Al lupo, al lupo?

Da Finimondo:

Lo scorso 30 ottobre si è aperto presso il tribunale di Genova il processo contro i due anarchici accusati del ferimento dell’amministratore delegato dell’Ansaldo Nucleare, avvenuto nel capoluogo ligure il 7 maggio 2012. La presenza degli imputati in aula non è durata a lungo, giusto il tempo di iniziare a rivendicare apertamente la responsabilità dell’azione. Ad ogni modo le loro dichiarazioni scritte sono state rese pubbliche nelle ore successive. Alfredo Cospito e Nicola Gai non sono quindi innocenti, non sono vittime di una montatura poliziesca. Sono stati effettivamente loro ad aspettare sotto casa il trafficante di uranio Roberto Adinolfi per regalargli un po’ di piombo. Continua a leggere

Trentino: Incendiati veicoli Telecom in solidarietà con i compagni detenuti

Testo rivendicativo:

“TELECOM WIND ECC+GIUDICI E SBIRRI+INTERCETTAZIONI=ARRESTI, TORTURA, MORTI DI STATO, CARCERE. SI E’ DATO FUOCO SPOSTANDO LE MACCHINE DI TELECOM CON GIOIA.PER DARE SOLIDARIET/COMPLICITA’ AD ALFREDO, NICOLA, SERGIO E AI RAGAZZI DEL 15 OTTOBRE E CHI LOTTA IN CARCERE E NON.
CONTRO QUESTO SISTEMA CARCERARIO PER L’AZIONE! VIVA L’ANARCHIA”

Due lunghe interviste ad Horst Fantazzini

 

Di seguito due lunghe interviste rilasciate nel 1998 Da Horst fantazzini dall’interno del carcere di Alessandria. Ringraziamo chi l’ha realizzata, chi l’ha digitalizzata e Pralina che l’ha resa pubblica. Per chi volesse conoscere e approfondire la figura di Horst: www,horstfantazzini.net

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Grecia: Testo di Nikos Romanos

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Da ContraInfo:

Pensieri dalla prigionia…

Con la destinazione finale i nostri demoni interiori…

Da quasi un anno abitante della terra ghiacciata, adesso il ghiaccio si è diffuso nel mio corpo. Monotoni e ripetitivi gesti quotidiani, paralisi generale. Qui i confini vengono trasformati in porte e mura.

Camminando nel cortile, quaranta passi di lunghezza e trentacinque di larghezza. Poi il muro. Su e giù, su e giù, destra e sinistra, destra e sinistra. Dopo un po’ inizi a memorizzare i dettagli inquietanti del muro che ti impedisce di proseguire oltre i quaranta passi, noti gli scarabocchi che ha, i dislivelli. Credo che ciò abbia senso visto che me li ritrovo numerose volte davanti a me.

L’orologio che nascondo nel mio corpo si è congelato pure. Anche se so che il mio tempo è un conto alla rovescia, sono agitato, i calcoli matematici della mia prigionia mi disgustano. 3/5 per il rilascio, 1/3 della pena per un permesso, e più lavori in carcere più veloce ci arrivi.

Ho sempre odiato la matematica che definisce la mia vita. Se fossi stato predisposto verso di essa probabilmente non avrei scelto una vita come la mia. Una semplice equazione dei burocrati delle logiche rivoluzionarie mi avrebbe convinto. Anarchia + guerriglia urbana = illegalità = morte o galera, mi avrebbero detto cosi e adesso credo che essi abbiano ragione. Gli direi di lasciarmi subito all’istante. La vita umana non si conforma a frazioni ed equazioni. E la passione per la libertà non è inseguita da nessun fantasma di sconfitta. Semplice come le equazioni matematiche di sconfitta che tanto disprezzo. Continua a leggere

Russia: Anarchico ferito da una bomba artigianale

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Ilya Romanov, un uomo di 46 anni, anarchico russo, è stato ferito il 26/10/2013 da una bomba artigianale che è esplosa improvvisamente tra le sue mani. L’incidente è avvenuto vicino a un edificio dove ci sono gli uffici della Russian Army.
La polizia locale ha dichiarato che la bomba artigianale è esplosa nelle prime ore del mattino di sabato nelle mani dell’anarchico. La sua mano sinistra è stata lacerata. L’uomo è stato portato in ospedale.

