Torino – Arresti al Cie di Torino dopo gli incendi

da macerie

Dopo una settimana di incendi, durante la quale la polizia si è limitata a minacciare i reclusi e a liberare la gente che non sapeva più dove rinchiudere, è iniziato il contrattacco repressivo nel Cie di corso Brunelleschi: in mattinata gli agenti hanno arrestato sei ragazzi nigeriani e un tunisino prelevato dall’isolamento sabato sera, accusandoli presumibilmente dei danneggiamenti degli ultimi due giorni.

Si stima che al momento i reclusi rimasti al Cie di corso Brunelleschi siano meno di una quarantina, le donne nell’area verde, e gli uomini in quel che resta in piedi: una stanza dell’area blu, la mensa dell’area viola, e qualche cella di isolamento. I reclusi raccontano infine di aver visto un idraulico e un elettricista di qualche ditta esterna lavorare alla ristrutturazione dell’area gialla.

In attesa di avere notizie sulla situazione carceraria degli arrestati, vi diamo già un appuntamento in solidarietà con chi lotta nei Centri: domenica 23 marzo, alle ore 18, presidio sotto alle mura del Cie di corso Brunelleschi.

Modena – Sentenza del processo contro Andrea, Sabbo e Gabriele

Il 24 febbraio il giudice Manuela Cortelloni, dopo un lungo dibattimento, ha emesso sentenza contro Andrea, Sabbo e Gabriele accusati di aver danneggiato il CIE modenese dopo un presunto blitz in stile paramilitare. Le pene sono di 1 anno per Andrea e Sabbo (senza la condizionale) e di 8 mesi per Gabriele (che ora è completamente libero). Per Andrea e Sabbo persiste la misura cautelare dell’ obbligo di dimora con restrizioni notturne.

Se ci saranno novità seguiranno aggiornamenti.

NO CIE! BASTA LAGER!

Firenze – Storie di ordinaria deportazione

Giovedì 16 gennaio Mustafà, caro amico di Villa Panico, è stato arrestato, picchiato e deportato al CIE di Caltanissetta in piazza S.Ambrogio a Firenze, durante una delle continue retate da parte della Polizia, volte a ripulire la città da immigrati e altri indesiderati. Come amici abbiamo risposto alla notizia della sua deportazione con un piccolo corteo spontaneo appena venuti a conoscenza dell’accaduto.

Di seguito uno dei testi distribuiti:


Ogni giorno mentre vai al lavoro, fai la spesa, guardi la televisione commentando con gusto le performances di Rossi o il culo delle veline decine di persone vengono sequestrate, deportate, umiliate dallo stato italiano per mano di sadici individui che da sempre fanno del sopruso la  propria ragione di vita: gli SBIRRI.
Il motivo? Loro dicono che li prendono perchè clandestini.
NOI SAPPIAMO CHE NON E’ VERO!! Sappiamo che i motivi sono il controllo ed il profitto.

Come ogni prodotto per poter essere immesso nel circuito delle merci deve essere contrassegnato da un codice a barre, così ogni persona fin dalla nascita è libera di esistere nella società civile solo se provvista di documenti. Questo significa che come è possibile controllare con un ‘bip’ da dove proviene una merce, dove può essere venduta, il prezzo e la data di scadenza, allo stesso modo il permesso di soggiorno e la carta di identità offrono al potere e ai suoi cani la possibilità di fermare chiunque, sapere da dove viene, se ha il permesso di vivere in Italia, la data di scadenza della sua libertà di circolare ed il suo prezzo ( il lavoro che fa in termini di reddito e di ruolo che ricopre nella società).
La merce sprovvista di codice a barre e marchio CEE viene gettata nei magazzini di stato; poi o viene riciclata come bottino dal finanziere che l’ha sequestrata oppure marchiata di contrabbando e distrutta. Allo stesso modo una persona sprovvista di documenti viene arbitrariamente sequestrata, deportata nei C.I.E dove rimarrà rinchiusa a tempo indeterminato, parcheggiata sotto chiave in questi lager per clandestini, in questi campi di concentramento e tortura per esseri umani non autorizzati alla vita. Tutto questo in attesa di essere liberata con l’obbligo di rimpatriare entro un mese oppure di essere rimpatriata in manette.
Non a caso l’immigrazione non è vietata, ma regolamentata. Per entrare legalmete  in Italia è necessario avere un contratto regolare di lavoro. Se non ne possiedi uno devi tentare di varcarne clandestinamente i confini. Alcuni decidono di affrontare un viaggio della speranza rischiando la vita su un barcone in mezzo al mediterraneo, altri sono disposti ad accettare qualsiasi lavoro da schiavo pur di entrare in Italia, o addirittura a pagare fino a seimila euro un finto contratto di lavoro per ottenere i documenti.Una volta scaduto il contratto un immigrato regolare torna ad essere clandestino, quindi sottoposto al ricatto, per vivere, di scegliere tra lo sfruttamento del lavoro nero a qualsiasi salario e condizione oppure una vita di espedienti.  Nel frattempo è costantemente esposto al rischio di essere catturato dalla polizia e messo in un C.I.E. dal quale chi non serve più viene rispedito al suo paese; gli altri vengono reimmessi nel mercato con un ulteriore ricatto: la marginalità o l’illegalità consentita come manodopera a basso costo nei campi di pomodori, come schiavi badanti sepolti vivi nelle case degli anziani per solo vitto e alloggio ecc….
Questa sorte, che ogni giorno tocca a centinaia di persone, giovedì 16 Gennaio 2014 è toccata al nostro amico Mustafà. L’ennesima retata che anche quella sera ha rastrellato le piazze fiorentine a caccia di illegalità, lo ha colpito e strappato alla sua vita ed ai suoi affetti solo perchè non aveva il permesso di soggiorno. Lo hanno picchiato vigliaccamente, rinchiuso nella questura di Firenze e poi deportato nel C.I.E. di Caltanissetta. Oggi 20/01/2014 il giudice di pace deciderà del destino di Mustafà. Il nostro affetto e la nostra rabbia sono con lui e con tutte le persone rinchiuse nelle gabbie dello stato.

Libertà per Mustafà!
Fuoco ai C.I.E.! Fuoco alle galere!

Firenze, retata e arresto, Mustafa libero! Fuoco alle gabbie!

Giovedì, nella Firenze del nuovo visir del PD Matteo Renzi, a seguito di una retata contro il degrado è stato fermato Mustafa, compagno e amico del Panico. La notizia è venuta fuori il Venerdì, quando è riuscito finalmente a comunicare con i compagni, essendo nuovamente entrato in possesso del telefono cellulare, che il birrame fiorentino gli aveva sequestrato. Mustafa si trova attualmente recluso nel CIE di Caltanissetta. In questi giorni nella città che fù di Dante si sono già svolte numerose iniziative di solidarietà. Vi aggiorneremo sugli sviluppi.

Mustafa libero! Fuoco ai CIE e a chi li gestisce! Liberi/e Tutti/e! Viva l’Anarchia!