Radiocane – Sul processo Outlaw a Bologna

da Radiocane

“Il Gup Santucci decide di mandare a processo 21 degli imputati, escludendone 6. Le motivazioni sono inquietanti e recitano più o meno così: l’’accusa non ha un fondato supporto ma gli avvocati avranno modo di dimostrarlo nel corso del processo.”

(tratto dall’opuscolo sull’Operazione Outlaw)

Alla vigilia del processo che vede imputati 21 compagni/e con l’accusa di associazione a delinquere con finalità eversive, insieme ad una compagna di Bologna ripercorriamo insieme alcuni eventi : le attività del Centro di Documentazione Fuoriluogo prima della sua chiusura tra lotta ai Cie e al nucleare , il ruolo di Eni nel dare forza alla chiusura di un’indagine aperta già dal 2006, la costruzione di un’inchiesta senza prove e il tentativo poliziesco di cancellare ogni forma di presenza anarchica in città.

ascolta il contributo

GENOVA: PRESENZA SOLIDALE AL PROCESSO DI NICOLA E ALFREDO

Il 30 Ottobre si terrà, presso il tribunale di Genova, il processo a carico di Nicola ed Alfredo, accusati della gambizzazione de nuclearista di Ansaldo Adinolfi. Speriamo di essere in tanti con la necessaria rabbia e determinazione.

Nicola e Alfredo liberi, Liberi/e tutti/e! Guerra continua all’autorità ed allo sfruttamento, viva l’Anarchia!

Mercoledì 30 dalle 9 presso il tribunale di Genova, Via Portoria 1

ADRIANO TRASFERITO ALL’AS2 DI FERRARA

Riceviamo e diffondiamo:

7 ottobre-In  seguito al colloquio fatto in mattinata co Alfredo si apprende che Adriano, uno dei due compagni arrestati a settembre è stato trasferito lo scorso finesettimana nell’ AS2 di Ferrara, che pare confermarsi come sezione destinata agli anarchici ,in attesa di processo .

per scrivergli:

Antonacci Adriano
C.C. Via Arginone, 327
44122 Ferrara

Grecia: Lettera del compagno anarchico Spyros Mandylas

4 Settembre 2013

“Alcuni senza pensarci seguono i percorsi imparati una volta per tutte, verso il loro lavoro e la loro casa, verso il loro futuro prevedibile. Per loro il dovere è già diventato una abitudine, e l’abitudine un dovere. Essi non vedono la carenza della loro città. Ritengono che la carenza delle proprie vite sia naturale. Noi vogliamo rompere questo condizionamento, (…) alla ricerca di nuove passioni.”
Guy Debord

Una breve cronaca del mio arresto

Nella notte di Giovedi 11 Luglio 2013, gli agenti dell’unità antiterrorismo hanno fatto nuovamente irruzione nello squat anarchico Nadir, a Salonicco. Sono stato arrestato e subito trasferito agli uffici dell’antiterrorismo ad Atene dove mi è stato detto che, tre ore prima del mio arresto, era stato catturato fuori dalla sua abitazione nel quartiere di Stavroupoli a Salonicco il mio compagno e amico Andreas Tsavdaridis. Mi è stato chiesto di dare le impronte, un campione di DNA e le foto ma mi sono rifiutato, cosi le hanno avuto con la forza. Poco dopo, mi hanno notificato l’accusa in merito al Progetto Fenice (azioni #1#2#3#4). Mi sono rifiutato di firmare qualunque cosa o di dire nulla. Sei giorni dopo, ho potuto comunicare con Andreas, che mi ha raccontato le stesse cose che erano successe a me. In più, la polizia ha annunciato che i dieci membri della Cospirazione delle Cellule di Fuoco sono accusati come istigatori del Progetto Fenice. Continua a leggere

Prigionieri 15 Ottobre – Aggiornamenti e lettera di Francesco dal carcere di Savona

riceviamo e diffondiamo:

