Alessandria: Comunicato sullo sciopero di Alfredo e Sergio

Apprendiamo che a partire da martedì  29 gennaio i compagni Alfredo Cospito e Sergio M. Stefani, prigionieri nella sezione AS2 del carcere di Alessandria, hanno iniziato uno sciopero della fame teso all’ ottenimento dei colloqui con le rispettive compagne. Ricordiamo che Alfredo non è mai stato autorizzato , dal momento del suo arresto il 14 settembre , ai colloqui con la propria compagna in quanto indagati nel medesimo procedimento . Sergio era autorizzato ai colloqui con la sua compagna, ma essendo anche lei detenuta a seguito della medesima indagine, non l’ha potuta rivedere fino alla sua scarcerazione in data 21 dicembre. In seguito è riuscito ad effettuare tre colloqui prima che l’indagine passasse dalla procura di Perugia a quella di Milano, che ha deciso di negare i colloqui. Quello che segue è un breve messaggio con cui hanno voluto rendere pubblico il loro gesto.

 “Il mondo mercantile, la società tecno-industriale, la civilizzazione stessa poggiano le loro fondamenta, non sugli individui per propria natura differenti ed imprevedibili, ma sulla massa omogeneizzata dall’educazione, dalla morale e dalla legge. In questo mondo ogni rapporto sincero e profondo diventa sospetto, i legami di affinità sinonimo di sodalizio “criminale”, la solidarietà ridotta a mera esecuzione di un comando. Ma noi rifiutiamo di ridurre al realismo i nostri desideri e di addomesticare le nostre passioni. Viviamo la nostra vita senza mediazione, senza accontentarci e questo ha disegnato sui nostri volti il sorriso di gioia che mai ci abbandona. Per questo non possiamo accettare che nessuno tenti di recidere i nostri legami ed intraprendiamo questo sciopero della fame pregustando la dolcezza dell’abbraccio delle nostre compagne”

[Sanremo] Presidio anticarcerario e solidale per Nicola e Alfredo

SOLIDARIETA’ CON TUTTI I COMPAGNI E I RIBELLI COLPITI DALLA REPRESSIONE

Il 7 maggio 2012 viene colpito a Genova uno dei  boss del nucleare, Roberto Adinolfi, amministratore delegato di Ansaldo Nucleare, una delle aziende di Finmeccanica, che oltre ad occuparsi di ricerca nucleare, vende tecnologie alle più spietate dittature, progetta e costruisce strumenti per il controllo sociale e la repressione, nonché armi di distruzione di massa.
In seguito alla relativa inchiesta scattano varie perquisizioni e due anarchici, Alfredo e Nicola, vengono accusati di essere gli autori dell’attacco ed arrestati, una terza persona viene indagata.  Tuttora Alfredo e Nicola sono rinchiusi nel carcere di Sanremo, in regime di isolamento totale, dove subiscono un arbitrario sequestro della corrispondenza.

E’ evidente che lo Stato democratico, nella sua caccia alle streghe, sta attuando una strategia repressiva tesa all’annientamento su tutti i livelli di chi ritenuto una spina nel fianco dei detentori del potere, gestori dell’ordine e del mantenimento della pace sociale.
Alle carcerazioni spesso seguono regimi detentivi di isolamento tesi all’annichilimento della persona e della sua dignità nonché all’allontanamento reale dai rapporti e dalle lotte, sociali e individuali.
Non possiamo rimanere ad osservare i loro intenti. Proponiamo a tutti i coloro che non intendono lasciare solo chi è stato arrestato ed indagato per l’inchiesta sull’attacco ad Adinolfi  un appuntamento sotto il carcere di Sanremo.

Perché la solidarietà sia più forte della segregazione a cui i compagni sono obbligati. Inoltre, che la solidarietà distrugga quel muro di ipocrisia che abbiamo vissuto sulla nostra e sulla loro pelle.

