Prigionieri – Contributo di Gianluca dal carcere di Alessandria

La mia volontà e le idee di cui si contorna sono certo più forti di tutte le angherie che sfodera e mette in atto la democrazia, come ogni altra autorità, contro quegli individui che non si adattano all’ordine delle masse.
L’autorità appunto è il perno che tiene ancora saldi tutti quei principi di sfruttamento, controllo e dominio; e risparmio tutti gli “ismi” del caso che non sono altro che derivati delle condizioni in cui le masse si sono subalternate e sottomesse ai loro simili. Continua a leggere

Scritto di Adriano Antonacci

La violenza genera violenza. Indipendentemente da quanto sia giusto o sbagliato, da quanto astruso sia il confine tra gli opposti e da come questi possano convergere. La parola e il concetto stesso di violenza, da parte di chi ne detiene il monopolio, assume profonde mistificazioni. Il dissenso in ogni sua espressione viene sproporzionalmente represso…non che stupisca…”vagli a spiegare che è primavera”… Continua a leggere

Alessandria – Comunicato e rivendicazione del compagno Gianluca Iacovacci

La determinazione nella lotta e la nostra solidarietà sono le uniche “armi micidiali”

Cari compagni e coraggiosi resistenti, mi trovo prigioniero come tanti, colpito dalla repressione dello stato che ci vuole annientare.
Non per quello che si fa ma per ciò che ci siamo “azzardati” ad essere, a dire o pensare.
Mi trovo con Adriano e tanti altri sulla giostra inquisitoria della gogna mediatica antiterroristica della democrazia.
Voglio prima di tutto ringraziare tutte le compagne e i compagni che mi hanno portato Solidarietà anche oltre confine, direttamente e non, perché sono convinto che ci si sostiene anche solo con le proprie esistenze di lotta. Continua a leggere

Grecia: Testo dei membri di Lotta Rivoluzionaria, Nikos Maziotis e Pola Roupa

10 marzo 2010. Lambros Foundas, membro di Lotta Rivoluzionaria viene ucciso dai proiettili di uno sbirro a Dafni, durante un’azione preparatoria dell’organizzazione. Quattro anni più tardi l’azione politica proposta da Lambros Foundas e dalla Lotta Rivoluzionaria in cui agiva, è ancora più attuale, la scelta della lotta e della strategia dell’azione ancora più necessaria. Quattro anni più tardi e le condizioni di vita di milioni di persone stanno diventando sempre più misere nel nome della salvezza di un sistema politico-economico, che sta sprofondando sempre di più nella crisi. Quattro anni fa il compagno Lambros Foundas ha dato la sua vita per un tentativo politico di non trasformare la decadenza in un modo di vita, di non sacrificare le persone per la salvezza del sistema. Ha dato la vita per un tentativo politico il cui scopo finale era gettare il cadavere del capitalismo, e con esso anche lo Stato, nella spazzatura della storia. Ha dato la vita per aprire l’unica via per un completo superamento della crisi, per aprire la strada alla liberazione sociale, alla Rivoluzione Sociale. Questo è una cosa per cui vale combattere, e anche morire.

Lambros Foundas vive e sempre vivrà per tutti quelli che la rivoluzione rimane una prospettiva viva. Lui vive e sempre vivrà come questa figura rivoluzionaria che incarna i sogni dei rivoluzionari di oggi in ogni angolo del pianeta.

Lui vive e vivrà come un simbolo e come un faro della rivoluzione.

L’autorità ha sempre investito nella coltivazione e nello sfruttamento degli istinti più bassi dei suoi soggetti, per sterminare i rivoluzionari e gli oppositori politici. Lo stato greco ha una ricca tradizione in questo campo. Le taglie e le ricompense per lo sterminio dei combattenti di ELAS (Esercito Popolare Greco di Liberazione durante la seconda guerra mondiale) e dei guerriglieri dell’Esercito Democratico era un fenomeno ordinario. Nella guerra civile nella battaglia di propaganda del regime contro i suoi nemici politici, furono perseguitati come dei “comuni rapinatori”. E le ricompense per ogni testa tagliata di una guerriglia, che vari nazionalisti portavano, erano all’ordine del giorno.

Nonostante le differente condizioni dell’epoca odierna, il terrore dell’autorità attuale, che scuoia il popolo greco per nutrire le cornacchie del élite internazionale di fronte alla prospettiva dell’inizio di una nuova guerriglia che farà saltare i loro piani in aria, li fa ricorrere a dei squallidi e volgari metodi di taglie e caccia alle teste, cercando di svegliare gli istinti più spregevoli in ogni sorta di sostenitori dell’autorità. Continua a leggere

Radiocane – Senza corpo: sui processi in videoconferenza

da radiocane

Senza corpo. Sui processi in videoconferenza

Una ne fanno e dieci ne pensano. L’ultima trovata del Dap, il Dipartimento di amministrazione penitenziaria, e del ministero della Giustizia, in materia di annichilimento dei detenuti, riguarda una estensione dell’utilizzo della videoconferenza in sede processuale. Un dispositivo già sperimentato da anni per i reati di mafia e che ora vorrebbero applicare a uno spettro sempre più ampio di imputati. Sono già diverse le richieste avanzate in questa direzione nei confronti di alcuni compagni (Chiara, Claudio, Adriano e Gianluca), già sottoposti a regimi speciali di detenzione quali l’Alta Sorveglianza (AS2). Un ulteriore ingranaggio nel meccanismo, consustanziale al sistema penale, teso ad annullare l’individuo; un tentativo d’indebolire gli anelli della solidarietà; uno strumento in più per facilitare l’emissione di una condanna, una patente violazione del diritto di difesa.

