da Repubblica.it:

Blitz contro gli anarchici 22 misure cautelari

Operazione scattata all’alba contro appartenenti all’area anarchica che fa riferimento agli ambienti studenteschi e alla compagine denominata “Spazio Liberato 400 Colpi”

di LAURA MONTANARI

Blitz contro gli anarchici  22 misure cautelari Il logo del gruppo anarchico sulla sua pagina Fecabook

Studenti, incensurati, quasi tutti fiorentini. L’operazione della polizia contro gli esponenti del gruppo anarchico “Spazio Liberato 400 colpi” è in corso a Firenze dall’alba. Il Gip Rocchi ha emesso 22 misure cautelari nell’ambito di un’inchiesta della procura che vede indagate 78 persone. Sono per lo più ragazzi che fanno riferimento a un gruppo anarchico che si riuniva in alcune stanze di proprietà dell’università, nel centro storico. I locali sono ora sotto sequestro.

Le misure cautelari riguardano 19 toscani, un napoletano, uno di Ancona e uno Nuoro. I destinatari dei provvedimenti hanno tutti tra i venti e trenta anni e sono ritenuti responsabili di associazione a delinquere finalizzata alla realizzazione istigazione a delinquere, occupazione abusiva di edifici pubblici, danneggiamento, deturpamento e imbrattamento di beni immobili, resistenza, violenza e oltraggio a pubblico ufficiale, interruzione di pubblico servizio e violenza privata.

I reati contestati riferiscono a violenze che risalgono allo scorso autunno e fanno riferimento anche alle contestazioni della Riforma Gelmini dell’università. Fra gli episodi per esempio, i danneggiamenti ai bancomat di istituti di credito fiorentini, il sabotaggio dei sistemi di videosorveglianza della città, ripetuti danneggiamenti di sedi di partiti o di sindacati e di istituzionali nazionali ed internazionali, l’occupazione abusiva di beni immobili comunali e di enti privati, episodi di violenza contro le forze dell’ordine e infine episodi di interruzione di pubblico servizio concretizzatisi nel blocco prolungato della circolazione ferroviaria e stradale.

Le misure cautelari sono state eseguite dalla Digos e coordinate dalla Direzione centrale della polizia di prevenzione (Ucigos). Cinque i giovani agli arresti domiciliari, 17 con obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.  I servizi segreti interni (Aisi) hanno dato un importante contributo alle indagini.

Nello scorso gennaio su alcuni blog dell’area anarchica era stato denunciato che nella sede di “Spazio liberato 400 colpi” di via del Parione a Firenze erano state trovate due microspie. La notizia con tanto di foto era girata su Internet. Secondo le accuse i giovani pianificavano dalla sede di “Spazio Liberato 400 colpi” i blitz notturni come quello avvenuto nella sede della Cisl o i danneggiamenti alle telecamere del Comune alla vigilia delle manifestazioni di piazza in modo da mettere da non essere ripresi. Nel corso delle proteste contro la Riforma Gelmini era stato occupato anche il cantiere della stazione Foster, il nodo fiorentino dell’Alta Velocità.

Solidarietà ai compagni anarchici perquisiti a Bologna e Ferrara

Esprimiamo massima solidarietà ai compagni, sappiamo bene cosa vuol dire avere le lezze mani dei birri che frugano ovunque e sappiamo che la repressione comunque non può fermare chi ha una smisurata voglia di Liberta. Anarchici Pistoiesi.

29-03-11, Bologna

Con la perquisizione domiciliare di cinque compagni a Bologna e di altri tre a Ferrara, avvenuta questa mattina verso le 7.00, si assiste alla solita scena della repressione becera di questo stato e di questo sistema.
Gli sbirri entrano e mettono sotto sopra tutto ciò che trovano; non solo: sequestrano foto personali, attrezzi qualsiasi, oggetti comuni per qualunque abitazione ma, in questi casi, ritenuti “interessantissimi” ai fini di una “ricerca” che dia risultati “positivi”.
La nostra solidarietà va a chi subisce queste violazioni nel luogo stesso dove vive e si rifugia.
Si è costantemente sottoposti al controllo, per le strade e nei luoghi pubblici, da telecamere ad ogni angolo e marchingegni tecnologici atti solo ad osservare, schedare e reprimere in vista della costruzione di una “normalità”. Questo processo tende a neutralizzare tutte le opposizioni e la voce di chi lotta per cambiare lo stato di cose, ad assopire sentimenti umani come la solidarietà e la necessità di condividere i bisogni, a limitare la capacità di organizzarsi senza poteri imposti e strutture totalizzanti, funziona anche grazie alla paura e alle paranoie che cercano di diffondere.
Consapevoli che la repressione e il controllo sono solo alcuni degli strumenti necessari al sistema capitalista, la nostra unica arma è la solidarietà a chi da questo è colpito e contro il quale agisce.
Vogliamo esprimere il nostro sostegno ai compagni che hanno subito quest’ultimo attacco, come a tutti quelli che lottano contro il sistema. Sistema borghese, militare, sfruttatore di esseri umani e natura, che distrugge tutto quello che incontra e ha paura, soprattutto adesso che la rivolte si stanno espandendo, e che di zuccherini da dare al popolo non ne ha più.