Vogliamo la libertà per Alfredo e Nicola!

Ora più che mai è necessario usare la solidarietà come un’arma!

PRESIDIO SOLIDALE CON ALFREDO E NICOLA
SOTTO AL CARCERE DI SANREMO
SABATO 17 NOVEMBRE DALLE ORE 15.00

Per la libertà!
Per l’ Anarchia!

Anarchici/e

INDICAZIONI STRADALI PER ARRIVARE AL CARCERE DI SANREMO: Uscita A10 Arma di Taggia. Usciti dall’ autostrada, scendendo  sulla destra si trovano le indicazioni x l’ Aurelia bis  ed è anche indicato il carcere. Usciti dall’ Aurelia bis girare verso l’ entroterra, si imbocca una strada tra  qualche officina e capannone  in zona semi campestre e si arriva davanti al carcere ( pochi minuti in auto dal casello di Arma)

Qui sotto il manifesto apparso a Genova:

http://informa-azione.info/genova_manifesto_apparso_sui_muri_di_genova_per_il_presidio_in_solidariet%C3%A0_a_nicola_e_alfredo

Grecia – Chiamata internazionale di solidarietà per il caso Lotta Rivoluzionaria [22-23-24 novembre 2012]

da contrainfo

Chiamata Internazionale di Solidarietà alle 22, 23 e 24 Novembre per il caso della Lotta Rivoluzionaria

La Rivoluzione Sociale non è il passato, costituisce il presente e il futuro del mondo.

Per quanto riguarda la chiamata internazionale di solidarietà e di azione.

Come Assemblea per il caso della Lotta Rivouzionaria e in continuità con le azioni di solidarietà, lanciamo apertamente, sia a livello interno sia a quello internazionale, una chiamata per una campagna di solidarietà alle 22, 23 e 24 Novembre.

Abbiamo deciso di rompere il muro di silenzio per il caso della Lotta Rivoluzionaria e dimostrare che i compagni che vengono processati non sono soli, che il caso della Lotta Rivoluzionaria è un caso di tutti noi e riguarda la stessa la sostanza della lotta. Quindi, chiamiamo i compagni e le compagne da tutto il mondo a contribuire con la loro azione e mandare il loro messaggio di Solidarietà e di Lotta.

Nostro scopo e di ricercare le resistenze radicali con prospettiva rivoluzionaria. Nostro scopo è di ampliare la Lotta per la sovversione dell’ esistente, dimostrando la sua necessità storica e la sua importanza al presente. Paralelamente, vogliamo dimostare attivamente la Solidarietà ai compagni che vengono processati.

La chiamata internazionale per i 3 giorni di solidarietà, controinformazione ed azione per il caso della Lotta Rivoluzionaria costituisce una parte ed una continuità della guerra sociale e di classe per la sovversione e la Rivoluzione. In questo quadro la mettiamo e cosi il caso della Lotta Rivoluzionaria viene iscritto nel suo complesso.

Cronostoria del caso della Lotta Rivoluzionaria

Alle 10 Marzo 2010 viene assassinato dopo un conflitto a fuoco con forze poliziesce il compagno anarchico Labros Fountas. Sono quei giorni che la Grecia si mette sotto il controllo asfissiante della troika. Sono quei giorni che Labros Fountas, membro dell’ organizzazione Lotta Rivoluzionaria perde la sua vita dopo un conflitto a fuoco durante un azione preparativa contro l’elite politica ed economica che ruba il pianeta a livello mondiale, che saccheggia e succhia la richezza sociale sottovalutando la vita umana ad un punto estremo.

