Regali di Natale

PITALE

Finalmente i resti del cervello del povero, dolce, Duce sono stati messi in vendita su ebay!

Quale periodo migliore, poteva scegliere l’anonimo inserzionista, se non quello che porta al Natale?

Ed ecco che una cazzata immonda si trasforma, grazie alla
spensierata atmosfera di festa, in un suggerimento per un regalo
raffinato e di sicuro buon gusto.

Per soli 15.000 euri, potrete farvi recapitare a casina vostra, in una bellissima confezione regalo (vedi foto) il cervello del vostro dittatore preferito.

Non sta certo a noi suggerirvi i mille usi che potrete fare di
cotanta grazia e, infatti, non lo faremo….anche se lasciato adagiare su
un letto di cipolline e sfumato con del vino bianco…insomma, via,
provate e il vostro cane vi ringrazierà.

Comunque, visto il clamoroso successo dell’iniziativa, il
distributore ci ha fatto sapere che saranno presto disponibili anche i
reni di Margaret Thatcher, le emorroidi di Pio XII, il prepuzio di
Hitler, i peli del cazzo di Stalin e una selezionata crestomazia di
caccole del povero, compianto, Pinochet.

Restiamo in spasmodica attesa del culo di Berlusconi.

Giochi

Milano – A proposito degli arresti…

riceviamo ed inoltriamo…

Report prima giornata di mobilitazione per gli arrestati di venerdì e prossime iniziative (aggiornato)

Oggi prima giornata di mobilitazione in statale per gli arrestati di venerdì.

Alcuni enormi striscioni di solidarietà sono apparsi all’interno dell’ateneo.

"sid, paolino, marcelo, tia, inez liberi subito! Sbirri infami!"
"5 arresti per rapina di fotocopie mentre la cusl ogni anno ruba 25 mila euro alla statale. Vergogna!"
"questi
ciellini: Alberto Vignali, Matteo Provasoli, Francesco Panunzio,
Francesco Costantini, Fedra Finessi, nuociono gravemente alla libertà"

Centinaia e centinaia di volantini sono stati distribuiti e
altrettanti manifesti attaccati sui muri. Alcune lezioni interrotte per
dare notizia di quanto accaduto.

Alle 14.30 un centinaio circa di studenti e amici si è radunato in aula 422 per un’assemblea.

L’assemblea rilancia alcuni appuntamenti:

– martedì 17 ore 9, presenza presso il tribunale di milano,
partecipazione all’udienza in tribunale per la rivolta avvenuta nel
Centro di Identificazione ed Espulsione di via Corelli.

Uno degli studenti arrestati, attivo tra l’altro nella lotta contro
i CIE, non ha la cittadinanza italiana e rischia, una volta scontata la
pena, di vedersi negato il rinnovo del permesso di soggiorno e di
finire in uno di questi centri e di essere poi espulso. Unire queste
due istanze di libertà, quella per gli arrestati per rapina di
fotocopie e quella per i ragazzi arrestati per la rivolta all’interno
del centro di via corelli, significa inoltre intessere contatti tra
varie esperienze di resistenza alle eccezionali brutalità di stato.

– martedì ore 14, dal tribunale si torna in statale per un volantinaggio massiccio di fronte alla libreria CUSL.

– mercoledì: giornata di iniziative di controinformazione diffusa
sugli arresti e sulla ristrutturazione universitaria in corso. Stampa,
attacchina, parla, racconta, inventa nuove forme di solidarietà ovunque
tu sia.
Alle 12.30 assemblea in scienze politiche sulla governance,
più tardi assemblea di interfacoltà sulle lotte universitarie presso la
facoltà di lingue.

– giovedì: giornata di mobilitazione contro gli arresti.
Dalle 12
nell’atrio centrale della Statale (fdp). Banchetto controinformativo,
speakeraggio, autofinanziamento per i 5 arrestati. Dalle 15 iniziativa
su CL, compagnia delle opere, Movimento per la Vita, tutto ben
allestito di fronte alla libreria CUSL. Cerchiamo di capire quale
impero economico e politico si nasconde dietro questi organismi e quale
è il loro ruolo all’interno delle università. Intanto colpiamoli lì
dove sembrano essere così sensibili: al portafoglio, boicottando per un
giorno intero i loro lauti affari.
Porta materiali controinformativi, cibo, bevande, tutto quello che può servire.

Per il resto chi c’era sa di cosa si è parlato, chi non c’era ma è interessato ci sarà la prossima volta.

