anarchicipistoiesi

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Grecia: Attacco incendiario ad un commissariato di polizia a Salonicco

Testo rivendicativo:
Il 17 gennaio 2015 ci siamo presentati al commissariato di polizia nella zona di Charilaou, nella città di Salonicco ,per restituire un po’ della violenza a coloro che sono i primi ad esercitarla quotidianamente.
Se facessimo un elenco degli incidenti dovuti alla brutalità poliziesca degli ultimi mesi, vedremmo che sarebbe piuttosto ampia: la repressione delle manifestazioni del 17 novembre e del 6 dicembre in tutta la Grecia, la repressione contro le donne delle pulizie licenziate dal ministero delle finanze, la repressione contro le proteste dei disabili e le operazioni di pulizia contro i migranti, sono solo alcuni degli incidenti registrati. Nessuno di questi eventi ci ha sorpreso, ci hanno solo riempiti di maggior odio. Le vaghe denunce sull’uso spropositato della violenza, a parte il fatto che non ci interessano, servono solo a travisare ed occultare l’essenza del ruolo che questi porci giocano in generale. Come guardiani del sistema, saranno sempre colmi d’odio per quellx che lottano contro questo ed i perturbatori dell’ordine e cercheranno di provocare timore e paura tutti gli altri.

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Saronno – Respinta la richiesta di sorveglianza speciale contro un compagno

E’ stata respinta dal tribunale di Varese la richiesta del Questore di Varese, Francesco Messina, per la sorveglianza speciale ad un nostro compagno.
Sabato scorso un corteo aveva attraversato la città di Saronno per ribadire il nostro NO alla sorveglianza speciale e per contestualizzare questa misura repressiva all’interno di una più ampia limitazione delle nostre libertà nella città di Saronno, andando a criticare per esempio il nuovo regolamento di polizia urbana che vieta le cose più assurde (es: mangiare sui gradini di una chiesta, bere alcolici in strada, arrampicarsi sugli alberi etc).
Dopo il corteo c’è stata una occupazione temporanea di una vecchia fabbrica dismessa nella quale si è svolta una serata musicale. Continua a leggere

Cile: Tamara Sol condannata per “tentato omicidio” e furto

Rapidamente, il 30 gennaio è stato emesso il verdetto del processo contro la compagna Tamara Sol accusata di aver sparato a una guardia del Banco Estado.

Il 4° Tribunale penale ha condannato Tamara accusandola di “tentato omicidio” e furto.

Mercoledì 4 febbraio 2015, alle 12: 00, ci sarà la lettura della sentenza. Per la tendenza che ha intrapreso il sistema giudiziario per questi casi c’è da aspettarsi che venga cambiata sia l’ora che la data di lettura della sentenza.

Questa ultima istanza è importante per sapere qualse sarà la condanna contro la compagna e, se potrà “beneficiare” della “libertà vigilata”. Ricordiamo che l’accusa ha chiesto una condanna a sette anni di carcere, mentre la difesa spera di ottenere la “liberta vigilata” considerando il fatto che la compagna era incensurata ed ha assunto la responsabilità per i fatti per i quali è stata accusata.

Tamara Sol Libera!

Traduzione: RadioAzione
fonte

Prigionieri – Miserie del garantismo: lettera di Michele Fabiani dal carcere di Ferrara

Miserie del Garantismo

In questi sei mesi non ho scritto molto perché non amo fare la parte del prigioniero che tempesta il web e le riviste specialistiche di lettere.

Scrissi un breve comunicato nel quale spiegavo che la galera non avrebbe certo smussato la mia fierezza rivoluzionaria, rifiutavo ogni ipotesi di servizio sociale e chiedevo all’universo plurale e multiforme delle persone che mi sono solidali a non cadere nel vittimismo.

Torno a scrivere perché mi giunge voce di alcuni scritti che sarebbero girati in rete e sul giornale “il garantista” nei quali vengo descritto niente meno che “pacifista”, “spaventato a morte”, etc.