Ilya Romanov è stato interrogato dalla polizia. Egli ha sostenuto che il “dispositivo esplosivo fatto in casa” era in realtà un petardo.

I mass media si sono affrettati a scrivere sul raid della polizia nell’appartamento di Ilya in cui sono stati trovati testi di letteratura estremista e diversi agenti chimici utilizzati per la fabbricazione di ordigni esplosivi.

Tuttavia, una fonte alternativa sostiene che la polizia non è riuscita a trovare qualcosa di interessante durante il raid e che, invece, i poliziotti hanno sequestrato solo una scatola di soda vuota, alcuni elementi da microscopio appartenenti alla figlia di Ilya di 16 anni, e un barattolo di latta con sconosciuta sostanza bianca all’interno. Tuttavia, la polizia ha fatto sequestrare un archivio di stampa di opposizione e lettere personali di Ilya (tra cui lettere di quando era in carcere tra il 2002-2012), il suo taccuino e la sua carta d’identità.

Ilya Romanov fu arrestato nel 2002 e ha trascorso 10 anni in prigione. Tra le accuse contro di lui c’erano espropri di negozi di gioielli e gli uffici di cambio valuta, il traffico illegale di armi, attacchi esplosivi contro gli uffici dellla SBU(ex KGB) in Ucraina. Ilya rifiutato tutte le accuse, ha affermato di essere stato torturato fisicamente e mentalmente durante la custodia cautelare. Ha continuato lo sciopero della fame e si tagliò le vene in nell’aula del tribunale. E ‘stato rilasciato nel dicembre 2012.

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Torino – Arrestato Niccolò

da macerie

A meno di due settimane di distanza dagli ultimi mandati, un altro anarchico è stato arrestato a Torino. All’alba di martedì 29 ottobre la Digos si presenta nella casa dove un compagno, già sfuggito a giugno a un primo ordine di cattura con l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale, era sottoposto all’obbligo di dimora notturno. Ancora una volta, si tratta di un inasprimento di una misura cautelare chiesto e ottenuto dal Pm Antonio Rinaudo, con il pretesto di una denuncia per furto in un supermercato di qualche giorno fa.

Pezzo dopo pezzo, mandato dopo mandato, si compone il puzzle concepito da Questura e Procura di Torino, con il beneplacito del Tribunale: un insieme di tante piccole operazioni, con arresti “in differita” e misure “a fisarmonica”, per levare di mezzo poco a poco il maggior numero possibile di sovversivi  dalle strade di Torino.

Ritorneremo su questo puzzle molto presto. Nell’attesa, vi invitiamo a scrivere lettere e telegrammi a:

Niccolò Blasi
c/o Casa Circondariale “Lorusso e Cutugno”
via Aglietta 35
10151 Torino

Prigionieri – Dichiarazione di Nicola Gai al processo per il ferimento dell’A.D. di Ansaldo Nucleare

«Nessuno, mi può giudicare
Nemmeno tu
La verità ti fa male lo so.»
C. Caselli

Poche parole per affermare alcuni semplici dati di fatto prima che la “verità” venga stabilita in sede processuale; nel caso non fosse chiaro il termine “verità” l’ho usato con un’accezione ironica, infatti non riconosco altro tribunale al di fuori della mia coscienza. Gli unici responsabili di quanto avvenuto a Genova, il 7 maggio 2012, siamo io ed Alfredo. Nessun altro, tra amici e compagni, era al corrente di quanto stavamo progettando e poi abbiamo realizzato. Per quanto scaviate nelle nostre vite e nelle nostre relazioni per cercare altri complici del “misfatto” non potrete dimostrare il contrario, certamente ci proverete, ma in tal caso non si tratterà che di falsità e del tentativo di incastrare qualche nemico dell’esistente. Capisco che per chi ha dedicato la sua vita a servire l’autorità non sia facile arrendersi all’idea che due individui, armati solo della propria determinazione, possano decidere di provare ad inceppare gli ingranaggi del sistema tecno-industriale invece di contribuire, disciplinatamente, a farli girare, ma le cose stanno semplicemente così. Continua a leggere

