Accendiamo fuochi

Mentre le sedi destroidi in Firenze fanno la fine che ogni tana di politicante dovrebbe fare –ed è un augurio che ciò accada- i reietti investiti del compito abbietto di strozzare ogni anelito di Libera Vita compilano 10 inutili carte igieniche.

Nel momento nel quale miseri e strani esseri indossanti ufficiali vasi da notte allontanano dalle pudiche pietre di una piazza chi dalla disperazione trae forza e i ribelli della montagna si scontrano con i ruvidi ecce omo posti a difesa della futura(?) velocità dei padroni del fuoco, si annusa nell’aria un odore acre di deflagrazione che si prepara e quest’odore è qui ed altrove e non potrà essere certo l’olezzo dell’autorità che decompone a coprirne i delicati aromi.

Tremi l’obbedienza, ché balleremo sulle sue ossa che già sono polvere.

Atene – Un compagno anarchico ferito ed arrestato dopo una sparatoria con gli sbirri

fonte: culmine

Attenzione: quel che è esattamente accaduto lo scorso mercoledì nella zona di Pefki (Atene) lo sappiamo fino ad ora solo dalla stampa e dalla polizia. Questo è un riassunto di quel che dicono:
Alle 19 di mercoledì 18 maggio una cittadina ha chiamato la polizia allertando sulla presenza di alcuni personaggi sospetti nella zona di Pefki (municipio borghese e tranquillo nel nord dell’area metropolitana di Atene). Una pattuglia è giunta sul posto e (secondo la polizia) i “malfattori” che erano su una moto sono stati i primi ad aprire il fuoco. Entrambi i poliziotti ed uno dei perpetratori sono rimasti feriti, mentre il secondo è entrato nella volante ed è riuscito a fuggire. L’auto è stata trovata abbandonata in un’altra zona. Il giovane s’è qualificato come tal Stergiou, ma gli sbirri non l’hanno creduto e ne hanno pubblicato la foto (ritoccata in maniera piuttosto squallida con il Photoshop, probabilmente per non mostrare le ferite) chiedendo informazioni. Il giorno seguente si sono presentati i suoi genitori, rivelando i suoi dati: Theofilos Mavromihalis 21 anni, studente presso l’Università di Mitilene (isola di Lesbo) con specializzazione in scienze ambientali. I genitori hanno detto che da un anno il figlio non dava segnali di vita, che da diversi mesi aveva abbandonato gli studi e che non sapevano dove si trovasse. Gli sbirri hanno perquisito la casa dei genitori ed hanno effettuato altre perquisizioni e continuano ad indagare proprio a Mitilene. Da subito, la stampa ha parlato di “terrorismo”, anche considerando il fatto che il mercoledì pomeriggio le banche sono chiuse, escludendo così la possibilità di una rapina. Lo stesso partito neonazi Hrisi Avgi ha emesso un comunicato, considerando che il loro capo, lo schifoso fascista Nikos Mihaloliakos, vive in tale zona e quotidianamente passa nell’incrocio in cui c’è stata la sparatoria. In un miscuglio tra megalomania e vittimismo, tipici dei veri patrioti ha affermato di essere l’obiettivo di un ipotetico attentato. Sul posto sono stati anche trovati, oltre alla moto, un furgone (entrambi rubati nelle scorse settimane nel quartiere di Kipseli), una pistola Glock, uno zaino con caricatori e giravite) ed un bidone di benzina vuoto. Le autorità hanno anche rivelato che le impronte digitali di Theofilos sono state trovate in due degli “appartamenti” delle Cellule, perquisiti durante gli ultimi arresti collegati al caso (14 marzo, quando 5 compagni/e sono stati arrestati/e a Volos): la casa di Volos e quella di Kallithea (Atene), secondo l’accusa affittata da Hristos Tsakalos. Quelle impronte erano fino ad ora “orfane”, perché non si sapeva a chi appartenessero.

Per ora presentiamo due testi comparsi sul compagno, il primo scritto dai suoi compagni:

