Torino: 3 arresti per blitz anarchici in ufficio protesti AGGIORNATO

Lunedì mattina, in risposta alla paratica degli sfratti a sorpresa, alcune famiglie e compagni solidali decidono di occupare l’ufficio delle pubbliche relazioni degli ufficiali giudiziari. Alla fine della giornata di lotta, tre compagne vengono tratte in arresto; una di loro è Claudia, una sfrattata di origine brasiliana, le altre sono Simona e Marianna. Simona è stata sicuramente pestata, con segni evidenti, delle altre due non abbiamo informazioni certe. Come sempre accade quando lasciano troppi segni, le accuse messe in campo contro le compagne sono di resistenza e lesioni.
Mercoledì mattina si terrà l’udienza di convalida degli arresti a porte chiuse.

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Lettera dal carcere di Terni – Appello alla mobilitazione

Maurizio Alfieri ha scritto dal carcere di Terni questo telegramma al circolo “Cabana” di Rovereto:
“Sono isolato, senza TV, senza coperta di casa e non posso usare altre per allergie e asma, la finestra chiusa a chiave, senza caloriferi, siamo peggio degli animali, avvisati i compagni/e per un presidio, radio Onda Rossa per parlare sempre di Terni e su internet, 15 giorni fa è morto impiccato un ragazzo per come ci fanno vivere.
Sono ancora senza vestiario, non sono al 14 bis ma qui trattano peggio di un lager senza diritti, neanche al passeggio la domenica pazzesco…
Un abbraccio a tutti/e e V.V.B. Maurizio”.
In altre lettere Maurizio scrive di essere ancora senza vestiario, senza prodotti per l’igiene e senza TV, nonostante non sia al 14 bis, e che quello di Terni è il carcere peggiore in cui sia mai stato, dove si congela per il freddo e dove il “passeggio” consiste in 4 metri per 2.
Ha anche spedito una dettagliata denuncia delle ignobili condizioni detentive e degli atti di autolesionismo da parte di prigionieri al magistrato di sorveglianza di Terni, Fabio Gianfilippi, chiedendo anche di essere trasferito.
Non ha dubbi che il trasferimento a Terni sia stato una rappresaglia per il comunicato sottoscritto da 245 prigionieri di Saluzzo (dice che altre 100 firme dovevano arrivare dall’AS). E aggiunge di essere davvero incazzato.
Maurizio ribadisce l’importanza per lui e gli altri detenuti di Terni di un presidio sotto il carcere e di iniziative solidali a Roma e non solo.
Doverose, aggiungiamo noi, visto quanto Maurizio si è battuto ed esposto finora.

P.S. Nell’ultima lettera (14 febbraio) Maurizio scrive che gli hanno applicato il 14 bis sulla base di 22 rapporti disciplinari. “Sono dei terroristi legalizzati”.
Dice che se non verrà trasferito, comincerà uno sciopero della fame ad oltranza.

Cassa di Solidarietà Aracnide: Ulteriori aggiornamenti sulla Operazione “Ardire”

Sergio, Stefano e Alessandro , per iniziativa della Procura di Milano (seppure la stessa non abbia ancora emesso un mandato di cattura nei confronti di quest’ultimo ),sono stati trasferiti oggi 6 marzo nel carcere di Ferrara. Sembra che il senso sia quello di evitare rapporti tra loro tre e Alfredo e Nicola, detenuti anche loro nella sezione AS2 di Alessandria.

