No Tav – Francia: sabotaggi e azioni solidali in Savoia e a Lione

No TAV – Dall’altro lato delle Alpi.

1. Sabotaggi in Savoia.

Apprendiamo dai media di regime che nel primo mattino di sabato 3 marzo ci sono stati alcuni sabotaggi alla rete ferroviaria francese. Tre incendi hanno colpito le strutture ferroviarie nei comuni di La Ravoire, Saint-Pierre-d’Albigny e Chamousset, vicino a Chambéry (Savoia).
I sabotaggi, di cui almeno due sulla linea ad alta velocità (TGV) hanno provocato ritardi, per gran parte della giornata di sabato, ad un centinaio di treni sulle tratte che vanno da  Chambéry a Modane (e l’Italia), Bourg-Saint-Maurice e Grenoble. A subire ritardi, quindi, oltre ai treni carichi di turisti che vanno a fare sci in zona (in Francia è periodo di vacanze scolastiche), i TGV diretti in Italia.
Sono stati dati alle fiamme i cavi di segnalazione, che sono particolarmente importanti su quella linea perché il TGV ha un solo binario, utilizzato nei due sensi di marcia. A quanto si legge, ignoti hanno scoperchiato le canaline in cemento che scorrono accanto ai binari e dato fuoco, per mezzo di  stracci imbevuti di benzina ed olio, ai cavi che ci sono dentro (quelli di segnalazione, appunto). Su una garitta delle ferrovie che si trova accanto ad uno degli incendi è stata lasciata la scritta NO TAV.
La polizia afferma di non avere la certezza che i sabotaggi siano da mettere in relazione con quanto sta succedendo in Valsusa (!), ma un gran numero di gendarmi, aiutati da due elicotteri equipaggiati di telecamere termiche, è stato mandato a tenere d’occhio i binari di quella zona…

Riassunto ed adattato da:
http://cettesemaine.free.fr/spip/article.php3?id_article=4793

2. Intanto, a Lione.

Giovedì 1 marzo a Lione c’è stata una manifestazione in solidarietà con il movimento No TAV. Ad un certo punto, un gruppo di persone a volto coperto si e staccato dal corteo ed ha obbligato un operaio ad aprire la porta di un centro tecnico delle ferrovie. Il gruppetto di manifestanti è salito sui binari ed ha lanciato alcuni sacchi di sabbia sui cavi aerei che alimentano i treni, bloccandoli. Tutti i treni che dovevano passare di lì sono stati così ritardati di un’ora e mezza (su uno di quelli c’erano pure due ministri, in visita in zona!). La notte precedente, invece, era stata gettata della vernice e fatte delle scritte contro il TAV sulle mura del consolato italiano della città.

Riassunto ed adattato da:
http://cettesemaine.free.fr/spip/article.php3?id_article=4789

Russia – Ucciso un anarchico antifascista

fonte: avtonom.org
trad. in spangolo: es.contrainfo.espiv.net
trad. Culmine

Alle 6.30 della mattina del 9 febbraio, un portiere ha trovato nella zona circostante l’istituo FIAN il cadavere di Nikita Kalin, nato nel 1991. La polizia, giunta sul posto alle 8.00, alle 11.00 ha informato la madre dell’assassinio del compagno. Nikita è stato pugnalato 61 volte, inoltre aveva diverse fratture alle costole ed anche la testa presentava delle ferite. Gli assassini non avevano rubato nulla. Per il momento, la polizia ha arrestato un sospetto, i cui vestiti avevano macchie del sangue di Nikita.

E’ ovvio che Nikita è stato attaccato da un gruppo. In via non ufficiale la polizia ha informato la madre che il sospetto, arrestato, è un nazi e che non fornirà ulteriori informazioni sugli altri sospettati. Nonostante la ferocia dell’assassinio, la polizia non ha ancora interrogato la madre di Nikita né un suo amico, che è stato l’ultimo a vederlo. Per questo si sospetta che si cercherà di coprire il caso, come frequentemente avviene in Russia. Ciò nonostante, il sospetto ha già un avvocato.

