Modena – Sentenza del processo contro Andrea, Sabbo e Gabriele

Il 24 febbraio il giudice Manuela Cortelloni, dopo un lungo dibattimento, ha emesso sentenza contro Andrea, Sabbo e Gabriele accusati di aver danneggiato il CIE modenese dopo un presunto blitz in stile paramilitare. Le pene sono di 1 anno per Andrea e Sabbo (senza la condizionale) e di 8 mesi per Gabriele (che ora è completamente libero). Per Andrea e Sabbo persiste la misura cautelare dell’ obbligo di dimora con restrizioni notturne.

Se ci saranno novità seguiranno aggiornamenti.

NO CIE! BASTA LAGER!

Repressione – Perquisizioni contro compagne e compagni anarchici in Liguria, Toscana, Emilia Romagna, Lazio e Campania

Nelle prime ore del 25 febbraio 2014 scatta l’ennesima operazione repressiva contro gli anarchici. I media descrivono l’inchiesta come parto della procura genovese, ma è evidente la paternità del ROS: un’organizzazione che di volta in volta utilizza strumentalmente procure e magistrati di fiducia per mettere in atto le proprie strategie. Tra i compagni anarchici coinvolti anche Alfredo Cospito, contro il quale gli inquirenti (a distanza di oltre 5 anni dal prelievo del DNA effettuato nei suoi confronti dalla digos di Torino nel febbraio 2009) sostengono di aver rinvenuto tracce genetiche su un ordigno contro il RIS di Parma… il principale collezzionista di DNA nostrano. Tra gli attacchi inclusi in questa inchiesta quelli contro le caserme genovesi dei carabineiri di Prà e Voltri (2005), quello contro Cofferati (allora sindaco di Bologna 2005) e quello contro il RIS di Parma (2005).

In attesa di condividere ulteriori comunicati e riflessioni, segue un testo di alcuni compagni genovesi:

riceviamo e diffondiamo:

Stamane all’alba i Ros hanno effettuato perquisizioni e notificato avvisi di conclusione  indagini a  10 persone in  Liguria, Emilia Romagna, Toscana e Campania e in carcere ad un compagno già detenuto. L’imputazione è l’ennesima associazione sovversiva e vengono attribuiti atti avvenuti ormai quasi 10 anni fa tra cui gli attacchi esplosivi a due caserme genovesi e il plico esplosivo spedito all’allora sindaco di Bologna Sergio Cofferati. Nell’ambito dell’operazione una persona è stata tratta in arresto per motivi non inerenti all’ indagine. Attendiamo l’esito dell’udienza di convalida per avere  informazioni sulla sua situazione. Non ci faremo certo intimidire dall’ennesimo tormentone dei Ros e dalle giornalate di scribacchini infami, i terroristi sono loro come sempre.

Compagni indagati di Genova


fonti dai media di regime:

http://www.gazzettadiparma.it/news/provincia/169733/Anarchici–11-indagati-per-gli.html

http://genova.repubblica.it/cronaca/2014/02/25/news/attentati_caserme_indagato_cospito_e_10_anarchici_informali_anche_muccitelli_per_due_attacchi_nel_marzo_2005_a_genova-79586909/

Contro la folla…

bombaAveva ragione Wilde nel dire che gli altri sono veramente orribili, io non giustifico nessuno per la propria ignoranza, non gli concedo alibi sociali. La folla è reazionaria, stupida, gelosa delle proprie catene, abbaia rabbia contro chi si rivolta contro il proprio asservimento e questo perché così facendo gli sbattono in faccia quanto siano pavidi e rassegnati. Non ho fiducia nella folla, ma nella forza dell’individuo e della sua capacità di associarsi nella rivolta con altri riottosi come lui. La massa vuole essere schiava, ama l’autorità perché convinta che il giogo sia condizione preferibile all’inconoscibile; poi ci sono I piccoloborghesi che fanno finta di comprendere l’esigenza di chi si rivolta bollando però le aspirazioni del ribelle come sentimenti fanciulleschi, utopie di chi si spinge troppo avanti con i propri sogni ebbene, non siamo noi a correre troppo, sono loro che sono fermi -mi perdoni Herzen per la pessima citazione- e felici di esserlo. Ne ho piene le tasche dei pianti, delle rivendicazioni degli schiavi, che chiedono lavoro e biasimano chi al lavoro si rivolta, che vogliono la casa e sbraitano contro chi se la prende. Sono stanco delle grida isteriche di chi non sa fare che chiedere e non osa prendere. Non sono prete, né martire. Inseguo solo me stesso, mi coltivo, mi compiaccio. Fuori dallo stato, dalle regole imposte, dalla folla stupida, dalle convenzioni dei rivoluzionari professionisti, dagli umanisti, da chi vuole salvare il mondo…tutte cose che non mi riguardano.
M.