Un mese dopo, l’Aprile del 2010 ed in un clima di delirio terroristico nel quadro di arresti per il smebramento dell’ organizzazione Lotta Rivoluzionaria vengono arrestati gli anarchici Kostas Gournas, Nikos Maziotis e Pola Roupa, i quali assumono la responsabilità politica della loro partecipazione all’ organizzazione. Inoltre, vengono arrestati gli anarchici Vagelis Stathopoulos, Christoforos Cortesis e Sarantos Nikitopoulos, i quali respingono categoricamente, sin dal’ inizio del loro arresto, la loro partecipazione all’ organizzazione e dichiarano che vengono accusati per la loro lunga partecipazione a realtà sovversive, la loro apartenenza politica all’ area anarhica-antiautoritaria e le loro relazioni tra compagni.

Per partecipazione alla Lotta Rivoluzionaria viene accusato anche Kostas Katsenos, con un mandato di cattura contro di lui che era stato notificato dal periodo degli arresti. Il sistema, volendo dare un colpo decisivo all’ organizzazione Lotta Rivoluzionaria la quale sente come una minaccia estende, tramite gli arresti, il suo attacco per schiacciare una vasta area del movimento sovversivo.

In questo quadro dell’estensione di questo attacco repressivo, 6 mesi dopo vengono chiamati ed interrogati decine di compagni dell’area anarchica-antiautoritaria come anche amici e parenti degli arrestati.

L’aria di vendetta da parte degli aparatti si è respirata per ancora una volta, quando sono arrivati al punto di accusare Mari Beraha, moglie di Kostas Gournas. Le accuse contro di lei costituiscono un chiaro atto di vendetta contro Kostas Gournas, in un tentativo di reprimere il suo attegiamento combattente.

Dal 5 Novembre 2011 si svolge il processo per il caso della Lotta Rivoluzionaria, nel tribunale speciale del carcere di Koridalos, in un aula chiusa con l’assoluta mancanza di pubblicità. I media mentre erano sempre favorevoli a dare il loro aiuto all’ attacco repressivo e alla propaganda statale, adesso in modo provocatorio e dopo ordini politici mettono in silenzio qualunque cosa riguarda lo svolgimento del processo per il caso della Lotta Rivoluzionaria.

Dalla sua parte, il regime svolge un processo contro i suoi nemici politici volendo mettere a tacere ogni messaggio di Lotta e stravolgere il suo senso. Dall’ altra parte, i compagni che hanno assunto la responsabilità politica della loro partecipazione, sostengono le azioni e il proggetto politico dell’ organizzazione mentre tutti gli accusati trasformano, con le loro posizioni, tutte le udienze in forti atti accusatorii contro il sistema politico-economico della miseria e dello sfruttamento, il carattere delle sue leggi e dei regimi speciali che impone contro tutti quelli che resistono in modo radicale.
Dobbiamo notare che in questo momento nessun compagno si trova in carcere. Dopo 1 anno di detenzione preventiva, V.Stathopoulos, S.Nikitopoulos e Ch.Kortesis sono stati scarcerati dopo ordinanza del p.m. mentre K. Katsenos che si è presentato al processo è rimasto incarcerato per 6 mesi. I membri della Lotta Rivoluzionaria K.Gournas, P.Roupa e N.Maziotis sono stati scarcerati quando sono scaduti i termini massimi di detenzione preventiva (18 mesi). N. Maziotis e P.Roupa non si presentano più al processo e sono ricercati (!).

Nel momento che viene scritta questa chiamata il propcesso si trova alla fase dei testimoni di diffesa degli accusati. I testimoni di K.Gournas, N.Maziotis e P.Roupa, i quali hanno assunto la responsabilita politica come membri dell’ organizzazione, hanno già testimoniato. I compagni dalla Grecia e dall’estero con le loro testimonianze hanno messo in luce l’importanza politica e storica dell’organizzazione Lotta Rivoluzionaria, hanno difeso la lotta armata, la totalità e la ampiezza delle realtà rivoluzionarie. Nei prossimi giorni saranno chiamati a testimoniare I testimoni di difesa di V.Stathopoulos, S.Nikitopoulos, Ch.Kortesis, K. Katsenos e M.Beraha i quali respingono la loro partecipazione all’organizzazione, però mettono in luce l’ importanza della lotta e la necessità della resistenza.

