli dovrà essere dotato di indumenti e coperte, che gli consentirà di arrivare alla tanto agognata destinazione.” Ma la similitudine non è adatta perchè lanciare una coperta non è lo stesso che abbandonare un costume o il non voler abbandonare il ministero a lui assegnato (Segundo Blanco) a guerra finita. (1) Quello che facciamo noi cambiamo.

La partecipazione nello Stato ha portato divisioni molti anni dopo la guerra, come pure la sconfitta della guerra.

I contributi di N. Chomsky e M. Bookchin.
Chomsky, fedele elettore alle elezioni locali e compagno di viaggio degli anarchici, ammette che il suo obiettivo finale è l’abolizione dello stato, ma “i miei obiettivi a breve termine sono quelli di difendere e addirittura rafforzare gli elementi del potere statale che, pur essendo illegali da un punto di vista basilare, sono essenzialmente necessarii per ostacolare gli strenui sforzi del “tornare indietro” sui progressi compiuti nell’espansione della democrazia e dei diritti umani “(p. 156 del libro “Sopra l’anarchismo”)

Avrebbe dovuto combattere anche l’estrema destra uno Stato, perché, anche se lo stato fa le cose terribili fa anche cose buone, ha detto. Egli sostiene che viviamo in una gabbia con lo Stato dentro e il Capitale fuori, e allora si deve aumentare la dimensione della gabbia e preoccuparci del nemico esterno. Si tratta di un esempio infelice, in linea con i socialdemocratici che considerano il nemico numero uno il Capitale ma non il poderoso Stato, che si accaparra il 40% del PIL e ha 3,2 milioni di dipendenti.

M. Bookchin, a sua volta, incoraggia la partecipazione alle elezioni locali, seguendo l’esempio dei municipalisti libertari, che nel 1948 avevano avviato questa strategia, fino al trionfo delle liste libertarie stabilite in un sistema di assemblaggio di voto. Come se lo Stato centrale potesse permetterlo. La presente proposta ha il fascino del cambiamento rivoluzionario e sarà molto apprezzata in questi tempi in cui ci sono i 15M.

3. I contributi dell’ICEA per l’anarco-sindacalismo di Stato.
L’Instituto de Ciencias Económicas y de la Autogestión lancia nel suo Cuaderno No. 1 dell’Aprile 2009, e nel suo articolo della rivista “Viento Sur” nel mese di Ottobre del 2010, il riconoscere la necessità di una profonda trasformazione sociale, prima di proporre una serie di misure differenti.

C’è una sezione dedicata alle misure per la ripresa economica o obiettivo di crescita economica di qualsiasi partito politico, ma non dovrebbe essere della CNT, perché il suo scopo è chiaramente l’equa distribuzione, così come i motivi ecologici legati all’inquinamento e alla scarsità delle risorse di ciascun comune libero. Si deve aggiungere anche le ragioni sociali connesse all’insoddisfazione degli aumenti del reddito pro-capite al di là di un certo livello e che abbiamo raggiunto in media.

Ma sorprende il controllo sindacale di varie imposte entro esse e il movimento di capitale su scala internazionale, e che ciò lo propone l’ATTAC integrando la CNT all’apparato dello Stato, l’organismo burocratico per eccellenza. Non sarebbe male se i membri dell’ICEA, che sono affiliati alla CNT come partner per gli accordi sui principi, sulle tattiche e sugli obiettivi, non credessero alle molte fonti che prosperano su internet.

4. Agli/Alle anarchici/che innamorati/e dello Stato.
Come l’amore è una passione temporanea, ma dura più a lungo, così c’è da sottolineare alcune carenze dell’obiettivo del vostro persistente affetto. Lo Stato sottomette le persone e -nella misura in cui può- cerca di controllarle; cerca di limitare, sia fisicamente che psicologicamente la libertà dell’individuo che vuole perseguire i propri obiettivi; si appropria ingiustamente ciò che appartiene al popolo (e in quanto possibile in altri Stati); distorce la personalità tanto della classe dirigente quanto quelle delle vittime oppresse; mina l’armonia nei rapporti umani, e genera una cultura della dipendenza. (tradotto da NexusCo)

Note del blogger
(1) L’autore si riferisce a un episodio poco chiaro: Segundo Blanco aveva sempre ribadito la sua linea politica di fedeltà verso il governo Negrín e di unione dei vari partiti politici, anche dopo la scoperta del voltafaccia degli stalinisti e l’omicidio di Durruti e altri antifascisti. Questa sua azione, gli valse l’espulsione dalla CNT. Per chi ci volesse chiarire questa faccenda, ci contatti via email: jd-86@hotmail.it

da : http://ienaridensnexus.blogspot.it/2012/04/sopra-lanarchismo-di-stato.html

Juan e Alessio – In merito a certa solidarietà

In merito a certa solidarietà, pubblichiamo alcune riflessioni di Juan e Alessio, prigionieri anarchici attualmente incarcerati per l’operazione repressiva del 26 gennaio contro la resistenza No Tav

Risposta di Juan all’AUT AUT

Sento che è necessario scrivervi come AUT AUT, non voglio scrivere ipocrisie o menzogne.

Sono del parere che la solidarietà può essere accettata o meno e soprattutto deve avere un minimo di coerenza dal mio punto di vista.

Vedete, non sapete che io ho abitato a Zena per quasi quattro anni, fino al mio arresto, poco fa (sei mesi) per un furto e per gli scontri in valle.

