Juan e Alessio – In merito a certa solidarietà

In merito a certa solidarietà, pubblichiamo alcune riflessioni di Juan e Alessio, prigionieri anarchici attualmente incarcerati per l’operazione repressiva del 26 gennaio contro la resistenza No Tav

Risposta di Juan all’AUT AUT

Sento che è necessario scrivervi come AUT AUT, non voglio scrivere ipocrisie o menzogne.

Sono del parere che la solidarietà può essere accettata o meno e soprattutto deve avere un minimo di coerenza dal mio punto di vista.

Vedete, non sapete che io ho abitato a Zena per quasi quattro anni, fino al mio arresto, poco fa (sei mesi) per un furto e per gli scontri in valle.

Tutto questo per dirvi che la vostra linea politica, che ho avuto modo di conoscere abitando a Genova, mi è sembrata aberrante e contraria ai miei principi. Magari in questa occasione voi non volevate fare distinzioni fra “buoni” e “cattivi”, “innocenti”o “colpevoli” ma in altre occasioni le distinzioni le avete fatte e come! A volte pure con amici miei!

A me non piace una linea portata vanti così, mi sembra da politicanti, la detesto e non solo ci lotto contro.

Non starò a fare nessun elenco, voi sapete e lo sanno pure i miei amici e compagni, questo è sufficiente. Voglio dirvi semplicemente e senza ipocrisia che voi non siete compagni miei.

I compagni secondo il mio modesto parere si scelgono a vicenda!
La solidarietà è una pratica che va accettata se c’è complicità e sincerità, e questo non mi sembra proprio il caso. Non  voglio aprire un dibattito con voi semplicemente  pretendo che non mi nominiate neanche, sotto nessun aspetto. Attentamente.

Juan

Lettera dell’Aut Aut

Ciao Juan,

questa lettera ti arriva da Genova dalle compagne e dai compagni tutti.

Sentiamo che è necessario scriverti, per dirti che sentiamo che è necessario scriverti per dirti che ciò che sta succedendo a te  e a tutti i compagni arrestati non fa che rafforzare ancora più la nostra determinazione nel portare avanti questa lotta, giusta e bella.

La repressione che  stiamo vivendo non fa che accrescere la consapevolezza di essere uniti e compatti, lo dimostrano le iniziative e i messaggi che rimbalzano da una parte all’altra d’Italia. Sappiamo che siete consci di non essere soli e vogliamo dirvelo anche con questa lettera.

Il movimento sta attraversando un momento sicuramente duro, allo stesso tempo formativo e aggregante: quello che stiamo facendo nelle piazze di tutta Italia lo stiamo facendo per voi, per noi stessi, per la Val Susa.

Continuiamo la nostra lotta compagni, molto presto tornerete con noi nelle strade delle città, sui sentieri, delle montagne, tutti assieme.

Un grande abbraccio da Genova.

AUT AUT 357


Risposta di Alessio in merito al comunicato di solidarietà di Ska e Officina

In merito al comunicato di solidarietà dello ska e di officina 99 ho da fare alcune precisazioni. Solo poche righe, molto facili da capire se lette con attenzione, non tornerò più su questo specifico argomento, a meno che non venga costretto da un altro ributtante comunicato come questo.

Le parole e soprattutto gli scritti hanno sempre un peso, è bene quindi, tenere conto quando si accenna ad altri individui, soprattutto quando gli stessi in questione sono in carcere.

Nel vostro comunicato mi tacciate come un compagno che si impegna contro questo sistema fascista, nelle lotte ambientali, contro la precarietà e nella difesa del territorio.

Vi ricordo che sono anarchico. Io non mi impegno nella lotta come se fosse un passatempo della domenica, quotidianamente io cerco angoli di attacco e gli utilizzo per colpire il sistema politico economico vigente. In quanto antiautoritario odio qualsiasi sistema di potere sia esso dittatoriale o democratico, fascista o comunista o liberale. Io combatto contro lo stato ed il capitale.

E’ proprio perché considero lo stato come il cane da guardia della proprietà dei padroni che mi sono scontrato ripetutamente con le sue truppe armate.

Non è certo per velleità ambientaliste che mi sono battuto contro l’apertura di nuove discariche o la costruzione della TAV. Semplicemente in quelle lotte ho apportato i miei metodi e le mie idee per contrastare il potere. E’ perché considero la solidarietà un’arma e so bene come usarla. In più vi permettete di accostare il mio agire alle lotte contro la precarietà.

Non c’è niente di più falso in tutto ciò.