Sergio Maria Stefani, Stefano Gabriele Fosco, Alessandro Settepani:

C.C. Via Arginone, 327 – 44122 Ferrara Continua a leggere

Carcere – Proposta per la creazione di un bollettino

Sul numero di “Invece” di febbraio 2013 – numero 21, è stata diffusa la seguente una proposta di intervento anticarcerario.
Per contattare i compagni: invece@autistici.org

Contro il carcere, una proposta

Giorno dopo giorno aumenta il numero delle persone che in questo mondo risultano di troppo. Inutili. Aggravando le pene per alcuni reati già esistenti e creandone di nuovi, lo Stato indica dove queste eccedenze debbano essere stipate, in carcere. Così continua costantemente a crescere il numero dei prigionieri, privati  oltre che della libertà anche del benché minimo spazio vitale, ammassati gli uni sugli altri al di là di ogni limite d’immaginazione.
Purtroppo al peggioramento delle condizioni di detenzione non sta corrispondendo una reazione adeguata da parte dei prigionieri. Trent’anni di pace sociale, fuori come dentro, hanno scavato un solco profondo nella volontà di lottare, nel sentire che è possibile farlo come nella capacità di organizzarsi. Ogni tanto da quotidiani locali o siti specializzati si viene a conoscenza di piccole proteste e mobilitazioni o di atti di ribellione all’interno delle carceri che non riescono però quasi mai a raggiungere un’ampiezza e una radicalità maggiori. Ciò che sta invece scadenzando il tempo con una regolarità agghiacciante sono i suicidi di uomini e donne che non trovano altro modo per dire: “basta!”. Continua a leggere

Carcere – Sulle motivazioni del trasferimento di Madda ad Agrigento e sua situazione attuale

Riceviamo e diffondiamo notizie sulle motivazioni del trasferimento di Madda ad Agrigento e sulla sua situazione attuale:

Segue (tardivo) resoconto delle vicende relative al trasferimento di Madda dal carcere “Pagliarelli” di Palermo a quello di Agrigento, da lei comunicate ad alcuni compagni.

Il tutto ha origine il giorno 25 di gennaio. Durante le fasi finali di un colloquio con la sorella, le due si abbracciano, al che la guardia inizia a sbraitare per l’ “evidente” violazione del regolamento. Continua a leggere

Alessandria: Alfredo Cospito perquisito ed indagato in una nuova inchiesta

Da RadioAzione:

PERQUISIZIONE IN AS2 AL CARCERE DI SAN MICHELE-ALESSANDRIA

19 febbraio.Apprendiamo dall’ avvocato di Alfredo Cospito che questa mattina, per mano dei Ros di Genova è stato notificato ad Alfredo l’ avviso di garanzia x indagini su di un attentato ai danni dei Ris di Parma avvenuto nel ….2005. La sua cella è stata perquisita per il prelievo di DNA dopo che il compagno si è rifiutato di fornirlo spontaneamente. Non possiamo far altro che sottolineare la provocazione sbirresca considerando che Alfredo si trova al  ventiduesimo giorno di sciopero della fame e che risale a poche settimane fa la perizia, proprio dei Ris di Parma sui caschi moto per quanto riguarda il procedimento sul ferimento dell’ Ad di Ansaldo Nucleare, perizia che nonostante i toni inizialmente trionfalistici dei mass media al momento dell’ arresto, ha dato esito negativo.Scornati RIS ROS ;ECC ci riprovano… Solidarietà incondizionata ad Alfredo ed a tutti i compagni colpiti dalla repressione.

PS Ad ora non risultano altri perquisiti od indagati, seguiranno aggiornamenti

nidieunimaitres@gmail.com

Svizzera: Aggiornamenti su Marco Camenisch

Da RadioAzione:

Di seguito tutti gli aggiornamenti sul caso del compagno Marco Camenisch scritti di mano sua e fatti diffondere attraverso Soccorso Rosso Internazionale:

Inizio agosto 2012: il capoccia lager Lenzburg mi comunica a voce che le autorità esecutive di ZH gli avrebbero chiesto raccomandazione/parere sulla liberazione condizionale entro dicembre 2012 e che per questo dovrebbe sapere se il sottoscritto accetterebbe “percorsi di discesa’ (di “risocializzazione”) come per es. permessi, lavoro esterno, semilibertà, oppure se la mia linea fosse “o liberazione o nulla”. Dichiarai d’ev. accettare tali percorsi. Continua a leggere