L’attacco all’agibilità di chi si muove all’interno delle
università, la disparità di mezzi nelle università, come nella società,
degli individui rispetto alle grandi lobby di potere come CL, la
sproporzione delle rappresaglie di stato, la violenza della polizia, è
sotto gli occhi di tutti…certo è che per vedere è necessario tenere
gli occhi aperti.
Sabato ore 19.00 TAZ Concerto per raccogliere soldi per le spese legali
Cov Animal Factory and Much More

in continuo aggioramento


fonte ilgiornale

Vendetta anarchica, assaltata libreria

Urla, minacce, insulti («pezzi di m…»). Così ieri mattina alle 11
la libreria Cusl all’interno dell’Università Statale alla fine ha
dovuto abbassare la saracinesca per evitare guai peggiori. Motivo
dell’assalto: l’arresto per rapina di cinque militanti anarchici e dei
centri sociali, catturati venerdì mattina dai carabinieri del Nucleo
Informativo. Alla base dell’arresto dei cinque c’è un episodio avvenuto
il 3 ottobre proprio all’interno della libreria, quando un gruppo di
autonomi aveva fotocopiato seicento fotocopie di un volantino e al
momento di pagare il conto avevano riempito di botte cassieri e
commessi. Da qui la denuncia, gli arresti, il corteo di protesta di
venerdì sera. E la vendetta di ieri mattina.
L’irruzione avviene
intorno alle 11, ad opera di una ventina di giovanotti, tutti o quasi
tutti frequentatori della Statale. La libreria dove avviene
l’irruzione, la Cusl, è legata a Comunione e liberazione: e questo,
agli occhi dei centri sociali, è un’aggravante dell’infamia commessa
sporgendo denuncia. Gli autonomi entrano in libreria, cominciano a
ribaltare libri e a insultare. Lasciano copie di un volantino dal testo
decisamente esplicito: gli arrestati vengono definiti «cinque studenti
che non hanno mai smesso di portare dentro l’università un agire
critico verso l’esistente e la sua miseria», la Cusl viene definita una
«libreria cattomafiosa o cartoparrocchia legata a Cl». In un altro
manifesto, affisso nei giorni scorso, i compagni degli arrestati si
spingevano ancora più in là, indicando con nome e cognome i
responsabili della libreria che avevano firmato la denuncia.
«Non
ci soffermiamo – dice ancora il volantino diffuso ieri – a discutere
della possibilità che sia avvenuta o meno questa rapina o della sua
definizione in quanto tale, ma riconosciamo il clima nel quale si sono
svolti questi arresti: la repressione sistematica di qualunque
dissidenza per mantenere la normalità e l’apatia dominanti dentro
l’università quanto fuori di essa». «L’evidenza della catastrofe è
dover giustificare il fatto di non avere pagato delle fotocopie mentre
i nostri cinque compagni si trovano in carcere».
In realtà, quasi
tutti gli arrestati hanno ottenuto da subito i «domiciliari». A
trovarsi in carcere è solo uno degli arrestati: Valerio Ferrandi, una
lunga serie di denunce alle spalle, riconosciuto alla testa
dell’«esproprio proletario» delle fotocopie. All’indomani del suo
arresto, nel pomeriggio di sabato, si era tenuto un corteo di protesta
terminato davanti al carcere di San Vittore dove, oltre a rivendicare
la sua scarcerazione, era stata rievocata «la compagna Diana, uccisa
dal 41 bis, che salutiamo con i pugni chiusi». Cioè Diana Blefari,
brigatista, una degli assassini del giuslavorista Marco Biagi,
impiccatasi il 31 ottobre in una cella del carcere romano di Rebibbia.

Frammenti automatici… delle Cellule di Fuoco

da Culmine, 17.11.09

Il 16 novembre la Cospirazione delle Cellule di Fuoco – Fazione Nichilista ha
diffuso un lungo comunicato. Dal greco abbiamo estratto dei frammenti,
per chi volesse leggere lo scritto in versione integrale:

athens.indymedia.org/front.php3?lang=el&article_id=1104666

Nel
comunicato, il gruppo greco si assume la responsabilità dell’attentato
esplosivo ai danni del politico di sinistra Mimis Androulakis. Si
spiegano le ragioni che hanno portato a colpire un esponente della
sinistra e si avanzano alcune riflessioni anche in merito all’estrema
sinistra greca ed in particolare al movimento anarchico "ortodosso".
Ciò perché le azioni di guerriglia urbana da parte di questo e di altri
gruppi sono state criticate da alcuni settori dell’anarchismo classico.
In effetti, fonti di agenzia riportano che, durante l’ultima azione,
pur con un preavviso di 15 minuti gli sbirri non siano arrivati in
tempo per evacuare l’edificio e che nel frattempo la domestica del
"sinistro" abbia trasportato la borsa contenente l’ordigno all’esterno
della casa. Questo particolare ha scatenato la polemica di sempre:
violenza/nonviolenza.