Testo dei Compagni dell’arrestato a Pefki

L’anarchico rivoluzionario, il nostro compagno Theofilos Mavropoulos si trova in ospedale, ferito, dopo uno scontro armato con i fottuti porci della Polizia, scontro avvenuto nella zona di Pefki. Lì, assieme ad un altro compagno, hanno scelto di non consegnarsi quando una pattuglia ha tentato di identificarli. Durante lo scontro sono rimasti feriti i due sbirri, ma è stato ferito anche il nostro compagno. Allo stesso tempo, l’altro compagno lì presente è riuscito a fuggire utilizzando la volante della polizia.
Si tratta di un attivo membro del movimento anarchico-rivoluzionario e ci appelliamo a qualsiasi anarchico-rivoluzionario, come a chiunque si percepisce come parte di un vasto ambito sovversivo a prendere l’iniziativa dell’azione, con qualsiasi mezzo che ritenga adeguato ed essenziale, per stare al suo lato. In questo momento il nostro fratello si trova ferito e rinchiuso in una camera, sorvegliato da sbirri d’ogni genere. Consideriamo come qualcosa di notevole importanza la realizzazione di un presidio davanti all’ospedale in cui si trova il nostro compagno ferito, per spezzare l’isolamento imposto e rompere la morsa dei vermi dell’antiterrorismo e degli altri servizi che lo stanno “proteggendo” nell’unica maniera che sanno fare. Per le difficoltà dovute alla situazione in cui ci troviamo e la condizione in base alla quale agiamo e ci muoviamo, purtroppo noi non possiamo stare al suo fianco (cioè nell’ospedale), in modo da dar forza e coraggio al nostro orgoglioso compagno.
Dobbiamo mostrare al nemico che NESSUN COMPAGNO E’ SOLO, che qualsiasi arresto di un compagno non resterà senza risposte, che nessun nostro compagno se lo possono mangiare vivo. Perché il rapporto tra compagni e la solidarietà non si definiscono secondo stipendi e ranghi, ma sulla base di relazioni che portiamo avanti e proponiamo contro le schifose relazioni sociali dominanti. Non vediamo l’arresto di Theofilos alla luce di una “molto pubblicizzata” e a sua volta schifosa logica di vittimizzazione, che permetta di protestare contro gli sbirri che hanno sparato e ferito il nostro compagno. Inoltre, secondo tale logica la solidarietà perderebbe il suo senso essenziale. La posizione orgogliosa del compagno ed i suoi valori si sono scontrati con la rinuncia e la consegna. Egli ha mostrato che il conflitto e la guerra non hanno martiri né persone che ne nutrano un culto, bensì che ci sono combattenti preparati a tutto. Il tesoro che ha lasciato si converte in arma nelle mani di noi tutti.

A FIANCO DEL RIVOLUZIONARIO ANARCHICO THEOFILOS MAVROPOULOS LOTTA PER LA LIBERTA’ CON OGNI MEZZO

ps: Vogliamo inviare al nostro compagno i più sinceri ringraziamenti per le lotte che abbiamo condotto assieme, per tutte le contrarietà ed i contrattempi che abbiamo fronteggiato, per tutto il bene e il male. Infine, gli ricordiamo che manteniamo la promessa per quel che riguarda gli impegni informali che abbiamo preso, i sogni incompiuti e le esagerazioni. Tutto e nulla. Adesso, fratello, può essere che cambierà la condizione in cui vivrai, ma non cambierà lo stato non pentito della tua mente.

Dichiarazione della O.R. Cospirazione delle Cellule di Fuoco

“Pensavo che se avessi corso rapidamente e con l’impeto fossi caduto sul recinto, anche se questo non si fosse piegato, io non mi sarei arreso, né pentito di nulla. Anche se le pallottole degli sbirri avessero fermato la mia marcia, se il tessuto dei miei vestiti si fosse impigliato nel filo spinato ed essi mi avessero arrestato, anche togliendomi i vestiti non riuscirebbero a togliere tutti i fili del recinto. E il recinto cadrebbe e si ossiderebbe, ma i fili resterebbero lì, sarebbero il mio tracciato, un segnale che c’è ancora gente che ad oggi lotta ancora per la rivoluzione. Questo è il fermo immagine di una persona che con impeto ha corso verso la libertà invece di consegnarsi al silenzio ed alla rinuncia, propri della nostra epoca. E’ una pura traccia del futuro, di un mondo migliore… ”
Dedicato al compagno rimasto ferito durante lo scontro a fuoco con gli sbirri a Pefki.
Dalle carceri gli inviamo, con tutta l’anima, la nostra completa solidarietà ed il nostro appoggio.
Organizzazione Rivoluzionaria Cospirazione delle Cellule di Fuoco
19/5/2011

