Italia – FAI/FRI rivendica pacchi bomba contro La Stampa e agenzia investigazioni Europol

Apprendiamo che la Cellula “Damiano Bolano” del FAI/FRI ha rivendicato con uno scritto inviato al “Secolo XIX” l’invio di plichi esplosivi, realizzati con custodie porta cd e polvere pirica, recapitati nei giorni scorsi al quotidiano torinese “La Stampa” e all’agenzia privata di investigazioni “Europol” di Brescia.

Non riuscendo a trovarne una versione integrale, e ritenendo inopportuno fornire ulteriore spazio alle idiozie e alle fantasie di giornalisti, commentatori e questori, vi rimandiamo alla lettura delle elucubrazioni e degli estratti e pubblicati sui media di regime.

Ken Loach sulla morte della Thatcher

«Margaret Thatcher è stata il primo ministro più controverso e distruttivo dei tempi moderni», ha sostenuto Ken Loach. «La disoccupazione di massa, la chiusura di fabbriche, le comunità distrutte: questa è la sua eredità. Era una combattente e il suo nemico era la classe operaia inglese. Le sue vittorie sono state aiutate dai capi politici corrotti del Partito laburista e di molti sindacati. È a causa di politiche avviate da lei che siamo in questo casino oggi». Loach ha avuto parole pesanti anche per Tony Blair: «Se la Thatcher era la suonatrice di organetto, lui era la scimmia». E ha ricordato l’amicizia tra il dittatore cileno Augusto Pinochet e la Thatcher, la quale «ha chiamato Nelson Mandela terrorista». Come dovremmo onorarla dunque, si è chiesto il regista. «Privatizziamo il suo funerale. Lo mettiamo sul mercato e accettiamo l’offerta più economica. È quello che avrebbe voluto».

Paola libera!!!

Da Anarchaos:

Apprendiamo che da questa mattina Paola è finalmente libera. Arrestata nella cosiddetta Operazione Ardire, raid repressivo che ha portato in carcere, in Italia, 8 compagni/e, era ai domiciliari da qualche settimana. Libera anche Katia, Giulia ai domiciliari da pochi giorni.

Rimangono in cercare tutti i compagni prigionieri a Ferrara.

Cile: Riflessioni del compagno José Miguel Sanchez dopo la lettura di “Mapping the fire – Words of solidarity with the CCF”

 

 

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NOTA: José Miguel Sanchez (52 anni) è un combattente di lunga data che proviene dall’esperienza della lotta armata contro la dittatura di Pinochet, e che ha continuato a lottare anche durante la “transizione democratica”. Ex membro del FPMR (Manuel Rodriguez Patriotic Front), sta scontando una sentenza di 20 anni per possesso di armi da fuoco ed espropri avvenuti negli anni ’90. Nel corso della sua lunga carcerazione ha portato avanti varie mobilitazione insieme al resto dei prigionieri “comuni”. Continua a rivendicarsi rivoluzionario e contro il sistema, e negli ultimi anni dalle iniziali posizioni marxiste-leniniste si è avvicinato a concezioni anti-autoritarie e all’anarchismo.

Miguel era detenuto nel Carcere di Massima Sicurezza insieme al compagno Juan Aliste, ma il 4 gennaio 2013 l’amministrazione del carcere ha deciso per lui un trasferimento punitivo (per “ragioni di sicurezza”) e lo ha spostato al carcere Colina II, modulo 4. Al suo arrivo è stato picchiato dalle guardie dopo essersi rifiutato di sottostare all’umiliante pratica delle “flessioni”.
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Carissimx compagnx di lotta:

Oggi dopo aver letto il libro “Mapping the fire” della CCF, mi sento più intero che mai, sono orgoglioso di essere parte di questo universo di guerrierx indomitx, di odiare e rifiutare ogni tipo di autorità, di essere un nemico dichiarato dello Stato capitalista e della classe dominante, di dire ai 4 venti che odio con tutto il mio essere i/le borghesi e la loro pace sociale.

Che nonostante i 19 anni che ho passato in prigione, mai mi sono pentito dei passi che ho fatto allo scopo di essere coerente con quello che penso. Che la criminalizzazione delle idee rivoluzionarie non mi spaventa. Che il Potere statale non otterrà la sottomissione della mia persona e che la ribellione in ogni momento si rafforza dentro di me, è parte di me e la accolgo con amore perchè sia parte della mia lotta contro il sistema.

Leggendo gli scritti del nostro fratello Luciano “Tortuga” mi riempio di forza e accresco il mio desiderio di continuare nella lotta, sono alla fine e morirò in piedi e lottando, non temo le conseguenze né la risposta dei potenti. Non ho niente da perdere né da nascondere, loro sanno chi sono e ci metto la faccia per quello che dico e che faccio. Non nascondo la mia identità, perchè sono bruciato da molto tempo, faccia a faccia lotto con il nemico e colpisco frontalmente, alla lotta e ai/le miei compagnx devo tanto quanto alle mie figlie e alla mia compagna, che sono le cose più preziose che ho in questa vita di dispiaceri, conto su di loro e sulla solidarietà palpabile dei/le miei compagnx, a cui faccio giungere la mia gratitudine.

Con il combattimento nel sangue.

Fraternalmente,
José Miguel Sánchez J.
Carcere Capital Colina II – Módulo 4

fonte

Radiocane – Grecia: sulle condanne contro Lotta Rivoluzionaria

da radiocane

Nikos Maziotis, Pola Roupa e Kostas Gournas condannati a 87 anni di carcere.
Christoforos Kortesis, Vaggelis Stathopoulos condannati a 7 anni di carcere.
Marie Beracha, Kostas Katsenos, Sarantos Nikitopoulos assolti per insufficienza di prove.

Questa la sentenza di primo grado del processo a Lotta Rivoluzionaria (EA) emessa contro alcuni compagni e compagne accusati/e  a vario titolo di appartenenza e sostegno all’organizzazione.

Su questo esito processuale abbiamo chiesto ad un compagno di Atene un commento a caldo.

ascolta il contributo

Considerazioni Inutili

poiana-e-cornacchia-mod-2Obbiettivi, vogliono tutti un obbiettivo, lo cercano lo vedono da lontano, lo amano, lo inseguono e frustrati si accorgono che nonostante gli sforzi la distanza non si colma.

Mentre il colore sbiadisce ed i contorni si fanno sempre più frastagliati, indefiniti, si rendono conto di aver speso tutto il tempo nella ricerca di qualcosa che non hanno trovato, raggiunto, toccato, e tutto questo frustrando momenti, uccidendo il presente in luogo di un futuro scritto in caratteri ingannevoli? Hanno schiacciato momenti, vite (la propria, quella dell’altrui più vicino), istanti, seccato la fonte dell’ora per bagnare un poi che non è germinato…Eppure sarebbe tanto semplice, basterebbe vivere, viversi…qui ed ora, nella voluttà del divenire che non ha forma e si plasma nelle terre dell’imprevisto.
E’ il viaggio senza una meta che ci nutre di stupore e spavento a pascere l’esistenza, a stimolare la curiosità e a  mantenere l’anima bambina, avida di momenti.

Il progetto è la mistificazione e la trappola più subdola che la modernità ha tessuto per intrappolare gli individui nel pantano del dover essere in luogo del voler essere, ridotto a favola per sgangherati…

Eppure sapessero quant’è bello cercare il volo di un uccello senza null’altro che il capriccio di voler godere della leggerezza, dell’eleganza impagabile della Libertà.

M.