Pescara – Ordigno contro sede fascista

fonte: indymedia abruzzo

PESCARA. Un ordigno, posizionato da ignoti, ha mandato in frantumi,
nella nottata tra martedì e mercoledì, la vetrina della sede
dell’associazione Terra Nostra in via Vespucci.

 

E’ stata danneggiata la serranda in metallo ed è andata in frantumi la vetrina e la porta d’ingresso.
A
provocare i danni sarebbe stato un ordigno simile ad una bomba carta
che è esploso intorno alle due di questa mattina, una esplosione
avvertita distintamente da tutto il quartiere.

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N.B.

Terra Nostra sarà pure "apolitica", come il sig. Monaco tiene tanto
e spesso a precisare. Purtroppo però condivide la sede con un gruppo
denominato Giallo e Nero dediti sopra ogni cosa alla sopravvivenza e
diffusione del nazi-fascismo a Pescara e dintorni organizzando incontri
e riunioni .

Verona – Comunicato sulla repressione degli antifascisiti

I compagni antifascisti arrestati a Verona, ora entrambi agli
arresti domiciliari da oltre 2 mesi, stanno subendo continui attacchi e
intimidazioni da parte dei Carabinieri e della Digos di Verona. In
particolare uno dei due compagni riceve più volte al giorno controlli
domiciliari dai solerti sbirri molto pressanti. La digos di Verona con
azioni di terrorismo sta cercando di far perdere il lavoro al compagno,
recandosi più volte sul posto di lavoro, minacciando, intimidendo e
facendo pressioni perché lo si licenzi o che i colleghi abbiano paura a
frequentarlo. L’azione terrorista è stata coadiuvata dai già noti
pennivendoli della stampa asservita di Verona, con una valanga di
articoli di merda farciti di balle e supposizioni. Il pubblico
ministero Celenza della procura di Verona, che già rifiutò i
domiciliari per problemi cardiaci all’antifascista, ora indispettito
dalla concessione del giudice che volle ugualmente concedere i
domiciliari per gravi motivi di salute, e sempre più sotto pressione
dalla DIGOS, non ha alcuna intenzione di rilasciare benefici o alcun
cambio alla situazione detentiva dei compagni. E’ una forma di
“pressione” e annientamento del sistema politico di giudici e polizia,
contro chi si oppone e lotta con coraggio e determinazione contro
fascismo, razzismo, e il quotidiano terrorismo e violenza che lo stato
e il capitalismo applicano su tutti. I compagni sono accusati d’aver
preso a pugni in un luogo pubblico un noto fascista di Forza Nuova
veronese, Mauroner Giulio, che 4 anni prima assieme a una trentina di
nazisti aveva accoltellato i due antifascisti. Egli è indagato in una
miriade di aggressioni razziste e fasciste, anche assieme a due
forzanovisti condannati per l’omicidio di Nicola Tommasoli, e con gli
altri squadristi che aggredirono e pestarono una ragazza fuori un bar
di Piazza Viviani. La codardia e l’infamità fascista è esemplare. Il
suo stesso avvocato è un noto esponente dell’estrema destra veronese
(Alternativa Antagonista, vicina a Casa Pound) e uno dei difensori
degli assassini di Tommasoli. Ovviamente queste indagini sono ferme e
chiuse, per la questura scaligera il problema non sono gli omicidi
fascisti, ma gli antifascisti che si organizzano difendendosi e
lottando. Ne siamo lieti e felici!! Speriamo di essere per questo
cancro di magistrati, giornalisti asserviti, sbirri e politicanti, un
problema ingestibile sempre!!! Rilanciamo la lotta antifascista e
anticapitalista ai tanti antifascisti e antifasciste che da tutta
Italia ed Europa sono stati vicino ai due compagni, a tutti/e i/le
compagni/e che quotidianamente lottano contro ogni forma di ingiustizia
e di razzismo, contro lo sfruttamento e il capitale, i rivoluzionari
nelle carceri. Anche in questo momento difficile di repressione e
omicidi di stato nelle prigioni e nelle strade italiane, in condizioni
drammatiche per la privazione della propria libertà e vita, rilanciamo
l’antifascismo militante come unica pratica, teoria e organizzazione
possibile a chi ci vorrebbe tutti morti, schiavi o seppelliti nelle
prigioni di stato!!
NON UN PASSO INDIETRO!! SEMPRE ARDITI!! SEMPRE ANTIFASCISTI!!