QUESTA FIRENZE NON SOGNA…

Riceviamo e diffondiamo: ALL’ALBA DEL 24/05/2011, UNA CINQUANTINA DI VIGILI URBANI UNITAMENTE A MANIPOLI DI POLIZIOTTI E CARABINIERI HANNO “ASSALTATO” LA TENDOPOLI DEI RICHIEDENTI ASILO PRESENTE DA SABATO MATTINA IN PIAZZA BAMBINI DI BESLAN. UNA AZIONE VIOLENTA CHE PORTA LA FIRMA DIRETTA DEL SINDACO DI FIRENZE, CHE HA FATTO CAPIRE A TUTTI COME INTENDE PORTARE AVANTI LE POLITICHE DELL’ACCOGLIENZA… INNUMEREVOLI GLI EPISODI DA ASCRIVERE ALL’IMBECILLITÀ UMANA CHE COPRE DI VERGOGNA IL CORPO DELLA POLIZIA MUNICIPALE. DALLA DEVASTAZIONE DELLE TENDE, AI CALCI E ALLE MINACCE, AL FURTO DI VETTOVAGLIE, STRISCIONI, PENTOLE E FINANCO GENERI ALIMENTARI…SINO ALLA DISTRUZINE SISTEMATICA DI PALLONI DA CALCIO… MA LA UMANA REAZIONE DEGLI OCCUPANTI DELLA TENDOPOLI E IL SOPRAGGIUNGERE DI NUMEROSI ATTIVISTI DEI MOVIMENTI HA COSTRETTO A PÌÙ MITI CONSIGLI IL PATTUGLIONE DI VIGILI, MILITI DELLA BENEMERITA E SIMILIA. INFATTI ALLE ORE 7 TUTTA LA TRUPPA PRESENTE SE NE È ANDATA SENZA PROFFERIRE PAROLA… UNA VERA E PROPRIA FIGURACCIA, QUELLA DI STAMANI. IN POCHE ORE LA TENDOPOLI È STATA RICOSTRUITA E LE VARIE ATTIVITÀ SONO RIPRESE. RESTA IL RAMMARICO PER LA COSTANTE OTTUSITÀ CHE ACCOMPAGNA LA POLITICA DELLA GIUNTA, INCAPACE DI ASCOLTARE DESIDERI, BISOGNI E ASPIRAZIONI DI CENTINAIA DI GIOVANI, UOMINI E DONNE, CHE PROVENGONO DAI TERRITORI DELLA GUERRA INFINITA. RESTA LA RABBIA PER POLITICHE DEL NUMERO CHIUSO E DELLE REGOLE DISCIPLINARI. MA RESTA, ANCORA E IRRIDUCIBILE LA VOLONTÀ DI ANDARE AVANTI A TUTELA DEI DIRITTI DEI RICHIEDENTI ASILO.                                                                                                                                                                                   L’ASSEMBLEA DEI RICHIEDENTI ASILO UNITAMENTE AL MOVIMENTO DI LOTTA PER LA CASA E AL CSA NEXT EMERSON PRESENTERÀ UNA DENUNCIA ALL PROCURA DELLA REPUBBLICA PER I REATI DI FURTO, DANNEGGIAMENTO E ABUSO DI UFFICIO CONTRO IL CORPO DELLA POLIZIA MUNICIPALE. INVITIAMO TUTTI A PORTARE IN PRIMA PERSONA LA SOLIDARIETA’ ALLA TENDOPOLI RICOSTRUITA IN PIAZZA BAMBINI DI BESLAN L’ASSEMBLEA DEI RICHIEDENTI ASILO SOMALI E ERITREI, CON LA SOLIDARIETA’ DEL MOVIMENTO DI LOTTA PER LA CASA, DEL CSA NEXT EMERSON, DELLE BRIGATE DI SOLIDARIETA’ ATTIVA

Mark Twain, una voce scomoda nella cultura americana

Esistono nella storia dell’Arte, come del resto nella storia umana tout court, personaggi che nel corso degli anni subiscono, ovviamente post mortem, un’edulcorazione della propria figura, mondata in maniera artificiosa da quegli elementi di disagio, non allineati, che in vita li avevano portati a scontri più o meno violenti con l’intellighenzia ufficiale, le convenzioni sociali ed i gruppi di potere (in essere o in potenza) del periodo nel quale la loro vicenda umana si è dipanata.

La “normalizzazione” operata su questi personaggi ufficialmente è servita a “restituire alla collettività” l’opera del grande artista o personaggio “finalmente riconciliato” ed elevato ad esempio e simbolo del genio umano.

In realtà questa operazione di spoliazione ed impoverimento di queste figure, spesso precorritrici e cassandre di avvenimenti contemporanei, non è servita ad altro che a depotenziare il loro portato Rivoluzionario (nell’accezione più ampia del termine) o a cristallizzare in forma iconica, quindi semplificando e banalizzando elementi “non riconducibili”.

La voracità dei miseri ha spolpato la carcassa esanime di grandi personaggi per vestirli –ora che non possono più opporsi-  dei panni che preferiscono trasformandoli in figurine buone per tutte le stagioni.

Di esempi ne sono piene le pattumiere politiche, artistiche e sociali, basti citare un autore come Albert Camus, la cui figura è stata per anni esemplificata nel ruolo di scrittore/autore teatrale con sfumature sociali, passando sotto silenzio o relegando a ruoli marginali i suoi impegni come pubblicista, che in vita lo scagliarono in un isolamento dovuto alle sue posizioni impopolari sia all’interno della sfera politico/sociale (le sue invettive contro il colonialismo in Africa e per l’indipendenza dell’Algeria) istituzionale, che in una certa sinistra transalpina filo-russa (le sue feroci polemiche contro l’imperialismo sovietico che portarono fra l’altro alla rottura con l’amico ed intellettuale “organico” Sartre). Eppure eliminando o sottacendo la sua dimensione di impegno politico e sociale, mal si comprendono –a mio vedere- opere fondamentali come “Lo straniero”, “La peste” o ancor più “L’uomo in rivolta”, che senza questa prospettiva mancano del retroterra ideologico sul quale innestarsi e svilupparsi.

