Pisa – Terza perquisizione a compagne e compagni del Garage Anarchico

Apprendiamo che nelle prime ore della mattina del 7 maggio, la Digos ha perquisito alcune abitazioni e la sede del Garage Anarchico di Pisa, sequestrando computer, telefoni cellulari, materiale cartaceo, bombolette spray, vernice, lampadine e denunciando cinque compagni per danneggiamento aggravato e imbrattamento, in merito ad alcune pratiche messe in atto dal corteo contro il nucleare di sabato 3 maggio.
E’ evidente il fastidio che i compagni e le compagne, attivi nella controinformazione e nel contrasto alla contaminazione nucleare in atto sul territorio pisano e livornese, arrecano a chi vorrebbe portare avanti i propri intenti nocivi nel silenzio e nella rassegnazione della popolazione. Per la terza volta in pochi mesi una nuova operazione repressiva attuata, a quanto pare, dal Pm Giaconi: lo stesso che si è a lungo battuto per l’archiviazione dell’uccisione in carcere di Marcello Lonzi e che oggi serve gli interessi del CISAM e delle autorità locali, responsabili dello sversamento di acqua radioattiva nel canale dei Navicelli.

Viva la resistenza contro il nucleare!

Seguiranno aggiornamenti

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Da parte nostra esprimiamo tutta la solidarietà complice possibile ai ribelli del Garage anarchico, non sono le loro perquisizioni che ci possono fermare. Contro il nucleare, le devastazioni e questo presente fatto di gabbie, per l’Anarchia!

Alessandria – Comunicato e rivendicazione del compagno Gianluca Iacovacci

La determinazione nella lotta e la nostra solidarietà sono le uniche “armi micidiali”

Cari compagni e coraggiosi resistenti, mi trovo prigioniero come tanti, colpito dalla repressione dello stato che ci vuole annientare.
Non per quello che si fa ma per ciò che ci siamo “azzardati” ad essere, a dire o pensare.
Mi trovo con Adriano e tanti altri sulla giostra inquisitoria della gogna mediatica antiterroristica della democrazia.
Voglio prima di tutto ringraziare tutte le compagne e i compagni che mi hanno portato Solidarietà anche oltre confine, direttamente e non, perché sono convinto che ci si sostiene anche solo con le proprie esistenze di lotta. Continua a leggere

Piemonte: Arresti, occupazioni, attacchi al cantiere TAV

1 Maggio- a Seguito dei tafferugli durante il corteo del Primo Maggio un digossino si rimediava 10 punti in testa ed un compagno -Boba- redattore di Radio Black out, nel tentativo di liberare una ragazza fermata, veniva arrestato. Ora si trova ai domiciliari senza restrizioni

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3 Maggio- Liberato nuovo spazio proprio dietro il culo della mole, il posto si chiama Rabel

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4 Maggio- Chiomonte. Nella notte alcuni incappucciati riescono ad avvicinarsi alle reti del cantiere del Tav per lanciare all’interno bombe carta e bengala. Prima che la polizia di guardia al cantiere riuscisse ad uscire, il gruppo fugge tra i boschi gettando in strada diversi chiodi a tre punte.

Cena a sostegno dei compagni e delle compagne coinvolti nell’indagine genovese “Replay”

cena antistressDomenica 4 maggio dalle ore 19 in Piazza Valoria
Cena a sostegno delle spese legali sostenute dai compagni coinvolti nell’indagine “Replay”
accusati di associazione sovversiva e attentato con finalità di terrorismo.
Per prenotazioni scrivere a questo indirizzo o al numero di cellulare 3899711204.

Grecia: Testo dei membri di Lotta Rivoluzionaria, Nikos Maziotis e Pola Roupa

10 marzo 2010. Lambros Foundas, membro di Lotta Rivoluzionaria viene ucciso dai proiettili di uno sbirro a Dafni, durante un’azione preparatoria dell’organizzazione. Quattro anni più tardi l’azione politica proposta da Lambros Foundas e dalla Lotta Rivoluzionaria in cui agiva, è ancora più attuale, la scelta della lotta e della strategia dell’azione ancora più necessaria. Quattro anni più tardi e le condizioni di vita di milioni di persone stanno diventando sempre più misere nel nome della salvezza di un sistema politico-economico, che sta sprofondando sempre di più nella crisi. Quattro anni fa il compagno Lambros Foundas ha dato la sua vita per un tentativo politico di non trasformare la decadenza in un modo di vita, di non sacrificare le persone per la salvezza del sistema. Ha dato la vita per un tentativo politico il cui scopo finale era gettare il cadavere del capitalismo, e con esso anche lo Stato, nella spazzatura della storia. Ha dato la vita per aprire l’unica via per un completo superamento della crisi, per aprire la strada alla liberazione sociale, alla Rivoluzione Sociale. Questo è una cosa per cui vale combattere, e anche morire.

Lambros Foundas vive e sempre vivrà per tutti quelli che la rivoluzione rimane una prospettiva viva. Lui vive e sempre vivrà come questa figura rivoluzionaria che incarna i sogni dei rivoluzionari di oggi in ogni angolo del pianeta.

Lui vive e vivrà come un simbolo e come un faro della rivoluzione.

