Firenze: Nuova occupazione, nasce La Gatta Gnuda!

MADD’ICCHE’ T’HA’ PAURA? DELLA GATTA GNUDA????

Quante volte da piccino t’hanno preso in giro perché t’impaurivi per niente?

Ma poi ti sei rimbischerito con SCAI e l’AIFON e così adesso ti fanno paura gli immigrati, i disoccupati, lo spredde…

e gli anarchici ce li vogliamo scordare????

Finti problemi, paure create ad arte, soluzioni autoritarie evpurghe storiche distribuite ai soliti di sempre ti distraggono dai veri problemi: il governo della finanza, la dittatura delle banche, la fascistizzazione della società.

L’autorità comunale, in linea con quella nazionale, punta tutto sulla criminalizzazione del “diverso”, sulla privatizzazione dei beni pubblici e militarizzazione degli spazi comuni.

SVEGLIA!!!!

Renditi conto di chi sono i veri nemici!!

Soffia ai mastini dello stato, graffia la vita di merda che t’impongono.

Le gatte gnude okkupano, i bambini paurosi sono avvertiti!

Anarchici della Gatta Gnuda

Lungarno del tempio 1

No Tav – Lettera di Luca Abbà per la resistenza agli espropri dell’11 aprile

Lettera di Luca Abbà tratta da notav.info

Ancora un piccolo contributo da parte mia per sentirmi più partecipe in vista delle mobilitazioni dei prossimi giorni.

Vi chiedo di esserci,  forti e determinati come sempre anche in nome mio. Che non potrò partecipare poiché ancora ricoverato al Cto di Torino.

La Val Clarea, come la Val Susa tutta, è dei valsusini! Non nel senso della proprietà privata ma poiché noi apparteniamo a questa terra. Per secoli la Val Clarea è stato un posto vissuto da generazioni dei nostri antenati. I prati e i boschi erano puliti, vigne e campi curati e le baite vissute da centinaia di persone. La strada che conosciamo è stata percorsa da migliaia di uomini e donne nella storia ed era una delle principali vie di comunicazione tra la Alta e la Bassa Valle di Susa e fino al dopo guerra era principale via di collegamento tra Cels-Ramats e Susa.

Poi con lo sviluppo e l’industrializzazione è arrivato l’abbandono, ma questo è uno stadio transitorio e reversibile. I piloni e le gallerie dell’autostrada invece no, e anche il tunnel del tav rappresenterebbe una distruzione irreversibile di questo eco sistema e territorio.

Dobbiamo impedire questo scempio e difendere con tutti i mezzi possibili questa terra dalle maledette brame di chi vorrebbe speculare sulle nostre vite. Questi signori non si meritano di godere i loro privilegi e dobbiamo fare in modo che chi vuole realizzare soldi alla fine dei conti ne perda più di quelli che vorrebbe guadagnare. Allora diamoci da fare e diamo loro fastidio, non devono poter lavorare tranquilli e la Val Susa deve diventare il loro incubo.

Abbraccio tutte e tutti sperando di poter tornare presto a lottare al vostro fianco.

Buona lotta da Luca.

Juan e Alessio – In merito a certa solidarietà

In merito a certa solidarietà, pubblichiamo alcune riflessioni di Juan e Alessio, prigionieri anarchici attualmente incarcerati per l’operazione repressiva del 26 gennaio contro la resistenza No Tav

Risposta di Juan all’AUT AUT

Sento che è necessario scrivervi come AUT AUT, non voglio scrivere ipocrisie o menzogne.

Sono del parere che la solidarietà può essere accettata o meno e soprattutto deve avere un minimo di coerenza dal mio punto di vista.

Vedete, non sapete che io ho abitato a Zena per quasi quattro anni, fino al mio arresto, poco fa (sei mesi) per un furto e per gli scontri in valle.