 

Sorte simile è toccata al grande romanziere americano Samuel L. Clemens, più noto con lo pseudonimo di Mark Twain, celebre come scrittore di romanzi per “ragazzi” come “Tom Sawyer” o “Le avventure di Huccleberry Finn” eppure Twain è stato anche altro, una sagace osservatore della propria contemporaneità affrontata con una prosa mai banale, asciutta e irriverente, a tratti comica e sarcastica ma (quasi) mai livorosa, sempre ricca di spunti.

Dagli articoli di giornale al racconto breve, dal paradosso alla favola.

Ateo ed anticlericale convinto, coscienza scomoda dell’America bigotta e puritana, ipocrita ed imperialista, irriverente libertario nonché antirazzista, caratteristiche queste che soprattutto nell’ultima parte della sua esistenza gli provocarono non pochi grattacapi ed attirarono su di lui sguardi non proprio benevoli da parte di varie chiese, personaggi pubblici, colleghi, ecc…

Eppure questo suo portato si può individuare anche nei suoi lavori più noti. La voglia e l’amor di Libertà di Huck Finn, la figura del suo amico, il nero Jim che si lega ai temi della schiavitù e del razzismo sono alcuni degli ambiti cari all’autore che permeano l’opera twainiana e che la rendono per questo ricca di testi leggibili su vari piani e quindi fruibili da individui di tutte le età/sensibilità.

Un autore complesso quindi, con una gran capacità di non perdere mai la sua vena di sarcasmo comicheggiante, anche trattando temi scabrosi come le ipocrisie palesi contenute nelle religioni con il loro portato di credulità, furbizia che gioca sull’ignoranza, utilizzata in ultima sintesi per mantenere i più in una condizione di minorità forzata, indotta e coltivata, temi che quindi fanno il paio con la sua critica al democratismo acritico (come se bastasse un termine a sancire dignità ed uguaglianza) e dello stato.

Articoli come “Alla persona che vive nelle tenebre”, critica ferocissima e senza mezze misure dell’ “esportazione del vangelo” , dito ossuto dietro al quale si nascondono ben altri interessi che non la salvezza forzata delle anime dei popoli africani “infedeli” è un ottimo esempio (consigliato) per comprendere meglio il Twain “sconosciuto” e un pezzo di tragica attualità se solo si sostituisce alla parola vangelo quella di democrazia, un termine rassicurante e condiviso da tutte le persone “per bene”, utilizzato come specchietto per le allodole al fine di occultare i reali interessi imperialisti.

Twain era un intellettuale tanto scomodo quando per noi attuale, che dovrebbe insegnarci un metodo inedito per attaccare il potere e che dovrebbe farci ricordare che dietro ogni icona c’è spesso una dimensione d’impegno civile sul quale si innesta (spesso) la sua opera e senza la quale non avremmo potuto godere del frutto di pagine ed inchiostro.

 

Evjenj Vasil’ev Bazarov

Firenze: IL MOVIMENTO NON SI PROCESSA! corteo 21 maggio

Il 4 maggio 2011, 22 studenti sono stati svegliati da uomini in divisa che, ordinanze alla mano, dopo aver perquisito le loro case, hanno provveduto a schedarli e ad imporre 5 arresti domiciliari e 17 obblighi di firma.

Se questo non bastasse, i media hanno sbattuto sulle prime pagine, anche nazionali, la notizia dell’arresto per associazione a delinquere di pericolosissimi criminali, presentando l’operazione come grande successo… della collaborazione tra polizia e servizi segreti. Gli zelanti giornalisti non hanno, però, voluto farci sapere che i 22 “pericolosi studenti” sono rei di aver partecipato attivamente ai movimenti studenteschi del 2009-2010 contro la devastazione della scuola e dell’università, contro l’apertura di Casapound, contro la costruzione di un CIE in Toscana e contro la presenza dell’On. Santanché al Polo di Novoli.

Questi studenti sono inquisiti perché lottano insieme, riuscendo a tessere legami ed essendo parte attiva nelle lotte politiche e sociali che attraversano questa città: da quelle sui posti di lavoro a quelle contro i Centri di Identificazione ed Espulsione, dalle lotte contro per la difesa della scuola e dell’università pubblica fino alle lotte per il diritto all’abitare.

Per questo, al fianco dei 22 studenti, tra gli altri 78 indagati, troviamo molti compagni che hanno condiviso le mobilitazioni dell’ultimo anno, indipendentemente dall’appartenenza al mondo universitario.

E’ però chiaro, al di là dei nomi che compaiono nei fascicoli dell’indagine, che ad essere sotto processo sono le pratiche quotidiane e comuni a tutti quei movimenti che cercano realmente di incidere sul proprio territorio: manifestazioni spontanee, occupazioni e blocchi del traffico.

Se da un lato vediamo sempre più attaccati i diritti collettivi, dall’altro chiunque provi a lottare e organizzarsi insieme contro questo stato di cose viene colpito dalla repressione che è proprio lo strumento che lo Stato utilizza per ridurre gli spazi di azione e agibilità politica a chi pratica il conflitto.