Sono per la distruzione completa della proprietà, considero il ricatto del lavoro salariato, in qualunque forma si manifesti, come un cancro che ha reso gli individui esseri acquiescenti che si sono piegati per trenta e passa anni a qualunque porcata padronale.

Questo surrogato di vita in cui noi sfruttati quotidianamente annaspiamo, si basa sulla produzione di merce e servizi. E di tutto questo sono responsabili anche i lavoratori. Precari o a tempo indeterminato che siano.

Sulla difesa del territorio non equivocate.

Intervengo in situazioni di questo tipo perché sono consapevole che l’arroganza del potere si manifesta ovunque.

Ed è dappertutto quindi che la contrasto, che sia tra le mura di un carcere così come nelle strade. Dappertutto è necessario battersi per far si che il conflitto sociale avvampi sempre più, senza nessuna sorta di mediazione con le istituzioni.

Proprio prendendo in considerazione quest’ultima frase vi invito caldamente a non permettervi più, neanche lontanamente, a dichiararvi miei complici.

Sono complice di quegli individui che durante gli assalti contro il potere non dispongono di nessuna protezione se non la pratica delle proprie idee, il rispetto della parola data e la mancanza di calcoli politici, senza nessuna mediazione con lo stato e le sue istituzioni.

Concludo facendovi presente un’ultima cosa: quando dite di esprimere solidarietà militante nei confronti di tutti coloro che stanno facendo i conti con il braccio armato dello stato, avete in mente che in carcere esistono sezioni intere riempite di infami, pezzi di merda di varia natura e quei pochi fascisti al gabbio?

Riflettete bene su questo: in quanto anarchico sono per la distruzione totale di tutto il sistema carcerario. Non augurerei il carcere neanche ad un infame, mi guarderei però da accordargli la mia solidarietà.

Come dicevo in apertura di testo, le parole come gli scritti hanno un peso, conviene ponderarlo bene.

Alessio Del Sordo

Pistoia – Presentazione de “Le scarpe dei suicidi”

Sabato 7 Aprile, presso la Libera officina Primo Maggio, in via Argonauti 10 a Pistoia Mario Farisetti (Skizzo) presenta “Le scarpe dei suicidi” di Tobia Imperato.

Il 5 marzo 1998 i PM di Torino Maurizio Laudi e Marcello Tatangelo arrestano gli anarchici (squatters) Silvano Pelissero, Edoardo Massari (BALENO) e Maria Soledad Rosas (SOLE) con l’accusa di Associazione Sovversiva, accusandoli di alcuni attentati in Val di Susa con prove inesistenti e/o costruite a tavolino. La stampa di Regime non perde tempo costruendo intorno ai tre squatters torinesi una campagna diffamatoria e infame basata su accuse semplicemente false.

I tre squatters vengono sottoposti  da subito ad un trattamento d’isolamento carcerario e fatti oggetto di angherie, oltraggi e soprusi di ogni sorta.

Il 28 marzo 1998 BALENO viene trovato “impiccato” nella sua cella di isolamento.

Successivamente, l’11 luglio sarà la sua compagna SOLE a “impiccarsi”.

 Dopo mesi e anni d’ingiurie e calunnie dei giornali di Regime, dopo aver subito le peggiori vessazioni, nel 2002 la Corte di Cassazione stralcia l’accusa di Associazione Sovversiva, riconoscendo la falsità di tutte le accuse montate ad arte dai PM torinesi.

La MONTATURA non ha retto, ma Laudi e Tatangelo possono andare fieri di aver eliminato due Anarchici!

 Tobia Imperato, con questo libro smonta tutte le falsità, riporta la VERITA’ su Silvano, Baleno e Sole. Ma pagherà a caro prezzo questo suo impegno, perseguitato con denunce e fermato in diverse occasioni. Tuttora è fatto oggetto della repressione della Procura di Torino: il 26 gennaio è stato tratto in arresto nell’indagine contro il Movimento No Tav. Per questo il 7 non sarà possibile la sua presenza.

Dalle ore 20 Cena, a seguire la presentazione.

Il ricavato sarà destinato alle spese legali dei NO TAV arrestati il 26 Gennaio

COORDINAMENTO NO TAV PISTOIA

Madda trasferita a Rebibbia

riceviamo e diffondiamo:

Abbiamo appreso oggi che qualche giorno fa Maddalena Calore (Madda), rinchiusa fino a poco tempo fa al carcere di Trapani, è stata trasferita al carcere Rebibbia a Roma.
Di conseguenza il presidio sotto al carcere di Trapani indetto per Sabato 7 Aprile verrà annullato.
Seguiranno aggiornamenti sulla situazione…

Madda libera!
Liberi tutti!