Altro
aspetto che viene messo in rilievo nel comunicato è la tempistica
dell’azione repressiva. Ormai, è la seconda volta che si verifica lo
stesso fenomeno: a poche ore da un attentato esplosivo delle Cellule di
Fuoco c’è una retata, o perlomeno un arresto, con dichiarazioni stampa
in merito allo smantellamento definitivo del gruppo. La prima volta il
raid repressivo ha colpito 3 giovani tra i 19 e i 20 anni in un
presunto "covo" pieno di pentole a pressione… stavolta appena dopo
l’ultima azione diretta è stata arrestata una 22enne, già nota alle
forze dell’ordine, in quanto sottoposta all’obbligo delle firme. Sia i
primi 3 che l’ultima arrestata hanno proclamato la loro estraneità alla
Cospirazione delle Cellule di Fuoco.

Infine, come nel precedente comunicato, viene avanzato un parallelismo con la situazione vissuta in Italia qualche anno fa.

Ecco, dunque, i frammenti:

Assunzione di Responsabilità

Il 12 novembre gli investigatori anni hanno esaminato il caso del
presunto "covo" di Halandri, appartenente alla Cospirazione delle
Cellule di Fuoco – Fazione Nichilista.
È per questo che abbiamo
scelto il fatidico giorno per collocare l’ordigno esplosivo contro il
noto ex deputato e attuale avventuriero di sinistra Mimis Androulakis.
L’individuazione dei tempi non è stata accidentale.
(…)
Il
percorso che abbiamo scelto di non fare è un passo indietro… Questa
non è arroganza o sprezzo del pericolo, ma la decisione definitiva e
irrevocabile per noi alla scoperta di una vita nei territori
liberati…

(…)
[segue attacco contro esponenti della sinistra in Grecia]
Per
quanto riguarda la sinistra più radicale, questa inizia a lamentarsi ed
a ripudiare la violenza rivoluzionaria, l’equipollenza con la violenza
di Stato.

(…)
Ma
venti poliziotti, feriti dalle raffiche di estranei, conoscevano la
ragione per quel che si meritavano. In contrasto, decine di coetanei
delinquenti o gli immigrati uccisi dalle pallottole e dai pestaggi dei
poliziotti, non hanno nemmeno il tempo di chiedersi il perché …

(…)
Il
rischio potenziale di lesioni al bambino con la nonna a causa dei
"consigli" meramente criminali della moglie di Androulakis, guardando
alla pelle e alla sicurezza fisica della sua casa, ha ordinato la casa
di un’assistente (mettendola a rischio) per il trasferimento della
borsa da 10 kg in un appartamento in costruzione. La gente ha bisogno
di capire che non deve curiosare o spostare degli oggetti "sospetti"
che possono essere e "sono" lì per uno scopo. Inoltre, perché i nostri
obiettivi sono mascherati e non in luoghi di passaggio, abbiamo sempre
avvisato con chiamate telefoniche nelle zone in questione per farle
evacuare. L’integrità fisica dei poliziotti non è inclusa nelle "misure
di sicurezza" da adottare.
Tuttavia, prendendo atto del fallimento
della polizia giudiziaria, non in tempo per rimuovere gli ordigni,
d’ora in poi, ci assicuriamo per metodi più "sicuri" in modo che
l’esplosivo possa danneggiare in modo efficace l’ unico obiettivo che
abbiamo scelto.

[sulla violenza e non-violenza rivoluzionaria]
La vita stessa, ci ha convinti della giustezza della nostra posizione.
(…)
Per
quanto riguarda le ideologie canaglia di umanesimo e "rivoluzione"
pacifica, sconvolte dalla ferocia degli attacchi… Sappiamo che
l’attacco a titolo personale o istituzionale, che logistico ( bomba
incendiaria-azioni), è per i rivoluzionari di tutto il mondo una
questione chiave per i pensieri e sentimenti.

(…)
Sappiamo che dobbiamo essere spietati.
[critica alla società tele-dipendente]
In
chiusura vogliamo chiarire una cosa e fare un ulteriore riflessione.
Spesso, a quasi ogni azione segue una dura critica, non solo da parte
delle forze di polizia istituzionali e sociali, ma anche da parte dello
spazio anarchico-antiautoritario.
Un luogo da cui abbiamo preso l’avvio, in cui siamo attivi (la gran parte di noi) che ci ha trovati amici e nemici…
Questa
non è un’opinione ostile verso l’intero pensiero anarchico, ma
piuttosto una critica della ideologia anarchica, un rallentamento
CONTRO lo stile anarchico di vita alternativa, questa è una rivoluzione
all’interno della rivoluzione …
Così abbiamo messo la nostra
parte per costruire il nuovo concetto e la pratica, che cerca di
accogliere tutti quei compagni che non sono contemplati nelle ideologie
anarchiche ufficiali. Tutti quelli negativi non "adatti" al settore
ortodosso di comportamento sociale, alle tradizioni..
Infine si ricorda che d’ora in poi gli attacchi saranno portati avanti con la possibilità di estendere la guerriglia.
In
questo contesto inizia la cooperazione dei gruppi … i compagni della
Cospirazione delle Cellule di Fuoco e gruppi di ribelli si alleano …
promozione sfida sociale, insieme con la collaborazione costante di
alcuni nuclei con la Fazione Nichilista.
Sappiamo che i nostri
sostenitori sono una minoranza, ma molto sostanziale. La nostra prima
preoccupazione è l’allargamento della nostra tendenza ad un parte
radicale dello spazio antiautoritario e "sano" di gruppi di
delinquenti. Gli attacchi e segnali di fuoco ad Heraklion, Creta, a
Salonicco, ci riempiono di potenza e confermano la nostra convinzione
"Se non ora, quando? Se non noi, chi?"