Tutto questo per dirvi che la vostra linea politica, che ho avuto modo di conoscere abitando a Genova, mi è sembrata aberrante e contraria ai miei principi. Magari in questa occasione voi non volevate fare distinzioni fra “buoni” e “cattivi”, “innocenti”o “colpevoli” ma in altre occasioni le distinzioni le avete fatte e come! A volte pure con amici miei!

A me non piace una linea portata vanti così, mi sembra da politicanti, la detesto e non solo ci lotto contro.

Non starò a fare nessun elenco, voi sapete e lo sanno pure i miei amici e compagni, questo è sufficiente. Voglio dirvi semplicemente e senza ipocrisia che voi non siete compagni miei.

I compagni secondo il mio modesto parere si scelgono a vicenda!
La solidarietà è una pratica che va accettata se c’è complicità e sincerità, e questo non mi sembra proprio il caso. Non  voglio aprire un dibattito con voi semplicemente  pretendo che non mi nominiate neanche, sotto nessun aspetto. Attentamente.

Juan

Lettera dell’Aut Aut

Ciao Juan,

questa lettera ti arriva da Genova dalle compagne e dai compagni tutti.

Sentiamo che è necessario scriverti, per dirti che sentiamo che è necessario scriverti per dirti che ciò che sta succedendo a te  e a tutti i compagni arrestati non fa che rafforzare ancora più la nostra determinazione nel portare avanti questa lotta, giusta e bella.

La repressione che  stiamo vivendo non fa che accrescere la consapevolezza di essere uniti e compatti, lo dimostrano le iniziative e i messaggi che rimbalzano da una parte all’altra d’Italia. Sappiamo che siete consci di non essere soli e vogliamo dirvelo anche con questa lettera.

Il movimento sta attraversando un momento sicuramente duro, allo stesso tempo formativo e aggregante: quello che stiamo facendo nelle piazze di tutta Italia lo stiamo facendo per voi, per noi stessi, per la Val Susa.

Continuiamo la nostra lotta compagni, molto presto tornerete con noi nelle strade delle città, sui sentieri, delle montagne, tutti assieme.

Un grande abbraccio da Genova.

AUT AUT 357


Risposta di Alessio in merito al comunicato di solidarietà di Ska e Officina

In merito al comunicato di solidarietà dello ska e di officina 99 ho da fare alcune precisazioni. Solo poche righe, molto facili da capire se lette con attenzione, non tornerò più su questo specifico argomento, a meno che non venga costretto da un altro ributtante comunicato come questo.

Le parole e soprattutto gli scritti hanno sempre un peso, è bene quindi, tenere conto quando si accenna ad altri individui, soprattutto quando gli stessi in questione sono in carcere.

Nel vostro comunicato mi tacciate come un compagno che si impegna contro questo sistema fascista, nelle lotte ambientali, contro la precarietà e nella difesa del territorio.

Vi ricordo che sono anarchico. Io non mi impegno nella lotta come se fosse un passatempo della domenica, quotidianamente io cerco angoli di attacco e gli utilizzo per colpire il sistema politico economico vigente. In quanto antiautoritario odio qualsiasi sistema di potere sia esso dittatoriale o democratico, fascista o comunista o liberale. Io combatto contro lo stato ed il capitale.

E’ proprio perché considero lo stato come il cane da guardia della proprietà dei padroni che mi sono scontrato ripetutamente con le sue truppe armate.

Non è certo per velleità ambientaliste che mi sono battuto contro l’apertura di nuove discariche o la costruzione della TAV. Semplicemente in quelle lotte ho apportato i miei metodi e le mie idee per contrastare il potere. E’ perché considero la solidarietà un’arma e so bene come usarla. In più vi permettete di accostare il mio agire alle lotte contro la precarietà.

Non c’è niente di più falso in tutto ciò.

Sono per la distruzione completa della proprietà, considero il ricatto del lavoro salariato, in qualunque forma si manifesti, come un cancro che ha reso gli individui esseri acquiescenti che si sono piegati per trenta e passa anni a qualunque porcata padronale.