PRIGIONIERI ANTIFASCISTI

NoTav – Resoconto mercoledì 20/01/10 e appello corteo

Ecco un breve resoconto della giornata no tav di oggi mercoledì 20 GENNAIO

Ennesima sveglia precoce stamattina per i no tav, alle 5 circa
inizia a girare la notizia di una trivella posizionata alla stazione di
Condove e scortata, come al solito da centinaia di agenti. Inizia
l’afflusso delle persone e si creano due postazioni di manifestanti ai
due lati della stazione di condove; in mezzo solo poliziotti che dopo
un po’ impediscono anche di andare a prendere il treno a chiunque. Un
tentativo di forzare il blocco viene respinto a spintoni e qualche
manifestante cade a terra.

Per tutta la mattina affluisce gente che va e che viene, molti devono andare a lavorare e ripassano in pausa pranzo.
Alle
12.30 circa alla stazione di S.Antonino viene bloccato il Tgv in arrivo
dalla Francia e diretto a Milano, accumulerà un ritardo di oltre
mezz’ora. Nel frattempo un treno locale, che scende verso Torino,
sorpassa il tgv fermo in stazione; una quarantina di no tav sale a
bordo per riscendere alla stazione successiva che è proprio quella di
Condove. Prendendo di sorpresa la polizia i quaranta riescono a
piombare a ridosso della trivella gridando slogan, qualche carabiniere
perde il controllo e parte qualche manganellata che ferisce un
manifestante al braccio poi soccorso da una ambulanza, tutto ciò verso
le 14.00. Si scopre ufficialmente che la ditta incaricata del sondaggio
è la GEOMONT di Bussoleno.

Alle 17.30 una colonna di mezzi della polizia transita sulla statale
25 e all’altezza del presidio i manifestanti bloccano e respingono i
mezzi blu costringendoli alla retromarcia.

Dopo un assemblea volante,alle 18.30 parte un corteo di 7-800
persone con le fiaccole che, passando per stradine di campagna
raggiunge il piazzale dove è posizionata la trivella, rimangono 10
metri di distanza dagli  agenti che circondano la trivella ormai
smontata dopo aver terminato (?) il lavoro. Partono piccole barriere
fatte con alberi abbattuti con una motosega, che in seguito saranno
incendiati per un grande falò.
Dopo circa mezz’ora di presenza il corteo prosegue sui binari della stazione di Condove per ricongiungersi con il
presidio sulla statale 25.

A mezzanotte circa il camion con la trivella lascia il sito e parte in direzione Torino.
Comunque sia una buona giornata di mobilitazione che fa ben sperare in vista dei prossimi appuntamenti, tra i
quali il più importante e ravvicinato è il grande corteo NO TAV – NO SONDAGGI che si terrà sabato 23 gennaio con partenza alle 14.oo dal presidio di Susa Autoporto.
TUTTI INVITATI.

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Ven, 22/01/2010 – 10:52

Livorno: sabato 16 gennaio, la Digos provoca i manifestanti.

La manifestazione tenutasi sabato 16 a Livorno è
stata un dimostrazione di civiltà e di democrazia.

Ai
margini della bellissima manifestazione colorata e pacifica purtroppo si sono
verificati episodi di intimidazione da parte delle forze dell’ordine nei
confronti dei partecipanti al corteo.

Prima di tutto bisogna far notare che Livorno è stata
militarizzata con centinaia di agenti in tenuta antisommossa (stile Genova
2001).

