Repressione – Perquisizioni contro compagne e compagni anarchici in Liguria, Toscana, Emilia Romagna, Lazio e Campania

Nelle prime ore del 25 febbraio 2014 scatta l’ennesima operazione repressiva contro gli anarchici. I media descrivono l’inchiesta come parto della procura genovese, ma è evidente la paternità del ROS: un’organizzazione che di volta in volta utilizza strumentalmente procure e magistrati di fiducia per mettere in atto le proprie strategie. Tra i compagni anarchici coinvolti anche Alfredo Cospito, contro il quale gli inquirenti (a distanza di oltre 5 anni dal prelievo del DNA effettuato nei suoi confronti dalla digos di Torino nel febbraio 2009) sostengono di aver rinvenuto tracce genetiche su un ordigno contro il RIS di Parma… il principale collezzionista di DNA nostrano. Tra gli attacchi inclusi in questa inchiesta quelli contro le caserme genovesi dei carabineiri di Prà e Voltri (2005), quello contro Cofferati (allora sindaco di Bologna 2005) e quello contro il RIS di Parma (2005).

In attesa di condividere ulteriori comunicati e riflessioni, segue un testo di alcuni compagni genovesi:

riceviamo e diffondiamo:

Stamane all’alba i Ros hanno effettuato perquisizioni e notificato avvisi di conclusione  indagini a  10 persone in  Liguria, Emilia Romagna, Toscana e Campania e in carcere ad un compagno già detenuto. L’imputazione è l’ennesima associazione sovversiva e vengono attribuiti atti avvenuti ormai quasi 10 anni fa tra cui gli attacchi esplosivi a due caserme genovesi e il plico esplosivo spedito all’allora sindaco di Bologna Sergio Cofferati. Nell’ambito dell’operazione una persona è stata tratta in arresto per motivi non inerenti all’ indagine. Attendiamo l’esito dell’udienza di convalida per avere  informazioni sulla sua situazione. Non ci faremo certo intimidire dall’ennesimo tormentone dei Ros e dalle giornalate di scribacchini infami, i terroristi sono loro come sempre.

Compagni indagati di Genova


fonti dai media di regime:

http://www.gazzettadiparma.it/news/provincia/169733/Anarchici–11-indagati-per-gli.html

http://genova.repubblica.it/cronaca/2014/02/25/news/attentati_caserme_indagato_cospito_e_10_anarchici_informali_anche_muccitelli_per_due_attacchi_nel_marzo_2005_a_genova-79586909/

Comunicato di Tomo sulle perquisizioni del 29 Marzo

riceviamo e diffondiamo:

Giovedì 29 Marzo, durante la notte, per ordine della procura di Perugia e della p.m. Manuela Comodi, sono state effettuate diverse perquisizioni nei confronti di 4 anarchici in varie città (Pisa, Ravenna, Genova, ecc.); sono stati mobilitati diversi reparti dei carabinieri, tra i quali la Sezione Anticrimine di Bologna e i reparti ROS Antieversione ed Indagini Tecniche di Roma.
Alle 4.05, mi sono visto piombare in casa 6 carabinieri (2 locali, 2 ROS e 2 della suddetta Sezione Anticrimine) in cerca di materiale documentale, materiale utile all’assemblaggio di plichi esplosivi e via dicendo. Tutto questo è avvenuto a causa dei miei rapporti di affinità con i compagni di Culmine e col mio compagno coinvolto con me nel progetto ParoleArmate.
Durante la perquisizione, gli sbirri commentavano in modo sarcastico ciò che trovavano, cosa che non faceva che aumentare il mio senso di nausea, di odio e di disgusto nei loro confronti.
Dopo 3 ore passate a cercare e frugare, sono tornati in caserma con due scatoloni pieni di materiale (uno di questi mi sarà poi restituito immediatamente, mentre l’altro tenuto in quanto considerato utile al fine delle indagini).
Hanno preso di tutto: un computer, 3 telefoni cellulari, una quarantina di libri, opuscoli, volantini, lettere (con particolare attenzione al materiale sui compagni della Cospirazione delle Cellule di Fuoco, che comprendeva due lettere ed alcuni opuscoli), un paio di guanti, vecchi fogli scritti a mano e così via.
Sono stato costretto, quella stessa mattina, a recarmi nella caserma provinciale dei carabinieri, dove mi hanno consegnato il verbale di perquisizione e di sequestro; in quel momento ho scoperto però di essere l’unico dei 4 perquisiti a non essere indagato.
Gli articoli di cui sono accusati i miei compagni sono 110, 112, 270bis e 280.
Quest’operazione non è altro che l’ennesimo tentativo atto a reprimere ed intimidire refrattari e ribelli, cercando di spegnere il fuoco anarchico e rivoltoso che brucia dentro di noi. Inutile dire che non sono neanche lontanamente riusciti nel loro intento.
Noi continuiamo sulla non-via, quella delle fiamme e dell’odio, senza arretrare di un millimetro.
Si armino le parole, i pensieri e le mani; concretizziamo la nostra rabbia, il nostro desiderio e bisogno di distruzione. Attacchiamo.
Un complice abbraccio di fuoco a tutti i compagni perseguiti e a tutti gli affini che hanno dimostrato la loro vicinanza e solidarietà, tra cui i compagni delle Edizioni Cerbero e i compagni della Cospirazione delle Cellule di Fuoco. Che l’incendio dell’insurrezione anarchica divampi e si propaghi dal cuore e dagli occhi degli indomiti di tutto il mondo alle strade delle città e delle metropoli, nonostante tutti i tentativi di arginarlo ed estinguerlo.
Per questo mi unisco al grido dei miei compagni:

VIVA L’ANARCHIA!
RUGGISCA LA POLVERE E DISTRUGGANO LE FIAMME!

Tomo, 2 aprile 2012, al Culmine del Nulla.

Solidarietà ai compagni anarchici perquisiti a Bologna e Ferrara

Esprimiamo massima solidarietà ai compagni, sappiamo bene cosa vuol dire avere le lezze mani dei birri che frugano ovunque e sappiamo che la repressione comunque non può fermare chi ha una smisurata voglia di Liberta. Anarchici Pistoiesi.

29-03-11, Bologna

Con la perquisizione domiciliare di cinque compagni a Bologna e di altri tre a Ferrara, avvenuta questa mattina verso le 7.00, si assiste alla solita scena della repressione becera di questo stato e di questo sistema.
Gli sbirri entrano e mettono sotto sopra tutto ciò che trovano; non solo: sequestrano foto personali, attrezzi qualsiasi, oggetti comuni per qualunque abitazione ma, in questi casi, ritenuti “interessantissimi” ai fini di una “ricerca” che dia risultati “positivi”.
La nostra solidarietà va a chi subisce queste violazioni nel luogo stesso dove vive e si rifugia.
Si è costantemente sottoposti al controllo, per le strade e nei luoghi pubblici, da telecamere ad ogni angolo e marchingegni tecnologici atti solo ad osservare, schedare e reprimere in vista della costruzione di una “normalità”. Questo processo tende a neutralizzare tutte le opposizioni e la voce di chi lotta per cambiare lo stato di cose, ad assopire sentimenti umani come la solidarietà e la necessità di condividere i bisogni, a limitare la capacità di organizzarsi senza poteri imposti e strutture totalizzanti, funziona anche grazie alla paura e alle paranoie che cercano di diffondere.
Consapevoli che la repressione e il controllo sono solo alcuni degli strumenti necessari al sistema capitalista, la nostra unica arma è la solidarietà a chi da questo è colpito e contro il quale agisce.
Vogliamo esprimere il nostro sostegno ai compagni che hanno subito quest’ultimo attacco, come a tutti quelli che lottano contro il sistema. Sistema borghese, militare, sfruttatore di esseri umani e natura, che distrugge tutto quello che incontra e ha paura, soprattutto adesso che la rivolte si stanno espandendo, e che di zuccherini da dare al popolo non ne ha più.

Perché sappiamo che la loro repressione non ci ferma e continuiamo a lottare, con dentro la forza e la rabbia di tutti i popoli e le individualità che stanno lottando per la loro libertà.
Perché paura e silenzio equivalgono a complicità.
Nessuna complicità verso la repressione di stato e degli sbirri.
La lotta non si ferma.

Libere individualità contro la repressione.

Rovereto e Trento – Perquisite le abitazioni di diversi compagni/e

riceviamo e diffondiamo:

Questa mattina all’alba (2 dicembre), i carabinieri hanno perquisito una quindicina di abitazioni tra Rovereto e Trento (più una a Treviso). I militi, eseguendo un mandato emesso dalla procura di Trento e riferito a diciotto tra compagni e compagne, cercavano materiali (indumenti, vernice, volantini) collegati all’incursione con fumogeni e vernice durante la conferenza a Sociologia, il 28 ottobre scorso, di un professore di diritto e due ufficiali dei carabinieri sulle “missioni di pace” del governo italiano all’estero. Almeno un centinaio i carabinieri mobilitati per le perquisizioni.
Che dire? Quello che abbiamo già detto. Contro i professionisti della guerra e i loro reggicoda accademici un po’ di vernice è il minimo.

anarchici