Questo surrogato di vita in cui noi sfruttati quotidianamente annaspiamo, si basa sulla produzione di merce e servizi. E di tutto questo sono responsabili anche i lavoratori. Precari o a tempo indeterminato che siano.

Sulla difesa del territorio non equivocate.

Intervengo in situazioni di questo tipo perché sono consapevole che l’arroganza del potere si manifesta ovunque.

Ed è dappertutto quindi che la contrasto, che sia tra le mura di un carcere così come nelle strade. Dappertutto è necessario battersi per far si che il conflitto sociale avvampi sempre più, senza nessuna sorta di mediazione con le istituzioni.

Proprio prendendo in considerazione quest’ultima frase vi invito caldamente a non permettervi più, neanche lontanamente, a dichiararvi miei complici.

Sono complice di quegli individui che durante gli assalti contro il potere non dispongono di nessuna protezione se non la pratica delle proprie idee, il rispetto della parola data e la mancanza di calcoli politici, senza nessuna mediazione con lo stato e le sue istituzioni.

Concludo facendovi presente un’ultima cosa: quando dite di esprimere solidarietà militante nei confronti di tutti coloro che stanno facendo i conti con il braccio armato dello stato, avete in mente che in carcere esistono sezioni intere riempite di infami, pezzi di merda di varia natura e quei pochi fascisti al gabbio?

Riflettete bene su questo: in quanto anarchico sono per la distruzione totale di tutto il sistema carcerario. Non augurerei il carcere neanche ad un infame, mi guarderei però da accordargli la mia solidarietà.

Come dicevo in apertura di testo, le parole come gli scritti hanno un peso, conviene ponderarlo bene.

Alessio Del Sordo

Firenze – Ricominciamo [sulla risposta agli arresti]

riceviamo e diffondiamo:

Firenze – Ricominciamo  [sulla risposta agli arresti]

Non siamo soliti fare resoconti di tutte le nostre uscite, ma dopo i fatti degli ultimi giorni ci sembra importante informare i compagni sulla situazione attuale a Firenze, sui problemi da affrontare e le potenzialità  da sviluppare.
Tanto per cominciare i fogli di via non sembrano aver intimidito nessuno e saranno deliberatamente ignorati.
Scarcerati nella tarda mattinata di sabato,  tre cari compagni saranno costretti a stare nelle rispettive città di residenza poiché colpiti da obblighi di dimora: Sandro e Filomena a Pontassieve, Nicola a Pistoia. La poca distanza da Firenze ci permetterà comunque di vederli quotidianamente e di sicuro non saranno lasciati soli.
La risposta agli arresti è stata pronta e buona.
La mattina di sabato si è tenuto un presidio al mercato di piazza Dalmazia, partecipato da circa 60/70 persone, provenienti da Firenze come da altre città.
Il presidio è stato molto tranquillo (e forse anche un po’ noioso) per una scelta precisa: si voleva rincarare la grossa figura di merda fatta dalla Digos nella mattina di giovedì, quando gli sbirri hanno brutalmente arrestato i compagni  tra le grida di sdegno della gente. La tranquillità del presidio ci ha permesso di confrontarci con diverse persone che cominciano ad aprire gli occhi sulle pratiche reali delle forze di polizia. Sono stati distribuiti e attacchinati gli stessi volantini di giovedi mattina: contro la presenza della polizia in strada e sugli assassinii di Youssef  Ahmed Sauri e R’Himi Bassem da parte delle guardie. Due camionette che ci attendevano di fronte al carcere di Sollicciano sono state lasciate a sorvegliare il nulla.
Dopo aver preso un bus, ci siamo concentrati di nuovo in centro. Verso le due e mezzo è partito un corteo di una quarantina di persone, che da via Palazzuolo ha attraversato tutto il centro storico fino a Piazza Sant’ Ambrogio. Interventi continui, cori, manifesti sugli omicidi di Stato e scritte contro la polizia lungo tutto il percorso. Le ghigne contrite dei digossini al seguito e l’attenzione della gente sono stati un buon termometro della situazione: in città la Questura ha perso un po’ della sua faccia migliore. Pochissimi e contenuti i momenti di tensione.
Significativo è stato il contributo dei compagni da fuori, cui mandiamo un abbraccio di cuore, come a tutti coloro che in vari modi ci hanno dato appoggio qui e nelle altre città.