Quest’inchiesta non può e non deve essere un problema solo di coloro che oggi sono costretti ai domiciliari o sottoposti all’obbligo di firma e neanche degli indagati o delle realtà di cui fanno parte.

Deve essere un problema di tutti coloro che, in questi mesi, hanno sostenuto o partecipato alle lotte degli studenti, dei lavoratori, degli immigrati e per il diritto alla casa sviluppatesi in lungo e in largo in questo paese.

Deve essere un problema di tutti coloro che ritengono che le libertà che pensavano acquisite e che in questo momento vengono rimesse in discussione, vadano difese con un’azione comune.

Questi sono i motivi che ci spingono a invitare tutt* a manifestare

SABATO 21 MAGGIO

ALLE ORE 15.30 IN PIAZZA S.MARCO

PER L’IMMEDIATA REVOCA DI DOMICILIARI E OBBLIGHI DI FIRMA!

VITTORIO, DANI, MASSI, LUCA, PIETRO LIBERI! TUTT* LIBER*

Assemblea cittadina contro la Repressione

L’uomo di marmo – di Andrzej Wajda

Il film, ambientato nella Polonia di fine anni ’70, parla di una laureanda in cinema che come sua tesi decide di girare un documentario sulla vita di Birkut, un operaio “campione del lavoro” negli anni ‘50, eroe della propaganda comunista che poi, quasi da un giorno all’altro scompare dalle cronache, fagocitato dall’oblio della storia. Di lui rimangono solo qualche filmato ed un’enigmatica scena, unica testimone della caduta, nella quale il suo ritratto viene tolto dal pantheon dedicato appunto a questi campioni.

La ricerca della giovane, archetipo in certi casi quasi caricaturale della nuova gioventù polacca che comincia in qualche misura ad assumere in sé i nuovi “valori” d’oltre cortina (il jeans diventa qui un simbolo profano d’occidentalismo) non è facile, Birkut è diventato come un fantasma consegnato all’oblio delle memorie, tanto da risultare molto difficile anche solo riuscire a sapere se sia vivo o morto. Non voglio approfondire ulteriormente la trama del film, che evidentemente va visto, mi limiterò quindi a qualche considerazione legata soprattutto al significato di questa pellicola, che attraverso l’occhio del regista è riuscita a fotografare in maniera sorprendente sia quella che era la situazione sociale di quegli anni in un paese dominato da un regime comunista, sia il prossimo futuro, che si sarebbe palesato di li a poche decine di anni con la “vittoria” dei paradigmi occidental/capitalisti.

Il film alterna scene contemporanee a stralci di vecchi filmati di propaganda, il ritmo frenetico impresso ai movimenti ed ai dialoghi della giovane protagonista si contrappongono e si integrano con i ritmi dell’idustrializzazione forzata mostrata negli spezzoni di pellicola in una sorta di frenetica rincorsa ad un futuro in entrambi i casi sconosciuto ed affascinante.

È palese in questo lavoro la denuncia dell’oscurantismo di regime rappresentato attraverso l’opera di cancellazione della memoria e della difficoltà nel reperire anche un minimo tassello che permetta di ricostruire le vicende di un individuo assurto agli allori dal niente e con la stessa velocità consegnato all’oblio delle memorie, com’è altrettanto lampante di come attraverso le vicende narrate (e la stessa uscita del film) si rappresenti non un apertura “democratica” alle voci discordi e non allineate, ma piuttosto  un segno dell’aprirsi delle prime crepe nell’impianto autoritario sovietico; ma a saper leggere più a fondo le immagini ed i personaggi si può intravedere anche un monito nei confronti dei nuovi (dis)valori veicolati dalle influenze occidentali infatti l’atteggiamento frenetico del la giovane regista, il suo ricercare elementi utili alla propria ricerca anche a discapito dei sentimenti altrui (indicativa in questo caso la visita a casa dell’ex moglie di Birkut), il suo voler raggiungere l’obbiettivo ad ogni costo sono il presagio di un futuro prossimo venturo nel quale una nuova dittatura, più subdola, si sta preparando. Un film decisamente anticomunista ma che non stenta a mostrare i pericoli –poi mostratisi esatta predizione- della nuova way of life. Da vedere.

Svizzera – Formalizzate le accuse contro Silvia, Billy e Costa

fonte: indymedia svizzera

Attentato sventato contro IBM: si va in tribunale
Berna, 09.05.2011 – Il Ministero pubblico della Confederazione (MPC) promuove l’accusa contro due cittadini italiani e uno svizzero residente in Italia, i quali hanno presumibilmente preparato un attentato contro il centro di ricerca sulle nanotecnologie di IBM a Rüschlikon. L’atto d’accusa è stato trasmesso al Tribunale penale federale a Bellinzona il 6 maggio 2011.