Anarchici catanesi


Madda è detenuta nella sezione femminile della Casa Circondariale di Rebibbia.

Per scriverle:

Maddalena Calore
C.C. – Via Bartolo Longo 92 – 00156 Roma

Firenze – Ricominciamo [sulla risposta agli arresti]

riceviamo e diffondiamo:

Firenze – Ricominciamo  [sulla risposta agli arresti]

Non siamo soliti fare resoconti di tutte le nostre uscite, ma dopo i fatti degli ultimi giorni ci sembra importante informare i compagni sulla situazione attuale a Firenze, sui problemi da affrontare e le potenzialità  da sviluppare.
Tanto per cominciare i fogli di via non sembrano aver intimidito nessuno e saranno deliberatamente ignorati.
Scarcerati nella tarda mattinata di sabato,  tre cari compagni saranno costretti a stare nelle rispettive città di residenza poiché colpiti da obblighi di dimora: Sandro e Filomena a Pontassieve, Nicola a Pistoia. La poca distanza da Firenze ci permetterà comunque di vederli quotidianamente e di sicuro non saranno lasciati soli.
La risposta agli arresti è stata pronta e buona.
La mattina di sabato si è tenuto un presidio al mercato di piazza Dalmazia, partecipato da circa 60/70 persone, provenienti da Firenze come da altre città.
Il presidio è stato molto tranquillo (e forse anche un po’ noioso) per una scelta precisa: si voleva rincarare la grossa figura di merda fatta dalla Digos nella mattina di giovedì, quando gli sbirri hanno brutalmente arrestato i compagni  tra le grida di sdegno della gente. La tranquillità del presidio ci ha permesso di confrontarci con diverse persone che cominciano ad aprire gli occhi sulle pratiche reali delle forze di polizia. Sono stati distribuiti e attacchinati gli stessi volantini di giovedi mattina: contro la presenza della polizia in strada e sugli assassinii di Youssef  Ahmed Sauri e R’Himi Bassem da parte delle guardie. Due camionette che ci attendevano di fronte al carcere di Sollicciano sono state lasciate a sorvegliare il nulla.
Dopo aver preso un bus, ci siamo concentrati di nuovo in centro. Verso le due e mezzo è partito un corteo di una quarantina di persone, che da via Palazzuolo ha attraversato tutto il centro storico fino a Piazza Sant’ Ambrogio. Interventi continui, cori, manifesti sugli omicidi di Stato e scritte contro la polizia lungo tutto il percorso. Le ghigne contrite dei digossini al seguito e l’attenzione della gente sono stati un buon termometro della situazione: in città la Questura ha perso un po’ della sua faccia migliore. Pochissimi e contenuti i momenti di tensione.
Significativo è stato il contributo dei compagni da fuori, cui mandiamo un abbraccio di cuore, come a tutti coloro che in vari modi ci hanno dato appoggio qui e nelle altre città.

Un’ultima considerazione: i fatti di giovedì hanno segnato senza dubbio un salto di qualità nella gestione quotidiana dei conflitti sociali a Firenze. Se gli sbirri si sono messi in testa di arrestare  compagni per un volantinaggio e due manifesti sul muro, se hanno deciso di impedire i concentramenti solidali sotto la Questura ogniqualvolta vi siano dei fermi, prendendo i documenti a tutti i presenti e staccando direttamente sul posto fogli di via…questa è una svolta repressiva che tocca tutti coloro che rompono gli argini sempre più stretti della legalità. Ne va della possibilità di volantinare sulla pubblica piazza, di far parlare muri bianchi e muti, di sfilare senza autorizzazione, di esprimere solidarietà ai fermati in Questura, di vivere la città senza avervi una residenza anagrafica e riconosciuta. Non scardinare  questi meccanismi giorno per giorno, limitandosi a risposte episodiche, significa ficcarsi tutti quanti in un vicolo cieco. Se continueremo a pensare di non essere mai abbastanza per agire, non ne usciremo più. La forza del numero ha certo il suo peso specifico nelle lotte, ma non si ottiene distribuendo il bollettino del censimento, e soprattutto non è la sola forza. Che la fantasia e l’imprevedibilità ci aprano la strada nella giungla della repressione.

Nella giornata di sabato abbiamo dimostrato che non ci hanno fermato neanche stavolta. Continuiamo così.
Avanti tutta, ma davvero!