Perché sappiamo che la loro repressione non ci ferma e continuiamo a lottare, con dentro la forza e la rabbia di tutti i popoli e le individualità che stanno lottando per la loro libertà.
Perché paura e silenzio equivalgono a complicità.
Nessuna complicità verso la repressione di stato e degli sbirri.
La lotta non si ferma.

Libere individualità contro la repressione.

Firenze – Villa Panico di nuovo sotto attacco

VILLA PANICO DI NUOVO SOTTO ATTACCO

All’indomani delle pesanti condanne per la resistenza di Vicolo del Panico, un gruppo di operai si è
presentato la mattina dell’11 febbraio attorno alle 8. Preceduti circa due ore prima da una visita
della polizia, gli operai hanno circondato le occupazioni di San Salvi (attorno a Villa Panico ci
sono infatti altre case occupate) con massicci blocchi di cemento, con tutta l’aria di voler
allestire un cantiere. Questo si somma ad altri fatti inquietanti: una serie di processi contro gli
anarchici fissati per questo febbraio, tra i quali la prima udienza per associazione sovversiva;
ripetute intimidazioni poliziesche nella zona di San Salvi, compreso un blitz con tanto di unità
cinofile che è costato diverse ore di fermo a tre stranieri “colpevoli” di non avere i documenti; una
serie di articoli di giornale (in particolare della solita, immonda La Nazione) sul “degrado” del
parco, i “punkabbestia” e i loro cani; un’indagine per associazione a delinquere contro diversi
compagni di Firenze, tra i quali almeno una compagna di Villa Panico, due compagni della Riottosa
Zquat e tre compagni dei 400 colpi.

Ma c’è dell’altro. Da tempo si parla infatti di un gigantesco progetto di speculazione edilizia che,
attraverso la vendita di tutti gli immobili (comunali e ASL) ai privati, trasformerebbe il parco
di San Salvi in un nuovo quartiere residenziale. Non molto tempo fa il sindaco Renzi rilanciò
con entusiasmo il progetto, contando di arricchire le casse del Comune con gli oneri di
urbanizzazione, per la gioia di qualche costruttore “amico”. Salvo poi fare marcia indietro, almeno a
parole, di fronte alle numerose polemiche sollevate dalla svendita del secondo parco di Firenze.
Vendere in blocco il parco di San Salvi, diciamolo, è proprio di cattivo gusto: meglio procedere un
pezzo alla volta. Quindi la ASL ha messo in vendita, per ora, due immobili tra i quali…Villa Panico,
passata da alcuni mesi a ESTAV Centro (gestore del patrimonio regionale).

Sgomberare Villa Panico permetterebbe all’alleanza dello Stato e dell’Impresa di cogliere i classici
due piccioni con una fava: da una parte colpire e reprimere una volta di più alcuni dei loro nemici
dichiarati; dall’altra realizzare l’ennesima operazione milionaria, avviando la svendita del Parco di
San Salvi e tappando, nel frattempo, i numerosi buchi di bilancio della ASL, come quei 180
milioni di euro “spariti” all’Azienda Sanitaria di Massa. Tutto in linea con la filosofia dei
“volumi zero” cara al sindaco e alla sua cricca: recuperare i “contenitori vuoti” (che spesso “vuoti”
non sono) per costruire una città completamente impestata dalla merce e dominata dai padroni, fatta
di quartieri residenziali e centri commerciali. Una logica che minaccia tutto ciò che odora di vita e
non di denaro, dalle case occupate ai centri sociali, passando dalle sedi di associazioni, dai parchi
pubblici e dai più diversi luoghi di ritrovo, gettati nel gran calderone del “degrado” dai servi dei giornali.