Attacco Adinolfi – Due arresti e perquisizioni [aggiornamento]

Un’operazione repressiva organizzata dalla procura di Genova in merito al ferimento dell’amministratore delegato di Ansaldo Nucleare, Roberto Adinolfi, ha sguinzagliato ROS e Digos in diverse abitazioni e tratto in arresto due compagni anarchici torinesi, Alfredo e Nicola; Anna sarebbe indagata, ma non inprigionata. Le veline diffuse dai media di regime riportano di perquisizioni in corso nel Cuneese, a Pistoia e a Bordighera.
Potendoci basare, per il momento, esclusivamente su quanto diffuso dalle veline delle questure e riportato dai media di regime, invitiamo chiunque avesse maggiori notizie su fermi e perquisizioni a scrivere alla mail del sito.

Alfredo, Anna e Nicola, da mesi hanno reso pubblici i dispositivi di sorveglianza a cui erano sottoposti: dal ritrovamento di microspie ai continui pedinamenti da parte dei segugi in borghese. Oggi, sui peggiori giornali-gogna tra cui spicca la penna di Massimo Numa (La Stampa), possiamo leggere di una casa di famiglia al mare, in cui passare i fine settimana, che si trasforma in covo dove “alleggerire eventuali pressioni investigative e sparire dall’area torinese per un po’ di tempo”; mentre l’abitazione/domicilio nel quartiere torinese di San Salvario, diventa “La Base”.
Nel complesso, sotto il profilo mediatico, i soliti meschini tentativi di trattenere sotto il proprio ovile, con spettacoli e menzogne, quei sudditi che iniziano a dubitare che i facinorosi e gli anarchici siano più pericolosi e truci dello Stato e del Capitalismo.

La “repressione tecnica” doveva dimostrare la propria efficenza producendo prontamente dei responsabili per il ferimento di Adinolfi, al termine di un’estate che tra “Ardire“, “Mangiafuoco“, “Thor” e “Zecca“, ha visto gli anarchici balzare al primo posto tra i nemici interni da sterilizzare per evitare pericolosi e virulenti contagi di ostilità e di lotta.

Solidarietà agli arrestati e ai perquisiti, Nicola e Alfredo liberi!

Napoli – Ridotta la pena a Tonino

riceviamo e diffondiamo:

Mercoledì 15 febbraio c’è stato il ricorso in appello per il processo di Tonino per i fatti del primo maggio 2010 che lo vedevano accusato di concorso in tentato omicidio.

La corte di appello ha derubricato il reato a lesioni riducendo la pena da 5 a 2 anni e due mesi.

A lui va il nostro abbraccio
sperando di vederlo presto libero

Bologna – A proposito di repressione e solidarietà (Martino dalla Dozza)

Dozza, 7/5/2011

Qualche considerazione dallo zoo

Ci risiamo, prima, i nostri arresti a Bologna, dopo, lo stesso copione con gli arresti a Firenze.

Ai compagni colpiti dall’ennesima inchiesta della procura fiorentina va tutta la mia solidarietà.

Tutto questo suscita rabbia ed indignazione ma non stupisce.

Non stupisce perché la repressione “anti – anarchica” e contro quei compagni e quelle situazioni di lotta che si pongono in una prospettiva rivoluzionaria, non si è mai placata.

Non stupisce perché per chi comanda non esistono- e non potrebbero esistere- né “una gestione accettabile della crisi”, né, tantomeno, un’uscita da essa.

Difficile pensare a una supina accettazione del costante peggioramento delle condizioni di vita di tutti e dell’irreversibile rovina del pianeta. Non può quindi stupire che il potere, temendo le rivolte dei sudditi, giochi d’anticipo accanendosi con ogni mezzo contro le situazioni di dissenso che, di volta in volta, reputa particolarmente scomode.