Ciao a tutti,
Sono ormai cinque giorni che mi trovo nel carcere Sant’Agostino di Savona.
Sinceramente sono ancora sconcertato e stupito di trovarmi in questa situazione, non sono di certo il tipo che si fida della sbirraglia o che ripone fiducia nello Stato e nella sua giustizia, ma resta il fatto che non mi aspettavo un colpo basso del genere.
La motivazione per cui sono stato trasferito dai domiciliari al carcere è l’aver infranto le restrizioni, in altre parole l’aver ospitato a casa i miei amici. L’assurdo è che da Febbraio di quest’anno mi è stato revocato il divieto di comunicare e di incontrare persone diverse dai miei coinquilini. Quindi cosa avrei infranto?
Il carabiniere che ha comunicato al giudice di avermi trovato a casa con i miei compagni nel momento del controllo, che avveniva sabato 21 Settembre, rifiutò di voler vedere la notifica che specificava la revoca delle restrizioni dicendo che era tutto a posto e che non ce n’era nessun bisogno. Stando in carcere ho potuto appurare che il suddetto sbirro è avvezzo ad infamate di questo tipo, ma anche qui non c’è molto da stupirsi.
Fa molto più pensare che un giudice firmi un’istanza del genere senza nemmeno controllare prima gli obblighi ai quali una persona è sottoposta fino a mandarla dai domiciliari al carcere.
Anche questa esperienza non può far altro che rafforzare i miei ideali e il mio astio verso questa società infame e sfruttatrice composta da sbirri assassini, giudici sadici e porci politicanti.
Non posso far altro che ringraziare i miei compagni di cella e non solo, che fin da subito mi hanno dimostrato la loro umanità e solidarietà.
Tutto il mio affetto va alle persone a me vicine e alla mia famiglia che da sempre mi supportano e mi danno la forza di andare avanti.
Vi saluto con la promessa che, se non si risolverà al più presto questa situazione, sarò pronto a combattere anche chiuso in questo fottuto lager con ogni mezzo a mia disposizione, invitando chiunque a fare lo stesso fuori.
FUORI TUTTI DALLE GALERE
DENTRO NESSUNO SOLO MACERIE
Ciao Francesco cella 8 sez. 2


Giovedì 3 Ottobre è stata rifiutata dal giudice l’istanza di scarcerazione con le stesse identiche assurde motivazioni con le quali Francesco è stato trasferito in carcere.  E’ evidente l’accanimento nei confronti di chi quotidianamente si batte per le proprie idee e per i propri sogni. Non saranno queste mosse repressive ad intimorire Francesco e tutti noi, consapevoli del fatto che le tre giornate dell’ ottobre romano saranno un occasione per esprimere la nostra rabbia e la solidarietà a tutti gli imputati del processo del 15 ottobre.

FRA LIBERO LIBERI TUTTI

solidali15ottobregenova@gmail.com

Trento – Perquisizione a un redattore del giornale anarchico Invece

riceviamo e diffondiamo:

La nota di un conto in sartoria

L’11 settembre scorso, il ROS di Roma, in collaborazione con il ROS di Trento, ha perquisito l’abitazione di un redattore di “Invece” notificandogli un avviso di garanzia per “istigazione alla violenza” per via di un articolo apparso sul giornale. Di perquisizioni a compagni ce ne sono state, negli ultimi anni e mesi, talmente tante che certo non saremmo qui a parlarvene. Ma l’episodio merita qualche riga. Non solo perché l’indagine della magistratura ha per oggetto i contenuti di un articolo, ma per la figura del querelante. Si tratta di Pierpaolo Sinconi, tenente colonnello dei carabinieri nonché dirigente del Coespu di Vicenza, una delle centrali della controinsurrezione, dove si addestrano le truppe di mezzo mondo alla controsommossa e alla tortura. Il Sinconi si era preso, come qualcuno forse ricorderà, della vernice rossa sui suoi costosi abiti durante una conferenza a Sociologia, nell’ottobre del 2011, sulle missioni di guerra dell’Italia all’estero. Un gruppo di antimilitaristi – tra cui il compagno perquisito, che all’epoca venne arrestato – arrivò a un palmo di mano dall’esperto di controinsurrezione e di sicurezza nazionale. Uno smacco, in tutti i sensi. Al quale il militare non ha reagito molto sportivamente. Oltre ai vari processi già svoltisi o in corso contro alcuni antimilitaristi, possiamo segnalare delle anonime telefonate notturne a casa di genitori di compagni su un imprecisato conto salato in tintoria. E ora un’altra perquisitone per un’altra denuncia. Insomma, quel piccolo episodio gli ha proprio dato fastidio.
Se non possiamo che unirci ai compagni trentini che scrivevano “un po’ di vernice è il minimo”, è scontato ribadire la nostra solidarietà con il compagno e con quanto da lui scritto. Il concetto di istigazione, che sembrava caduto in desuetudine, presuppone che il lettore sia privo di autonomia di giudizio; eppure sappiamo che non ci leggono solo quelli del ROS.
Sarà che siamo degli inguaribili ottimisti, ma ci pare in fondo positivo il fatto che le idee siano ancora pericolose.

La redazione di “Invece”

Trentino – Perquisizioni per azione contro il tribunale in solidarietà con i detenuti in lotta

riceviamo e diffondiamo:

Perquisizioni in Trentino per azione contro il tribunale in solidarietà con i detenuti in lotta

La mattina del 2 ottobre, tre compagni sono stati perquisiti in Trentino dalla Digos. Dalle carte degli sbirri e dalle notizie mediatiche si capisce che le perquisizioni sono legate ad un’azione avvenuta a Trento nella notte del 25 settembre. Alcuni ignoti avevano riempito di vernice rossa il portone del tribunale di Trento (sigillandone le serrature con del mastice) e lanciato dei sassi contro le vetrate. Stando ai giornali, l’azione era in solidarietà con i detenuti in lotta. Anche un’altra sede giudiziara, nella notte tra il 30 settembre e il 1° ottobre, era stata imbrattata con la vernice, questa volta verde.