L’autorità ha sempre investito nella coltivazione e nello sfruttamento degli istinti più bassi dei suoi soggetti, per sterminare i rivoluzionari e gli oppositori politici. Lo stato greco ha una ricca tradizione in questo campo. Le taglie e le ricompense per lo sterminio dei combattenti di ELAS (Esercito Popolare Greco di Liberazione durante la seconda guerra mondiale) e dei guerriglieri dell’Esercito Democratico era un fenomeno ordinario. Nella guerra civile nella battaglia di propaganda del regime contro i suoi nemici politici, furono perseguitati come dei “comuni rapinatori”. E le ricompense per ogni testa tagliata di una guerriglia, che vari nazionalisti portavano, erano all’ordine del giorno.

Nonostante le differente condizioni dell’epoca odierna, il terrore dell’autorità attuale, che scuoia il popolo greco per nutrire le cornacchie del élite internazionale di fronte alla prospettiva dell’inizio di una nuova guerriglia che farà saltare i loro piani in aria, li fa ricorrere a dei squallidi e volgari metodi di taglie e caccia alle teste, cercando di svegliare gli istinti più spregevoli in ogni sorta di sostenitori dell’autorità. Continua a leggere

11 giugno 2014 – Giornata internazionale di solidarietà con Marie Mason, Eric McDavid e tuttx i/le prigionierx anarchichx di lunga data

L’11 giugno si sta rapidamente avvicinando. Come rivitalizzazione della giornata di supporto per i/le prigionierx ecologistx, la Giornata Internazionale di Solidarietà con Marie Mason, Eric McDavid e i/le Prigionierx Anarchichx di Lunga Data ha visto negli ultimi 3 anni un’enorme diffusione del supporto e dell’amore per Marie ed Eric in tutti gli angoli del mondo. Continua a leggere

il riesame di Genova rifiuta ancora le richieste del PM Manotti

GENOVA – Il 24 marzo il tribunale del riesame  di Genova ha  rifiutato per la terza volta, per l’insussistenza del quadro probatorio, 10 misure di custodia cautelare richieste dal pm Manotti nell’ ambito di un procedimentoche riuniva varie inchieste; alcune  archiviate e riaperte, altre ancora in corso tra Liguria, Toscana ed Emilia per 270 bis e 280, contestati in riferimento ad  una serie di attacchi  rivendicati da diversi  gruppi FAI informali (due ordigni esplosivi a alla sede dei Ris di Parma nell’ ottobre 2005, un plico esplosivo inviatoall’ allora sindaco di Bologna Cofferati nel novembre 2005, più degli attacchi con ordigni esplosivi alle caserme dei carabinieri  di Genova Prà e Voltri del marzo 2005) e l’ incendio di un’ auto della Croce Rossa a Genova nel 2009. Continua a leggere

Crocenera Anarchica, il sito

E’ on line il sito di Crocenera anarchica: http://www.crocenera.org Tenetelo d’occhio per avere news sulle lotte fuori e dentro le carceri, sotto gli indirizzi per richiedere le copie cartacee del bollettino.

mail: crocenera@distruzione.org

Casella Postale: Pasquale Valitutti – C.P. 18003 –  00164 Roma

Giornate di Solidarietà Internazionale con i compagni detenuti

manifestosolidarieta

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CHI C’E’ DIETRO?

da Macerie 
 
E se fosse vero che qualcuno, nella serata di venerdì 11 aprile, ha aspettato sotto casa e aggredito l’autista di Antonio Rinaudo? Non lo sappiamo e nessuno può affermare seriamente di saperlo, a parte gli autori stessi. E allora chi c’è dietro l’aggressione? Potenzialmente «tante, tantissime persone» risponderebbe chi conosce un po’ la storia recente di questa città, e non vuole unirsi a tutti i costi alla risma di pifferai che amano cercar rifugio all’ombra del complottismo. Perché, parafrasando una scritta apparsa alcune settimane fa sulla sede del Pd di via Oropa,  «Rinaudo e Padalino fanno schifo a tutti, non solo ai No Tav». Chi c’è infatti dietro le inchieste contro i partecipanti ai blocchi di dicembre? Chi c’è dietro le inchieste contro gli ultras? Chi c’è dietro le inchieste contro le resistenze spontanee contro arresti e retate? Insomma sono tanti gli inquisiti e i detenuti delle Vallette che, pur non frequentando la Val di Susa né centri sociali o case occupate torinesi, per la loro sorte devono ringraziare i due novelli boia di Torino, quelli che negli anni si sono ricavati all’interno della Procura torinese la preziosa funzione di reprimere tutto ciò che in qualche modo odori di conflitto sociale, a trecentosessanta gradi. E non diciamo questo, beninteso, per dire a inquirenti e paranoici «guardate altrove, noi non c’entriamo!» Perché non è il nostro stile e perché, al contrario, noi c’entriamo eccome.
Noi c’entriamo per due motivi ben precisi. Primo, perché ci sentiamo una parte – una parte tra le tante – di quel conflitto sociale che si estende ben al di là della logica, dei metodi, delle scadenze e delle benedizioni dei vari circuiti militanti ufficiali. Secondo, perché questo agguato è stato immediatamente associato al processo per «terrorismo» contro Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò. Come si è giustamente detto, questa grave accusa ha sicuramente l’obiettivo di attaccare un intero movimento che negli anni ha affrontato il problema di dare concretezza al suo «no» all’Alta Velocità. Ma questa inchiesta, trovando nell’isteria complottista un valido alleato, mira anche a rendere impraticabile ed impensabile un’idea già di per sé poco diffusa di questi tempi: l’idea che sia possibile coordinarsi liberamente con chi si desidera, per fare ciò che in coscienza si ritiene più opportuno, nei modi che si ritengono più efficaci. Perché, in fondo, è anche e soprattutto di questo che Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò sono accusati.

macerie @ Aprile 16, 2014