Nonostante non vi fosse nessun motivo di pensare o
prevedere alcun problema di ordine pubblico visto il carattere pacifico della
manifestazione, la
Polizia e i Carabinieri si sono presentati provocatoriamente
armati di tutto punto e pronti alla
guerriglia.

E’
evidente dunque che una manifestazione di civiltà e democrazia viene
interpretata dallo stato come una manifestazione pericolosa e ad alto rischio,
questo fatto la dice lunga sulla “democraticità” di chi ci governa e
sull’interpretazione che questi danno della Costituzione
Italiana.

Come se non bastasse, nonostante il corteo si snodasse
pacificamente tra le strade della città salutato dagli applausi della gente alle
finestre, agenti della Digos si sono infiltrati nel corteo per filmare i
partecipanti.

Questo atteggiamento mette in evidenza che per
la Digos
partecipare ad un corteo democratico rappresenta di per se un motivo per
ritenere una persona pericolosa tanto da dover indispensabilmente filmarla e
schedarla.

Facessero tutto questo con i mafiosi e dei loro
frequentatori!

La
Digos
di
Livorno però a pensato proprio a tutto, non bastava filmare, schedare e
militarizzare Livorno, ai manifestanti è stato dato anche un “arrivederci”
particolare alla stazione, chi veniva riconosciuto come partecipante alla
manifestazione veniva infatti “gentilmente” fermato per un controllo di
“routine”, come è accaduto ad un gruppo di 20 antifascisti di Massa Carrara e ad
altri manifestanti.

Di
fronte alle proteste e alla richiesta di spiegazioni la polizia ha fatto
intervenire i rinforzi che si trovavano “stranamente” proprio dietro l’angolo
della stazione.

Questi individui (supponiamo poliziotti), tra i quali il
“regista” infiltrato con la telecamera nel corteo, rifiutandosi di mostrare i
loro distintivi, con manganelli e minacce di arresto hanno circondato il gruppo,
soltanto dopo attimi di tensione e di parapiglia il gruppo è riuscito a salire
sul primo treno.

Questi fatti dimostrano quanto sia stata importante la
manifestazione di sabato e quanto sia necessario continuare con questa lotta, le
intimidazioni avvenute ai margini della manifestazione, sempre più diffuse nel
nostro paese, fanno da sfondo alle uccisioni di Stefano, di Carlo, di Federico
di Marcello e di tutti quelli giovani e innocenti come loro, italiani o
immigrati, uccisi senza pietà dal braccio violento dello stato
borghese.

Per
questo motivo ringraziamo le madri che hanno promosso la manifestazione di
sabato, a loro chiediamo di andare avanti con coraggio e determinazione nella
lotta per la verità e la giustizia. Saremo sempre al vostro fianco come sabato a
Livorno, insieme costruiremo un mondo giusto e
libero!

Questa è la “vendetta” che
vogliamo!

 

Basta omicidi di
stato!

Libertà per tutti i proletari rinchiusi nelle carceri
borghesi!

Libertà per tutti gli
immigrati!

 

 


 

 

Alfredo e Christos

Alfredo M. Bonanno e Christos Stratigopoulos, anarchici imprigionati in
Grecia con l’accusa di aver rapinato una banca, sono stati trasferiti
dal carcere di Amfissa a quello di massima sicurezza di Korydallos ad
Atene. Alfredo ha fatto il viaggio ammanettato, a causa del suo grado
di "pericolosità sociale", mentre una sua borsa contenente alcuni suoi
libri e appunti è stata "persa" dai guardiani.
Pare che il trasferimento non sia del tutto estraneo alle
preoccupazioni di possibili tensioni in concomitanza col processo,
previsto il 20 gennaio, che proprio ad Amfissa sarà celebrato contro il
poliziotto che il 6 dicembre 2008 ha ucciso Alexis Grigoropoulos.