Prigionieri – Dichiarazione di Alfredo Cospito al processo per il ferimento dell’A.D. di Ansaldo Nucleare

Dal ventre del Leviatano

 

«… i sogni sono da realizzarsi qui nel presente e non in un ipotetico futuro, dato che l’avvenire l’hanno sempre venduto i preti di qualsiasi religione o ideologia per poterci impunemente derubare. Vogliamo un presente che meriti di essere vissuto e non semplicemente sacrificato ad attesa messianica di un futuro paradiso terrestre. Abbiamo per questo voluto parlare in concreto di un’anarchia da realizzare ora, non domani. Il “tutto e subito” è una scommessa, una partita che ci giochiamo dove la posta in gioco è la nostra vita, la vita di tutti, la nostra morte, la morte di tutti…»
Pierleone Mario Porcu«La scienza è l’eterno olocausto della vita fugace, effimera, ma reale, sull’altare delle eterne astrazioni. Ciò che predico è quindi, la rivolta della vita contro il governo della scienza.»
Michail Bakunin

«Mentre l’uomo si pavoneggiava e faceva il dio, un’imbecillità si abbatteva su di lui. Le tecniche erano innalzate al supremo rango e, un volta ispallate sul trono gettavano le loro catene sulle intelligenze che le avevano create. »
Edgar Allan Poe

«L’impero fondato sul niente nel quale regni sovrano sta crollando.
Non riesce a sorreggere il peso della verità.
Ti consiglio una dose massiccia di vita.
Ti consiglio una dose massiccia di vita!
Almeno così potrai dire di averla vissuta.»
Congegno

«Bastardi… so chi vi manda!!!»
Roberto Adinolfi

In una splendida mattina di maggio ho agito ed in quelle poche ore ho goduto a pieno della vita. Per una volta mi sono lasciato alle spalle paura e autogiustificazioni e ho sfidato l’ignoto. In una Europa costellata di centrali nucleari, uno dei maggiori responsabili del disastro nucleare che verrà è caduto ai miei piedi. Voglio essere molto chiaro: il nucleo Olga FAI/FRI siamo solo io e Nicola. Nessun altro ha partecipato, collaborato,  progettato tale azione; nessuno era a conoscenza del nostro progetto. Non permetterò che il mio agire, per distogliere l’attenzione dal vero obiettivo dell’azione venga messo in un osceno assurdo calderone massmediatico e giuridico fatto di “eversione dell’ordine democratico”, “associazione sovversiva”, “banda armata”, “terrorismo”; frasi vuote in bocca a giudici e giornalisti. Continua a leggere