Il 15 aprile 2010, tre persone sono state fermate nell’ambito di un controllo stradale nelle vicinanze del passo dell’Albis (ZH). Nell’automobile sono stati rinvenuti e quindi sequestrati esplosivi e altri oggetti che possono servire a perpetrare un attentato. Gli oggetti si trovavano nel baule e in prossimità del sedile del passeggero. La passeggera portava su di sé, tra gli altri, due cariche di esplosivo per un peso complessivo di 476 grammi. Vi erano, quindi, tutte le componenti necessarie per assemblare un cosiddetto dispositivo esplosivo ed incendiario non convenzionale (DEINC). Inoltre, nell’automobile sono state scoperte 31 lettere di rivendicazione manoscritta e in lingua tedesca, nella quale il gruppo ,ELF SWITZERLAND EARTH LIBERATION FRONT” rivendicava un attentato con esplosivo contro il centro di ricerca sulle nanotecnologie di IBM a Rüschlikon in costruzione.

L’inchiesta condotta dal MPC unitamente alla Polizia giudiziaria federale (PGF) ha permesso di rilevare che le tre persone, provenienti da Bergamo, sono entrate separatamente in Svizzera il 14 e il 15 aprile 2010. Presumibilmente, l’esplosivo è stato introdotto illegalmente dalla frontiera nei pressi di Brissago. Con un’automobile a noleggio sono poi recati in tre dal Ticino verso l’area di Zurigo. A circa tre chilometri dall’obiettivo dell’attentato menzionato nella lettera di rivendicazione sono stati fermati e arrestati. Da allora le tre persone sono in carcere preventivo.

L’accusa è di atti preparatori punibili di un incendio intenzionale (art. 260bis cpv. 1 e 3 in comb. disp. con l’art. 221 cpv. 1 del codice penale svizzero; CP), occultamento e trasporto di materie esplosive (art. 226 cpv. 2 CP) e commercio non autorizzato (importazione) con esplosivi (art. 37 n. 1 in comb. disp. con l’art. 4 della legge federale sugli esplosivi e art. 31 cpv. 1 dell’ordinanza sugli esplosivi; LEspl e OEspl). Gli imputati sono presunti innocenti fino al giudizio. Trasmesso l’atto d’accusa, il Tribunale penale federale di Bellinzona è competente per informare i media.

Nussun arresto fermerà questa nuova primavera… [comunicati da Spazio Liberato 400Colpi]

Comunicati da Spazio Liberato 400Colpi

LIBERTA’ PER TUTTI! Bilancio dell’operazione del 4 maggio contro la presunta associazione a delinquere “400Colpi”

Bilancio dell’operazione del 4 maggio: 5 arresti domiciliari, 17 obblighi di firma, 22 perquisizioni in abitazioni private, perquisizione allo Spazio Liberato 400Colpi (con massicci sequestri e danneggiamenti). Accusa: associazione a delinquere. I fatti contestati sono per lo più gli episodi di conflitto che hanno scaldato l’ultimo autunno, ma non solo. Manifestazioni non autorizzate, occupazioni, danneggiamenti di banche, blocchi stradali e ferroviari, i tafferugli a Novoli per cacciare la ministra Santanchè dalla facoltà, presidi di solidarietà al Tribunale dei Minori durante i processi ai compagni.
LIBERTA’ PER PIETRO LUCA MASSI DANI E VITTORIO!

un abbraccio di cuore a i compagni di ogni dove che in queste ore hanno saputo dimostrarci una solidarietà emozionante

Nussun arresto fermerà questa nuova primavera…

“Associazione a delinquere”, dicono loro. Noi diciamo autonomia, conflitto, azione diretta. La definiscono “smantellata”. Noi ridiamo pensando alla loro illusione.

Che l’operazione sia il frutto dell’ennesima montatura giuridica è cosa ovvia, e non abbiamo nessuna voglia di sprecare parola in merito.
Non ci stupisce il fatto che a subire obblighi di firma e perquisizioni siano stati anche diversi compagni che non partecipano alle assemblee dello Spazio Liberato 400Colpi. Sono i compagni con cui abbiamo condiviso percorsi di lotta, sono le amicizie politiche che, aldilà dei confini geopolitici classici, ci siamo sempre proposti di coltivare. Dei legami che sono stati capaci di produrre conflitto e che ci hanno fatto respirare aria nuova in una Firenze pacificata.

“Bliz contro gli anarchici”, dicono loro. Noi diciamo operazione anti-insurrezionale contro tutti quelli che hanno deciso di abbandonare il feticismo dell’identità per costruire una prospettiva rivoluzionare reale dell’oggi. Contro chi, al di là di parrocchie e liturgie, ha avuto il coraggio di abitare con determinazione quei piccoli spazi di conflitto che negli ultimi mesi hanno creato crepe all’interno del dispositivo metropolitano senza portarsi dietro bandiere nè dogmi, ma confrontandosi con umiltà con un reale da conoscere e sovvertire. Contro quel movimento reale che dai tempi dell’ “onda” ha iniziato ad emergere dalle sabbie mobili del rivendicazionismo studentista e della “protesta civile”, e fottendosene contemporaneamento di cristallizzare la propria identità all’interno di una delle “aree militanti”.