Alcuni anarchici a Firenze
Disadattati autorganizzati

11 Aprile. Appello dal movimento No Tav

Dopo la terribile giornata del 27 febbraio, quando uno di noi ha rischiato di morire per aver tentato di intralciare l’allargamento del fortino della Maddalena, il moltiplicarsi dei cortei, dei blocchi di strade, autostrade, porti e ferrovie, in decine e decine di grandi e piccole città italiane ci ha dato forza nella nostra resistenza sull’autostrada.
In quell’occasione abbiamo capito che, nonostante le migliaia di uomini in armi, il governo e tutti i partiti Si Tav erano in difficoltà. Si sono aperte delle falle nella propaganda di criminalizzazione, si sono aperte possibilità di lotta accessibili a tutti ovunque.

 Il 27 febbraio non si sono limitati a mettere a repentaglio la vita di uno dei noi, hanno occupato un altro pezzo di terra, l’hanno cintata con reti, jersey, filo spinato.

 Il prossimo mercoledì 11 aprile vogliono che l’occupazione diventi legale.
Quel giorno hanno convocato i proprietari per la procedura di occupazione “temporanea” dei terreni. Potranno entrare nel fortino fortificato come guerra solo uno alla volta: se qualcuno non si presenta procederanno comunque. L’importante è dare una patina di legalità all’imposizione violenta di una grande opera inutile. Da quel giorno le ditte potranno cominciare davvero i lavori.

 I No Tav anche questa volta ci saranno. Saremo lì e saremo ovunque sia possibile inceppare la macchina dell’occupazione militare.

 Facciamo appello perché quel giorno e per tutta la settimana, che promoviamo come settimana di lotta popolare No Tav, ci diate appoggio. Abbiamo bisogno che la rete di solidarietà spontanea che ci ha sostenuto in febbraio, diventi ancora più fitta e più forte.

Non vi chiediamo di venire qui, anche se tutti sono come sempre benvenuti, vi chiediamo di lottare nelle vostre città e paesi.

Vi chiediamo di diffondere la resistenza.

 

Movimento No Tav

 

FIRENZE – ARRESTI E FOGLI DI VIA

Stamani, a Firenze, alcuni compagni sono stati fermati durante un volantinaggio e tradotti in questura. Verso le 15e30 la maggior parte sono stati rilasciati, sono stati emessi due fogli di voa e tre compagni sono stati arrestati e tradotti a Sollicciano con l’accusa di resistenza e lesioni. L’udienza di convalida degli arresti è fissata per Sabato. Seguiranno aggiornamenti. NICOLA, FILOMENA E SANDRO LIBERI! FUOCO ALLE GALERE!

No Tav – Francia: sabotaggi e azioni solidali in Savoia e a Lione

No TAV – Dall’altro lato delle Alpi.

1. Sabotaggi in Savoia.

Apprendiamo dai media di regime che nel primo mattino di sabato 3 marzo ci sono stati alcuni sabotaggi alla rete ferroviaria francese. Tre incendi hanno colpito le strutture ferroviarie nei comuni di La Ravoire, Saint-Pierre-d’Albigny e Chamousset, vicino a Chambéry (Savoia).
I sabotaggi, di cui almeno due sulla linea ad alta velocità (TGV) hanno provocato ritardi, per gran parte della giornata di sabato, ad un centinaio di treni sulle tratte che vanno da  Chambéry a Modane (e l’Italia), Bourg-Saint-Maurice e Grenoble. A subire ritardi, quindi, oltre ai treni carichi di turisti che vanno a fare sci in zona (in Francia è periodo di vacanze scolastiche), i TGV diretti in Italia.
Sono stati dati alle fiamme i cavi di segnalazione, che sono particolarmente importanti su quella linea perché il TGV ha un solo binario, utilizzato nei due sensi di marcia. A quanto si legge, ignoti hanno scoperchiato le canaline in cemento che scorrono accanto ai binari e dato fuoco, per mezzo di  stracci imbevuti di benzina ed olio, ai cavi che ci sono dentro (quelli di segnalazione, appunto). Su una garitta delle ferrovie che si trova accanto ad uno degli incendi è stata lasciata la scritta NO TAV.
La polizia afferma di non avere la certezza che i sabotaggi siano da mettere in relazione con quanto sta succedendo in Valsusa (!), ma un gran numero di gendarmi, aiutati da due elicotteri equipaggiati di telecamere termiche, è stato mandato a tenere d’occhio i binari di quella zona…

Riassunto ed adattato da:
http://cettesemaine.free.fr/spip/article.php3?id_article=4793