Sui recenti avvenimenti:
… La storia sta divenendo familiare, fastidiosamente familiare…
Poche
ore dopo l’attacco contro Androulakis, la squadra anti-terrorismo ha
arrestato a Exarchia una giovane di 22 anni, con l’accusa di
appartenenza alla nostra organizzazione. Le similitudini con la
scoperta del "covo" di Halandri sono spaventosamente notevoli. La
ragazza era già nota alla polizia al punto che era sottoposta
all’obbligo delle firme…
(…)

La
cattura "accidentale" della ragazza, solo dopo un paio d’ore dal nostro
attacco ci ha colpiti. Questa ansia tra le autorità incaricate
dell’applicazione della legge, per mostrare la debolezza reale della
nostra "disintegrazione" come un successo, ci preoccupa.

Quella degli sbirri è un’estorsione informale: "più colpite, più persone saranno arrestate".
Infatti,
la polizia continua ad aumentare il numero dei nostri membri: in un
primo momento parlava di 10-15 persone, poi di 20-25, mentre adesso
saremmo arrivati a 50-60.
Le intenzioni sono note.
Costruire
un teorema aperto con il quale la polizia potrà accusare coloro che
"mostrano un comportamento deviante" rispetto alle norme della società.

Mentre
in Italia, i pubblici ministeri hanno dovuto costruire la Orai
(un’organizzazione fantasma che esisteva solo nella mente e nelle
finalità di applicazione della legge, si veda la causa Marini) decine
di anarchici in carcere, senza dati, ora in Grecia, i loro colleghi
vogliono "utilizzare" la Cospirazione delle Cellule di Fuoco per lo
stesso motivo.
Ma noi rimaniamo qui, in posizione rigida di attacco, in piedi, lavorando a nuovi progetti con nuovi obiettivi…
[analisi delle proteste degli ultimi anni, e individuazione di una nuova generazione di rivoluzionari]
Le conclusioni appartengono a coloro che vogliono pensare…
[citazione da un tupamaro]
Dedicato ai ribelli, quelli che continuano e quelli che verranno…

Pistoia – Il bastone e la carota…

Domenica è stato arrestato un noto naziskin pistoiese, reo di aver pestato un ambulante bengalese qualche giorno prima a Prato…il noto naziskin è lo stesso coinvolto mesi prima nel pestaggio di un migrante Marocchino -sempre a Prato- che tutt’ora rischia di perdere un occhio, dell’aggressione ad un vigile, e dell’aggressione ad un compagno il 13 Dicembre 2008. G.G (i giornali per discrezione mettono solo le iniziali, ma come mai la stessa discrezione non c’è stata per i compagni arrestati Domenica 11?) ora è rinchiuso alla dogaia di Prato.

Secondo noi l’arresto di Giulio è da mettere in stretta correlazione con la riuscita manifestazione di Sabato 24 a Pistoia, che ha creato qualche grattacapo a questore e sindaco, e dove il caso del migrante pestato dal nazifascista è stato citato più volte dal microfono. Dunque un colpo al cerchio ed uno alla botte, le questure toscane si danno una mano, questa sarebbe la dimostrazione che i nazifascisti non godono di impunità…eppure a guardare meglio le vicende non si assomigliano nemmeno un po…a fronte di prove inesistenti e di una palese montatura giudiziaria 3 compagni sono agli arresti ed 8 denunciati, mentre un nazi che da almeno due anni gira la Toscana aggredendo migranti e compagni, ha avuto solo la sfortuna di essere individuato come capro espiatorio…e giorni dopo l’ennesimaazione.