Faccio notare che questo atteggiamento è, in primo luogo, offensivo nei miei confronti e nei confronti dei miei compagni e delle mie compagne che lottano ogni giorno senza mai tremare di fronte alla minaccia della repressione. In secondo luogo è totalmente inutile: lo Stato ci spia di continuo, ascolta i nostri discorsi, ci fotografa e ci filma mentre ci scontriamo in piazza con i suoi servi. Insomma pensare che un camuffamento tardivo possa farmi risparmiare mesi di galera è mera utopia, nonché poco dignitoso.
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RadioAzione [Croazia]: Circa la visita da parte dei servizi segreti croati

PULA – CROAZIA

Nella mattinata del 23 gennaio 2015 si presentano gli agenti dei servizi segreti croati – SOA – perché vogliono parlare con me riguardo al mio sito RadioAzione Croazia, e con il mio marito, compagno anarchico, cittadino italiano, che gestisce e anche ospita altri siti anarchici (tra cui RadioAzione), minacciandolo di espulsione dal paese.

Il discorso si apre con le minacce indirizzate alle mie relazioni personali, sia attuali, che future, supponendo loro che queste sono e potranno essere realizzate solo con gli anarchici, ovviamente non croati, e mi avvisano che la Croazia non ha intenzione di diventare il covo per le persone che rappresentano un problema per i propri paesi d’origine.
Qua è ovvio il riferimento alla mia relazione con il compagno di RadioAzione Italia.
Le minacce ovviamente non si limitano solo alle mie relazioni con i compagni, ma mi avvertono anche che ogni cittadino straniero che in futuro verrà a trovarmi in Croazia, sia esso anarchico o meno, sarà trattato da sospetto.
E poi si perdono nelle solite minacce riguardo ai miei genitori, la mia posizione di disoccupata, possibili perquisizioni, arresti ecc. Continua a leggere

Bologna – Richieste di sorveglianza speciale per quattro compagni

La questura di Bologna ha richiesto la sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno per 2 compagni. Solo pochi giorni fa abbiamo scoperto che era già stato fissato il processo a carico di uno dei due compagni per il 22 gennaio di quest’anno, processo rinviato al 5 marzo perchè l’udienza non era stata ancora notificata al compagno, mentre per l’altro compagno il processo è fissato per il 17 febbraio.
Nei curriculum giudiziari si evidenziano le partecipazioni in manifestazioni contro il CIE, il Carcere, in solidarietà con i compagni anarchici, in manifestazioni antifasciste e nelle occupazioni che l’anno scorso hanno “animato” Bologna e più in particolare il quartiere della Bolognina.
I fascicoli infatti sono stati aperti a luglio, dopo l’arresto di 3 compagni per lo sgombero di Casa Mannaja e le perquisizioni di luglio, fatte per cercare materiale inerente alle occupazioni e ai danneggiamenti delle sedi del PD dei mesi precedenti.
Inoltre il Questore, nell’ambito dello stesso provvedimento, ha richiesto il curriculum giudiziario per un altro compagno e un’altra compagna, già destinatari di diveto di dimora, ma al momento non sappiamo se siano state richieste o meno, anche per loro, le sorveglianze speciali.
Impossibile non notare la coordinazione con le Questure di Torino e di Varese, che stanno cercando di adottare le stesse misure speciali nello stesso periodo. Salgono infatti a 9 (sicure, più 5 in forse) le sorveglianze richieste in meno di 2 mesi dalle diverse questure.
Che sia l’inizio di una nuova strategia comune per contrastare gli anarchici, che si va ad affiancare a quella degli arresti preventivi e delle associazioni varie, forse non più sufficienti visto che il germe anarchico continua ad infestare queste città?
Non sarebbe una novità!
Che si scervellino pure a cercare nuove strade, noi continueremo sulla nostra!