Giornali e TV potranno dipingerci quanto vogliono come una setta anarcoide isolata. Sappiamo che lì fuori, nelle scuole, nelle università, nei quartieri, ci sono tanti compagni che ci conoscono e riconoscono come compagni. Fratelli con cui abbiamo condiviso materialmente e non tutti gli episodi “delittuosi” di cui ci incolpano: dall’occupazione di scuole e facoltà, dai picchetti antisfratto ai blocchi dei flussi metropolitani passando per i cortei selvaggi. Siamo sicuri che queste amicizie politiche si dimostreranno più forti di ogni operazione sbirresca.

Lo sciopero irreversibile avanza, crea sempre più crepe, preoccupa il Partito dell’Ordine partendo dal ministero dell’interno fino ad arrivare al funzionario Digos locale. Una mobilitazione studentesca più piccante del solita, una Piazza del Popolo in rivolta, una insieme di piccoli gesti scioperanti e di nuovi legami. Il bisogno di espandere ed organizzare questo movimento reale a Firenze come in altre città ha già iniziato a farsi programma. Difficile, ambizioso, pericoloso, certo.

Ma nulla potrà fermare questa nuova primavera.

LIBERTA’ PER TUTTI I COMPAGNI
A TESTA ALTA PER IL CONFLITTO SOCIALE

Spazio Liberato 400Colpi
per l’autonomia diffusa

Fatti di Firenze Update

Da Informa-azione:

Intorno alle 6 del mattino le abitazioni di diversi compagni e compagne attivi a Firenze sono state invase dagli operatori della repressione per mettere in atto una nuova tappa nell’attacco all’Anarchia. Come recentemente avvenuto a Bologna, anche in questo caso, lo strumento utilizzato per colpire e arrestare dei compagni, è il reato di associazione a delinquere. Da quanto possiamo apprendere dalle veline diffuse dai media di regime, questa volta avrebbe assunto una nuova declinazione: se per i compagni bolognesi l’accusa era inizialmente di “associazione a delinquere con finalità eversive”, questa volta si tratterebbe, con uno strano avvitamento, di “associazione a delinquere finalizzata all’istigazione a delinquere”, sostenuta da reati specifici quali occupazione abusiva di edifici pubblici, danneggiamento, deturpamento e imbrattamento di beni immobili, resistenza, violenza e oltraggio a pubblico ufficiale, interruzione di pubblico servizio e violenza privata.

Da notare come questo attacco al movimento anarchico e studentesco fiorentino, oltre ad avere evidenti promotori nell’amministrazione locale, abbia coinvolto gli apparati centrali della repressione italiana come esplicitato in questo estratto:

“I provvedimenti sono stati eseguiti dalla Digos e coordinati dalla
Direzione centrale della polizia di prevenzione (Ucigos). […] All’indagine hanno contribuito anche i
servizi segreti (Aisi) con il loro supporto informativo.” [Ansa.it]

Sommare reati specifici di scarsa rilevanza penale e riunirli sotto il cappello del reato associativo, sembra essere una strategia da somministrare a livello nazionale, coinvolgendo direttamente i centri nevralgici della repressione, per scardinare le realtà di conflitto, dissenso e controinformazione presenti nelle diverse città.
Attacchi di questo tipo denotano la paura che si instilla nel Potere Democratico, nell’osservare come certe pratiche e certe relazioni, riproducibili e moltiplicabili, possano disturbare i riti e le maschere con i quali cerca di celare una realtà di oppressione e violenza.

Solidali con i compagni di Firenze
informa-azione


Raccogliamo di seguito riflessioni e comunicati su quanto sta accadendo a Firenze:

Da La Riottosa

Stamani alle prime luci la polizia si presenta alla Riottosa per effettuare la perquisizione di una delle roulotte circostanti. Al termine dell’operazione (priva d’esito, c’é bisogno di dirlo?) il compagno che dormiva nella roulotte viene condotto al suo indirizzo di residenza per un’altra perquisizione, poi gli viene notificato l’obbligo di firma. Veniamo a sapere che si tratta di una delle 24 misure cautelari imposte dal giudice nell’ambito di un’indagine che coinvolge molti appartenenti al movimento studentesco fiorentino secondo l’articolo 416 (associazione a delinquere); evidentemente l’ennesima intimidazione a chi negli ultimi mesi si è opposto a questo clima mortifero, di certo (profetizziamo) un’altra indagine inconsistente, basata solo sulla volontà politica di colpire qualsiasi dissenso, in linea con le indicazioni di Maroni, e con quanto avviene in tutta Italia.
Esprimiamo il nostro caloroso affetto, il nostro assoluto sostegno, la nostra totale complicità con chi viene colpito oggi dalla repressione, certi che nelle prossime ore la solidarietà si allargherà moltissimo, e i compagni non verranno lasciati soli.

Libertà per tutti gli indagati!