Un’ultima considerazione: i fatti di giovedì hanno segnato senza dubbio un salto di qualità nella gestione quotidiana dei conflitti sociali a Firenze. Se gli sbirri si sono messi in testa di arrestare  compagni per un volantinaggio e due manifesti sul muro, se hanno deciso di impedire i concentramenti solidali sotto la Questura ogniqualvolta vi siano dei fermi, prendendo i documenti a tutti i presenti e staccando direttamente sul posto fogli di via…questa è una svolta repressiva che tocca tutti coloro che rompono gli argini sempre più stretti della legalità. Ne va della possibilità di volantinare sulla pubblica piazza, di far parlare muri bianchi e muti, di sfilare senza autorizzazione, di esprimere solidarietà ai fermati in Questura, di vivere la città senza avervi una residenza anagrafica e riconosciuta. Non scardinare  questi meccanismi giorno per giorno, limitandosi a risposte episodiche, significa ficcarsi tutti quanti in un vicolo cieco. Se continueremo a pensare di non essere mai abbastanza per agire, non ne usciremo più. La forza del numero ha certo il suo peso specifico nelle lotte, ma non si ottiene distribuendo il bollettino del censimento, e soprattutto non è la sola forza. Che la fantasia e l’imprevedibilità ci aprano la strada nella giungla della repressione.

Nella giornata di sabato abbiamo dimostrato che non ci hanno fermato neanche stavolta. Continuiamo così.
Avanti tutta, ma davvero!

Alcuni anarchici a Firenze
Disadattati autorganizzati

28 marzo 1998 – 28 marzo 2012 con Sole e Baleno nel cuore. No Tav!

SOLEDAD, HERMANA…

Solitudine, compagna…

In fondo al tuo lenzuolo c’è la nostra disfatta
la fine del pensiero, la certezza inutile
che ogni nostra rivolta era una frase fatta
gridata per confondersi a un universo futile.
Solitudine, compagna…

In fondo alla tua vita c’è la roccia perduta
la cima irraggiungibile, la distanza infinita
la nostra vita fatta, quotidiana e fottuta
il lavoro, la casa, la tristezza, la vita…

Compagna solitudine, noi partiamo in vacanza
la tua disperazione conservacela in frigo
ce ne occuperemo alla fine del rigo
dove nei nostri slogan parliamo di speranza.
Solitudine, compagna…

In fondo a quest’estate, quando ritorneremo,
fatti trovare ancòra come un’àncora rotta
ed affondando insieme potrò dirti «Porteremo
quest’ odio sociale nella storia corrotta»
Solitudine, compagna…

La storia ormai è finita e affoga dentro un pozzo
se la stanno sbranando questi quattro assassini,
l’urto sui nostri volti, la violenza del cozzo
ci ha strappato le armi e spezzato i canini.

Compagna solitudine qui son tutti colpevoli:
la repressione che ci ammazza senza pausa,
gli schiavi abbrutiti, il torpore della causa,
lo Stato assassino i boia consapevoli.
Solitudine, compagna…

Però anche noi tutti, compagni troppo stanchi
troppo occupati a cercare un domani
per difendere l’oggi dai colpi sui fianchi
per difenderci oggi, per usare le mani.
Solitudine, compagna…

Brindavamo alla chiusura del luglio libertario
alla nostra sconfitta onorevole e certa
questo treno in partenza di cui non so l’ orario
e non esce più sangue ma la ferita è aperta.

Compagna solitudine, di te posso dire “morta”
ma io non sono certo di poter respirare
questo paesaggio aspro di continuo dolore
questo cielo fumoso, questa luna contorta.
Solitudine, compagna…

In fondo al tuo lenzuolo c’è la nostra sconfitta
la fine del futuro, la perdita d’ orgoglio
la rivolta ingabbiata, c’è la morte già scritta
c’è la mia speranza impiccatasi in luglio.