Si teme che le indagini della polizia si stiano orientando a favore dell’arrestato, per questo c’è bisogno di tutto l’appoggio possibile. Attualmente, una organizzazione per i diritti umani ha offerto un appoggio giuridico fornendo un legale, ma c’è ancora bisogno di denaro per le spese del funerale.

Nikita proveniva da una semplice famiglia di lavoratori e non ha mai nascosto le sue idee antifasciste ed anarchiche. Se volete aiutare gli amici e la famiglia nella raccolta del denaro necessario per il funerale, lo si può fare attraverso la Croce Nera Anarchica di Mosca cliccando qui.

Nikita in un presidio antielettorale, con un cartello in cui si può leggere: “Non abbiamo bisogno di nessuna autorità! Libertà o morte! Il nostro candidato è l’autogoverno!”

No Tav – Lettera di Marcelo dal carcere di San Vittore

Riceviamo e diffondiamo:

Sabato 18 ci è arrivata questa lettera del nostro compagno Marcelo, attualmente detenuto nel carcere di San Vittore a Milano:
Per scrivergli : Marcelo Damian Jara Marin – Casa circondariale di Milano San Vittore – Piazza Filangieri 2 – 20123 MILANO

Il vostro calore e la vostra solidarietà riscaldano queste mura fredde. Non mi sono mai sentito solo, sapere che la nostra lotta non è stata invano mi dà la forza che serve in momenti come questi. Ciò che non ci distrugge ci rende più forti.

Questa operazione di polizia non è stata fatta a caso, è stata studiata per cercare di attaccarci su due fronti.

Da una parte cercano di criminalizzare la lotta No TAV per colpire e fare paura a chiunque abbia avuto la pretesa di difendere il suo territorio, la sua vita, il suo presente. Questo perchè sanno bene che la rivoluzione è contagiosa. Tra il Cairo, Tunisi, Atene, Londra, Roma, i partigiani di ieri e i forconi di oggi, la Val Susa, c’è tanto in comune: i funerali dell’indignazione e la presa di posizione collettiva.

Abbiamo mangiato, vissuto e lottato insieme a quella bellissima gente che sono i valsusini. Tutti insieme giorno per giorno, metro per metro, così si sono venuti a creare dei legami affettivi solidi e indistruttibili, è qui che ci attaccano ancora com’è successo qui a Milano con “la banda delle fotocopie”, a Bologna con Fuori Luogo, a Firenze con tutto il movimento studentesco, a Cuneo con gli antifascisti.

In Val Susa si è creata una comunità in lotta che ha messo in atto la critica più radicale al sistema capitalistico degli ultimi anni in Italia e non solo. Il TAV è più che una grande opera inutile e nociva, in Val Susa si giocano le sorti della democrazia, non possono permettere che la volontà di un’intera popolazione vinca davanti agli affari sporchi delle quattro mummie che ci governano.

La militarizzazione del territorio è lo specchio della loro prepotenza, vogliono costringerci con la forza al silenzio e alla sopravvivenza cercando di annullare qualsiasi dimostrazione di autonomia e di riappropriazione della vita.

La Libera Repubblica della Maddalena e tutti i campeggi che ne sono seguiti erano proprio questo: riappropriazione della vita e autonomia, rifiuto del silenzio e della sopravvivenza, per questo il TAV è guerra alla vita.

Abbiamo imparato a non cadere nelle loro trappole. Hanno occupato la nostra Valle, ferito giovani e vecchi con lanci di CS ad altezza uomo, distrutto il nostro territorio, ma abbiamo imparato a non avere paura.

L’evidenza è davanti agli occhi di tutti e mi dispiace deludere le forze dell’ordine, i magistrati e i giornalisti ma nella lotta No TAV non ci sono pacifisti da una parte e “black bloc” venuti da Saturno dall’altra. L’unica divisione che c’è è una bellissima barricata che divide i No TAV da chi fa carriera con l’infamia e il potere.

Un caloroso abbraccio ai No TAV che sono in carcere in giro per l’Italia, a chi ha altre misure cautelari, un abbraccio a tutt*.

