Pisa – Terza perquisizione a compagne e compagni del Garage Anarchico

Apprendiamo che nelle prime ore della mattina del 7 maggio, la Digos ha perquisito alcune abitazioni e la sede del Garage Anarchico di Pisa, sequestrando computer, telefoni cellulari, materiale cartaceo, bombolette spray, vernice, lampadine e denunciando cinque compagni per danneggiamento aggravato e imbrattamento, in merito ad alcune pratiche messe in atto dal corteo contro il nucleare di sabato 3 maggio.
E’ evidente il fastidio che i compagni e le compagne, attivi nella controinformazione e nel contrasto alla contaminazione nucleare in atto sul territorio pisano e livornese, arrecano a chi vorrebbe portare avanti i propri intenti nocivi nel silenzio e nella rassegnazione della popolazione. Per la terza volta in pochi mesi una nuova operazione repressiva attuata, a quanto pare, dal Pm Giaconi: lo stesso che si è a lungo battuto per l’archiviazione dell’uccisione in carcere di Marcello Lonzi e che oggi serve gli interessi del CISAM e delle autorità locali, responsabili dello sversamento di acqua radioattiva nel canale dei Navicelli.

Viva la resistenza contro il nucleare!

Seguiranno aggiornamenti

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Da parte nostra esprimiamo tutta la solidarietà complice possibile ai ribelli del Garage anarchico, non sono le loro perquisizioni che ci possono fermare. Contro il nucleare, le devastazioni e questo presente fatto di gabbie, per l’Anarchia!

Pisa – Perquisizione al Garage Anarchico

Pisa: perquisizione al Garage Anarchico

Su un piatto della bilancia l’ennesimo progetto latore di distruzione e avvelenamento, tanto abominevole quanto concreto; gli sforzi di presentarlo quale ordinaria amministrazione, quale “lieto fine” dell’avventura nucleare italiana, mal celano l’abominio di un’eredità che contiene in sé il peso di una millenaria civilizzazione e domesticazione dell’esistenza. Stiamo parlando dello sversamento, iniziato lo scorso ottobre e tuttora in corso, di 750.000 litri di acqua radioattiva nel canale dei Navicelli, un canale che da Pisa sbocca nel mare vicino a Livorno; l’acqua proviene dalla piscina di raffreddamento del reattore nucleare sperimentale del CISAM (Centro Interforze Studio e Applicazioni Militari) in fase di smantellamento.
Sull’altro piatto un manipolo di oppositori, i quali, scansati i professionisti del dissenso democratico e delle vie istituzionali, si sono organizzati e hanno provato a spostare l’ago della bilancia. Vari i tentativi da parte degli anarchici di smerdare la campagna mediatica sulla trasparenza del procedimento, portata avanti dal CISAM in collaborazione con ARPAT, campagna a colpi di rassicurazioni, dati, e ovviamente di falsità, ipocrisie e quell’odiosa tranquillità di chi avvelena la Terra e pretende docile silenzio in cambio di partecipazione e morte. E così: presidi, concerti, volantinaggi, manifestazioni di piazza… Poco, tuttavia, hanno raccolto in termini di riscontro.
In tutto ciò, qualcheduno ha pensato bene di esprimere il proprio dissenso in altri modi: prima è comparso un manifesto, sui muri della città, che usando i loghi di ARPAT e Comune di Pisa metteva in allerta la popolazione circa i pericoli connessi a un tale sversamento, poi, il 26 novembre, un gruppo di  “ignoti incappucciati” che ha fatto irruzione all’ARPAT sbattendo in faccia agli impiegati della devastazione ambientale le proprie responsabilità, lasciando scritte e uscendo prima dell’arrivo delle forze dell’ordine.
L’ago della bilancia non ha neanche sussultato, questo è chiaro a tutti: di fronte a chi ci propina morte e devastazione c’è stato solo uno stizzito rigurgito di rabbia, niente di più. Altro sarebbe restituire ciò che questi signori elargiscono, come alcuni dei nostri generosi compagni hanno saputo fare: Alfredo e Nicola azzoppando Roberto Adinolfi, Marco Camenisch sabotando con la dinamite i cantieri delle centrali atomiche, e tanti altri ribelli, in passato come adesso, opponendosi, con una miriade di lotte diverse, alla morte nucleare.
Non è mancata, rapida, la reazione da parte delle istituzioni che hanno condannato il gesto come opera dei soliti “professionisti del terrore”, invocando solerte la grave mannaia della repressione a stroncare gli animi di questi incappucciati che hanno osato esprimere conflittualità in un contesto pacificato, dove lamentele e istanze vengono sapientemente recuperate. Ed eccola la “mannaia” (in questo caso ricorda più un giocattolino di plastica che una vera e propria mannaia): il 4 febbraio scorso, agenti della DIGOS di Pisa hanno perquisito le abitazioni di una compagna e un compagno del Garage Anarchico nonché la sede stessa. Alla ricerca di prove schiaccianti hanno sequestrato abiti, computer, hard disk, opuscoli, volantini, dossier e copie del foglio locale Controtempo. Le accuse contestate sono: minaccia a pubblico ufficiale, imbrattamento, falso e procurato allarme.
Il sistema produce, sfrutta, inquina, contamina e si arricchisce, mentre le conseguenze di questi processi si manifestano nell’acqua che beviamo, nell’aria che respiriamo, nel cibo di cui ci nutriamo. Tutto ciò non merita altro che odio e rabbia, motori di una risposta organizzata contro questa faccia tanto malvagia quanto vigliacca e disgustosa del dominio tecno-industriale.
Per conto nostro, ribadiamo la ferma volontà di continuare a contrastare questo progetto. La loro mannaietta di plastica non può che rompersi sulle nostre teste dure.
Non un passo indietro!
Solidarietà rivoluzionaria con i compagni prigionieri in lotta!

Garage Anarchico

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Da parte nostra, ovviamente, solidarietà complice ed incondizionata. Guerra a chi devasta e violenta l’ambiente, per l’Anarchia!

Insuscettibili di ravvedimento pistoiesi.