2. Intanto, a Lione.

Giovedì 1 marzo a Lione c’è stata una manifestazione in solidarietà con il movimento No TAV. Ad un certo punto, un gruppo di persone a volto coperto si e staccato dal corteo ed ha obbligato un operaio ad aprire la porta di un centro tecnico delle ferrovie. Il gruppetto di manifestanti è salito sui binari ed ha lanciato alcuni sacchi di sabbia sui cavi aerei che alimentano i treni, bloccandoli. Tutti i treni che dovevano passare di lì sono stati così ritardati di un’ora e mezza (su uno di quelli c’erano pure due ministri, in visita in zona!). La notte precedente, invece, era stata gettata della vernice e fatte delle scritte contro il TAV sulle mura del consolato italiano della città.

Riassunto ed adattato da:
http://cettesemaine.free.fr/spip/article.php3?id_article=4789

No Tav – Lettera di Marcelo dal carcere di San Vittore

Riceviamo e diffondiamo:

Sabato 18 ci è arrivata questa lettera del nostro compagno Marcelo, attualmente detenuto nel carcere di San Vittore a Milano:
Per scrivergli : Marcelo Damian Jara Marin – Casa circondariale di Milano San Vittore – Piazza Filangieri 2 – 20123 MILANO

Il vostro calore e la vostra solidarietà riscaldano queste mura fredde. Non mi sono mai sentito solo, sapere che la nostra lotta non è stata invano mi dà la forza che serve in momenti come questi. Ciò che non ci distrugge ci rende più forti.

Questa operazione di polizia non è stata fatta a caso, è stata studiata per cercare di attaccarci su due fronti.

Da una parte cercano di criminalizzare la lotta No TAV per colpire e fare paura a chiunque abbia avuto la pretesa di difendere il suo territorio, la sua vita, il suo presente. Questo perchè sanno bene che la rivoluzione è contagiosa. Tra il Cairo, Tunisi, Atene, Londra, Roma, i partigiani di ieri e i forconi di oggi, la Val Susa, c’è tanto in comune: i funerali dell’indignazione e la presa di posizione collettiva.

Abbiamo mangiato, vissuto e lottato insieme a quella bellissima gente che sono i valsusini. Tutti insieme giorno per giorno, metro per metro, così si sono venuti a creare dei legami affettivi solidi e indistruttibili, è qui che ci attaccano ancora com’è successo qui a Milano con “la banda delle fotocopie”, a Bologna con Fuori Luogo, a Firenze con tutto il movimento studentesco, a Cuneo con gli antifascisti.

In Val Susa si è creata una comunità in lotta che ha messo in atto la critica più radicale al sistema capitalistico degli ultimi anni in Italia e non solo. Il TAV è più che una grande opera inutile e nociva, in Val Susa si giocano le sorti della democrazia, non possono permettere che la volontà di un’intera popolazione vinca davanti agli affari sporchi delle quattro mummie che ci governano.

La militarizzazione del territorio è lo specchio della loro prepotenza, vogliono costringerci con la forza al silenzio e alla sopravvivenza cercando di annullare qualsiasi dimostrazione di autonomia e di riappropriazione della vita.

La Libera Repubblica della Maddalena e tutti i campeggi che ne sono seguiti erano proprio questo: riappropriazione della vita e autonomia, rifiuto del silenzio e della sopravvivenza, per questo il TAV è guerra alla vita.

Abbiamo imparato a non cadere nelle loro trappole. Hanno occupato la nostra Valle, ferito giovani e vecchi con lanci di CS ad altezza uomo, distrutto il nostro territorio, ma abbiamo imparato a non avere paura.

L’evidenza è davanti agli occhi di tutti e mi dispiace deludere le forze dell’ordine, i magistrati e i giornalisti ma nella lotta No TAV non ci sono pacifisti da una parte e “black bloc” venuti da Saturno dall’altra. L’unica divisione che c’è è una bellissima barricata che divide i No TAV da chi fa carriera con l’infamia e il potere.

Un caloroso abbraccio ai No TAV che sono in carcere in giro per l’Italia, a chi ha altre misure cautelari, un abbraccio a tutt*.

La legge non è altro che la cristallizzazione dei rapporti di forza esistenti, per questo mi permetto con modestia di finire questa lettera con una frase che qualcuno dall’altra parte del mondo pronunciò davanti ad una giuria tanti anni fa:

CONDANNATECI PURE
SARÀ LA STORIA AD ASSOLVERCI

A SARÀ DURA!

http://notavliberi.noblogs.org