Tutto questo per dirvi che la vostra linea politica, che ho avuto modo di conoscere abitando a Genova, mi è sembrata aberrante e contraria ai miei principi. Magari in questa occasione voi non volevate fare distinzioni fra “buoni” e “cattivi”, “innocenti”o “colpevoli” ma in altre occasioni le distinzioni le avete fatte e come! A volte pure con amici miei!

A me non piace una linea portata vanti così, mi sembra da politicanti, la detesto e non solo ci lotto contro.

Non starò a fare nessun elenco, voi sapete e lo sanno pure i miei amici e compagni, questo è sufficiente. Voglio dirvi semplicemente e senza ipocrisia che voi non siete compagni miei.

I compagni secondo il mio modesto parere si scelgono a vicenda!
La solidarietà è una pratica che va accettata se c’è complicità e sincerità, e questo non mi sembra proprio il caso. Non  voglio aprire un dibattito con voi semplicemente  pretendo che non mi nominiate neanche, sotto nessun aspetto. Attentamente.

Juan

Lettera dell’Aut Aut

Ciao Juan,

questa lettera ti arriva da Genova dalle compagne e dai compagni tutti.

Sentiamo che è necessario scriverti, per dirti che sentiamo che è necessario scriverti per dirti che ciò che sta succedendo a te  e a tutti i compagni arrestati non fa che rafforzare ancora più la nostra determinazione nel portare avanti questa lotta, giusta e bella.

La repressione che  stiamo vivendo non fa che accrescere la consapevolezza di essere uniti e compatti, lo dimostrano le iniziative e i messaggi che rimbalzano da una parte all’altra d’Italia. Sappiamo che siete consci di non essere soli e vogliamo dirvelo anche con questa lettera.

Il movimento sta attraversando un momento sicuramente duro, allo stesso tempo formativo e aggregante: quello che stiamo facendo nelle piazze di tutta Italia lo stiamo facendo per voi, per noi stessi, per la Val Susa.

Continuiamo la nostra lotta compagni, molto presto tornerete con noi nelle strade delle città, sui sentieri, delle montagne, tutti assieme.

Un grande abbraccio da Genova.

AUT AUT 357


Risposta di Alessio in merito al comunicato di solidarietà di Ska e Officina

In merito al comunicato di solidarietà dello ska e di officina 99 ho da fare alcune precisazioni. Solo poche righe, molto facili da capire se lette con attenzione, non tornerò più su questo specifico argomento, a meno che non venga costretto da un altro ributtante comunicato come questo.

Le parole e soprattutto gli scritti hanno sempre un peso, è bene quindi, tenere conto quando si accenna ad altri individui, soprattutto quando gli stessi in questione sono in carcere.

Nel vostro comunicato mi tacciate come un compagno che si impegna contro questo sistema fascista, nelle lotte ambientali, contro la precarietà e nella difesa del territorio.

Vi ricordo che sono anarchico. Io non mi impegno nella lotta come se fosse un passatempo della domenica, quotidianamente io cerco angoli di attacco e gli utilizzo per colpire il sistema politico economico vigente. In quanto antiautoritario odio qualsiasi sistema di potere sia esso dittatoriale o democratico, fascista o comunista o liberale. Io combatto contro lo stato ed il capitale.

E’ proprio perché considero lo stato come il cane da guardia della proprietà dei padroni che mi sono scontrato ripetutamente con le sue truppe armate.

Non è certo per velleità ambientaliste che mi sono battuto contro l’apertura di nuove discariche o la costruzione della TAV. Semplicemente in quelle lotte ho apportato i miei metodi e le mie idee per contrastare il potere. E’ perché considero la solidarietà un’arma e so bene come usarla. In più vi permettete di accostare il mio agire alle lotte contro la precarietà.

Non c’è niente di più falso in tutto ciò.

Sono per la distruzione completa della proprietà, considero il ricatto del lavoro salariato, in qualunque forma si manifesti, come un cancro che ha reso gli individui esseri acquiescenti che si sono piegati per trenta e passa anni a qualunque porcata padronale.

Questo surrogato di vita in cui noi sfruttati quotidianamente annaspiamo, si basa sulla produzione di merce e servizi. E di tutto questo sono responsabili anche i lavoratori. Precari o a tempo indeterminato che siano.

Sulla difesa del territorio non equivocate.

Intervengo in situazioni di questo tipo perché sono consapevole che l’arroganza del potere si manifesta ovunque.

Ed è dappertutto quindi che la contrasto, che sia tra le mura di un carcere così come nelle strade. Dappertutto è necessario battersi per far si che il conflitto sociale avvampi sempre più, senza nessuna sorta di mediazione con le istituzioni.

Proprio prendendo in considerazione quest’ultima frase vi invito caldamente a non permettervi più, neanche lontanamente, a dichiararvi miei complici.

Sono complice di quegli individui che durante gli assalti contro il potere non dispongono di nessuna protezione se non la pratica delle proprie idee, il rispetto della parola data e la mancanza di calcoli politici, senza nessuna mediazione con lo stato e le sue istituzioni.

Concludo facendovi presente un’ultima cosa: quando dite di esprimere solidarietà militante nei confronti di tutti coloro che stanno facendo i conti con il braccio armato dello stato, avete in mente che in carcere esistono sezioni intere riempite di infami, pezzi di merda di varia natura e quei pochi fascisti al gabbio?

Riflettete bene su questo: in quanto anarchico sono per la distruzione totale di tutto il sistema carcerario. Non augurerei il carcere neanche ad un infame, mi guarderei però da accordargli la mia solidarietà.

Come dicevo in apertura di testo, le parole come gli scritti hanno un peso, conviene ponderarlo bene.

Alessio Del Sordo