Prigioniere – Lettera di Chiara dal carcere dalle Vallette di Torino

da macerie

Carcere delle Vallette

Sarebbe estremamente lungo e difficile esprimersi su ognuna delle innumerevoli cose dette e fatte in solidarietà nei nostri confronti. È più facile mettere insieme le suggestioni, i pensieri leggeri e quelli pesanti, un po’ di nostalgia dolce, qualche perplessità e riversare tutto su questi fogli.
Un continuo e impressionante succedersi di messaggi pubblici e privati, di inziative, prese di posizione ed azioni, individuali e collettive, hanno puntellato questi mesi. Questo flusso di affetto ci ha tenuto sempre il cuore al caldo e riempito lo stomaco di farfalle, sensazioni che a volerle descrivere mancano le parole. Nessuno di noi si è mai sentito “stremato” o fiaccato dalla detenzione. La galera è lo stesso corto circuito di logica e di umanità per chiunque ci ha a che fare e quasi tutti l’affrontano, a differenza di ciò che è successo a noi, privi di qualsiasi sostegno affettivo, economico e legale, e senza nessuno che si strappi pubblicamente le vesti. Continue reading

Prigionieri 3 giugno – Trasferito Andrea e lettera dal carcere

da macerie

Questa lettera è di Andrea, che, trasferito da Ravenna a Torino in occasione del riesame, è rimasto qualche giorno alle Vallette, prima di tornare nel carcere romagnolo per poi essere trasferito ad Asti.

20/6/2014

Le Vallette

E di cosa volete che si parli in galera, due a due o tre a tre ben allineati, misurando a passi svelti la distanza tra un muro e l’altro del cortile? Di tribunali ed avvocati, di carceri ed indulti che non arrivano mai. E di poco d’altro: il resto è riservato alla penombra delle celle, quasi a voler rappresentare nella scelta ripetitiva del discorso la frattura dolorosa tra dentro e fuori. Fuori la vita ha toni e sfumature, orizzonti e mille cose da fare e da dire e da pensare; dentro la vita è carcere, solo carcere.
Continue reading

All’attenzione del Sig. Gariglio, lettera di Andrea dal carcere

Questa lettera arriva da Andrea che si trova rinchiuso nel carcere di Ravenna per l’inchiesta del 3 giugno. L’ originale di questo scritto è stato inviato direttamente al destinatario, Davide Gariglio, Segretario regionale del P.d. che aveva preso parola alla notizia dell’operazione di polizia. Consapevoli della molte buste che intasano la casella delle lettere della Segreteria e della facilità con cui la posta va perduta, ne pubblichiamo qui il contenuto.

Ravenna, 13 Giugno 2014

Cortese Sig. Gariglio,

Leggo solo oggi il comunicato stampa con il quale lei ringrazia magistratura e forze dell’ordine per la retata anti-anarchici di dieci giorni fa.
Lo leggo solo ora giacché, essendo uno dei sovversivi arrestati in quella operazione, mi trovo chiuso in una cella a varie centinaia di chilometri di distanza dalla nostra città: e qui le informazioni giungono smozzicate e in perenne ritardo.
Continue reading

Prigioniere | Arresti 3 Giugno – Lettera di Marianna dal carcere di Vercelli

da macerie

12/6/2014

Chi ogni giorno per le strade del quartiere coarta la libertà di muoversi?

Abito a Porta Palazzo ed inevitabilmente incrocio la ronda interforze che va a caccia di senza documenti da ingabbiare in un CIE, svolto l’angolo, entro in piazza e vedo un gruppo di vigili che fanno smontare i piccoli banchetti dei venditori abusivi di menta, fanno fuggire le signore con i carrellini pieni di pane, msemen e botbot. Salgo sul 4 per arrivare velocemente fino in Barriera, lì i controllori aggressivi tachentano e spintonano fuori chi non ha i soldi per il biglietto. Rimane da prendere il 51, lento, con passaggi più radi, carico di persone.

Chi ogni giorno minaccia e spaventa? Continue reading

Messico: “Sognare ad occhi aperti” – Scritto di Mario Lòpez “Chivo”

Oggi, mentre attendevo di passare la lista al mio carceriere mi sono goduto una tavoletta di cioccolato fondente.