Vogliamo precisare anche un’altra cosa: molti hanno gioito per questo arresto, invece noi continuiamo a dire che delle gabbie devono rimanere solo macerie…infatti sarebbe ipocrita combattere l’istituzione carceraria e applaudirla quando viene utilizzata contro i nostri avversari…questa, oltre che ipocrisia, sarebbe anche una legittimazione indiretta del carcere e di tutto l’impianto repressivo/autoritario che gli sta dietro…e questo noi non lo vogliamo…ma allora cosa fare con questi figuri…beh, non staremo certo a scriverlo qui, sarebbe troppo bello per il questurino (e anche per quel carabinieruccio che sappiamo essere nostro lettore) addetto al nostro monitoraggio trovare qui elementi per costruire, magari, un’altra montatura…ognuno faccia quel che vuole e si sente…

Comunque sappiano i repressori in divisa e in doppio petto, che il giochino degli opposti estremismi, dello scontro fra bande e dell’istituzione buona che vigila e reprime non passerà, noi continueremo il nostro lavoro come sempre, a fianco dei lavoratori e contro capitale, stato ed autorità, e come sempre non ci stancheremo di ripetere che è il potere che uccide, com’è successo nella caserma dei Carabinieri, maiali assassini, di Montecatini, dove un ragazzo di 24 anni è stato ammazzato di TSO con la complicità del 118…noi non dimentichiamo..

Anarchici pistoiesi

‘Answers’ pistoia: Nessun passo avanti! Sciopero a oltranza!!

…sfogo di un operatore ”Phonemedia", (gruppo recentemente acquisito dalla fantomatica società ”Omega” con sede in lussemburgo)società con sedi in tutta Italia e in Argentina per cui lavora anche il ‘famoso’ call-center pistoiese ‘Answers’ che a Pistoia da lavoro a circa 700 persone….(ma da parecchio tempo non più gli stipendi!!)

http://www.youtube.com/watch?v=lFTHbApvuLc

 

Firenze – L’autunno caldo è iniziato!

fonte canisciolti@canaglie.net

7 ottobre: la Facoltà di Lettere in piazza Brunelleschi viene occupata.
Gli studenti si barricano nel chiostro e la polizia non può che
accettare il dato di fatto. Nella serata centinaia di studenti
partecipano alla “festa trash verso il corteo del 9 ottobre…” nello spazio liberato ed autogestito, mentre la facoltà si riempie di striscioni, manifesti e scritte murali.

9 ottobre: un corteo
di 10000 studenti attraversa le strade di firenze fino a bloccare i
viali di circonvallazione, mandando il traffico totalmente in tilt.
Prima che raggiungesse il corteo il camioncino con l’impianto del
corteo viene fermato e perquisito. Al passaggio dal liceo Castelnuovo
vengono oscurate le telecamere del liceo. Banche, Agenzie Assicurative, bancomat e la sede di Confindustria, vengono bersagliate con vernice, fumogeni e petardi. Lo striscione d’apertura recita “L’AUTUNNO CALDO E’ INIZIATO… ORGANIZZIAMOCI PER RENDERLO INFINITO!”

10 ottobre: almeno 12 scuole vengono occupate
in città dagli studenti riuniti in assemblee straordinarie. Digos e
polizia si dilettano in diverse visite alle occupazioni, minacciando
sgomberi e denunce in compagnia della loro care telecamere.
12 ottobre: altre scuole di uniscono alla lista delle occupazioni, mentre in alcune scuole si alzano le prime barricate per bloccare la didattica.

13 ottobre: "Firenze sveglia, sveglia Firenze!"500 studenti si radunano in piazza Santissima Annunziata e danno via ad un corteo notturno non autorizzato per le vie del centro.


RIPRENDIAMOCI LE FACOLTA’

sull’occupazione del 7 ottobre a lettere

 

Intorno alle 19 di mercoledì, il
chiostro della facoltà di Lettere viene stato occupato da alcune decine
di studenti. La Digos, colta di sorpresa, arriva a facoltà già ben
chiusa e non potendo fare altro che restare a guardare gli studenti
barricati dentro decide di andarsene con la coda tra le gambe.

Passa qualche ora e la voce inizia a
girare. Si aprono i cancelli e centinaia di studenti partecipano
all’occupazione, mentre la facoltà si riempie di striscioni, manifesti
e scritte murali. All’ingresso uno striscione recita “Verso il Corteo
del 9… Festa a Lettere Occupata”.

“Vandali!”, gridano i giornali e quei
politicanti (di destra e di sinistra) che la mattina dopo hanno trovato
sulle loro bacheche diversi segni di disprezzo nei loro confronti.

Ma se vandalo è chi fa parlare i muri con le proprie idee… allora si: siamo dei vandali.

Se delinquente è chi per
una notte decide di riappropriarsi della propria facoltà ed
autogestirla, sperimentando situazioni di spontaneità e libertà in
delle facoltà sempre più videosorvegliate, controllate e fabbriche di
alienazione… allora si: siamo dei delinquenti.

 

 

Che nessuno si stupisca per “insulti alla preside Franca Pecchioli, alla Digos, simboli dell’anarchia, slogan anticapistalisti e inviti alla rivolta”…

L’ABBIAMO GIA’ DETTO E LO RIBADIAMO: L’AUTUNNO CALDO E’ INIZIATO…

 

Detto ciò, quella di mercoledì è stata una serata di

riappropriazione diretta, gioia e determinazione…

nulla di meglio per iniziare una nuova stagione di lotta!