Serravalle(Pt):calano striscione dalla torre”Marco (A) Libero” e volano via!

 klicca sopra x ingrandire la foto!

Ieri notte del (14gennaio) siamo saliti sulla torre di Serravalle , difronte all’austrada a11

(tra pistoia e montecatini) per srotolare uno striscione di 13 metri  " MARCO (A) LIBERO ".

Prima di slanciarsi via abbiamo diffuso un pò di volantini.


 

 

klicca sopra x leggere il volantino volante!

                                                                                 

Massa – Quinto suicido in carcere dall’inizio dell’anno

fonte rainews24

Roma, 14-01-2010

Quinto suicidio nelle carceri italiane dall’inizio dell’anno:
Abellativ Sirage Eddine, 27 anni, detenuto extracomunitario nel reparto
infermeria del carcere circondariale di Massa, si e’ impiccato la notte
scorsa con un lenzuolo annodato al tubo della doccia.

In due settimane, dunque, sono gia’ cinque i detenuti che hanno
deciso di farla finita nelle sovraffollate carceri italiane per le
quali ieri il Consiglio dei Ministri ha dichiarato lo stato di
emergenza: il 2 gennaio, ad Altamura (Bari) si e’ ucciso Pierpaolo
Ciullo, 39 anni; tre giorni dopo si e’ impiccato nel carcere
Buoncammino di Cagliari Celeste Frau, 62 anni; il 7 gennaio, infine, si
sono suicidati Amato Tammaro, 28 anni, nel supercarcere di Sulmona, e
Giacomo Attolini, 49 anni, nel penitenziario di Verona.

Firenze – Presidio e corteo contro la Lega

Lunedì 11 gennaio. Al termine di un assemblea
al 400Colpi di via del Parione, alcuni compagn* vengono pedinati e
fermati dalla polizia prima ancora di poter iniziare ad attacchinare i
manifesti che invitano al presidio antirazzista di mercoledì in piazza
Pier Vettori, di fronte alla sede della Lega Nord. Per l’operazione
vengono utilizzate 3 volanti di PS, uomini della Digos e un poliziotto
travestito da netturbino per seguiregli spostamenti dei compagn*.

Mercoledì 13 gennaio. Un centinaio di antirazzist* si radunano in
piazza Pier Vettori muniti di megafono volantini e striscioni. Su
questi si leggeva “No alla guerra fra poveri”, “Libertà per gli
immigrati in rivolta – No alle deportazioni”. Un altro striscione,
invece, palesava la presenza dei compagn* del Movimento di Lotta per la
Casa.
La sede della Lega Nord, per paura o per vergogna non c’è
dato saperlo, viene spogliata di manifesti e bandiere, oltre che chiusa
abbassando le saracinesche: un primo buon risultato della giornata.
Dopo
numerosi interventi e un volantinaggio serrato, che raccoglie
l’attenzione di molti passanti ed automobilisti imbottigliati nel
traffico, il presidio si sposta ed imbocca via Pisana.
Da qui
parte un corteo rumoroso che attraversa prima il quartiere di San
Frediano, sotto gli occhi un po curiosi e un po simpatizzanti dei molti
affacciati alle finestre, per poi dirigersi verso via Palazzuolo e
sciogliersi in San Lorenzo. Sul percorso diversi immigrati, che
affollano i due quartieri, ringraziano e simpatizzano con gli
antirazzist*, che intanto distribuiscono volantini in lingua francese.
Tanti
i cori contro la Lega e il suo ministro Maroni, i razzisti di ogni tipo
e i CIE, per la libertà di tutti gli immigrati deportati e in
solidarietà ai ribelli di Rosarno.
Scacco matto, invece, ai numerosi mezzi di polizia più volte colti di sorpresa dal percors
o del corteo e incastratisi con manovre maldestre nelle viuzze del centro.
Così si conclude una giornata di rabbia e solidarietà.

