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Segnali di fumo
Pubblico questo iteressante scritto tratto da Finimondo, con una riserva basata sull’analisi che viene fatta dell’afflato nichilista e delle prospettive che ne discendono; il concetto di nichilismo attivo e nichilismo passivo è interessante ma non risolve la questione, forse così com’è posta anzi semplifica troppo, ma mi rendo conto che non era certo questo il tema dello scritto. In compenso quelle poche righe, secondarie rispetto alla sostanza del pezzo, mi hanno fatto venire voglia di approfondire il concetto di nichilismo nell’individuo egoista, scritto sul quale rimugino da tempo ma che per ora non ha ancora preso forma, chissà che non sia lo stimolo giusto per mettersi a scrivere. Fatta questa premessa ecco il contributo:
Carpe Diem
A nessuno è concesso di conoscere il futuro, né di determinarlo a proprio piacimento.
da Finimondo:
La vita è davvero quello che ci capita mentre siamo impegnati a fare altri progetti. I soli obiettivi che talora si riescono a raggiungere sono quelli più banali. Spesso mediocri. Ma i grandi obiettivi, quelli, conoscono solo generosi tentativi trascinati da entusiasmo e speranza.
Perché, ad essere sinceri fino alla brutalità, trascorriamo gran parte della nostra esistenza ad assistere da spettatori — attoniti o infuriati — alla realtà quotidiana. Veniamo determinati, assai più di quanto riusciamo a determinarci. Ed è anche questo senso di impotenza a spingere all’azione. Gli attacchi solitari, così come gli assalti collettivi, possono dare un senso alla vita, la riempiono e la abbelliscono rendendola meno triste. Ma spesso è soprattutto attraverso i voli della retorica che arrivano a minacciare l’esistente. Un esistente che si sta mostrando sempre più in grado di fagocitare ogni pensiero ribelle, ogni atto audace, e di riprodursi nonostante questi ultimi, talvolta anche attraverso gli stessi. Incessantemente.
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Sabotaggi: Tic e tac, tic e tac, tic e tac… deng!
È inutile. Per quanti sforzi faccia, la ragionevolezza dei molti non sarà mai al sicuro dagli eccessi dei pochi. La moltitudine potrà anche deridere e mettere al bando il singolo, ma resta il fatto che la sua quiete sarà sempre a rischio della rabbia dell’altro. La politica ha bisogno delle masse e per questo aborrisce la solitudine; l’etica no, basta a se stessa. La politica si potrà contemplare quanto vuole nello specchio della propria popolarità, elargire sorrisi, raccogliere applausi e contare compiaciuta sui propri numeri, veri o presunti che siano, ma nulla potrà mai impedire ad un intempestivo sasso di mandare in frantumi la sua immagine.
Nel paese delle democrazie
Da Finimondo:
«La questione — disse Alice — è sapere se hai il potere
di attribuire alle parole tanti significati diversi.
La questione — disse Humpty Dumpty —
è sapere chi comanda… tutto qui»
Alice, idealista un po’ ingenua, si sta chiedendo in questi giorni se è mai possibile che la parola «terrorismo» abbia un altro significato, dizionario storico-etimologico alla mano. Humpty Dumpty, materialista un po’ grezzo, le risponde che essendo lo Stato a comandare, ed essendo il linguaggio proprietà di chi comanda, allora «terrorismo» significa ciò che vuole lo Stato. Tutto qui.
Negli anni 70 lo Stato concedeva l’appellativo di «terrorista» a chiunque gli contendesse il monopolio dell’uso della violenza, ovvero utilizzasse armi da fuoco o esplosivi, soprattutto ai partecipanti di organizzazioni specifiche combattenti, soprattutto se quelle organizzazioni erano espressione di un più vasto movimento di contestazione, soprattutto se quella contestazione mirava a sfociare in una rivoluzione. Per lo Stato, «terrorista» era soprattutto chi lo attaccava a mano armata.