La legge non è altro che la cristallizzazione dei rapporti di forza esistenti, per questo mi permetto con modestia di finire questa lettera con una frase che qualcuno dall’altra parte del mondo pronunciò davanti ad una giuria tanti anni fa:

CONDANNATECI PURE
SARÀ LA STORIA AD ASSOLVERCI

A SARÀ DURA!

http://notavliberi.noblogs.org

NUOVA OCCUPAZIONE A FIRENZE: PROGETTO CONCIATORI HA CAMBIATO STRADA MA NON IL PROPRIO INDIRIZZO

Riceviamo e pubblichiamo:

Quest’oggi è stato occupato e restituito all’utilizzo pubblico, collettivo, sociale, di quartiere e della città tutta uno spazio in  VIA GIANO DELLA BELLA 22.
 
Il 19 Gennaio il comune di Firenze ha sgomberato gli spazi sociali di Via dei conciatori consegnando un pezzo di patrimonio pubblico, di tutti i cittadini, alla società immobiliare Toscotre srl. Un’operazione vergognosa, effettuata con l’impiego di ben 280 tra poliziotti e carabinieri, che ha avuto lo scopo di adempiere ai doveri della speculazione e del capitale. In Via dei conciatori si è costruito e lottato per la difesa dei beni collettivi, per il diritto ad una socialità, ad una aggregazione culturale e politica di base, non mercificata. Precari, studenti, disoccupati, pensionati, lavoratori a presidio di tutto ciò si prendono uno luogo di autorganizzazione della propria sopravvivenza fisica e mentale. Chiunque si trovi nelle medesime condizioni è invitato a non arrendersi al pregiudizio, ma ad avere la curiosità di partecipare al progetto! Mutuo appoggio, solidarietà, autoresponsabilizzazione sono oggi l’unica via da percorrere per riprendere in mano le proprie esistenze e non soccombere alla violenza delle merci, del mercato e delle istituzioni. L’edificio di proprietà pubblica viene per volontà diretta dei cittadini, come è giusto che sia, restituito ai legittimi proprietari. PER QUESTO SIAMO LIETI DI INVITARVI STASERA ALLA CENA SOCIALE ORE 20:00 IN VIA GIANO DELLA BELLA 22 (TRA PIAZZA TASSO E P.TA ROMANA) NOI SIAMO AL PRIMO PIANO (ENTRANDO CORRIDOIO A DESTRA, SALI LE SCALE E POI ANCORA A DESTRA). PORTATE QUELLO CHE VI PIACEREBBE TROVARE (CIBO, BEVANDE, MUSICA, COLORI, CHITARRE…)!!! L’EDIFICIO GIA UTILIZZATO DA ALTRI GRUPPI E COMUNIT, CON LE QUALI ANCORA NON ABBIAMO STABILITO UN RAPPORTO, PER QUESTO ENTRANDO CERCHIAMO DI RISPETTARE LO SPAZIO DA LORO ABITATO E LA POSSIBILE SORPRESA NEL VEDERE ARRIVARE PERSONE SCONOSCIUTE (A FROTTE?!!!!)! A PRESTO! PROGETTO CONCIATORI
 