Anarchici e anarchiche di Bologna

Aggiornamento: La sorveglianza è stata richiesta anche per l’altro compagno e l’altra compagna che erano in forse, la prossima settimana sapremo le date delle udienze.

INFAMI NEL MOVIMENTO

Udine, 15 gennaio 2015
Prendiamo la tastiera per dire brevemente la nostra su questa questione, sgomenti di fronte al
silenzio del movimento. Infatti, fatta eccezione per il sito francese non-fides.fr, per le/i compagn*
trentin* e poch* altr* il silenzio è assordante.
Il fatto: il sito notav.info (gestito da area infoaut) pubblica un articolo redazionale, I burabacio, e il
comunicato, pubblicato sullo stesso sito, del magistrato Imposimato (PM responsabile di aver
seppellito sotto anni di galera decine di rivoluzionari*) a proposito dei recenti sabotaggi avvenuti
contro l’Alta Velocità in Italia. Ne I burabacio (poi vigliaccamente modificato), notav.info indica
le/gli autrici/autori di finimondo.org come coloro che «fino a qualche annetto fa usavano i loro
petardoni postali che qualche rintocco facevano, ora usano qualche straccetto di benzina
inneggiando alla rabbia generale». Notav.info cioè infama delle/dei compagn*, indicandoli agli
sbirri, di cui evidentemente si sente collega, come responsabili del sabotaggio No TAV di dicembre
a Bologna. Continua a leggere

AZIONE DIRETTA e SABOTAGGIO – DISSOCIAZIONE e DELAZIONE: E’ IL MOMENTO DI SCEGLIERE, SENZA PIU’ ESITARE!

“Come fai a parlare se non hai il cervello?”

“Non lo so. Ma molta gente senza cervello ne fa tante di chiacchiere”

Riteniamo assolutamente necessario prendere la parola in maniera decisa dopo aver assistito a qualcosa che consideriamo inammissibile. Già da tempo trovavamo preoccupante il diffondersi di determinate pratiche all’interno degli ambiti di lotta. Ora non crediamo sia più possibile soprassedere oltre. Ciò che spesso viene spacciato per disputa ideologica o discussione tra punti di vista ha raggiunto la vera e propria pratica della delazione.
Questo è quanto accaduto con la pubblicazione del testo “I burabacio” nei siti notav.infoe infoaut.org, in seguito ai sabotaggi avvenuti nel dicembre scorso alle stazioni di Firenze e Bologna. Siti che, sicuramente, non rispecchiano le posizioni dell’intero movimento No Tav, che a sua volta non può avere certo la pretesa di rappresentare chiunque decida di intraprendere un percorso o una singola azione di contrasto all’Alta Velocità e alle nocività.

Da tempo assistiamo alla pubblica diffusione sul web di testi e controversie inquietanti, episodi ritenuti accettabili da alcuni, spacciati come dibattiti dagli autori o considerati in maniera marginale da altri, ora siamo arrivati ad un punto di non ritorno in cui è necessario che ognuno si assuma le proprie responsabilità.
Dalla richiesta di incolumità per un’infiltrata, alle continue dissociazioni e prese di distanza rispetto ad attacchi contro il dominio, inclusi quelli riconducibili alla lotta contro il Tav, fino a tergiversare con tolleranza sulla presenza di collaboratori di Giustizia negli spazi occupati, ecco che si giunge a postare articoli su internet in cui si denunciano pubblicamente presunti responsabili di azioni specifiche (in questo caso i redattori di Finimondo.org, autori del testo “A stormo!”).