Prigionieri NO TAV: aggiornamenti su Claudio, Niccolò, Mattia e Chiara

Oggi il gip ha rigettato tutte le istanze, pertanto Mattia e Niccolò hanno ancora il divieto di incontro con conseguente riduzione delle ore d’aria. Anche la situazione di Claudio rimane invariata: a causa del divieto di incontro con due dei tre detenuti presenti nella sezione ad Alta sicurezza, e della scelta del terzo di svolgere la socialità unitamente agli altri due, si trova in completo isolamento.

il gip ha anche rigettato le istanze contro la sospensione dei colloqui ai conviventi.

Svizzera | Italia – Aggiornamenti sul processo contro Costa, Silvia e Billy

riceviamo e diffondiamo:

Ciao a tutt*,
nello scorso mese di dicembre sono uscite un po’ di “novità” rispetto al nostro caso, e in queste poche righe ne diamo un aggiornamento.
Eravamo rimasti con il ricorso da parte dei nostri avvocati alla sentenza emessa al processo di Bellinzona. Il ricorso fu accolto dal Tribunale Federale di Losanna che ordinò la riformulazione della sentenza , dando la possibilità alle parti di argomentare nuovamente le proprie posizioni alla luce di alcuni documenti che, in un primo momento, la Procura Federaleaveva lasciato fuori dagli incarti depositati e che poi, su ordine sempre del TF di Losanna, si sono visti costretti a mettere agli atti. Continua a leggere

Ferrara: Presidio solidale con Claudio

Riceviamo e pubblichiamo:

Il 30 gennaio Chiara, Mattia, Niccolò e Claudio, i quattro compagni arrestati con l’accusa di “attentato con finalità terroristiche” per l’attacco al cantiere di Chiomonte dello scorso maggio, sono stati trasferiti, dopo quasi due mesi di reclusione nel carcere delle Vallette.

Data l’accusa si trovano in sezioni di Alta Sorveglianza, ma oltre alle usuali restrizioni che questo tipo di regime comporta, sono state applicate loro ulteriori misure.

Chiara, trasferita a Rebibbia, dopo qualche giorno in cella con un’altra compagna, è stata messa in isolamento. Fortunatamente dopo appena 24 ore le è stata ridata la possibilità di fare la socialità con le altre detenute e di tenere il blindo aperto 12 ore al giorno.

Mattia e Niccolò, all’interno della piccola sezione AS2 di Alessandria, hanno il divieto di incontrarsi e questo fa sì, per esempio, che invece di 2 ore d’aria al giorno, ne facciano una sola, alternati.Claudio, dalla data del trasferimento nel carcere di Ferrara, è sempre stato in isolamento, notizia uscita lunedì 10 dopo un colloquio con i familiari.

Questo è un provvedimento senza precedenti in un regime di Alta Sorveglianza, già prevista come sezione speciale con lo scopo principale di tener separati i prigionieri politici dai detenuti “comuni”, in cui la corrispondenza e la stampa vengono censurate e sequestrate arbitrariamente, come ha fatto sapere Alfredo anche lui detenuto in AS2 a Ferrrara.

Claudio è quindi isolato tra gli isolati.

Queste ulteriori disposizioni afflittive arrivano dalla Procura di Torino, con l’intento di rendere ancora più dure le condizioni detentive dei quattro compagni.

In particolare i PM Antonio Rinaudo e Andrea Padalino stanno dimostrando un forte accanimento nelle varie inchieste che colpiscono la lotta No Tav.

Nel caso di Rebibbia, però, l’amministrazione carceraria non è stata disposta a modificare la propria gestione interna per assecondare queste richieste. Al contrario, le direzioni delle carceri di Alessandria e Ferrara, rispettivamente nelle persone di Elena Lombardi Vallauri e Carmela De Lorenzo, hanno invece accettato di adeguarsi alle direttive torinesi.

È importante far pressione affinché queste ulteriori restrizioni vengano revocate. Con l’isolamento vogliono stroncare la forza dei compagni e minare il loro morale. Sappiano che non ci riusciranno: se i compagni detenuti non si fanno piegare, noi non possiamo essere da meno.>>

 

PRESIDIO CONTRO L’ISOLAMENTO DI CLAUDIO

SABATO 15 FEBBRAIO 2014 – ORE 15.00

FERRARA

Ferrara, Claudio in Isolamento

Riceviamo e pubblichiamo:

Purtroppo ancora cattive nuove. Stamane (LUnedì 9) la mamma e il fratello di Claudio si sono recati nel freddo carcere di Ferrara, non c’era nessuna coda all’ingresso per i colloqui a differenza dei caotici serpentoni di parenti in attesa davanti agli sportelli delle Vallette,e di fretta sono stati catapultati in uno stanzino con tavoli e sedie in marmo. Apprendiamo così da loro, dato che le lettere in uscita tardano ad arrivare,che Claudio è da dieci giorni in isolamento. La freddezza della sala colloqui vuota, di un carcere che pare disabitato è quella che Claudio percepisce tutti i giorni, nella sua cella blindato, nei corridoi spogli, nei pochi metri d’aria e di cemento. Le uniche presenze che fanno capolino nella sua giornata sono guardie mute e il porta vitto. Gli unici colloqui concessi sono quattro ore al mese con la mamma e il fratello.