11 luglio 1998

Questa canzone fu scritta all’indomani della notizia del suicidio di Maria Soledad Rosa, appunto la “Compagna Solitudine”. Ci sono attaccatissimo, ma non la propongo mai, né nei dischi né in concerto perché tocca il fondo di un dolore senza fondo. Quel fondo che fa si che nessun anarchico si senta mai del tutto solo, perché ci sono gli altri anarchici dovunque lui vada ed è pazzesca la solidarietà. Ma per converso quando uno di noi se ne va, la ferita non può rimarginarsi e butta sangue ancora. E poi è forse troppo disperata… e mi rompe fare canzoni sui fatti sociali senza un minimo di speranza.

Alessio Lega

 

 

da Repubblica.it:

Blitz contro gli anarchici 22 misure cautelari

Operazione scattata all’alba contro appartenenti all’area anarchica che fa riferimento agli ambienti studenteschi e alla compagine denominata “Spazio Liberato 400 Colpi”

di LAURA MONTANARI

Blitz contro gli anarchici  22 misure cautelari Il logo del gruppo anarchico sulla sua pagina Fecabook

Studenti, incensurati, quasi tutti fiorentini. L’operazione della polizia contro gli esponenti del gruppo anarchico “Spazio Liberato 400 colpi” è in corso a Firenze dall’alba. Il Gip Rocchi ha emesso 22 misure cautelari nell’ambito di un’inchiesta della procura che vede indagate 78 persone. Sono per lo più ragazzi che fanno riferimento a un gruppo anarchico che si riuniva in alcune stanze di proprietà dell’università, nel centro storico. I locali sono ora sotto sequestro.

Le misure cautelari riguardano 19 toscani, un napoletano, uno di Ancona e uno Nuoro. I destinatari dei provvedimenti hanno tutti tra i venti e trenta anni e sono ritenuti responsabili di associazione a delinquere finalizzata alla realizzazione istigazione a delinquere, occupazione abusiva di edifici pubblici, danneggiamento, deturpamento e imbrattamento di beni immobili, resistenza, violenza e oltraggio a pubblico ufficiale, interruzione di pubblico servizio e violenza privata.

I reati contestati riferiscono a violenze che risalgono allo scorso autunno e fanno riferimento anche alle contestazioni della Riforma Gelmini dell’università. Fra gli episodi per esempio, i danneggiamenti ai bancomat di istituti di credito fiorentini, il sabotaggio dei sistemi di videosorveglianza della città, ripetuti danneggiamenti di sedi di partiti o di sindacati e di istituzionali nazionali ed internazionali, l’occupazione abusiva di beni immobili comunali e di enti privati, episodi di violenza contro le forze dell’ordine e infine episodi di interruzione di pubblico servizio concretizzatisi nel blocco prolungato della circolazione ferroviaria e stradale.

Le misure cautelari sono state eseguite dalla Digos e coordinate dalla Direzione centrale della polizia di prevenzione (Ucigos). Cinque i giovani agli arresti domiciliari, 17 con obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.  I servizi segreti interni (Aisi) hanno dato un importante contributo alle indagini.

Nello scorso gennaio su alcuni blog dell’area anarchica era stato denunciato che nella sede di “Spazio liberato 400 colpi” di via del Parione a Firenze erano state trovate due microspie. La notizia con tanto di foto era girata su Internet. Secondo le accuse i giovani pianificavano dalla sede di “Spazio Liberato 400 colpi” i blitz notturni come quello avvenuto nella sede della Cisl o i danneggiamenti alle telecamere del Comune alla vigilia delle manifestazioni di piazza in modo da mettere da non essere ripresi. Nel corso delle proteste contro la Riforma Gelmini era stato occupato anche il cantiere della stazione Foster, il nodo fiorentino dell’Alta Velocità.