Cani Sciolti Autorganizzati


“Se non cambierà lotta dura sarà”…

E’ un anno che lo urliamo nelle piazze ma non abbiamo ancora mantenuto la promessa.
Già l’anno scorso abbiamo assistito ad una mobilitazione di massa, la
famosa “Onda”, che pur riuscendo a portare migliaia di persone in
piazza e ad occupare scuole ed università, si è rivelata incapace di
modificare realmente le cose.

Forse è arrivato il momento di chiederci: PERCHE’?
A nostro
parere ciò che è mancato è stato il coraggio di esprimersi tramite
delle pratiche di lotta radicali e concrete. Abbiamo sprecato le nostre
energie in una frenetica e controproducente ricerca dell’attenzione di
giornali e tv…
Ma pensiamo davvero che quegli stessi giornali e
tv, che sia di destra che di sinistra restano uniti nel voler mantenere
lo stato attuale delle cose (essendo asserviti direttamente ai
padroni), possano aiutare la nostra causa?
E, soprattutto, siamo
davvero convinti di continuare nel nostro coro di lamenti inconcludenti
sperando, fin troppo ingenuamente, che qualche politico di buona fede
li raccolga e ci aiuti?
In realtà è sotto gli occhi di tutti che la
“protesta civile” si è rivelata fallimentare, e che se veramente
vogliamo cambiare le cose è giunta l’ora di lottare con determinazione
e senza compromessi: è finito il momento di “farsi sentire”, è arrivato
il momento di FARE.

FARE per noi vuol dire non limitarsi a dormire nelle scuole e nelle
facoltà, ma occuparle sul serio bloccando la didattica e trasformarle
da luoghi di asservimento e obbedienza in laboratori di AUTOGESTIONE E
LOTTA, riaffermando così una pratica efficace che fino a qualche anno
fa è sempre stata propria del movimento studentesco.
FARE per noi
vuol dire non scendere in piazza per posare davanti a delle telecamere
ma bloccare la città con tutti i suoi flussi di merci, umane o
materiali, che permettono giorno per giorno di arricchire quei padroni
che ci impongono questo stato di cose.

Lottare con le regole stabilite dalle stesse istituzioni che stiamo
combattendo è da stupidi: se vogliamo vincere non possiamo escludere a
priori nessuna pratica di lotta, abbattendo il dogma della legalità
tanto caro a politicanti, partiti e sindacati.

Solo facendo così inizieremo ad essere realmente FASTIDIOSI, ed è a
quel punto che la polizia del nostro caro stato democratico provarà a
metterci i bastoni tra le ruote come già sta facendo: ma non abbiamo
paura, le denunce non ci hanno fermati, le cariche non ci hanno
distrutto.

Osservando il periodo storico che stiamo vivendo, in un cui trame
razziste ed autoritarie si fanno avanti ad enorme velocità, ci rendiamo
conto che non possiamo permetterci di aspettare o di affidarsi al
salvatore di turno (che non esiste)…

Siamo pronti a riprendere tra le mani le nostre vite?

La strada sarà lunga… noi abbiamo iniziato.

Alcuni pirati all’arrembaggio della vita
Firenze,
13.10.2009

Renzo Novatore – Verso il nulla creatore

 

 

Renzo Novatore, pseudonimo di Abele Ricieri Ferrari (Arcola, 12 maggio 1890Genova, 29 novembre 1922), è stato un anarchico, poeta, filosofo e uomo d’azione italiano.

Refrattario ad ogni disciplina, il Ferrari frequentò la scuola
soltanto per alcuni mesi prima di abbandonarla definitivamente ed
essere costretto dal padre a lavorare nei campi. Il suo profondo
desiderio di conoscenza, unito ad una notevole forza di volontà, lo
spinse però ad un personalissimo studio da autodidatta che lo portò a
leggere Max Stirner, Friedrich Nietzsche, Georges Palante, Oscar Wilde, Henrik Ibsen, Arthur Schopenhauer, Charles Baudelaire.

Non rinunciò comunque ad elaborare una visione autonoma, che costruì giorno dopo giorno, come ricorda il suo amico Auro D’Arcola, attraverso una costante attività elucubrativa.

Si sposò con Emma Rolla e con lei ebbe tre figli, uno dei quali morto in tenera età. Gli altri due, Renzo
e Stelio, proseguirono sulle orme paterne una personalissima
riflessione esistenzialista che svilupparono nell’ambito della
produzione artistica e letteraria.