Durante i giorni della chiamata internazionale, si calcola che il processo si troverà vicino allo stadio delle apologie degli accusati. Per questo pensiamo che sia molto importante, che compagni da tutto il mondo mandano con i loro modi messaggi di solidarietà e di resistenza e dimostrano che i compagni che si processano non sono soli, che la Lotta per la sovversione di questo mondo è sempre attuale.

Il caso della Lotta Rivoluzionaria attraverso la sitiuazione sociale, economica e politica in Grecia.

Per capire in modo completo il caso della Lotta Rivoluzionaria e la sua importanza, dobbiamo soffermarsi al preciso quadro storico, sociale e politico attraverso il quale lo stato si blinda tramite persecuzioni, arresti, incarecerazioni, leggi speciali e tribunal speciali.

Il processo per il caso della Lotta Rivoluzionaria si svolge in un epoca che il regime si trova in una crisi strutturale e le maschere democratiche sono state crollate. La feracità con la quale il regime contemporaneo si iscrive sulle nostre vite ha pocche cose diverse dalle dittature del passato. Lo sfruttamento abominevole e il controllo diffuso delle nostre vite vengono proposti come il modo unico per uscire dalla crisi, lasciando naturalmente illeso il sistema che l’ha create, l’ha imposta e l’ha diffusa in tutte le sfere della vita sociale e personale.

Quindi oggi, il regime pretende l’annientamento e l’esclusione politica di tutti quelli che lottano contro di esso, di tutti quelli che resistono contro i suoi progetti, di tutti quelli che lavorano per la sua sovversione. In questa epoca, nella Grecia della crisi e del debito, la questione della prospettiva rivoluzionaria e della sovversione del regime diventa oggetivamente attuale. Il sistema tenta di bloccare e imbavagliare la dinamicità e la multiformità delle lotte. Quello che si trova nel mirino e si mette in prova è il concetto della solidarietà.

Alcune parole per il quadro internazionale.

Al di là dalle caratteristiche particolari che ha la Grecia all’ epoca della crisi, sarebbe sbagliato vadere il caso della Lotta Rivoluzionaria come una questione isolata dal quadro internazionale. La crisi non si è scopiata dal niente, si trova nel cuore del sistema capitalistico mondiale, nel modo di governo e di sfruttamento economico imposto dai dominanti di questo mondo.

Sappiamo molto bene che questo mondo non ha regalato mai niente a tutti quelli che resistono ai suoi progetti in modo radicale, che la lotta per la liberazione dell’uomo e della società era sempre una strada dificile, che le relazioni tra compagni sono le richezze che costituiscono l’elemento importante della sostanza della Lotta e del suo svolgimento. Allora sappiano tutti quelli che lottano in tutto il mondo che non sono soli. Dobbiamo costringerli a sapere che le leggi speciali, i tribunali speciali e i regimi di detenzione speciali non possono fermare la stessa la sostanza della Lotta.

Contro le leggi speciali, i tribunali speciali e i regimi di detenzione speciali.
Solidarietà a tutti/e che si processano per il caso della Lotta Rivoluzionaria.
Solidarietà a tutti/e che lottano in tutto il mondo e vengono perseguitati per la loro azione soversiva.

NON DIMENTICHIAMO-NON PERDONIAMO-ONORE PER SEMPRE AL COMPAGNO ANARCHICO LABROS FOUNTAS, MEMBRO DELL’ ORGANIZZAZIONE LOTTA RIVOLUZIONARIA.