[Firenze] Catastrofi naturali?

Non esistono

catastrofi.jpg

NON ESISTONO CATASTROFI NATURALI

Vi siete accorti che il nostro pianeta è sconvolto sempre più di frequente da terremoti,
alluvioni e frane? Se già è importante esaminare quale sia la causa reale di questi
eventi (fenomeni del tutto spontanei o vendetta di una natura oltraggiata?), diventa
ancora più urgente interrogarsi su metodi e finalità della politica dell’emergenza
nell’affrontare i loro effetti. Un comune denominatore unisce disastri lontani nello
spazio e nel tempo, quello della penetrazione militare massiccia nel cuore di una
comunità già messa in ginocchio. Senza la macchina organizzativa dello Stato, senza
i suoi tutori, i suoi guardiani e controllori, la legge diviene carta straccia, la morale
viene annullata dalle necessità impellenti, la comune sottomissione quotidiana viene
scossa dal freddo, dalla fame, dalla sete. Il potere costituito non può correre il
rischio di estinguersi e agisce nell’unico modo che gli è proprio, quello della violenza
istituzionalizzata: pattugliamenti, posti di blocco, campi profughi…
Ma nel tempo che intercorre tra il disastro e la riorganizzazione del potere, si aprono
spazi di libertà senza precedenti nella storia della nostra vita ordinaria.
Sta a noi tentare di rendere questo intervallo interminabile.

Domenica 13 Marzo
a partire dalle ore 11
in piazza dei Ciompi
Mostra Calamità Naturali?
a partire dalle ore 16
al Trivio dei Tumultuosi, Borgo Allegri 10/r – Firenze
Proiezione del video La naturale calamità dello Stato
Seguirà la presentazione dell’opuscolo
La terra trema lo Stato avanza. Il terremoto di Messina nel 1908.
L’ingegneria sociale dei terremoti passati e futuri

Firenze – Il diciannovesimo vicolo

IL DICIANNOVESIMO VICOLO

Nell’ultimo ventennio dell’Ottocento, un’amministrazione comunale assetata di profitto e controllo sociale, con l’aiuto di una campagna stampa dell’ignobile quotidiano la Nazione, si decise a un’operazione che avrebbe definitivamente cambiato il volto del centro di Firenze. Prima ne espulse forzatamente quasi 6000 persone, dopo di che demolì il Mercato Vecchio e tutto il quartiere attorno. Se piazza della Signoria era il centro della vita politica e il Duomo il centro della vita religiosa, il quartiere del Mercato Vecchio era il centro della vita sociale. Dove adesso c’è l’anonima piazza della Repubblica, il palazzo di Fondiaria Assicurazioni, la Procura, l’Hotel Savoy, la Rinascente… c’era un intrico di vie, piazze, piazzette, vicoli, magazzini, abitazioni e botteghe artigiane, ancora saldamente in mano al popolaccio. In quella via Strozzi dove oggi ci sono solo negozi di lusso, c’era una sede anarchica. Dove adesso passano soprattutto turisti, giudici, poliziotti e uomini d’affari, c’era un crogiuolo dove individui d’ogni sorta si incontravano, si azzuffavano, discutevano, bestemmiavano, si innamoravano e talvolta si rivoltavano. In una parola, che VIVEVANO.
La vicenda del Mercato Vecchio è emblematica della città che il potere vuole. Dove la vita si esprime in tutte le sue molteplici sfaccettature, il Potere non vuole vedere altro che “secolare squallore”, il degrado di cui cianciano i giornalisti servi. La “Vita Nova” alla quale, da tempo, si restituiscono i centri storici, è un’esistenza interamente sacrificata al profitto e consegnata al controllo sociale. Un’esistenza dove i poveri sono braccati da ordinanze e pattuglie, dove gli abitanti dei quartieri vengono banditi da affitti e prezzi impossibili. Al posto delle viuzze buie che riparano dall’occhio dei gendarmi, devono stare ampie piazze dove i mercanti possano esporre le loro merci, e vie ben illuminate sorvegliate dalle telecamere. Assieme ad antiche strade, piazze, case e palazzi nobiliari, infatti, l’amministrazione comunale distrusse ben diciotto vicoli. Tutti, tranne uno: Vicolo del Panico, il diciannovesimo vicolo, l’unico sopravvissuto allo scempio.

