Tu la chiami Legge, io la chiamo ingiustizia. Michele Libero!

Oggi, giovedì 10 luglio 2014, ore 16e30 ,tre agenti in borghese si sono presentati a casa di Michele Fabiani per eseguirne l’arresto. Finisce così come è cominciata l’operazione nota come Brushwood : con il carcere. Già da Venerdì 27 Giugno era nota a Michele la conferma da parte della Cassazione della sua condanna a 2 anni e tre mesi. La settimana dopo la procura di Perugia , ne ha disposto la cattura richiamandosi all’ articolo 656 del codice di procedura penale a cui è stata correlata una nuova modifica dell’articolo 4 bis O.P ,posta ad hoc dallo Stato nel misero tentativo di tagliare la testa alle nuove stagioni di lotta, la quale prevede che in condanne dove figuri tanto l’eversione quanto la violenza sulle cose o sulle persone non vengano previste misure detentive diverse dalla carcerazione. Michele, per altro, si è rifiutato di chiedere, tramite avvocato, la commutazione della pena in servizi sociali prassi inconciliabile con la sua condizione di detenuto politico e rivoluzionario della quale non crede di dover chiedere scusa/ perdono all’infame potere borghese. I sabotaggi ai cantieri che lo Stato gli imputa , sebbene senza una prova materiale , non sono per noi né una fonte di disonore né di vergogna; ritenendo, infatti, legittimo qualsiasi atto rivolto contro il sistema del Capitale, contro un sistema che nella sua insensataggine distrugge l’uomo stesso ed il suo habitat: la natura. La giustizia proletaria condanna chi sfrutta, chi si arricchisce sulla pelle dei lavoratori devastando l’ambiente, rovinandogli la salute, togliendogli i minuti che dovrebbero trascorre con i propri cari invece che a spaccarsi la schiena per mantenere pingue la pancia di pochi. Ogni vostra condanna per noi è un merito. Con Damiano e Fabrizio nel cuore. Rifiutando i giudizi della borghesia e, quindi, travalicando le loro distinzioni fra “colpevole” od “innocente” utili solo a dividere la classe…. LIBERTA’ PER TUTTI I COMPAGNI ANARCHICI LIBERTA’ PER TUTTI I COMUNISTI LIBERTA’ PER TUTTI I PRIGIONIERI LIBERTA’ PER TUTTI I PROLETARI I suoi compagni/e Comitato politico L’EVASIONE

Per chi voglia scrivere a Michele Fabiani l’indirizzo è Casa Circondariale/casa di Reclusione Spoleto Via Maiano 10 cap 06049 Spoleto (pg)

Savona: Tre giorni di Iniziative e benefit per Gianluca e Adriano

moloverde2014

DOVE LORO DEVASTANO NOI RICOSTRUIAMO

Una tre giorni dedicata alla condivisione e alla (ri)costruzione di una

baracca in spiaggia

Come ogni anno ci ritroviamo al Moloverde, dopo l’opposizione al progetto, ormai quasi estinto, di un porticciolo turistico sulla spiaggia della Margonara a Savona. Dopo cimenti invernali, iniziative, concerti, grigliate, musica e condivisione pensiamo a ricostruire ciò che è stato distrutto negli anni dai soliti speculatori vomitacemento. Continua a leggere

Prigionieri 3 giugno – Trasferito Andrea e lettera dal carcere

da macerie

Questa lettera è di Andrea, che, trasferito da Ravenna a Torino in occasione del riesame, è rimasto qualche giorno alle Vallette, prima di tornare nel carcere romagnolo per poi essere trasferito ad Asti.

20/6/2014

Le Vallette

E di cosa volete che si parli in galera, due a due o tre a tre ben allineati, misurando a passi svelti la distanza tra un muro e l’altro del cortile? Di tribunali ed avvocati, di carceri ed indulti che non arrivano mai. E di poco d’altro: il resto è riservato alla penombra delle celle, quasi a voler rappresentare nella scelta ripetitiva del discorso la frattura dolorosa tra dentro e fuori. Fuori la vita ha toni e sfumature, orizzonti e mille cose da fare e da dire e da pensare; dentro la vita è carcere, solo carcere.
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Op. Brushwood – Esito cassazione e solidarietà verso Michele