Mentre il burattino-custode completava la sua routine io chiusi gli occhi e iniziai a sognare ad occhi aperti; Sono andato oltre questa realtà per un attimo ed ho immaginato di essere libero e leggero, forte e determinato, con il petto pieno di amore e il desiderio di un nuovo mondo organizzato diversamente, funzionale a tutti senza differenze di genere o dell’area geografica dove ci è toccato nascere e dove una barriera di cemento o filo non interferisce con la fratellanza umana, né limiti di spostarsi liberamente da un luogo ad un altro a tutti gli individui. Un mondo di persone autonome e libere da se stesse, orizzontale, che non si relazionano in modo competitivo in base ai principi fondamentali del mutuo sostegno e di solidarietà.. Continue reading

Prigionieri – Lettera di Nico arrestato il 3 giugno a Torino

Lettera di Nico dalla sezione D del carcere delle Vallette

Domenica 15 Giugno 2014, carcere delle Vallette, Torino.

Mi chiamo Nicolò Angelino. Sono stato arrestato martedì 3 giugno a Torino durante un’operazione di polizia mirata a stroncare la più bella avventura della mia vita.

Vana illusione della procura. Continue reading

3 Giugno: Sugli arresti, da dentro

«10/6/2014,
Cuneo.

Sono 27 gli episodi incriminati, attraverso cui le autorità, il 3 giugno scorso, hanno spiccato 17 arresti, 12 in carcere e 5 ai domiciliari, 4 obblighi di dimora e 4 divieti di dimora da Torino e 4 obblighi di firma. Sotto inchiesta è finita la lotta contro gli sfratti, sviluppatasi nelle strade di Porta Palazzo, Aurora e Barriera di Milano a Torino. Continue reading

Indonesia: “Alcuni pensieri sulla FAI/FRI”. Scritto di Eat

Alcuni anni fa mentre ero dietro le sbarre a causa di un’azione politica, due “anarchici” europei che non avevo mai incontrato prima vennero a visitarmi. Mi dissero che condividevano le stesse idee per l’azione che avevo fatto. Ma una cosa sembrava infastidirli e da qualche tempo ora che sono “libero”, ho capito da alcune delle mie corrispondenze con individualità del cosiddetto “movimento anarchico e attivista dal locale all’internazionale”, che l’idea di chiamare FAI una cellula è una grande questione. Continue reading

Grecia: Scritto e rivendicazione di Nikos Romanos

La bellicosità della dignità

“E un giorno ti dirò quanto ti ho amato, ma dovrai incontrarmi di persona. Come un boia … ho annaffiato le rose della compassione mentre dormivano, io, un uomo malato di convinzioni, un genio della sofferenza (colpito alla testa per un periodo più bello) e, forse, le nostre lacrime vanno oltre i nostri sogni.

Al calar della notte, ho dovuto riconquistare la mia innocenza perché le stelle arrivassero in tempo.

E siamo soliti uccidere il presente con la paura o i rimorsi, ma ancora di più con i sogni “

Tasos Livaditis

Lo scopo di questo testo è quello di costruire ponti di comunicazione con tutti i compagni che mantengono vivo l’impegno per la distruzione, per dare vita ai miei pensieri e riflessioni che attraverso queste frasi viaggiano e si incontrano con quanti credono, come credo io, che solo attraverso una lotta costante possiamo riappropriarci delle nostre vite, alle nostre condizioni. Una lotta costante che si manifesta in mille modi diversi che si indirizzano tutti ad un obiettivo. Continue reading

Note di Mattia sul processo in videoconferenza

La prigione degli sguardi
Note sul processo in videoconferenza


La catena dei forzati e lo sguardo pubblico

Fino al 1836 in Francia sopravviveva la tradizione di far marciare in catene i condannati alla prigione. I futuri galeotti venivano incatenati tra loro con collari di ferro e costretti a marciare sulla pubblica via trascinando i segni della propria condanna e mostrando al popolo, che accorreva numeroso, le conseguenze pronte ad abbattersi su chi violava la legge.
Il cammino verso la reclusione, l’ultimo viaggio prima di sparire dietro l’opacità segreta delle prigioni, avveniva dunque sotto gli occhi di tutti, in un cerimoniale pubblico di forte impatto visivo in grado di sprigionare sentimenti contrastanti. La partenza di queste catene umane richiamava il popolo in massa, esibiva il condannato alla folla, alle ingiurie, agli sputi, ma anche alla commozione, alla simpatia, alla complicità; lo esponeva allo sguardo pubblico e mostrava il suo sguardo al pubblico, in un rituale complesso il cui esito non era scontato. Continue reading