Oggi che le organizzazioni armate specifiche sono quasi del tutto scomparse, che gli arsenali sovversivi sono desolatamente vuoti, che raramente i movimenti di contestazione assumono dimensioni considerevoli, che (quasi) mai pongono la questione rivoluzionaria, Alice vorrebbe dedurne che lo Stato abbia rinunciato all’uso di questo termine, reputandolo incomprensibile se non in sporadici casi. Già le era insopportabile la definizione di «terrorista» rivolta a chi prendeva di mira gendarmi e magistrati, piuttosto che a chi faceva strage di pendolari e passanti, ma insomma… sapete com’è la gente, quando vede spargimento di sangue si impaurisce e si confonde. Bisogna supporre che per la propaganda non sia stato poi troppo difficile far cadere le persone nell’equivoco, demonizzare il regicida e non il tiranno. Ma ora, via, dopo che negli ultimi decenni si è assistito ad un così triste calo di funerali istituzionali, facciamola finita con lo spauracchio del «terrorismo»!
Torino: Commento sulla delazione
Con colpevole ritardo, esprimo la mia opinione su un fatto grave che si è verificato in questo fine 2014.Nello specifico mi riferisco al delirante e diffamante comunicato apparso sul sito notav.info a titolo “i burabacio” e i vari articoli ad esso collegato (correzzioni, smentite, rilanci, etc etc). Senza voler entrare nella polemica del “mio sabotaggio” è più profumato del tuo, che si commenta da se… Premettendo che, per chi come lo scrivente bazzica la cattiva strada da tempo, questo fatto non sorprenda e di fatto non cambi molto la quotidianità del vissuto. Con certa gente ho sempre avuto difficoltà a rapportarmi. Quindi di saperli infami na volta di più o in meno… lasiatemi dire sti cazzi!!! Mai stati miei complici anche se alcuni di loro ho fatto un pezzetto di strada assieme. Ma chissà cosa mi perdo direte voi…Già e la colpa è solo mia… non riesco a prendere ordini ed a non usare il mio intelletto. Continua a leggere
Rumore di specchi, sulle retoriche giustificazioni dei delatori e altre cosette
I castelli di carta ogni tanto vengono giù, certe volte per un soffio di vento, altre perché si inciampa nel tavolo…dando un’occhiata alle vicende di questi ultimi periodi riguardanti la confidenza poliziesca a mezzo internet, mi pare proprio che i virgulti e le virgulte di notav.infam questa gomitata l’abbiano data proprio forte, e che le carte cadendo abbiano scoperto un bel panorama sulla reale faccia -ma ce n’era bisogno!?- di lor signiori/e: quello di arroganti autoritari che non disdegnano nemmeno la delazione pur di attaccare chi ha osato mettere in discussione il dogma e la dottrina notavica. Continua a leggere
INFAMI NEL MOVIMENTO
Udine, 15 gennaio 2015
Prendiamo la tastiera per dire brevemente la nostra su questa questione, sgomenti di fronte al
silenzio del movimento. Infatti, fatta eccezione per il sito francese non-fides.fr, per le/i compagn*
trentin* e poch* altr* il silenzio è assordante.
Il fatto: il sito notav.info (gestito da area infoaut) pubblica un articolo redazionale, I burabacio, e il
comunicato, pubblicato sullo stesso sito, del magistrato Imposimato (PM responsabile di aver
seppellito sotto anni di galera decine di rivoluzionari*) a proposito dei recenti sabotaggi avvenuti
contro l’Alta Velocità in Italia. Ne I burabacio (poi vigliaccamente modificato), notav.info indica
le/gli autrici/autori di finimondo.org come coloro che «fino a qualche annetto fa usavano i loro
petardoni postali che qualche rintocco facevano, ora usano qualche straccetto di benzina
inneggiando alla rabbia generale». Notav.info cioè infama delle/dei compagn*, indicandoli agli
sbirri, di cui evidentemente si sente collega, come responsabili del sabotaggio No TAV di dicembre
a Bologna. Continua a leggere
Tu cosa fai?
Nai discutere con i politici
da Finimondo: