Ho pensato e ripensato sulla questione della coerenza e dell’anarchismo, per capire in maniera definitiva ciò che ci spinge a dichiararci anarchici e non altro, quello che ci porta a vivere una vita in cui i temi più ricorrenti sono la polizia, i pedinamenti e la prigionia. Continua a leggere
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Sabotaggio, bene comune?
Viene considerata sabotaggio una «azione di disturbo o di danneggiamento intesa a ostacolare il normale svolgimento di un lavoro produttivo, il regolare funzionamento dei servizi bellici del nemico, l’efficienza e la sicurezza dei servizi e dei trasporti pubblici». Ridotto alla sua essenza, il sabotaggio è quindi una pratica di lotta, uno strumento che è possibile mettere al servizio di qualsiasi fine. Continua a leggere
E’ USCITO IL NUOVO NUMERO DE LA MICCIA (ESTATE 014)
E’ uscito il numero estivo de “La Miccia” mensile ad alto potenziale
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Intervista dei membri della CCF al compagno Alfredo Cospito
INTERVISTA CCF/ALFREDO COSPITO
Dalle carceri greche all’ AS2 di Ferrara: Quattro parole in “ libertà”.
Intervista delle Ccf a me medesimo.
Prima di rispondere alle vostre domande voglio sottolineare che quel che dirò è la mia verità. Uno tra i tanti punti di vista, sensibilità e sfumature individuali all’interno di quel crogiolo di pensiero ed azione che va sotto il nome di Fai-Fri.
Federazione informale che, rifiutando qualsiasi tentazione egemonica, rappresenta uno strumento, un metodo di una delle componenti dell’anarchismo d’azione. Continua a leggere
È nata una nuova ideologia
da finomondo:
Indonesia: “Alcuni pensieri sulla FAI/FRI”. Scritto di Eat
Alcuni anni fa mentre ero dietro le sbarre a causa di un’azione politica, due “anarchici” europei che non avevo mai incontrato prima vennero a visitarmi. Mi dissero che condividevano le stesse idee per l’azione che avevo fatto. Ma una cosa sembrava infastidirli e da qualche tempo ora che sono “libero”, ho capito da alcune delle mie corrispondenze con individualità del cosiddetto “movimento anarchico e attivista dal locale all’internazionale”, che l’idea di chiamare FAI una cellula è una grande questione. Continua a leggere
Grecia: Scritto e rivendicazione di Nikos Romanos
La bellicosità della dignità
“E un giorno ti dirò quanto ti ho amato, ma dovrai incontrarmi di persona. Come un boia … ho annaffiato le rose della compassione mentre dormivano, io, un uomo malato di convinzioni, un genio della sofferenza (colpito alla testa per un periodo più bello) e, forse, le nostre lacrime vanno oltre i nostri sogni.
Al calar della notte, ho dovuto riconquistare la mia innocenza perché le stelle arrivassero in tempo.
E siamo soliti uccidere il presente con la paura o i rimorsi, ma ancora di più con i sogni “
Tasos Livaditis
Lo scopo di questo testo è quello di costruire ponti di comunicazione con tutti i compagni che mantengono vivo l’impegno per la distruzione, per dare vita ai miei pensieri e riflessioni che attraverso queste frasi viaggiano e si incontrano con quanti credono, come credo io, che solo attraverso una lotta costante possiamo riappropriarci delle nostre vite, alle nostre condizioni. Una lotta costante che si manifesta in mille modi diversi che si indirizzano tutti ad un obiettivo. Continua a leggere
Radiocane – Sotto il grattacielo Intesa San Paolo: intorno agli arresti del 3 giugno a Torino
da Radiocane
Torino, 3 giugno 2014. Centoundici indagati, dodici compagni/e in carcere, cinque arresti domiciliari, quattro obblighi di dimora, quattro divieti di dimora, quattro obblighi di firma. Questi i numeri dell’ennesima operazione repressiva condotta dalla Procura di Torino che, questa volta, prende di mira gli ultimi due anni di lotta contro gli sfratti. Continua a leggere
Appello internazionale della CCF/ Federazione Anarchica Informale
Ai prigionieri anarchici
Il carcere è il paese dei prigionieri. Da qui vogliamo inviare i nostri saluti ai compagni imprigionati in tutto il mondo e dare l’avvio ad una proposta.
Nel paese dei prigionieri i giorni si susseguono lentamente ed indifferentemente, mentre dappertutto prevale il cemento ed una noia immensa.
Tuttavia, con frequenza le nostre menti evadono e di soppiatto visitano i nostri fratelli imprigionati in Cile, Messico, Italia, Germania, Svizzera, Inghilterra, Russia, Danimarca e dove vi sono altri rinchiusi in celle, ma che non si son dimenticati del desiderio per la libertà.
Compagni, conversiamo con voi anche se non parliamo la stessa lingua. Ci osserviamo anche se non ci siamo mai visti, sorridiamo tra noi anche se non ci conosciamo. Continua a leggere
Note di Mattia sul processo in videoconferenza
Note sul processo in videoconferenza
La catena dei forzati e lo sguardo pubblico
Fino al 1836 in Francia sopravviveva la tradizione di far marciare in catene i condannati alla prigione. I futuri galeotti venivano incatenati tra loro con collari di ferro e costretti a marciare sulla pubblica via trascinando i segni della propria condanna e mostrando al popolo, che accorreva numeroso, le conseguenze pronte ad abbattersi su chi violava la legge.
Il cammino verso la reclusione, l’ultimo viaggio prima di sparire dietro l’opacità segreta delle prigioni, avveniva dunque sotto gli occhi di tutti, in un cerimoniale pubblico di forte impatto visivo in grado di sprigionare sentimenti contrastanti. La partenza di queste catene umane richiamava il popolo in massa, esibiva il condannato alla folla, alle ingiurie, agli sputi, ma anche alla commozione, alla simpatia, alla complicità; lo esponeva allo sguardo pubblico e mostrava il suo sguardo al pubblico, in un rituale complesso il cui esito non era scontato. Continua a leggere