Guerra ai padroni, non agli immigrati.

questo il volantino distribuito…

NO ALLA GUERRA TRA POVERI. LIBERTA’ PER GLI IMMIGRATI DEPORTATI.

In questi giorni abbiamo assistito ad immagini di uomini
“invisibili” al servizio esclusivo di un padronato vampiresco e tenuti
in scacco da varie cosche, uomini la cui reazione esasperata ha per
molti offeso il quieto vivere e il senso civico. La violenza degli
sfruttati non poteva che ricevere una bella lezione di stile ossia
baracche rase al suolo e 1200 deportati nei vari centri di espulsione,
salvo chi ha avuto la “fortuna” di essere bastonato dagli abitanti di
Rosarno, che ha potuto usufruire della protezione umanitaria. Altri
episodi simili sono accaduti nel passato (Castel volturno, Bruzzano) e
ci spiace parlare solo ora della violenza vera, quella a cui si sono
sottratti gli “invisibili” di Rosarno, una storia di violenza che va
dai centri di controllo delle frontiere libiche fino all’azienda
padovana o calabrese; è una storia di violenza in cui sfruttamento,
strumenti penali sempre più oppressivi e una crisi che rende sempre più
precarie le vite dei cittadini e più esasperate le loro reazioni
formano una miscela devastante ; in questa cornice emerge chiaramente
ciò che caratterizza i nostri tempi ovvero una crescente guerra tra
poveri in cui si giungerà, sia da parte nostra che da parte dei
migranti/neo italiani, ad una reciproca identificazione nel nemico: noi
contro loro in quanto stranieri “incivili”, loro contro di noi in
quanto italiani sfruttatori e razzisti. Indiscusso protagonista di
questo clima di guerra silenziosa e permanente è Il partito di Maroni
Borghezio e Bossi che ha avuto “il merito” di aver accelerato quei
processi di tensione sociale ed insicurezza diffusa e violenta,
attraverso campagne becere e populiste di nitido stampo razzista. E’
chiaro che tali campagne hanno lo scopo di indirizzare la popolazione
verso l’idea della rigenerazione della” comunità Italia” attraverso la
violenza e l’esclusione di tutti gli indesiderabili. La Lega nord, e la
compagine governativa di cui fa parte, si rendono straordinari
interpreti di un paese che sta imparando a trovare un senso nei
pacchetti sicurezza, nell’istruzione impoverita, nel mercato come unica
cosa sensata nella vita di un paese e nell’ossessione per la legalità,
che sfocia in manifestazioni di violenze dal “basso”. In questo
scenario, non c’è da stupirsi se viene riscoperta la positività del
neofascismo, la spia di una idea diffusa per cui la società, in questo
momento, non può che organizzarsi su basi autoritarie e ghettizzanti
per sopravvivere. In questo contesto ricordiamo che nella quieta
Firenze durante la notte di Capodanno hanno avuto luogo pestaggi a
danno di immigrati e omosessuali.
Rosarno getta luce su una
società che distrugge e si distrugge, parla di ciò che resta da fare
quando non si ha più nulla, parla di una linea che unisce “noi” a
“loro”, di “noi” che rabbrividiamo di fronte alla violenza degli
“invisibili” e lasciamo indiscussa la violenza vera, quella davvero
“organizzata” da Stato e Capitale che ci toglie diritti, ci rende più
poveri (in tutti i sensi) e ci fa trovare un senso in tutto quello che
perdiamo. La violenza vera, di cui la Lega è l’interprete più volgare,
sta parlando di un “uomo nuovo” flessibile e razzista: a noi, come agli
uomini e alle donne di Rosarno, non ce ne frega un cazzo di questo uomo
nuovo e ne approfittiamo per gridare “libertà per gli immigrati in
rivolta!”. Va riscoperto chi è il nemico in questa società, chi è
veramente “organizzato” per la violenza e soprattutto, va rilanciata la
solidarietà nel tessuto sociale e va chiusa la stagione del ribellismo
del borghese piccolo piccolo.