Resoconto della presenza solidale al processo di Nicola ed Alfredo

bombaIeri mattina, Mercoledì 30 Ottobre, in una città soffocata dalla massiccia presenza di birri di ogni genere,  più di cento solidali si sono ritrovati presso il tribunale di Genova dove si sarebbe tenuta la prima udienza del processo a carico di NIcola ed Alfredo riguardante il ferimento dell’AD di Ansaldonucleare Roberto Adinolfi.
In una bella mattinata di Ottobre il grido solidale dei compagni ha squarciato la grigia quotidianità dei palazzi dell’inquisizione, a ricordare ai novelli Torquemada che mai un compagno verrà lasciato solo. MAI.
All’interno dell’aula, davanti ai compagni riusciti ad entrare, Alfredo decide di leggere una  rivendicazione dell’azione, provocando lo sbigottimento del giudice che quindi si appellava alla procedura dichiarando non essere ancora il momento delle dichiarazioni spontanee…sbigottimento aumentato ancor più della risposta di Alfredo che dicendo di non riconoscere la legittimità di quel (e qualunque altro) tribunale ha continuato a leggere il documento nel quale i compagni tra l’altro si assumono la piena paternità dell’azione diretta dichiarando anche di essere gli unici due appartenenti al nucleo Olga della FAI. Il giudice non ha saputo far altro che decidere l’allontanamento degli imputati dall’aula, il tutto fra i cori e le urla dei compagni presenti dentro e fuori il tribunale.
Successivamente i solidali si sono spostati verso l’università, dove dopo aver occupato l’aula magna, hanno tenuto un’interessante assemblea.
La giornata genovese, al di là della solidarietà ai compagni sequestrati dallo stato, ha avuto ed avrà una fondamentale importanza per tutto l’anarchismo rivoluzionario italiano. La presenza di tanti compagni ha voluto sia ribadire che la solidarietà è uno strumento importante di lotta sia per il calore che porta ai compagni imprigionati, sia per il segnale che da a chiunque abbia in cuore l’urgenza della rivolta…nessuno sarà solo mai.
Finalmente la retorica del vittimismo forzato è stata rotta; nessuno di noi è martire, ma casomai compagno caduto nelle maglie luride della repressione nel contesto di una guerra tra oppressione e libertà…guerra combattuta con OGNI mezzo che ogni combattente ritiene necessario al fine di perseguire i propri obbiettivi di liberazione. Per Nicola e Alfredo, per ogni compagno prigioniero, per ogni ribelle nelle strade, Viva l’Anarchia!

Anarchici Pistoiesi

Solidarietà – In vista del processo contro Alfredo e Nicola

riceviamo e diffondiamo:

Sulla pelle di chi

Mentre i Signori dell’atomo seguitano nella costruzione di centrali in mezzo mondo e l’industria nucleare procede nella ricerca di sistemi e applicazioni dalle multiformi e nefaste facce, il prossimo 30 ottobre il tribunale di Genova giudicherà Alfredo Cospito e Nicola Gai, due anarchici accusati di aver gambizzato l’Amministratore Delegato di Ansaldo Nucleare Roberto Adinolfi.

Chi crede e lavora nell’energia nucleare lo fa sulla pelle di tutti gli altri. Può capitare di conseguenza che chi semini radioattività raccolga piombo: una relazione causa-effetto la cui lucidità non fa una grinza. Gesti coraggiosi che rischiarano le tenebre della rassegnazione, in un mondo fondato sulla sottomissione e sulla delega. Una vicenda che riapre il dibattito sulla violenza rivoluzionaria, troppo spesso seppellito tra montagne di carta da tribunale e di carcere e annebbiato da un sistematico lavaggio culturale atto a deformare il significato stesso dei termini. In questo modo terrorista diventa chi attacca, anche violentemente e in modo mirato, il sistema di terrore e sfruttamento che tiene in piedi questa società, e non chi avvelena, devasta e sottomette tutti e tutto. La violenza non può restare monopolio di chi controlla le nostre vite, è uno strumento al quale alcuni ricorrono per imporre il proprio potere, altri invece per difendersene, per riportare un po’ di equilibrio e dimostrare una volta in più che opporsi è possibile.

Nella guerra che lo Stato e il Capitale conducono ogni giorno contro la libertà di individui e comunità ad autodeterminarsi e contro la sopravvivenza stessa del pianeta, ognuno è chiamato a dare il proprio contributo. Nella molteplicità delle forme e degli strumenti di attacco a questo mondo, ogni singolo gesto è parte importante di un percorso che miri a un radicale cambiamento dell’ordine sociale. Con strumenti e pratiche che i rivoluzionari di ogni epoca hanno sempre fatto proprie contro un nemico comune, e con la fitta rete di legami, di conoscenze e di metodi che sono la grande ricchezza e il patrimonio di ogni movimento di lotta.

Come sempre, aldilà dei riti e delle sentenze di un misero tribunale, siamo al fianco di Nicola e Alfredo, convinti che il sostegno ai rivoluzionari prigionieri, nelle tante forme attraverso le quali esso si può esprimere, sia elemento essenziale di ogni lotta.

Mille modi, un solo orizzonte: libertà!

Cassa AntiRepressione delle Alpi occidentali

Ottobre 2013