Vogliono eliminare un punto di incontro per tutti quelli che amano la libertà,
per sostituirlo con l’ennesima struttura destinata a alimentare profitti milionari.
Dal canto nostro non staremo a guardare. Difenderemo Villa Panico, come abbiamo sempre fatto.

anarchici di Villa Panico

Martedì 15 febbraio 2011 dalle 8 del mattino
PRESIDIO DAVANTI A VILLA PANICO
colazione e banchetti informativi

Pistoia – assemblea Regionale Antifascista/antirazzista e contro la repressione

La recente sentenza sui fatti di Pistoia del 2009, chiudendo il cerchio con le nuove condanne, ha dimostrato a chi ne avesse avuto ancora bisogno che là dove la repressione ha deciso di colpire la ridicola pantomima tribunalesca fatta di indagni, indizi, testimoni, ecc…, non può che essere smascherata per quel che è, uno strumento ad uso e consumo del potere.

A Pistoia in questo anno e mezzo abbiamo assistito a scene degne di una rappresentazione burlesca da commedia dell’arte, tra palesi falsi “testimoni” pescati o tra parenti dei questurini o tra i fascisti e contraddizioni lampanti fra le versioni dei suddetti…; ma tutto ciò non deve stupire, ormai in pochi si rendono conto che il re è nudo e la seriosa autorità non si vergogna –ma mai di niente si è vergognata- di vestire i panni della farsa.

A fronte di tutto ciò è necessario dare una risposta decisa a chi pensa di poter stroncare quei compagni e quelle realtà da sempre impegnate a costruire un orizzonte altro rispetto a quello di sfruttamento ed oppressione che gli si para davanti, attraverso i manganelli nelle strade ed i pavidi giudici nelle aule dei “giustizia” –concetto che andrebbe smascherato per quel che è, il diritto del più forte di disporre delle esistenze altrui nascosto dietro la ridicola formula “la legge è uguale per tutti”- .  Vogliamo ricordare che l’operazione di montatura giudiziaria perpetrata a Pistoia è volta a colpire non solo i compagni direttamente coinvolti, ma tutte le realtà che si muovono all’esterno dell’alveo della dialettica (virtuale) politica ufficiale legittimando contestualmente l’esistenza dei poveri neofascisti del terzo millennio, assurti al ruolo di martiri vittime dello “squadrismo”…il capolavoro del rovesciamento di senso…

Sabato 12 Febbraio si terra a Pistoia un’assemblea regionale Antifascista e contro la Repressione, crediamo sia necessaria una forte presenza delle realtà anarchiche toscane, noi ci saremo, speriamo di non essere soli. La repressione ci ha colpito, un nostro compagno è stato arrestato, ha passato quasi cinque mesi ai domiciliari ed è stato condannato a due anni, ma nonostante tutto non ci ha fermato e non ci fermerà

Ci vediamo il 12 a Pistoia, ore 15 presso il circolo di Gello

Anarchici Pistoiesi



Firenze – Il diciannovesimo vicolo

IL DICIANNOVESIMO VICOLO

Nell’ultimo ventennio dell’Ottocento, un’amministrazione comunale assetata di profitto e controllo sociale, con l’aiuto di una campagna stampa dell’ignobile quotidiano la Nazione, si decise a un’operazione che avrebbe definitivamente cambiato il volto del centro di Firenze. Prima ne espulse forzatamente quasi 6000 persone, dopo di che demolì il Mercato Vecchio e tutto il quartiere attorno. Se piazza della Signoria era il centro della vita politica e il Duomo il centro della vita religiosa, il quartiere del Mercato Vecchio era il centro della vita sociale. Dove adesso c’è l’anonima piazza della Repubblica, il palazzo di Fondiaria Assicurazioni, la Procura, l’Hotel Savoy, la Rinascente… c’era un intrico di vie, piazze, piazzette, vicoli, magazzini, abitazioni e botteghe artigiane, ancora saldamente in mano al popolaccio. In quella via Strozzi dove oggi ci sono solo negozi di lusso, c’era una sede anarchica. Dove adesso passano soprattutto turisti, giudici, poliziotti e uomini d’affari, c’era un crogiuolo dove individui d’ogni sorta si incontravano, si azzuffavano, discutevano, bestemmiavano, si innamoravano e talvolta si rivoltavano. In una parola, che VIVEVANO.
La vicenda del Mercato Vecchio è emblematica della città che il potere vuole. Dove la vita si esprime in tutte le sue molteplici sfaccettature, il Potere non vuole vedere altro che “secolare squallore”, il degrado di cui cianciano i giornalisti servi. La “Vita Nova” alla quale, da tempo, si restituiscono i centri storici, è un’esistenza interamente sacrificata al profitto e consegnata al controllo sociale. Un’esistenza dove i poveri sono braccati da ordinanze e pattuglie, dove gli abitanti dei quartieri vengono banditi da affitti e prezzi impossibili. Al posto delle viuzze buie che riparano dall’occhio dei gendarmi, devono stare ampie piazze dove i mercanti possano esporre le loro merci, e vie ben illuminate sorvegliate dalle telecamere. Assieme ad antiche strade, piazze, case e palazzi nobiliari, infatti, l’amministrazione comunale distrusse ben diciotto vicoli. Tutti, tranne uno: Vicolo del Panico, il diciannovesimo vicolo, l’unico sopravvissuto allo scempio.