NO AL RAZZISMO!
NO ALLA LEGA NORD E AI SUOI AMICI!
NO ALLA GUERRA TRA POVERI!
LIBERTA’ PER GLI IMMIGRATI DEPORTATI NEI CIE!

LIBERTE’ POUR LES IMMIGRES DEPORTES!
NON A’ LA GUERRE DES PAUVRES AUX PAUVRES !

Autorganizzati contro il razzismo

Spezzare le catene

Spartacus è tornato. Evviva Spartacus!

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Lo
schiavo smette di essere tale nel momento in cui tenta di strappare le
proprie catene. E’ in quell’istante che, incurante delle conseguenze
dell’intento, riemerge liberatrice la dignità, il desiderio, la rabbia
ed il profondo senso di ingiustizia verso il padrone, verso colui che
costringe alla schiavitù.
La rivolta dello schiavo è un atto supremo, è – sopra ogni cosa – gesto
d’amore verso se stessi e verso l’umanità intera. La rivolta dello
schiavo è speranza e giustizia che si fanno arma per divenire
possibilità concreta di emancipazione, è, semplicemente, l’affermarsi
di una volontà di vita diversa, forse felice.

Gli schiavi di Rosarno ci hanno parlato. Ci hanno parlato attraverso i
loro gesti e la loro rabbia. E nell’incendio, nelle vetrine frantumate,
nei cartelli divelti, nelle spranghe sulla polizia, vi è racchiusa la
poesia di un amante.
Forse, l’amore senza calcolo, l’amore disperato, l’amore capace di
volo, è cosa vecchia. Così come è cosa vecchia la schiavitù. Forse, per
questo, sono in pochi oggi a capire, a saper leggere la poesia degli
schiavi di Rosarno.

In questa Italia squallida, assopita nella paura del “diverso” e
impregnata di ipocrisia, governata da cialtroni sostenuti da folle
ancor più imbecilli, corrotta dall’odio e cresciuta nel miraggio
dell’accumulo e della ricchezza, si grida oggi allo scandalo. Lo
scandalo per la violenza, per l’immigrazione clandestina, per le
condizioni di lavoro, per l’insicurezza e l’esasperazione.
Ebbene, Signori scandalizzati, Cittadini onesti, che siate di destra o
di sinistra, che siate cosparsi di melassa cristiana o forgiati fra le
rigide maglie del Diritto, Voi siete cadaveri.
Perché solo un “morto nell’animo” può dibattere in seno al diritto e
fra le pagine dei giornali intorno alla dichiarazione d’un amante. Ad
esso o ci si concede o lo si rifiuta.

Coloro che accettano ogni giorno il giogo di uno Stato sempre più
insopportabile così come coloro che baciano la mano all’imperversare
delle mafie, coloro che leccano i piedi al padrone – per poi ringhiare
contro quelli che sono più poveri o più sfortunati – così come coloro
che dalla miseria altrui traggono vantaggio, tutti questi, di certo,
rifiuteranno le avances degli immigrati di Rosarno. Ma costoro non
meritano discorso, non è a loro che si vuole parlare.
Chi di certo ascolterà sono i “libertini”, quegli spiriti che ancora
sanno desiderare, che ancora sanno quale è la differenza fra vivere e
sopravvivere, fra la libertà e la schiavitù. Che sanno che mille auto
incendiate non valgono la libertà e la dignità di un uomo.

La schiavitù è fatta di uomini e di merci, di imprese e di rapporti.
Essa è possibile attraverso una politica ogni giorno più xenofoba e
classista ed è sostenuta da eserciti in uniforme e mafiosi in
doppiopetto.
L’amore per la libertà è fatto di complicità e fantasia. La rivolta
degli immigrati africani di Rosarno è un dono fatto a noi tutti, ora
spetta a noi ricambiarlo.

Perché nessun uomo sarà mai libero finché l’ultima catena non verrà spezzata.

 
Anarchici e Libertari di Genova.