Cassazione

Venerdì 27 ,ore 13, è arrivata la comunicazione del dispositivo della Corte di cassazione per la sentenza Brushwood. Confermata la condanna a 2 anni e tre mesi per Michele Fabiani. Lunedì o martedì si avrà la comunicazione da parte dei giudici di sorveglianza di Perugia e Spoleto su come sarà scontato il rimanente anno di condanna. Confermata la sconfitta sostanziale del teorema, l’eclissi dell’ipotesi associativa e le condanne a 12 e 11 mesi per Dario Polinori e Damiano Corrias (morto lo scorso settembre). Così come le assoluzioni di Andrea e Farbizio (anche lui morto, nel giugno 2010). Confermato anche che il vero nemico da abbattere era Michele, il quale si è sempre rivendicato come anarchico e ha gestito il processo a testa alta, oltre alle lotte dove è stato compagno instancabile in questi sette anni, come lo era prima. Per questo ora rischia di tornare in carcere. Ha fatto sapere, tra l’altro, che rifiuterà ogni ipotesi di servizio sociale.
Niente ci aspettavamo dai tribunali borghesi, niente ci aspettiamo da una legge complice ed artefice dello sfruttamento dell’uomo sull’uomo. La condanna proletaria ricade su chi sfrutta, chi licenzia per maternità, infortuni, malattia. Su chi ti insulta perché al lavoro non sei abbastanza veloce o su chi si crede qualcuno solo perché è un “padrone”. Su chi offende la terra e opprime la natura. La vostra condanna per noi è un merito.

LO STATO SI ABBATTE E NON SI CAMBIA.
FORZA MEC SIAMO TUTTI CON TE!!!!!!

Solidarietà

Venerdì, aspettando la Cassazione, 40 compagni si riuniscono a Casa Rossa in assemblea permanente. Non arrivano notizie, e comincia a circolare la voce che la sentenza sarebbe giunta l’indomani. Così l’assemblea degenera in vino e attorno al braciere. Lo Spirito, in tutti i sensi, della Solidarietà.
In 4 si dorme da Michele, per salutare le guardie se dovessero venire.
Alle 14 arriva la notizia: confermata la condanna a 2 anni e 3 mesi. Solo a Michele, il teorema crolla, tutti gli altri assolti o quasi. Lo Stato non perdona chi si è sempre rivendicato anarchico.
Nuova assemblea, alle 16. Tanti compagni, radunati in pochi minuti. Si finisce, tanto per cambiare, a sera tarda. Si dorme di nuovo, in tre, dal compagno. Ancora i CC non si sono visti. Aspettano che Michele sia solo?
Ma Michele non sarà mai solo!


altro comunicato su:

http://www.anarchaos.org/2014/06/quando-aiutare-la-vita-vuol-dire-essere-terrorista/

Altri ce ne sono in giro…da vari gruppi e con varie letture

Richiesta conferma della condanna per Alfredo e Nicola

Genova- 27 giugno-Alla prima udienza del processo d’ appello per il procedimento Adinolfi i procuratori generali Antonio Lucisano e Pio Machiavello hanno richiesto la conferma della condanna di primo grado , Nicola ed Alfredo si sono rifiutati di presenziare al processo in videoconferenza.Prossima udienza il 4 luglio.

Prigionieri | 3 giugno – Esito del riesame

Il Tribunale del Riesame ha in buona parte confermato le misure cautelari emesse dal GIP il 3 giugno scorso.
Escono dal carcere per andare agli arresti domiciliari, Beppe, Daniele, Francesco, Marianna e Nicolò.

Confermata la misura per tre delle quattro persone che già si trovavano ai domiciliari.
Rimangono in carcere Andrea, Fabio, Michele, Paolo, Toshi, Chiara, Claudio e Niccolò.

Per scrivere a tutti loro:

Andrea Ventrella C.C. Via Port’aurea, 57 – 48121 Ravenna

Paolo Milan e Toshiyuki Hosokawa C.C. Località Les Iles, 14 – 11020 Brissogne (Aosta)

Michele Garau C.C. Strada Quarto Inferiore, 266 – 14030, località Quarto d’Asti, Asti

Fabio Milan C.C. Via del Rollone, 19 – 13100 Vercelli

Niccolò Blasi C.C. San Michele strada Casale, 50/A – 15121 Alessandria

Zenobi Chiara e Alberto Claudio C.C. Via Maria Adelaide Aglietta, 35 – 10151, Torino

Prigionieri – Lettera di Nico arrestato il 3 giugno a Torino

Lettera di Nico dalla sezione D del carcere delle Vallette

Domenica 15 Giugno 2014, carcere delle Vallette, Torino.

Mi chiamo Nicolò Angelino. Sono stato arrestato martedì 3 giugno a Torino durante un’operazione di polizia mirata a stroncare la più bella avventura della mia vita.

Vana illusione della procura. Continua a leggere

Aggiornamenti sugli sgomberi a Bologna e arresti

Nella mattinata di martedì 17 giugno sono iniziate le operazioni di sgombero dell’occupazione Casa Mannaja, in via Beverara a Bologna. A fianco del consueto operato degli sbirri, da segnalare il ruolo repressivo ricoperto dai pompieri che, nell’utilizzare i flessibili per tagliare le inferriate alle quali alcuni occupanti si erano legati, hanno ferito un compagno ad una mano; oltre ad aver impiegato gli idranti delle autopompe per allontare dalle finestre i compagni resistenti all’interno.