L’11 ottobre 2005, la Questura di Firenze, inviata dall’Amministrazione comunale e dall’immobiliare Mauro Papi Srl, si decise a portare a termine quest’infame operazione cominciata centovent’anni prima, attaccando l’ultimo brandello di vita rimasto nel quartiere: il circolo anarchico di Vicolo del Panico, in cui per ventisei anni si erano incontrate e scontrate più generazioni di sovversivi e libertari. La risposta della vita offesa non si fece attendere: diversi occupanti opposero una decisa resistenza, dalla quale uscirono feriti un compagno e due poliziotti. Il circolo venne sgomberato. I compagni vennero trattenuti in questura per diverse ore, minacciati e provocati in vari modi. Un giovane, fermato per strada e accusato di essere tra i resistenti, venne picchiato dalla DIGOS. Tutti i presenti vennero denunciati per occupazione, danneggiamento e resistenza aggravata, alcuni anche per lesioni a pubblico ufficiale e uno addirittura per tentato incendio. Al posto del circolo anarchico c’è adesso l’ennesimo condominio, mentre l’accesso al vicolo è sbarrato dall’ennesima cancellata.

Ora la magistratura si prepara a presentare il conto.

Il 17 gennaio, nel tribunale di piazza San Firenze, nel corso di un’udienza in relazione a questi fatti, verrà probabilmente emessa la sentenza di primo grado. Su cosa si deciderà in tribunale abbiamo poco da dire.
Ciò che più ci preme è ribadire le ragioni che ci hanno portato a non subire passivamente lo sgombero: le ragioni del piacere, della libertà e della rivolta, che oggi come ieri scuotono la città della merce, dei ricchi e dei potenti.

SABATO 15 GENNAIO ORE 14 IN PIAZZA DEI CIOMPI
mostra sullo “sventramento di Firenze”

DOMENICA 16 GENNAIO ORE 10, 30 IN PIAZZA DELLA REPUBBLICA
mostra sullo “sventramento di Firenze”

LUNEDI 17 GENNAIO ORE 10 DA PIAZZA SANT’AMBROGIO
Anti-touring tour

anarchici

Verona – Tre anarchici denunciati per danneggiamento aggravato

fonte: ansa

(ANSA) – VERONA, 8 GEN – Stavano imbrattando i muri, a Verona, con scritte a sfondo politico ma scoperti sono stati bloccati e denunciati all’autorita’ giudiziaria dalla polizia.

Protagoniste della vicenda tre persone, due uomini ed una donna, esponenti di movimenti anarchici bloccati con il materiale usato per imbrattare i muri. I tre, che erano privi di documenti, sono stati portati in Questura per il riconoscimento e quindi subito rilasciati. L’ipotesi di reato della denuncia e’ ”danneggiamento aggravato”.

Rovereto e Trento – Perquisite le abitazioni di diversi compagni/e

riceviamo e diffondiamo:

Questa mattina all’alba (2 dicembre), i carabinieri hanno perquisito una quindicina di abitazioni tra Rovereto e Trento (più una a Treviso). I militi, eseguendo un mandato emesso dalla procura di Trento e riferito a diciotto tra compagni e compagne, cercavano materiali (indumenti, vernice, volantini) collegati all’incursione con fumogeni e vernice durante la conferenza a Sociologia, il 28 ottobre scorso, di un professore di diritto e due ufficiali dei carabinieri sulle “missioni di pace” del governo italiano all’estero. Almeno un centinaio i carabinieri mobilitati per le perquisizioni.
Che dire? Quello che abbiamo già detto. Contro i professionisti della guerra e i loro reggicoda accademici un po’ di vernice è il minimo.

anarchici 

Fatti di Pistoia, nuova udienza e nuova farsa

Qualche giorno fa si è tenuta l’ennesima udienza sui fatti di Pistoia dell’11 Ottobre 2009.