PROGETTO
CONCIATORI
www.progettoconciatori.noblogs.org

Verona – Blitz contro Casapound, distrutta la sede

fonte: arena verona

Erano tra le quindici e venti persone e, nel giro di pochi minuti, hanno distrutto il circolo culturale Cutty Sark, sede di Casapound in via Poloni. Non ci sarebbero stati feriti gravi se non un giovane del circolo, presente al bar al momento del blitz che avrebbe preso un pugno in faccia e un altro con una ferita al collo. Nessuno dei due, però, si è fatto refertare al pronto soccorso. Non ci sarebbe stata poi una rissa anche perchè le forze in campo erano decisamente sproporzionate: al momento del blitz nel bar di Casapound erano presenti cinque, sei persone, compreso il barista. Ora carabinieri vogliono far luce sull’assalto avvenuto alle mezzanotte e mezza dell’altra notte. Gli inquirenti considerano la devastazione a una sede politica un fatto estremamente grave che riporta la mente agli anni ’70, agli albori degli anni di piombo quando questi blitz avvenivano di frequente. C’è anche chi non esclude che si tratti di una vicenda interna agli iscritti a Casapound. A far propendere per questa ipotesi anche il riserbo mantenuto fino a ieri dai dirigenti dell’organizzazione di estrema destra sia con gli inquirenti che con i media. «Se non sono loro a tirare fuori la politica per primi», è stato il commento di un inquirente, «non vedo perchè dovremo farlo noi». Ieri mattina in via Poloni c’erano alcuni cartoni di bottiglie di birra, sistemati fuori dal locale. I dirigenti di Casapound hanno vietato riprese e foto all’interno. Tra le grate della serranda, si vedeva il locale distrutto con i portalampade penzolanti dal soffitto. Su chi ha commesso quegli atti di vandalismi, resta il silenzio degli inquirenti. A quanto pare, chi era presente nel locale di via Poloni ha detto di aver visto questa quindicina di persone entrare senza un abbigliamento riconducibile a qualsivoglia formazione politica. Gli assalitori non avrebbero nemmeno parlato nè sono state lasciate scritte o sigle tali da poter ricondurre l’assalto a qualche formazione politica. Secondo una prima parziale ricostruzione, era da poco passata la mezzanotte e mezza quando a Caspound è suonato il campanello. Una volta che il barista ha aperto la porta, è stato subito aggredito con un pugno in faccia. Subito dopo si è scatenato l’inferno. Il gruppo di una ventina di persone a suon di bastonate e altri oggetti contundenti hanno iniziato a spaccare tutto ciò che si trovava nel locale, ferendo anche due giovani anche se non in modo grave. Alla fine della loro «perfomance», gli autori di quell’assalto sono scappati. Ad avvertire i carabinieri, sono stati alcuni condomini del palazzo dove si trova Casapound. I militari non hanno potuto far altro che constatare la devastazione del locale e hanno raccolto le prime testimonianze. Accertamenti e interrogatori sono continuati per tutta la giornata di ieri. Ora le preoccupazioni degli inquirenti è rivolta alla manifestazione, indetta per domani da Casapound in occasione della visita in città del ministro dell’istruzione Francesco Profumo per l’apertura dell’anno accademico. I giovani di Casapound hanno organizzato un corteo contro «l’università dei baroni». L’appuntamento è per domani alle 8 in piazza Pradaval. È arrivata la solidarietà a Casapound dell’assessore Vittorio Di Dio che invita i giovani «a collaborare con i carabinieri per individuare gli autori di questo gesto vigliacco». E anche il sindaco Flavio Tosi condanna l’assalto a Casapound: «Non possiamo accettare che pochi estremisti possano alimentare la strategia della tensione in città».

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Quanto ci dispiace…

Napoli – Ridotta la pena a Tonino

riceviamo e diffondiamo:

Mercoledì 15 febbraio c’è stato il ricorso in appello per il processo di Tonino per i fatti del primo maggio 2010 che lo vedevano accusato di concorso in tentato omicidio.

La corte di appello ha derubricato il reato a lesioni riducendo la pena da 5 a 2 anni e due mesi.

A lui va il nostro abbraccio
sperando di vederlo presto libero

Trapani – Arrestata Madda (aggiornato)

Apprendiamo dai media di regime del 16/2/2012 che la compagna anarchica Maddalena Calore è stata arrestata ad Alcamo, in provincia di Trapani. Secondo la ricostruzione degli sbirri, ridicolmente condita dai giornalisti, l’arresto in flagranza sarebbe dovuto alle accuse di violazione dell’obbligo di dimora in provincia di Cagliari, false generalità, resistenza e lesioni a pubblico ufficiale.

Madda Libera!
Sbirri e giornalisti vili servi infami!