Comunque va detto, quello che spaventa non è la “forza” del movimento anarchico, con buona pace di quei compagni che in qualche proclamo, tra uno slogan truculento e l’altro, se ne fregiano. Quello che turba i sogni di politici, padroni e sbirri è ciò a cui le idee e soprattutto le pratiche degli anarchici alludono, il loro potenziale, la loro diffusione tra arrabbiati ed esclusi: l’universale linguaggio della rivolta di cui in Italia si è avuto un assaggio il 14 dicembre a Roma.

Spaventano l’ostilità e il rifiuto di riconoscere- e farsi riconoscere- dalle istituzioni, la conflittualità permanente.

Spaventano l’autogestione e l’orizzontalità che caratterizzano le nostre lotte e l’informalità che caratterizza i nostri rapporti.

Spaventa il fatto che vengano riportate le notizie di quegli attacchi al dominio che, coscienti o meno che siano, suscitano simpatia in molti, ma di cui solo in pochi parlano pubblicamente. Pubblicazioni di articoli di giornale che, per qualche alchimia poliziesca, diventerebbe acrobaticamente una “prova” del coinvolgimento nei fatti riportati, poco importa se, ad un più attento esame la cosa finisca per non stare palesemente più in piedi anche per i professionisti del sospetto.

Del resto a vacillare è l’imputazione stessa che ci colpisce qui come a Firenze (e prima a Lecce e a Torino): l’associazione a delinquere strutturata ( con tanto di capi, lougotenenti e soldati semplici), rigida, con spazi aperti che diventano covi clandestini “perché solo i gestori ne hanno le chiavi” (per logica potrebbe derivare,allora, che per essere davvero pubbliche biblioteche e scuole dovrebbero distribuire le chiavi a tutti), ed il cui scopo sarebbe “compiere reati”.

Anche qui, purtroppo, non c’è da stupirsi. Leggendo alcuni articoli di Malatesta ( sì, qui ho tempo…), ho trovato un passaggio in cui già lui faceva considerazioni sull’uso dell’associazione a delinquere per reprimere gli anarchici: evidentemente non è una trovata innovativa.

Mentre scrivo queste righe apprendo dal telegiornale locale (purtroppo in carcere la televisione è sempre accesa) dell’ennesimo danneggiamento della sede bolognese della lega. Di ieri la notizia dell’imbrattamento della sede della UIL nel quartiere di San Donato. Per fortuna che ci dipingono una città pacificata in cui l’unica “voce fuori luogo è quella degli anarchici insurrezionalisti”…

Eppure poco importa agli inquirenti se inchieste come questa finiscono in un nulla di fatto, poiché il loro vero scopo è soprattutto fiaccare i compagni con custodie cautelari, divieti ed obblighi di dimora, intimidire chi si avvicina agli anarchici, stringendo al contempo sempre più la morsa, provando a cercare dei precedenti per schiacciare ogni forma di dissenso un domani.

Credo che quest’ultimo aspetto meriti particolare attenzione essendo di portata generale per chiunque porti avanti dei percorsi di lotta.

Questi tentativi non vanno lasciati passare sotto silenzio.

Di fronte ad attacchi di questo tipo, più ci si lascia spaventare, più si arretra, più il nemico avanza e guadagna terreno.

Credo che la scelta migliore di fronte all’incalzare della repressione sia quella di rilanciare le lotte ed allargare la solidarietà.

Da questo punto di vista, rispetto all’operazione “outlaw” (fà troppo ridere sto nome per non citarlo almeno una volta) non ci si può certo lamentare. Ringrazio con tutto il cuore per le lettere, l’affetto e soprattutto la solidarietà che arrivano da Bologna, dall’Italia e da oltre i confini di questo maledetto paese.

A testa alta a dispetto di tutto

Per l’anarchia

xMartinOx