Archivi tag: Fuoco alle galere
Aggiornamenti sulla situazione di Monica e Francisco
“salutiamo coloro che continuano a tessere complicità, che si avventurano nello sconosciuto, coloro che sono motivati dall’incertezza, che insistono per l’anarchia. A tutti loro il nostro rispetto e affetto”
Mónica Caballero y Francisco Solar, detenuti dal novembre scorso sono due dei cinque anarchici accusati di aver collocato un ordigno esplosivo nella basilica del Pilar de Zaragoza, per loro continua la detenzione preventiva in attesa di giudizio. Continua a leggere
Genova: Aggiornamento sul processo d’appello ad Alfredo e Nicola
Il processo d’appello ai compagni Alfredo Cospito e Nicola Gai avrà luogo a Genova nelle seguenti date: 27 Giugno, 4 e 11 Luglio.
Solidarietà ai compagni prigionieri!
Presidio sotto il carcere in solidarietà con arrestati/e – Torino
Sabato 7 giugno 2014 – ore 18:30, al capolinea del 3. Concentramento e Presidio Solidale sotto il carcere delle Vallette, Torino.
Op. Ardesia – Arrestati Daniele e Francesco per residuo di pena
Mercoledì 28 Maggio e venerdì 30 Maggio sono stati arrestati Francesco e Daniele, per scontare il residuo di pena (rispettivamente di 2 anni e un mese e 1 anno e 9 mesi) in relazione alla rapina avvenuta a Lucca nel Giugno del 2007.
Il 20 maggio 2014, infatti, si è tenuta l’udienza di Cassazione per Daniele e Francesco che aveva confermato le pene che il secondo grado aveva comminato.
Ad oggi Daniele si trova nel carcere di Pisa e Francesco nel carcere di Livorno.
Garage anarchico
Per scrivere ai compagni:
Daniele Casalini
Casa Circondariale “Don Bosco”
Via Don Bosco 43
56100 – Pisa
Francesco Gioa
Casa Circondariale “Le Sughere”
Via delle Macchie 9
57100 – Livorno
Gianluca ed Adriano, rinviato il processo
Apprendiamo che il processo a Gianluca ed Adriano è stato rinviato al prossimo 4 Luglio per un vizio di forma di alcune notifiche. In attesa di aggiornamenti confermiamo ancora tutta la nostra solidarietà ribelle ai due compagni. Adriano e Gianluca liberi! Liberi/e tutti/e! Per l’internazionale nera, Viva l’Anarchia!
Note di Mattia sul processo in videoconferenza
Note sul processo in videoconferenza
La catena dei forzati e lo sguardo pubblico
Fino al 1836 in Francia sopravviveva la tradizione di far marciare in catene i condannati alla prigione. I futuri galeotti venivano incatenati tra loro con collari di ferro e costretti a marciare sulla pubblica via trascinando i segni della propria condanna e mostrando al popolo, che accorreva numeroso, le conseguenze pronte ad abbattersi su chi violava la legge.
Il cammino verso la reclusione, l’ultimo viaggio prima di sparire dietro l’opacità segreta delle prigioni, avveniva dunque sotto gli occhi di tutti, in un cerimoniale pubblico di forte impatto visivo in grado di sprigionare sentimenti contrastanti. La partenza di queste catene umane richiamava il popolo in massa, esibiva il condannato alla folla, alle ingiurie, agli sputi, ma anche alla commozione, alla simpatia, alla complicità; lo esponeva allo sguardo pubblico e mostrava il suo sguardo al pubblico, in un rituale complesso il cui esito non era scontato. Continua a leggere
Prigionieri – Comunicato di Adriano Antonacci sul rifiuto del processo in videoconferenza
Diffondiamo il comunicato che, dal carcere di Ferrara, ci è giunto oggi in vista dell’udienza del prossimo lunedì per il processo che vede imputati Adriano e Gianluca per una serie di attacchi contro responsabili delle nocività.
Dentro come fuori le galere, contrastiamo la videoconferenza!
Un abbraccio solidale ai compagni sotto processo.
Cassa AntiRep Alpi occidentali
Spendo solo poche parole a sostegno della scelta di non presenziare all’udienza del 26 maggio, ed eventualmente alle prossime, essendo stata disposta la videoconferenza.
L’applicazione di tale dispositivo rientra, per ora, nell’infame logica della differenziazione dei circuiti detentivi, dove l’individuo recluso e imputato viene demonizzato e disumanizzato data la notevole “pericolosità sociale”.
Sperimentato nel 41 bis vuole ora estendersi ai prigionieri classificati A.S. e in ogni processo dove la solidarietà e conflittualità sono o potrebbero essere caratterizzanti e quindi elementi di disturbo e opposizione per chi, applicando codici in vestaglia e bavaglino, svolge il proprio lavoro, decidendo sulla libertà fisica altrui. Non possedendo peraltro alcuna virtù, ma avendone facoltà. Dato il diritto. Data la legge.