Info in greco per il processo per il caso della Lotta Rivoluzionaria
: ipothesi-ea.espivblogs.net

mail di comunicazione: RScase@espiv.net

Firenze – ALF incendia centro carni e camion

Traduzione da directaction.info:

FIRENZE, ALF INCENDIA CENTRO CARNI E CAMION

“La notte del 27 ottobre 2012 abbiamo fatto visita al centro carni Troghi a Firenze,
incendiando lo stabilimento e tutti i camion presenti..
Nessuna tregua per gli aguzzini!!
Liberazione Animale ad ogni costo!!
ALF”

 Video su: http://directaction.info/news_nov01_12.htm

Dall’inferno di Tolmezzo

Apprendiamo da diverse lettere giunte dal carcere di Tolmezzo alcune notizie che meritano di essere conosciute.
I detenuti scrivono che i pestaggi sono diminuiti grazie alla solidarietà esterna e alla risposta collettiva dei prigionieri.
Le maggiori responsabilità dei pestaggi ricadono sulla direttrice Silvia Della Branca, sul comandante Raffaele Barbieri, sul vice comandante Silvestri e su Massimo Russo. In particolare sono Silvestri e Russo a comandare la “squadretta punitiva”.
I detenuti sottolineano l’importanza di volantinaggi di denuncia in città e una nuova, numerosa presenza solidale fuori dal carcere.
Per via delle tante denunce da lui raccolte e diffuse, continuano le rappresaglie nei confronti di Maurizio Alfieri, a cui finora solo la solidarietà ha forse evitato l’applicazione del 14 bis (provvedimento a cui negli anni è stato sottoposto già tre volte). Oltre a fargli sparire diversa corrispondenza sia in entrata sia in uscita e a trattenergli il vestiario pesante, il Consiglio di disciplina, in seguito alle sue decise proteste, gli ha accollato altri 15 giorni di isolamento, condizione in cui si trova da ormai quattro mesi. Inoltre gli è stato impedito il colloquio con il fratello, il quale aveva affrontato un viaggio di più di 1000 chilometri. Maurizio un giorno è stato aspettato nel corridoio che porta al cortile da una ventina di guardie dal fare provocatorio. Scrive che se dovesse venir meno la solidarietà, per lui la situazione potrebbe diventare davvero pesante. Avvisa anche in anticipo che la famigerata “squadretta punitiva” lo ha minacciato di un qualche trattamento speciale in caso di suo trasferimento.
Invitiamo tutti a scrivergli:
MAURIZIO ALFIERI CC. VIA PALUZZA 77 – 33028 TOLMEZZO (UDINE).

Grecia – Antifascisti torturati dalla polizia

fonte: contropiano.org

Antifascisti arrestati e pesantemente torturati dalla Polizia ellenica che ormai fa apertamente il lavoro sporco per conto dei neonazisti di Alba Dorata.

La connivenza tra apparati di sicurezza ellenici e neonazisti diventa sempre più stretta e grave, stando alle notizie pubblicate da l’Observer e alle eloquenti foto diffuse dal Guardian. Non solo gli squadristi di Alba Dorata hanno campo libero per le loro aggressioni – alcune delle quali sono state mortali – nei confronti di cittadini immigrati, attivisti di sinistra e omosessuali. Ora alcuni settori della Polizia greca si stanno incaricando anche di colpire quei gruppi e quelle organizzazioni che stanno cercando di reagire nelle strade e nei quartieri alla violenza neonazista. Di fare letteralmente il ‘lavoro sporco’ per conto dei neofascisti.
Domenica 30 settembre una manifestazione antirazzista stava sfilando nel quartiere di Aghios Panteleimon per protestare contro i continui attacchi subiti dagli appartenenti ad alcune comunità africane, in particolare della Tanzania. Quando il corteo antifascista è venuto a contatto con gli squadristi di Chrisy Avgi e ne sono nati dei tafferugli, la Polizia è intervenuta a sostegno di questi ultimi ed ha fermato numerosi attivisti e attiviste. Che, stando a quanto racconta il quotidiano britannico, 15 antifascisti non solo sono stati arrestati, ma una volta condotti in caserma sono stati addirittura torturati.