L’11 ottobre 2005, la Questura di Firenze, inviata dall’Amministrazione comunale e dall’immobiliare Mauro Papi Srl, si decise a portare a termine quest’infame operazione cominciata centovent’anni prima, attaccando l’ultimo brandello di vita rimasto nel quartiere: il circolo anarchico di Vicolo del Panico, in cui per ventisei anni si erano incontrate e scontrate più generazioni di sovversivi e libertari. La risposta della vita offesa non si fece attendere: diversi occupanti opposero una decisa resistenza, dalla quale uscirono feriti un compagno e due poliziotti. Il circolo venne sgomberato. I compagni vennero trattenuti in questura per diverse ore, minacciati e provocati in vari modi. Un giovane, fermato per strada e accusato di essere tra i resistenti, venne picchiato dalla DIGOS. Tutti i presenti vennero denunciati per occupazione, danneggiamento e resistenza aggravata, alcuni anche per lesioni a pubblico ufficiale e uno addirittura per tentato incendio. Al posto del circolo anarchico c’è adesso l’ennesimo condominio, mentre l’accesso al vicolo è sbarrato dall’ennesima cancellata.

Ora la magistratura si prepara a presentare il conto.

Il 17 gennaio, nel tribunale di piazza San Firenze, nel corso di un’udienza in relazione a questi fatti, verrà probabilmente emessa la sentenza di primo grado. Su cosa si deciderà in tribunale abbiamo poco da dire.
Ciò che più ci preme è ribadire le ragioni che ci hanno portato a non subire passivamente lo sgombero: le ragioni del piacere, della libertà e della rivolta, che oggi come ieri scuotono la città della merce, dei ricchi e dei potenti.

SABATO 15 GENNAIO ORE 14 IN PIAZZA DEI CIOMPI
mostra sullo “sventramento di Firenze”

DOMENICA 16 GENNAIO ORE 10, 30 IN PIAZZA DELLA REPUBBLICA
mostra sullo “sventramento di Firenze”

LUNEDI 17 GENNAIO ORE 10 DA PIAZZA SANT’AMBROGIO
Anti-touring tour

anarchici

Verona – Tre anarchici denunciati per danneggiamento aggravato

fonte: ansa

(ANSA) – VERONA, 8 GEN – Stavano imbrattando i muri, a Verona, con scritte a sfondo politico ma scoperti sono stati bloccati e denunciati all’autorita’ giudiziaria dalla polizia.

Protagoniste della vicenda tre persone, due uomini ed una donna, esponenti di movimenti anarchici bloccati con il materiale usato per imbrattare i muri. I tre, che erano privi di documenti, sono stati portati in Questura per il riconoscimento e quindi subito rilasciati. L’ipotesi di reato della denuncia e’ ”danneggiamento aggravato”.

Rovereto e Trento – Perquisite le abitazioni di diversi compagni/e

riceviamo e diffondiamo:

Questa mattina all’alba (2 dicembre), i carabinieri hanno perquisito una quindicina di abitazioni tra Rovereto e Trento (più una a Treviso). I militi, eseguendo un mandato emesso dalla procura di Trento e riferito a diciotto tra compagni e compagne, cercavano materiali (indumenti, vernice, volantini) collegati all’incursione con fumogeni e vernice durante la conferenza a Sociologia, il 28 ottobre scorso, di un professore di diritto e due ufficiali dei carabinieri sulle “missioni di pace” del governo italiano all’estero. Almeno un centinaio i carabinieri mobilitati per le perquisizioni.
Che dire? Quello che abbiamo già detto. Contro i professionisti della guerra e i loro reggicoda accademici un po’ di vernice è il minimo.

anarchici