La prima volta in cui le cronache s’interessarono di lui fu nel 1910, quando un incendio distrusse la chiesa della Madonna degli Angeli
nella notte tra il 15 e il 16 maggio: le indagini dei regi carabinieri
portarono infatti a identificare i responsabili del gesto in un gruppo
di giovani anarchici del posto, tra i quali anche Abele Ferrari.

Contrario alla guerra, nel 1918 venne richiamato sotto le armi ma si rese irreperibile. Venne dunque imputato di diserzione e condannato in contumacia alla pena di morte. Sarà poi arrestato e scarcerato in seguito ad amnistia.

  « E
le rane partirono… Partirono verso il regno della suprema viltà
umana. Partirono verso il fango di tutte le trincee. Partirono…. E la
morte venne! Venne ebbra di sangue e danzò macabramente sul mondo.
Danzò con piedi di folgore… Danzò e rise… Rise e danzò… Per
cinque lunghi anni. Ah, Come è volgare la morte che danza senza avere
sul dorso le ali di un’idea… Che cosa idiota morire senza sapere il
perché… »
 
(Dal poema Verso il nulla creatore)

Anarchico individualista, fu protagonista con i suoi compagni Dante Carnesecchi e Tintino Persio Rasi di alcuni dei più importanti episodi della lotta operaia del biennio rosso nella Provincia della Spezia.

Episodi la cui importanza non si comprende se non tenendo conto che
allora La Spezia era una delle più importanti roccaforti militari
italiane, circondata da una serie di forti e polveriere che ne
dominavano il golfo, e caratterizzata dalla presenza di un Arsenale
militare e di alcune delle più importanti industrie belliche. E che in
quel periodo molti lavoratori anelavano a "fare come in Russia",tanto
che era in molti la convinzione che la rivoluzione fosse dietro
l’angolo e bastasse dare solo una spallata decisa.

Coerente fino alla fine nella lotta al nascente fascismo, fu ucciso il 29 novembre 1922 in un’imboscata dei Regi Carabinieri, che miravano alla cattura del bandito piemontese Sante Pollastri, alla cui banda il Ferrari si era unito per sfuggire alle camicie nere.

*da vedere il sito di Novatore:  http://www.novatore.it/Una_biografia.htm

 *quì alcune sue straordinarie opere:

 Nel_regno_dei_fantasmi.pdf

Fiori_Selvaggi.pdf

Ballata_crepuscolare.pdf

Il_sogno_della_mia_adolescenza.pdf

Verso_il_nulla_creatore.pdf

Verso_l’Uragano.pdf

Crisi e lotte operaie

 

Da qualche tempo i media ci
raccontano di quanto il peggio sia passato, di come la ripresa stia cominciando
e di come si debba avere fiducia e rilanciare i consumi; eppure la verità è
un’altra.

In autunno  “la crisi” si aggraverà ancor più e
colpirà soprattutto le imprese medio/piccole e gli artigiani, infatti chi
avesse avuto la fortuna di chiudere il bilancio di Luglio in pari, si ritroverà
a Settembre a dover affrontare le spese di ammortamento delle attività
(bollette, fatture rientrate in Agosto, -mese “improduttivo” a causa delle
ferie- e che quindi prospetterà una carenza di capitale al riavvio delle
attività, ecc…), spese che in vacanza non vanno.

Ci troveremo ad affrontare un
autunno/inverno di attività che chiudono e posti di lavoro che sfumano, ci
troveremo con il comparto industriale che cavalcherà la crisi per rinegoziare
al ribasso i diritti e le tutele dei lavoratori (contratti nazionali, dove
ancora esistono, e contratti di secondo livello), utilizzando la crisi come spauracchio
per “ottimizzare la produzione riducendo gli sprechi”…in poche parole
licenziamenti e delocalizzazioni…con buona pace dei sindacati confederali
sempre pronti a chinare il capo di fronte a piccole concessioni di facciata.

 Nel pistoiese la crisi sta mordendo in maniera particolare,
due grandi aziende (Radicifil e MAS) sono già chiuse lasciando a piedi
centinaia di lavoratori, e qualche tempo fa stessa sorte era toccata anche alla
Recoplast di Agliana…L’Ansaldo Breda ha preventivato qualcosa come 200.000 ore
di esubero a partire da Giugno 2010, che in lingua volgare vuol dire
licenziamenti (quantomeno per quanto riguarda le ditte esternalizzate e
l’indotto).

A fronte di tutto ciò le
mobilitazioni che si sono avute sul territorio pistoiese, come il presidio permanente degli operai in lotta della Radicifil, sono state importanti, perché
hanno dimostrato che sotto la cenere della concertazione sindacale la
combattività dei lavoratori arde sempre…eppure a guardare le medesime vicende
svoltesi in altri paesi mondiali ed europei ci rendiamo immediatamente conto di
quanto la conflittualità italiana sia ancora relegata alla rivendicazione
simbolica di diritti astratti ma negati nella pratica ogni giorno.