Su tutto ciò abbiamo chiesto alcune delucidazioni a un avvocato che difende i due compagni Adriano e Gianluca.

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Roma [Italia]: Presentazione di Croce Nera Anarchica al Bencivenga

 CNA

Fuochi di rivolta continuano a rischiarare le tenebre di un mondo altrimenti volto all’annientamento dell’individuo ed alla schiavitù omologata: queste pagine sono destinate ad attizzare questi fuochi e ad accenderne di nuovi.

Uno dei pochi vantaggi forniti dalla parossistica ricerca di informazione globale è lo scoprire che anche agli antipodi ci siano cuori che battono allo stesso ritmo dei nostri e che armano mani abili a fare molto più che battere su una tastiera. La corsa verso l’abisso della società tecnologica si fa sempre più forsennata, ma i combattenti di tutto il mondo tengono il passo e, pur a rischio di venir schiacciati da un mostro così gigantesco, provano ad ostacolarlo ed a farlo cadere a terra. Adesso è il momento di rimboccarsi le maniche e fare sempre di più.

Con questa tensione abbiamo deciso di dar vita ad una nuova Croce Nera Anarchica. Iniziamo questo percorso con la consapevolezza di vivere in tempi in cui è sempre più facile pagare un alto prezzo per la scelta di continuare a diffondere certe idee e pratiche, ma abbiamo sempre sostenuto che la rassegnazione sia complicità e – sebbene non siamo tra quelli che reputano che “la penna valga quanto il fucile” – risulta oramai evidente che anche all’interno del cosiddetto movimento anarchico si sia venuta a creare un’intollerabile omogeneità di pensiero, che le pratiche collegate appaiano sempre più il risultato di un’asta al ribasso e che quindi sia imprescindibile tornare a far sentire altre voci. Rompiamo il silenzio assordante di questi ultimi anni, consapevoli del fatto che certe voci, anche le nostre voci, troppo a lungo non si sono fatte sentire.

Questa nuova Croce Nera nasce con lo specifico obiettivo di diventare una palestra di idee con come minimo comun denominatore la centralità della pratica distruttiva: non basta più usare la definizione “azione diretta”, visto che sembra aver acquisito il significato di “tutto ed il contrario di tutto”… Ovviamente daremo il più ampio spazio possibile al contributo dei compagni finiti nelle maglie della repressione, senza ridurci ad una sorta di croce rossa ridipinta, ma supportando in ogni modo la continuazione del loro percorso di lotta.

Lo scopo del progetto, che mai dovrà assumere i toni o le forme dell’assistenzialismo, è quello di rilanciare certe idee e conseguentemente certe pratiche.

Speriamo che, partendo da questi presupposti, si crei un reale dibattito, che non scada mai nella misera partigianeria, ma che piuttosto sia vivo al punto da farsi acceso fino allo scontro, perché siamo stanchi del tiepido ed ipocrita “va bene tutto”.

Abbiamo deciso di dare forma cartacea al bollettino, più tangibile e duraturo dello scorrimento veloce della rete, mantenendo comunque il corrispondente blog con fondamentale funzione di volano e di strumento più rapido per la diffusione di notizie e comunicati su azione e repressione. Sentiamo la scelta della forma fisica del giornale non come sterile feticcio nostalgico, ma convinti che non ci si possa continuare a lamentare dei danni distruttivi della società tecnologica e ignorare come anche noi anarchici ci si sia lasciati ridurre a semplici “utenti” di un mondo sempre più virtuale in cui anche le lotte rientrano nell’idiota meccanismo di essere maggiormente “di successo” in base a quanti più “mi piace” ricevono…

Inoltre desideriamo ricreare un luogo fisico in cui incontrarsi, confrontarsi e trovare nuovi complici. Ci aspettiamo di ricevere molti contributi, anche critici e faremo il possibile per creare occasioni per presentare il bollettino e finalmente tornare a guardarsi negli occhi mentre si parla di quello che continua ad essere il nostro più ardente desiderio: la distruzione di quest’esistente che ci annichilisce e la gioia di contribuire a vederlo crollare in macerie.

Natura Ribelle: Consigli per un’azione in ambiente naturale

Natura Ribelle è un piccolo opuscolo che da qualche consiglio a chi volesse organizzare o partecipare a qualche azione diretta in ambiente naturale. Speriamo possa essere utile. Per l’Internazionale Nera, Viva l’Anarchia!

NaturaRibelle

CLICCA QUI E SCARICA NATURA RIBELLE IN PDF

Prigionieri – Comunicato di Adriano dall’AS2 del carcere di Ferrara

La violenza genera violenza. Indipendentemente da quanto sia giusto o sbagliato, da quanto astruso sia il confine tra gli opposti e da come questi possano convergere. La parola e il concetto stesso di violenza, da parte di chi ne detiene il monopolio, assume profonde mistificazioni.  Il dissenso in ogni sua espressione viene sproporzionalmente represso…non che stupisca…”vagli a spiegare che è primavera”…
E’ tristemente noto il modus operandi della sbirraglia politica, nell’artistica architettura di fantomatici castelli e l’accusa di appartenere a fantasiose associazioni e quali le armi dell’apparato giudiziario dello Stao-Capitale, servile e funzionale al miserabile potere, fautore e praticante della logica dominante. Continua a leggere