La Riottosa Sguott

stampa di regime:
http://firenze.repubblica.it/cronaca/2011/05/04/news/anarchici_22_misure_cautelari-15751038/
http://www.corriere.it/cronache/11_maggio_04/firenze-arresto-anarchici_ccc496e6-7616-11e0-b432-72ecee218af7.shtml
http://qn.quotidiano.net/cronaca/2011/05/04/499846-firenze_blitz_contro_anarchici.shtml


Solidarietà dall’Asilo Occupato di Torino

Anche i compagni dello spazio liberato 400colpi, dopo l’attacco al Fuoriluogo di Bologna, sono oggetto di una campagna repressiva che intende colpire e ridurre al silenzio chiunque pratichi il conflitto permanente e l’azione diretta, chiunque traduca nel quotidiano la critica radicale a questo esistente. Questo è il prezzo da pagare per chi non si piega ai compromessi, per chi si ostina a sollevarsi e  creare crepe nel grigiore opprimente della pacificazione imposta. Quello che sbirri e magistrati non possono afferrare, perchè eccede gli schemi ottusi della loro visuale, e che l’insofferenza a la rabbia che li minacciano non si possono ridurre a una sigla, limitare nel perimetro di etichette, soggetti, fantasiosi organigrammi organizzativi o  presunte identità , pergiunta create ad hoc. Perchè si annidano ovunque. Perchè sono ovunque latenti e pronte a dilagare, da ogni intersizio del vostro controllo. I media parlano di 22 compagni arrestati, a cui si imputa il contributo pratico alle lotte studentesche di questo autunno, quella determinazione necessaria per essere da stimolo alle lotte. Non sappiamo nient’altro di più preciso, non ci interessa discutere sul terreno di reati e accuse, lo lasciamo ai tribunali e ai nostri nemici. Quello che ci interessa è usare la solidarietà come arma pratica per disinnescare i meccanismi repressivi, per ribadire che non abbiamo alcuna intenzione di arretrare.

Solidarietà ai compagni e alle compagne di Firenze, solidarietà allo Spazio Liberato 400colpi!

Asilo Occupato – Torino

da Repubblica.it:

Blitz contro gli anarchici 22 misure cautelari

Operazione scattata all’alba contro appartenenti all’area anarchica che fa riferimento agli ambienti studenteschi e alla compagine denominata “Spazio Liberato 400 Colpi”

di LAURA MONTANARI

Blitz contro gli anarchici  22 misure cautelari Il logo del gruppo anarchico sulla sua pagina Fecabook

Studenti, incensurati, quasi tutti fiorentini. L’operazione della polizia contro gli esponenti del gruppo anarchico “Spazio Liberato 400 colpi” è in corso a Firenze dall’alba. Il Gip Rocchi ha emesso 22 misure cautelari nell’ambito di un’inchiesta della procura che vede indagate 78 persone. Sono per lo più ragazzi che fanno riferimento a un gruppo anarchico che si riuniva in alcune stanze di proprietà dell’università, nel centro storico. I locali sono ora sotto sequestro.

Le misure cautelari riguardano 19 toscani, un napoletano, uno di Ancona e uno Nuoro. I destinatari dei provvedimenti hanno tutti tra i venti e trenta anni e sono ritenuti responsabili di associazione a delinquere finalizzata alla realizzazione istigazione a delinquere, occupazione abusiva di edifici pubblici, danneggiamento, deturpamento e imbrattamento di beni immobili, resistenza, violenza e oltraggio a pubblico ufficiale, interruzione di pubblico servizio e violenza privata.

I reati contestati riferiscono a violenze che risalgono allo scorso autunno e fanno riferimento anche alle contestazioni della Riforma Gelmini dell’università. Fra gli episodi per esempio, i danneggiamenti ai bancomat di istituti di credito fiorentini, il sabotaggio dei sistemi di videosorveglianza della città, ripetuti danneggiamenti di sedi di partiti o di sindacati e di istituzionali nazionali ed internazionali, l’occupazione abusiva di beni immobili comunali e di enti privati, episodi di violenza contro le forze dell’ordine e infine episodi di interruzione di pubblico servizio concretizzatisi nel blocco prolungato della circolazione ferroviaria e stradale.

Le misure cautelari sono state eseguite dalla Digos e coordinate dalla Direzione centrale della polizia di prevenzione (Ucigos). Cinque i giovani agli arresti domiciliari, 17 con obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.  I servizi segreti interni (Aisi) hanno dato un importante contributo alle indagini.

Nello scorso gennaio su alcuni blog dell’area anarchica era stato denunciato che nella sede di “Spazio liberato 400 colpi” di via del Parione a Firenze erano state trovate due microspie. La notizia con tanto di foto era girata su Internet. Secondo le accuse i giovani pianificavano dalla sede di “Spazio Liberato 400 colpi” i blitz notturni come quello avvenuto nella sede della Cisl o i danneggiamenti alle telecamere del Comune alla vigilia delle manifestazioni di piazza in modo da mettere da non essere ripresi. Nel corso delle proteste contro la Riforma Gelmini era stato occupato anche il cantiere della stazione Foster, il nodo fiorentino dell’Alta Velocità.