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Secondo quanto riferito dai compagni di Catania. pare che Madda abbia ricevuto parecchie botte, con conseguenti 4 punti di sutura in testa e che al momento sia in isolamento, sempre nel carcere di Trapani. Per scriverle:

MADDALENA CALORE
Casa circondariale
Via Madonna di Fatima 222
CAP 91100   Sicilia(TP)

Segue comunicato solidale:

Abbiamo appreso dagli infami mezzi di comunicazione di massa che la compagna Madda (Maddalena Calore) è stata tratta in arresto dalla Polizia di Alcamo e probabilmente tradotta alla casa circondariale di Trapani, dove sabato 18 Febbraio si deciderà la convalida o meno dell’arresto. Madda è stata fermata ad un posto di blocco, le accuse a suo carico sono: violazione dei termini di custodia cautelare (obbligo di dimora nella provincia di Cagliari), false generalità e resistenza e lesioni a pubblico ufficiale. I giornali, fin da subito, hanno rispolverato ogni suo precedente, snocciolando i suoi ultimi anni da un punto di vista poliziesco e repressivo. Che la si accusi di aver pianificato il suo odio contro le forze dell’ordine o la sua incompatibilità con l’ordine costuito non ci sorprende, visto che anche nei nostri cuori battono le medesime pulsioni. Stavolta è toccato a lei essere il mostro sbattuto in prima pagina, mentre gli omicidi compiuti dagli assassini in divisa trovano spesso comprensione e solidarietà da parte delle istituzioni e dalla gente intrappolata nel delirio securitario. Non è difficile comprendere che l’unica colpa di Madda è quella di essere nemica di un ordine basato sullo sfruttamento, sulla morte e la miseria. La caparbietà che ha sempre dimostrato nelle lotte per la salvaguardia della terra e la liberazione di qualunque essere la abiti, la forza d’animo con cui ha affrontato a testa alta le autorità e le loro punizioni ci rendono
fieri di essere suoi complici e solidali.

Seguiranno aggiornamenti.

NE’ COLPA NE’ INNOCENZA, MA FIERA RESISTENZA.

Anarchici etnei
cenere.noblogs.org

 

Foggia | Modena – Attacchi contro Equitalia

fonte: repubblica

ROMA – Inizio di anno amaro per Equitalia, oggetto anche la notte di Capodanno di attentati alle sue sedi. Un ordigno rudimentale è stato fatto esplodere a Foggia, in via Portogallo, mentre un attentato incediario ha riguardato il quartier generale modenese dell’agenzia.

Per quanto riguarda l’episodio di Foggia, l’esplosione ha distrutto la saracinesca del locale che ospita la sede locale di Equitalia e ha gravemente danneggiato gli arredi che erano collocati all’ingresso. Sul posto sono intervenuti gli agenti della polizia scientifica. Indagini sono in corso per identificare i responsabili dell’attentato.

A Modena ignoti hanno dato fuoco alle vetrine del locale, ospitato al primo piano di una galleria commerciale in via Emilia Ovest. Si cerca di capire se vi siano tracce di detonanti o se si tratti di un semplice incendio, ma la Digos sembrerebbe convinta dell’origine dolosa. Nella galleria sono installate telecamere che potrebbero aver ripreso immagini utili alle indagini. I danni sono lievi, praticamente limitati all’ annerimento di due vetrine.

Gli attentati arrivano a poche ore dalle parole del capo della polizia, Antonio Manganelli, che ieri visitando la sala operativa della Questura di Napoli aveva parlato di “salto in avanti dell’area anarcoinsurrezionalista”. “Assistiamo a uno sviluppo di un fenomeno nuovo”, ha detto Manganelli: “dallo spontaneismo del singolo dentro l’associazione anarchica a una vera organizzazione, una sorta di network internazionale con scambio di favori e azioni prodromiche
a fatti di sangue”. Il capo della polizia ha espresso ottimismo sull’esito delle indagini riguardanti l’invio di pacchi bomba contro istituzioni e agenzie di riscossione: “Crediamo di aver individuato autori e matrici dei gesti. Ma un pacco bomba singolo”, ha osservato, “resta un atto difficile da prevenire, bisogna stare attenti”. Parole confermate a stretto giro dai nuovi attacchi della notte di Capodanno.