La videoconferenza pone limiti ben precisi a discapito di chi è sotto processo, favorendo da ogni punto di vista accusatori e giudicanti.
Ragionando poi ad ampio raggio, le limitazioni potrebbero non riguardare solo l’ambito processuale…
Considerate le magnifiche sorti del progresso, tale strumento di contenzione, anche per ragioni economiche, vorrà un domani estendersi ulteriormente e dilagare in molti se non in tutti i processi. Non ci vuole poi molto ad allestire stanzette con schermi, microfoni e telefoni. Lor signori sempre troveranno una “valida” motivazione per giustificarne l’impiego. Come ovvio che sia, la non neutralità dell’avanzata tecnologica si mostra in ogni ambito e sempre rivela l’essere asservita al Potere.
La virtualizzazione di un processo, per quanto significativa, è in fondo poca cosa comparata alle nefandezze dell’autorità (in questo caso giudiziaria) ma è comunque indicativa in relazione a quella che è la virtualizzazione della vita, volta a controllare e annichilire, dove vengono meno emozioni, espressività e sensorialità… dove viene meno la bellezza stessa della vita e la libertà di viverla realmente.
Mi risparmierò quindi di sentirmi uno scemo, ritrovandomi seduto davanti a uno schermo per assistere inerme al teatrino che vedrà come coprotagonisti assenti me e mio fratello Gianluca.
Sarà quindi un giorno di galera come un altro, dove la rabbia è una costante, ma si cerca, per quanto possibile, stabilità e un po’ di serenità. Non nascondo la tristezza di non potere rivedere e magari riuscire ad abbracciare le persone a cui tengo e sentire il calore di compagnx solidali.
Solo nella lotta la liberazione! Sol nell’anarchia la libertà!
Adriano
17-05-2014
Per scrivergli:
Adriano Antonacci
CC di Ferrara
Via Arginone 327
44122
Venaus: Benefit per Chiara, Niccolò, Mattia e Claudio
IL BENEFIT CADE A FAGIUOLO
Massimiliano Peggiochemmai – Torino. Ormai la procura cittadina non ha più dubbi, ed il documento segreto ritrovato nei boschi della Clarea lo conferma, i NO TAV sono in possesso di ordigni micidiali ed esplosivi e si preparano ad usarli:
“Apericena benefit per Chiara, Niccolò, Claudio e Mattia, in carcere in regime di alta sicurezza dal 9 dicembre 2013, accusati/e di terrorismo per aver ucciso un compressore che si trovava all’interno del cantiere-fortino del TAV.
Dopo la giornata del 18 aprile scorso, ci troviamo nuovamente a cucinare con gli ingredienti che i regolamenti carcerari non permettono di far arrivare ai/alle nostri/e compagni/e. Dopo la cena a base di riso, questa volta toccherà alla pasta e fagioli! Ancora: Quello che il carcere non permette noi lo reinventiamo.
Come se non bastasse la reclusione, le limitazioni alimentari, spesso del tutto arbitrarie, sono uno dei mezzi, forse tra i più striscianti, per esercitare pressione psicologica e per ribadire la totale ed insindacabile mercé cui vorrebbero sottoporre i/le prigionieri/e rispetto all’autorità. Ma chi lotta non è mai solo/a, per questo il primo giugno ci troveremo a Venaus, per condividere esperienze di lotta e tessere ancora la rete di solidarietà per i/le nostri/e compagni/e.”
Tutti/e Liberi/e!
IL PROGRAMMA DELLA SERATA INCRIMINATA
DALLE ORE 19: APERICENA PASTA E FAGIOLI, GLI ORDIGNI MICIDIALI ED ESPLOSIVI
GLIELI DIAMO NOI!
DALLE 21 CIRCA suoneranno: CAMOLA INFETTA E RATAVULOIRA
A SEGUIRE: KARTELLA SELECTA (DA LOU QUINSE, BBHC CREW). TRASH’ EM ALL!
PRENOTATE ENTRO IL 30 MAGGIO AL NUMERO: 333.92.63.155
DOMENICA 1 GIUGNO 2014 PRESSO IL PRESIDIO NO TAV DI VENAUS
Spagna: Aggiornamenti su Gabriel Pombo da Silva
Il 13 giugno 2012, tra le tante operazioni contro i compagni, il governo italiano lanciò un attacco repressivo contro una decina di anarchici chiamata Operazione Ardire; ci furono 40 perquisizioni , 24 indagati e 8 arresti.
In quel caso cercarono di dare una forma molto estesa all’operazione, accusando compagni imprigionati in diversi paesi europei, come Grecia, Svizzera e Germania.
Come al solito, lo Stato ha voluto mostrare il suo volto sorridente autoritario contro i suoi nemici irriducibili, ed ha costruito ruoli come capi, esecutori e coordinatori all’interno della ennesima “associazione terroristica”, là dove ci sono affinità, corrispondenza con i prigionieri, lotte e rivendicazioni. Continua a leggere