Venerdì 19 novembre ’10 tanti solidali si sono ritrovati fuori e dentro il tribunale –circondati come sempre da un imponente spiegamento di forze del (dis)ordine, cinque camionette di antisommossa, due volanti e la Digos quasi al completo, per presenziare a quella che avrebbe dovuto essere (per l’ennesima volta…) l’atto finale del processo di primo grado.

La curiosità era tanta a fronte delle novità emerse dopo l’ultima udienza del primo Ottobre, con un testimone chiave dell’accusa (burattino della Digos) crollato sotto il peso dei nuovi elementi raccolti dai compagni che hanno sgretolato la montatura poliziesca. In tanti aspettavano di capire come il giudice si sarebbe comportato ora che la farsa orchestrata da Questura e neofascisti si era dimostrata in tutta la sua ridicola indecenza…Ebbene al ridicolo –evidentemente- non c’è fine, come non c’è fine allo schifoso accanimento sbirresco…Da subito il giudice comunica che per un disguido di cancelleria di cui i solerti impiegati della repressione si erano accorti solo quella mattina stessa –le convocazioni erano state notificate ai testimoni da mettere a confronto fra loro, ma nessuno le aveva ritirate- l’inizio dell’udienza sarebbe stato rinviato per il tempo necessario a contattare questi famosi teste…che, accidenti, avevano cambiato tutti domicilio!! Altro rinvio…verso le undici e mezza due dei tre vengono trovati, uno si presenta subito, l’altro dice di non poter venire (Romondia) perché non avrebbe saputo a chi lasciare la figlia piccola…ed ovviamente il comprensivo collegio giudicante decide di dare tutto il tempo necessario al nostro per risolvere questo inconveniente, cosa che accade verso mezzo giorno. Nel frattempo il terzo teste non si trova, il famoso (ex) pizzaiolo Lucarelli…nel momento in cui viene reperito ebbene, il nostro dichiara di non potersi liberare fino alle tredici e trenta…ovviamente il magnanimo collegio giudicante decide di assecondare le esigenze del nostro senza troppi problemi, rimandando il l’inizio dell’udienza alle quattordici…un ritardo di cinque ore…verso la fatidica ora, manco a farlo apposta Lucarelli non si trova, il giudice afferma che comunque quella sarebbe stata l’ultima udienza e che quindi si sarebbe andati ad oltranza fino al termine delle audizioni, delle arringhe di difesa e pm, della camera di consiglio…L’(ex) pizzaiolo si trova, ma dice di poter venire forse(!) verso le 15, il tribunale –ovviamente quel giorno in vena d’ogni concessione- decide per l’ennesimo rinvio…nel frattempo i due testimoni già arrivati –che avrebbero dovuto di li a poco confrontarsi- sono lasciati a conversare fra loro, cosa generalmente vietata per evitare che si concordino le versioni…un avvocato della difesa lo fa notare al distratto giudice che risolve la questione.

Finalmente Lucarelli arriva, si preparano i confronti e tac, il Giudice decide che contro ogni sua dichiarazione precedente quel giorno si sarebbe proceduto solo alle audizioni(!), dopo mezz’ora –verso le sedici- la pantomima era finita, con un bel rinvio al 31 Gennaio 2011.

Se da un lato i reiterati rinvii sono serviti per “sfoltire” piazza ed aula dai solidali, è altresì lampante la difficoltà con cui il collegio sta trascinando il cadavere di una montatura che ad ogni passo perde pezzi…

Dunque dopo sette ore perse per mezz’ora di processo, dopo molti soldi pubblici spesi per movimentare un piccolo esercito di sbirrame, si decide di posticipare ancora una sentenza che a rigor di decenza dovrebbe recitare ASSOLUZIONE ma che evidentemente rischia di minare i delicati equilibri di quel piccolo mondo armonioso che è l’apparato repressivo/giudicante di una piccola città come Pistoia.

In questo processo si giocano le esistenze di tanti compagni, ma ancor più si decide il destino delle carriere di tanti ometti divisati che hanno orchestrato la montatura e che ora rischiano di vedersi sbugiardati di fronte a tutta Italia…Non siamo certo così ingenui da sperare in un’assoluzione, si sa, i processi politici devono finire in una certa maniera, in più crediamo che tra la vita dei compagni e la carriera di “stimati” colleghi il giudice deciderà a favore di questi ultimi, ma siamo ben curiosi di capire come il nostro motiverà un eventuale condanna, salvando faccia e credibilità…Noi comunque, anche il 31 saremo in piazza…e staremo a vedere fin dove si spingerà questa faccenda degna di un libro di Kafka…