Quando il giorno seguente alcune organizzazioni hanno manifestato per la liberazione dei loro compagni arrestati, la polizia ha fermato altri 25 attivisti. Poi spogliati a forza, costretti a “sfilare” davanti agli agenti e tenuti svegli per tutta la notte attraverso luci laser puntate sui loro occhi. Costretti a piegarsi davanti ai poliziotti, insultati e pesantemente minacciati: “morirete come i vostri nonni nella guerra civile” e poi ancora “I vostri dati possiamo passarli a quelli di Alba Dorata”. Una minaccia molto concreta, se si pensa che da studi statistici è risultato che alle due ultime tornate elettorali almeno la metà degli agenti di Polizia di stanza ad Atene hanno votato per Nikos Michaloliakos e i suoi scagnozzi.

I fascisti in divisa avrebbero impedito ad alcune delle attiviste arrestate di bere per 19 ore, sopportando pesanti insulti e minacce sessuali. Alcune di loro, per placare la sete, avrebbero addirittura bevuto l’acqua dai servizi igienici. Uno dei fermati è finito in ospedale con un braccio rotto e la testa spaccata. Altri hanno evidenti bruciature di sigaretta sulle braccia e sulle gambe. Un attivista ha riferito di essere stato colpito alla spina dorsale con un taser che gli ha lasciato un evidente livido sulla schiena: «È come una scossa elettrica», ha raccontato l’anti-fascista, «le mie gambe erano paralizzate e dopo pochi minuti sono caduto. Mi hanno ammanettato e hanno iniziato a colpirmi e a darmi calci nelle costole e sulla testa. Volevano che camminassi, ma non riuscivo, allora mi hanno trascinato a terra per tutti i cinque isolati che ci separavano dall’auto di pattuglia».

Le torture, secondo la testimonianza degli antifascisti fermati raccolte e rilanciate dal Guardian, sono state realizzate dai poliziotti all’interno del Comando Generale di Polizia dell’Attica. Ma naturalmente il portavoce dell’istituzione, Christos Manouras, ha categoricamente smentito ogni accusa.

Ma uno degli avvocati degli attivisti fermati, Dimitris Katsaris, non ha esitato a paragonare le torture inflitte ai suoi clienti con quelle realizzate dai soldati statunitensi nel centro di prigionia iracheno di Abu Ghraib: “Non si tratta solo di un caso di brutalità da parte della polizia di cui si sente ogni tanto in ogni paese europeo. Questo avviene ogni giorno. Abbiamo le fotografie, abbiamo le prove di quanto accade alle persone che protestano contro l’ascesa del partito neonazista in Grecia. Questo è il nuovo volto della polizia, con la collaborazione del sistema giudiziario”.

La notizia di quello che a noi italiani ricorda molto ciò che avvenne nel 2001 all’interno della Diaz prima e della caserma di Bolzaneto poi la dice lunga sulla pericolosità rappresentata dalla complicità di pezzi importanti degli apparati statali ellenici con un partitino che può contare in tutto il paese su poche centinaia di squadristi ma che finora nessuno sembra in grado di fermare. Anche perché la maggior parte delle organizzazioni di sinistra e popolari elleniche non ha nelle proprie corde l’antifascismo militante ed è evidente che manifestazioni simboliche e appelli alle forze dell’ordine affinché si incarichino di reprimere il fenomeno delle aggressioni razziste non possono che cadere nel vuoto viste le simpatie degli agenti per Alba Dorata.

Le torture inflitte dai poliziotti agli antifascisti – rilasciati con evidenti segni delle violenze subite – seguono l’inquietante episodio segnalato dal settimanale francese Le Point, secondo il quale in alcune località greche i commissariati indirizzano verso i neonazisti i cittadini che si rivolgono alla Polizia.

Benevento – Per un pugno di ortaggi

riceviamo e diffondiamo:

Per un Pugno di ortaggi… alias come il trasporto di cipolle, peperoni e zucchine possa diventare reato!