La volontà di stremare i nervi è palese. La posta in entrata, però, sembra funzionare regolarmente, perché non rinvigorire l’animo di Claudio sommergendolo di lettere e cartoline?

Mura, sbarre, ordini e pressioni lo possono tenere lontano dal contatto e dalla vista, ma non dai nostri pensieri.

Così come lui e gli altri resistono all’accanimento noi continueremo a lottare assiduamente.

Per scrivergli:
Claudio Alberto

CC di Ferrara
Via Arginone 327
44122

Savona: Presidio Anticarcerario, Sabato 15 Febbraio 2014

15 FEBBRAIO

Sabato 15 Febbraio dalle ore 13.30 PRESIDIO ANTI-CARCERARIO sotto il carcere SANT’AGOSTINO di SAVONA. Continua a leggere

Occhio alla penna! Sui comunicati ed i loro contenuti

InquisizioneRivoltosi, noi come altri, ci troviamo da sempre e sempre più spesso a dover fare i conti con la repressione, sia che ci tocchi direttamente o che colpisca un altro combattente. Proprio mentre scrivo tanti riottosi sono chiusi in celle o ai domiciliari, privati del piacere di poter annusare l’aria dopo un acquazzone o di godere del primo sole dopo la tempesta, sequestrati dallo stato. Isolati si, ma non soli, perché chi si rivolta non lo è mai, ma non è della solidarietà che mi accingo a parlare, bensì di una pessima abitudine che rilevo spesso nei comunicati dei gruppi di solidali. Non di tutti, ovvio, raramente quando gli scritti escono da penna anarchica, ma può capitare.
Tutti si scagliano contro l’arroganza del potere, e questo senza distinzione di colore, tutti urlano a gran voce di quanto la giustizia sia ingiusta e parziale, asservita, schiava di logiche di potere e quant’altro. Quando però alcuni si trovano a scrivere dei propri nemici, non si fanno troppi problemi, anzi erigono a prova granitica della bontà delle proprie affermazioni i procedimenti o le sentenze comminate dagli stessi tribunali che quando li toccano più o meno direttamente vengono vituperati. Epilessia ideologica? Utilitarismo? Cecità? Chissà. Resta il fatto che il fenomeno si verifica spesso, basti per esempio guardare alla Val di Susa, dove i tribunali sono cattivi quando colpiscono i resistenti, ma le cui operazioni vengono citate come rafforzativo delle proprie convinzioni quando colpiscono ad esempio il Virano di turno.
Ovvio che per coloro i quali i tribunali, purché di popolo sono stati e sarebbero il pane quotidiano dare un colpo al cerchio ed uno alla botte è normale e logico, come lo è per i riformatori del sistema, che ammettono in sostanza l’esistenza dell’istituzione così com’è. Chi ammette stato, gerarchia e asservimento non può che condannare l’operato del singolo funzionario, ma non l’apparato in sé. Per chi però ha un orizzonte che parl di liberazione individuale ed a partire da questa di liberazione collettiva beh, le cose stanno diversamente. Se è ovvio che un devastatore ambientale è da combattere, come lo è l’autorità, come lo sono i fascisti, ecc…, è altrettanto vero che almeno noi non abbiamo bisogno di sentenze o simili per attaccare ed utilizzarle contro i nostri avversari per sottolineare la bontà delle nostre azioni è decisamente pericoloso. Spesso lo si fa senza pensarci, trasportati dall’abitudine, ma così facendo in una certa misura non si fa che riconoscere e legittimare l’autorità giudicante, e questo è francamente inconcepibile. Fortunatamente, e lo ripeto, non sono quasi mai penne anarchiste a soffrire di questa epilessia qualitativa, ma certe volte è accaduto soprattutto per mano di coloro i quali credono che un linguaggio più moderato, “popolare”, riconoscibile dalle masse, sia utile alla “causa”. Ma per chi non si sente né prete né messia questi sono discorsi che hanno poco senso. Chi si rivolta per un moto individuale dell’anima e riconosce suoi simili e compagni nella battaglia coloro i quali fanno altrettanto non possono che rifuggire tutto ciò. Velleitari? Forse e quindi? Poco importano i giudizi, non ci riguardano perché non ci interessano.

M.