Dopo qualche ora gli occupanti hanno lasciato la casa e sono stati portati in questura, tre di loro sono stati tratti in arresto.

Aggiornamento sugli arresti: Francesca, Nico e Tommi sono stati trasferiti dalla questura al carcere della Dozza in stato di arresto. Le accuse, relative allo sgombero avvenuto stamattina, sono di resistenza e lesioni pluriaggravate a pubblico ufficiale. Sono anche accusati di invasione di edifici e lancio di oggetti pericolosi. Domani mattina ci sarà la convalida degli arresti.

Fra, Nico e Tommi liberi!
Tutti/e liberi/e!

Segue comunicato sullo sgombero:

NON UN PASSO INDIETRO!

LA CASA SI DIFENDE CON LA LOTTA

Oggi 17 giugno le forze dell’ordine, cani al guinzaglio dei padroni, hanno attuato l’ennesima manovra repressiva. Alle 8 del mattino un ingente schieramento di sbirri ha completamente bloccato la strada di Via della Beverara per sgomberare “casa Mannaja”. Lo stabile, di proprietà del comune, era sfitto da anni e 6 mesi fa un gruppo di compagni, con la necessità di un tetto e la voglia di riappropriarsi di uno spazio di autogestione, avevano deciso di farlo rivivere. Lo sgombero è  stato di una violenza inaudita: i pompieri hanno usato gli idranti contro i compagni che resistevano e, nel tentativo di tagliare le grate alle finestre, hanno ferito un ragazzo alla mano. Successivamente i pompieri si sono organizzati per tentare di sfondare nuovamente il muro della casa per entrare e a quel punto, viste le condizioni dello stabile, per evitare di finire sotto le macerie i compagni hanno deciso di scendere. La polizia ha continuato a minacciare di arresto chi resisteva sul tetto. Quindi, una volta scesi, i compagni sono stati identificati, portati in questura e lì trattenuti. Al momento si sa che sono stati denunciati per vari reati, ma non quando usciranno.

Conclusa la resistenza a “Casa Mannaja” gli sbirri si sono spostati in via Zampieri  14 A dove uno stabile di proprietà dell’ACER vuoto da anni era stato occupato appena 2 giorni fa. Il posto era stato riaperto per farne un circoletto di quartiere, punto di aggregazione e socialità per gli abitanti della Bolognina, laboratorio di lotta per incontrarsi e organizzarsi insieme contro sfratti, sgomberi e contro la polizia che infesta le nostre strade. Intanto le strade intorno al circoletto si sono riempite di vicini e solidali. La resistenza continua!

MARTEDI’ 17 GIUGNO:
ASSEMBLEA ALLE ORE 17.00
ALL’INCROCIO TRA VIA ZAMPIERI E VIA DI VINCENZO
PER DECIDERE INSIEME COME RISPONDERE A QUESTO ENNESIMO SOPRUSO DEI PADRONI.


MERCOLEDI’ 18 GIUGNO:

–    ORE 13.30: PRANZO SOLIDALE ANGOLO VIA ZAMPIERI-VIA A. DI VINCENZO QUARTIERE BOLOGNINA CON LA MENSA AUTOGESTITA “EAT THE RICH”
–    ORE 16.00: ASSEMBLEA PER RILANCIARE LA LOTTA PER GLI SPAZI, CONTRO SGOMBERI E RIQUALIFICAZIONE DEL QUARTIERE
–    ORE 19.00: PRESIDIO SOLIDALE CON FRA, TOM E NICO AL CARCERE DELLA DOZZA (STRADINA ANGOLO VIA DEL GOMITO, CAPOLINEA AUTOBUS 25 A)

SOLIDARIETA’ CON CHI OCCUPA E RESISTE!

NON UN PASSO INDIETRO!

3 Giugno: Sugli arresti, da dentro

«10/6/2014,
Cuneo.

Sono 27 gli episodi incriminati, attraverso cui le autorità, il 3 giugno scorso, hanno spiccato 17 arresti, 12 in carcere e 5 ai domiciliari, 4 obblighi di dimora e 4 divieti di dimora da Torino e 4 obblighi di firma. Sotto inchiesta è finita la lotta contro gli sfratti, sviluppatasi nelle strade di Porta Palazzo, Aurora e Barriera di Milano a Torino. Continua a leggere

Prigionieri – Aggiornamenti sul processo farsa contro Gianluca e Adriano

Il 26 maggio si è tenuta la prima udienza in video  conferenza del processo contro Gianluca e Adriano. Tempo prima Gianluca aveva preso la decisione di rinunciare alla difesa revocando il suo difensore di fiducia. Inoltre sia Gianluca che Adriano decidono, come gesto di non collaborazione al processo farsa in video conferenza, di non presenziare nemmeno attraverso i monitor. Continua a leggere