Questa mattina, 26 ottobre 2012, alla vigilia della partecipata manifestazione studentesca che ha attraversato Benevento, una pattuglia dei Carabinieri insieme ad altri due agenti in borghese, ha fermato due giovani (di cui uno minorenne) ad una fermata dell’autobus sul viale Mellusi. Dopo le varie frasi provocatorie di rito, uno dei due giovani è stato perquisito in strada e GLI E’ STATA SEQUESTRATA UNA BUSTA DI ORTAGGI (cipolle, zucchine, peperoni…) che servivano per preparare la cena serale d’autofinanziamento per il Centro Studi Libertari “Pensiero e Volontà”.

Ci teniamo ad informare la città, di come purtroppo, ancora una volta, chi pratica (realmente) autogestione ed autorganizzazione continui ad essere nel mirino dell’arroganza poliziesca posta a difesa di Stato e Capitalismo.

Oggi è stato il turno di questi due giovani, ma tutti sanno che non si tratta di episodi isolati: sanno bene in che consistono le molestie poliziesche tutti gli esclusi, i poveri, gli sfruttati, i sovversivi che quotidianamente devono farci i conti…

Il giorno prima lo stesso compagno è stato strattonato dalla Digos, rischiando di finire in Questura, per essersi rifiutato di consegnargli uno dei volantini che stava distribuendo durante le lezioni pubbliche tenute in piazza Matteotti.

Ecco così che, mentre gli “intellettuali” e i “professori” pontificano in piazza sulla Democrazia, cercando di arginare la formazione di una coscienza sovversiva negli studenti, condannandoli inevitabilmente alla solita fine dei cittadini rassegnati, la Democrazia stessa assuma le sue forme reali nelle strade attraverso l’arroganza e la violenza istituzionalizzata e garantita dalla Legge.

Naturalmente sarà (speriamo non solo) un boccone di zucchine e peperoni sottrattici andatogli di traverso, che ce li toglierà dalle palle, ma sicuramente la solita risata di uno sfruttato che li seppellirà!

La repressione non impedirà né le cene né le lotte!

Gruppo Anarchico “Senza Patria”

http://gaa.noblogs.org

Firenze – Una buona notizia: tutti assolti per il “corteo della Madonna”

riceviamo e diffondiamo:

L’8 dicembre 2007,  in risposta agli sgomberi di Villa Panico e Asilo Occupato, un corteo vivace e senza alcuna autorizzazione sfilò per le strade di Firenze approfittando della festa dell’immacolata. Dopo aver riempito di uova le gioiellerie del Ponte Vecchio, il corteo si diresse all’ex-Casa del Popolo di Santo Spirito e la occupò. L’occupazione, durata circa due settimane, fu la degna prosecuzione di quella giornata e venne volontariamente abbandonata alla vigilia della ripresa di Villa Panico. Oltre a tante belle sensazioni e alla scoperta di nuove complicità, il corteo della Madonna si lasciò dietro i soliti strascichi giudiziari e 13 compagni si trovarono denunciati per manifestazione non autorizzata, danneggiamento, occupazione e persino resistenza a pubblico ufficiale, nonostante l’assenza di qualsiasi contatto con gli sbirri.

Questo lunedì, la sentenza di primo grado ha visto tutti i compagni assolti da tutte le accuse.

Lo facciamo sapere perché vogliamo aggiungere un po’ di schiuma alle boccacce rosicanti della Digos, che in questo momento si starà chiedendo in cosa abbia sbagliato nel montare le accuse.

Ma lo facciamo sapere soprattutto perché a Firenze e altrove sono tanti i processi di dubbia consistenza, imbastiti per spaventare i tanti e tante che rischiano la loro libertà nelle lotte sociali anticapitaliste e antiautoritarie. Coraggio compagni, la strada è accidentata, ma non sempre la fortuna si dimentica di aiutare gli audaci.

qualche smadonnatore che c’era