Se mettiamo in relazione il carattere piuttosto modesto delle azioni con la rapidità di magistrati e Digos nell’avviare indagini e perquisizioni, possiamo concludere che le lotte dei detenuti dànno molto fastidio e che ogni segnale di solidarietà va immediatamente colpito.

E allora: solidarietà ai detenuti in lotta!

compagne e compagni

Spoleto – E’ morto Damiano Corrias

da anarchaos

Spoleto – E’ morto Damiano Corrias

Con queste brevi righe diamo l’orribile notizia della morte, a 31 anni, di Damiano Corrias. Uno dei 5 spoletini arrestati il 23 ottobre 2007 nella cosiddetta Operazione Bruswood.

Non è il momento di cadere in complottismi o peggio ancora in esoterismi (è il secondo morto, dopo Fabrizio, su 5 giovanissimi arrestati). Domani sera, dopo l’autopsia, ne sapremo di più. Damiano soffriva di epilessia. Lunedì si terrano i funerali al Duomo di Spoleto.

Ma anche il giorno della sua morte, anzi ancora di più in queste ore ferali, vogliamo alzare al cielo la nostra maledizione nei confronti dei suoi persecutori. Nei confronti dei ROS guidati dal generalissimo Ganzer, quello che smerciava mitra e droga. Nei confronti dell’allora Presidente regionale Lorenzetti, oggi ai domiciliari per corruzione.

Nei confronti dello zerbino di Perugia, il pm che firma tutto quello che i ROS le ordinano di firmare, errori di battitura compresi: la dottoressa Comodi. La belva di Perugia, quella che contro Damiano chiese ben 6 anni di carcere per una scritta su un muro!

E comunque non si è piegato.

Era il dj di tutte le feste in montagna organizzate dagli anarchici spoletini. E di molti altri rave, più o meno politici.

L’ultima volta che è stato in piazza è stato il 23 giugno del 2012 al corteo in solidarietà con gli anarchici arrestati per l’Operazione Ardire. Facendo, nella notte, anche delle bellissime scritte sui muri. Alla faccia della Comodi. Siamo sicuri che lui dalla tomba le sta alzando il dito medio.

CIAO DASCHIA

Prigionieri – Comunicato sull’arresto di Adriano e Gianluca

da rete-evasioni

Nel pomeriggio di mercoledì 18 Settembre alcune squadre dei carabinieri del Ros si sono introdotte nelle abitazioni di quattro ragazzi/e dei Castelli Romani. Sono state portate a compimento perquisizioni e sequestri di oggetti personali e, con l’accusa di associazione a scopo terroristico, sono stati arrestati due giovani: Adriano e Gianluca, ai quali vorrebbero ricondurre azioni firmate da diverse sigle, sono ora in cella di isolamento nelle carceri romane. L’articolo usato questa volta è il 270bis del codice penale in materia di antiterrorismo che recita “associazione con finalità di terrorismo anche internazionale o di eversione dell’ordinamento democratico”. A solo un mese dalle mobilitazioni previste a Roma e in tutto il paese la macchina repressiva si è messa in moto scatenando la solita bufera mediatica della disinformazione e dell’allarmismo preventivo. I due ragazzi, che come migliaia di altri abitanti dei Castelli Romani sono scesi in piazza per mobilitarsi contro la messa a profitto dei territori, potranno esser visti dalle famiglie solo tra qualche giorno. In attesa di ulteriori informazioni invitiamo tutte e tutti ad attivarsi per portare solidarietà agli arrestati per non farli sentire soli. Terrorista è chi ogni giorno mette in pericolo la salute di migliaia di persone per costruire piccole e grandi opere di profitto, chi sfrutta ogni giorno migliaia di persone sul lavoro quando restano ormai solo poche famiglie ad arrivare alla fine del mese, è chi reprime e uccede nelle strade e nei quartieri restando impunito, chi sta colonizzando e devastando ogni giorno di più i nostri territori in nome del dio denaro.

La nostra arma è la solidarietà

Tutte e tutti fuori dalle galere

ADRIANO E GIANLUCA LIBERI SUBITO

Compagni/e e amici/e dei Castelli Romani


Per scrivere a Adriano: Antonacci Adriano, Regina Coeli, Via della Lungara, 29

Per scrivere a Gianluca: Iacovacci Gianluca, Regina Coeli, Via della Lungara, 29