Probabilmente il non essere sempre puntuali nell’esprimersi in modo critico riguardo a questi eventi ha fatto si che queste pratiche prendessero campo e scadessero in questo degenero. In nome della strategia politica e di una esasperata ricerca di legittimazione mediatica e sociale, ogni critica radicale all’esistente, espressa attraverso parole e/o azioni, che esula dal già predisposto, viene spesso messa all’indice o, nel migliore dei casi, snobbata.
A dimostrazione di ciò, nel momento in cui gli autori stessi prendono atto della sconvenienza (a proprio svantaggio) di queste degenerazioni vigliacche ed insolenti, di cui si rendono protagonisti, non fanno altro che rivisitare goffamente le proprie parole, negandone la paternità o semplicemente cancellando le parti più gravi dei loro testi, già nati come impellente necessità di pararsi il culo.
Si passa dall’ipocrita ossessione di voler differenziare a tutti i costi gli attacchi che colpiscono solo oggetti inanimati a quelli che coinvolgono anche esseri umani (o presunti tali), giustificando i primi e criminalizzando duramente i secondi; per arrivare alla contraddizione di promuovere una politica che incita, almeno apparentemente, a determinate pratiche (come il sabotaggio) per poi prenderne realmente le distanze, addirittura puntando il dito verso altri.

Proprio perché “il sabotaggio è una pratica seria”, storicamente prassi di chiunque nella storia abbia deciso di mettersi in gioco per combattere una singola ingiustizia come l’intero sistema di dominio, non può essere relegato a diventare oggetto di una campagna specifica, tanto meno necessita di essere legittimato da parte di una qualsiasi assemblea, dall’intellettuale di sinistra di turno o dal politicante di movimento a seconda della convenienza e delle relative manovre repressive.

Riteniamo fondamentale che da ora in poi ognuno si assuma la responsabilità di non far più finta di nulla.

Da parte nostra la presenza delle persone responsabili di delazione (riconducibili ai redattori di notav.info e infoaut.org) ad iniziative pubbliche rimane cosa inaccettabile. A maggior ragione nel momento in cui si arrogano la pretesa di disquisire su sabotaggio, accuse di terrorismo e prigionieri anarchici, come stava per avvenire a Genova il 13 di questo mese.
Ora o in futuro, indipendentemente da dove, si ripresenterà la medesima situazione, continueremo a ritenere la loro presenza non gradita.

Rinnoviamo la nostra solidarietà a chi continua ad opporsi al potere e all’autorità senza mediazioni e pericolosi distinguo.

I presenti all’incontro del 12/01/2015 al Mainasso Occupato, Genova

 

a proposito del pericolo di trasformare l ‘Anarchia in un insieme di pratiche alternative senza contenuto di offensiva contro il potere

Da  https://contratodaautoridad.wordpress.com/2014/10/16/sobre-el-peligro-de-transformar-la-anarquia-en-un-conjunto-de-practicas-alternativas-sin-contenido-de-ofensiva-contra-el-poder-septiembre-2014-1/

Senza dubbio uno dei grandi pericoli sempre in agguato per l’anarchia è la possibilità di diventare un insieme di pratiche prive di tutti i contenuti di offensiva contro il potere.

Questa situazione è favorita, da un lato, dallo stesso nemico attraverso i suoi valori vincolanti di governo democratico, come la “diversità”, la “tolleranza”, il “pluralismo”, così come l’integrazione economica attraverso la mercificazione della ribellione ed il consumo “alternativo”. Continua a leggere

Nai discutere con i politici

da Finimondo:

Secondo una antica massima, la cui origine alcuni fanno risalire a Confucio, non bisogna «mai discutere con gli stolti, chi ascolta potrebbe non accorgersi della differenza». In effetti si tratta di un ottimo consiglio da seguire quando ci si imbatte in chi parla solo perché ha una lingua, scrive solo perché ha una mano, legge solo perché ha gli occhi e ascolta solo perché ha orecchie – ma senza conoscere il significato delle parole, né delle proprie né di quelle altrui. Incontri che diventano purtroppo sempre più frequenti in quest’epoca in cui ogni pensiero viene sollecitato a rimpicciolirsi fino ad adeguarsi alle striminzite dimensioni di un cinguettio, moderna minima.

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