In Francia, a fronte di una
situazione molto simile a quella della Radici (produzione che viaggia a pieno
regime ed ordini che non mancano, alta professionalità, chiusura…) gli operai
della Nortel hanno deciso, vista la riluttanza della proprietà a trattare, di
minare la fabbrica minacciando di farla esplodere; Sempre nel paese transalpino
i sequestri dei managers sono diventati consuetudine nelle lotte tra capitale e
lavoro. Insomma, i francesi hanno capito che l’azione diretta paga, ma non è
tutto oro ciò che luccica, infatti queste rivendicazioni non rompono con
l’impostazione del lavoro (rapporto osmotico capitale/lavoro) e della società
attuali…ma chi ben comincia…Altro discorso vale per la Grecia. Tutti abbiamo
negli occhi le rivolte di Dicembre 2008 (e che a bassa intensità continuano
tutt’ora) che hanno avuto come causa scatenante l’omicidio di Alexis
Grigouropulos da parte delle forze del disordine; ma la rivolta greca non è
stata ed è cieca e priva di contenuti come i media di regime hanno tentato e
tentano di farci credere: tra le parole d’ordine che volavano sulle barricate
di Exarchia e di tutta la Grecia c’erano il no alla riforma dell’istruzione e
la rabbia per una disoccupazione crescente figlia di un economia capitalista
che ormai si sta dimostrando per quel che è: lucrosa per pochi e devastante per
il resto degli individui…i nipoti di Socrate, come sempre, hanno fatto un passo
in più.

Che fare dunque nel mondo, in
Europa, in Italia?

Per colpire in maniera importante
l’impostazione economico/autoritaria della società in cui ci troviamo a vivere
e per fare un ennesimo passo avanti verso un orizzonte diverso da quello fosco
verso cui siamo indirizzati, occorre agire direttamente sui meccanismi di
sfruttamento distruggendoli in maniera radicale.

In vari paesi del mondo –per
esempio- l’autogestione operaia delle fabbriche è una realtà, è di queste
settimane la vittoria dei lavoratori argentini della Zanon, che nove anni fa
occuparono l’azienda in cui lavoravano decidendo di autogestire la produzione,
e di farlo in maniera orizzontale (senza dirigenti, senza gerarchie, con
cariche e responsabilità a rotazione); ebbene dopo 9 anni di lotta, di AZIONE
DIRETTA, anche il governo, per salvare la faccia, è stato costretto a
riconoscere “legalmente” l’esproprio operato dai lavoratori.

Ma anche nella vecchia Europa
l’autogestione operaia non è un miraggio ma realtà; a Settembre 2007 i
lavoratori di una fabbrica di biciclette decisero di riavviare ed autogestire
l’azienda per cui lavoravano creando la Strike-bike.

La cosa interessante di queste
esperienze, oltre l’evidente valore di ogni esperienza d’autogestione, è la
comprensione, da parte dei lavoratori, che se le battaglie si vincono lottando
direttamente e senza mediazioni, i risultati si difendono attraverso la
solidarietà e la risolutezza.

La strike-bike lanciò una
sottoscrizione dal basso (senza chiedere incentivi a stato o prestiti a banche
che li avrebbero strozzati) che fu recepita in tutta Europa; la zanon, in un
contesto di crisi e lotte operaie diffuse (simile alla situazione italiana
attuale) mise a punto un fondo per lo sciopero permanente aperto a tutte le
realtà in lotta, appoggiò tutte le rivendicazioni dei lavoratori nei vari
comparti produttivi e dei disoccupati, legandosi a doppio filo con le realtà
studentesche più combattive.

Questi esempi c’insegnano non
solo che l’autogestione è possibile, ma che è necessaria per creare un
orizzonte che rompa con questo presente fatto di sfruttamento di tanti a favore
di pochissimi.

La sfida non è semplice,
soprattutto ora che la crisi sta velocemente sgretolando il sogno artificiale
di benessere diffuso creato ad arte dall’apparato di propaganda del capitale
transnazionale, che sicuramente non starà a guardare mentre nuove forme di
aggregazione dal basso mostrano agli individui che SI PUO’ FARE, che si può vivere
anche al di fuori dei paradigmi capitalisti e neoliberisti, che si può lavorare
e vivere senza nessuno che ti ordina cosa fare e ti dice come farlo, che la
gerarchia è superflua, che il sol dell’avvenire, d’ottocentesca memoria, può
non essere così lontano…la repressione colpirà, e già colpisce, ma la sfida è
irrinunciabile; Certo si può far finta di niente, si può aspettare che altri
risolvano i nostri problemi, si può attendere che tutto cambi perché tutto
resti uguale (e questo è il rischio)…ma allora non ci lamentiamo, spezziamoci
la schiena e zitti, il padrone ce lo chiede.

 

Evjenij Vasil’ev Bazarov.